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Packly, dalla progettazione alla stampa il packaging è su misura

Una visione fortemente improntata al digitale e al cliente ha affermato il progetto  come una nuova interpretazione del web to print al servizio del packaging.

Di fronte alle pressanti richieste di personalizzazione, riduzione dei tempi di consegna e grande flessibilità, la risposta peggiore è tergiversare. Nonostante i dubbi infatti, oggi i mezzi per garantire risposte adeguate non mancano, a condizione di sposare senza remore la transizione digitale ed essere in grado di sfruttarla a dovere. «Il nostro progetto attuale nasce una decina di anni fa – ricorda Giuseppe Prioriello, CEO e socio fondatore di Packly -, come spin-off di un’altra nostra iniziativa, perché avevamo deciso di votarci totalmente all’innovazione».

Un punto importante questo, per capire la volontà e il relativo potenziale di non seguire sempre e comunque un’evoluzione lineare, ma capire quando e quanto sia importante invece una svolta decisa rispetto al passato. Per distinguersi in un settore molto attuale ma anche molto legato a modelli di lunga data come il packaging, era necessario ripartire da zero dal punto di vista progettuale.  «Nel corso del tempo abbiamo sempre seguito un approccio orientato al cliente, pronti ad analizzare e risolverne i problemi – sottolinea Prioriello -. Sono emersi diversi punti fondamentali, come abbassare la quantità minima per un ordine, assecondare la domanda di personalizzazione e standard qualitativi elevati».

Adattare un’organizzazione tradizionale, costruita intorno a tecnologie offset e procedure lunghe anche settimane, si è presto rivelato impensabile. La scelta è stata quella di ridisegnare i processi, dipendendo il più possibile da se stessi. La piattaforma Packly, come buona parte dei flussi di lavoro, è quindi il risultato di uno sviluppo software interno. Sicuramente impegnativo, ma al tempo stesso anche garanzia di aggiornamento tempestivo e fattore distintivo.

Il packaging nell’era digitale

Dedicarsi esclusivamente a un servizio web to print  di packaging online ha poco a vedere con la stampa online come è stata concepita in origine. Più di volumi e consegne rapide, in questo caso si parla di personalizzazione, di flessibilità nei tempi e nei volumi, con margini comunque ristretti, e soprattutto garantire supporto.

«Uno dei principali fattori distintivi per noi è la piattaforma di progettazione. Permette al cliente di operare da qualsiasi postazione in qualsiasi luogo, realizzare il modello desiderato, visualizzarlo in 3D ed eventualmente confrontarsi al di fuori della piattaforma con i propri consulenti e acquirenti. Inoltre, stampare al limite anche una sola copia, per verificare il risultato. In pratica, offriamo le stesse garanzie di chi acquista un abito su misura e prima di pagare lo prova in negozio».

Dal lato utente, il ragionamento appare perfettamente lineare. Solo guardando al grande lavoro e alla perfetta organizzazione alle spalle, è possibile capire la dimensione e il tasso di innovazione del progetto. Aspetti che dovrebbero essere rivelati il più possibile a chi decide di affidarsi ai servizi dell’azienda molisana. La procedura è infatti alla portata degli operatori della comunicazione visiva, senza doversi preoccupare di competenze tecniche. Un progetto può infatti partire da una libreria di modelli predefiniti ai quali aggiungere le dimensioni volute, i materiali e i colori, compresa eventuale vernice o tinte speciali. Oppure, sfruttare la particolarità di una funzione dove semplicemente inserire le dimensioni dell’oggetto per ottenere una serie di modelli di   packaging compatibili e realizzabili per le misure immesse.

«È una sfida decisamente complessa per noi, perché dobbiamo combinare il mondo digitale con quello reale. Da una parte, organizzare le apparecchiature per garantire una produzione uniforme, entro i limiti stabiliti, quando a seconda delle necessità si usa la stampa offset o quella digitale. Oppure, gestire produzioni con esigenze particolari, come quelle del settore alimentare».

Al momento, una sfida affrontata e superata senza particolari difficoltà. Grazie anche al momento particolarmente favorevole per il packaging, i risultati non mancano. Per consolidarli nel tempo però, non serve solo saper cavalcare l’onda. Anzi, cercare di restare sempre un passo avanti in un settore molto dinamico è un degli aspetti più delicati.

Se un portale web bene organizzato è facilmente fruibile in qualsiasi luogo del mondo, la vera sfida inizia subito dopo. «Il mercato chiede stampe veloci, ormai allo stesso ritmo di un qualsiasi e-commerce. I tempi della comunicazione sono diventati strettissimi; di conseguenza le aziende tendono a validare diversi progetti, con relative forme e colori. Subito dopo, spetta a noi essere altrettanto veloci, e per quanto possibile anche proattivi».

La risposta sono spedizioni al massimo entro quarantotto ore dall’ordine, anche per decine di grafiche diverse. Quelle sempre più spesso utilizzate dalle aziende per effettuare dei test sul campo e capire quali siano adatte alla produzione in grandi volumi. Una volta individuate, a loro volta da garantire nel rispetto dei tempi concordati. Chi invece vuole affidarsi a Packly anche per rendere più flessibile e meno onerosa la gestione interna del magazzino, può contare su spedizioni organizzate nell’arco di due, cinque oppure otto giorni.

