Color management: un evergreen

ItaliaGrafica Settembre

La gestione del colore nel processo di produzione di qualsiasi stampato è argomento ampiamente dibattuto. Sempre al centro dei lavori di ISO, l’organizzazione internazionale che studia ed emana norme, protagonista di rilievo nei convegni tecnici e sulle riviste di settore, il tema del color management è da tempo percepito come un elemento fondamentale per ottenere un risultato in linea con le aspettative del cliente. Ma se tanti passi avanti sono stati fatti, basti pensare ai vari standard proposti e ben documentati come FOGRA, UGRA, GRACOL, SWOP, G7, unitamente alle già citate norme ISO, permangono diverse zone d’ombra che ancora causano intoppi e contestazioni nel processo produttivo.

Innanzitutto un approccio a compartimenti stagni, per cui spesso i reparti di prestampa e stampa non si parlano e tendono a ricorrere i problemi piuttosto che affrontarli in modo congiunto. Meglio sarebbe cercare insieme soluzioni che partono dall’analisi del file, si basano su una corretta classificazione delle materie prime (substrato di stampa e inchiostri) e dalla caratterizzazione delle macchine da stampa.
Poi c’è la varietà di tecnologie di stampa oggi presenti in tutte le aziende grafiche che ha introdotto nuove variabili da tenere sotto controllo per avere un risultato, dal punto di vista cromatico, consistente.
Un altro elemento che contribuisce a complicare la materia è la mancata adozione da parte di Adobe delle nuove release dei profili colore contenuti nelle norme ISO più recenti (Fogra51 e Fogra52). Poiché i software dell’Adobe sono quelli più diffusi e utilizzati in tutto il mondo, la maggioranza dei file che vengono invitati agli stampatori fanno ancora riferimento ai dati Fogra39, uno standard ormai superato, che impone allo stampatore una maggiore attenzione nella gestione della colore dello stampato.
Nel numero di Italia Grafica di settembre trovano spazio una serie di articoli su questo tema; la Redazione ha coinvolto alcuni tecnici che si sono fatti carico di affrontare gli argomenti più importanti partendo dalla fase di acquisizione e composizione del file fino alla gestione del prodotto in macchina da stampa. Una carrellata di analisi, pareri e suggerimenti che confermano quanto una mancata o approssimativa gestione del colore possa portare alla contestazione dei lavori e alla conseguente ristampa, allunghi in modo significativo i tempi di avviamento, generi un alto volume di scarti e imponga la rischedulazione della programmazione interna come pure dei fornitori delle lavorazioni successive. Insomma un danno che può ridurre il margine economico delle commesse e compromettere la professionalità dell’azienda.
Oggi le risorse tecnologiche per affrontare con professionalità il tema della gestione del colore ci sono, le norme sono disponibili e le associazioni tecniche continuano a proporre documentazione a supporto del mercato. Non ci sono più scusanti: le aziende grafiche possono e devono fare propria questa materia e trasferire tutte le competenze necessarie ai propri collaboratori.


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