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La città visibile di Viscom 2017 aprirà le porte il 12 ottobre

Un salone multitasking che coniuga creatività, business, formazione e approfondimento. Un indispensabile strumento di marketing, comunicazione e promozione per tutte le aziende della comunicazione visiva. Una vera città cosmopolita che connette tecnologie e materiali applicati al mercato del tessile, design, retail e industria.
Per conoscere l’intera filiera, per immergersi nelle tendenze attuali e intuire quelle future, per lasciarsi sorprendere da nuovi percorsi innovativi e restare affascinati dalla cultura dell’immagine, per soddisfare le esigenze di tutti i suoi protagonisti, bisognerà varcare le porte della nuova città della comunicazione visiva ospitata dal 12 al 14 ottobre 2017, nei pad. 8/12 di Fieramilano.
La 29esima edizione di Viscom Italia per il mercato della comunicazione visiva è stata rinnovata ancora una volta nel suo look, carico di energia, creatività e business, che rispecchia il vero DNA della manifestazione.
La campagna pubblicitaria 2017 vuole raccontare le innumerevoli opportunità che il nostro comparto offre, per attirare l’attenzione dei propri interlocutori ma anche per tutti i nuovi professionisti, che si stanno affacciando al nostro mondo; per offrire uno strumento sempre più affine alle loro esigenze, sempre più funzionale ai loro affari e sempre più attento ai cambiamenti di mercato. Ogni palazzo sarà infatti l’occasione per veicolare i molteplici volti della comunicazione visiva e dei forti legami che ha con i settori del design, fashion, retail e industria.
«Viscom Italia è un’esperienza unica, difficile da raccontare a parole. Per capirne le potenzialità va vissuta in prima persona», afferma Paola Sarco, Exhibition Manager della manifestazione. «La nuova edizione sarà l’occasione per conoscere da vicino i nuovi trend, i materiali, gli stili, le lavorazioni del nostro comparto, le novità di prodotto, le applicazioni più innovative e all’avanguardia. Sarà sicuramente un nuovo percorso espositivo, fatto di emozioni di business, per chi desidera sapere tutto sull’universo della creatività, e non solo, a 360°».
Oltre il 70% dell’area occupata dai leader del mercato che hanno scelto come vetrina internazionale la manifestazione per valorizzare l’eccellenza delle loro tecnologie in materia: Stampa Digitale Grande Formato – Insegnistica – Cartellonistica – Serigrafia – Tampografia – Promozione tessile – Ricamo – Incisione – Fresatura – Laser – Packaging – Labelling – Premiazione sportiva – Digital Signage – P.O.P.
I linguaggi visivi diventano manifesto di una nuova epoca per disegnare scenari futuri, durante il programma dei Viscom Talks. Un concentrato di contenuti e relazioni in cui i partecipanti si conoscono, interagiscono, condividono know how, presentano case history, sviluppano business e vengono ispirati a nuovi progetti, uscendo dal circolo autoreferenziale e dialogando con gli opinion leader della comunicazione.
Colpire l’immaginazione attraverso la seduzione delle immagini è come aprire una lente che allarga la nostra visione del mondo: è questo l’obiettivo del Viscom Live, con un nuovo ed avvincente concept! Destinazione? La città della comunicazione visiva ovviamente! Uno spazio performante dove gli attori principali saranno rappresentati dai diversi settori della comunicazione visiva: una fabbrica di idee polifunzionale per valorizzare creatività e abilità tecniche in vere applicazioni ad effetto che li animerà durante i tre giorni di fiera.

Stampa digitale e interior decoration: i mega trend

La stampa digitale sta assumendo un ruolo sempre più importante nella decorazione di interni e di esterni. Grazie alle nuove tecnologie si possono produrre stampati con un alto contenuto emozionale. Ma non bisogna dimenticare che la comunicazione deve seguire i trend del momento.

«La stampa digitale – ha esordito nel suo intervento Paola Silva Coronel – ha invaso da anni ormai le nostre città, con una presenza forte su mezzi pubblici, facciate di edifici, ponteggi, automobili e aeroplani». L’architetta ha fatto scorrere, a questo proposito, una serie di immagini rappresentative di come, anche grazie alla stampa digitale, la cartellonistica e in genere la pubblicità da esterni possa essere innovativa ed emotiva. Come per esempio un’affissione murale per fare pubblicità a una vernice nella quale l’immagine di un barattolo rovesciato fa scorrere il colore lungo la parete per poi emergere invadendo fisicamente un parcheggio e colorando auto parcheggiate ad hoc. O come la foto di una tazzina di caffè ripresa dall’alto possa essere sovrapposta a un tombino fumante per dare l’impressione che sia una bevanda appena fatta.

