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Assografici: riconfermata la squadra di vice presidenza

Emilio Albertini, presidente di Assografici e vicepresidente di Federazione carta e grafica

In occasione dell’Assemblea privata di Assografici, svoltasi martedì 21 giugno, è stata eletta la squadra di vice presidenti che affiancherà Emilio Albertini nella seconda parte del suo mandato, per il biennio 2021-23. Di fatto il presidente Albertini ha riconfermato in toto l’attuale compagine composta da: Paolo Bandecchi (Rotolito Spa) con delega al settore grafico; Carlo Emanuele Bona (Vincenzo Bona Spa) con delega all’innovazione, ai rapporti federativi e al Gruppo Giovani Imprenditori; Marco Spada (Spadamedia Srl) con delega ai temi sindacali; Stefano Crechici (Modiano Industrie Carte Da Gioco ed Affini Spa) e Carlo Montedoro (TMB Stampa Srl) con delega al Territorio e allo sviluppo associativo. Completa poi la squadra, come previsto da Statuto, Tiziano Galuppo, neoeletto Presidente dell’Unione Industriali Grafici e Cartotecnici di Milano al posto di Fulvia Lo Duca.

Nel chiedere ai soci la riconferma della squadra, Albertini ha evidenziato il forte supporto operativo che tutti i vice presidenti hanno sempre garantito in questo primo biennio e anche durante il difficile periodo pandemico. Supporto del quale è certo di potere contare anche per il proseguo del suo mandato.

Cambio al vertice della Federazione Carta Grafica: Carlo Emanuele Bona nuovo presidente

Durante l’Assemblea Privata di Federazione Carta Grafica, è stato eletto presidente della Federazione Carlo Emanuele Bona, vice presidente della Vincenzo Bona Spa, azienda grafica specializzata nella stampa per l’editoria.

Bona, vice presidente di Assografici con delega all’innovazione, componente il Consiglio Generale dell’Unione Industriale di Torino, consigliere di AIDAF – Italian Family Business (riferimento italiano per le Aziende di Famiglia), sarà presidente di Federazione Carta Grafica per il prossimo biennio dopo la presidenza di Girolamo Marchi.

Lo affiancano il vice presidente Aldo Peretti (presidente di Acimga) con delega all’internazionalizzazione e il direttore generale Massimo Medugno (direttore di Assocarta).

“Per un imprenditore che viene da una famiglia di stampatori da sei generazioni, è motivo di grande orgoglio assumere la carica di presidente della Federazione Carta e Grafica, aggregazione nata nel 2017 per rappresentare gli interessi di una filiera strategica e rilevante del Paese, come quella della produzione di carta, della sua stampa, trasformazione e cartotecnica, del tissue, della produzione di packaging anche in flessibile e delle relative tecnologie” afferma Bona.

“Una filiera strategica ed essenziale, come emerso anche nel periodo pandemico, e che rappresenta circa l’1,3% del Pil italiano con un fatturato di quasi 22 miliardi di Euro e impiega circa 170mila addetti. Assumo inoltre questa carica in un momento veramente decisivo per il settore così come lo è per l’Italia, impegnata in un piano di rilancio strutturale ed epocale, anche grazie ai fondi del Recovery Plan. Sono certo che la nostra filiera, citata nel PNRR come settore di riferimento dell’economia circolare, saprà dare una grande contributo di sviluppo al Paese e che le nostre aziende con i loro collaboratori, anche grazie al supporto della Federazione, continueranno ad essere partecipi e protagoniste sia della transizione digitale sia di quella green, le due grandi sfide dei prossimi anni” conclude Bona.

L’industria carta e grafica: eccellenza del Made in Italy

L’industria cartaria italiana è quarta in Europa con il 10% dei volumi complessivi dell’area. Nel dettaglio delle diverse tipologie, è leader assoluta nella produzione di carte per uso domestico, igienico e sanitario con il 21% dei volumi europei e terza nelle carte e cartoni per imballaggio e in altre specialità, con quote rispettivamente pari al 10% e all’11% dei volumi realizzati in Europa. L’industria italiana delle macchine per printing e converting è seconda al mondo, con uno share di mercato che sfiora l’11%. Il saldo commerciale del settore è positivo per oltre 1,2 miliardi di euro. L’industria grafica italiana è terza in Europa (13,7% di quota) per fatturato e prima per numero di imprese. I prodotti di eccellenza italiana sono stampati pubblicitari, cataloghi, riviste e libri d’arte. L’industria cartotecnica trasformatrice italiana è seconda in Europa per fatturato, prima per numero di imprese. L’Italia eccelle nel cartone ondulato (secondo produttore europeo), negli imballaggi stampati (flessibile e astucci), nelle carte da parati e nell’oggettistica da regalo.

