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Fespa Digital: Brett Martin presenta la sua gamma di substrati

Brett Martin presenterà al settore della stampa e dell’esposizione la sua più recente gamma di lastre piane. I visitatori potranno così toccare con mano i substrati prodotti dall’azienda, come per esempio la gamma in schiuma di PVC (Foamalux White, Foamalux Colour, Foamalux Ultra e Foamalux Xtra) e la gamma di lastre trasparenti (Marlon FS Polycarbonate, Marpet-g FS PETg, Marpet-a FS aPET e Marcryl Acrylic), una delle più ampie e assortite disponibili in Europa.

Uno dei principali marchi di lastre in schiuma di PVC, la gamma Foamalux, occuperà un posto d’onore nello stand Brett Martin. Leggere, versatili e altamente resistenti, si sono guadagnate un’ottima reputazione grazie alla grande qualità dimostrata in un’ampia gamma di applicazioni nel settore della cartellonistica, dell’esposizione e della stampa.

La gamma include quattro opzioni diverse: Foamalux White, un substrato in PVC per la stampa diretta di colore bianco brillante, disponibile in spessori da 1 a 24 mm, con un’eccellente stabilità ai raggi UV per la stampa digitale; Foamalux Colour, disponibile in una gamma di 15 colori brillanti che include gli innovativi rosa neon, verde neon, lampone e nero lucido; Foamalux Ultra, una resistente lastra rigida in schiuma di PVC con una finitura a brillantezza elevata e disponibile in bianco e in altri 6 colori per un effetto finale incredibilmente sofisticato; e Foamalux Xtra, prodotta in schiuma di PVC riciclata, che include un’anima nera compressa tra due superfici di PVC vergine bianco che consente di ottenere finiture sensazionali, anche grazie alle nuove versioni che includono il nero e il bianco-nero-bianco, entrambe da 19 mm.

Il primo prodotto della gamma è Marlon FS Polycarbonate, una lastra termoplastica dalla lunga durata. Disponibile in spessori da 0,75 fino a 15 mm e dimensioni fino a 2.050 mm, queste lastre forniscono una resistenza agli impatti 200 volte superiore a quella del vetro, ma alla metà del peso. Il carattere flessibile e l’eccezionale trasparenza ottica di Marlon FS Polycarbonate rendono questo prodotto ideale per la realizzazione di espositori, coperture di poster e insegne luminose.

Marpet‐a FS aPET è la nuova linea di lastre in poliestere amorfo a elevato grado ottico lanciata da Brett Martin. Combinando elevata trasparenza e solidità a resistenza chimica e proprietà antincendio, queste lastre sono il prodotto ideale per applicazioni piane e con piegatura a freddo. Le lastre sono disponibili in spessori da 2 a 4 mm e trovano applicazione in moltissimi settori, dal commercio al dettaglio (cartellini dei prezzi, espositori POP, elementi per negozi), alla cartellonistica (coperture di poster, light box).

Un altro substrato per cartellonistica, espositori ed elementi per negozi è Marpet‐g FS PETg, un poliestere amorfo e non cristallizzante, che consente una grande facilità di fabbricazione, riscaldamento e formatura sotto vuoto, senza sbiancarsi o produrre crepe. La versatilità di questo substrato (può essere facilmente tagliato, perforato, stampato digitalmente o serigrafato) consente la creazione di innumerevoli forme ed è disponibile in spessori da 0,75 a 12 mm.

Marcyl FS Acrylic è infine una lastra con finitura ad alta brillantezza e dall’aspetto simile al vetro, caratteristiche che la rendono idonea per le applicazioni in cui è richiesta una finitura impeccabile che aumenti il valore aggiunto del prodotto. Disponibili in spessori da 2 a 10 mm, le lastre sono ideali per la realizzazione di espositori, porta opuscoli e sistemi per punti vendita, oltre a elementi per negozi e light box.

«Allargare gli orizzonti della quotidianità per realizzare prodotti originali e all’avanguardia»

Da sinistra Enrico Damiani, responsabile commerciale di Grafiche Martintype, Giovanni Re, community manager di Roland DG, Aldo Vespasiani, direttore del settore telecomunicazioni e Ict della Selta, Giuseppe Damiani, amministratore di Grafiche Martintype e Sabatino Faraone, amministratore del Gruppo Faraone Architetture Trasparenti.
Da sinistra Enrico Damiani, responsabile commerciale di Grafiche Martintype, Giovanni Re, community manager di Roland DG, Aldo Vespasiani, direttore del settore telecomunicazioni e Ict della Selta, Giuseppe Damiani, amministratore di Grafiche Martintype e Sabatino Faraone, amministratore del Gruppo Faraone Architetture Trasparenti.

