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Arriva Roto4All, il primo evento italiano dedicato alla rotocalco

page1image3461248Qual è il total cost of ownership di una macchina rotocalco? Quanti stampatori usano la tecnologia roto per il packaging? Qual è l’andamento del mercato dell’imballaggio stampato in roto? Sono alcune delle domande a cui risponderà Roto4All, il primo evento italiano sulla rotocalco.

Organizzato dal Gruppo Italiano Rotocalco di Acimga, Roto4All illustrerà il ruolo della roto nel mondo del packaging, i suoi punti di forza e le sue caratteristiche. Oltre ai dati, Roto4All sarà anche l’occasione per far parlare stampatori e brand owner che utilizzano questa tecnologia di stampa e che grazie a essa hanno ottenuto successo e riconoscimento sul mercato.

«Da tempo la ‘community della roto’, fatta non solo di produttori di macchine e componenti, ma anche di stampatori e brand owner, sentiva l’esigenza di una giornata di confronto e incontro – dichiara Andrea Briganti, direttore di Acimga -. Roto4All risponde a questa richiesta e si innesta in modo determinante nelle iniziative già messe in campo e in quelle in programma. È così che diamo visibilità a un’eccellenza italiana, a un know how che ci viene riconosciuto nel mondo ma che non sempre è noto agli italiani stessi».

Il Gruppo Italiano Rotocalco, composto da 25 aziende del settore, ha l’obiettivo di promuovere la tecnologia e, oltre a Roto4All, ha già dato vita a un manuale “Rotocalco: conoscerla per meglio apprezzarla”, tradotto anche in inglese. Il Gruppo ha inoltre in cantiere altre pubblicazioni, corsi di formazione e la stesura di norme in seno all’ISO (International Organization for Standardization) dove ha delegato un suo rappresentante (Carlo Carnelli).

«Finalmente l’Italia ha la sua giornata dedicata alla rotocalco – dichiara Gianmatteo Maggioni, coordinatore del Gruppo Rotocalco di Acimga – frutto del lavoro e della volontà delle più rappresentative aziende del settore. L’obiettivo è farlo diventare un appuntamento fisso, dove fare il punto della situazione, confrontarsi e lanciare nuove iniziative per promuovere e formare su questa tecnologia di stampa».

Heidelberg protagonista al BestInFlexo

Nella foto da sinistra: Cristian Marchesini (HIT), Christoph Baldermann (Flint Group), Marina Altayo Armengol (Flint Group), Marco Cremonini (HIT), Francesco Bagorda (HIT)  e Roberto Malagù (HIT)

Le lastre Flint Group, brand di cui Heidelberg Italia è distributore ufficiale dal 1967, hanno avuto un ruolo da primissimo piano al BestInFlexo dello scorso 21 novembre. Sono ben 11, infatti, i lavori premiati nella cui realizzazione sono state utilizzate. Un risultato che conferma la qualità delle lastre a marchio Flint Group, facendo seguito ai premi ottenuti nel 2018 (13) e nel 2017 (10), per un totale di 34 riconoscimenti in tre anni.

Il premio, che nel 2019 ha festeggiato la quinta edizione con quasi 200 lavori in gara, è stato istituito da Atif per premiare i packaging flessibili e cartotecnici e le etichette meglio stampati (in flessografia) nel corso di ciascun anno. Per ciascuna delle 13 categorie in cui sono rubricati di diversi lavori a seconda del substrato, della larghezza di stampa e diversi altri fattori, vengono premiati i primi tre classificati, sia per quanto riguarda lo stampatore che l’azienda di prestampa.

La serata di premiazione si è tenuta a Bologna, anticipazione come di consueto del Flexo Day del giorno seguente, che ha coinvolto 400 partecipanti e confermato la propria crescita in termini di contenuti e partecipazione.

 

Gli Italiani passano 39 giorni della loro vita ad aprire gli imballaggi

Mentre gli italiani sono impegnati nello shopping natalizio, una ricerca di DS Smith, azienda protagonista del packaging sostenibile, ha mostrato un grosso problema: gli imballaggi possono essere tanto complicati da aprire da far innervosire anche l’italiano più paziente.

Lo studio ha rivelato che gli italiani trascorrono 39 giorni della propria vita (17 minuti a settimana) cercando di aprire imballaggi troppo difficili. Il 28,5% afferma di demoralizzarsi per questo, e più di un terzo ha finito per danneggiare o rompere il prodotto stesso nell’operazione.

Solo nel giorno di Natale, ogni italiano passa circa 17 minuti a testa lottando contro pluriball, fascette e scatole chiuse con troppo nastro adesivo, e più di un sesto della popolazione perde circa mezz’ora in questa operazione.

A dispetto di quanto si possa pensare, sono i millennial la generazione più colpita. Il 72.5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha ammesso di aver avuto bisogno di aiuto per comprare, aprire o ritirare un prodotto. Si tratta anche della generazione che più di tutte potrebbe smettere di comprare da un brand (35,5%) o store online (25%) a causa degli imballaggi.