 

Energie per la transizione

“La transizione ecologica non può e non deve rappresentare un costo per le aziende, non sarà mai il pretesto per aumentare controlli e burocrazia, ma è invece, al contrario, una opportunità”.
Lo ha detto la Sottosegretaria al Ministero della Transizione energetica Vannia Gava, commentando il lancio dell’evento “Energie per la transizione”, organizzato da Formiche in collaborazione con Assocarta, in programma mercoledì 23 giugno alle ore 16:30.

Con la partecipazione di: Lorenzo Poli, presidente di Assocarta; Guido Bortoni, senior adviser della DG-Energy della Commissione Europea; Ignazio Capuano, presidente della Cepi (Confederazione Europea dell’Industria Cartaria); Arvea Marieni, direttore dell’Energy Transition Programme dello Strasbourg Policy Center; Maria Cristina Piovesana, vicepresidente per l’ambiente, la sostenibilità e la cultura di Confindustria e Giorgio Zampetti, direttore generale Legambiente.

Continua Gava: “Le aziende avranno l’occasione di investire su tecnologie più efficienti e più pulite aumentando la loro competitività e, allo stesso tempo, daranno un contributo a rendere più sostenibile il sistema-Italia e a ridurre inquinamento e sprechi”.
La conferenza, moderata dal direttore di Formiche.net, Giorgio Rutelli, è finalizzata ad analizzare e discutere il contributo di aziende provenienti dalla filiera dell’economia circolare, quali quelle del comparto cartario, alla transizione energetica, con particolare riferimento al raggiungimento degli obiettivi indicati nel Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Il simposio sarà trasmesso in diretta sul sulla pagina Facebook di Assocarta.

Congresso Gipea, uno sguardo in avanti: scenari di ripresa e resilienza

L’appuntamento con il Congresso Gipea è online il 24 giugno a partire dalle ore 11:00, e avrà il titolo “Uno sguardo in avanti: scenari di ripresa e resilienza”.

Il webinar ha l’obiettivo di presentare le attività e la visione del Gruppo Gipea e di discutere sia lo lo scenario di ripresa verso cui si muove in questo momento il nostro Paese, sia alcuni temi chiave per aumentare la resilienza del settore: la sostenibilità e i giovani.

Questo il programma degli interventi:

  • Elisabetta Brambilla, Eurolabel e presidente Gipea – Discorso del presidente
  • Elisabetta Bottazzoli, consulente Sostenibilità ed Economia Circolare – Presentazione del Progetto sostenibilità di Assografici
  • Carlo Stagnaro, Istituto Bruno Leoni – La ripresa: scenario economico e previsioni
  • Lorenzo Pedretti, Think Tank Tortuga – Ci pensiamo noi! 10 proposte per fare largo ai Giovani

 

Osservatorio Argi 2020: presentata l’indagine

ARGI, Associazione Fornitori Industria Grafica, ha pubblicato il risultato della propria indagine 2020 relativa al venduto in Italia da parte delle aziende associate che – per quanto riguarda le macchine da stampa offset, offset UV, offset UV-led e i sistemi di stampa digitali – rappresenta la totalità dei player presenti nel nostro Paese.

Anche in merito ai dati di vendita del comparto printing il 2020 si conferma un anno anomalo in cui la pandemia ha impattato sull’andamento e sulle tendenze pre-crisi rilevate nel comparto arti grafiche così come nella maggior parte degli altri settori dell’industria. I fornitori di attrezzature e materiali per la stampa hanno reagito al periodo di difficoltà mettendo in campo strategie per supportare i clienti, in particolare dal punto di vista dell’assistenza tecnica e del service, sempre rispettando le misure di prevenzione previste dai protocolli di sicurezza.

Nonostante l’impegno nel mantenere attiva la relazione con la clientela, in termini generali l’Osservatorio ARGI ha registrato che il giro d’affari in Italia relativo alla vendita dell’attrezzatura e dei materiali di stampa è tornato al di sotto dei 500 milioni di euro, attestandosi sui 465 milioni di euro pari a una decrescita di poco inferiore del 18% rispetto all’anno precedente. Dato in calo ma se visto alla luce degli effetti della crisi globale comparato con altri segmenti dell’industria non è da considerarsi esageratamente negativo.

Nel dettaglio la maggior parte dei settori presi in esame dall’Osservatorio ARGI hanno registrato cali di fatturato più o meno marcati, con qualche spiraglio positivo.

LASTRE – In termini di metri quadri la vendita delle lastre da stampa ha visto una riduzione del 20% accompagnata da un evidente spostamento della domanda verso le lastre digitali termiche, rispetto a quelle con sviluppo convenzionali. Un mercato già in flessione che ha subito lo sbilanciamento della tipologia di applicazioni stampate durante la pandemia: in forte calo la stampa commerciale, in calo molto meno vistoso il packaging e stabili i quotidiani.

