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Le soluzioni di taglio digitali che Zünd presenterà a Viscom

 

D3

Il cutter D3, un nuovo sistema di taglio a doppio braccio per uso industriale sarà protagonista a Viscom. Con questo nuovo cutter Zünd è possibile raddoppiare di colpo la
potenzialità produttiva di materiale in funzione del contorno di taglio.
Si basa essenzialmente sulla collaudata tecnologia della serie di cutter G3, che significa massima precisione nel taglio su tutta la superficie di lavoro, massima modularità e comando di facile utilizzo. Il notevole aumento delle prestazioni del D3 si deve in particolare al nuovo sistema a doppio braccio. I due bracci, dotato ciascuno di un massimo di tre moduli diversi, tagliano in un unico passaggio. La velocità di produzione ne risulta raddoppiata in funzione del contorno di taglio.
La precisione degli azionamenti diretti, associata al modernissimo software di comando, garantisce la massima efficienza e produttività. A seconda delle esigenze, il D3 è disponibile in quattro dimensioni diverse: dal D3 L-3200 con una superficie di lavoro di 1.800×3.200 mm al D3 3XL-3200 con una superficie di lavoro di 3.210×3.200 mm.
Secondo il principio modulare, il D3 può sempre essere adattato per nuove sfide. È ossibile integrarvi facilmente nuovi utensili, moduli o sistemi per un’alimentazione e un prelievo completamente automatici del materiale. In questo modo il D3, oltre a offrire un’elevata produttività netta, permette un investimento affidabile e sicuro nel futuro e un alto mantenimento del valore.
La serie D3 è completata dal software di taglio digitale Zünd Cut Center – ZCC. Il sistema è coordinato, offre all’utilizzatore una produttività molto elevata ed è realizzato su misura delle necessità delle grandi aziende industriali.

L’ARC automatizza il cambio fresa

Zünd espone inoltre un cutter G3 M-2500 dotato di cambiafresa automatico ARC che rende
disponibili per la lavorazione fino a otto frese in un magazzino configurabile in modo versatile. Le frese vengono selezionate in modo completamente automatico in funzione del materiale. Il sistema di fresatura consente la fresatura, la lucidatura e l’incisione efficiente di alluminio, legno, plastica o materiali compositi. L’ARC aiuta l’utilizzatore a eseguire i lavori di fresatura in modo ancora più produttivo. La sostituzione completamente automatica della fresa con l’ARC aumenta ancora nettamente il grado di automazione del cutter Zünd. Il tempo necessario per la sostituzione degli utensili viene ridotto drasticamente e i tempi di attrezzamento si riducono al minimo. Lo si nota soprattutto nel disbrigo di ordini di dimensioni ridotte o ridottissime, o anche nel corso di un lavoro di fresatura complesso che per essere realizzato richiede spesso l’impiego di varie frese diverse.

Zünd presenterà i suoi cutter allo stand E01/E07 del padiglione 8.

La cantina Bisol vince gli Oscar del Vino, nella categoria Miglior Etichetta e Miglior Vino, grazie a Luxoro

 

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Lo scorso 24 aprile si è svolta a Roma la premiazione degli Oscar del Vino, l’evento più elegante del mondo del vino organizzato da Franco Maria Ricci e giunto quest’anno alla diciottesima edizione. Fra le dieci categorie premiate, una è stata dedicata alla Miglior Etichetta con Miglior Vino e ha visto trionfare la cantina Bisol, con il Conegliano Valdobbiadene Superiore di Cartizze Private 2013.

«Con la Collezione Private, abbiamo voluto riunire quattro espressioni dell’eccellenza del Prosecco Superiore: Garnei, Relio, Noso e Cartizze, il premiato agli Oscar del Vino 2016», commenta Gianluca Bisol, Presidente di Bisol. «Per questa collezione, per esaltarne l’espressione, anche in termini estetici, abbiamo scelto di vestire le bottiglie con eleganza e stile: quattro vini con quattro bracciali dalla luce e dalla tattilità uniche».

I quattro bracciali (le quattro etichette), sono stati realizzati utilizzando i materiali di nobilitazione del gruppo Kurz, azienda rappresentata in esclusiva per l’Italia da Luxoro srl. Quattro differenti foil, dalle tonalità pregiate ed eleganti, e quattro differenti cliché (prodotti da Hinderer + Muelich, azienda del gruppo Kurz), che aggiungono una nota tattile esclusiva grazie alle texture incise sulle loro superfici.

«Un vino s’inizia a bere con gli occhi», afferma Jana Kokrhanek, Amministratore Delegato di Luxoro, «È importante, perciò, che un’etichetta crei la percezione del contenuto della bottiglia. Nel caso di Cartizze Private 2013 di Bisol, la preziosità del prodotto è espressa alla perfezione dal colore dorato e dalla superficie screziata dell’etichetta. L’idea che si genera del vino è quella di una materia preziosa, autentica, ottenuta grazie alla passione e al lavoro esperto di mani sapienti, come quelle che coltivano e selezionano in modo artigianale i grappoli delle uve destinate a questo vino.»