«Solo più recentemente la stampa digitale – ha proseguito Silva Coronel – è entrata nel mio mondo, quello della progettazione di interni. Non sono un’esperta di tecnologia, ma ho capito che il successo della stampa digitale in questo comparto è determinato anche dal fatto che gli inchiostri non hanno un odore sgradevole e che la risoluzione è decisamente migliorata». Grazie anche alla stampa digitale la decorazione è diventata quindi ambientale: non più semplici quadri alle pareti, ma un tema decorativo che coinvolge gli ambienti a 360° e che, per fare un esempio, in un bar può estendersi a tanti altri prodotti, dai bicchieri e piattini di carta al packaging delle brioche.

«Se siamo arrivati a questo punto – sottolinea Silva Coronel, rivolgendosi direttamente agli stampatori presenti in sala – è grazie al lavoro che avete fatto negli ultimi anni sul versante della stampa digitale, toccando sempre più spesso il tasto emotivo. Sono le emozioni, in fondo, che smuovono le persone. Grafica e decorazione ambientale sono entrate anche nel mondo del lavoro, inteso come spazi fisici negli uffici. Le aziende investono molto per creare spazi che oltre a essere belli siano anche “amicali”, concepiti per invogliare i dipendenti a stare in ufficio, così come accade o dovrebbe accadere per gli ospedali».

Coronel si è quindi soffermata sui grandi filoni della decorazione di interni, citando esempi che vanno dalle decorazioni delle case di Pompei al palazzo Te, l’edificio monumentale di Mantova costruito tra il 1524 e il 1534 su commissione di Federico II Gonzaga a opera dell’architetto Giulio Romano, uno dei più alti momenti di tutti i tempi della decorazione ambientale. «Da sempre – ha detto – la decorazione è l’elemento che connette un oggetto, un luogo, qualsiasi cosa a una certa epoca. Quando si fa uso della decorazione, anche nel caso dell’etichetta di un vino, bisogna conoscere, oltre alle tecnologie di stampa, anche i trend del momento».

Le tendenze del design: leggi l’articolo a pagina 30!

Finishing 4.0 by Müller Martini: le testimonianze di chi c’era

Agli Hunkeler Innovationdays, appena conclusisi a Lucerna, i visitatori da tutto il mondo hanno sperimentato dal vivo la prima mondiale di connettività tra la brossuratrice Vareo di Müller Martini e la linea bobina-pacco della Hunkeler grazie al sistema di gestione dei dati e dei processi Connex di Müller Martini, come parte di un percorso combinato.

«Il collegamento del Sistema Connex a una linea bobina-pacco della Hunkeler a Lucerna ha rappresentato un importante risultato di applicazione del workflow nello sviluppo sistematico di Müller Martini della filosofia Finishing 4.0,» ha detto Volker Leonhardt, Sales e Marketing Director alla Müller Martini Print Finishing Systems AG, nel suo bilancio finale alla partecipazione di successo alla manifestazione. «La possibilità di facilitare la connettività del Connex con sistemi di terzi per la prima volta nel settore del finishing rappresenta un enorme cambiamento nell’industria delle arti grafiche. Il fatto che il nostro stand agli Hunkeler Innovationdays abbia attratto così tanti visitatori per tutti i quattro giorni è stata una dimostrazione di come Müller Martini sia in grado di rispondere alle necessità attuali del mercato con le sue soluzioni per tirature anche di una sola copia sia nella produzione softcover con la brossuratrice Vareo e il trilaterale InfiniTrim, che in quella di prodotti cuciti a punto metallico con la Presto II Digital.»

«Quest’anno gli Hunkeler Innovationdays si siano dimostrati essere molto più internazionali del solito grazie alla numerosa affluenza di visitatori provenienti dagli USA, dall’Asia e dal Medio Oriente. Questo è un chiaro segnale di come la stampa digitale stia guadagnando sempre più un profilo internazionale. Le nostre soluzioni compatte per prodotti in tirature di una copia sola riducono le barriere nell’ingresso alla stampa digitale per le aziende del settore» ha proseguito Volker Leonhardt.

Le testimonianze di chi c’era

«La stampa è la parte facile. Il segreto sta nel confezionamento»

Jerome Morkel, Managing Director di Tandym Print, ha fatto un lungo viaggio da Cape Town in Sud Africa a Lucerna, notando che l’alta qualità del finishing rappresenta «la chiave di tutta la produzione digitale». Aggiunge inoltre: «E per qualità intendo processi, in particolare per le tirature molto piccole è importante avere il minor numero di interventi possibile. Ci deve essere un workflow integrato e continuo.»