MACCHINE OFFSET – In ambito di macchine tradizionali, nel 2020, è emersa una riduzione del 30% del venduto dei gruppi stampa offset, che sale al 50% relativamente alla tecnologia UV e UV Led. A spiegazione della disparità probabilmente il maggiore costo di esercizio di quest’ultima a fronte di un più marcato valore dei prodotti di sala stampa in primis gli inchiostri. Un dato che andrà verificato in un arco di tempo più ampio ma che oggi vede comunque le macchine con tecnologie UV e UV- LED presenti nelle trattative di vendita.

Il formato dominante nelle vendite resta il 70×100, che nell’offset tradizionale pesa poco meno dell’80% ma che nell’UV – UV Led raggiunge il 93%, a fronte di assenza di vendite nei formati più piccoli.

Come anticipato nell’analisi generale, solo in lieve flessione il valore dell’assistenza tecnica (-8%), a conferma che le aziende di stampa che si sono mantenute in attività durante la pandemia hanno ricevuto l’adeguato supporto da parte dei fornitori.

COMPUTER-TO-PLATE – In termini di unità installate l’area CtP ha sofferto nei piccoli formati, per cui nell’ultimo triennio si sono più che dimezzate le vendite. I VLF, invece, si sono mantenuti pressoché stabili, perdendo solo una unità (-5%), in seguito alla crescita del 33% dell’anno precedente. Resta sostanzialmente positivo, pur con numeri bassi, il triennio di quest’ultimo segmento. Il fatturato complessivo ha beneficiato del valore più elevato dei VLF venduti e si è attestato su un calo del 25,4%.

SISTEMI DI STAMPA DIGITALI – Il fatturato legato alla vendita di macchine digitali, pur registrando una riduzione pari al 21%, che coinvolge totalità dei fornitori presenti in Italia, ha mostrato un segno positivo legato al numero di pagine stampate dai sistemi precedentemente installati.

Il dato indica 16,7 miliardi di pagine A/4 equivalenti stampate nel 2020, in crescita del 4% a livello generale; nello specifico le stampe in monocromatico hanno mostrato una crescita del 22%. Indicatore positivo, quest’ultimo, che si lega all’incremento delle vendite di libri confermato anche dalla ricerca condotta da AIE (Associazione Italiana Editori) in collaborazione con Nielsen che ha evidenziato una crescita di vendite di libri cartacei dello 0,3% a prezzo di copertina, toccando 1,43 miliardi.

“Il 2020 è stato un anno inedito per le criticità a cui ha sottoposto tutti i settori dell’industria e ci auguriamo non si ripeta. – ha commentato Antonio Maiorano, presidente ARGI – Nel complesso i produttori di attrezzature e materiali per la stampa hanno reagito dimostrando la flessibilità di cui sono capaci mantenendo continuità di supporto e servizio alle aziende di stampa e arginando le perdite a -20% in termini di fatturato. Risultati non così scoraggianti soprattutto se considerati nel quadro generale delle arti grafiche per cui settori che ha visto anche segnali di crescita, quali le vendite di macchine digitali per le etichette, o d’uso, quali il numero di pagine stampate in digitale. Segnali di positività che dobbiamo cogliere, unitamente alle altre iniziative messe in campo da ARGI a sostegno di questi mercati, per costruire le nostre strategie di sviluppo nel breve e medio termine”.

Tutto sulla plastificazione: attrezzature e materiali per la nobilitazione della stampa

L’applicazione di una sottile pellicola di film è oggi imprescindibile per proteggere, nobilitare, valorizzare e cambiare volto a una stampa. È quel tocco in più che dà la garanzia di attirare l’attenzione e colpire l’utente finale.

Per conoscere tutto sulle soluzioni per la plastificazione l’appuntamento è il 30 giugno dalle 10 alle 11 con il webinar gratuito:

Sembra difficile, ma è solo plastificazione
Attrezzature e materiali di consumo per la nobilitazione della stampa

L’evento, a partecipazione gratuita, fornirà una panoramica completa delle più moderne soluzioni per la plastificazione. Attrezzature, materiali e un focus sui vantaggi, pratici ed economici, forniti da un sistema di plastificazione dry. La nobilitazione del prodotto stampato attraverso il film plastico.

Parleremo di:

  • La plastificazione dry: perché
    • Convenienza anche su piccole tirature
    • Facile accessibilità: breve analisi dal punto di vista pratico ed economico
  • Caratteristiche imprescindibili dei plastificatori di ultima generazione
  • Proprietà distintive delle differenti tipologie film
  • Tips&tricks tecnici
  • Plastificazione ed ecologia: sono davvero nemiche?

Interverrà al webinar Paolo Todeschini, sales manager graphics di Quadient e sarà ospite Roberta Baci, digital printing and marketing manager di Mag Data.

Iscriviti e partecipa gratuitamente al webinar!

 

MANU-SQUARE: un evento finale a conclusione del progetto

Il 23 giugno alle ore 10,30 un webinar organizzato dalle aziende del consorzio Manu-square farà il punto sul progetto che ha realizzato la piattaforma per l’economia circolare nel settore manifatturiero e sulle opportunità di business a disposizione delle aziende.