L’importanza di sostenibilità e qualità della vita

Alle spalle di tutto questo è indispensabile costruire un sistema a prova di errore, dove di conseguenza il digitale non è da intendersi solo per gli aspetti riguardanti la stampa. L’intero processo produttivo, dal prelievo dei supporti in magazzino alla consegna al reparto spedizioni, è il più possibile automatizzato. Nel pieno rispetto dei principi di Industria 4.0, l’utilizzo di codici prodotto e dei più attuali sistemi RFId permette un flusso bidirezionale dei dati. Utile da una parte per gestire le operazioni interne e dall’altra ad allinearsi agli standard di tracciamento.

Anche se l’esperienza dei fondatori è decisamente di lunga data, un’azienda nata una decina di anni fa, non può fare a meno di confrontarsi con la richiesta di sostenibilità. Se ben gestita, pronta a trasformarsi in valore aggiunto. «Ci abbiamo creduto e scommesso da subito. Oggi il nostro stabilimento è alimentato al 100% da energia sostenibile. Quando il nostro impianto fotovoltaico non è sufficiente, ci serviamo da fornitori con produzione proveniente esclusivamente da eolico o fonti rinnovabili certificate. Inoltre, scegliamo i materiali di stampa in base alle caratteristiche di sostenibilità e recuperiamo ogni scarto possibile. Sempre più, il cliente guarda a questi aspetti, e li apprezza».

Liberi di fare impresa

Una volta fuori discussione la validità del progetto Packly, è possibile affrontare anche un aspetto certamente meno tecnico, ma altrettanto importante. Investire su uno stabilimento in Molise va contro le convinzioni ancora radicate di essere avvantaggiati da una posizione vicina alle grandi opportunità offerte dai mercati di riferimento. Grazie anche all’appoggio del digitale, oggi questo è un principio ormai superato, in favore di una maggiore distribuzione del lavoro, una migliore valorizzazione delle risorse locali, non necessariamente costrette a trasferimenti, e in definitiva alla qualità della vita, facilmente traducibile in una forza lavoro più soddisfatta e quindi efficiente.

«È stata una parte importante della sfida e sicuramente nelle esperienze precedenti all’estero io e mio fratello avevamo trovato maggiore facilità a investire. Nella nostra terra però, possiamo contare sull’enorme vantaggio delle persone. Abbiamo la possibilità di sceglierle, formarle e qualificarle secondo le necessità. Questo rende più facile anche tenerle con noi, mentre altrove è spesso difficile trovare chi è disposto a condividere un progetto, concentrarsi e risolvere problemi nel tempo. Credo abbiamo realizzato qualcosa che prima nel mondo della cartotecnica non c’era».

Personalizzazione a tutto campo

Oltre alla giustificata soddisfazione per uno scambio con il proprio territorio vantaggioso per entrambi, è importante anche non sentirsi mai arrivati. Sviluppare e realizzare tecnologie in proprio significa anche questo, assicurare crescita e stimoli tali da non sentire la necessità di cercare alternative. «Il nostro team di R&D è in grado di individuare e richiedere personalizzazioni alle linee produttive utili per raggiungere i nostri obiettivi di qualità e produttività. Un aspetto non di rado condiviso con realtà straniere, utile a entrambi».

Una visione di lungo termine, dove è sempre importante pensare sempre al passo successivo. Se per quanto riguarda la personalizzazione spinta, intesa come gestione di dati variabili in stampa, la domanda è ancora limitata, su altri aspetti gli obiettivi sono già chiari. «Dobbiamo diventare ancora più reattivi sui tempi di produzione e consegna, dove ormai l’attesa è sempre più stringente – conclude Giuseppe Prioriello -. Un altro aspetto impegnativo è la riduzione dei costi, da intendersi soprattutto come minori sprechi e maggiore capacità di adeguare una tiratura alle esigenze effettive. Guardando oltre, vedo prospettive interessanti per l’impiego di tecnologie come RFiD e NFC nel packaging, per interagire in modo più evoluto di quanto si faccia spesso già oggi con un QR-Code».

Epson a Fespa 2024: articoli personalizzati e tutte le funzionalità della tecnologia di microproduzione

In occasione di Fespa 2024 (Amsterdam, dal 19 al 21 marzo) Epson presenta due novità: SC-V1000 e SC-F1000, rispettivamente la sua prima stampante piana UV con ingombro ridotto e il nuovo modello ibrido DTG entry-level. Non solo: quest’anno l’azienda si è focalizzata sul tema della personalizzazione nel settore della microproduzione ed espone una vetrina di articoli stampati su misura dal design accattivante, colorati e di alta qualità.

“Durante Fespa – dichiara Renato Sangalli, head of sales C&I Printing di Epson Italia -dimostreremo come la tecnologia per la stampa digitale per microproduzioni di Epson è in grado di supportare le aziende che realizzano prodotti personalizzati e di qualità. La varietà di tecniche di stampa in esposizione dimostra le numerose applicazioni avanzate e flessibili della gamma di stampanti digitali Epson, tra cui le più recenti stampanti a sublimazione, Direct-to-Garment (DTG) e a ultravioletti (UV) per oggettistica”.

