Dalle Associazioni

Le previsioni del Centro Studi Confindustria: l’effetto Brexit potrebbe influire sulla crescita dell’economia italiana

La vittoria del “No” al referendum costituzionale di ottobre potrebbe generare incognite.

Venerdì 1 luglio 2016 si è svolta a Milano, presso Assolombarda, la conferenze stampa del Centro Studi Confindustria in cui sono stati presentati i nuovi “Scenari economici”, dal titolo “La risalita modesta e i rischi di instabilità”. La conferenza stampa è stata tenuta dal neo-Presidente di Confindustria Vincenzo Boccia (con delega al Centro Studi), dal Direttore del
Centro Studi Confindustria Luca Paolazzi, insieme col Presidente di Confindustria Lombardia Alberto Ribolla.
Nello scenario globale la matassa dell’incertezza si è ancor più ingarbugliata: agli alti rischi economici, acuiti dalle lunghe code della crisi, si sono sommati i ben più minacciosi e incombenti rischi di instabilità politica. Le sofferenze sociali derivanti da disoccupazione e impoverimento e la mancanza di risposte appropriate hanno fatto riemergere nei paesi avanzati (soprattutto europei) pulsioni profonde di xenofobia e nazionalismo.
L’Italia appare come una piccola nave (con nocchiero) in un mare in gran tempesta, con importanti riparazioni in corso, mentre deve proseguire la navigazione. Nello scenario ordinario prosegue, benché ferita dalla Brexit, la modesta risalita del Pil, cominciata al principio del 2015, e dell’occupazione.
Le nuove previsioni CSC sul Pil italiano (al ribasso) sono di +0,8% nel 2016 e +0,6% nel 2017. Nel biennio sarà creata occupazione per 250.000 unità di lavoro, che portano a +650.000 il totale da quando sono ricominciate ad aumentare, ma ne mancheranno ancora 1,37 milioni per colmare la voragine causata dalla crisi.
Secondo le stime del CSC, il costo per l’Italia della Brexit si potrebbe tradurre, nel biennio 2016-17, in 0,6 punti di Pil, 81.000 unità di occupazione, 154 euro di reddito pro-capite e 113.000 poveri.
Inoltre i risultati positivi dell’Italia nel biennio 2016-17, certo non entusiasmanti, correrebbero il rischio di essere compromessi dalle conseguenze della bocciatura della riforma costituzionale al referendum confermativo: il referendum in autunno sulla nuova Costituzione è pertanto un passaggio importante, secondo il CSC. La vittoria del fronte del “No” potrebbe causare ripercussioni economiche e produrre incertezza. Il Paese, già
provato, dovrebbe fronteggiare una nuova emergenza economico-sociale, con inevitabili spinte verso soluzioni populistiche; proprio perché fuori minaccia tempesta, l’Italia dovrebbe invece puntare ad attrezzarsi e a diventare più solida, anziché confermare le proprie storiche debolezze.
Il numero degli “Scenari economici” di giugno 2016 è disponibile per gli Associati sul sito web, Area di attività Centro Studi, Voce Centro Studi Confindustria. Per informazioni: Dott. Alessandro Rigo, Responsabile Centro Studi di Assografici, Tel. 02 4981051, E-mail.

Assemblea Upa 2016: pubblicità in Italia in crescita del 3% nel 2016, nonostante la Brexit, ma non ancora sulla stampa

Il mercato della comunicazione sta trainando la crescita del Paese. Il Pil e i consumi nel 2016 oscillano intorno al +1% mentre per fine anno è attesa una crescita degli investimenti in comunicazione tripla, ossia il +3%. Si fa fatica a comprendere la magnitudo dello shock della Brexit, è aumentata l’incertezza, ma proprio per questo si deve cercare di non fluttuare tra isteria e cupezza, tenere il punto sui fondamentali e continuare a investire.
Con questo scenario il Presidente dell’Upa, Lorenzo Sassoli de Bianchi, ha aperto l’assemblea annuale degli investitori pubblicitari italiani. Il Presidente ha toccato molti temi economici: per spingere i consumi, ha proposto un piano di “tax credit” di 100 milioni di euro per gli investimenti incrementali sulla stampa e di 400 milioni di euro per l’intero comparto della comunicazione, perché ciò raddoppierebbe l’attuale propensione al consumo.
Si tratta di una proposta simile a quella che la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica (di cui fa parte Assografici) ha presentato in un incontro pubblico già a marzo 2016, ancora più urgente considerando che nel primo trimestre 2016 gli investimenti pubblicitari complessivi in Italia sono effettivamente cresciuti del 2,3% sul primo trimestre 2015, con una ripresa diffusa a quasi tutti i media principali, mentre specificamente quelli sulla
stampa (quotidiani+periodici) sono arretrati ancora del 4,5% circa.
Sassoli de Bianchi ha poi proposto di recuperare dagli attuali trenta miliardi di euro di incentivi alle imprese italiane una decina di miliardi da indirizzare verso la banda larga che, secondo il Presidente Upa, è l’asse centrale su cui far +3% crescere i consumi: attraverso l’e-commerce e le startup, che valgono circa il 4% del Pil, ci potrebbero essere 30 miliardi di ulteriori ricavi per le imprese.

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