È durato tre anni il progetto europeo MANU-SQUARE – MANUfacturing ecoSystem of QUAlified Resources Exchange iniziato nel 2018 e finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito di Horizon 2020. Un progetto che ha portato all’ideazione e realizzazione della omonima piattaforma digitale, concreta opportunità di innovazione e business per le aziende manifatturiere di svariati settori.

Il progetto, supportato da un consorzio di 12 partner provenienti dalla R&S e dall’ambiente industriale, si è infatti concentrato sulla rivalorizzazione delle capacità, delle risorse e dei sottoprodotti non utilizzati nell’industria manifatturiera, consentendo alle aziende di individuare acquirenti per i propri scarti o surplus di produzione, e allo stesso tempo riducendo il numero di rifiuti da conferire in discarica, in un percorso virtuoso di economia circolare. Sono stati messi a disposizione delle aziende strumenti ad hoc e servizi utili a consentire l’incontro tra la disponibilità e la domanda delle capacità produttive, delle risorse, delle nuove idee o dei sottoprodotti, con l’obiettivo di creare in modo dinamico delle catene di valore all’interno di un ambiente fidato, supportato da strumenti di ultima generazione come l’intelligenza artificiale e la blockchain.

Per fare il punto dunque sugli elementi costitutivi che hanno portato alla ideazione e realizzazione della piattaforma MANUS-SQUARE, sugli strumenti messi in campo dal progetto e sui trend tecnologici, ma anche per illustrare il futuro della piattaforma stessa e le nuove opportunità di business per le aziende manifatturiere internazionali, il prossimo 23 giugno alle ore 10,30 si terrà un webinar organizzato dalle aziende del consorzio, che vedrà la partecipazione di illustri relatori del mondo dell’industria, della ricerca e delle istituzioni.

Durante il webinar verranno illustrati i primi risultati del progetto, che a oggi mostra un andamento positivo e vede registrate alla piattaforma un centinaio di aziende, ma anche gli obiettivi futuri, che vanno dal coinvolgimento di nuove aziende al supporto alle stesse nella facilitazione del matching.

“Il progetto MANU-SQUARE ha raggiunto l’obiettivo di mettere a disposizione dell’industria manifatturiera una piattaforma digitale per sviluppare nuovi business e innovazione – ha dichiarato Alessio Gugliotta, responsabile ICT di Innova, una delle aziende italiane partner del progetto -. Ovviamente la piattaforma ora deve crescere e maturare per poter attrarre più aziende e offrire sempre più opportunità. La collaborazione con nuovi early adopter sarà quindi fondamentale nei prossimi mesi per continuare il nostro cammino di crescita”.

Se infatti il progetto finisce, non finisce l’attività della piattaforma, che vedrà l’impegno costante da parte dei partner nel continuare a promuoverla, a farla crescere e a farla diventare un prodotto sul mercato nel più breve tempo possibile. “Sicuramente i sei mesi successivi alla fine del progetto vedranno un periodo di transizione in cui noi gestiremo e cercheremo di portare avanti lo sviluppo della piattaforma – ha aggiunto Gugliotta -. Dopo di che l’obiettivo è quello di creare una startup che prenda in gestione la piattaforma”.

“La piattaforma rappresenta un’importante opportunità anche in ambito di economia circolare sia nel settore cartario sia in quello tessile” ha dichiarato a sua volta Graziano Elegir, responsabile R&D area Carta/Tessile di Innovhub – Stazioni Sperimentali per l’Industria, ente di ricerca e altro partner italiano del progetto -. “In particolare il settore tessile necessita di trovare soluzioni tecnologiche innovative avanzate per la valorizzazione degli scarti post-industriali complessi per superare il basso tasso di riciclo attuale e ridurre l’impatto ambientale. Soluzioni innovative di recupero che dovranno essere necessariamente cercate non solo all’interno della stessa filiera ma anche in filiere alternative, secondo una logica di open loop recycling e di contaminazione con altri settori industriali”.

Viaggio al centro della risoluzione: scarica lo speciale gratuitamente!

Partendo dalla diffusa credenza “risoluzione più alta uguale qualità più alta” nelle pagine dello speciale si susseguono una serie di articoli focalizzati su questo elemento, la risoluzione appunto, che ha il potere di condizionare il buon andamento del flusso di produzione di uno stampato.
Il tema della risoluzione è sempre stato presente nel panorama grafico e su di esso sono stati scritti innumerevoli manuali allo scopo di spiegare le basi teoriche, le buone pratiche e le impostazioni da inserire nei software per il trattamento delle immagini.
Se poi consideriamo l’affermazione dei dorsi digitali, la disponibilità di dispositivi mobile in grado di eseguire scatti, la lenta, ma inesorabile riduzione di impiego degli scanner, le differenti tecniche di retinatura e la diffusione della stampa digitale, appare ancora più chiaro quanto debba essere alta l’attenzione su questo tema.

