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Texprocess 2024, Zünd la prima scelta per il taglio digitalizzato di prodotti tessili

La Texprocess 2024 di Francoforte, fiera mondiale nel campo dell’industria tessile e dell’abbigliamento, ha mostrato numerose innovazioni e tendenze all’avanguardia. E Zünd  non è mancato all’appuntamento presentando tecnologie di rilievo per automatizzare, razionalizzare e integrare il taglio di prodotti tessili e dimostrando ancora una volta perché rappresenta la prima scelta per qualsiasi ambiente di taglio moderno e digitalizzato.

Con Zünd, il workflow del moderno taglio digitale di prodotti tessili inizia molto prima del taglio vero e proprio e va oltre a esso. Zünd ha presentato anche soluzioni innovative per tutti i passaggi del processo di taglio di prodotti tessili. Come ad esempio il potente software di produzione MindCut Studio Production, in una nuova versione, che conquista grazie a interessanti nuove funzioni. Oppure il nuovissimo Roll Handling System (RHS), al suo debutto in fiera, per il taglio autonomo e senza interruzioni. Senza dimenticare il fulcro del workflow di taglio, il cutter Zünd G3.

Le funzioni di MindCUT Studio

Alla Texprocess Zünd ha mostrato al pubblico la cosiddetta Feature Recognition. Grazie a questa nuova funzione, il software riconosce le fantasie e i vari pezzi di un capo d’abbigliamento, avvalendosi dell’intelligenza artificiale, e li colloca con la massima precisione sul nastro di stoffa per il taglio. Il processo viene portato a termine rapidamente, con selezione del modello, posizionamento delle caratteristiche delle fantasie e assegnazione dei singoli pezzi da tagliare. Il software ne riconosce le posizioni e le ripete lungo il nastro di stoffa. Subito dopo è possibile procedere con il taglio. Il riconoscimento della fantasia tramite l’intelligenza artificiale automatizza un laborioso processo, che finora veniva svolto esclusivamente a mano. Ciò permette di ottenere un’elevatissima precisione di ripetizione e contribuisce in maniera decisiva al soddisfacimento di requisiti qualitativi molto alti, in particolare nel campo della moda di lusso.

Oltre al riconoscimento della fantasia, MindCUT offre anche la funzione Printed Cut, che rileva automaticamente le stampe, o il Pattern Matching, che riconosce i motivi corrispondenti, compensa lo sfalsamento del materiale e confronta automaticamente i marker con il motivo tessile.

Gestione automatizzata delle bobine

Il nuovissimo Roll Handling System – RHS rappresenta una rivoluzione per quanto riguarda il taglio senza interruzioni a livello industriale. Il caricatore di bobine può ospitare fino a dieci bobine di tessuto e può essere equipaggiato con tipi di tessuti diversi o di materiale identico a seconda dell’ordine. Il grande caricatore di bobine completamente automatico permette di aumentare notevolmente il tempo di taglio senza interruzioni. Il Roll Handling System – RHS fornisce il materiale al cutter Zünd in maniera completamente autonoma. Sono così possibili periodi di produzione molto prolungati, durante i quali non è più necessario l’intervento di un operatore. Solo l’equipaggiamento del caricatore di bobine deve ancora essere eseguito manualmente. Per farlo, l’operatore/operatrice rileva le singole bobine scansionandone il codice a barre. L’assegnazione del materiale e il comando dell’RHS avvengono poi direttamente attraverso il software MindCUT.

