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Il corso ITS per sistemi informatici, virtualizzazione e cloud computing

Il progetto, cofinanziato dal Miur, con rilascio di diploma di Istruzione Tecnica Superiore, è progettato, realizzato e sviluppato in partnership con Cefriel, Assolombarda, Vodafone, eForHum insieme ad altre realtà formative e centri per l’impiego del territorio lombardo.

Il corso forma un tecnico che unisce competenze tradizionali in ambito system e network adminsitration a competenze innovative per l’installazione e gestione di architetture IT per datacenter virtualizzato, indispensabili per l’implementazione di servizi di cloud computing.

eForHum sarà responsabile dell’area ICT con i programmi Cisco Academy, VMware Academy, EMC Academic Alliance Premium Program e Linux Professional Institute.

Il percorso prevede 1.200 ore di formazione e 800 ore di stage, finalizzato all’inserimento lavorativo presso aziende del settore.

Le selezioni si terranno i giorni 12 e 23 novembre presso Cefriel Politecnico di Milano via Fucini 2 alle ore 9,30.
Per maggiori informazioni e iscrizioni visita il sito.

 

Il gruppo JK è stato acquisito da Dover

Il Gruppo JK Spa sarà acquisito dalla Dover Engineering Systems, segmento commerciale della Dover Corporation. JK continuerà ad agire in modo indipendente all’interno della piattaforma Printing & Identification di DES.

JK è tra i principali produttori di inchiostri digitali innovativi e materiali di consumo per il mercato tessile digitale. JK serve la propria clientela mondiale attraverso i tre marchi indipendenti: Kiian Digital, J-Teck3 e Sawgrass Industrial. JK è primario protagonista nelle tecnologie della sublimazione e degli inchiostri a pigmentato per la stampa tessile. JK ha sede legale a Novedrate (CO) e produzioni in Italia, Cina e USA.

Alberto De Matthaeis, amministratore delegato di JK Group, ha commentato: «Il gruppo JK mantiene da lungo tempo una meritata reputazione per il servizio ai clienti e l’innovazione tecnologica nel mercato tessile; crediamo che la nostra acquisizione da parte di Dover rafforzerà la nostra posizione e la portata su scala globale. JK e Dover condividono l’obiettivo di spingere la crescita del mercato della stampa digitale offrendo ai clienti le migliori soluzioni possibili».

Il post-stampa non ha più il ruolo della Cenerentola

La rilegatura post-stampa e la finitura nei settori della stampa commerciale, dell’imballaggio, dell’industria grafica per insegne e cartelloni e altri settori saranno una delle principali attrazioni di drupa 2016. Come si dice: non è finita finché non è finita… e per molte aziende, vi sono ancora numerose opportunità importanti per migliorare la produzione e la produttività e per ridurre i costi nei reparti post-stampa.

Tutti i segmenti del settore stanno affrontando sfide simili. Tirature più brevi, tempi di commercializzazione più rapidi, contenuti in più versioni e variabili – sebbene ogni segmento presenti sfide leggermente diverse, tutti devono fare i conti con queste sfide e di conseguenza, si indirizzano sempre più verso un flusso di lavoro più digitale. Sebbene si sia data una particolare attenzione ai vantaggi della stampa digitale, anche le tecnologie analogiche – offset e flessografiche in primis – si stanno muovendo verso flussi di lavoro che traggono vantaggio da tempi di allestimento più rapidi, meno scarti e punti di intervento minori nel processo di produzione.

Alon Gershon, manager of Workflow Solutions di HP Indigo.
Alon Gershon, manager of Workflow Solutions di HP Indigo.

Alon Gershon, manager of Workflow Solutions di HP Indigo, ha sottolineato che «I processi di finitura – sia la configurazione che il processo in sé – spesso richiedono molto tempo, molta manodopera e portano a un’elevata dipendenza da operatori competenti, sono suscettibili di errori e generano scarti di lavori costosi.» La sfida per gli stampatori e i trasformatori di imballaggi è l’adozione di operazioni di post-stampa in grado di superare questi limiti e arrivare all’efficienza della produzione.

La prestampa e la stampa hanno già tratto vantaggio da tecnologie che accelerano il lavoro lungo il processo di produzione, ma per numerose aziende i processi di post-stampa rappresentano ancora una fase complicata, forse l’ultima barriera nel processo di trasformazione dall’analogico al digitale. Yoshihiro Oe, General Manager Export, Europe and Africa Business Alliance presso Horizon, ha commentato che «Molti clienti si stanno ancora concentrando principalmente sull’investimento nelle aree di prestampa e stampa e meno sulla finitura: questa è una sfida che dobbiamo affrontare.»

Riteniamo tuttavia che l’atteggiamento stia cambiando rapidamente e che vedremo numerosi sviluppi in occasione di drupa 2016 verso la trasformazione dei processi di poststampa in operazioni efficienti quanto il resto del flusso di lavoro di produzione nonché verso un interesse maggiore da parte degli utenti finali per questi sviluppi.

«Tradizionalmente, la post-stampa è stata sempre considerata come la Cenerentola tra le tecnologie, data per scontata, sottovalutata e ignorata. Ma con la riduzione delle tirature di stampa e la maggiore pressione dei tempi di produzione, gli sviluppi nell’automazione e nell’integrazione della tecnologia post-stampa stanno diventano sempre più importanti dato che gli stampatori si rendono conto che le più recenti tecnologie di finitura non solo sono in grado di eliminare i colli di bottiglia nella produzione, ma anche di generare nuove opportunità. Non ho dubbi sul fatto che i titoli di testa di drupa 2016 saranno dominati dalle tecnologie digitali, ma gli stampatori più aggiornati affolleranno i padiglioni della post-stampa perché sanno che è lì che potranno osservare nuovi modi per liberare il potenziale del digitale,» Darryl Danielli, caporedattore di PrintWeek con sede nel Regno Unito.