Progettata per soddisfare le esigenze delle aziende del settore degli articoli promozionali (dai negozi di fotografia ai produttori di articoli di piccole dimensioni, dall’e-commerce alle attrazioni turistiche, come i parchi a tema), il modello piano UV A4 SC-V1000 di Epson è estremamente compatto e conveniente e stampa su un’ampia gamma di substrati con spessori fino a 70 mm, tra cui acrilici, policarbonati, PVC, alluminio, metallo, poliestere, pannelli in schiuma, stirene, legno e pietra.

Espon DTG SC-F1000 invece è il primo modello DTG entry-level in grado di stampare direttamente su tessuti chiari e scuri. Si aggiunge alla gamma di stampanti ibride DTG e DTF (Direct-to-Film) di Epson, leader del settore, ed è di particolare interesse per hobbisti, rivenditori e aziende che necessitano di una soluzione conveniente con la flessibilità necessaria per stampare su un’ampia gamma di tipi di tessuto.

Non solo: grazie alla sua velocità, è ideale per quelle realtà che stampano in negozio e consegnano direttamente al cliente ed è l’unica della sua categoria a includere l’inchiostro bianco, per stampare direttamente su indumenti scuri e su pellicola. Ciò consente ai produttori di stampare su molti articoli quali t-shirt, felpe con cappuccio, borse, felpe e cuscini.

Ad accompagnare SC-F1000 presso lo stand G20 c’è SC-F2200, il recente modello ibrido DTG progettato per stampare motivi complessi su numerosi capi di abbigliamento e che risulta particolarmente adatto per le start-up o le aziende di medio volume che richiedono alti livelli di versatilità, precisione e tempi di consegna brevi. SC-F2200 utilizza l’avanzata tecnologia della testina di stampa Epson PrecisionCore MicroTFP e fornisce una maggior velocità di stampa e di elaborazione dei dati, con un aumento della produttività fino al 25% rispetto al modello precedente, pur mantenendo una qualità di stampa estremamente elevata.

A Fespa è presente anche SC-P5300, la stampante fotografica e per applicazioni artistiche da 17 pollici lanciata di recente: essa coniuga la tecnologia avanzata dei modelli SC-P700/P900 con la flessibilità e la capacità produttiva di SC-P5000.

Progettata per soddisfare le esigenze di fotografi professionisti, utenti di applicazioni artistiche, agenzie di design e negozi di fotografia, offre una straordinaria qualità dell’immagine grazie all’uniformità e all’accuratezza della tecnologia della testina di stampa Epson Micro Piezo, a una gamma cromatica ottimizzata e agli inchiostri UltraChrome Pro10 con viola di serie. Non solo: le modalità BEO (Black Enhanced Overcoat) e Carbon Black assicurano un’elevata densità del nero, migliorando al contempo il contrasto e la tonalità e riducendo l’effetto bronzing nelle aree scure sui supporti lucidi.

 

PrintingUp, la piattaforma online di Faenza Group che spazia dal printing al packaging

PrintingUp è la piattaforma online di stampa in grado di rispondere alle esigenze di piccole tirature, finiture di altissima qualità e, se necessario, consegna in 48 ore.

È un web to print atipico, quello di PrintingUp, perché si poggia sulle larghe spalle di Faenza Group e grazie a esso attinge a un know how che spazia dal printing al packaging. Come tutti gli stampatori web to print anche l’azienda milanese deve affrontare il tema dirimente delle marginalità: la concorrenza è infatti sempre più numerosa e quei piccoli vantaggi di un tempo, dettati dalla rapidità della consegna e dall’efficienza della logistica, sono ormai appannaggio di un po’ tutti i player. Eppure, anche da questo punto di vista, il caso di PrintingUp è davvero particolare perché alle componenti decisive di reattività e copertura logistica unisce un’eccellente qualità dell’output di stampa e un’elevata componente di servizio. Mette cioè a disposizione la stessa qualità della stampa tradizionale in tempi brevissimi e su poche copie.

Tecnologia in house

«PrintingUp», spiega a Italia Grafica Claudio Rossi, founder e Ceo di Faenza Group, «è un web to print estremamente customizzato e dedicato solo a grandi e selezionati clienti. Direi che è quasi un web to print privato per primari i clienti del settore moda e automotive. Il nostro target è rappresentato da aziende grandi e strutturate, molto attente alla comunicazione offline, con brochure, biglietti da visita, tutto realizzato in alta qualità e con finiture particolari. È vero, queste strutture comprano online, ma con noi possono contare su professionisti in grado di fornire un servizio consulenziale a tutto tondo. Inoltre attraverso il portale di PrintingUp serviamo clienti in ogni parte del mondo».