UN VIAGGIO NEL CUORE DELLA GRAFICA.

UNA SORTA DI OPERA OMNIA SULLA RISOLUZIONE PER CHI VUOLE ANDARE OLTRE LA BANALE E GENERICA DEFINIZIONE: LA RISOLUZIONE È IL NUMERO DI PIXEL (O PUNTI) PER POLLICE

Da tutte queste riflessioni, e dopo una lunga gestazione, è nato lo speciale il cui merito in buona parte va a Tiziano Fruet, firma storica di Italia Grafica, che ha fortemente creduto nell’importanza dell’argomento e per questo è l’autore di molti dei contributi.

La sequenza degli articoli porterà il lettore nei meandri del tema cercando di fare chiarezza sui termini ribadendo, allo stesso tempo, alcuni punti focali che tutti gli operatori del settore dovrebbero avere ben chiari.

Ogni articolo è la tappa di un viaggio: si parte dal meccanismo della visione, per passare alla disamina dei vari tipi di risoluzione con cui oggi abbiamo a che fare, per arrivare a parlare di fotografia e di risoluzione in funzione della tecnologia di stampa.
A corollario dei contributi più tecnici ci sono interviste e testimonianze di chi, tutti i giorni, vive a contatto delle problematiche che una errata gestione della risoluzione può causare.
Sarà quasi una sfida seguire fino in fondo lo speciale, in alcuni punti la lettura risulterà forse un po’ difficile e bisognerà affrontarla con lo spirito dello studioso che vuole andare oltre la classica e generica definizione: la risoluzione è il numero di pixel (o punti) per pollice!

Compila il form in basso e scarica gratuitamente lo speciale risoluzione di Italia Grafica.

Con HP un incontro per scoprire le novità per il mondo della stampa decorativa

Con la graduale riapertura degli spazi e il mondo che si appresta a vivere una nuova normalità, è arrivato il momento di scoprire il futuro della decorazione degli interni attraverso la stampa digitale.

HP vi invita a una sessione interattiva con esperti del settore in collegamento da uno spazio di co-working e uno studio fotografico recentemente rinnovati a Barcellona.

Il designer è Rachel Nunziata | LinkedIn, influencer e forte sponsorizzatrice dell’utilizzo della stampa digitale per la personalizzazione degli interni.

L’obiettivo di questo incontro è di scoprire come sfruttare al meglio le applicazioni decorative, ampliare le vostre capacità e scoprire tutta una serie di opportunità per far crescere la vostra azienda.

La sessione si terrà in formato virtuale via Zoom il giorno 30 Giugno, alle h. 11:00. Per partecipare è necessario iscriversi QUI.

CLICCA QUI PER LA REGISTRAZIONE ALLA SESSIONE

Abbiamo parlato con Rachel Nunziata delle possibilità che la stampa digitale applicata all’interior decoration può dare ai PSP.

In qualità di esperta riconosciuta nell’arredamento d’interni, la nostra prima domanda, Rachel, è come vedi la versatilità e l’immediatezza della stampa digitale che influenzano maggiormente il mercato dell’arredamento d’interni?

In primo luogo, la tecnologia di stampa digitale permette al designer di progettare senza impegno. Piuttosto, possono testare simultaneamente nuovi concetti di design e creare nuovi prodotti prima che vengano stampati con un rischio relativamente basso e senza inventario. Anche i tempi di consegna più brevi continueranno a rimodellare e influenzare il mercato. C’è una grande opportunità non sfruttata per i designer e i creativi di sfruttare la stampa digitale non solo per portare la personalizzazione e la customizzazione ai loro progetti, ma per far crescere i loro marchi e le loro aziende. Sia nel mercato commerciale che in quello residenziale, la versatilità e la stampa su richiesta stanno eliminando le barriere all’entrata per i designer che cercano di sviluppare le proprie linee di prodotti, e per i consumatori nel residenziale, la stampa digitale sta guidando la democratizzazione del design.

Vedo il design del prodotto come una delle più grandi aree di crescita per i designer, tuttavia, è necessaria un’ulteriore educazione per aumentare la consapevolezza delle opportunità quasi illimitate della stampa digitale.

Per quanto riguarda l’influenza generale nel mercato dell’arredamento d’interni, il valore della stampa digitale continuerà ad allinearsi con il ritmo del mondo che ci circonda e, in definitiva, la sua versatilità, sostenibilità e immediatezza saranno un fattore determinante per specificare il digitale rispetto ai metodi di produzione analogici.

Dato che l’opportunità è reale e sta accadendo ora, come può un PSP che è più abituato a stampare per espositori al dettaglio o segnaletica, orientare la propria attività verso la stampa di decorazioni per interni? Quali sono i suoi consigli principali?