Bisol è un nome legato intimamente alla storia del Prosecco e al territorio di Valdobbiadene sin da quando, nel 1542, la famiglia Bisol avviò l’attività vitivinicola, tramandata di padre in figlio. Un fiore all’occhiello fra i poderi della cantina è quello gestito sulla zona sommitale della collina Cartizze, il più costoso vigneto da bollicine al mondo. I vini Bisol sono apprezzati in 69 paesi: le esportazioni rappresentano oltre il 82% delle vendite e i principali mercati di destinazione sono Regno Unito, che ha addirittura sorpassato il mercato domestico, Stati Uniti, Russia e Svizzera.

Confezioni alimentari sempre più sicure e a più lunga conservazione

Dalla ricerca, spalmature innovative: la risposte alle esigenze della GDO. Un punto critico dei film impiegati nell’imballaggio alimentare è infatti la loro debole barriera ai gas, in particolare all’ossigeno. Modificando la superficie di questi materiali con l’applicazione di sottili strati protettivi è possibile conferire loro nuove proprietà rendendoli più performanti.

Il mercato del packaging è attraversato da nuove sfide connesse alle crescenti richieste dei consumatori e con l’esigenza della GDO di confezioni alimentari sempre più sicure e a più lunga conservazione. I centri specializzati di ricerca e sviluppo lavorano attivamente per rispondere a queste sfide e il mondo accademico italiano si distingue per l’eccellenza in tale impegno.

Presso il Centro Interdipartimentale per il Packaging (Cipack) costituito a Parma nel 2010 con lo scopo di fare ricerca nel settore dell’imballaggio, il Professor Angelo Montenero, direttore del dipartimento di chimica dell’Università di Parma, conduce diverse ricerche che riguardano tutti gli aspetti del packaging, dai materiali al design, alla sicurezza, alle migrazioni, alle macchine ecc. Per quanto attiene ai materiali d’imballaggio, la ricerca punta al miglioramento delle loro proprietà mediante la modifica delle superfici ottenuta con la stesa di strati con caratteristiche particolari.

Una soluzione tuttora disponibile è costituita dal film polimerico Evho (Etilene-Vinile-Alcool) che funziona come barriera all’ossigeno ma ha l’inconveniente di non essere riciclabile. Pertanto la soluzione realizzata dal Cipack consiste nell’applicare ai film mono-materiali uno strato di una speciale lacca più sottile di un micron con molecole attive in grado di preservare i contenuti dell’imballo. La lacca si presta anche alla protezione di vaschette termoformate e di contenitori cavi come bottiglie e barattoli. A tale scopo sono stati avviati contatti con un’impresa del settore imballaggi in grado di produrre, controllare e commercializzare lacche basate sulla tecnologia Sol-Gel con una capacità di produzione di circa 1.000 kg al giorno.

La tecnologia Sol-Gel è una tecnica chimica che permette di ottenere da una soluzione ibrido Organico-Inorganico mediante reazioni di idrolisi e condensazione. Le modifiche superficiali attuate con le lacche suddette, oltre ad accrescere la barriera ai gas (ossigeno, anidride carbonica e aromi volatili) controllano l’assorbimento dell’umidità e dell’etilene e sono quindi applicabili nel packaging attivo.

Spalmature antimicrobiche

Un altro interessante esempio del lavoro di ricerca del centro di Parma riguarda le spalmature antimicrobiche che contengono agenti come natamicine, lisozimi o aggregazioni di nanometalli. Questo trattamento estende effettivamente la shelf life dei cibi riducendo specialmente la formazione di muffe tipiche delle confezioni di formaggi. La natamicina è usata nell’industria alimentare come conservativo naturale, indicato come additivo con la sigla E235. L’Unione Europea approva il suo uso per la conservazione di certi formaggi e salumi dato che è particolarmente efficiente contro le muffe. Nell’applicazione della nanomicina sui film di PLA (acido polilattico) la quantità di natamicina incorporata varia tra 0,18 mg/dm2 e 0,55 mg/dm2; la maggioranza di questa sostanza non migra.

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Spalmature idrorepellenti per cartone

La protezione della carta, del cartone (e anche del legno) dall’acqua è un vecchio problema. La soluzione attualmente in uso consiste nel depositare un sottile film di polietilene sul supporto cellulosico; ma in questo caso non si tratta di un monomateriale e quindi risulta difficile il suo riciclaggio dopo l’uso. La soluzione proposta dal Cipack copia quanto avviene in natura producendo dei materiali «bio-ispirati» utilizzando l’«effetto Lotus» che permette al materiale opportunamente trattato di rimanere superficialmente inalterato (pulito) grazie alla sua elevata idrorepellenza (idrofobicità).

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Questo trattamento opera esclusivamente sulla superficie dei supporti cellulosici e previene l’eccesso di acqua in tali materiali. Il test di assorbimento su campioni di cartone da 275 g/m2 dello stesso formato con immersione in acqua per 30 secondi ha fornito i seguenti risultati:

  • il materiale non trattato assorbe acqua fino al 50% del peso,
  • il materiale con trattamento a base alcool assorbe acqua fino al 10-13%,
  • il materiale con trattamento a base acqua assorbe acqua fino al 20-25%.