Altri problemi segnalati che caratterizzano l’apertura di un imballaggio complesso sono il dover usare le forbici (48.8%), il tempo perso per estrarre il prodotto dalla confezione (40%), l’utilizzo di troppo nastro adesivo (22.9%), la pesantezza delle scatole (16%) o, addirittura, la necessità di utilizzare un cacciavite per poterle aprire (35%).

Sono gli uomini a cimentarsi maggiormente con gli imballaggi, provandoci per 3 minuti in più rispetto ad una donna prima di chiedere aiuto. Quando devono farlo, il 19% degli uomini si è sentito in imbarazzo, il 12,6% ha lasciato perdere e il 13% si è sentito frustrato.

Ancora peggio, quasi un italiano su 2 (47,8%) ha dichiarato di essersi ferito nel tentativo di aprire una scatola, e circa un quarto (24.6%) ha rotto un paio di forbici o un coltello.

Tensioni sotto l’albero di Natale

Il problema è tanto sentito da causare vere e proprie tensioni durante le festività natalizie. Il 39,7% degli italiani ha ammesso di aver litigato con i propri cari, di cui il 62.7% con il proprio partner e il 25,6% con i propri figli. Nel 3,5% dei casi, il problema ha anche causato dissidi sul lavoro con il proprio capo.

Il 58,4% del campione ha dichiarato di aver avuto bisogno di aiuto per comprare, aprire o ritirare un prodotto, e di questi il 32% ha ammesso di essersi sentito meno coinvolto o tagliato fuori, causando problemi di inclusività.

«Questi risultati mostrano che la questione del packaging non è solo una seccatura, ma un vero e proprio problema che interessa milioni di persone, che si sentono meno coinvolte in momenti speciali come il Natale» ha commentato Francesco Barsanti, Sales, Marketing & Innovation Director di DS Smith. «I brand e gli store online dovrebbero avere un approccio più inclusivo riguardo agli imballaggi. DS Smith offre soluzioni di packaging che possano essere d’aiuto a tutti, con scatole più semplici da aprire e caratteri più facilmente riconoscibili. Ciò non va solo a beneficio di coloro che non hanno più una presa salda o che hanno problemi di vista, ma della maggior parte della popolazione».


Un problema da 2 miliardi di euro all’anno

Il costo connesso al packaging problematico non è solo emotivo, ma anche economico, dal momento che ciò può scoraggiare i consumatori da comprare un determinato brand o ad acquistare dagli store online.

Il 35,5% degli italiani ha affermato che la complessità degli imballaggi li ha portati a non acquistare più un determinato brand e il 25% ha dichiarato di non aver ordinato prodotti online a causa delle difficoltà nell’aprirli. Con un costo medio d’acquisto di 85 euro, si stimano mancati acquisti per circa 2 miliardi di euro all’anno.

Infine, il 56% degli italiani tende a preferire brand con un packaging semplice da aprire.

«La crescita dell’e-commerce vuole rendere più facile riuscire a ottenere ciò di cui si ha bisogno» ha chiosato Francesco Barsanti, sales, marketing & innovation director di DS Smith. «Questa ricerca mostra però che gli store online cadono sull’ultimo ostacolo: rendere gli imballaggi semplici da aprire. Ciò costa loro potenzialmente miliardi di euro».

I risultati sono frutto di una ricerca condotta da OnPoll nel novembre 2019 per conto di DS Smith. In Italia, sono state intervistate 1000 persone tra i 18 e i 55+ anni.

 

Rotolito acquisisce il 100% di Inprint-Litorama

Con questa acquisizione Rotolito mira a rafforzare ulteriormente il percorso di crescita per linee esterne dell’azienda, dopo quella di Veneta Roto lo scorso anno, cui ha fatto seguito l’ingresso con una quota di capitale nella società Artigrafiche&Diaries Italia, e quindi nel settore delle agende, cui è seguita l’apertura di un nuovo polo produttivo di stampa e confezione, adiacente al magazzino automatico “Paper Cube” di Cernusco sul Naviglio (uno spazio di circa 8 mila metri quadrati dove sono state installate una 72 pagine MAN e 4 linee di punto metallico) nel luglio scorso.

Situata a Baranzate di Bollate (Mi), Inprint-Litorama fattura circa 45 milioni di euro, conta un centinaio di dipendenti e dispone di un parco macchine roto composto da quattro rotative a 4/5 colori Litoman e Rotoman (una 64 pagine, una 48 e due 16 che possono stampare anche in twin) e due macchine a foglio sempre Manroland: una 70×100 a 8 elementi con bianca e volta e sbobinatore e una 8 colori (4+4) 130×185, una macchina particolare per il grandissimo formato.