La XII edizione del progetto Culturale Artintype: un evento diventato un must legato alla presentazione del Calendario delle Grafiche Martintype che quest’anno, in pieno stile talk show, ha raccontato «l’Arte e l’Industria» come nuovo modello di sviluppo aziendale attraverso le parole degli attori principali, Giuseppe Damaini delle Grafiche Martintype, Carlo Tagliaferri della Selta, Sabatino Faraone del Gruppo Faraone, Giovanni Re della Roland, ovvero i rappresentanti delle aziende, attraverso la contaminazione delle opere dei ragazzi dell’Accademia Dell’Aquila.

Punto centrale del progetto Artintype è da sempre la collaborazione con le più prestigiose Accademie e Scuole d’Arte d’Italia. Sono stati invitati, lo scorso 16 gennaio, i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila che, dopo l’eccezionale esperienza del progetto «Sismografie» legata al terremoto del 2009, tornano con nuovi, intriganti lavori. «La scelta si riallaccia alla tematica di quest’anno, in quanto le opere riprodotte sono calcografie e come tali riassumono, in una sorta di compendio riepilogativo, quanto di più rappresentativo ci possa essere del connubio tra creatività artistica e pratica produttiva. I lavori di Chiara Salvini, Alexandra Koroleva, Luca Eleuteri, Zhang Yuru, Lorenza Cialini, Grazia De Laurenriis, Monica Di Felice, Gino Chiarizia e Alessandro Paolone sono quanto di meglio l’Accademia propone in fatto di artigianalità e di creatività» spiega il Prof. Valter Battiloro e il Prof, Fabio di Lizio, docenti di incisione che hanno invitato gli stessi artisti a parlare e a illustrare le loro opere esposte per l’occasione nella sala.

Un progetto nato 12 anni fa con uno scopo: quello di ricerca e valorizzazione nuovi protagonisti e caratteri dell’arte contemporanea e metterli in relazione con la realtà produttiva del territorio. Questo obiettivo l’ha raggiunto diventando ogni anno sempre più un evento di spessore e di contenuto. Giuseppe Damiani parte da queste riflessioni per annunciare come Artintype da protagonista è diventato promotore del rapporto tra Arte e Industria «vogliamo coinvolgere attivamente le aziende in questo progetto, in questo percorso di crescita, allargare e rendere Arte in Type, un progetto “itinerante” sviluppando la nascita di tanti “Arte in …”, per una comunicazione sempre più coinvolgente. L’azienda che vuole emergere, ha il dovere di fare comunicazione, ed è ancora più significativo poterlo fare attraverso l’arte e la cultura […]».

Sabatino Faraone, amministratore sottolinea come «è difficile trovare il connubio tra Arte e Industria perché sono due realtà con tempi ed esigenze diverse, ma noi del Gruppo Faraone vogliamo fondere queste realtà realizzando prodotti di design che creano emozioni. Le nostre architetture vengono installate in ambienti d’arte proprio perché non esiste forma più pulita e originale di una opera d’arte che quindi si può abbinare a un manufatto che enfatizza la trasparenza».

«Il programma Artintype 2016 trova nella sensibilità di Selta un interlocutore attento e interessato per varie ragioni. Il design si è storicamente fatto carico di affrontare questa difficile battaglia, e l’artigianato artistico può trovare in questa frontiera produttiva nuovi spazi operativi e grandi possibilità strategiche». Questo il pensiero del dott. Carlo Tagliaferri della Selta, il quale, nonostante fosse impossibilitato a essere presente, ha condiviso il suo pensiero attraverso la voce del giornalista Tony Zitella che ha moderato il dibattito e gli interventi.

Giovanni Re della Roland ha focalizzato l’attenzione su come oggi sia sempre più richiesto un prodotto unico e personalizzato e che questa unicità del prodotto sia possibile solo attraverso la fusione tra industrialità e l’artigianato: «allargate gli orizzonti della quotidianità per realizzare prodotti originali e all’avanguardia». È questo il consiglio che il Manager della Roland ha dato ai ragazzi presenti che si affacciano al mondo del lavoro.