«La chiave di volta è la nostra tecnologia proprietaria», sottolinea Rossi. «Tutto viene monitorato, mappato da un portale che abbiamo sviluppato in casa. La tecnologia che gestisce l’autoprint, l’assistenza logistica, la preventivazione e il controllo amministrativo è stata realizzata internamente. La nostra piattaforma proprietaria è stata pensata per essere persino linkata al sistema di fatturazione e al controllo di gestione Sap del cliente. Si poggia quindi su un software molto complesso e costoso che trova una ragione di business solo se da entrambe le parti c’è l’esigenza di gestire dei volumi con una certa continuità. Insomma PrintingUp è una piattaforma one to one, con prodotti e prezzi personalizzati che può essere plasmata sulle esigenze del cliente. Niente a che vedere, quindi, con i player “classici” del web to print da cui siamo distanti anni luce per modello di business e servizi offerti. E, a dire il vero, nel panorama nazionale non ci sono realtà simili alla nostra».

Realtà in crescita

«Il 2023 di PrintingUp si è concluso molto bene con un incremento importante del fatturato che, con la sola attività di web to print e stampa digitale, si attesta su una cifra superiore ai due milioni di euro», continua Rossi. «Siamo contenti anche perché nel 2022 e nel 2023 PrintingUp è cresciuta senza che fosse spinta più di tanto. Quest’anno prevediamo un ulteriore avanzamento anche in considerazione di nuovi investimenti che andranno a regime a marzo e aprile. Nei prossimi mesi sarà infatti operativa una linea di produzione per prodotti di cartotecnica come scatole fondo coperchio, ma anche prodotti cofanetti speciali, cofanetti per libri sempre di alta gamma. Entro febbraio avremo anche un plotter con tanto di fresa per le lavorazione particolari e quindi allargheremo non poco il portafoglio prodotti medio alti. Tra le macchine abbiamo sempre Hp Indigo12000 e Konica Minolta di ultima generazione. E poi tutto quello che costituisce il giro di legatoria, quindi brochure a fresata e punto metallico. Infine ci sono le finiture lavorate internamente: la plastificazione in tutte le tipologie possibili fino alla serigrafia 3D e alla lamina con tecnologie digitali».

«Uno dei costi maggiori per uno stampatore web to print è quello dei macchinari», sottolinea il manager di Faenza Group, «dal momento che in questo particolare settore c’è una rapidissima obsolescenza tecnologica. Nel nostro specifico caso direi che abbiamo macchine in leasing, acquistate cash e in noleggio operativo. Utilizziamo, insomma, tutte le formule possibili a seconda della convenienza dettata dalla tipologia del macchinario stesso. Devo dire che nel caso dell’area stampa siamo maggiormente orientati a un noleggio operativo perché le tecnologie di rifermento invecchiano molto rapidamente e quindi conviene cambiarle con maggior frequenza senza accollarsi il peso dell’ammortamento. A dire il vero, oltre all’obsolescenza tecnologica, si verifica anche una sorta di condizionamento da parte della casa costruttrice con cui si è instaurato un rapporto di fiducia e continuità. L’acquisto tout court, invece, avviene per i macchinari di finitura che tipicamente durano nel tempo. Macchine, cioè, che hanno un contenuto tecnologico non così significativo da giustificare un ricambio elevato».

Una nuova “casa” produttiva

«Nell’aprile dello scorso anno», spiega Rossi, «abbiamo inaugurato il nuovo stabilimento a Rodano Millepini, nel milanese. In precedenza eravamo nella sede della Grafiche Bazzi che era stata accorpata dopo l’acquisizione da parte di Faenza Group nel 2012. Poi, però, sono cambiate molte cose e proprio l’anno scorso abbiamo colto l’occasione di realizzare uno stabilimento adeguato per un’azienda che produce digitale e che deve essere flessibile e assolutamente just in time. Con una produzione quindi molto pulita e molto lineare. Il nuovo stabilimento è stato pensato e costruito con il layout della commessa, cosa che prima con la sede storica di Grafiche Bazzi, cresciuta e modificatasi nel corso del tempo, non era possibile. Lo stabilimento semplicemente non era più adatto all’azienda di oggi. Ora siamo molto più flessibili e più competitivi perché abbiamo costi più bassi anche grazie a una produzione più celere».

AI artificial illusion, piccolo viaggio nell’intelligenza artificiale

Questa è l’unica tra le immagini proposte a non aver usato uno dei prompt già disponibili, volevo riprodurre il logo IG sotto forma di una lampada da muro creata come origami. Base di partenza ottima che può diventare anche un file di buone dimensioni con un paio di passaggi di interpolazione generativa e qualche intervento manuale qua e là

Analizziamo  una risorsa per l’arte generativa di grande semplicità che negli ultimi tempi ha incuriosito: Krea.ai. Ecco qualche spunto di riflessione.

Data la sua notevole semplicità d’uso non sprecherò righe preziose riportando un tutorial passo passo su come trascinare uno o più cursori, vi presenterò piuttosto alcuni spunti di riflessione o di lavoro così da stuzzicare la vostra curiosità, magari come all’inizio si è stuzzicata la mia.

In questo modo potrete affacciarvi anche ad altre risorse analoghe (sì, ce ne sono molte altre che possono operare in modo simile) senza sentirvi troppo vincolati da uno specifico workflow.