Spiega il presidente Paolo Bandecchi «La strategia della nostra azienda è quella di essere in grado di rispondere il più possibile alle richieste dei nostri clienti italiani ed esteri. Non ci consideriamo infatti solo una società industriale ma anche e soprattutto di servizio. Essere diversificati significa rispondere in maniera pertinente a quante più richieste possibili, muoversi su più mercati sia a livello geografico che a livello di prodotto. Questa è a nostro avviso l’unica strada da percorrere per continuare a essere competitivi nel mercato delle arti grafiche, ed è per questo che andremo avanti in questa direzione come abbiamo fatto anche in passato».

Rotolito inizia la sua attività nel 1976 con la produzione di un famoso fumetto italiano e oggi è tra i maggiori stampatori in Europa, punto di riferimento per grandi e piccole case editrice, aziende di diversi settori dalla grande distribuzione alle agenzie di comunicazione e brand della moda e del lusso.

Nei suoi 8 siti produttivi sono installate le più innovative tecnologie di stampa tradizionale e digitale e di legatoria che le consentono di gestire l’intero ciclo produttivo, dalla pre-stampa alla legatoria, di un’infinita gamma di prodotti: libri fotografici, manuali tecnici, libri scolastici, riviste di moda e di sport, cataloghi, listini prezzi, inviti, volantini, diari, fumetti.

HP Latex R2000: MCA Digital mette a segno risultati da record

Colori brillanti, bianco più lucido ad alta opacità, inchiostri inodore, anima green e flusso di lavoro efficiente: questa la ricetta vincente di HP Latex R2000, il sistema rivoluzionario che rappresenta il tassello mancante dell’ampia gamma HP di cui MCA Digital è specialista indiscusso. E se la mission dell’azienda padovana è quella di “uscire dall’ordinario”, il successo riscosso con la ibrida R2000 è straordinario. 20 sistemi venduti in 15 mesi, a partire dai primi tre ordini messi già a segno a Fespa 2018 in occasione del lancio ufficiale.

«Ovviamente c’è grande soddisfazione per il risultato raggiunto da MCA con la serie R. Certamente la decennale esperienza, la profonda conoscenza della tecnologia HP Latex e il grande lavoro svolto dai tecnici di MCA, testando per conto dei clienti decine di materiali destinati alle più svariate applicazioni, ha permesso il raggiungimento di questo obiettivo», ha commentato Stefano Casati, key account manager Italia HP Graphics Solution Business.

Progettata per i produttori di cartellonistica large format, R2000 sta registrando grandi consensi anche fuori dal mondo delle arti grafiche, rispondendo efficacemente alle necessità di aziende attive nei comparti del fashion e del luxury. Tra le caratteristiche principali, infatti, la grande versatilità, che permette di realizzare applicazioni molto particolari, impreziosite dalla vivacità dei colori e dal bianco coprente degli inchiostri Latex, gli unici ad essere considerati green. Questo rende il sistema idoneo a stampe richieste da realtà con forte orientamento alla responsabilità ambientale.

«I risultati raggiunti sono sicuramente frutto di diversi fattori. Da un lato, le prestazioni di R2000 che ampliano gli orizzonti progettuali, rendendo possibili applicazioni molto innovative e che assicurano un basso impatto ambientale. Dall’altro, il lavoro del nostro team, che ha saputo far emergere le potenzialità di questa macchina. Abbiamo testato direttamente tantissimi supporti rigidi e flessibili, sperimentandone prestazioni e risultati. Questo ci ha permesso di offrire ai clienti una consulenza a valore aggiunto, suggerendo applicazioni che permettono di capitalizzare l’investimento ampliando il business»  ha spiegato Cristina Del Guasta, titolare di MCA Digital.

R2000 assicura, su supporti rigidi e flessibili, una resa colore sorprendente, grazie alle prestazioni degli inchiostri HP Latex e in particolare di HP Latex White che permette di ottenere un vero bianco lucido anche su materiali come legno, alluminio, vetro, ceramica e acrilico. Inoltre, questi inchiostri non cristallizzano e non fanno spessore, conferendo un effetto touch perfettamente liscio e non alterando la superficie di materiali, anche matt come il cartone. Gli inchiostri Latex a base d’acqua, flessibili e a lunga durata, garantiscono elevata aderenza e alta resistenza ai graffi, non si scheggiano in fase di taglio e montaggio e semplificano la laminazione. Performance che si sommano ai plus green che contraddistinguono questa tecnologia, quali assenza di odori e di emissioni nocive. Con R2000 è dunque possibile stampare applicazioni per il mondo retail, dalla cartellonistica alle vetrofanie, fino all’interior decor; e ancora, stampe per mostre ed eventi, ad uso interno ed esterno, ma anche applicazioni speciali per il manifatturiero dove R2000 va già di moda. «Ma siamo solo all’inizio», aggiunge Casati. «La tecnologia HP Latex R ha potenzialità enormi. Comunicazione visiva, cartotecnica e soprattutto manifatturiero sono i mercati dove insieme a MCA ci focalizzeremo nei prossimi mesi».