Enrico Damiani, Responsabile Commerciale dell’azienda Martintype, spiega come è cambiato il modo di fare comunicazione, come sia sempre più necessario per un’azienda realizzare progetti di comunicazione integrata, una metamorfosi che porta a sviluppare un marketing fatto di relazioni e di identità. «Arte, industria, innovazione sono le parole chiave che contraddistinguono il progetto Artintype 2016. Un connubio possibile e Artintype l’ha concretizzato mettendoli in dialogo in questa XII edizione».

Quest’anno ha incontrato anche il favore di molte istituzioni, tra le quali il Comune di San Benedetto del Tronto, Colonnella, Martinsicuro, Unione di Comuni della Val Vibrata e la provincia di Ascoli Piceno i quali hanno accordato il Patrocinio in virtù del valore culturale e sociale dell’iniziativa e dimostrando come il progetto sia sempre di più radicato nel territorio.

BBM prima in Italia a installare una Kolbus DA 270

Bookbinder’s Board Manufactors di Rho (Mi), azienda fondata 40 anni fa da Giuseppe Locatelli e produttrice di copertine per il libro cartonato, ha concluso di recente l’installazione di una copertinatrice Kolbus DA 270 da 65 batt/min. Si tratta della terza macchina di questo tipo acquistata da BBM dal 2011 e in questo caso è stata unita anche una solcatrice NM 100, dedicata alla preparazione dei cartoni destinati alla realizzazione dei box nel packaging di qualità. La DA 270 consegnata a BBM, oltre alle usuali caratteristiche, presenta un nuovo interessante accessorio, confidenzialmente chiamato in Kolbus “Ines”. Si tratta di un dispositivo che taglia automaticamente in macchina gli angoli della tela a 45 gradi per la preparazione delle copertine convenzionali oppure fustellandoli per la produzione di copertine ad angoli tondi. «La macchina» spiega Tiziano Locatelli, figlio di Giuseppe e con lui alla guida dell’azienda insieme alla madre, Maria, e alla sorella Serena «ha la peculiarità di fustellare direttamente la carta per l’esecuzione di copertine con angoli tondi direttamente in un passaggio. Non è la nostra prima Kolbus, ma di certo questa è la prima macchina per noi attrezzata con una stazione in più in grado di svolgere tale tipologia di lavoro. Inoltre rappresenta la prima installazione in assoluto in Italia, mentre a livello europeo solo un’altra azienda tedesca l’ha opzionata».

Tipografia San Martino: una Kodak Nexpress al momento giusto per costo e qualità

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Nata nell’82 in provincia di Reggio Emilia, Tipografia San Martino è un’azienda che nel tempo ha saputo coniugare abilmente l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti del mercato proponendo, grazie a un team aggiornato e professionale, servizi di stampa a tutto tondo. In questi giorni l’azienda è salita agli onori della cronaca perché di recente ha messo a regime una nuova Kodak Nexpress SX3300, un importante investimento che segna l’inizio di un nuovo modo di pensare la produzione, un investimento che permette alla tipografia di commutare la stampa dall’offset al digitale delle tirature comprese tra le 1.000 e le 1.500 copie. Senza perdere in alcun modo in qualità. «Al nostro interno» spiega a Italia Grafica Stefano Caffagni, socio imprenditore insieme all’amico Alfredo Lugli «avevamo già piccole macchine digitali a integrazione dell’offset e quindi per noi questa tecnologia ha sempre rappresentato una prospettiva importante. Qualcosa insomma da tenere d’occhio. Fino a oggi però non eravamo riusciti a concretizzare l’acquisto di una macchina digitale da produzione principalmente per una questione di convenienza economica: il rapporto tra costo della macchina e costo dei materiali e costo delle tirature permetteva la produzione al massimo di 300 copie. E quindi la stampa in offset risultava di gran lunga più conveniente. Oggi, invece, la Kodak Nexpress, ma anche gli altri modelli suoi concorrenti (si pensi a Xerox o Hp) riesce a essere performante perché ha innalzato il punto di rottura tra l’offset e il digitale, collocandosi tra le 1.000 e 1.500 copie, mentre si è ridotto al contempo il costo della macchina stessa e dei consumabili».