L’antefatto

Come spesso capita nella storia le scoperte più sorprendenti vengono fatte per caso (d’altronde se uno se l’aspetta, che sorpresa è?), e anche per me l’applicazione di cui vi parlerò tra poco è stata un incontro quasi casuale scaturito da un interesse iniziale per le tematiche percettive dell’immagine qui sotto.

Si tratta di un tipico esempio di immagine ibrida, un’illusione ottica legata alla diversa percezione sulle frequenze spaziali: l’immagine grande (quindi come se fosse vista da vicino) catturerà la nostra attenzione sui dettagli sottili, dette anche alte frequenze, mentre l’immagine piccola (come vista da lontano), ci porterà a raccogliere spontaneamente le informazioni sulle basse frequenze, ossia le aree chiaroscurali più “grossolane”. Non ho trovato informazioni certe sugli strumenti utilizzati per questo “Subliminal CocaCola ADV”, ma sulle immagini facilmente reperibili in rete sono presenti i credits dell’autore: tale “argentinox”. Dal mio punto di vista il fascino di questa immagine, eccellente prodotto di immagine generativa, risiede nella tanto ovvia quanto inevitabile percezione dell’insalata in tutti i suoi dettagli se viene vista a grandi dimensioni, mentre guardandola in miniatura risulta altrettanto inevitabile la visione del logo Coca Cola. L’aspetto molto interessante e, al tempo stesso, per me duro da digerire, è che risulta praticamente impossibile rileggere Coca Cola quando l’immagine torna a grandi dimensioni: in sostanza il nostro cervello codifica le informazioni visive in modo mutualmente esclusivo nonostante la nostra doppia consapevolezza da esperienza passata (la prima è la conoscenza acquisita del logo Coca Cola, la seconda è l’averlo visto ben chiaro guardando l’immagine piccola).

Un po’ di storia…

Il meraviglioso (e spesso apparentemente contraddittorio) mondo della nostra percezione visiva è noto da tempo, anche se i primi tentativi di una codifica pragmatica sono iniziati con la Gestalt solo a inizio ‘900. Per vederlo affrontare poi con una connotazione più strettamente neuroscientifica dobbiamo addirittura aspettare altri 50 anni, e le Neuroscienze sono al giorno d’oggi una delle “moderne” discipline più affascinanti e trasversali. Esperimenti artistici nel campo delle illusioni ottiche e delle immagini ibride si possono trovare in diverse epoche (il Mantegna, Holbein, Escher, Dalì, Vasarely… giusto per citare i principali) ma per l’approccio scientifico si deve aspettare il 1994, con gli psicologi Aude Oliva e Philippe Schyns.

È importante questa brevissima premessa storica? Secondo me sì, dal momento che nello scorso numero ho proprio parlato della potenziale vacuità dell’intelligenza artificiale nell’arte generativa, se questa non viene adeguatamente istruita dall’operatore umano.

L’AI ha a disposizioni velocità di elaborazione e produzione inimmaginabili, così come svariati Zettabyte(s) di informazioni a cui attingere, l’unico aspetto in cui l’uomo può fare davvero la differenza sta nel saper dare un filo logico ed una direzione a tutto questo, senza diventarne vittima passiva.

…e un po’ di presente

È arrivato il momento dell’applicazione nominata in apertura: Krea.AI. Il suo punto di forza è la grande semplicità d’uso, e come tale sarà plausibilmente il suo tallone d’Achille per gli utenti già esperti ed esigenti, che probabilmente migreranno su Stable Diffusion.

Ma per tutti gli altri costituisce un aggregato di più strumenti che non mancheranno di intrattenere per diverso tempo, qualora si decidesse di ficcarci dentro il naso.

La formula d’uso gratuita lascia libertà sufficiente per molti test, e si può tranquillamente passare alla versione a pagamento solo dopo aver consolidato le proprie basi operative e aver raggiunto i limiti del tool gratuito.

L’interfaccia base ha poche zone interattive, chiare e molto intuitive. Se ha dei limiti (ok, li ha, come tutti gli applicativi AI in circolazione) di sicuro richiede molto tempo arrivarci

Logo Illusions

… e siamo arrivato al dunque: quello che il team di Krea.AI ha chiamato Logo Illusions.

Il pacchetto di soluzioni che ad oggi propone non si ferma a questo generatore di immagini “illusorie”, troverete anche:

  • un Canvas di disegno che tradurrà in tempo reale le vostre forme stilizzate in qualcosa di figurativo (da provare, anche se a tratti caotico e imprevedibile);
  • un tool di ingrandimento e miglioramento immagine
  • un generatore di pattern (che pattern non sono, ma somigliano di più ad una variante del Logo Illusions, ma più concreto)

Altre parti sono in fase di rilascio o richiedono account a pagamento.

È oltremodo ovvio che la funzione Logo Illusions sia strettamente legata all’immagine in apertura di articolo, e anche se non credo sia possibile raggiungere risultati di quella qualità semplicemente usando il solo riquadro di prompt proposto, ce n’è di che divertirsi più che abbastanza.

Con l’account gratuito si possono generare fino a 50 immagini al giorno, scrivendo nel prompt il proprio desiderata e impostando il valore di presenza del logo con l’apposito slider.