Onframe: la nuova business unit di Gruppo Masserdotti per insegne customizzate

Da oggi il Gruppo Masserdotti è a fianco del retail con Onframe, la nuova business unit che offre a catene e brand lo studio e la realizzazione on demand di frame e lightbox in alluminio e tessuto totalmente personalizzabili. Capaci di conferire eleganza e praticità alla comunicazione indoor, le soluzioni Onframe coniugano la facilità di montaggio all’impatto visivo. La risposta per effettuare rapidi cambi di immagine e promozioni temporanee in punti vendita, centri commerciali e showroom, ma anche hotel, impianti sportivi e sedi aziendali. Mono o bifacciali, da appendere a parete o stand alone, retroilluminati con Led, i lightbox realizzati da Onframe sono totalmente customizzabili in base alle esigenze dei clienti grazie a un inedito configuratore basato su software proprietario, messo a punto dal reparto R&D interno dopo oltre un anno di sperimentazione. Unico nel settore, questo esclusivo strumento viene utilizzato dai tecnici del Gruppo Masserdotti per effettuare con estrema precisione e rapidità progettazione e relativa preventivazione delle insegne. Un asset fondante della proposta Onframe che potenzia la digitalizzazione dei processi messa in atto dal Gruppo in ottica Industry 4.0. Dopo la configurazione, le strutture, dotate di certificazione per la parte elettrica, vengono costruite on demand in alluminio anodizzato di massima qualità.

Tra i plus, anche l’ottimo rapporto prezzo-qualità e la possibilità di ammortizzare il costo della struttura con il solo cambio della grafica. Il rinnovo periodico delle immagini, inoltre, non richiede l’intervento di operatori qualificati, ma può essere effettuato direttamente dal personale dello store, determinando un ulteriore vantaggio economico. Oltre alla struttura, infatti, Onframe realizza anche le stampe che vengono prodotte con tecnologie all’avanguardia utilizzando inchiostri base acqua su teli in poliestere. Il risultato è un frame che coniuga la solidità e la versatilità delle strutture all’anima green delle stampe. I prodotti Onframe possono quindi essere considerati un’evoluzione in chiave planet friendly delle classiche insegne: forniti in pratici kit, green e riciclabili, rispondono efficacemente alle esigenze di sostenibilità ambientale espresse dal mondo retail. Dalle più recenti indagini sul negozio del futuro emerge, infatti, il desiderata di un luogo piacevole dall’anima green, in cui l’asset dell’eco-compatibilità vada di pari passo con la personalizzazione della shopping experience. In questo senso, l’utilizzo del tessuto stampato con tecnologia sublimatica dal Gruppo Masserdotti ne garantisce la riciclabilità attraverso la possibilità di essere trasformato in filato e re-immesso nel mercato. Una caratteristica che, insieme alla riduzione dei costi di logistica e di imballaggio derivante dalla versatilità dei tessuti, costituisce uno dei principali plus di questi prodotti eco-friendly.

In linea con la rinnovata brand identity del Gruppo e con il payoff “Image evolution”, che esplicita il concetto di costante evoluzione delle aree di intervento, Onframe industrializza e digitalizza la produzione artigianale di insegne, confermando il piano industriale messo in atto da Masserdotti in chiave 4.0. Previsto a dicembre il debutto online del primo portale verticale totalmente dedicato alle insegne in tessuto, basato sull’esclusivo configuratore già in uso nel reparto tecnico del Gruppo per la gestione delle commesse corporate. Rivolta a retailer indipendenti e reseller, l’inedita piattaforma rappresenta una novità assoluta, che offre la possibilità di progettare e preventivare in pochi passaggi strutture totalmente personalizzate impostando base, altezza e ambito di utilizzo. L’offerta online comprende anche prodotti finiti in dimensioni standard e la possibilità di ordinare le stampe, anche separatamente, per il solo cambio immagine.

La qualità dei lightbox, installati sia edge sia backlight, è garantita dal sito produttivo in costante ampliamento del Gruppo Masserdotti, dotato di sistemi ultima generazione tra cui l’innovativa stampante a sublimazione Rhotex 325 basata sulla tecnologia green Durst Water Technology, che permette di riprodurre con la massima versatilità immagini di qualità eccelsa su tessuto in poliestere e misto poliestere.

Con la nascita della divisione Onframe, Gruppo Masserdotti si conferma interlocutore privilegiato per il mondo del retail, proponendosi come unico partner tecnologico industriale per progetti di visual communication a 360°.

FlexoDay e BestInFlexo 2019: un successo la due giorni dedicata alla flexo

Numeri davvero importanti e ancora in crescita. Grandissima partecipazione; un clima positivo, enorme sforzo organizzativo di tutto lo staff sempre all’altezza della situazione. Questa in estrema sintesi quanto si può trarre come valutazioni dal BestInFlexo e FlexoDay svoltosi il 21 e 22 novembre. Atif con il supporto di Fta, sostenuti dai numerosi sponsor hanno messo in scena una convention che ha visto più di 300 partecipanti il primo giorno e sfiorato i 400 il secondo.

