Il colore che non c’è

Colorful

Gli elementi grafici possono essere acquistati o scaricati gratuitamente tramite portali specializzati, ma di profili e metodi colore nessuna informazione nota.

Capita spesso di dover acquistare una foto online. Le operazioni di scelta, download e utilizzo sono di pubblico dominio: l’utente sceglie i portali anche in base all’esperienza d’acquisto o ad alcune peculiarità dei portali stessi. Tra queste, nessun riferimento chiaro al colore. Ed è un controsenso se pensiamo al fatto che tutti i portali permettono il download delle immagini formati “sviluppati” come il Jpeg: il RAW, vero file aperto alla gestione colorimetrica, è distribuito solo su siti minori e spesso con scopi didattici.

Dopo un sondaggio online sui principali servizi utilizzati e l’analisi delle sezioni dedicate alla vendita di immagini e di vettoriali, ho constatato l’assenza di un filtro di ricerca per spazio colore e, più in generale, la mancanza di linee guida destinate a chi carica materiale da vendere, confermando peraltro quello che da anni sostengo durante le mie lezioni: questi elementi richiedono un passaggio ulteriore di conversione colore e, in alcuni casi, anche di post produzione per portare le informazioni colorimetriche presenti all’interno dei file più
vicine possibili ai risultati che vogliamo ottenere in stampa (ma anche sul web). Vediamo quali sono i principali punti da conoscere per non avere troppe delusioni durante la realizzazione dei nostri progetti.

sRGB onnipresente

Se provate a scaricare dieci foto a caso, anche dagli stock free, vi accorgerete che tutte hanno un metodo colore RGB, più in particolare con spazio sRGB. Questa è un’informazione importantissima perché a seconda del flusso di lavoro, capita che sia chi acquisisce le immagini che chi debba utilizzarle uniformi i propri standard a questa specifica. Questo tra i motivi per cui, ad esempio, i fotografi che usano questi portali per ottenere redditi passivi, scattino in jpeg e sRGB, in modo da dover lavorare molto meno in fase di post-produzione e pubblicazione.

Alla stessa maniera, grafici e creativi scelgono le immagini su monitor che mostrano abbastanza fedelmente le immagini in sRGB, che diventa uno standard “naturale” per la progettazione grafica. Una scelta insomma che sembra far contenti tutti, anche il mondo della stampa: buona parte delle tecnologie presenti sono in grado di fare un ottimo lavoro in fase di conversione, coprendo spesso con sRGB quasi la totalità del gamut di stampa.

Vettoriali da rivedere

Sui disegni vettoriali le restrizioni principali si hanno sui formati si salvataggio e qui il .eps la fa da padrone. Per quanto riguarda il colore, le impostazioni rispecchiano quanto detto per le immagini: sRGB sempre preferito a qualsiasi altro standard, che il più delle volte è rigettato ai contributor in caso di non uniformità. Quello in cui si differenzia è l’uso implicito che si fa di un’illustrazione. A volte si utilizzano vettoriali con testi in nero o con linee e trame troppo sottili per essere rappresentate bene da un colore in quadricromia derivante da una conversione da RGB.

Se per i testi ci sono funzioni automatiche che egregiamente trasformano un nero RGB in solo nero, sulle linee e i pattern qualsiasi automatismo potrebbe non rendere alla stessa maniera. L’operatore in questi casi è costretto a rivedere l’intera cromia dell’illustrazione, personalizzando le modifiche per cercare di mantenere l’armonia propria dell’elemento. Tanto più il registro è fondamentale in stampa, tanto più bisognerà lavorare per perfezionare il lavoro.

Conversione, questa sconosciuta

Ho provato ad andare più a fondo e a fare domande ai diretti interessati. Cosa succede se un utente carica un elemento con uno spazio colore differente da sRGB? La risposta si divide tra quelli che rifiutano l’upload, rimandando all’utente la conversione (che sarà fatta, nella migliore delle ipotesi, in Photoshop e Illustrator) e quelli che propongono una conversione automatica ai propri standard. Nessuna informazione dettagliata su intento di conversione né su software professionali che facciano un lavoro migliore rispetto ai motori Adobe e simili. Il dubbio che non si dia troppa importanza al color management resta e la chiusura al confronto conferma l’argomento scomodo.

Conclusioni

Col tempo ho imparato che la scelta migliore è quella di non affezionarsi troppo a una singola piattaforma, ma a seguire piuttosto i fotografi e i loro lavori. Diventa molto più facile seguire uno stile “uniforme” e riconoscere l’utente che curi personalmente le conversioni e offra il miglior prodotto possibile con lo standard sRGB. Resta il dubbio sulla bontà della scelta: avere gamut più estesi garantirebbe un lavoro più personalizzabile, ma alla base serve conoscenza e competenza dei mezzi perché a volte avere più possibilità d’azione si traduce in approssimazione o pessima qualità dello sviluppo fotografico.

LINEE GUIDA PER I CONTRIBUTOR

Se stai entrando nel mondo della vendita di immagini o vettoriali online, questo approfondi-mento ti aiuterà a comprendere alcune dinamiche relative ai formati e, naturalmente, al colore.

Immagini

Come detto, la maggior parte dei portali accetta solo formati Jpeg e con spazio colore sRGB. La risoluzione incide relativamente: le immagini sono spesso classificate in small, medium, large ecc. a secondo del numero di pixel a disposizione. Vale la pena dotarsi di un’attrezzatura professionale e con un elevato valore di Megapixel se si vuol ottenere il massimo guadagno dalla propria foto. Una nota di colore è da evidenziare in quei portali che ancora confondono i ppi con i dpi: su questi dubito possiate trovare supporto tecnico adeguato.

Vettoriali

Devo ringraziare Angela Zanin per il supporto su questa parte: nel mondo dei vettoriali c’è ancora molta confusione, tant’è che spesso molti ignorano che i formati .eps possono con-tenere elementi vettoriali. Questo è il formato più comune accettato dalle piattaforme, con spazio colore sRGB e peso massimo dei file che non dovrebbe superare i 60 MB (tecnica sempre valida: se state usando dei font, non incorporateli ma inserite un documento con il link per il download). I formati .ai di Illustrator sono ancora non troppo comuni e questo è tra i motivi che vi obbligherà a creare più versioni dello stesso progetto.

Parola all’esperto

a cura di patrizia Anna Coccia

Nel corso della mia carriera professionale ho utilizzato diversi siti di stock photo. Quasi sempre le immagini hanno un profilo sRGB e su questo ho avuto modo di confrontarmi con molti colleghi fotografi che ormai hanno modificato il proprio modo di lavorare proprio in funzione del portale di pubblicazione. Raramente mi è capitato di trovarmi davanti un profilo colore assente e questo capita su portali minori o amatoriali. In queste circostanze, proprio in virtù delle “dritte” avute da chi scatta, ho scelto per l’assegnazione di profilo sRGB valutando sia quali modifiche apportare (spesso poche correzioni cromatiche e di contrasto) sia scegliendo un output che potesse garantire l’aspetto dei colori che leggevo a monitor. Tuttavia il primo passaggio è sempre quello di cercare informazioni sull’autore e sullo scatto: dal confronto con il publisher spesso si possono ricevere le giuste informazioni e porre rimedio ad eventuali mancanze del portale di stock immagini.

 


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