A titolo dimostrativo ci sono già una serie di loghi famosi con cui provare, ma se ne possono caricare altri a piacimento, giocando sia sul logo in positivo che sulla sua controforma (da provare, i risultati cambiano).

Anche per le descrizioni nel prompt sono presenti degli esempi già pronti, giusto per prenderci la mano, e usando la stessa descrizione modulando l’intensità del logo si ottiene una serie di proposte anche molto distanti l’una dall’altra.

Il logo di Italia grafica in una generazione con valori di presenza incrementali: 50, 60, 70, 80, 90. Per la mia esperienza valori inferiori a 50 tendono a generare immagini con scarsissime probabilità anche solo di intuire la presenza del logo
La presenza di dettagli è interessante, anche se non stupefacente. Tenendo presente la funzione principale di Krea, quella di generare draft molto plausibili in tempi record, è ovvio e giusto che sia così. In caso si volesse aumentare risoluzione e relativo grado di dettaglio Krea.AI offre anche un tool di ricampionamento molto interessante
Questa è l’unica tra le immagini proposte a non aver usato uno dei prompt già disponibili, volevo riprodurre il logo IG sotto forma di una lampada da muro creata come origami. Base di partenza ottima che può diventare anche un file di buone dimensioni con un paio di passaggi di interpolazione generativa e qualche intervento manuale qua e là

Conclusioni

Possiamo concludere qualcosa? Onestamente no, le porte aperte dall’arte generativa si moltiplicano esponenzialmente settimana dopo settimana, parlare di “conclusioni” adesso a me sembra parecchio antifrastico.

Possiamo parlare di opportunità, di sperimentazioni, di tentativi, ma di certo niente di conclusivo.

Questo viaggio è appena cominciato, e non finirà tanto presto, ma a differenza di questa semicitazione dal film 300, a noi credo piacerà parecchio.

Tecniche Nuove cresce ancora con l’acquisizione di REDA

Il Gruppo editoriale Tecniche Nuove SpA ha espanso la sua offerta formativa attraverso l’acquisizione completa del ramo d’azienda REDA (Ramo Editoriale degli Agricoltori) da La Scuola SpA. REDA rappresenta un pilastro nella fornitura di testi scolastici destinati agli Istituti Tecnici Agrari e agli Istituti Professionali Agrari, vantando un catalogo di più di 50 pubblicazioni che coprono le venti discipline fondamentali per formare i futuri professionisti nel campo agroalimentare, un settore che contribuisce quasi a un terzo del PIL nazionale. Il valore dell’offerta è ulteriormente ampliato da una varietà di risorse digitali e multimediali, tra cui video, mappe, lezioni, esercizi interattivi, webinar, tutorial e molti altri strumenti, per arricchire l’esperienza educativa di studenti e insegnanti. A queste risorse si aggiungono numerosi titoli professionali, rafforzando ulteriormente il catalogo.

«Nell’anno che celebra i 60 anni di attività del gruppo, abbiamo voluto completare l’offerta formativa creando una connessione con i futuri lettori delle nostre piattaforme di informazione e comunicazione – dichiara Ivo Alfonso Nardella, presidente e AD di Tecniche Nuove – L’acquisizione del ramo d’azienda è l’inizio di un percorso comune con La Scuola SpA che ci vedrà sempre più partner nell’offerta formativa per i licei e gli istituti tecnici e professionali dei settori coperti dal Gruppo primi fra tutti l’agroalimentare e il manufacturing che rimane di gran lunga l’ambito in cui c’è più richiesta di diplomati Its con circa 14.300 entrate l’anno».

«Sono molto soddisfatto per questa operazione – dichiara Giorgio Riva, amministratore delegato del Gruppo La Scuola – che vedrà il rafforzamento dell’offerta educativa nel settore agroalimentare, grazie alle competenze del Gruppo Tecniche Nuove, e della promozione e distribuzione dei prodotti Reda grazie alla rete commerciale del Gruppo La Scuola. La partnership consentirà di sviluppare anche ulteriori iniziative in ambiti disciplinari, a partire dalle competenze e dalle posizioni di leadership dei due Gruppi».

Una conoscenza che viene da lontano

Fondata negli anni ’30 del secolo scorso, REDA ha rappresentato e rappresenta a tutt’oggi un punto di riferimento per studenti, operatori, tecnici e studiosi del settore agrario e agroalimentare. Riconosciuta per aver pubblicato l’opera monumentale “Enciclopedia Agraria” edita in 12 volumi e il “Manuale dell’Agronomo” il mitico “Tassinari” strumento di studio e di lavoro per intere generazioni dal 1941 ancora in catalogo con le sue versioni sempre aggiornate. Una produzione tecnico-didattica innovativa e in continua crescita, che allarga i propri orizzonti anche oltre all’ambito agroambientale e territoriale. Il catalogo REDA continuerà ad essere distribuito e promosso dal Gruppo Editoriale La Scuola SpA.

Grafiche Arrara, 100° anniversario con la nuova Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm

Grafiche Arrara è un’importante azienda di stampa con una tradizione che risale al 1923. Con un team di 11 professionisti, l’azienda è specializzata in una vasta gamma di prodotti, come biglietti da visita, brochure, cartoline, stampa di grande formato e stampa diretta su supporti rigidi. L’azienda, oltre alla attività di stampa, offre servizi di graphic design.