Iniziate pensando alla fine

È necessario prendere in considerazione sin dall’inizio del processo di progettazione e produzione il modo in cui un lavoro verrà finito. Le imposizioni che sono più efficienti per il foglio stampato potrebbero non essere ugualmente efficienti nel processo post-stampa dato che ogni attrezzatura per finitura richiede un’imposizione unica e queste due efficienze devono essere ben bilanciate per garantire un flusso di lavoro fluido con generazione minima di scarti.

E infine, l’automazione è la chiave di tutto. Per numerose aziende, si registra già un’automazione significativa nel processo di prestampa e stampa, ma meno in quello di rilegatura. La configurazione manuale della macchina può richiedere tempi lunghi ed essere suscettibile di errori, e spesso richiede operatori con competenze specifiche e la produzione di elementi in surplus per bilanciare gli scarti. Nella misura in cui è possibile automatizzare la configurazione della macchina sulla base d’informazioni di job ticketing, codici a barre, segni di stampa e simili, sarà meno probabile che si commettano errori, il numero di articoli stampati in surplus potrà essere ridotto sensibilmente e sarà necessario l’impiego di operatori meno qualificati nell’area di post-stampa.

«In questo periodo non conviene essere uno stampatore di prodotti standardizzati, nemmeno sul breve termine, e le soluzioni post-stampa a valore aggiunto rappresentano un’ottima maniera per uscire dal mercato dei prodotti standardizzati,» Jerry Sturnick, Xerox Finishing Business Manager.

Xerox ha rivestito un ruolo chiave nell’ambito dell’automazione della finitura sin dall’introduzione della sua innovativa stampante di produzione DocuTech nel 1990 e dallo sviluppo della sua Digital Finishing Architecture (DFA) che include ora configurazioni esclusive a doppia modalità che consentono alla stessa soluzione di finitura di supportare flussi di lavoro sia online che offline. Sturnick comunica che Xerox ha raccolto negli ultimi 3 anni un portafoglio diversificato di partner di finitura. «Osserviamo che circa un terzo del volume di pagine stampate digitalmente viene finito in linea, mentre gli altri due terzi vengono sottoposti a finitura offline,» aggiunge. «È per questo motivo che abbiamo introdotto un’alimentatore a doppia modalità in occasione di drupa 2012, che impiega la stessa interfaccia DFA per indirizzare i fogli alla finitura in linea o offline senza modifiche necessarie al software.» Xerox sta ampliando le proprie iniziative di automazione e collaborazioni nell’ambito della finitura, spostandosi oltre il tradizionale ambiente di alimentazione a foglio verso la stampa inkjet di produzione e gli imballaggi.

Un altro esempio eccellente di automazione di flusso di lavoro durante la post-stampa è l’azienda Benson Integrated Marketing Solutions con sede in Georgia (USA), che elabora oltre 200 lavori al giorno. Peter Xierten, Director of Systems and Information Technology, ha affermato che «Risparmiare dai tre ai cinque minuti per lavoro sulla configurazione di taglio consente di guadagnare dalle due alle tre ore al giorno sui tempi di taglio. Lavoriamo ora con un operatore che copre un unico turno (da quando abbiamo adottato una soluzione di automazione della finitura di HP), mentre prima avevamo bisogno di due taglierine in funzione tutto il giorno, due turni e straordinari.»

La modularità aumenta la flessibilità

È inoltre importante sottolineare che numerosi rivenditori di soluzioni di finitura, in particolare negli ambienti transazionali, di direct mailing e di stampa commerciale, tra cui MBO, Mueller Martini e Horizon, offrono soluzioni di finitura modulare che possono essere configurate in corso d’opera quando la produzione richiede modifiche. Una simile strategia si traduce in una maggiore flessibilità, in un migliore utilizzo delle risorse e in un ROI migliore per gli investimenti nel post-stampa.

MBO è un esempio eccellente di modularità in azione. L’azienda offre un’ampia gamma di moduli individuali ma compatibili che sono mobili e interscambiabili, per consentire la creazione di una divisione di finitura realizzata su misura. L’azienda descrive anche una «strategia di parcheggio», con una sbobinatrice e uno sheeter. Lance Martin, Director of Sales di MBO per l’America Settentrionale, ha affermato che «Con questa base, uno stampatore deve acquistare solo i moduli necessari per un dato lavoro. Si tratta di un modello ideale per gli stampatori che prevedono una crescita poiché l’aggiunta di moduli al «parcheggio» di base è molto più conveniente che l’acquisto di nuove soluzioni complete. Con diversi moduli a disposizione, uno stampatore ha bisogno solo di portare i moduli in posizione per creare sistemi di produzione di finitura in un unico passaggio.»

Sebbene alcune di queste sfide e tendenze oltrepassino i limiti di segmento, ciascun segmento possiede anche le proprie caratteristiche individuali.

I signori della posta

Il direct mailing non scomparirà nel breve termine. E sebbene le comunicazioni transazionali abbiano registrato un declino in numerose regioni negli ultimi tempi, nemmeno queste ultime scompariranno tra breve.

Nonostante tutto il clamore che accompagna il marketing digitale e gli investimenti che i marchi stanno effettuando nei supporti digitali, persino tra i consumatori più giovani, il 92% afferma di preferire il direct mailing per prendere decisioni di acquisto, mentre il 67% dei consumatori in totale ha espresso una preferenza in tal senso. E stando a Pitney Bowes, il 76% delle piccole aziende afferma che la sua strategia di marketing ideale comprende una combinazione di stampa e comunicazione digitale.[2]

Nel segmento del direct mailing, l’automazione è fondamentale, sia dal punto di vista dei costi sia per evitare errori. Oltre alla configurazione automatica dell’inseritore, osservate anche i sistemi di ispezione e di creazione di report in tempo reale come quelli di Ironsides Technology, Videk e altri, che stanno acquisendo un ruolo sempre più importante.