Ho avuto il privilegio di fare parte della giuria che ha valutato gli oltre 200 capolavori giunti al contest BestInFlexo 2019 e l’impressione è stata quella di un settore in continua crescita che sta puntando molto sulla qualità e sulla tecnologia, che vuole scrollarsi di dosso la fama di cugina povera della rotocalco confinata a coprire quei mercati dove la qualità di stampa non è requisito determinante. I lavori osservati nelle 13 diverse categorie in concorso hanno evidenziato la capacità di operare nell’eccellenza. Laddove il connubio tra prestampa e stampa si concretizza in modo virtuoso, la qualità che scaturisce è davvero di grande rilievo. Come in tutti i processi del resto, solo una prestampa che sa enfatizzare i pregi della tecnologia di stampa, attutendo le criticità e le difficoltà, consente di realizzare prodotti di alta qualità. In questi casi, la gestione veramente accurata della macchina da stampa flessografica, l’utilizzo di componenti e materiali di prima qualità, assicurano il massimo del risultato. Una formula semplice che è stata giustamente ricordata da Rossini, durante il secondo giorno del convegno.

Per la cronaca, il vincitore assoluto “Best in Show” è risultato: Sititalia con azienda di prestampa Zincopar e brand  Auchan. Un tema ha permeato la due giorni sulla flexo, ricorrendo in diversi interventi e come sfondo in più momenti, svelando un pubblico di operatori giustamente preoccupati: la “plastic tax”. Già Marco Gambardella, presidente Atif  non ha mancato di sottolineare l’allarme di tutto un settore produttivo che non vuole accettare provvedimenti intesi solo a fare “cassa” per le finanze pubbliche, che si frappone a quello stimolo che invece sarebbe necessario per continuare a competere con gli altri paesi dell’Europa e del mondo intero. Concetto ovviamente ripreso anche dall’ospite d’onore della serata BestInFlexo, Vincenzo Boccia, presidente di Confindustria, che ha sottolineato i pregi di un settore che ci vede primeggiare in Europa, che ha nell’export numeri importanti e deve  per tanto guardare al futuro con positività, pur sapendo che saranno necessari sforzi per mantenere competitività e innovazione ai massimi livelli, in un contesto istituzionale al momento non privo di incertezze.

Gli interventi del secondo giorno, il FlexoDay, sono stati aperti dal presidente Atif Marco Gambardella, che ha ribadito i dati della congiuntura economica e quelli di settore, le preoccupazioni per la plastic tax,  il cui disegno di legge è al vaglio del Parlamento. È poi passato a presentare le attività dell’Associazione, sia di ricerca sia di formazione, con particolare rilievo al progetto Matespack, il Master sulle tecnologie sostenibili per il packaging.

Atif ha presentato uno studio pratico, condotto dal Comitato Tecnico sulla metodologia di calibrazione del processo di stampa, partendo dall’assunto che la pratica senza una buona teoria non serve al miglioramento continuo, come Leonardo da Vinci preconizzava già 500 anni fa. La metodologia prevede l’ottimizzazione del processo per la determinazione delle condizioni standard di produzione e la cattura dei dati attraverso il fingerprint, il controllo statistico per la definizione delle condizioni stabili di processo, la caratterizzazione per l’ottenimento dei dati colore. Il tutto in una visione circolare di miglioramento continuo. Da notare che la rilevazione dei dati per il calcolo delle curve di compensazione è stato fatto utilizzando la formula SCTV (ISO 20654:2017).

Matteo Melegatti per Atif ha presentato  il progetto del nuovo Documento Tecnico, il numero 13, sulle Maniche porta matrici flessografiche, un elemento estremamente importante nel determinare la qualità del risultato stampato. Lo schema del documento prevede dapprima un percorso storico di come questo dispositivo si è evoluto, per poi passare all’analisi tecnica dei materiali che lo compongono, identificandone pregi e campi di impiego. Gli aspetti tecnici rispetto al funzionamento, alle dimensioni e ai calcoli relativi a sviluppo e schiacciamento occuperanno una buona parte del documento, fornendo anche gli elementi matematici di calcolo. Capitolo importante sarà quello della corretta manutenzione e stoccaggio delle maniche, punto cruciale per mantenerne efficienza e qualità nell’utilizzo. Gli adattatori, accessori indispensabili per favorire la versatilità dell’impianto di stampa, avranno un proprio capitolo all’interno del documento, con approfondimenti relativi a materiali e tecniche di fissaggio. Il gruppo di lavoro che sta portando avanti il progetto, ben rappresentato da aziende leader in queste tecnologie, dovrebbe assicurare la competenza con cui i contenuti verranno inseriti nel documento tecnico.