Il test di schiacciamento con strumento ad anello (ring crush test) dei campioni (non trattato secco, non trattato bagnato, trattato con base alcool e trattato con base acqua) dimostra che il materiale trattato con strato a base acqua presenta una resistenza allo schiacciamento del 78%: forza (N) 97 rispetto a 124 N del materiale non trattato secco.

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Spalmature barriera all’ossigeno per materiali plastici

Utilizzando materiali ibridi basati su polimeri silicei e organici, sono state prodotte spalmature per migliorare le proprietà barriera all’ossigeno dei film per imballaggio commerciale; lo spessore dello strato è di circa 1 µm. La tabella seguente mostra i valori di permeabilità dei diversi supporti plastici trattati:

Supporti Permeabilità

cc/(m2 giorno) 23 °C, 0% UR

PET (12 µm) trattato 0,05-0,5

(standard=30-90)

Nylon-6 (20 µm) trattato 0,02-0,5

(standard=20-40)

PP (20 µm) trattato 0,5-1,5

(standard=1.500-2.500)

 

L’applicazione delle spalmature di questo tipo ai supporti biopolimerici (PLA, schiuma PLA e biopolimeri commerciali) ne migliora notevolmente la barriera all’ossigeno riducendone la permeabilità: per esempio, per il supporto biopolimero PLA (acido polilattico) non trattato la permeabilità in ambiente a 23 °C con umidità relativa 0% è di circa 500 cm3/m2 al giorno; nelle stese condizioni, il biopolimero PLA trattato presenta una permeabilità di soli 2-6 cm3/m2 al giorno. Dopo i risultati positivi ottenuti con i film plastici, i ricercatori hanno applicato le spalmature barriera all’ossigeno anche a barattoli e bottiglie in plastica: per le bottiglie in PET da 500 ml, la permeabilità di 0,030 cc/bottiglia al giorno del contenitore non trattato scende drasticamente per il contenitore trattato con strato di 2-3 µm a 0,0050 cc/bottiglia al giorno. Tale sistema è stato applicato con successo nelle confezioni di succo d’arancia in collaborazione con la Stazione Sperimentale Industria Conserve Alimentari (Ssica).

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La spalmatura con strati sottili a base acquosa, senza solventi organici, è approvata per il contatto con gli alimenti e si dimostra estremamente versatile; rappresenta quindi una nuova via per migliorare le proprietà dei materiali plastici e cellulosici offrendo nuove interessanti opportunità al mercato del packaging.

Un impianto produttivo offset di grande formato di Heidelberg per Cartotecnica Goldprint

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In seguito alla recente acquisizione del capitale di GPP Industrie grafiche, Cartotecnica Goldprint ha avviato un importante piano di investimenti per rinnovare ulteriormente le capacità di stampa a livello di Gruppo.
GPP Industrie Grafiche è un’azienda che fin dalla nascita ha rappresentato uno dei punti di riferimento nel panorama cartotecnico italiano ma che aveva recentemente vissuto significative vicissitudini che ne avevano compromesso lo sviluppo. Di conseguenza, gli investimenti nella parte nevralgica dell’azienda, il reparto di stampa offset, erano stati limitati alla conservazione del parco macchine esistente composto da quattro macchine da stampa ed un verniciatore.
In seguito all’acquisizione delle quote di GPP, l’azionista ha intrapreso un percorso di profondo cambiamento, basato in primo luogo su una riorganizzazione delle attività e del personale in tutte le aree aziendali facendo leva sulle possibili sinergie con la Capogruppo. Il nuovo socio ha infatti fin da subito improntato la gestione della nuova azienda a una logica di gruppo e ha, di conseguenza, definito un importante piano investimenti volto a un’ottimizzazione complessiva delle attività.
La revisione dei flussi produttivi di tutti gli stabilimenti nell’area stampa ha portato quindi all’importante decisione di inserire nello stabilimento di Truccazzano un nuovo impianto da stampa offset che consentisse non solo un salto tecnologico e qualitativo ma anche un forte miglioramento della produttività. La scelta dell’azienda è ricaduta su un impianto produttivo offset di grande formato.
Heidelberg Speedmaster XL 145 7LYYLX3 ha dato buoni risultati in termini di velocità di cambio lavoro, velocità produttiva, flessibilità di cambio supporti e la incredibile semplicità d’uso.
«Per noi di Heidelberg Italia», ci racconta Mauro Antonini, responsabile del mercato offset a foglio, «partecipare al programma di sviluppo del Gruppo Goldprint è un motivo di grande soddisfazione, siamo convinti della scelta tecnologiche effettuate e soprattutto sulla scelta della configurazione con le doppie torri, una tecnologia che in casa Heidelberg è considerata il top di gamma del mercato per performance e qualità. Questa tecnologia è chiave per lo sviluppo delle aziende packaging con processi produttivi industriali, poiché permette di produrre in linea ad alta velocità, senza compromessi lavori stampati con inchiostri convenzionali e verniciati con tecnologia convenzionale oppure UV, mantenendo il livello di lucido finale eccellente.»
Il nuovo impianto, che sarà operativo nei primi mesi del 2017, permetterà la sostituzione di tre dei quattro impianti stampa dello stabilimento GPP di Truccazzano e si affiancherà ai due impianti, sempre di casa Heidelberg, già presenti nello stabilimento di Cartotecnica Goldprint di Vailate.
Il nuovo piano di investimenti ha infatti portato alla recente decisione di inserire una nuova Speedmaster CD 102 6LX UV con la tecnologia UV IST di ultima generazione in sostituzione della macchina Heidelberg Speedmaster CD 102 6LX UV già esistente. La nuova macchina, più completa e produttiva della precedente, si inserirà quindi a fianco della macchina Heidelberg Speedmaster CX 102 8LX3 UV già inserita nel 2014. Questo rinnovamento del reparto stampa, unito ai precedenti investimenti nella stampa a caldo, nella fustellatura, e nella marcatura di sicurezza, testimonia la volontà dell’azienda di mantenere la propria offerta a livelli qualitativi di assoluta eccellenza diventando uno dei punti di riferimento nel packaging di lusso non solo in Italia ma anche in Europa.
Con questi investimenti il Gruppo Goldprint intende rafforzare il proprio posizionamento competitivo assicurando ai propri clienti un prodotto ancora migliore in termini qualitativi, controlli del processo di stampa all’avanguardia e tempi di risposta ancora più rapidi garantendo comunque costi competitivi.