Sia le mail transazionali che il direct mailing hanno già registrato un considerevole livello di automazione ma c’è ancora margine per aumentarlo. Un ottimo modello in tal senso è Capita Document & Information Services con sede nel Regno Unito, che ha adottato un sistema di mailing totalmente automatico, con interventi ridottissimi degli operatori. Capita ha scelto di lavorare con Ironsides Technology per adottare la tracciabilità della produzione automatica, con una soluzione a ombrello in grado di integrare il flusso di lavoro end-to-end su tutta la piattaforma di produzione oltre ad abilitare il controllo di qualità e la creazione di report in tempo reale. Questa soluzione combinata ha consentito a Capita di raggiungere il proprio obiettivo di una tracciabilità completa, dalla composizione fino alla preparazione finale per l’accesso al circuito postale. E gli operatori raramente toccano i pacchetti postali, anche quando sono necessarie ristampe. I responsabili delle operazioni sanno esattamente dove si trova ogni pagina nel processo di produzione in un momento dato, consentendo una gestione molto più efficiente del processo di produzione complessivo.

Nobilitazione di alto valore

Indipendentemente dalla tecnologia di stampa utilizzata, si registra un numero crescente di soluzioni di nobilitazione digitale che aggiungono valore al prodotto stampato finale assieme a tempi di commercializzazione ridotti, minore produzione di scarti e nobilitazione conveniente per tirature medio-brevi. E il loro valore viene sempre più apprezzato da acquirenti e associazioni di settore. La nobilitazione ad alto valore rappresenta un modo per «demercificare» la stampa, mitigando le decisioni di acquisto basate sul prezzo.

Am Greetings

Highcon con sede in Israele è stata da poco insignita del prestigioso premio InterTech Award for Technology Innovation 2015 della Printing Industries of America per la sua macchina di taglio, cordonatura e fustellatura digitale per la conversione di carta, etichette, scatole piegabili e microscanalature, presentata a drupa 2012. Boutwell Owens è stato il primo trasformatore di imballaggi in Nord America ad adottare la soluzione Highcon. Oltre ad abilitare una produzione conveniente di piccole tirature e ad accelerare i tempi di commercializzazione, questi tipi di soluzioni digitali aprono nuove possibilità ai proprietari dei marchi, ai progettisti, agli stampatori e ai converter.

«Se per anni si è lavorato con un progettista strutturale a cui era stato detto che non era possibile fare determinate cose, oggi invece tutto è possibile e non ci sono più limiti. La strada è aperta, non siamo più limitati da strumenti e costi. Le persone possono fare cose che non avevano mai immaginato prima!» Ward McLaughlin, CEO Boutwell Owens.

Altri fornitori che offrono soluzioni di nobilitazione a valore elevato abilitate al digitale comprendono la famiglia Scodix di stampanti per ottimizzazione digitale che offre l’aggiunta post-stampa di stampa in rilievo a densità variabile e ora anche l’incisione digitale e MGI con opzioni di rivestimento e incisione. Altri, come Kama, Therm-o-Type, Hunkeler e Standard Finishing, offrono soluzioni di fustellatura e perforazione ottimizzate per basse tirature. Kama offre inoltre opzioni di stampa a caldo, stampa a rilievo e ologrammi a registro per un valore aggiunto ancora superiore.

I produttori di stampanti digitali come Canon, EFI, HP Indigo, Kodak, Ricoh, Xeikon e Xerox stanno collaborando con questi fornitori di soluzioni post-stampa per offrire fustellatura laser, verniciatura e altre operazioni in linea e non sviluppate per basse tirature o singole copie nonché per quantità di produzione di medio volume. Inoltre, le stampanti digitali di queste aziende possono anche offrire toner trasparenti che fungono da agente di verniciatura oltre ad aggiungere un tocco in più alle immagini.

Tutte queste possibilità contribuiscono al valore generale della stampa, migliorando l’aspetto degli articoli stampati con finiture lucide, satinate o opache, goffratura digitale, tagli innovativi, incisione e altri effetti speciali. Se la stampa in sé spesso può essere considerata una merce comune, l’aggiunta di questi tipi di nobilitazioni speciali aumenta il valore della stampa, consente di attirare maggiormente l’attenzione dei destinatari e può aiutare i venditori a diffondere il loro messaggio in un modo che è difficile ottenere con i mezzi digitali.

A drupa 2016 cercate questi fornitori e molti altri che esporranno soluzioni di nobilitazione avanzate a valore aggiunto ottimizzate per soddisfare i requisiti dei settori emergenti e aspettatevi di trovare moltissime elementi di innovazione in questo ambito.

Perfezione per gli imballaggi

Anche i trasformatori di imballaggi stanno traendo beneficio dai flussi di lavoro digitali. Le tecniche di fustellatura e finitura digitali esposte in precedenza, in associazione alla stampa digitale, stanno consentendo ai trasformatori di offrire non solo imballaggi finiti in piccoli lotti ma anche simulazioni e campioni più rapidi ed economici spesso realizzati usando gli stessi supporti e processi di stampa che verranno impiegati per il prodotto finale.

Si registra anche un numero in crescita di plotter da taglio di rivenditori quali Esko, Mimaki e Zund, sviluppati per la produzione rapida di tirature ridotte di merci finite per l’impiego come prodotto finale o come campioni/simulazioni per i settori dell’imballaggio, della stampa commerciale e dell’industria grafica per insegne/cartelloni. Queste aziende offrono inoltre software sofisticati, come l’i-Cut Suite di Esko, nonché serie di strumenti che accelerano la configurazione e rendono tali strumenti più facili ed efficienti da usare.

Jef Stoffels, Director Corporate Marketing Esko.
Jef Stoffels, Director Corporate Marketing Esko.

«Come sembra dimostrare la continua crescita di queste soluzioni, la capacità di offrire finiture rapide e precise per singoli articoli o per basse tirature è diventata un’esigenza standard nel settore dell’industria grafica per una vasta gamma di applicazioni,» Jef Stoffels, Director Corporate Marketing Esko.