Durante la sua visita allo stand MM, Jerome Morkel si è perciò particolarmente concentrato sui processi di produzione. «È stato incredibile vedere le soluzioni per il futuro che i produttori di macchine hanno mostrato in questa manifestazione. Ora sta alle aziende di stampa fare il passo successivo and investire nei sistemi che offre il mercato. E poiché noi stessi abbiamo progetti che vanno in questa direzione, gli Hunkeler Innovationdays rappresentano l’opportunità ideale per allargare le nostre conoscenze sui processi coinvolti.»

Livonia Print: nessun futuro senza «connettività»

Livonia Print di Riga (Latvia) è la prima grande azienda delle industrie grafiche al mondo a connettere impianti Hunkeler e Müller Martini con il sistema di gestione dei dati e dei processi Connex. «Noi valutiamo questo investimento come un passo importante verso il raggiungimento del nostro obiettivo di piena integrazione,» afferma Trond Erik Isaksen. Il fondatore della società, nonché proprietario, ha spiegato che «la rimozione di tutte le barriere tra la nostra produzione convenzionale e digitale è una priorità assoluta. L’utilizzo di singole macchine di produzione senza che siano connesse tra di loro è obsoleto. Questo è il motivo per cui non vedo futuro nella nostra industria senza connettività.»

Livonia Print sta integrando nel Connex non solo la linea di lavorazione libri di Hunkeler e la nuova rotativa di stampa digitale Océ, bensì anche la nuova cucitrice a filo refe Ventura Digital di Müller Martini e la nuova linea di cartonato Diamant MC Digital. «In una fase successiva pianifichiamo d’integrare con il Connex tutte le nostre rotative Heidelberg e i sistemi di confezionamento. Ci aspettiamo la totale trasparenza delle macchine connesse per avere come risultato una produttività più elevata in tempi brevi, inclusa una riduzione degli scarti.»

Il mercato, secondo i dati Argi, e il posizionamento di Kodak

La storia di Nexpress, la soluzione di Kodak per il mercato della stampa digitale. L’ultimo modello presentato a drupa può stampare il bianco a tavola piena o a riserva.

Partendo dai dati della ricerca di Argi, Bianchet, amministratore delegato di Kodak, ha illustrato le linee guida che stanno pilotando le scelte dell’azienda. L’offset è in ripresa e da impulso anche al settore delle lastre, comparto nel quale Kodak si conferma attore di rilievo con le process free. Con un digitale che continua a crescere ma con tassi meno veloci rispetto all’anno precedente, l’Italia si conferma un mercato dove il digitale è prevalentemente a foglio singolo, con volumi contenuti e una netta preferenza per l’elettrofotografia: qui Kodak è presente con Nexpress disponibile in varie configurazioni. Notevole la crescita del digitale nel settore delle etichette mente le macchine industriali a bobina a tecnologia inkjet segnano il passo, complice una situazione del mercato che non garantisce tirature adatte alle caratteristiche di questi impianti.

Nel settore dei workflow di prestampa la presenza di Kodak è sempre più forte, con orientamento al packaging grazie anche alla proposta Flexcel NX che conta 500 installazioni in tutto il mondo.

Stampa digitale e packaging farmaceutico: l’esperienza di Abar Litofarma

L’introduzione della stampa digitale nove anni fa in un’azienda specializzata nel packaging farmaceutico è stata talmente deludente da sospendere il progetto a tempo indeterminato. Ecco quali sono stati i problemi e la volontà di riprovarci in futuro. A patto che i produttori siano più chiari.

Chi ha visto il film Frankenstein Junior diretto da Mel Brooks ricorderà la reazione dei cavalli ogni volta che si nomina Frau Blücher. Ecco, nel gruppo cartotecnico Abar Litofarma è più o meno la stessa reazione che hanno tutti ancora oggi quando si nomina la stampa digitale nonostante il suo inserimento nel flusso produttivo, anzi il tentativo di farlo, risalga a nove anni fa. Un investimento probabilmente fatto nel momento sbagliato, senza molta consapevolezza e con aspettative troppo scostate dalla realtà.

Del perché la stampa digitale nella sua azienda sia considerata ancora oggi un incubo, ma con possibili aperture per il futuro come vedremo più avanti, lo ha raccontato Fulvia Lo Duca ne suo intervento in occasione del convegno di Italia Grafica sulla stampa digitale, svoltosi lo scorso settembre; per completezza delle informazioni, riportiamo ora un estratto dell’intervento, che potete leggere per intero sulla rivista; abbiamo deciso di riportare questi interventi perché le tematiche sono attualissime.