Una nuova tecnologia di stampa firmata Komori per Formagrafica

Formagrafica, società di Carpi controllata da Coptip Industrie grafiche di Modena, specializzata nella stampa di cataloghi, riviste, etichette, astucci e packaging alimentare e cosmetico, ha acquistato la nuova macchina da stampa H-UV Komori.

Prima nel suo genere installata in Emilia-Romagna e presente con 700 modelli in tutto il mondo, questa nuova tecnologia permette di stampare a elevatissima definizione su tutti i supporti e a immissioni zero.

«Questo importante investimento», ha sottolineato Giuseppe Rovatti, presidente del gruppo Coptip Industrie Grafiche di Modena, di cui Formagrafica fa parte, «è una risorsa strategica che darà la possibilità al nostro gruppo di poter essere sempre più innovativo e competitivo, riuscendo a soddisfare anche nuove nicchie di mercato».

«Un segnale evidente», continua il presidente «della determinazione del Gruppo a continuare il suo percorso di crescita, investendo in nuove tecnologie per dare a tutti i nostri clienti prodotti altamente tecnologici e servizi all’avanguardia».

Aki Komori, presidente della Komori International Europe, ha sottolineato: «le potenzialità innovative della nuova macchina da stampa H-UV, e la decisone strategica di aver scelto Formagrafica, grazie all’elevate competenze e know-how, sono fondamentali diffondere questa nuova tecnologia in Italia».

Formagrafica conta al suo interno 23 addetti altamente specializzati e punta a raggiungere, entro il 2017, i 6 milioni di euro di fatturato.

 

Touring Club Italiano. Dalle origini al digitale… più di 100 anni di successi! Festeggiali con Acsg!

Nasce nel 1894 a opera di un gruppo di imprenditori milanesi che danno vita a un’associazione: il Touring Club Ciclistico Italiano, con l’obiettivo di far conoscere, scoprire e viaggiare l’Italia.

Cambia successivamente nome in Touring Club Italiano e ha il merito di aver inventato il turismo in Italia, grazie alle prime cartografie, alle guide, alla segnaletica e alle riviste sul turismo.

Obiettivo del Touring Club Italiano è sviluppare il turismo incentivando e sostenendo la scoperta delle bellezze artistico-paesaggistiche, la salvaguardia del patrimonio italiano di storia, arte, cultura e natura, tramite la produzione di prodotti editoriali, cartografici e riviste legate al turismo, nonché di pubblicazioni di carattere scientifico e molte altre attività.

Touring Club è il punto di riferimento nel campo dell’editoria turistica in Italia.

Dalle gloriose guide “Rosse” alle attuali guide su iPhone, dalle prime carte stradali ai navigatori, le sue pubblicazioni forniscono gli strumenti per praticare un turismo consapevole e di qualità.

Il nuovo millennio ha reso imprescindibile la presenza sul web. Ecco come TCI porta la sua centenaria esperienza tra le pagine della rete. Contemporaneamente alle attività legate ai siti è presente un’azione costante e quotidiana di diffusione di informazioni, video, eventi e notizie sui principali social network e canali di condivisione, inoltre sono state sviluppate una serie di app che permettono di sviluppare le più svariate richieste del turista.

Alla serata in Acsg verranno trattati i seguenti argomenti:

  • Cenni storici sul Touring Club Italiano
  • Le varie fasi dell’Azienda nel corso degli anni
  • Le attività del Touring Club Italiano
  • La rivoluzione digitale dell’Azienda
  • Prospettive future su stampa tradizionale e digitale

Lamberto Mancini, il direttore generale, sarà l’ospite che spiegherà le tappe del TCI fino a oggi.