Uno sguardo ai temi europei e ai trend del mondo del packaging in materia di sostenibilità ambientale sono stati illustrati da Laetitia Reynaud di Intergraf, per il tradizionale spazio dedicato a FTA Europe, l’associazione Europea della flessografia presieduta da Sante Conselvan. Due i documenti interessanti  citati come possibile approfondimento degli scenari futuri, l’Economic Report di Intergraf e  l’European Printing Packaging Trends edito da Smithers Pira, FTA e Intergraf.  La presentazione ha toccato alcuni punti chiave delle politiche comunitarie in materia di Green Economy al grido di “diventiamo il primo continente neutrale” in termini di impatto ambientale. Gli stimoli che emergono riguardano: l’utilizzo dei solventi volatili (VOC) nella stampa degli imballaggi, i materiali plastici utilizzati, la loro riciclabilità e la lotta ai “mono-uso”, che rappresentano il 50% dei rifiuti marini (marine litter), le strategie per la riduzione degli imballaggi in termini numerici e di peso, le strategie per la sicurezza degli imballaggi alimentari. Spunti sicuramente attualissimi e sui quali vi è attenzione mediatica importante, troppo spesso incline a demonizzare la plastica “tout court” senza fare i necessari approfondimenti e distinguo.

Restando sul tema della sostenibilità ambientale, Gianpaolo Gentile di Besana Group, azienda attiva nella produzione e distribuzione alimentare con sede presso Napoli, ha illustrato come l’Italia si sta muovendo rispetto alle politiche comunitarie in materia di riciclaggio dei materiali plastici, e come nei prossimi anni gli sforzi dovranno moltiplicarsi per giungere all’obiettivo di contenere il carbon footprint entro limiti sostenibili (zero packaging impact, 100% di risorse rinnovabili e riciclabili). Per raggiungere l’obiettivo finale dell’Accordo di Parigi di rimanere sotto il limite di CO2 pro capite/annuo di 2,1 tonnellate, necessario per  contenere l’incremento della temperatura media globale sotto i 2°C. È stato quindi illustrato come Besana Group stia operando con un approccio circolare al concetto di riciclo degli imballaggi, basato sulle “4R”, Recover, Recycle, Reduce, Re-use.

Mark Shepherd, titolare di The Branding Authority ha stimolato la platea con un intervento dedicato al marketing sul brand e al marketing digitale attraverso i social media. Strumenti che devono essere messi a disposizione dei brand owner per accrescere il proprio riconoscimento e reputazione, in un mercato sempre più volatile e virtuale, dove la relazione con il cliente si frammenta in diversi canali, dove il processo decisionale è fortemente caratterizzato dell’empatia che il brand riesce a comunicare. Parole come “servizio”, “qualità”, “prezzo”, appartengono al marketing vecchio stile; come per il marketung B2C, anche nel marketing B2B, il feeling che il brand riesce ad evocare in termini di riconoscimento, visibilità, accessibilità, connettività, gioca un ruolo determinante.

Dedicata all’industria 4.0 e all’automazione spinta la presentazione di Romeo Bandini di Ipack Abu Dhabi, un’impresa insediata negli Emirati Arabi e votata all’automazione dei processi, alla connettività di tutti i segmenti e attività aziendali, all’insegna dello slogan: “se non vuoi uscire pazzo, devi avere buoni architetti e buoni partners” per raggiungere il successo in realtà multiculturali e geograficamente non favorevoli.

Gli sponsor principali dell’evento InciFlex, Rossini e Uteco hanno intervallato i loro interventi per sottolineare il concetto di partnership che il fornitore di servizi o tecnologie che ruotano attorno alla stampa sia di fondamentale importanza. Nell’economia del “just in time” e dell’ottimizzazione degli sprechi, poter contare su aziende che possono fornire qualità nei tempi corretti, assistere anche da remoto i clienti per prevenire gli imprevisti e le rotture, fornire la consulenza e le migliori tecnologie nella preparazione degli impianti di stampa e l’allestimento della macchina, è un concetto che dovrebbe appartenere a tutti gli operatori del settore. Questo l’auspicio dei relatori intervenuti.

Un BestInFlexo e un FlexoDay che hanno visto numeri in crescita e un clima complessivamente positivo, sebbene tutti siano apparsi consapevoli che nel prossimo futuro le sfide saranno impegnative, prima su tutte quella dei nuovi materiali su cui lavorare, meno accoppiati, più difficili da stampare, probabilmente più sottili. Al contempo convinti che potranno essere supportati da ricerca, formazione e informazione che le associazioni come Atif si impegnano a garantire.

 