«Per delicatezza non dirò il nome del produttore – racconta – ma la chiamerò semplicemente “la macchina”, soluzione che in certi momenti abbiamo avuto l’impressione avesse più bisogno di un esorcista che di interventi tecnici. Una macchina sulla quale avevamo deciso di investire nel 2007 per essere competitivi su piccoli e micro lotti, ma che sin dall’inizio ci siamo accorti che non voleva collaborare in nessun modo. Amava bloccarsi dopo venti o trenta pagine perché, lo abbiamo scoperto dopo, ci era stata venduta come in grado di stampare fogli fino a 500 micron di spessore, ma in realtà dopo 400 non ci riusciva più e si inceppava continuamente. Quando ci siamo accorti di questo limite, l’ulteriore sorpresa è stata che non riusciva in nessun modo a tenere il registro quando andavamo in volta. Il nostro capo reparto di stampa ci ha detto, con termine probabilmente non propriamente tecnico che “scodava”. A questi problemi se ne sono aggiunti altri densitometrici, spettrofotometrici e di finitura. Qualche esempio? I fondi pieni, anziché essere realmente pieni, avevano un aspetto nuvolato. Non siamo riusciti a emulare più dell’84% dei colori Pantone, nonostante il produrre dichiarasse una percentuale del 92%. I problemi riguardavano soprattutto i gialli, i verdi e gli arancioni. Il termine tecnico del nostro caporeparto stampa relativo alla tonalità di arancione era “marcio”. Infine abbiamo avuto problemi con la finitura. Siamo dovuti andare direttamente negli Stati Uniti per scegliere e acquistare l’elemento verniciatore, per poi scoprire che la maggior parte delle vernici non ancoravano o se lo facevano il foglio diventava così ruvido da compromettere tutte le lavorazioni successive. Ciliegina sulla torta: nel suo intervento Alessandro Mambretti (vedere relativo articolo, ndr) ha detto che la stampa digitale rappresenta il percorso più breve tra il dato e il supporto. Peccato che in questa soluzione in qualche caso alcuni dati si volatilizzavano e nel farmaceutico non è certo una cosa bella. Tutto questo con i nostri clienti sempre più scettici e poco disposti a validarci la macchina perché molto lontana dai bisogni e dalle aspettative da nostri clienti».

Leggi tutto l’articolo a pagina 26: ecco come Abar Litofarma ha dato una seconda chanche alla stampa digitale!

Stampa digitale: l’impatto sui processi e sull’organizzazione

La stampa digitale è arrivata a un livello di affidabilità tale da soddisfare le esigenze della maggior parte delle aziende delle arti grafiche. Che possono concentrarsi di più sui contenuti rispetto alla tecnologia. È il momento di dare spazio alla creatività, alla scelta di nuovi materiali e all’effetto wow.

Alessandro Mambretti, consigliere dell’associazione di tecnici della comunicazione grafica Taga ma prima di tutto ferrato esperto di stampa digitale, nel suo intervento in occasione del convegno di Italia Grafica sulla stampa digitale, svoltosi lo scorso settembre, si è soffermato su quest’ultima e sull’impatto che ha sui processi e sull’organizzazione aziendale; per completezza delle informazioni, riportiamo ora un estratto dell’intervento, che potete leggere per intero sulla rivista, e che abbiamo deciso di riportare adesso perché le tematiche sono attualissime.

«Si è parlato di multicanalità, dell’importanza di comunicare contenuti alle persone giuste al momento giusto. Io mi soffermerò sulla carta, su un mezzo considerato statico sotto molti punti di vista, ma che è comunque un driver fondamentale per veicolare questi bisogni. Qualcosa di stampato è qualcosa che genera emozione, è indiscutibile».

Uno stampato è una cosa che rimane, ha il suo valore ed è un fatto culturale. È indiscutibile. Ma la stampa digitale in quale modo entra in questo scenario? «Drupa non è stata la manifestazione della stampa digitale, ma del 2.0 della stampa digitale» afferma Mambretti. «Io sono un appassionato di parole e quando mi chiedono di parlare di stampa digitale cerco prima di tutto di darle una corretta definizione. Intanto è una tecnica di stampa, e come tutte deve seguire determinate regole. Inoltre non è una tecnologia ma un mix di tecnologie e soprattutto è il percorso più breve che esista tra un dato e il prodotto stampato. Un percorso così breve che ha un impatto notevole all’interno di un’azienda grafica e può dare in certi casi dei problemi. Ma è dai problemi che spesso nascono le opportunità». A questo proposito Mambretti cita il caso della nuova tendenza dell’edilizia di costruire grattacieli in legno. In Norvegia, a Bergen, ne è stato costruito uno alto 14 piani e la canadese University of British Columbia sta facendo costruire un residence per studenti di 18 piani. «La domanda nasce spontanea: e se prendono fuoco? I progettisti hanno studiato a fondo questa possibilità e hanno scoperto che se la struttura è abbastanza grande, allora il legno non prende fuoco ed è quindi sicura. Dal problema hanno trovato la soluzione e i grattacieli in legno assorbono CO2 e sono quindi virtuosi. Cosa centra questo con la stampa digitale e il suo impatto in azienda? Molto spesso viene considerata ancora oggi come una tecnologia che ha rotto un equilibrio, che ha disgregato un sistema, e in pochi sin dal suo inizio l’hanno considerata una grossa opportunità».