In occasione della celebrazione del centenario di attività Grafiche Arrara ha investito in una Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm a giugno 2023, puntando sulla digitalizzazione e sui suoi numerosi vantaggi.

Fabio Peviani, CEO di Grafiche Arrara, commenta: “La decisione di investire nella Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm è stata determinata dalla nostra volontà di rinnovamento, perché sapevamo bene quali potenzialità potesse garantirci la sostituzione delle vecchie attrezzature con tecnologie all’avanguardia”.

Questa installazione non è la prima esperienza di Grafiche Arrara con Fujifilm, dato che in passato aveva già investito in una Acuity LED 1600, ma un’ulteriore conferma della sua fiducia nella tecnologia e nel supporto di Fujifilm.

Peviani commenta: “L’integrazione della stampante Jet Press 750S High Speed Model rappresenta un passo avanti di Grafiche Arrara nella tecnologia commerciale inkjet. Il risultato è stato il notevole miglioramento dell’efficienza in generale e la velocizzazione della stampa di lavori che in precedenza richiedevano la preparazione di lastre, avviamenti offset e lavorazioni esterne.”

Peviani commenta: “Il feedback dei clienti rispecchia la grande soddisfazione per la qualità dei prodotti realizzati con Jet Press 750S High Speed Model. I clienti non hanno notato alcuna differenza con i prodotti realizzati in offset”.

Grafiche Arrara, riconoscendo le costanti sfide del settore, tra cui la concorrenza della stampa online e la necessità di maggiori velocità di stampa, dichiara che grazie alla nuova macchina e alla collaborazione con Fujifilm potrà far fronte con efficacia a questi problemi.

Peviani aggiunge: “Unitamente alla nuova Jet Press 750S High Speed Model, anche le nostre relazioni con Fujifilm ci aiutano ad attirare nuovi clienti, a fornire stampe di qualità superiore, a garantire una maggiore produttività e ad aumentare la nostra competitività nel settore. Sappiamo che possiamo affrontare con sicurezza tali sfide e proseguire nel nostro percorso di crescita aziendale”.

Taro Aoki, head of digital press solutions, Fujifilm Europe, commenta: “L’installazione di Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm da parte di Grafiche Arrara è un’importante pietra miliare che rientra perfettamente nello straordinario impegno dell’azienda, ormai centenaria, in favore di innovazione e crescita sostenuta. Noi di Fujifilm non siamo semplici fornitori di tecnologie all’avanguardia, ma partner orgogliosi nel viaggio intrapreso da Grafiche Arrara per migliorare le possibilità di stampa. Questa partnership sottolinea la nostra visione condivisa per andare oltre i limiti delle possibilità nella tecnologia di stampa e permettere alle aziende di prosperare in un mercato dinamico. Ci auguriamo di avere una lunga e continua collaborazione con Grafiche Arrara, durante questo viaggio per entrare in una nuova era di efficienza ed eccellenza”.

Congresso Giflex, “Flessibile: un packaging da raccontare”

Torna il tradizionale appuntamento primaverile di Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, in programma a Roma, il 17 e 18 aprile prossimi, presso l’Hotel Villa Pamphili, evento di approfondimento e networking per gli stakeholder del packaging flessibile.

La due giorni romana, dal titolo Flessibile: un packaging da raccontare”, ospiterà importanti presenze istituzionali e autorevoli relatori al fine di approfondire ed esplorare i temi chiave del programma:

  • Geopolitica: Europa, Cina e Stati Uniti nello scenario globale
  • Il ruolo del packaging per la brand reputation: percezioni, valutazioni e aspettative del consumatore
  • Sostenibilità: Linee guida LCA e fine vita del packaging flessibile
  • Packaging &Packaging Waste Regulation: atti finali e ricadute

“Nonostante scenari internazionali estremamente complicati e dibattiti sul futuro del packaging troppo spesso contaminati da un ecologismo radicale che non considera tutte le complesse componenti in campo, è nostro dovere continuare a raccontare di temi che impattano sul nostro presente e comprendere come procedere senza compromettere le esigenze delle nuove generazioni”, dichiara il presidente di Giflex, Alberto Palaveri.

Fedrigoni rafforza la presenza nel mercato asiatico

Con l’acquisizione di Arjowiggins Hkk3 Limited, 1,3 milioni di euro di fatturato, Il Gruppo Fedrigoni diventa proprietario di Arjowiggins China e della cartiera di Quzhou, protagonista mondiale nella produzione di carte traslucide, vendute con i marchi Gateway e Sylvicta. In questo modo Fedrigoni Special Papers, la business unit specializzata nelle carte speciali di alta gamma, compie un ulteriore step di crescita. Ne parliamo con Marco Nespolo, AD di Fedrigoni.