Una macchina completa

«Quindi» prosegue Caffagni «nella primavera del 2015 abbiamo scelto la Kodak Nexpress SX 3300 perché la qualità di stampa è davvero vicina a quella dell’offset: oltre alla quadricromia, Kodak offre il quinto colore Light Black HD che garantisce una qualità tale da rendere superfluo per noi specificare nei preventivi se la stampa sia realizzata in offset o in digitale. Anzi, in certi casi la qualità è addirittura superiore: per esempio nelle carte naturali e non patinate, attualmente molto richieste dalle agenzie e dagli studi grafici, la Nexpress stampa con un gamut colore molto vicino a quello delle carte patinate e allo standard Iso europeo di riferimento per l’offset. Questo significa che possiamo servire l’esigente clientela del settore dell’abbigliamento e delle ceramiche (l’azienda in effetti sorge tra i rispettivi distretti industriali di Carpi e Sassuolo, n.d.a.), oltre che soddisfare la domanda proveniente dall’ambito biomedicale e meccanico-agricolo. E se fino a ieri era per noi impensabile stampare su supporti particolarmente materici e al tatto molto gradevoli, oggi grazie a questa macchina è possibile. Il quinto colore, inoltre, permette di ottenere toni continui più omogenei, toni grigi e neutri più realistici. E così tutte le copie che prima erano lavorate dalle 35×50 offset sono state dirottate su questa macchina. Del resto questo era il nostro progetto da tempo: chiudere definitivamente una parte della produzione offset implementando un sistema digitale competitivo ed eccellente nella qualità di stampa. Inoltre, la Kodak Nexpress SX3300 offre il formato 35×100 cm che ci consente di produrre in digitale molti tipi di stampati: cataloghi in A4 in brossura filo refe, depliant a quattro o tre ante, copertine per cataloghi con bandelle. Insomma, si tratta di un formato versatile che forse ha rappresentato il quid in più di Kodak rispetto ai modelli, pur validissimi, di altri costruttori. Ultima, ma non ultima la precisione di registro: abbiamo utilizzato la Kodak Nexpress SX 3300 per personalizzare alcuni stampati in offset con elementi a incastro lavorati in digitale che dovevano essere a registro perfetto. Ebbene tale perfezione di registro tra offset e digitale è stata ampiamente raggiunta».

Nuove risorse e nuovi progetti

«Nel luglio del 2015» precisa Caffagni «è avvenuta l’installazione, ma la produzione vera e propria è iniziata a settembre. Si tratta di un impianto complesso che richiede in ogni caso la presenza di un professionista. Un personale preparato è l’unico in grado di “estrarre” da questa macchina il vero valore aggiunto con prodotti davvero sorprendenti. Del resto, è necessario modificare anche l’approccio di chi fa questo mestiere al mondo del digitale: parliamo di macchine che offrono una qualità elevata solo se sono affiancate dalla bravura dell’operatore. In altre parole: in tipografia il fattore umano rimane dirimente. Nel nostro caso l’unione del capitale umano e tecnologico ci ha permesso, circa un anno e mezzo fa, di inaugurare un sito e-commerce, mybrochure.it, su cui vendiamo stampati speciali e particolari, prodotti di comunicazione sfiziosi, anche in piccole quantità. Questa iniziativa ci permette di occupare una nicchia interessante con una macchina innovativa (si veda il discorso sul formato di cui sopra), con prezzi super competitivi e con la possibilità di conseguire buoni margini di crescita in assenza di concorrenza. Benché la Kodak Nexpress SX 3300 serva perfettamente anche il progetto e-commerce di mybrochure.it, è bene sottolineare che questo investimento è stato pensato precipuamente per sostituire una parte della produzione in offset. Un investimento che, considerando un arco medio di quattro anni, è stimabile intorno ai 600mila euro tra manutenzione e varie altre voci di costo. Anche in questo caso, è importante sapere che l’investimento nel digitale è ben diverso rispetto a quello su impianto offset: quando si acquista una macchina offset si compra solo la macchina perché tutti gli altri materiali sono gestiti da altri fornitori. Per il digitale non è così: quando si sceglie la stampa digitale si sposa in un certo senso una causa, una modalità diversa di pensare la stampa, in cui è richiesta una diversa cura e attenzione nella gestione dei file e del colore. Ecco perché anche l’ammontare di un investimento deve essere calcolato diversamente».

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Da sinistra: Paolo Caffagni, Marco Lugli, Stefano Lugli. Paolo è figlio di Steafano Caffagni (l’intervistato) e Stefano e Marco (i figli del socio Alfredo Lugli).

Isia Faenza è in linea con l’Europa: il 92% dei laureati trova lavoro a quattro mesi dal titolo di studio

Roberto Ossani (foto di Raffaele Tassinari).
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Si è conclusa l’annuale indagine statistica sulla popolazione dei laureati Isia di Faenza condotta coi dati al 31 dicembre 2014.