Alcuni fornitori di soluzioni di imballaggi, come Bobst, stanno rivolgendo la loro attenzione a una maggiore efficienza e a tempi di allestimento ridotti per etichette, materiali flessibili, astucci pieghevoli, applicazioni in materiali ondulati e alla capacità di integrazione con altri sistemi già installati presso i trasformatori. La recente acquisizione da parte di Bobst di una quota di maggioranza di Nuova GIDUE, un’azienda che ha iniziato nel 2000 a introdurre soluzioni digitali per il settore di etichette e imballaggi, è un chiaro segnale delle sue future intenzioni. Aspettatevi di vedere questa tendenza proseguire e accelerare. Guardate come queste aziende si spostano a monte. Per esempio, la relazione annua di Bobst del 2014 contiene questa affermazione che getta una luce ulteriore sulle strategie del futuro: «Dal punto di vista delle soluzioni digitali per imballaggi, nel 2015 installeremo macchine pre-serie per stampa digitale presso stabilimenti di produzione di cartoncino ondulato.»

E cercate produttori di macchine da stampa per spostarvi ulteriormente a valle nel processo di produzione. Per esempio Heidelberg ha definito un accordo di esternalizzazione con il produttore cinese Masterwork Machinery nel 2014, che ha portato nello stesso anno allo sviluppo di una nuova taglierina e ad aggiunte alla sua linea piegatrice-incollatrice.

Libri e oltre

La stampa di libri rappresenta un settore in cui il digitale ha registrato un impatto significativo, per quanto riguarda stampa e finitura. Numerosi stampatori di libri hanno adottato la tecnologia di stampa inkjet di produzione che sostituirà i volumi stampati con l’offset, in particolare man mano che la qualità di tali sistemi aumenta assieme alla gamma di supporti funzionali. Le linee digitali per la rilegatura di libri hanno fatto passi da gigante. Per esempio, all’inizio di quest’anno, in occasione di Hunkeler Innovationdays, Hunkeler ha presentato la sua soluzione intelligente per la produzione di libri a basse tirature. Tutto inizia con un pre-incollaggio con colla a freddo del blocco del libro per evitare lo scivolamento man mano che il blocco procede nel processo di rilegatura. Le dimensioni dei libri vengono adattate in modo dinamico, in modo che ciascun libro prodotto possa presentare una dimensione e uno spessore diversi. I libri incollati vengono quindi inviati a una rilegatrice senza cuciture, che può essere ottenuta presso diversi fabbricanti. Questo è solo uno degli esempi delle soluzioni di rilegatura avanzate ora disponibili per gli stampatori di libri.

Un’altra soluzione di Horizon è quella di impilatura per le stampanti digitali B2 che converte fogli B2 stampati con tecnologia digitale in qualsiasi altro formato di foglio richiesto fino all’A6, fascicolandoli nell’ordine di pagine per creare libri, e ottenendo quindi una stampa con punti di intervento minimi. MBO offre inoltre una soluzione di produzione di libri totalmente variabile in grado di lavorare con formati variabili, conteggio di pagine, firme e altro ancora. E Horizon, Kolbus e altri offrono linee di finitura di libri automatiche digitali-tradizionali-ibride che possono essere configurate per soddisfare le esigenze di produzione specifiche di ogni stabilimento, producendo in modo efficiente libri con rilegatura senza cuciture e con copertina rigida.

L’editore di libri israeliano Cordoba ha aggiunto la soluzione modulare per libri Hunkeler alla propria stampante inkjet di produzione Kodak all’inizio dell’anno in una configurazione non in linea per poter gestire le tirature di stampa sempre più basse come conseguenza degli emendamenti alle leggi israeliane che impediscono sconti elevati che erano in precedenza una prassi standard nel paese. L’installazione è stata tempestiva, dal momento che l’azienda ha registrato un riduzione del 60-70% dei volumi di libri in bianco e nero, rendendo inefficiente la produzione di alcuni titoli con la stampa offset.

E ovviamente per i libri con rilegatura senza cucitura, la laminazione è importante per la produzione di copertine stampate. I fornitori di soluzioni per laminazione come Neschen e Sihl stanno lavorando sodo per ottimizzarle per una varietà in continua crescita di tipi di inchiostro e toner digitale per garantire un’adesione di alta qualità.

Conclusione

Se la post-stampa rappresenta un collo di bottiglia nel processo della vostra azienda, o se state pensando ad acquistare nuove stampanti, iniziate tenendo bene in mente la fase finale dell’operazione.

Fate in modo di coinvolgere rivenditori di soluzioni post-stampa lungo tutto il processo di valutazione per trarre vantaggio dal loro know-how e per essere certi che la configurazione definitiva sia la migliore possibile in risposta ai vostri requisiti. La maggior parte di questi fornitori offre servizi di consulenza pre-vendita che possono aiutarvi per prendere la decisione giusta in questo importante ambito.

È bene ricordare che nell’ambiente post-stampa risulta particolarmente importante garantire flessibilità alla configurazione – la capacità di aggiungere e togliere moduli, riconfigurare in corso d’opera e altro ancora – in particolare man mano che si definiscono nuove richieste dei clienti o nuove tecnologie in grado di migliorare la produttività post-stampa appaiono sul mercato. E a drupa 2016 ricordatevi della storia di Cenerentola e dedicate del tempo a osservare tutti gli sviluppi in ambito post-stampa che possono rendere la vostra azienda più efficiente e produttiva.

ADC Reproservice sceglie la tecnologia HP PageWide Printing

ADC Reproservice B.V. ha scelto la stampante multifunzione (MFP) HP PageWide XL 5000 per aumentare la produttività, ottenere più stampa di largo formato in-house e snellire il suo workflow.

Comunicata ad aprile come parte del portfolio HP PageWide XL Printer, la MFP HP PageWide XL 5000 consente stampe veloci monocromatiche e a colori in un unico device, con un risparmio fino al 30% dei costi di produzione totali. La MFP consente ai piccoli e medi centri di reprografia e ai reparti reprografici centralizzati (CRD) una produzione di documenti tecnici di medio volume a una velocità fino a 14 stampe D/A1 al minuto.

«Prima di installare la MFP HP PageWide XL 5000, abbiamo dovuto affidare a fornitori esterni il 40% delle nostre attività a causa delle difficoltà che avevamo con i lunghi tempi necessari per le grandi moli di lavori a colori,» ha affermato Edwin Junggeburth, Production Director, ADC Reproservice B.V. «L’adozione della MFP HP PageWide XL 5000 ci ha permesso di recuperare da un punto di vista produttivo il 100% di quei lavori, garantendo ai nostri clienti tempi molto più rapidi.»