LambertoMancini

Dove, come, quando

Martedì 27 settembre 2016 dalle 19 alle 22: Aggiungi al calendario questo appuntamento!

Presso l’Auditorium Pavoni dell’Istituto Pavoniano Artigianelli in via Benigno Crespi, 30, 20159 Milano (Visualizza Mappa).

Iscriviti!

Inprint Italy: la stampa industriale arriva a Milano

InPrint Italy è l’unica esposizione in Italia dedicata esclusivamente alla tecnologia di stampa industriale. Dal 15 al 17 novembre al centro espositivo MiCo Milano Congressi i principali player italiani e internazionali presenteranno le tecnologie d’avanguardia e forniranno competenze tecniche per la stampa digitale, inkjet, 3D, serigrafica e specialistica: un’opportunità unica di incontrare, professionisti di alto livello alla ricerca di nuovi processi e prodotti per la stampa industriale decorativa e funzionale.

Tre giorni di esposizione, incontri e dibattiti, che non mancheranno di ispirare il settore manifatturiero grazie alla presenza di prestazioni innovative della tecnologia di stampa industriale e all’attenzione di riguardo per il promettente mercato italiano, apprezzato nel mondo soprattutto per la stampa di interior design, tessuti e automotive. Numerose le aziende italiane espositrici, tra cui Hamamatsu Photonics Italia, INX Digital Italy, J-Teck3, Jet-Set, Marabu, Metis Systems.

La stampa industriale pervade tutti i settori produttivi, dai più tradizionali ai più innovativi, e fa parte del processo stesso di realizzazione del prodotto. Le applicazioni sono innumerevoli. Oggetti come il cellulare, la lavatrice, la lavastoviglie, la macchina, il computer, le confezioni, gli abiti, l’arredo, sono stati prodotti, anche solo in parte, per mezzo della stampa industriale. Potrebbe non trattarsi di inchiostro stampato, ma magari di silicone, che applicato con un processo di stampa industriale sull’oggetto stesso, consente ad esso di funzionare.

La stampa industriale è spesso coinvolta nella creazione e decorazione di un pavimento, di una parte tessile, della carta da parati e persino dei mobili. Per i pavimenti, ad esempio, il metodo tradizionale di stampa è rappresentato dalla stampa a intaglio. Da una parte è un metodo certamente efficace, ma dall’altro non offre flessibilità, poiché il modello è caro da realizzare e da mettere a punto; necessita di grandi produzioni, che significa stock di magazzino da vendere a tutti i costi e darà come risultato uno schema riprodotto moltissime volte. La stampa digitale, invece, può stampare su un substrato e poi essere applicato sulla superficie finale: le opportunità si ampliano enormemente e la produzione può essere on demand, eliminando il magazzino. Ciò significa che la produzione stessa diventa molto più efficiente, i prodotti possono essere realizzati su ordinazione e, non ultimo, i designer hanno maggior libertà di azione. Esemplari, ad esempio, le applicazioni che Canon Italia espone a InPrint Italy per pavimenti, tessuti, ceramiche, sugheri, insieme a quelle proposte da Xaar, specializzato in ceramiche e laminati,  e Kuei, esperto nei trattamenti dei substrati e nel finishing. Di grande interesse anche le tecnologie e le applicazioni per la ceramica proposte da System Group e TecnoFerrari. Particolarmente innovative le soluzioni per pavimenti proposte da Hymmen e Wemhoener (specializzati in macchinari per il flooring decoration) e Staedtler (per l’inchiostro).

Un altro asset applicativo della stampa industriale è rappresentato dall’imballaggio. Si pensi a tutto ciò che si consuma e al modo in cui è confezionato. Come è stato decorato? Cosa richiedono i marchi ed i rivenditori per i loro imballaggi? Che funzionalità devono avere? Come nei media più recenti, il packaging ha un valore aggiunto per i settori del marketing e del processo di distribuzione. Un confezionamento intelligente aiuta il marchio a vendere più unità. Cosa deve offrire la confezione in funzione di ciò che mangiamo o beviamo? Un tipo di confezione innovativa vende di più. Con l’innovazione di inchiostri speciali per la serigrafia su prodotti di lusso e la tecnologia del “direct to shape”, questo settore è sempre più interessante e positivo per l’industria. Tra gli espositori più interessanti, specializzati nella stampa direct to shape, Martinenghi, Heidelberg e Tonejet.

Il mercato consumer è cambiato e va in direzione di una interazione tra le necessità innovative di produzione e un settore relativamente maturo come la tecnologia della stampa digitale. In altre parole, il digitale è diventato così avanzato in un numero sufficiente di aree di applicazione, per potersi posizionare come una ‘nuova opzione’ per la produzione.

 

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Bail-in: uno strumento che si utilizza nei confronti di tutti i creditori non garantiti

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I decreti in tema di prevenzione e gestione delle crisi delle banche e delle imprese d’investimento sono entrati in vigore il 16 novembre 2015 (data della loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Leggi dello Stato), mentre le disposizioni in materia di bail-in sono divenuti applicabili dal 1 gennaio 2016.