Federazione Carta e Grafica, soddisfazione per l’approvazione del testo finale del PPWR

“La filiera italiana della carta, della trasformazione e del riciclo esprime soddisfazione per l’approvazione odierna del testo finale del nuovo regolamento sugli imballaggi e sui rifiuti da imballaggio (PPWR) da parte del Parlamento europeo” afferma il presidente della Federazione Carta Grafica (Assocarta, Assografici e Acimga) Michele Bianchi. “Come Federazione Carta e Grafica siamo pronti a dare il nostro contributo per la fase attuativa del regolamento PPWR che sarà fondamentale per contemperare sostenibilità e armonizzazione interna. Con un quadro normativo certo ci saranno le condizioni per una reale transizione dell’Europa verso una economia sempre più circolare, con investimenti industriali mirati allo sviluppo di soluzioni innovative e tecnologie efficaci” sottolinea Bianchi.
Un percorso di attuazione che parte da un sistema italiano dell’economia circolare e del riciclo che, per gli imballaggi cellulosici, ha già raggiunto e superato l’obiettivo di riciclo dell’85% previsto al 2030. Un obiettivo in linea con quello volontario del 90% che si è dato il settore a livello europeo per i prossimi anni e che, comunque, ottimizza il ciclo di vita di un materiale naturale e rinnovabile.
“Come Federazione Carta e Grafica” conclude Bianchi “ringraziamo il Parlamento europeo, e in particolare la delegazione italiana, per il ruolo svolto durante l’iter legislativo e tutto il Governo italiano per l’azione svolta nel negoziato tra le istituzioni europee.  Il sistema Italia delle istituzioni  ha contribuito in maniera  efficace alla definizione di un modello di economia circolare in linea con una riconosciuta “best practice” a livello europeo, quella italiana”.

Giflex, la sostenibilità diventa flessibile

Giflex sta affrontando il regolamento PPWR con l’innovazione tecnologica orientata alla decarbonizzazione e alla sostenibilità. A 360 gradi

L’imballaggio flessibile verso la sostenibilità. È questo il filo che ha collegato tutte le sessioni e gli interventi del Congresso annuale di Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, dal titolo “Flessibile, un packaging da raccontare”, tenuto a Roma il 17 e 18 aprile 2024. Decarbonizzazione, Life Cicle Assestment, innovazione tecnologica e ambientale e il prossimo regolamento PPWR, sono stati alcuni dei punti chiave dell’appuntamento, senza ignorare la questione geopolitica dalla quale dipendono le risorse base, materiali ed energetiche, del settore dell’imballaggio flessibile. «La lotta al cambiamento climatico è un affare molto complesso, urgente e senza soluzioni facili – ha affermato Alberto Palaveri, Presidente di Giflex, nella sua relazione introduttiva –. L’iter di approvazione del Regolamento UE PPWR ne è l’esempio. Siamo reduci, da oltre diciotto mesi, di negoziazioni che ci hanno visto molto coinvolti come industria del packaging e ne siamo usciti con un documento complicato, a volte di difficile interpretazione». Palaveri ne ha voluto specificare l’approccio interpretativo da parte del settore sull’esito del regolamento. «Ho provato a capire quale sia stato il ragionamento che ci ha portato a questo punto d’arrivo. Mi sembra che si sia arrivati a complicare ulteriormente un settore già molto complesso come il nostro. Complicato deriva dal latino cum + plicare e significa “piegato, arrotolato insieme”. Un sistema complicato è dunque un sistema “comprensibile” solo attraverso la sua suddivisione in sotto-parti, attraverso la sua scomposizione analitica».
Esempio ripreso anche in altre occasioni, come sottolineato da Roberta Colotta, Public Affairs Manager di FPE, che a una nostra domanda su quanta incertezza ci sia nella normativa europea ha risposto: «Di sicuro qualche incertezza c’è, visto che molte delle regole sui dettagli tecnici saranno fissate nei decreti attuativi che arriveranno tra il 2026 e il 2028, periodo in cui si fisseranno anche i criteri di riciclabilità e come calcolarne la percentuale». Secondo Roberta Colotta il PPWR, oltre alla criticità già accennata fissa il tasso di riciclo al 55%, obiettivo decisamente ambizioso, ma difficile, con il quale si rischia il divieto in toto dell’imballaggio flessibile al 2035. Un settore che non è di poco conto visto che in Italia l’industria dell’imballaggio flessibile, ha circa 10 mila addetti, una produzione all’incirca di 400 mila tonnellate/anno e un fatturato di oltre 3 miliardi di euro ed è anche un fattore di forza del sistema Paese poiché esporta circa il 55% della produzione nazionale.