Velocità, produttività e workflow semplificato consentono la riduzione dei costi

Con la MFP HP PageWide XL 5000, ADC Reproservice produce documenti tecnici monocromatici e a colori, disegni al tratto, progetti di infrastrutture del governo e mappe GIS in modo incredibilmente veloce, stampando la prima pagina in soli 30 secondi.

La MFP HP PageWide XL 5000 consente ad ADC Reproservice di produrre lavori a colori e in bianco e nero nella metà del tempo, facendo risparmiare all’azienda 15-20 ore operatore già nella prima settimana di produzione.

«I nostri clienti richiedono mappe GIS e altri documenti tecnici sia a colori che in bianco e nero; prima dovevamo stampare questi lavori utilizzando diversi device e poi metterli in ordine manualmente, processo che richiedeva molto più tempo e molte più risorse,» ha affermato Junggeburth. «Con la MFP HP PageWide XL 5000, siamo in grado di ottimizzare la produzione grazie a un unico dispositivo che ci ha aiutato a ridurre i tempi e i costi lavorativi; speriamo di riuscire a smantellare la precedente tecnologia a diodi fotoemettitori (LED) per risparmiare spazio ed eliminare il nostro canone di servizio mensile.»

La MFP ha anche semplificato il workflow aziendale con la possibilità di caricare fino a quattro rotoli di diverse dimensioni e di passare automaticamente da un rotolo all’altro per soddisfare le specifiche del lavoro. La MFP HP PageWide XL 5000 stampa allo stesso costo o a un costo inferiore rispetto alle stampanti LED comparabili e richiede una quantità di energia fino a cinque volte inferiore.

ADC Reproservice sta esaminando nuove opportunità di crescita con questo device, comprese applicazioni point-of-sale, banner roll-up e poster su supporti di grande formato di larghezza fino a circa 102 cm. Gli inchiostri HP PageWide XL Pigment Ink offrono una maggiore qualità di stampa per adattarsi alle nuove applicazioni, fornendo linee nitide, dettagli precisi e scale di grigio migliori rispetto alle stampe a LED, nonché neri intensi, colori vivaci, resistenza allo scolorimento e all’umidità anche su carta comune non patinata a velocità elevate.

La serie di stampanti HP PageWide XL 5000 sarà disponibile da novembre in paesi selezionati in tutto il mondo.

Soluzioni di investimento per il portfolio HP PageWide XL

Una nuova suite di soluzioni di investimento per il portfolio HP PageWide XL, che aiuta i clienti a mantenere l’accesso a tecnologie di stampa innovative, man mano che il loro business cresce, offre tre opzioni: dilazione di pagamento fino a 60 giorni; pagamenti ridotti per i primi sei mesi in linea con la produzione e la produttività; o pagamenti a rate nel corso dei primi 12 mesi con un termine di 60 mesi. Le offerte sono disponibili per tutti i prodotti HP PageWide XL.

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Parte a febbraio 2016 il master universitario di primo livello in Packaging

Il Master fornisce un ampio spettro di competenze legate a materie specifiche che coprono settori disciplinari eterogenei ma essenziali per una formazione aderente alle necessità professionali.
Sono infatti presenti corsi e seminari nei settori di Analisi per la qualità e la sicurezza del packaging, Materiali innovativi per packaging attivo, Contaminanti e Cessioni, Materiali per imballaggio, Stampa, Marketing e Brand Identity, Package Design e Comunicazione, Macchine per imballaggio, Scienze Alimentari ecc.

Pensato per chi sarà in grado di inserirsi in realtà industriali sia nel settore produttivo che in laboratorio, operando in gruppi di lavoro, seguendo i processi di produzione, con la capacità di innovare ed ottimizzare i prodotti per imballaggio.
Chi consegue questo master è una figura professionale che conosce i materiali e i prodotti da confezionare, le loro possibili incompatibilità e resistenza alle aggressioni chimiche; è in grado di progettare gli imballaggi valutandone anche gli aspetti normativi ed economici con un’attenzione sempre maggiore al recupero degli imballaggi e all’ambiente. Inoltre ha nozioni di logistica, di controllo di qualità, di marketing, di comunicazione e delle legislazioni connesse.

Gli insegnamenti nel dettaglio
– Automazione Industriale
– Packaging a base di fibra di cellulosa
– Legislazione industriale: norme di produzione e di utilizzo del packaging
– Package Design e Comunicazione
– Progettazione CAD del Packaging
– Conformità dell’imballaggio ai regolamenti europei e alle norme applicabili
– Progettazione strutturata per il trasporto e la distribuzione
– Contaminanti e Cessioni
– Tecniche analitiche per il controllo e la caratterizzazione del packaging
– Controllo di materiali a contatto con alimenti ed esercitazioni in laboratorio
– Tecniche e impianti per il confezionamento alimentare
– Fondamenti di microbiologia applicata al packaging
– Tecniche e tecnologie di stampa per l’imballaggio
– Marketing e Brand Identity
– Tecnologie di condizionamento e shelf-life dei prodotti confezionati
– Materiali metallici
– Tecnologie per Imballaggio e Confezionamento
– Materiali polimerici applicati al packaging
– Tecnologie per l’integrazione aziendale dei processi di packaging
– Materiali Vetrosi per Imballaggi
Può iscriversi al Master chi è in possesso di una laurea di primo livello.
E’ possibile l’ammissione di studenti con Lauree straniere.
Il Master è di durata annuale e le lezioni inizieranno nel mese di febbraio 2016.
Al termine delle lezioni è previsto uno stage aziendale.

Qualche data importante:
Le iscrizioni si chiuderanno il 18 dicembre 2015; il termine ultimo per le immatricolazioni (pagamento della tassa) è il 29 gennaio 2016.