Con i decreti legislativi n. 180 e 181 del 16 novembre 2015 è stata data attuazione nel nostro ordinamento alla direttiva n. 2014/59/UE (c.d. Banking Resolution and Recovery Directive, «BRRD» ovvero Direttiva che istituisce un quadro di risanamento e risoluzione degli enti creditizi e delle imprese d’investimento), la quale ha previsto una normativa armonizzata in tutta l’Unione Europea in tema di prevenzione e gestione delle crisi delle banche e delle imprese d’investimento.

I decreti sono entrati in vigore il 16 novembre 2015 (data della loro pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale delle Leggi dello Stato), mentre le disposizioni in materia di bail-in sono divenuti applicabili dal 1 gennaio 2016. A qualche mese dalla sua entrata in vigore, chiariamo alcuni concetti.

Il legislatore europeo ha voluto istituire delle regole che costringessero i Paesi Membri dell’Unione Europea a trovare soluzioni alle crisi bancarie mediante la nomina di autorità di risoluzione che possano, in caso d’insolvenza, esercitare poteri d’intervento e gestione della crisi.

I poteri di vigilanza si sostanziano nell’obbligo da parte delle banche vigilate di predisporre periodicamente dei piani di risanamento

1) volti a superare situazioni che potrebbero portare l’impresa in una situazione di rischio d’insolvenza e quindi a ristabilire l’autosufficienza finanziaria;

2) volti ad affrontare le crisi di liquidità in maniera da ridurre al minimo i rischi di contagio finanziario.

Nel caso in cui le nominate autorità di risoluzione valutino che i piani di risanamento prospettati dalla banche siano insufficienti a ristabilire il corretto funzionamento dell’attività dell’istituto di credito e, sempre che vi sia un pubblico interesse a intervenire, provvederanno a mettere in pratica il piano di risoluzione prospettato attraverso:

  1. Cessione di ramo d’azienda;
  2. Trasferimento di ramo d’azienda a un ente ponte;
  3. Trasferimento degli attivi deteriorati in una cosidetta bad bank;
  4. Bail-in di azionisti e creditori non garantiti.

Nel caso in cui gli strumenti di risoluzione menzionati ai punti 1), 2) e 3) risultino inefficaci, le autorità di risoluzione applicheranno il bail-in. Tale strumento di risanamento della crisi che si utilizza nei confronti di tutti i creditori non garantiti (azionisti, obbligazioni e depositanti), consiste nella conversione in capitale o nella svalutazione fino a zero del valore nominale dei crediti o dei titoli di debito della banca.

Il bail-in consiste nella conversione in capitale o nella svalutazione fino a zero del valore nominale dei crediti o dei titoli di debito della banca.

Il bail-in colpirà prima gli azionisti, per i quali la svalutazione o la conversione delle azioni può significare alternativamente

a) la cancellazione delle azioni esistenti (quindi inesistenza delle azioni e perdita dell’intero capitale investito);

b) la conversione di strumenti di capitale di nuova emissione a valore nominale fortemente ridotto (quindi riduzione drastica del capitale investito in azioni).

Qualora tali soluzioni siano insufficienti per la risoluzione della crisi, i provvedimenti di risanamento riguarderanno prima i titoli subordinati senza garanzia (obbligazioni) e successivamente i conti correnti -per la parte eccedente € 100.000,00 – appartenenti alle grandi aziende e quindi alle persone fisiche e alle piccole e medie imprese.

Con riferimento ai depositi si precisa che il bail-in si applicherà – sia alle imprese che alle persone fisiche – soltanto alla parte non garantita che supera l’importo di € 100.000,00, in quanto il Fondo interbancario di tutela dei depositi garantisce i depositi fino all’importo di € 100.000,00 per depositante e per banca.

La tutela del Fondo, pertanto, prevede che ove uno stesso soggetto abbia intestati più conti correnti presso la stessa banca, gli importi depositati sui diversi conti correnti si sommerebbero e la garanzia concernerebbe il limite massimo di € 100.000,00; ove vi siano più cointestatari di un medesimo conto corrente, la garanzia applicata sarebbe di € 100.000,00 per ogni cointestatario; ove invece uno stesso soggetto abbia conti correnti in diversi istituti di credito, si applicherebbe la garanzia di € 100.000,00 per ogni banca. Sarebbe pertanto consigliabile che le imprese – ove avessero liquidità superiore ad € 100.000,00 – depositassero le somme su conti correnti di diversi istituti di credito in modo da non avere mai sui conti un importo superiore ad € 100.000,00, affinché il bail-in non possa essere applicato nei loro confronti.

Sono esclusi dall’ambito di applicazione del bail-in:

            i depositi di importo inferiore a € 100.000,00;

            le passività garantite, inclusi i covered bond (titoli di credito emessi da una banca o altro intermediario caratterizzati da un profilo di rischio molto basso ed elevata liquidità il cui rimborso – in caso di fallimento della banca emittente – è assicurato dalla possibilità di rivalersi su crediti fondiari e ipotecari e sui crediti delle Pubbliche Amministrazioni);

            le passività derivanti dalla detenzione di beni della clientela o in virtù di una relazione fiduciaria (come il contenuto delle cassette di sicurezza);

            le passività interbancarie (esclusi i rapporti infragruppo) con durata originaria inferiore a sette giorni;

            le passività derivanti dalla partecipazione ai sistemi di pagamento con durata residua inferiore a sette giorni;

            i debiti verso i dipendenti, i debiti commerciali e quelli fiscali purché privilegiati dalla normativa fallimentare.

