La gestione economica del colore

ColorTrack consente agli operatori di acquisire ed elaborare le misurazioni di colore, facilitandone una rapida correzione in macchina delle ricette di inchiostro.

Comitati ISO, norme, standard, prodotti controllati, sistemi di misurazione efficaci, software a supporto multilivello, tutto è disponibile per costruire un sistema di gestione del colore su misura, ma continua a essere un investimento secondario nelle aziende di stampa.
Eppure il ritorno dell’investimento c’è, basta analizzarlo.

La gestione del colore è uno dei processi iscritti nelle procedure di controllo qualità e concorre al raggiungimento dell’obiettivo di un sistema qualità certificato e per questo motivo parlare di colore senza usare i numeri è industrialmente antieconomico. Il colore è per sua natura soggettivo e variabile e dipende da tre fattori base che cambiano (luce, trasmissione, visione) la sua descrizione è sempre indicata nelle sue linee generali (è rosso, è verde, è rosa…) e per dare una definizione più accurata si ricorre a sensazioni (caldo, freddo, intenso, chiaro, scuro, saturo, sbiadito…) e paragoni (rosso ciliegia, giallo limone, verde acqua, petrolio, carta da zucchero…) che possono essere capiti e tradotti solo per affinità culturali. Dunque la necessità di utilizzare elementi oggettivi per riprodurre, valutare e controllare il colore in stampa è fondamentale per inquadrare i tempi e costi. Dotarsi di un sistema di gestione del colore serve a ridurre e controllare le variabili, adottare schemi per raggiungere risultati certi e misurabili affinché il prodotto stampato sia in linea con le, mediate, attese cromatiche del cliente. Dal punto di vista economico vuol dire adottare termini di controllo dei costi, aumentata efficienza nell’utilizzo delle attrezzature e capacità di acquisizione dei nuovi clienti.

Ridurre gli errori e aumentare l’efficienza

L’errore di stampa è insito nella professione, ma se un refuso di testo è (forse) perdonato, la mancata corrispondenza colore invece no e nella quasi totalità dei casi è addossata la colpa a chi stampa. In questo caso la differenza fra la discussione da bar e il professionista la fanno i parametri di controllo adottati e la loro applicazione con il risultato che anche se la commessa è errata la professionalità dello stampatore è integra. Ecco perché ci sono solo benefici nella effettiva gestione del colore: evita errori incontrollati e ambiguità di interpretazione dei dati purché si adottino dei criteri di misurazione noti, riconosciuti e condivisi. Se su commesse di stampa importanti controllare i parametri del colore è anche parte del contratto inserendo i termini di misurazione e gli standard adottati, è sulle commesse minori in tiratura e valore che emerge la centralità di questo modo di lavorare. Una piena gestione del colore consente di procedere speditamente in tutte le fasi, garantendosi il margine economico previsto e a allo stesso tempo rafforzare la propria affidabilità presso il cliente. Non farlo è un errore perché la contestazione si trasforma in una ristampa completa del lavoro o in un mancato pagamento con insoddisfazione di tutti.
Adottare uno standard di un ente come FOGRA, UGRA, GRACOL, SWOP, G7, per citare i più noti o lavorare a norma ISO semplifica il lavoro di tutta la filiera perché sono informazioni note e condivise; definire un proprio standard permette di utilizzare al massimo le proprie conoscenze e competenze, differenziandosi dalla massa, ma richiede un processo di validazione condiviso, una precisa definizione dei parametri in termini contrattuali e una completa condivisione delle informazioni.

Dalla stampa alla gestione del magazzino

L’impatto negativo immediato della mancata gestione del colore è nella contestazione dei lavori, la ristampa, l’allungamento dei tempi di avviamento, alto volume di scarti, rischedulazione della programmazione propria e dei fornitori della catena, ritardi su ulteriori lavori, variazioni non previste nelle scorte di magazzino e tutte le conseguenze collegate a questi eventi. Di visivo ed estetico c’è poco in questo elenco perché l’impatto di una mancata o errata gestione del colore è nei costi di produzione e, di riflesso, industriali. Un’efficace e attenta gestione del colore, sia che si adotti degli standard sia che se ne definiscano di propri, ha un riflesso positivo sugli approvvigionamenti a magazzino perché consente di stendere dei capitolati di acquisto basati su parametri, approvvigionare la produzione in tempi ridotti, gestire le scorte in modo efficiente. Ad esempio, nella stampa del packaging a tinte piatte è possibile ottimizzare le scorte del magazzino inchiostri utilizzando sistemi di miscelazione assistite, che partendo dai dati spettrometrici delle tinte richieste sono in grado di valutare come e in quale quantità è possibile attingere tra i prodotti disponibili. Per farlo è necessario che il processo di prestampa e stampa siano gestiti con dati e ne siano loro stessi fornitori, affinché il risultato finale sia oggettivamente qualitativo (misurato e comparato) e coerente con l’impatto visivo atteso. Nel settore commerciale a foglio la scelta di adottare degli standard in produzione consente di avere un’alta rotazione dei magazzini supporti e inchiostri, alleggerendo anche il lavoro dell’ufficio tecnico che può dedicare tempo e risorse a richieste complesse. In produzione questo si traduce in tempi di avviamento ridotti, minori scarti e la possibilità di effettuare una puntuale programmazione della produzione che sfrutti le caratteristiche della macchina da stampa. Nei processi di stampa digitale gli inchiostri sono imposti dal produttore e non modificabili, mentre i supporti che si possono utilizzare sono molteplici e spesso la scelta è sbrigativa. Questo è il motivo di oltre il 50% delle problematiche colore di coerenza visiva e qualitativa misurata del colore: comportamenti discontinui nell’assorbimento dell’inchiostro, ricettività e adesione dei toner disomogenea sono gli effetti che impattano sulla gestione del colore. In questo caso l’errore genera un risultato negativo doppio perché subentra l’aggravante della mancata tempestività (ad uso interno o come servizio per i clienti), tipica di questa scelta produttiva.

Efficienza dei processi e richieste dei clienti

Produrre uno stampato vendibile, il più rapidamente possibile, con la minima quantità di risorse è il primo obiettivo che deve raggiungere un sistema di gestione del colore ed ecco perché deve essere un asset fondamentale per un’azienda di stampa, qualsiasi sia la tecnica di produzione. Uno stampatore può alzare il livello di offerta lavorando a più colori oltre la quadricromia, stampando gamut estesi in esacromia e HI FI color, fare produzioni ibride o semplicemente passare a rendere efficiente e controllato un altro reparto aziendale al fine di ottenere il miglior controllo costi possibile. Come ogni processo che impatta sulla produzione serve una analisi calata sulla propria realtà da cui far scaturire costi e benefici. Ci sono costi diretti dovuto all’utilizzo di prodotti e materiali, tempi di processo, efficienza nell’utilizzo delle apparecchiature, metodi di gestione delle criticità, aderenza tra preventivi e consuntivi, insomma un elenco di punti di osservazione che spesso sono condivisi con altri processi aziendali e che vanno ripartiti per il proprio peso nella voce economica. L’errore di non adottarlo è un rischio economico non più accettabile.

 


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