I risultati sono davvero incoraggianti, in assoluta controtendenza con i dati divulgati da Eurostat, 15 giorni fa, sui laureati italiani del 2014.

Secondo Eurostat solo un ragazzo italiano su due (il 52%) trova lavoro entro tre anni dalla laurea, mentre tra i laureati di secondo livello Isia di Faenza (cioè quelli che terminano il percorso di studi di cinque anni) trova lavoro ben il 92,3% a un anno dal titolo, con un tempo medio di attesa per arrivare al primo contratto, di soli quattro mesi.

Insomma IsiaA di Faenza sembra essere più in linea con la media europea dei laureati occupati, che è all’80,5% e in particolare con la Germania, la cui percentuale degli occupati laureati è del 93,1%.

Il dato è singolare. Nonostante la crisi economica, l’occupazione dei laureati Isia con il passare degli anni è in aumento. Nel 2012 era all’76%, nel 2013 al 73%.

Disegno libero
Disegno libero

Altro dato interessante emerso dalla statistica è la tipologia di contratto. Scompare la collaborazione a progetto o occasionale e resistono tre forme: tempo indeterminato per il 42%, tempo determinato per il 33% e libero professionista per il 17%.

I settori sui cui i neodiplomati trovano impiego è per il 33% il design di prodotto, per il 42% il graphic design, per e il 25% altri settori.

Anche le mansioni sono di responsabilità: per il 44% progettano all’interno di un team e il 38% possiede autonomia progettuale. Solo il 19 % svolge attività subalterna con qualche grado di responsabilità.

Il 67% degli impiegati è soddisfatto del suo stipendio e lo considera equo, mentre il 33% lo giudica basso. In generale le previsioni e le valutazioni per il futuro sono abbastanza buone: il 42% sostiene che sono promettenti all’interno dell’azienda, il 25% risponde «promettenti fuori dall’azienda», mentre il 25% pensa che «non ci siano prospettive, ma che andrebbe bene se continuasse così» (sono i casi per esempio degli insegnanti), solo l’8% ha risposto che è un ripiego.

«Questi dati sono naturalmente molto incoraggianti – spiega Roberto Ossani, direttore Isia Faenza – e testimoniano un modello formativo di eccellenza, forse più vicino alle Hochschule tedesche che alle università italiane. Un modello che – se ci guardiamo indietro – non è altro che l’ultima versione della Bottega rinascimentale: gli allievi imparano dai maestri, e imparano facendo sperimentazione e ricerca.»

Gli Isia continuano il loro percorso didattico avvicinandosi sempre più ai temi del design etico invitando a Faenza uno dei massimi esperti in ergonomia e design far all per inaugurare il nuovo anno accademico.

Luigi Bandini Buti è docente in Ergonomia in Italia e all’estero.
Luigi Bandini Buti è docente in Ergonomia in Italia e all’estero.

Sarà Luigi Bandini Buti a inaugurare il 21 gennaio, alle 18, il nuovo anno accademico con una conferenza dal titolo «La diversità è una risorsa».

Bandini Buti è docente in Ergonomia in Italia e all’estero. Nel 1996 è stato fra i primi italiani a essere accreditato Ergonomo Europeo dal Cree (Center for Registration of European Ergonomists). Recentemente ha pubblicato tre libri sull’ergonomia applicata alla progettazione di ambienti e prodotti.

Quale sarà il futuro del design e del progetto architettonico? Sarà nell’utilità o piuttosto nello stupore? O non sarà per caso nell’utile stupore?

Da queste domande comincerà la dissertazione di Bandini Buti.

«Il Design for All nasce – spiega – dalle esigenze delle fasce deboli ma si afferma come mezzo per il progetto per tutti: non per i disabili, ma anche per i disabili. Non è quindi uno dei tanti modi per ospedalizzare il mondo, ma è una disciplina che cerca di renderlo più utile e più bello per tutti. Dico che “la diversità è una risorsa” perché è finito il tempo in cui l’esigenza prima della produzione era la standardizzazione più o meno spinta e la diversità doveva essere negata in favore dell’omologazione. Oggi si dà per scontato che l’oggetto funzioni, ma si vuole anche che l’oggetto sia gradevole e sia adeguato ai bisogni, alle esigenze e alle capacità di chi dovrà, potrà, vorrà usarlo. Il Design for All si propone quindi come una disciplina in grado di fornire mezzi e metodi adatti a rispondere all’innovazione, alle esigenze dei tutti e di essere al contempo profondamente etica. In questo è la sua attualità».