Il costo dell’iscrizione è stato ridotto a 3.000 € (da versare in due rate da 1.500 € cad.)
Il numero minimo di iscritti è 8.
L’inizio delle lezioni è previsto per la seconda metà di febbraio (le lezioni si svolgeranno dal lunedì al venerdì).
Frequenza
Per accedere all’esame finale è necessaria una frequenza minima del 70% delle attività proposte.
Per studenti che svolgono attività lavorativa, una parte delle frequenze obbligatorie può essere sostituita con forme di didattica alternativa (ad esempio con relazioni, seminari, didattica a distanza, ecc.) previa autorizzazione del Comitato Esecutivo.

Il debutto della stampante iGen 5 di Xerox

Xerox iGen5Quali strategie si potrebbero adottare per migliorare ulteriormente la piattaforma più produttiva nel settore della stampa digitale di produzione a colori? Aggiungere l’opzione di un quinto colore, prolungare il tempo di attività di stampa e offrire la possibilità di scegliere tra diverse velocità. Questo è il biglietto da visita con cui si presenta la nuova stampante  iGen5 di Xerox.

Secondo lo studio condotto da InfoTrend, il mercato della stampa digitale a colori di produzione di fascia alta crescerà, passando dai 60 miliardi di pagine attuali a 87 miliardi di pagine entro il 2018, fornendo quindi significative opportunità di crescita ai fornitori di servizi di stampa.

Migliaia di stampanti iGen stanno già dando il loro supporto nella produzione di miliardi di brochure, poster, libri fotografici e comunicazioni tramite direct mailing,  tutti in grado di generare un consistente aumento delle vendite e caratterizzati da elevata qualità, grazie alla possibilità di personalizzazione e ai colori sempre brillanti. Grazie alla piattaforma di stampa iGen, inoltre, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche, la serie iGen si qualifica come la più produttiva sul mercato nel settore delle stampanti digitali. E questo slancio non sembra destinato ad arrestarsi.

«Con l’introduzione della piattaforma iGen, nel 2002, abbiamo dato il via a una rivoluzione nella stampa digitale a colori», ha affermato Andrew Copley, Presidente della Divisione Graphic Communications Operations di Xerox Technology. «E ancora oggi continuiamo ad anticipare e a rispondere al cambiamento, trovando sempre nuove modalità di conversione delle pagine da offset. La stampante iGen 5 può essere completamente personalizzata così da andare incontro alle esigenze di volume di pagine, tipi di applicazione e colore, mantenendo, allo stesso tempo, un tempo di attività di stampa che non ha eguali sul mercato».  

I fornitori di servizi di stampa possono scegliere la stampante iGen 5 150, capace di stampare 150 pagine al minuto, oppure le versioni iGen 5 120 e iGen 5 90, che stampano rispettivamente 120 e 90 pagine al minuto; inoltre, grazie alla nuova architettura scalabile, il passaggio tra le diverse velocità di stampa è molto semplice.

L’introduzione di un quinto colore opzionale aumenta le capacità di riprodurre una gamma di colori Pantone o di tinte piatte, senza per questo ostacolare la produttività. Le opzioni di colore arancio, verde o blu integrano i quattro colori tradizionali ciano, magenta, giallo e nero (CMYK), permettendo di poter servire finalmente anche le basse tirature di quei clienti i cui colori aziendali erano difficilmente riproducibili dalla stampa digitale.

L’ampia varietà di strumenti automatici per l’abbinamento dei colori, di controllo qualità e della preparazione dei lavori, assicurano il maggior tempo di attività possibile incrementando il passaggio di pagine a maggior valore aggiunto all’interno dell’organizzazione.

Le altre caratteristiche della stampante includono:
•    Le soluzioni EFI Fiery oppure FreeFlow Print Server di Xerox, per automatizzare e integrare il flusso di lavoro dal momento dell’ordine fino alla fine.
•    La possibilità di scegliere toner standard oppure quelli a effetto opaco, così da aumentare le capacità della stampante di creare applicazioni uniche e accattivanti.
•    L’impiego di fogli delle dimensioni di 660 mm permette la realizzazione di nuovi lavori e applicazioni, come brochure a 6 facciate, inserti pieghevoli e cartellette, ma anche campagne di direct-mailing.
•    Una qualità dell’immagine prevedibile e affidabile, ottenuta grazie alla risoluzione di 2400×2400 dpi e alle soluzioni Object Oriented Halftoning, Xerox Confident Colour e Auto Density Control.
•    Una vasta scelta di soluzioni per la rifinitura in linea, tra cui IntegratedPLUS Finishing e Dual Mode Sheet Feeder di Xerox, per gestire lavori che necessitano di rifiniture differenti.

La stampante iGen 5 integra l’offerta attualmente presente all’interno della serie iGen – iGen 150 e iGen4 Diamond Edition – ampliando costantemente la gamma di applicazioni che si possono produrre grazie al portfolio Xerox, leader nel settore per la stampa di produzione a colori.

La stampante iGen 5 150 e il server EFI sono già disponibili in tutto il mondo. Le stampanti iGen 5 120 e iGen 5 90, insieme alla soluzione FreeFlow Print Server di Xerox, saranno disponibili da settembre.