PressUP: nuovi modelli per valorizzare il mercato della stampa

Immersa nel magico mondo di Candyland, in occasione del 10° anno di attività, PressUP ha presentato la nuova strategia aziendale. Ma andiamo per ordine, iniziando a spiegare questa improvvisa passione per dolciumi e cup cake: «Volevamo comunicare il cambiamento in atto e abbiamo scelto di farlo con una campagna disruptive, che sicuramente si fa notare tra stampanti e flyer in promozione», racconta Vincenzo Cirimele – CEO e fondatore di PressUP. Sullo sfondo di un paesaggio onirico, con colline glassate e caramelle volanti, il claim invita a ‘Non accettare stampe dagli sconosciuti’, ma fare la scelta giusta puntando sul valore di servizio, qualità e consulenza. «In questi dieci anni il mercato del web-to-print si è trasformato in un luogo affollato, con player che spesso puntano al prezzo e clienti nomadi che guardano all’euro». Un processo non certamente virtuoso, che tende alla minimizzazione dei margini. PressUP, tech company B2B che guarda al futuro, propone un nuovo modello votato alla valorizzazione del mercato del printing, partendo dal presupposto che la stampa non sia in declino, come si potrebbe pensare, ma rappresenti un business dal grande potenziale, con un valore stimato di 900 miliardi di dollari (fonte: Smithers Pira, Statista, IFPI). «Un’opportunità che siamo pronti a cogliere puntando su un modello a piattaforma» esplicita Cirimele. Un concetto che può essere spiegato attraverso esempi di realtà con cui si interagisce quotidianamente. «Se da un lato la Pipeline crea valore linearmente, accentrando asset, produzione e staff, come può fare una catena alberghiera con immobili e personale in tutti i continenti, dall’altro la Platform orchestra le interazioni fra produttori esterni e consumatori, come fa Airbnb, che ad oggi conta zero proprietà nel mondo» spiega Cirimele. Due modelli che rispettivamente potrebbero essere paragonati al mondo della stampa gestito in modo tradizionale, con tratti di artigianalità, e alle piattaforme che offrono servizi online, come PressUP.

«Sicuramente la digital transformation sta offrendo l’occasione di riorganizzare le aziende per creare maggior valore», aggiunge Cirimele. Questo in PressUP si è tradotto nella digitalizzazione di processi produttivi, supply chain, progettazione e innovazione di prodotto, fino a toccare le strategie di marketing e le vendite. Tutto, dai preventivi alle 4.000 spedizioni giornaliere, viene gestito esclusivamente mediante strumenti digitali. E se, come ricorda Cirimele, un famoso proverbio cinese afferma ‘Il momento migliore per piantare un albero era dieci anni fa; il secondo momento migliore è ora’, ecco che ora per PressUP è tempo di cambiamento. Il modello che l’azienda sta sviluppando è quello che a livello sperimentale è già stato avviato col progetto pilota PressUP NOW che assicura, in alcune aree geografiche, la consegna in giornata. Facilmente realizzabile con un po’ di organizzazione – si potrebbe commentare – se il servizio fosse circoscritto a zone limitrofe alla sede produttiva. Ma se volessimo estenderlo a livello nazionale? O, ancora, a livello internazionale? La risposta di Cirimele è: vendita globale, stampa locale. «Per fare un parallelismo potremmo attingere al funzionamento della telefonia mobile. Gli operatori garantiscono la copertura globale appoggiandosi a celle non proprietarie. Allo stesso modo PressUP sta investendo da tempo nella creazione di un network di partner, sia a monte sia a valle, con iniziative concrete come il coinvolgimento attivo in organizzazioni internazionali del calibro di Dscoop e Impriclub». Nel primo caso si tratta di collaborazioni sul fronte produttivo, che abbattono le barriere dei costi di spedizione; nel secondo caso si punta sul potere d’acquisto di un raggruppamento di aziende che globalmente annovera più di 3.000 dipendenti e un fatturato complessivo di 800M di €. Questo si riflette in un catalogo sempre più ampio e aggiornato, che anticipa tendenze e risponde alla domanda di must have del momento, come le borracce, ormai diventate oggetto del desiderio tanto da essere difficilmente reperibili.

La valorizzazione di collaborazioni win-win per PressUP è alla base della creazione di una piattaforma messa a fattor comune con partner selezionati capace di valicare limiti strutturali, geografici, di stoccaggio e di capacità produttiva. Un progetto onirico? Piuttosto un modello virtuoso, frutto della voglia di fare imprenditoria creando valore. Anche nella stampa.

Creazioni Digitali sceglie Epson per produzioni ecosostenibili

Creazioni Digitali ha scelto di affidarsi alla qualità della stampa tessile digitale di Epson per perseguire il suo ambizioso progetto incentrato sull’ecosostenibilità dei processi produttivi. L’azienda comasca ha così introdotto nei propri laboratori la stampante Monna Lisa Evo Tre 16 di Epson, sviluppata in collaborazione con F.lli Robustelli e sinonimo di qualità e affidabilità per la stampa a pigmento. 

In particolare, Creazioni Digitali ha introdotto Monna Lisa di Epson nell’ambito del progetto GreenDrop, nato con l’obiettivo di rendere tutte le fasi dei processi produttivi di stampa digitale sempre più sostenibili. Con questo progetto, è stato inaugurato un innovativo processo di stampa che utilizza coloranti ecosostenibili e consente di stampare su tessuti caratterizzati da varie composizioni di fibre in mischia utilizzate nell’industria tessile e non solo. Basata sull’utilizzo dei pigmenti, questa tecnologia non prevede più i classici trattamenti di vaporizzazione e lavaggio del tessuto e, rispetto ai processi tradizionali, permette un utilizzo di acqua ridotto al minino (circa 1/3) e una minore emissione di CO2 nell’aria. Il risultato: economia, versatilità, sprechi ridotti al minimo e produzioni realmente ecosostenibili.