Criticità e benefici
«È una sfida sulla quale ci aspettiamo che gli Stati membri e gli schemi di responsabilità estesa del produttore ci aiutino a raggiungere questo 55%, riciclando effettivamente gli imballaggi che concepiamo fin dalla loro progettazione per il riciclo. Ma non ci sono solo criticità. L’articolo sulla minimizzazione del packaging sul quale noi italiani siamo i leader mondiali per tutte le tipologie di imballaggi, ci favorisce nell’offrire le soluzioni già pronte». Una rotta specificata anche da Palaveri che ha sottolineato come l’industria dell’imballo flessibile si sia già attivata per tracciare un percorso per la sostenibilità che ha come punto d’arrivo il 2030, anno nel quale tutti gli imballaggi dovranno essere progettati in funzione del loro fine vita. «Se fino a oggi ci siamo immaginati il nostro prodotto, il packaging, in base alla sua performance sugli scaffali dei supermercati, d’ora in poi dobbiamo immaginarlo anche e soprattutto affinché sia altrettanto performante in un impianto di riciclo, meccanico o chimico che sia. E se da un lato mancano una visione reale del futuro e la considerazione della bontà delle soluzioni alle quali siamo arrivati, troviamo nel regolamento anche degli aspetti positivi che condividiamo da tempo come settore nella nostra filosofia di prodotto, come il non contemplare il superfluo, la riduzione e la ricarica». Sulla consapevolezza che progettare il packaging del futuro significhi partire dal suo fine vita si è incentrata una buona parte dell’appuntamento, anche attraverso la presentazione delle linee guida di LCA, specificatamente elaborate per l’imballaggio flessibile dai Comitati Tecnici di Giflex. «Grazie a questi strumenti “su misura” i vantaggi per l’industria del flessibile sono molti, come il formare personale e sviluppare competenze interne e il facilitare la progettazione in chiave di eco design avendo a disposizione dati e strumenti validati e certificati», ha affermato Palaveri specificando che «la R&D delle imprese del settore sta andando verso strutture semplificate o mono materiale, con aperture su nuove possibilità quali quelle legate alle poliolefine che potranno essere stampabili con tecnologie tradizionali ad alta barriera grazie all’utilizzo di lacche e metallizzazioni trasparenti».

Innovazione “flessibile”
Sul fronte dell’innovazione l’imballaggio flessibile le tecnologie, già molto avanzate, potranno produrre ulteriori sviluppi, come ha sottolineato Neni Rossini, Vicepresidente di Giflex, che ha detto: «Tutto ora va nella direzione della sostenibilità, che significa ridurre l’impatto ambientale, ossia ridurre la quantità di imballaggi. In ciò siamo già diventati bravi, riducendo gli spessori, rendendo i nostri imballaggi sempre più leggeri, creando le tecnologie, ossia le macchine di stampa e di laminazione, in grado di gestire materiali, con grande velocità di produzione e scarti il più possibile contenuti. Quindi tutto meno impattante. Così, l’efficienza diventa un valore di sostenibilità e di capacità dell’industria di rispondere alle esigenze imposte dal nuovo sistema di regolazione. Le opportunità in questa fase, secondo Giflex, sono in mano alle imprese italiane» continua Rossini che puntualizza: «L’industria italiana è in grado di sviluppare ancor più innovazione, che va nella direzione del raggiungimento degli obiettivi di sostenibilità indicati dall’Unione europea anche e soprattutto perché utilizza la sua creatività, le sue competenze, la sua capacità di essere un interlocutore avanzato, innovativo e moderno rispetto a tutte le tematiche». Per il settore sta arrivando anche la tendenza del mercato passando dal rigido al flessibile, in segmenti i prodotti come quelli per la cura della persona e per la detergenza domestica, con l’utilizzo del flessibile sia come packaging primario sia come soluzione per la ricarica di prodotto con notevoli vantaggi per la minore immissione di imballaggi e materiali nell’ambiente, come è imposto dal PPWR.
Il congresso di Roma si è concluso con l’invito al prossimo, nel 2025, che sarà anche l’anno del quarantennale di Giflex sul quale Palaveri afferma: «Anche se quarant’anni per un’associazione sono importanti e comportano il rischio di guardarsi indietro, per noi sono l’inizio di un cammino. Oggi abbiamo cento associati e siamo partiti da un numero molto, ma molto più piccolo. Continueremo come sempre a fare da “collante”, oltre che per le imprese, anche per le associazioni di filiera. In Italia siamo bravi, parecchio bravi a fare le cose, ma troppo spesso soli. E oggi non è più tempo di questo».