In breve, il più delle volte, ci sono opportunità di stampa di decorazioni da scoprire attraverso la vostra rete esistente. Consiglierei ai PSP di impegnarsi in una conversazione con la loro attuale base di clienti e fare domande aperte sulle strategie post-pandemia per la riapertura. Avendo un profilo dettagliato e aggiornato del loro target, i PSP possono lanciarsi in questo segmento di mercato concentrandosi sui ciò che è a portata di mano; per esempio, la grafica dei brand negli spazi degli uffici aziendali può portare alla personalizzazione dell’arredamento interno. Elevando le offerte tradizionali, come i rivestimenti murali su una varietà di texture, i PSP possono offrire soluzioni di decorazione a lungo termine. Il mio consiglio principale è di iniziare da dove siete, costruire il business, poi espandersi e utilizzare le partnership con i fornitori per comprendere gli aspetti tecnici delle nuove attrezzature e applicazioni.

In che modo un PSP può individuare i decisori dell’arredamento d’interni e come si impegna con loro per cercare di conquistare l’attività e successivamente renderli clienti?

L’identificazione del decisore inizia con la comprensione del mercato, delle catene di fornitura e di come i diversi membri del team comunicano tra loro durante un progetto. Per esempio, nel settore commerciale il decisore potrebbe essere il designer d’interni o l’architetto, tuttavia, anche lo stesso installatore di rivestimenti murali ha un ruolo importante nella persuasione, perchè se un materiale o un prodotto è difficile da lavorare, il suo feedback potrà influenzare il processo di scelta del materiale.

La reputazione è anche una componente critica della capacità di un designer di trovare nuovi clienti, quindi rispettare le relazioni stabilite è la chiave che i PSP devono prendere in considerazione. In definitiva, fornire conoscenza, fiducia e prodotti stampati coerenti di alta qualità sono gli ingredienti importanti per sviluppare relazioni commerciali a lungo termine.

Infine, sappiamo che state per fare un webinar con HP sul tema “Décor-what’s next”. Senza svelare troppo, ci dica cosa otterrà un PSP partecipando o scaricando questo webinar?

Il webinar sarà una fonte chiave di informazioni mentre ci dirigiamo verso l’era post-pandemica e per i PSP per rimanere alla pari con la concorrenza. Ho raccolto alcune delle informazioni più pertinenti sulle tendenze dell’arredamento, sui concetti, sulle nuove applicazioni di stampa e su come architetti e designer progetteranno tra qualche anno e oltre. Il futuro è luminoso per tutti quando ci riuniamo dopo la pandemia, ma soprattutto per i PSP, perché credo che sia il momento di mostrare la tecnologia di stampa digitale attraverso la personalizzazione on-demand, la democratizzazione del design, le applicazioni quasi illimitate e altro ancora. Con il portafoglio Latex & Stitch di HP e la versatilità della tecnologia di stampa, quasi tutte le applicazioni di design a cui si può pensare possono essere realizzate. Vorrei incoraggiare tutti a partecipare a questo nuovo ed eccitante evento virtuale.

 

 

 

Interior decoration, la parola all’architetto

Un cambiamento improvviso nelle abitudini e nello scenario è sinonimo anche di grandi opportunità per mercati come l’interior decoration. Un’occasione da cogliere, rinnovandosi senza esitare.

Provando a guardare oltre i più recenti stravolgimenti di una comunicazione visiva per il momento concentrata soprattutto sulla segnaletica di sicurezza, è il momento di iniziare a pensare di più a lungo termine. Di fronte a uno scenario destinato a cambiare radicalmente anche in settori fino a un anno fa in pieno slancio come l’interior decoration sono chiamati a una correzione di rotta.

Una situazione alla quale inevitabilmente adattarsi senza esitazione e dalla quale si può uscirne in diversi modi. A parte rare eccezioni, tutti risultato delle proprie decisioni. Secondo l’architetto e docente a contratto alla Scuola del Design del Politecnico di Milano Paola Silva Coronel, per chi è pronto a mettersi in gioco, le opportunità non mancano.

Dove si trovava il mondo dell’interior decoration a inizio 2020?

L’interior decoration è, fondamentalmente l’idea di aggiungere del bello al necessario e questa visione, apparentemente semplicistica ha portato molti settori dell’industria del digitale e della comunicazione a cercarvi, se non un’ancora di salvezza, un mercato da conquistare. È vero, come diceva Fëdor Dostoevskij che “La bellezza salverà il mondo”, ma da qui a risolvere un intero mercato ne passa. L’interior decoration, proprio perché chiama in causa l’estetica, non è per nulla una questione “facile”. Io sono più del parere che sia una tematica delicatissima, in cui sbagliare è facilissimo e riparare al danno non sempre facile. Non è un caso, se è materia di studio in molte università e accademie.

Come dobbiamo inquadrarlo allora?