Leggi tutto l’articolo a pagina 22!

I pagamenti delle imprese italiane: una graduale ripresa

  • In Italia un mancato pagamento costa in media 14.000 euro, all’estero 23.000
  • I giorni d’incasso per un credito (DSO) rimangono elevati ma diminuiscono di 48 ore,
    attestandosi a 86gg nel 2016
  • L’ammontare totale dei debiti scaduti è diminuito del 25%, nel 2016
  • Il valore medio di un mancato pagamento nel 2016 è diminuito del 13% sul mercato
    domestico arrivando a quota 14.000, mentre, sul mercato estero aumenta dell’8% toccando il livello di 23.000 euro
  • Le insolvenze aziendali sono calate del 9% nel 2016 con 13.500 casi, ancora il doppio rispetto ai livelli pre-crisi. Nel 2017 atteso un ulteriore calo del 5%.

Euler Hermes, società del gruppo Allianz, presenta l’8° Edizione del Report Mancati Pagamenti delle imprese italiane, un’attenta analisi condotta su ogni singola Regione e
Provincia, comprensiva di un approfondimento per i diversi settori merceologici e che ha come base il monitoraggio giornaliero dei pagamenti di oltre 450.000 aziende.
«Nel 2016 in Italia si è registrata una crescita dell’1% e il Paese ha continuato la sua lenta ripresa dimostrando una grande capacità di resilienza ai fattori politico-economici interni ed esterni. Il 2017 sarà l’anno in cui la domanda interna stenterà ancora (+1%) mentre l’export ripartirà (+2,2%) con € 20 miliardi di transazioni commerciali addizionali. Le politiche avviate da Trump garantiranno alle imprese del made in Italy una crescita addizionale dell’export sul mercato statunitense pari a € 2,4 miliardi, seconda solo alla Germania. Nel 2017 l’Italia registrerà una crescita moderata pari allo 0,8%, esattamente la metà della media dell’Eurozona. In un contesto incerto che potrebbe creare effetti negativi anche sugli indicatori di confidence delle imprese, l’Italia potrebbe perdere circa 0,3% di crescita» dichiara Ludovic Subran, Capo Economista di Euler Hermes.
Lo stato di salute delle imprese italiane nel 2016 volge verso un sereno moderato e di conseguenza il trend dei pagamenti migliora su tutti gli indicatori analizzati per il mercato domestico. I giorni di incasso di un credito sono scesi sotto i 90 giorni e nel 2016 con una riduzione di due giorni si attestano a 86. A livello europeo solo la Grecia fa peggio.