L’incontro è aperto a tutti. Introducono Anty Pansera, Presidente Isia Faenza e Roberto Ossani, Direttore.

Lo stesso giorno, giovedì 21 gennaio, dalle 11 alle 13, il direttore, gli insegnanti e gli alunni saranno a disposizione di scuole, studenti e genitori per illustrare l’attività didattica e le opportunità lavorative offerte dall’università faentina.

Gli Isia (Roma, Urbino, Firenze, Faenza, a cui recentemente si è aggiunta Pescara) – concepiti da Carlo Giulio Argan e fondati dalla metà degli anni Settanta – rappresentano gli enti pubblici di formazione, nel campo del design, tra i più qualificati in Italia.

Un particolare modello formativo che mette in relazione l’idea al fare, con una particolare attenzione riservata, da sempre, all’aspetto etico e responsabile della progettazione, attraverso insegnanti che sono professionisti attivi nel mondo del lavoro e scambi diretti con il territorio e le sue aziende. L’Isia di Faenza ha tenuto collaborazioni con imprese ed enti di primo piano del territorio nazionale e ha in attivo scambi Erasmus con più di venti università europee. Questo garantisce ai suoi allievi una elevata percentuale di occupazione professionale, coerente con il corso di studi.

Info: corso Mazzini 93, aula magna, ore 18, ingresso libero. Per informazioni: 0546/22293; www.isiafaenza.it.

Volumi stabili nel primo semestre 2015 di Bobst Group

Bobst Group ha registrato un buon primo semestre 2015, nonostante l’euro debole. Le vendite ammontano a 524,7 milioni di franchi svizzeri (479, 39 milioni di euro) per il semestre, rispetto ai 560,5 milioni di franchi svizzeri (512,9 milioni di euro) dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto degli effetti valutari negativi, le vendite sono rimaste stabili. Il risultato operativo (Ebit) è sceso di 9,8 milioni, a 10,3 milioni di franchi svizzeri (9,4 milioni di euro), per effetto della debolezza dell’euro. Il risultato netto migliora a 10,4 milioni, rispetto ai 3,9 milioni dell’anno precedente. Le prenotazioni sono in crescita del 11% e il portafoglio è del 16% superiore rispetto allo stesso anno palco.

Prospettive

Il Gruppo si aspetta di assistere a una buona domanda in Europa e Nord America. L’Asia dovrebbe migliorare dopo un lento inizio anno, mentre il Sud America rimarrà a domanda bassa a causa di un contesto economico difficile. A cambi correnti, e salvo imprevisti, il Gruppo è fiducioso di raggiungere vendite nell’intero anno di 1,25-1,30 miliardi e un risultato operativo margine superiore al 5% e un margine sul risultato netto superiore al 3%. Il Gruppo continua ad attuare la sua strategia: innovare, aumentare la propria presenza nei mercati in crescita, per incrementare le prestazioni dei suoi servizi e per migliorare l’eccellenza operativa.

Il Gruppo Pro-Gest chiude il 2015 con ottimi risultati

L’amministratore delegato di Pro-Gest, Bruno Zago.
L’amministratore delegato di Pro-Gest, Bruno Zago.

Numeri al di sopra delle stime per Pro-Gest, la holding della famiglia Zago, che chiude il 2015 superando gli obiettivi del piano industriale. Il gruppo numero uno in Italia nella produzione di carta, cartone, imballaggi e packaging annuncia gli ottimi dati di bilancio, caratterizzati da un fatturato consolidato per il 2015 pari a 450 milioni di euro, con un incremento del 27% anno su anno rispetto ai 354 milioni del 2014, e da un Ebitda di 81 milioni di euro, in crescita quindi di oltre il 20% rispetto ai 67,5 mln dello scorso anno.

I buoni risultati raggiunti sono anche l’esito della messa a regime di alcuni grandi investimenti fatti nel corso dell’ultimo biennio, tra cui l’acquisizione degli stabilimenti di Modugno e di Carnate e l’affitto di due importanti aziende cartarie toscane: la Ondulati Giusti di Altopascio e il Cartonificio Fiorentino di Sesto Fiorentino, attive nella produzione di fogli di cartone. «L’impianto di Modugno», dichiara l’amministratore delegato, Bruno Zago, «ha già raggiunto il punto di break-even e stimiamo possa crescere a doppia cifra nel 2016, mentre Carnate sta concludendo una significativa ristrutturazione e il prossimo sarà l’anno della svolta, grazie anche a una collocazione immobiliare diversa e più efficiente». Entrambi gli stabilimenti hanno già contribuito in maniera significativa al fatturato di Trevikart che passa da 66 milioni nel 2014 a 86 milioni (+30%) di euro nel 2015, in parte ricavati dalle acquisizioni e in parte frutto della crescita degli stabilimenti storici».

