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La Stampa in Italia. Il rapporto della Fieg

Il rapporto mostra che l’editoria italiana è ancora alla ricerca di soluzioni.
Il Presidente della Fieg Giulio Anselmi (a sinistra) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini.

Mercoledì 5 giugno, presso la sede di Roma della Fieg, il Presidente Giulio Anselmi, insieme ai Vicepresidenti, Azzurra Caltagirone e Stefano De Alessandri, hanno presentato lo studio annuale La Stampa in Italia (2010-2012).

Il Presidente della Fieg Giulio Anselmi (a sinistra) e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’Editoria, Giovanni Legnini.

Secondo gli estensori del rapporto il proseguire della crisi, che dura ormai dal 2007, è dovuto alla somma di alcuni fattori che sono amplificati dal consolidamento di una serie d’elementi negativi strutturali. Il primo è il perdurare di un forte sbilanciamento del mercato pubblicitario nei confronti delle emittenti televisive, il secondo è l’insufficienza della tutela dei contenuti editoriali immessi in rete, il terzo è legato alla distribuzione che sia dal punto di vista del sistema, sia sotto al profilo postale è fonte d’inefficienze, mentre, in conclusione, l’acquisto dei giornali da parte dei lettori non è sufficientemente stimolato «da interventi di sostegno alla domanda per incentivarne il consumo».

«Il 2012 è il quinto anno consecutivo che si chiude con dati negativi per il settore. I quotidiani hanno registrato una flessione delle copie vendute del 6,6%, i settimanali del 6,4%% e i mensili dell’8,9%. Negli ultimi cinque anni i quotidiani hanno perso oltre il 22% delle copie, più di un milione di persone ha smesso di comprare ogni mattina il proprio giornale», ha detto il Presidente della Fieg Giulio Anselmi nella sua relazione, illustrando la situazione dell’editoria nel suo complesso. E i dati sembrano dare ragione ad Anselmi. Il 2012 rispetto all’anno precedente è andato peggio per le aziende editoriali con alcuni segnali preoccupanti. Al dato negativo delle vendite e della diffusione, che era stato compensato negli anni scorsi dall’aumento del numero dei lettori, ora si deve sommare anche una diminuzione di quest’ultimi. L’ultima rilevazione Audipress disponibile, infatti, vede una diminuzione del 14,8% dei lettori abituali dei quotidiani e del 9,4% di quelli dei periodici, segnale del fatto che si sta verificando un significativo «scollamento» tra i giornali e la loro base di lettori.

L’intero report della giornata sarà pubblicato su Italia Grafica di luglio.

Credit per le foto: Fototecnico Ansa

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