Termax TCLLX, la nuova carta termica di Lecta per applicazioni linerless

Lecta lancia il suo nuovo frontale termico progettato specificamente per la produzione di etichette linerless, una soluzione efficiente e di qualità, che riduce il volume degli scarti di processo.

Le etichette linerless, eliminando il liner o carta di supporto tradizionale, rappresentano un’importante opportunità per promuovere la riduzione degli sprechi nel settore dell’etichettatura. 

Le caratteristiche di questo frontale top-coated phenol-free (protetto e senza fenoli) con certificazione Ineris, sono particolarmente adatte per applicazioni di codici a barre e stampa variabile in segmenti logistici e di retail, offrendo qualità eccezionale ed elevata resistenza. 

Questo frontale termico, oltre a soddisfare i più alti standard di qualità, si distingue anche per la sua durabilità e la resistenza agli elementi ambientali. La sua capacità di resistere all’umidità e al grasso lo rende la scelta ideale per un’ampia varietà di applicazioni, dalla logistica e la vendita al dettaglio alle bilance dei supermercati e all’imballaggio alimentare, nonché per l’uso nei ristoranti a servizio rapido e negli ordini da asporto. 

Con questo lancio all’interno della sua gamma di carte termiche Termax, Lecta rafforza la sua offerta di soluzioni nel mercato delle carte speciali. 

Epson SD-10, nuovo piano di scansione automatico

Epson introduce il piano di lettura delle scale colore automatico e portatile che, in abbinamento con lo spettrofotometro SD-10, rende semplice e veloce la creazione di profili colore ICC per i vari supporti da stampare con i modelli Epson SureColor.

La soluzione è integrata con il RIP Epson Edge Print e il nuovo SW Epson Edge Color Light e permette la verifica e la calibrazione dell’output di stampa, per garantire una riproduzione dei colori precisa e corrispondente alle aspettative. L’insieme degli elementi costituisce una soluzione entry-level veloce e facile da usare per la gestione del colore, che offre vantaggi significativi sia agli utenti delle stampanti Epson di grande formato che ai rivenditori, che possono creare e fornire profili colore ai loro clienti garantendosi un ulteriore flusso di reddito.

Il piano di scansione accetta formati fino all’A3. La soluzione completa (piano e spettrofotometro) consente di creare un profilo ICC in soli 5 minuti eseguendo la scansione di 379 patch, anziché le 1.485 previste dalla normativa ECI2002 std (4 fogli A3).

In ultima analisi, e ciò che interessa principalmente alle aziende, si ottiene una combinazione di colori ottimale con un grande risparmio di tempo.

frontline.io, la piattaforma SaaS a drupa 2024

La piattaforma Saas, frontline.io, sarà protagonista di dimostrazioni dal vivo in realtà aumentata, realtà virtuale e realtà mista in occasione di drupa 2024, presso uno stand dedicato (Hall 9, stand D04) e in collaborazione con partner consolidati.

Una tecnologia che sta già rivoluzionando il modo in cui i produttori di hardware a livello globale offrono formazione tecnica e servizi di supporto, consentendo la creazione di gemelli digitali interattivi altamente accurati. L’uso di queste ricreazioni digitali dell’hardware risolve alcuni dei problemi più pressanti del settore in merito a efficienza operativa, assunzione e formazione. frontline.io elimina la necessità di raggiungere fisicamente ed esaminare i sistemi reali, migliorando la produttività, riducendo i costi e potenziando l’efficienza per operatori, tecnici e formatori.