Il Gruppo Pro-Gest, che ha fatto dell’integrazione la propria forza, conta al proprio interno molte realtà attive nella variegata produzione della carta e che spaziano dal macero fino alla realizzazione degli imballaggi, sia per le destinazioni di packaging industriale che per gli usi alimentari. Esportandone, soprattutto in quest’ultimo settore, oltre il 90%.

Linzbach ritorna al timone di Heidelberg

Gerold Linzbach, Ceo e direttore delle risorse umane di Heidelberg.
Gerold Linzbach, Ceo e direttore delle risorse umane di Heidelberg.

Con l’inizio del 2016 il Ceo e direttore delle risorse umane di Heidelberg, Gerold Linzbach, è tornato al lavoro dopo una lunga assenza per malattia. Linzbach, che nel 2012 ha preso il posto dell’allora amministratore delegato, Bernhard Schreier, con il mandato di invertire la tendenza che aveva preso la società, era malato da sette mesi.

Nel luglio dello scorso anno, il direttore finanziario, Dirk Kaliebe, era intervenuto ad interim come chief executive. Nel mese di agosto 2014, il costruttore tedesco ha annunciato un’importante riorganizzazione delle sue attività di post-stampa, uscendo da alcuni mercati e provvedendo al taglio centinaia di posti di lavoro.

Oggi Heidelberg ha annunciato un aumento del fatturato nel primo semestre dell’esercizio in corso: le vendite ammontano a 1,16 miliardi di euro rispetto ai 996 milioni del corrispondente periodo dell’anno precedente.

Mimaki per l’arredamento e il soft signage per interni

La nuova stampante inkjet Mimaki TS500P-3200.
La nuova stampante inkjet Mimaki TS500P-3200.

Mimaki annuncia il lancio per febbraio 2016 della inkjet superwide format TS500P-3200, stampante roll-to-roll a sublimazione da 3,2 metri.

Sognare in grande e in largo. Il settore delle decorazioni per interni sta crescendo, come afferma Mike Horsten, General Manager Marketing Emea presso Mimaki Europe: «La richiesta di comunicazioni in tessuto per interni sta aumentando rispetto alla stampa a solvente su PVC. Ciò è dovuto in parte alla flessibilità del tessuto che consente al designer di essere particolarmente creativo e immediatamente reattivo alle tendenze del mercato. Mimaki è entusiasta di poter offrire questa soluzione per rispondere alle richieste di questo settore. Non è possibile arrestare l’immaginazione, e questa tecnologia darà prova che non si debba smettere di stamparla».

Pensata su misura per la tendenza in crescita della personalizzazione con produzione locale. 

«I sistemi di stampa inkjet on-demand vengono utilizzati sempre più per la produzione di indumenti a scapito dei tradizionali sistemi analogici, vista la loro capacità di fornire rapidamente una stampa di bassi volumi e con mix elevato», afferma Mike Horsten. «Tutto è iniziato con il settore della moda che ha sfruttato i vantaggi della stampa digitale on-demand per le quantità variabili e su misura. Abbiamo osservato questo trend in crescita anche per la decorazione di interni e l’arredamento. Il cambiamento non si limita al metodo di produzione, ma anche alla sua ubicazione. I siti di produzione si spostano da sedi remote a basso costo verso aree urbane più vicine ai consumatori. Riteniamo che questa tendenza si estenderà alla produzione di tessuti di grandi dimensioni per l’arredamento di interni, dalle tende alla tappezzeria e anche alla biancheria da letto. Personalizzazione e consegne in ritardo non possono andare d’accordo».

Flessibile, economico e verde. L’ inkjet TS500P-3200 per formati super-wide presenta un nuovo tipo di testa di stampa per garantire una produttività ad alta velocità fino a 180 m2/ora. Sono presenti 12 teste disposte in tre file sfalsate studiate per rilasciare gocce di inchiostro ad alta velocità e per garantire il posizionamento corretto anche con una distanza elevata delle teste dal supporto. Caratteristica fondamentale per ottenere risultati di stampa ottimali anche su carte transfer sottili e a basso costo.