«Il tema della sostenibilità della filiera tessile è sempre più centrale tra consumatori e addetti ai lavori e siamo entusiasti di aver trovato in Epson un alleato per portare avanti questo progetto che non rappresenta solo uno stile di stampa, ma un nuovo modo di concepire il prodotto», commenta Roberto Lucini, amministratore unico di Creazioni Digitali. «Crediamo che questo sia il momento di investire in processi sostenibili e nello sviluppo di soluzioni tecnologiche innovative che mettano al primo posto il rispetto per l’ambiente insieme alla sostenibilità economica, sociale e istituzionale».

«Al momento, considerata l’innovazione del processo, siamo fiduciosi che, grazie all’aiuto prezioso di Epson e di uno strumento di altissima qualità quale è Monna Lisa, il nostro concetto di sviluppo sostenibile sia in grado di soddisfare le necessità della società attuale senza compromettere quelle delle generazioni future», conclude Lucini.

Dal fashion all’home textile

In Creazioni Digitali Monna Lisa Evo Tre 16 vede un’interessante applicazione anche nel campo dell’home textile. La produzione di circa 50.000 metri all’anno per l’arredo casa è destinata principalmente alla stampa di tessuti per divani, cucina, biancheria da letto, tendaggi e outdoor.

«Il nostro business principale resta la stampa di tessuti per il settore dell’abbigliamento e della moda, ma a questa abbiamo deciso di affiancare la produzione per l’home textile perché la stampa digitale a pigmento offre diversi vantaggi anche in quest’ambito. Primo fra tutti: la garanzia della solidità», spiega ancora Roberto Lucini. «Il pigmento, e in particolar modo quello di Monna Lisa, è l’unico colorante a resistere alla luce nel lungo periodo, caratteristica fondamentale specie per tessuti destinati a outdoor o tendaggi. Un reattivo o un sublimatico è soggetto a una significativa degradazione già dopo sei mesi; con il pigmento invece la resistenza alla luce è garantita negli anni. Grazie a Epson stiamo inoltre testando ogni tipo di materiale, dal più classico al più innovativo, e siamo così soddisfatti dell’esperienza che aggiungeremo un’altra Monna Lisa nel nostro parco macchine entro la fine dell’anno».

 

Lombardi consolida la partnership con Etic.a

Lorenzo Lombardi (secondo da sinistra) con i titolari di Etic.a, Gianni Olivieri e Patrizia Windfang e, a destra, Sergio Pasquini, responsabile di produzione, presso la sede di Etic.a a Pomezia (RM).

Per Etic.a, industria di Pomezia, «la qualità di un prodotto comincia dalla sua etichetta». Su queste basi l’impresa romana di Patrizia Windfang e Gianni Olivieri ha scelto Digistar, la macchina di finitura di Lombardi Converting Machinery.

La nuova installazione presso Etic.a è stata esposta al Labelexpo 2019 lo scorso settembre: è la Digistar di Lombardi, macchina di finitura fascia 430 dotata del modulo serigrafico “Bravo” e del modulo per l’oro a caldo ”Toro”.
Una macchina scelta a completare il parco macchine già installato, per dare valore aggiunto alle etichette con la loro nobilitazione.

«La Digistar – afferma Gianni Olivieri – è per noi la macchina che ci voleva, per le sue caratteristiche di produttività e di qualità che ci consentono di essere molto competitivi sia in termini di qualità del prodotto e sia in termini di prezzo nei mercati che desideriamo sviluppare.» Una scelta non casuale visti i rapporti tra le due aziende: «Del resto – aggiunge Olivieri – il nostro rapporto con Lombardi nasce da una scelta ponderata a seguito di una approfondita ricerca di mercato all’inizio del 2014 quando valutammo tutti i principali fornitori di macchine da stampa flexo. Dopo avere visto all’opera la Lombardi presso un loro cliente abbiamo ritenuto che fosse la macchina con il miglior rapporto prezzo-prestazioni».

Il rapporto tra Etic.a e Lombardi è consolidato non solo dalla qualità delle macchine e dall’efficacia dell’assistenza after sales, ma anche dal rapporto di fiducia che si è instaurato tra le due famiglie.

Le motivazioni di quest’ultima scelta, la Digistar: «nello specifico desideriamo incrementare la nostra quota di mercato nel settore delle etichette a maggior valore aggiunto: parliamo soprattutto di etichette per il vino e per la cosmesi. È in questa ottica che bisogna vedere questo nuovo investimento.»
Etic.a produce etichette autoadesive con particolare attenzione ai settori alimentare e GDO, cosmetica e automotive. Si rivolge a clienti medio-grandi che possano apprezzare la qualità del prodotto e servizio con i quali mantenere un rapporto di collaborazione nel tempo. Etic.a dispone quindi anche di un ufficio grafico altamente competente per assistere il cliente nelle scelte migliori nella progettazione e realizzazione delle etichette.