Una scienza orientata a rendere i luoghi più accoglienti e a interferire (possibilmente in modo positivo) con la percezione delle persone che li abitano o li attraversano.  Un elemento che determina il desiderio di trattenersi più a lungo o scappare il prima possibile da un certo ambiente. Per molti anni, la totale assenza di “decorazioni” negli uffici e la presenza delle abitazioni ha creato un divario percettivo, che è l’eredità degli ultimi 50 anni della nostra storia. Se negli ultimi decenni la decorazione, in termini di physical branding è entrata negli uffici, l’eredità dell’architettura scandinava ha “semplificato” le abitazioni, rendendo di fatto questi due mondi più simili, come non lo sono mai stati. Lo smartworking di questo lockdown è stata una conferma per tutti, su come le abitazioni possano essere anche degli accoglienti uffici: ora dobbiamo capire, come gli uffici riusciranno a essere delle accoglienti abitazioni.

L’interior decoration è ancora un elemento caratterizzante?

Assolutamente sì. Sono gli ambienti che sono sempre più “gender free” per usare un termine attuale. Se prima si parlava di casa e di ufficio e le rispettive identità iconografiche erano molto chiare, oggi assistiamo a un crescendo di luoghi ibridi: strutture di co-working, alberghi attrezzati e tutti quegli spazi comuni, che stanno definendo i nuovi insediamenti residenziali e commerciali e credo sia un bene. La concezione di casa fatta da salotto, camera da letto, ingresso e cucina, di memoria Vittoriana, credo stia davvero per tramontare. La necessità di spazi differenti dove fare attività nuove sarà la spinta nei prossimi anni per studiare una nuova generazione di luoghi.

Come pensa saranno ridisegnati questi spazi interni?

Certamente su misura di chi li abita. Il successo dello yoga e della meditazione di questo ultimissimo periodo, ci dice che l’attenzione al proprio benessere è cresciuta e che questo benessere non è fatto solo di cose materiali (cibo, soldi, potere), ma ha una grandissima componente immateriale. In architettura si chiamano “soft qualities” quegli elementi come la luce, il clima, la tattilità delle superfici che contribuiscono alla percezione e all’apprezzamento dello spazio. Sembra evidente che l’avvento della tecnologia ci porti a essere più stanziali in un luogo, da cui riusciamo ad accedere a più cose: ordinare cibo, fare shopping, lavorare, intrattenersi, visitare musei. Adesso sembra che questo luogo sia la casa. Lo sarà ancora per un po’, ma non credo sarà quello definitivo. Se gli ambienti stanno diventando gender free, i complementi d’arredo sembrano “gender blind”: non più oggetti legati a un ambiente, ma utili per la situazione in cui ci si trova. Una sedia da ufficio in un salotto non è certo adatta, ma vanno anche risolti i problemi di ergonomia introdotti con lo smart working.

Gli spazi disponibili però sono rigidi, se dovranno assolvere a più funzioni potrebbero non essere più sufficienti…

C’è un fenomeno già in corso. A Parigi, l’idea di città da quindici minuti suggerita dal sindaco di Parigi, ha aperto il dibattito sui nuovi criteri del vivere. In Italia, lo stiamo vedendo con il fenomeno del South working e dei City quitter, persone che lasciano le città per trovare spazi più ampi (e più economici) nelle periferie e nelle campagne. Lo spazio è sicuramente il bene più prezioso che abbiamo e di cui c’è sempre una costante ricerca. Ritrovare l’equilibrio tra spazi urbani e spazi periferici, tra case e uffici sarà certamente la sfida per il prossimo decennio.

Cosa ne sarà delle strutture, anche grandi, destinate a uffici?

Al momento, moltissime aziende stanno toccando con mano soprattutto i grandi risparmi. Sulle prestazioni lavorative molti pareri contrastanti. È certo che vivere i luoghi del lavoro non è solo una questione di performance. Il tema del senso di appartenenza, e quindi di fedeltà, a un’azienda è un aspetto cruciale. Negli ultimi anni abbiamo assistito al ritorno dei “corporate building” come manifesto dell’identità e della forza di un’azienda. È una tradizione che affonda le radici nell’America degli anni ’50, che per decenni sembrava superata, ma che oggi è nuovamente un tema di grandissima attualità, basta guardare tutte le nuovi torri costruite a Milano. Il tema della presenza fisica negli uffici, credo sia un’urgenza, soprattutto per un Paese con un costo del lavoro relativamente caro come l’Italia. Se passa l’idea che la presenza non è necessaria, ci sarà una massiccia delocalizzazione di risorse umane, in cui difficilmente potremmo spuntarla su Paesi come l’est europeo con risorse umane meno care. Quindi credo torneremo negli uffici e questi dovranno nuovamente cambiarsi d’abito, per accogliere ancora meglio.

Come si riflette sul mondo della stampa digitale?