In considerazione dell’applicazione della normativa sul bail-in risulta necessario che gli investitori facciano estrema attenzione, al momento della sottoscrizione degli investimenti prospettati dalla banca, ai rischi che questi comportino e quindi

            valutino attentamente la solidità finanziaria della banca di cui sono clienti o di cui si vorrebbero detenere azioni o altri titoli di proprietà;

            si informino preventivamente sull’applicabilità o meno del bail-in agli strumenti finanziari che andrebbero a sottoscrivere.

La banca

Dal canto suo la banca dovrebbe offrire alla clientela al dettaglio innanzitutto certificati di deposito coperti dal Fondo di garanzia in luogo delle obbligazioni soggette a bail-in e riservare gli strumenti di debito diversi dai depositi agli investitori più esperti, fornendo un’informazione dettagliata al momento del collocamento di titoli di nuova emissione.

La normativa del bail-in è stata creata per consentire il salvataggio della banca stessa non più facendo ricorso al «paracadute» pubblico (bail-out), bensì a risorse interne dell’istituto di credito stesso.

Si è ritenuto che le banche possano assumere sempre maggiori rischi nel caso in cui siano certe di poter ricorrere a un aiuto pubblico nel caso di crisi; in quanto qualora gli investimenti abbiano esiti positivi, i profitti saranno destinati ai privati, qualora al contrario abbiano riscontri negativi, le perdite verranno poste a carico delle Stato e quindi di tutti i contribuenti.

Qualora invece le banche dovessero ricorrere a risorse interne all’istituto e quindi dei propri clienti (azionisti, obbligazionisti o depositanti), sarebbero più cauti nel loro operato, essendo il loro lavoro e gli investimenti prospettati, sottoposti a un vaglio attento e sensibile della clientela.

Certo è che non saranno tutti i contribuenti a pagare in caso di crisi come nel caso del bail-out, ma una moltitudine di lavoratori che con i loro risparmi andranno a risanare la crisi degli istituti di crediti.

Si ritiene che il passaggio dal bail-out al bail-in non risolva in maniera radicale l’azzardo morale delle banche, le quali comunque non opererebbero il loro risanamento con risorse proprie, bensì dei loro clienti più sprovveduti o dei clienti di minor grandezza a cui non profilerebbero soluzioni alternative che possano di fatto eludere l’applicazione del bail-in.

Gerarchia del bail-in

  1. azioni e strumenti di capitale

  2. passività subordinate (es. obbligazioni subordinate)

  3. altre passività non garantite (es. obbligazioni senior)

  4. deposito delle grandi imprese limitatamente all’importo che eccede € 100.000,00

  5. depositi delle persone fisiche e PMI limitatamente all’importo che eccede € 100.000,00

Condizione di salute dei maggiori istituti di credito

Istituto Bancario CET1 (%)
Banca Popolare di Vicenza 6,80
Veneto Banca 7,12
Banca Popolare di Sondrio 10,14
Unicredit Banca 10,53
Gruppo Banco Desio 10,60
Mediobanca 11,00
Banca Sella 11,13
Banca Popolare di Milano 11,35
Credito Valtellinese 11,40
Banca Popolare dell’Emilia Romagna 11,50
Deutsche Bank 11,50
Monte Dei Paschi di Siena 11,70
Credem 11,77
Banca Carige 12,20
Gruppo Bancario Banco Popolare 12,30
Che Banca! 12,45
Ubi Banca Popolare Commercio e Industria 12,90
Intesa San Paolo 12,40
Banca Generali 13,40
Banca Ifigest 14,625
Gruppo Banca Ifis 15,34
Unipol 17,60
Banca Mediolanum 18,50
Fineco 20,79

Si precisa che più l’indicatore è elevato, maggiore dovrebbe essere la solidità dell’istituto, ovvero la capacità di affrontare eventuali crisi; il livello sotto il 9% non è considerato sufficiente, e sotto l’8% è assolutamente a rischio. La lista sulla situazione di salute delle banche è stata fornita dalla Banca d’Italia.

HP compra le stampanti e fotocopiatrici di Samsung

È un accordo che vale 1.05 miliardi di dollari, ma soprattutto che nasce con l’obiettivo di portare un’ondata di rinnovamento in un segmento, quello delle stampanti multifunzione, da molti considerato consolidato.

HP acquisirà infatti il business nel mercato printing di Samsung, in una operazione la cui chiusura è prevista entro i prossimi dodici mesi.