HP (sotto il marchio xRServices), Landa Digital Printing e Bobst sono alcune tra le numerose società che offrono gemelli digitali dei loro prodotti sviluppati da fronline.io e mostreranno i vantaggi in termini di formazione e servizio ai clienti e potenziali clienti presso i propri stand a drupa (HP – Hall 17, stand A01 – A01-6, Landa Digital Printing – Hall 9, stand A33-1 – A33-9, Bobst – Hall 10, stand B30-1 – B30-3).

Grazie al sistema di diagnostica da remoto offerto da frontline.io, la durata delle chiamate si è ridotta e un numero inferiore di tecnici si reca alle sedi dei sistemi. Questa efficienza si traduce anche in un aumento di produttività per gli operatori di stampa, nonché risparmi in termini di tempo e costi per i produttori e i clienti.

Questi risparmi sono possibili poiché i gemelli digitali estremamente precisi di frontline.io possono essere creati in modo facile e veloce per qualsiasi numero di cataloghi di parti, flussi di lavoro di sistema, funzioni operative, procedure di risoluzione dei problemi e altro. I clienti possono quindi scegliere di abilitare l’interazione multipiattaforma (IOS, Android, PC, Windows, HoloLens, MagicLeap, Quest, ecc.), esperienze cross-reality (AR, VR o MR) e requisiti per casi di uso incrociato, portando tutti gli strumenti di formazione e assistenza in un’unica soluzione integrata.

 

Heidelberg, designato il nuovo Ceo Jürgen Otto

Jürgen Otto, 59 anni, diventerà il nuovo Ceo di Heidelberg dal 1° luglio 2024. Succede a Ludwin Monz, che lascerà la carica di presidente del consiglio di amministrazione su sua richiesta e in accordo con il Consiglio di Sorveglianza. Alla fine del 30 giugno 2024 Monz lascerà il consiglio di amministrazione di Heidelberg. Il Consiglio di Sorveglianza ha deliberato in tal senso il 19 aprile scorso.

«Siamo molto dispiaciuti per la decisione di Ludwin Monz di lasciare Heidelberg» dichiara il presidente del Consiglio di Sorveglianza, Martin Sonnenschein. «Ha fatto avanzare in modo decisivo la nostra azienda dal punto di vista strategico e operativo, rafforzando così le nostre basi in un contesto di mercato difficile. Con Jürgen Otto stiamo acquisendo un leader comprovato. Con la sua esperienza e la sua rete, continueremo a preparare costantemente Heidelberg per il futuro, ad aumentare la redditività e a rafforzare ulteriormente la nostra significativa competenza tecnologica nel settore della stampa e del packaging e oltre».

«È stato un vero piacere lavorare presso Heidelberg» afferma Monz. «Vorrei ringraziare il consiglio di sorveglianza, il management e tutti i dipendenti dell’azienda per la loro buona collaborazione».

Otto porta con sé decenni di esperienza nell’orientamento sostenibile di grandi aziende industriali, integrati negli ultimi anni dall’esperienza nel campo della gestione del turnaround. Guardando al suo prossimo ruolo, Otto commenta: «Heidelberg è un’icona dell’industria tedesca con qualità dei prodotti e competenza nel servizio apprezzata in tutto il mondo. Non vedo l’ora di entrare a farne parte e di lavorare insieme al team dirigenziale di Tania von der Goltz e David Schmedding e a tutti i dipendenti per un futuro di successo per l’azienda».