La stampa digitale è sicuramente lo strumento più duttile per questo cambio d’abito. Anche solo cambiare il colore di una stanza, può stravolgerne la percezione. Il physical branding è sicuramente la via che porta la stampa digitale negli interni. Un tempo ci si limitava a scegliere i colori in linea con quelli istituzionali, oggi si cerca di raccontare delle storie, costruire delle identità. Si può rendere accogliente qualsiasi spazio decorandolo; in fondo è lo scopo principale dell’interior decoration. Inoltre, così facendo si rende un luogo più riconoscibile. Personalmente, volendo guardare avanti, credo che nei prossimi anni l’interior decoration conquisterà l’exterior dei palazzi o, se preferiamo, l’interior decoration della città. Dalle facciate dei palazzi ai graffiti di scala urbana, l’exterior decoration sembra essere un trend in crescita. In fondo, lo facevano già in passato i pescatori liguri, quando coloravano le loro case con colori differenti, per poterle riconoscere dal mare.

Chi potrebbe azzardare la prima mossa?

Può partire tranquillamente da noi architetti.  Abbiamo già la responsabilità, quando progettiamo un edificio, di costringere le persone che ci passano davanti a guardarlo. Come siamo abituati a parlare di interior design, possiamo iniziare a ragionare sull’exterior design. Tecnologie e materiali lo rendono già possibile. Oggi il tema delle facciate è vissuto soprattutto in termini energetici, credo che il tema decorativo seguirà a ruota. Qualche segnale si può già vedere, e non solo nelle grandi vetrine del mondo retail. Ormai è abitudine sfruttare le luci dei grandi palazzi per scritte o messaggi. Un segnale interessante della voglia di comunicare.

Come viene inquadrato tutto questo dal mercato?

L’interior decoration viene spesso percepito ancora come qualcosa di accessorio, non indispensabile. Il termine andrebbe rivalutato, oggi è ancora un po’ trascurato. Frutto anche dell’architettura razionalista molto orientata alla funzionalità. In realtà, si parla di qualcosa in grado di migliorare la percezione degli spazi. Quindi, importante anche se non così facile come può sembrare. Basti guardare, per esempio, alle carte da parati, ormai facili da proporre e applicare, non certo da disegnare; servono persone capaci di analizzare gli ambienti.

Dove colloca il decoro in un progetto?

Un elemento forse anche inutile dal punto di vista razionale, ma certamente in grado di aiutare a stare bene in un ambiente. Potremmo considerarlo come la meditazione rispetto alla medicina. È immateriale, non contribuisce a guarire, ma procura benessere. Credo anche sia stato trascurato per troppo tempo, per la paura di sbagliare. Il decoro richiede cultura e sensibilità, qualità non facili da mostrare. Quindi, nel dubbio, a volte si preferisce non fare niente.

Come vede delinearsi lo scenario a emergenza sanitaria superata?

Mi auguro riporti attuali i temi delle competenze. Prima di tutto, vuol dire non improvvisare. Nel nostro ambiente, conoscere Photoshop non significa necessariamente saper disegnare una carta da parati. Ognuno di noi dovrebbe partire da una riflessione, riconoscere le proprie competenze e sfruttarle, accettando però anche i limiti e affidarsi ad altri senza remore. Il lavoro di squadra nasce proprio per combinare competenze diverse.

A che punto siamo?

L’interior design nella comunicazione visiva e nella stampa digitale è un tema ancora relativamente recente. Quindi, dove tanti si sentono liberi di dire la propria. Uno degli incubi maggiori per un architetto quando riceve un invito è vedersi mostrare lavori fatti per contro proprio. I risultati eccellenti non mancano, frutto di cultura e sensibilità, ma non sempre. Non bastano due colori e qualche scritta per parlare di interior design. Per esempio, vedo spesso muri in mattoni realizzati con carte da parati. Perché allora non usare i mattoni veri a vista? Si mantiene il senso della profondità, della materialità.

Cosa pensa resterà di quanto abbiamo imparato in questi mesi?

Dal punto di vista pratico, alcune norme elementari di convivenza. Per esempio, se una persona è ammalata deve stare a casa. Andare ugualmente in ufficio non è un atto di eroismo, è un danno per l’intera comunità. Bisognerà stare molto più attenti alla mobilità, e questo porta a rivedere la comunicazione nei luoghi condivisi. Un’occasione utile anche per recuperare cultura e natura originale di un luogo attraverso indicazioni e grafica. Si può condividere un codice etico anche solo a scopo informativo oltre che commerciale. Spesso, comportamenti poco corretti sono solo il frutto di una carenza di spiegazioni. Anche questo è interior.

Quali sono i suoi consigli?

Prima di tutto, non improvvisare. Quando tengo un corso, spingo molto sulla necessità di capire il mondo in cui ci si muove o in cui ci si vuole muovere. Guardarsi intorno con attenzione per capire come sono gli ambienti in cui si vuole intervenire. Anche se molti non ritengono sia necessario farsi un minimo di cultura sull’argomento, ci sono delle tendenze da considerare. L’interior design è risultato di una combinazione di fattori, conoscitivi, sociali e anche politici. Poi, indispensabile grande attenzione alla sostenibilità, oggi imprescindibile.