Un altro indicatore che segna un miglioramento sono i debiti scaduti che mettono a segno un decremento del 25%. I mancati pagamenti in Italia mostrano entrambi gli indicatori di frequenza (-6%) e severità (-13%) in contrazione rispetto al 2015. Il costo di un mancato pagamento in media per l’Italia è pari € 14.000. Bene anche le insolvenze aziendali, che
hanno registrato un decremento del 9% nel 2016, ma i casi sono ancora più del doppio rispetto al precrisi.
«Durante tutto il 2016, la minore onerosità del debito bancario frutto anche di un’offerta creditizia finalmente stabile grazie alla politica accomodante della BCE, ha dato ampio respiro alle imprese che ne hanno saputo approfittare e conseguentemente valutare le scelte di investimento più opportune per la continuità del proprio business. I prezzi bassi del petrolio hanno poi sostenuto la ripresa della profittabilità delle imprese. Il miglioramento dei pagamenti tra le imprese è quindi frutto di una felice combinazione che include una maggiore solidità degli indicatori economici del nostro Paese e il contestuale miglioramento dei flussi di cassa in azienda che hanno impattato positivamente sulla
solvibilità dell’intero tessuto imprenditoriale» afferma Luca Burrafato, Capo della Regione Euler Hermes Paesi Mediterranei, Medio Oriente e Africa.
Il miglioramento del trend degli insoluti si riflette sulla maggior parte delle regioni italiane a
esclusione di Lazio e Puglia dove gli indicatori mostrano lievi segnali di crescita. Anche nei settori il trend è prevalentemente positivo tranne nel tessile, che soffre la competizione nella fascia low cost, nell’automotive che ha subito alcuni incagli nella ricambistica sebbene il trend del settore volga al meglio e nel settore dei trasporti, da anni in difficoltà nel trasporto su gomma dove le aziende italiane devono far fronte al dumping di concorrenti esteri.
Sui mercati esteri, gli indicatori dei mancati pagamenti segnano un lieve incremento: frequenza + 2% e severità +8%. Il 2016 è stato un anno molto complicato per gli emergenti e di rallentamento generale anche per le principali economie di destinazione dei prodotti made in Italy. Tessile e abbigliamento, elettronica ed edilizia sono i comparti che hanno sofferto maggiormente all’estero.
L’insoluto medio è cresciuto fino ad arrivare a € 23.000. Per la prima volta dal 2012, l’indicatore che analizza il rischio di controparte estera (-2% nel 2016) sta cominciando a invertire il trend mostrando una maggiore rischiosità all’estero rispetto all’interno. In particolare, nei dieci principali mercati per l’export italiano, si prevede una ripartenza delle insolvenze aziendali: Stati Uniti (+1%), Regno Unito (+5%), Turchia (+5%). Le insolvenze rimangono su elevati livelli invece la Polonia (+3%) e la Cina (+10%).
«Export di prossimità è una delle principali strategie di business nel 2017. In quasi tutti i distretti stiamo registrando una ripresa degli ordini da controparti estere, quasi un ritorno del “Made In”, anche dove negli ultimi anni si sono registrati i principali segnali negativi (mobile e calzature). Molte filiere manterranno i virtuosi percorsi di crescita (ceramica, agroalimentare e meccanica) con uno sguardo anche ai consumi interni, segnalati in sostanziale area positiva. L’effetto positivo globale si vedrà sulle insolvenze che saranno previste in ulteriore calo (-5%) a beneficio di una generale tenuta del sistema
produttivo nazionale» dichiara Massimo Reale, Direttore Rischi Euler Hermes Italia.

Glossario

Frequenza: si intende il dato che analizza il numero dei mancati pagamenti.

Severità: si intende il dato che analizza gli importi medi dei debiti insoluti.

Stampa digitale: gestire le relazioni nell’era multicanale

La fedeltà di marca non esiste, ma esiste al contrario la fedeltà ai propri bisogni. Ecco perché chi fornisce un bene o un servizio deve sempre di più conoscere i bisogni e le aspettative dei suoi clienti e, soprattutto, arrivare nel momento giusto con la sua proposta. Sfruttando tutto il potenziale della multicanalità.

La multicanalità è una rivoluzione culturale e non tecnologica. Ed è un mezzo, più che un fine, per conoscere sempre meglio i bisogni e le aspettative dei propri clienti al fine di proporre l’offerta giusta al momento giusto alla persona giusta. Facile? Niente affatto, come ha spiegato il consulente di marketing e comunicazione Alessandro Santambrogio nel suo intervento in occasione del convegno di Italia Grafica sulla stampa digitale, svoltosi lo scorso settembre; per completezza delle informazioni, riportiamo ora un estratto dell’intervento, che potete leggere per intero sulla rivista; abbiamo deciso di riportare questi interventi perché le tematiche sono attualissime.

L’intervento (dicevamo, ndr) era interamente incentrato sul modo migliore per gestire le relazioni nell’era multicanale, intitolato provocatoriamente «Tradimento e fedeltà». Prima di tutto perché bisogna partire da una considerazione capace di scuotere molte convinzioni e cioè che in realtà la fedeltà di marca non esiste e quello che esiste è soltanto la fedeltà ai propri bisogni. Se variano e il fornitore di servizi o di prodotti non ha saputo prevedere e assecondare il cambiamento, non c’è brand che tenga. «Sto parlando – esordisce Santambrogio nel suo intervento – di sentimenti, di stampa digitale e tradizionale, di amore e fedeltà. Dei sentimenti che legano le aziende ai loro clienti. E a questo punto bisogna sfatare un mito: non esiste la fedeltà di marca, nonostante le aziende investano molto in essa. Non esiste da sempre e non è stato quindi il digitale a distruggerla. Esiste la fedeltà ai nostri bisogni, a quello che cerchiamo. Possono essere tangibili o intangibili, un prodotto, un’esigenza di status, di qualità o di economicità. Solo quando queste esigenze si sposano con l’offerta di un’azienda nasce questa corrispondenza di amore e di sensi». È evidente quindi, nella visione di Santambrogio, che la relazione tra clienti e fornitori va alimentata con cura. E il modo migliore di farlo, creando vera fedeltà nel tempo, è di rispondere alle loro esigenze. «In questo senso – prosegue Santambrogio – la multicanalità è un’opportunità perché aiuta a interagire meglio nei due sensi e a moltiplicare l’offerta. Permette di raccogliere informazioni e di dialogare, ma consente anche di entrare meglio nel ciclo di acquisto, che prima della multicanalità era molto più lineare. Quando si doveva scegliere un prodotto, un consulente o un fornitore si sceglieva un set iniziale formato da A, B e C. Si faceva una scrematura e alla fine rimaneva A. All’interno di questo percorso oggi si sono moltiplicati i punti di contatto e succede che si trovi un’informazione, grazie alla multicanalità, che riguarda D, che alla fine sostituisce A. Per quest’ultimo la multicanalità è stata una iattura, ma per D che non era presente nel set iniziale delle scelte, è stata un’opportunità che ha saputo cavalcare».