Nella riunione del 19 aprile scorso, il Consiglio di sorveglianza di Heidelberg ha ampliato anche il proprio Consiglio di amministrazione: David Schmedding, precedentemente responsabile delle vendite, entrerà a far parte del consiglio di amministrazione come nuovo membro. A partire dal primo luglio il consiglio di amministrazione sarà quindi composto da Jürgen Otto in qualità di amministratore delegato, Tania von der Goltz in qualità di direttore finanziario e David Schmedding in qualità di direttore vendite e servizi. «Grazie alle sue precedenti posizioni dirigenziali nell’azienda, David Schmedding è un esperto residente di Heidelberg» commenta Sonnenschein. «Con la sua nomina nel consiglio di amministrazione, porremo un vantaggio maggiore attenzione nel convincere i nostri clienti con prodotti e servizi innovativi e di alta qualità e nel migliorare le loro prestazioni in futuro». «Desidero ringraziare tutti per la fiducia che hanno riposto in me e attendo con ansia il compito di contribuire a plasmare Heidelberg come membro del consiglio di amministrazione nel suo percorso futuro e di svilupparla ulteriormente nel interessi dei nostri clienti» aggiunge Schmedding.

International Paper annuncia l’accordo per l’acquisizione di DS Smith

International Paper e DS Smith hanno annunciato di aver raggiunto un accordo per creare un vero e proprio leader globale nelle soluzioni di imballaggio sostenibile.

Il gruppo americano International Paper ha annunciato un’offerta per l’acquisto della britannica DS Smith per 5,8 miliardi di sterline, circa 6,8 miliardi di euro , accettata dal consiglio di amministrazione della società.

“L’unione con DS Smith è un passo logico nella strategia di IP di guidare una crescita redditizia rafforzando la nostra attività di imballaggio globale”, ha dichiarato Mark S. Sutton, presidente e CEO di IP. “DS Smith è un leader nelle soluzioni di imballaggio con un’ampia presenza in Europa, che completa le capacità di IP e accelererà la crescita attraverso l’innovazione e la sostenibilità. Siamo certi che questa combinazione porterà un valore significativo per i nostri dipendenti, clienti e azionisti”.

Il Ceo di DS Smith, Miles Roberts, ha dichiarato: “La combinazione con IP rappresenta un’opportunità interessante per creare un protagonista internazionale nelle soluzioni di imballaggio sostenibile, ben posizionato in mercati interessanti e in crescita in Europa e Nord America. Unisce due attività mirate e complementari. DS Smith è cresciuta in modo significativo grazie al rapporto con i clienti, all’attenzione per l’innovazione, alla qualità degli imballaggi e agli elevati livelli di servizio. In un panorama dinamico di imballaggi sostenibili, la combinazione migliorerà la nostra proposta globale, creerà opportunità e creerà valore per gli azionisti che potranno continuare a investire pienamente in un’attività così entusiasmante. Sono orgoglioso di tutti i risultati raggiunti da DS Smith fino ad oggi e sono sicuro che l’azienda continuerà a prosperare come parte di un gruppo combinato con IP”.

Debutto europeo per Flora X20 powered by Ricoh

Sviluppata in collaborazione con Flora in seguito ad un accordo di partnership avviato lo scorso anno, la nuova soluzione ibrida UV Flora X20 powered by Ricoh offre flessibilità e versatilità ai professionisti della comunicazione visiva e al settore sign & display.

Grazie alle teste di stampa Ricoh GEN6 a goccia variabile, al software RIP ColorGATE e ai profili ICC, Flora X20 UV può stampare su supporti rigidi e flessibili fino a due metri di larghezza e 5,1 cm di spessore, tra cui striscioni in PVC, vinile e pannelli rigidi.

Angelo Mandelli, Senior Product & Business Development Manager, Large Format & Flatbed EMEA Product Marketing, Ricoh Graphic Communications Group, afferma: “Flora X20 UV è stata sviluppata per rispondere alle richieste di un mercato sempre più alla ricerca di soluzioni flessibili e versatili per applicazioni indoor e outdoor. Questa soluzione si aggiunge alla nostra offerta completa che include sistemi a foglio, inkjet ad alta velocità, large format, textile e software. Il nostro portfolio è in costante espansione per mettere a disposizione dei nostri clienti soluzioni grande formato flessibili e veloci, in grado di rispondere alle esigenze del settore delle arti grafiche, dell’arredamento e di quello industrial”.