Le stampanti e i brevetti Samsung

Samsung, riconosce HP, ha creato negli anni un solido portafoglio di MFP in formato A3 in grado di coniugare le performance delle fotocopiatrici con la semplicità d’uso delle stampanti, con un concetto progettuale che limita a un massimo di 7 il numero delle parti sostituibili e dunque semplifica al massimo l’operatività della macchina, riducendo di conseguenza i costi operativi.
Non solo.
In virtù di questa acquisizione, negli asset di HP entrano anche 6.500 brevetti nel mondo printing e una squadra di 1.300 ricercatori con esperienze nell’ambito delle tecnologie laser, dell’imaging, dei ricambi e degli accessori.

Cosa farà HP

HP intende integrare i prodotti Samsung, caratterizzati per altro anche da un approccio mobile first/cloud first con le prossima generazione di tecnologie PageWide, con l’obiettivo di creare un nuovo portafoglio di offerta caratterizzato dall’innovatività e garantire anche ai partner una ulteriore occasione per entrare con decisione nel mercato del managed print service, con uno shift del loro modello di business da transazionale a contrattuale.
Per quanto riguarda l’ambito delle laser, dove HP ha da anni una importante collaborazione con Canon, la nota ufficiale precisa che da questa acquisizione non può che uscirne rafforzata, trovando nuova linfa per svilupparsi.

Per il ceo di HP, Dion Weisler, questa acquisizione, la più grande fatta da HP nel segmento printer, è in linea con la logica che è stata alla base della separazione di Hewlett Packard in due società distinte: garantire a ciascuna delle due la possibilità di investire e crescere nei propri mercati di riferimento.
E gli investimenti che HP sta facendo nel mondo del printing, incluso anche il lancio della sua prima stampante 3D, sono la dimostrazione di quanto questo business sia significativo per lei.

Un nuovo format per il Creativity Day 2016 di Milano e Reggio Emilia

logo-2016

A settembre le tappe di Milano e Reggio Emilia vedranno gli speaker lavorare con i partecipanti in una serie di coinvolgenti workshop, questo format è stato pensato per consentire ai partecipanti di approfondire le tematiche preferite lavorando fianco a fianco con gli speaker.

Quando: a Milano il 27 settembre e Reggio Emilia il 30 settembre 2016.

A Milano Jose D’Alessandro, della Luiss Business School, condividerò le sue esperienze in materia di innovazione, mentre a Reggio Emilia sarà Marco Calzolari, fondatore di Agile Reloaded, a parlare di Human Experience Design.

Il programma della giornata è diviso in tre macro aree tematiche: “Innovazione, comunicazione e business”, “Developing e making” e “Illustrazione, grafica e design”, ciascuna composta da interventi e workshop di approfondimento*.

Tra gli speaker attesi per la tappa milanese si segnalano Nicola Bigi, co-fondatore di Tiwi con il suo intervento sui video branded content, Laura Cattaneo, digital design director de Il Sole 24 Ore, che parlerà di customer journey, Francesco Marino, direttore di Digitalic, e il team di Nerdo che condividerà le proprie best practice per realizzare un portfolio efficace.

A Reggio Emilia Gianluca Diegoli, consulente e pubblicista affermato, ci parlerà delle peculiarità del mercato e-commerce per il mobile; Francesco Fullone di Ideato spiegherà come gestire un budget tra integration, deploy e delivery; Ray Oranges, illustratore di fama internazionale, ci racconterà come lui sviluppa un’idea a partire dal processo creativo.

Dopo una mattina coinvolgente il format prevede numerosi workshop di approfondimento, che dalle 15 alle 17,30 consentiranno ai partecipanti di confrontarsi con gli speaker dell’evento.

Tra i workshop:

-Design e Sviluppo di BOT (come svilupparli, inserirli nelle piattaforme digitali e integrarli ai modelli di interaction design) a cura di Andrea Trento – Adobe Community Leader, entrepreneur e Senior technical consultant

-Il video e la progettazione 3D con Cinema 4D a cura di Stefano Bertelli – Matte painter, 3D artist and photo basher

-La Customer Journey dal punto di vista dello sviluppo ed in abbinamento allo story map e al domain map a cura di Fabio Ghislandi – Agile coach presso Agile Reloaded

-La content strategy e lo story listening con il Future Content Lab a cura di Alberto Maestri e Francesco Gavatorta, rispettivamente Senior consultant per OpenKnowledge e Strategic planner, storyteller per Instant Love

-La Metodologia BEM (Block Element Modifier) spiegata da Marco Zampetti (UX designer, Frontend developer, Junior PM per Cantiere Creativo), per imparare a scrivere un codice più comprensibile, più fruibile in team e più duraturo nel tempo

-Il content design e il copywriting, un laboratorio a cura di Valentina Falcinelli – Direttore creativo presso Pennamontata – in cui sarà spiegato come far innamorare i visitatori di un sito Web già dal primo sguardo

-Contenuto, strategia e strumenti: cosa determina un’esperienza digitale vincente, a cura di Michela di Stefano – Graphic designer, sulle novità del mercato in materia di pubblicazione mobile e sulla realizzazione di un progetto digitale efficace con Twixl Publisher.

Tutti i dettagli dell’evento sul sito.

* I programmi completi delle giornate e maggiori informazioni sugli speaker delle due tappe del Creativity Day 2016 sono disponibili ai seguenti link: Milano e Reggio Emilia