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Fedrigoni Top Award: la decima edizione si concluderà il 16 marzo

«Giunti alla decima edizione di Top Award vogliamo festeggiare e, per celebrare il record raggiunto quest’anno con 1.116 progetti iscritti provenienti da tutto il mondo, abbiamo pensato a una grande esposizione che possa mostrare a pieno la creatività, l’inventiva e l’innovazione che è emersa da tutti i lavori che hanno partecipato al premio» ha dichiarato Chiara Medioli, direttore marketing Fedrigoni
Excellence in paper: tutto il meglio del graphic design internazionale in una grande mostra che celebra i dieci anni di Top Award, il premio voluto e promosso da Fedrigoni per mettere in luce la tecnica, la solidità e la raffinatezza dei progetti realizzati con le sue carte speciali. Al Museu del Disseny di Barcellona saranno infatti esposti tutti i progetti vincitori, insieme a una speciale sezione Collateral che comprende alcuni dei progetti più rappresentativi dei diversi paesi partecipanti. All’interno dei grandi spazi del museo si articola il percorso espositivo con un allestimento narrativo e multimediale capace di raccontare al pubblico la qualità dei singoli progetti, attraverso la materia che ne è protagonista e il contributo dei membri della giuria, custodi e garanti dell’altissimo livello tecnico ed estetico raggiunto.
La mostra sarà inaugurata durante la serata di premiazione del 16 marzo 2017 che vedrà la partecipazione della giornalista catalana Bibiana Balbè e rimarrà aperta al pubblico fino al 23 marzo 2017 in collaborazione con l’associazione spagnola ADG-FAD, Art Directors and Graphic Designers Association.
Il concorso ha raccolto lavori da tutto il mondo realizzati su carta Fedrigoni da designer, creativi, stampatori, editori e clienti finali prodotti tra luglio 2014 e giugno 2016 per le cinque categorie in gara.

  1. Books: libri, volumi e cataloghi d’arte;
  2. Corporate Publishing: brochure, cataloghi di prodotti, bilanci, coordinati grafici, mailing, auguri e inviti, calendari, notebooks, diari, cartotecnica;
  3. Labels: etichette di vini, liquori, alimenti di alta gamma;
  4. Packaging: scatole, astucci, shopping bag, espositori da banco, contenitori;
  5. HP Indigo Digital Printing: categoria dedicata espressamente a progetti stampati con tecnologia digitale HP Indigo.

La short list dei vincitori è stata selezionata da una giuria composta come in tutte le edizioni del premio da alcuni dei migliori talenti nel mondo della grafica e dell’editoria: Simon Esterson insieme a Xavier Bas Baslé, Jane Hyne, Thomas Manss e Petra Roth e ha compreso lavori di diversa natura che rappresentano sia importanti brand internazionali sia piccole realtà locali.

Progetti finalisti per Fedrigoni Top Award 2017

Adega Velha 6 And 12 Xo by Manufacturas Aeme, LDA, Portogallo
Animal Greeting Cards by Porigami, Rep. Ceca
Auro by nju:comunicazione, Italia
Bob Dylan. A Year And A Day by Graphicom, Italia
Fortnum & Mason’S Napolitains by Cavalieri e Amoretti Srl, Italia
Franco Battiato / Le nostre anime by Polystudio, Italia
Gls / Next Precision Marketing Poster Set by GLS NEXT, USA
Innovation Dictionary by Franziska Estudio, Spagna
Jde O To Aby O Neco Slo, Typograf Oldrich Hlavsa by Tomadesign, Rep. Ceca
Kiko Collezione “Generation Next” – Primavera 2015 by Kiko, Italia
L’Olio Di Tenute Librandi by nju:comunicazione, Italia
Mo:De 7 – The Collection by MXM Digital Service GmbH, Germania
Monia by Filippo Nostri, Italia
Tela Relaxed Tailoring Ss16 by Opero srl, Italia
Tipi di Torino by Giulia Garbin, UK
Off Black Magazine by F E Burman Ltd, UK
PIQUENTUM Sv. Vital by Etikgraf d.o.o., Croazia
Ysl. Mon Paris by Opero srl, Italia

BestinFlexo: criteri di valutazione e consigli pratici

Emilio Gerboni dà qualche consiglio pratico a chi vuole partecipare alla prossima edizione del BestinFlexo. Ecco come assicurarsi la vittoria!