Nasce Heidelberg Italia

A partire da oggi, 20 ottobre, Macchingraf srl, dopo 51 anni dalla sua nascita, cambia nome e diventa Heidelberg Italia srl.
Questo importante passaggio avviene naturalmente dopo l’acquisizione da parte di Heidelberg AG del 100% di Macchingraf. Acquisizione avvenuta nel mese di aprile 2015.
Il nome Macchingraf da sempre è sinonimo di qualità grazie anche alle rappresentanze esclusive di marchi prestigiosi. Nella sua storia l’azienda ha cambiato proprietà diverse volte mantenendo la sua posisione di rilievo perché Macchingraf è sempre stata il business partner di riferimento per tecnologia, capacità di consulenza e servizio per le aziende grafiche italiane orientate allo sviluppo e all’innovazione.
Macchingraf ha  contribuito all’evoluzione del mercato delle arti grafiche in Italia, essendo l’azienda che più di ogni altra ha scritto la storia del mercato grafico e della stampa in Italia.
Scelta come partner da migliaia di clienti, i prodotti, le persone, la professionalità hanno incontrato con successo le esigenze di aziende che in varie fasi hanno investito e investono sulla propria evoluzione tecnologica e aziendale.
Dopo 51 anni si cambia entrando direttamente nel mondo Heidelberg. Le caratteristiche che hanno da sempre contraddistinto Macchingraf, ovvero team working, orientamento al cliente, primato tecnologico e visione innovativa saranno ancora più determinanti sposando pienamente la strategia della nuova casa madre.
La mission non cambia ovvero fornire consulenza e prodotti d’eccellenza per essere partner primario per il successo dei clienti.
Heidelberg Italia: un nuovo nome, una combinazione vincente, una naturale evoluzione, ma soprattutto una più forte organizzazione per cogliere e vincere le importanti sfide che un dinamico ed evoluto mercato italiano presenta.
«Sono certo che molti protagonisti di questi anni (collaboratori e clienti) si uniranno a me nel salutare un caro “marchio”, ma soprattutto nel dare il benvenuto a Heidelberg Italia.» ha detto Alberto Mazzoleni, Amministratore Delegato.

Mazzoleni, Alberto_2015

Il XII Congresso Aimsc testimonia l’importanza della memoria

MARCHIO AIMSCL’Associazione italiana dei musei della stampa e della carta (Aimsc) dimostra l’importanza del ruolo ricoperto dal patrimonio storico culturale dell’arte di carta e stampa. Il congresso, dedicato a Carta e Stampa: la tradizione è futuro e organizzato in collaborazione con la Fondazione Valle delle cartiere presso il Museo della carta di Toscolano Maderno (Brescia), rappresenta infatti l’occasione ideale per sottolineare l’importanza di dare valore ai musei Aimsc e per diffondere la conoscenza e la comprensione di mestieri e tradizioni di straordinario valore economico, artistico, storico e culturale.

L’evento, moderato da Giorgio Montecchi dell’Università degli studi di Milano, ha coinvolto archeologi, storici, bibliografi, imprenditori, stampatori e mastri cartai, davanti a un pubblico variegato formato da esperti e appassionati, come da docenti e studenti.

Mauro Bodini, il presidente di Aimsc, ha sottolineato come i musei siano una ricchezza per il paese poiché si incrociano con la storia produttiva e culturale del territorio. Una storia che si trasmette tra generazioni diverse e che deve continuare soprattutto in un’epoca come l’attuale in cui la memoria del passato rischia di perdersi a causa del salto tecnologico e la connessione permanente.

Approvata l’estensione dell’aliquota Iva del 4% a quotidiani e periodici diffusi elettronicamente

Il Presidente della Fieg, Maurizio Costa.
Il Presidente della Fieg, Maurizio Costa.

È  stato approvato il testo della disposizione dell’Articolo 44 – Ddl Legge Stabilità 2016 secondo cui:

  1. All’articolo 1, comma 667, della legge 23 dicembre 2014, n. 190:
  2. a)     la parola “libri” è sostituita dalle seguenti: ”giornali, notiziari quotidiani, dispacci delle agenzie di stampa, libri e periodici”;
  3. b)     dopo le parole “codice ISBN” sono aggiunte le seguenti “o ISSN”.

«Una misura importante, in grado di dare una spinta significativa alla modernizzazione di tutto il sistema editoriale» ha commentato il Presidente della Fieg, Maurizio Costa, che ha espresso grande apprezzamento per la decisione del Governo di includere nel disegno di legge di stabilità l’estensione ai quotidiani e ai periodici diffusi elettronicamente dell’aliquota Iva del 4%.

Il Presidente della Fieg, Maurizio Costa.
Il Presidente della Fieg, Maurizio Costa.

«Sarà il lettore-consumatore il primo destinatario dell’agevolazione, che potrà usufruire di una tassazione ridotta sul proprio abbonamento digitale a giornali e servizi d’informazione», ha detto il Presidente degli editori. «Attendiamo, ovviamente, la conclusione dell’iter parlamentare della legge di stabilità e un testo definitivo. Manifestiamo fin d’ora la nostra soddisfazione per l’adozione di una misura che asseconda la trasformazione dei modi di consumo dei prodotti editoriali promuovendo la lettura, soprattutto dei più giovani, e che potrà favorire gli editori nella delicata transizione tecnologica, contribuendo a salvaguardare il giornalismo professionale e il brand giornale».

«Rivolgiamo – ha concluso Costa – un ringraziamento al Sottosegretario Lotti, che più volte in questi mesi si è reso disponibile a un confronto costruttivo e fattivo con gli editori, a cominciare dal tavolo sollecitato dalla Federazione per una riforma condivisa dell’editoria. L’accoglimento della nostra proposta in materia fiscale dimostra anche la sensibilità del Governo sul tema dello sviluppo digitale delle imprese editoriali, che costituisce una delle priorità dell’azione della Fieg».

Photoshop: i Dati Variabili

Le potenzialità della funzione sui dati variabili sono interessanti e nonostante sia presente (immutata) fino dalla versione CS2 può essere utilizzata senza problemi anche nelle versioni più recenti.

Cosa sono i dati variabili?

In estrema sintesi sono tutti quei dati che necessitano di un cambiamento (o variazione) a fronte di un template grafico fisso, come i numeri progressivi nei biglietti della lotteria, i tesserini di riconoscimenti per esempio nelle fiere (con numeri, foto, testi) ecc…

Da anni sono presenti nelle stampanti digitali da produzione delle funzioni che consentono di gestire alcuni semplici dati variabili in uscita, direttamente in fase di stampa, tuttavia per elaborati più strutturati si deve ricorrere a soluzioni più potenti, come l’Unione Dati di Indesign, giusto per dirne una.

… e in Photoshop?

Ciò che può apparire subito strano è che un software come Photoshop sia stato dotato di una funzionalità come questa, dal momento che il suo utilizzo nel campo dell’impaginazione è pressoché nullo (o dovrebbe esserlo a vantaggio di altri software).