La funzione anti banding MAPS4 (Mimaki Advanced Pass System 4), brevetto Mimaki, è garanzia di una stampa ancora più bella. Inoltre, il sistema Auto Media Feeder (AMF), di nuova progettazione, consente mantenere la qualità di stampa elevata anche alla massima velocità, grazie all’alimentazione stabile della carta.

Infine, il soft signage di grande formato è rispettoso dell’ambiente, non emette composti organici volatili dopo la stampa, aiuta a ridurre le emissioni di CO2 ed è leggero e semplice da trasportare perché è facilmente ripiegabile.

La stampante Mimaki TS500P-3200 offre numerosi vantaggi:

  • la larghezza stampabile super-wide da 3,2 metri è pratica per la stampa transfer a sublimazione su tessuti particolarmente larghi come le tende, la biancheria da letto e altri tessuti di arredamento per interni;
  • velocità di stampa di 180 m2/ora per produttività elevata;
  • innovativa testa di stampa e nuovo sistema di alimentazione materiale per garantire alta velocità e qualità su supporti con larghezze fino a 3,2 m;
  • AMF è in grado di gestire supporti con larghezze fino a 3,2 metri e 130 kg di peso ed è in grado di mantenere un’alimentazione stabile per ottenere una stampa di alta qualità;
  • Sistema per la riduzione delle increspature del supporto durante la stampa che consente alta velocità su carta di larghe dimensioni;
  • software RIP ad alte prestazioni TxLink3 Lite per la massima flessibilità, dalla gestione del volume di inchiostro per colore e alla realizzazione di motivi per lunghe tirature senza interruzioni da un’unica immagine (inclusi motivi ripetuti o speculari).

La stampa in continuo è consentita anche dall’unità di verifica degli ugelli (NCU) che rileva e pulisce automaticamente gli ugelli ostruiti, mentre il sistema di ripristino degli ugelli (NRS) utilizza solo i canali in buone condizioni per sopperire a quelli eventualmente ostruiti. Contenitori di inchiostro molto ampi per stampare in continuo lunghe tirature in tutta tranquillità.

La nuova stampante inkjet Mimaki TS500P-3200.
La nuova stampante inkjet Mimaki TS500P-3200.

HP per la decorazione di ambienti

HP presenta all’Heimtextil HP WallArt Suite, una facile e innovativa esperienza per il Web-to-print, progettata per aiutare i piccoli e i medi provider di servizi di stampa (PSP) nella decorazione di ambienti.

Questa tecnologia è stata creata esclusivamente per la gamma di stampanti HP Latex per andare incontro alla crescente domanda di integrazione di e-commerce fra PSP e clienti. Si tratta della prima soluzione fornita da HP per integrare tutto il flusso di lavoro, dalla progettazione ai preventivi, fino agli ordini del cliente, in un unico ambiente.

«I nostri clienti PSP hanno espresso la necessità di avere software semplici, convenienti e intuitivi, che facilitino la stampa e la comunicazione con i loro utenti», ha affermato Joan Perez Pericot, Worldwide Marketing Director, Large Format Printing, HP Inc. «Con la nuova HP WallArt Suite, i PSP e i loro clienti potranno gestire tutto, dalla progettazione alle informazioni sugli ordini in tempo reale online».

Le caratteristiche di HP WallArt Suite includono:

  • Interfaccia migliorata, intuitiva e facile da usare, personalizzata nello specifico per i client finali;
  • Dashboard aggiornata, progettata per gestire al meglio gli ordini dei clienti;
  • Integrazione Web facile;
  • Quattro app Web gratuite HP Wall per la decorazione;
  • Accesso a diverse fonti di contenuti come Fotolia, Pattern Design, Instagram e Dropbox.

Quest’annuncio rappresenta il primo di molti che si basa sulla visione strategica di HP di essere la prima piattaforma open per il mercato del large-format che permette l’integrazione di app relative a diversi contenuti digitali con lo sviluppo di nuove applicazioni.

HP all’Heimtextil 2016

Presso lo stand HP (padiglione 4, stand C15) saranno esposte opere di design di Robin Sprong, che ha sviluppato la carta da parati nell’area adibita alla produzione, della designer Agustina, che ha progettato il concept dell’area HP Latex dedicata al proofing, e della designer Victoria Dvorzhanska, vincitrice del «Best Digital Wallpaper Design» nel 2015, la quale esporrà la sua opera premiata. L’area hospitality è stata creata dallo studio di interior design Eque y Seta.