«In qualità di presidente della giuria, mi sento di affermare che l’impegno dei giudici – tutti dotati di esperienza e competenza – è stato all’altezza del compito per riuscire a individuare i lavori più meritevoli in un contesto di eccellenza qualitativa. Sono quindi convinto che coloro che non hanno ottenuto un premio potranno superare la delusione e prepararsi a una nuova competizione BestinFlexo nel 2017.

In proposito mi permetto di dare qualche consiglio:

  • qualunque sia la categoria prescelta, inviate lavori con una grafica semplice e ben bilanciata con immagini che valorizzino il prodotto contenuto nell’imballo, e testi chiari e leggibili, e fate in modo che a margine dei lavori siano sempre presenti scalette di controllo nei diversi colori impiegati;
  • tenete presente che per ogni categoria si possono inviare fino a tre lavori: ciò aumenta le probabilità di accettazione e di nomination;
  • anche se non richiesto dal regolamento, allegate una prova colore utile per valutare la fedeltà di riproduzione del lavoro stampato in macchina;
  • quando ritenete che il lavoro da inviare sia stato particolarmente difficile per la tipologia del supporto impiegato o per la complessità degli elementi in gioco, evidenziate questi fattori nella scheda di accompagnamento alla voce «punti di forza del lavoro candidato»;
  • controllate che il campione da inviare presenti un registro colore perfetto su tutta l’area stampata e per le tre ripetizioni previste nella stampa in banda (non solo sui crocini di controllo laterali): i giudici eseguono un’analisi scrupolosa con l’impiego di strumenti ottici a forte ingrandimento;
  • verificate anche l’uniformità dei fondi pieni e retinati e la morbidezza delle sfumature: sono elementi fondamentali per l’accettazione dei lavori e per l’assegnazione di un punteggio elevato;
  • non limitatevi ai lavori di stampa flessografica normale, ma tenete presenti le categorie «uso combinato della stampa flexo» e «uso creativo del processo flessografico»;
  • se la vostra azienda è di piccole o medie dimensioni, non scoraggiatevi perché in diverse categorie queste aziende hanno ottenuto nomination e premi superando i grandi stampatori;
  • nel caso di lavori eseguiti su supporti ultrasottili, inviate i campioni avvolti su un nucleo di cartone o montati su un supporto rigido affinché giungano alla sede Atif in perfette condizioni, non spiegazzati.»
Il lavoro premiato come Best in Show è di Nuova Erreplast.
Il lavoro premiato come Best in Show è di Nuova Erreplast.

Racconta sempre Gerboni…

«Per i lavori ammessi nell’edizione passata, sono stati utilizzati vari criteri di valutazione della qualità di stampa tenendo conto delle peculiarità del lavoro esaminato e della tecnica di riproduzione, considerando sia l’aspetto grafico del prodotto, che quello meccanico relativo al sistema di stampa. Sono stati esaminati in particolare la riproduzione delle alte luci, il contrasto tonale, il bilanciamento dei colori, la morbidezza delle sfumature, la stesura dell’inchiostro nei pieni e la nitidezza dei testi e dei tratti. Si è inoltre tenuto conto del grado di difficoltà rispetto al supporto impiegato e alla lineatura di retino delle immagini, le caratteristiche e il numero dei colori utilizzati, il registro tra i colori e l’eventuale gestione delle irregolarità del supporto. Per quanto non d’importanza primaria, è stata data anche una valutazione dell’impatto estetico sia a livello generale sia relativamente a quanto le caratteristiche grafiche del prodotto lo rendano appropriato al suo utilizzo. Per ogni parametro sono stati assegnati punteggi da 1 a 10 in base ai quali si è ottenuta la graduatoria per determinare le nomination. A garanzia dell’assoluta imparzialità dei giudici, i lavori e le schede di accompagnamento erano privi di ogni elemento identificativo dell’azienda che presentava il lavoro, e i nomi delle aziende prescelte, e di quelle vincenti, sono stati resi noti solo durante la cerimonia di premiazione.»

Secondo i responsabili del premio, la risposta del comparto a questa iniziativa è stata superiore alle aspettative, con un centinaio di lavori iscritti alla competizione e un raddoppio rispetto all’edizione 2015. I giudici concordano nell’affermare che “il livello qualitativo dei lavori inviati è stato generalmente molto elevato ed è risultato difficile effettuare la prima scelta per escludere quelli ritenuti non idonei”».

A questo punto non resta che augurare buona fortuna per la prossima edizione!