Seriset, prima installazione italiana di P5 500 in versione D4

È Seriset a mettere a segno la prima installazione italiana di Durst P5 500 in versione D4, la roll to roll in formato superwide con luce fino a 5,2 metri equipaggiata con l’esclusiva tecnologia P5 Double 4 che consente di installare una seconda fila di teste di stampa CMYK, raddoppiando la produttività. Arrivata fine gennaio, ma già operativa a pieno regime presso la sede di Serravalle, nel cuore della Repubblica di San Marino, P5 500 D4 si affianca a un’altra ammiraglia della famiglia Durst, Rho 500 R, potenziando il reparto produttivo di Seriset dedicato alla stampa digitale di grande formato.

In Seriset la stampante P5 500 D4 è destinata alla decorazione di supporti flessibili quali banner e tessuti, ma anche di materiali industriali per la realizzazione di pannelli di comando, pulsantiere e componenti per videogiochi, assicurando performance ancora più elevate in termini di qualità e produttività. L’obiettivo è quello di rispondere in maniera sempre più efficiente alle richieste di una clientela che spazia dal settore industriale al mondo degli allestitori, passando per il comparto del retail e della grande distribuzione.

Nata nel 1975 come serigrafia tradizionale specializzata nella produzione di targhe, negli anni Seriset ha ampliato la propria attività, introducendo progressivamente la tecnologia di stampa digitale, offrendo al settore industriale, principale core business dell’azienda, una gamma di servizi e prodotti più ampia. Successivamente, il campo d’azione è stato esteso anche in ambito visual, con un focus particolare su allestimenti, prodotti per la comunicazione e grafiche per il punto vendita. “Siamo una delle prime aziende in Italia a produrre targhe in digitale”, racconta con orgoglio il titolare Francesco Cardelli, che spiega come l’implementazione della stampa digitale sia stata una naturale evoluzione, dettata da un innato spirito innovativo e dalla volontà di anticipare le esigenze dei clienti in un mercato in costante trasformazione. Oggi le due anime di Seriset convivono sinergicamente, permettendo all’azienda di offrire un servizio a 360°, particolarmente apprezzato dalla clientela industriale, anche oltre i confini nazionali. Attualmente, i settori di riferimento comprendono il comparto del legno, del vetro, del confezionamento e del marmo, per i quali Seriset esporta i propri prodotti fino in Cina.

La scelta di potenziare il parco macchine con P5 500 D4 è senz’altro frutto della positiva esperienza già avuta con il brand altoatesino in occasione dell’acquisto della prima roll to roll, avvenuto 5 anni fa. “Già allora abbiamo avuto modo di apprezzare l’affidabilità e la serietà del team Durst, sin dalle fasi di scelta della macchina e successivamente nell’assistenza post-vendita”, spiega Cardelli. “Caratteristiche imprescindibili per noi di Seriset, che investiamo solo in macchinari top di gamma. Inoltre, la visita presso la sede di Durst a Bressanone, dove abbiamo potuto vedere la stampante in funzione, ha confermato ulteriormente la solidità della nostra scelta”. Ma il legame con Durst ha origini ancora più lontane. “Da appassionato di fotografia ed ex alunno di un istituto d’arte, sin da giovane ho apprezzato la qualità degli ingranditori Durst e da allora ho sempre seguito con interesse l’evoluzione nel mondo della stampa digitale, in attesa del momento giusto per inserire queste tecnologie anche in Seriset”, aggiunge. Tra i plus più apprezzati della nuova P5 500 D4, già messa alla prova in termini di qualità e produttività, anche il nuovo software proprietario Durst Workflow per la gestione del flusso di lavoro. “Sin dai primi giorni, il feedback dei nostri operatori è stato estremamente positivo e stiamo valutando di implementarlo anche su Rho 500 R per automatizzare ulteriormente la produzione”, conclude Cardelli.