Questa stranezza è comprensibile se ne consideriamo l’utilizzo nel solo ambito stampa, ma orientando la nostra attenzione verso la produzione multimediale, per esempio di banner Web, o schermate personalizzate, ci possiamo rendere conto che il risparmio di tempo in ottica produzione può diventare notevole.

Nell’esempio che utilizzerò in questo articolo andremo a realizzare in serie dei badge per una ipotetica manifestazione.

Definire i livelli variabili

A prescindere dalla complessità del nostro lavoro la procedura per la definizione dei dati variabili è sempre la stessa

  1. si nomina in maniera logica il livello con il contenuto variabile (non è obbligatorio ma ai fini pratici diventa indispensabile;
  2. gli si assegna un comportamento di variabilità, che a seconda del tipo di contenuto può essere diverso (visibilità, sostituzione pixel, sostituzione testo).

immagine-1

Nella figura 1 (sopra) abbiamo isolato con tre colori diversi le aree variabili del badge:

  • il verde (1) identifica i livelli di testo in cui potremo sostituire, appunto, il testo;
  • il viola (2 e 4) identifica i livelli di cui verrà gestita la visibilità, quindi i loghi Adobe e il rettangolo sotto al nome, azzurro o rosa a seconda del genere;
  • il rosso (3) identifica i livelli con contenuto pixel (la foto della persona) che verranno sostituiti di volta in volta dopo aver indicato il percorso di riferimento.

Gli stessi colori sono stati usati per colorare i livelli nel pannello Livelli così da facilitarne l’individuazione (figura 2, sotto).

immagine-2

Per assegnare i comportamenti variabili andare nel menu Immagine>Variabili>Definisci… (figura 3, sotto) e nella finestra di dialogo che compare selezionare i livelli desiderati.

Per assegnare i comportamenti variabili andare nel menu Immagine>Variabili>Definisci…  e nella finestra di dialogo che compare selezionare i livelli desiderati.
Per assegnare i comportamenti variabili andare nel menu Immagine>Variabili>Definisci… e nella finestra di dialogo che compare selezionare i livelli desiderati.

Come leggere la finestra di dialogo variabili

A una prima occhiata può non essere chiaro come operare in questa finestra, per questo ho colorato di azzurro l’elenco dei livelli così da separarli dalla finestra principale.

Come si vede nella figura 4, sotto, alcuni nomi di livello (o di gruppo) sono identificati da un asterisco, questo sta a indicare che a loro è già stata assegnata una variabilità, al contrario della voce selezionata al momento dello screenshot (loghi).

immagine-4

A seconda del livello (o gruppo) selezionato avremo a disposizione nel rettangolo «Tipo variabile» alcune opzioni: trattandosi di un contenuto pixel ne possiamo decidere la visibilità o la sostituzione, per esempio per richiamare un logo diverso da un determinato percorso, se avessimo invece selezionato il livello «Nome_Cognome» avremmo avuto Sostituzione testo in luogo di Sostituzione pixel.

Fino a qui è tutto piuttosto semplice.

Il nome delle variabili

Ogni condizione di variabilità deve far capo a un nome di variabile, per esempio se voglio gestire la visibilità del livello ACI_generic potrò chiamare la variabile «Visibilità Logo Adobe 1».

Nel caso del livello Nome_Cognome ho chiamato la variabile «nomecognome» mentre nel caso della fototessera potrei dare due nomi di variabili distinti, uno per la visibilità («visibilitafoto») e uno per la Sostituzione pixel («fototessera»).

In tutto nel mio file ci sono otto livelli, senza considerare i gruppi, con i seguenti possibili cambi di stato (tra parentesi il numero di variabili assegnate a ciascun livello):

Fototessera (2) – può anche non essere visibile qualora non ci fosse la foto a disposizione quindi ho assegnato un nome di variabile come «visibilitafoto», nome variabile per la sostituzione invece «fototessera»;

ACE_Generic (1)– solo visibilità, nome variabile «visibilitalogo1»;

ACI_Generic (1) – come sopra, «visibilitalogo2»;

Logo Italiagrafica (0) – sempre visibile, nessuna variabile;

Mansione (1) – variabile di Sostituzione testo, con nome «mansione». Sempre visibile;

Nome_Cognome (1) – variabile di Sostituzione testo, con nome «nomecognome». Sempre visibile.

Femmina (1) – rettangolo rosa sotto al nome, solo visibilità, alternata a quello azzurro. Nome variabile «rettangoloF»;

Maschio (1) – come sopra, nome variabile «rettangoloM».

I set di dati

Una volta assegnate tutte le condizioni di variabilità ai nostri livelli è arrivato il momento di definire i set di dati, cioè diverse configurazioni di visibilità/sostituzione foto/sostituzione testo all’interno dello stesso solito file.

Nella figura 5, sotto, sono state create 28 configurazioni di contenuto/visibilità diverse ma il numero dei livelli non è aumentato, è sempre quello iniziale.

immagine-5

Nella finestra Variabili-Variabili è possibile assegnare a ognuna il cambio di valore desiderato e nel riquadro in basso si ha una panoramica di come vengono cambiati in tutti i livelli coinvolti.

Per quanto sia possibile operare manualmente su ciascuna di queste definendo i set di variabili uno alla volta la vera potenza risiede nel poter importare i set di dati da un file di testo esterno, che definisca come cambiare tutti i livelli di volta in volta senza l’intervento manuale dell’operatore.

Da File>Importa>Set di dati variabili si richiama il file di testo in cui sono presenti queste informazioni, da compilare separando con virgole i nomi delle variabili (file CSV) o con tabulazioni, e poi di riga in riga andando a capo si mettono in sequenza i cambi di stato di ciascuna variabile.

Automatizzare l’output

Siamo arrivati al momento di far lavorare Photoshop al posto nostro, ovvero di generare automaticamente tutti i file con i contenuti aggiornati secondo le nostre indicazioni selezionando File>Esporta>Set di dati come file.

La possibilità di mantenere su ciascun livello attributi come Stili di livello e/o Stili di carattere rende ancora più interessante l’utilizzo di questa funzionalità, magari non potente come quella analoga di Indesign ma indubbiamente degna di nota.