Dopo aver stretto un anno fa una partnership industriale con Arjowiggins HKK3 Limited, Fedrigoni ne ha rilevato, sul finire del 2023, l’intero capitale sociale. Nell’operazione è incluso il controllo totale di Arjowiggins China che permette al gruppo veneto di acquisire il suo primo impianto cinese, la cartiera di Quzhou, e di ottenere un considerevole presidio sul mercato asiatico. La cartiera, situata nella provincia di Zhejiang, non è uno stabilimento qualsiasi: impiega 130 lavoratori e produce circa 7mila tonnellate di carte traslucide per applicazioni che vanno dall’advertising all’industrial design, dal luxury al food packaging. Si tratta di un vero e proprio player di rifermento in questo segmento e ciò rende particolarmente significativa l’acquisizione da parte di Fedrigoni. Il produttore italiano infatti non solo rafforza la propria presenza in Asia, dove peraltro ha già un’ampia rete di distribuzione in Cina, Hong Kong, Filippine, Indonesia e Bangladesh, compresi undici magazzini, un impianto produttivo di materiali autoadesivi e uno di inserti e tag RFID a Guangzhou, ma espande il portafoglio prodotti nel mercato delle carte traslucide che oggi godono di grande considerazione presso le aziende clienti perché hanno il potenziale per sostituire sempre più la plastica nel packaging in quanto monomateriale riciclabile al 100%.

Carte, cioè, un tempo impiegate per il disegno architettonico e che ora trovano ampio utilizzo nel packaging food e non food e che, a parità di robustezza, idrorepellenza e igiene, sono enormemente più sostenibili della plastica.

Cavalcare la transizione dalla plastica alla carta

«L’acquisizione di Arjowiggins China» spiega a Paper Industry World, Marco Nespolo, Ceo di Fedrigoni «è strategica per rispondere all’esigenza sempre più sentita dall’industria del lusso globale, non solo del mondo asiatico, di avere a disposizione soluzioni performanti per sostituire la plastica con carte dalle medesime caratteristiche, ma ovviamente molto meno impattanti per l’ambiente, il cosiddetto plastic-to-paper, richiesto ormai in moltissime applicazioni. Avere arricchito la nostra offerta con le carte traslucide prodotte dalla cartiera di Quzhou, specializzata proprio in questo segmento, ci permette di essere ottimamente posizionati. Inoltre, in Cina il mercato del packaging di lusso è molto grande: moltissime confezioni che vediamo in Europa, infatti, sono realizzate da aziende manifatturiere cinesi. Questa acquisizione consente a Fedrigoni di entrare in contatto con converter cinesi che esportano nel mercato globale e, allo stesso tempo, di lavorare con aziende che producono per il mercato locale».

Packaging alimentare a packaging cosmetico: un’area in forte sviluppo

«Grazie all’acquisizione della cartiera di Quzhou e alla produzione di carte traslucide sempre più performanti» prosegue Nespolo «potremo imprimere un forte boost al nostro posizionamento sul packaging di lusso e, nello specifico, sul premium packaging per food and beverage, oltre a rinforzare la transizione plastic to paper che ci vede protagonisti da qualche anno. Sylvicta, il prodotto più rilevante della gamma translucent, ha delle caratteristiche tecniche che consentono un perfetto utilizzo in sostituzione della plastica nel packaging di cibo, cosmetici e più in generale nel packaging di lusso: si tratta di materiali high barrier molto resistenti, completamente trasparenti, anti grasso, che non fanno penetrare ossigeno e che conservano l’aroma. Questo genere di tecnologia permette ai nostri clienti di sostituire la plastica conservandone le performance e di essere allo stesso tempo sempre più sostenibili: le nostre carte infatti sono riciclabili, compostabili e biodegradabili. L’impatto sarà forte anche sul consumatore finale che vedrà cambiare il packaging dei prodotti presenti a scaffale».

L’importanza di essere tra i first mover

«Inoltre» aggiunge Nespolo «i nostri più diretti concorrenti in quest’area non sono molti, perché si tratta ancora di un mercato di nicchia. Certo, il suo potenziale di sviluppo è assai ampio. Bisogna però dire che creare materiali di questo tipo e con questa tecnologia comporta notevoli investimenti e un’importante attività di ricerca. Nel mercato cinese il competitor più rilevante è Minfeng Special Paper, un’azienda con poco più di 1.000 dipendenti, mentre in Europa è Reflex Paper, azienda tedesca che, tra i vari prodotti, propone materiali translucent per il mercato food».

La spinta continua sull’innovazione

«Nello specifico» spiega il manager «innovare nel settore delle carte speciali significa cercare soluzioni sempre più all’avanguardia capaci di coniugare prestazioni, estetica e attenzione all’ambiente: sono più di 20 anni, infatti, che facciamo ricerca per ridurre l’impatto ambientale della nostra filiera ed elevare allo stesso tempo la creatività di marchi, designer, stampatori e converter. Si tratta di tecnologie avanzate per sviluppare specifici progetti, prodotti e applicazioni in grado di supportare i clienti nella transizione ecologica. Alcuni esempi? I sensori RFID per carte intelligenti e non solo per etichette, l’introduzione di carte realmente alternative alla plastica (antistrappo, anti unto, impermeabili, trasparenti) realizzate con fibre rinnovabili o materie prime riciclabili, come i termoformati in cellulosa, o ancora Replay, un progetto in cui la glassine, il supporto siliconato che viene separato e scartato nella fase di applicazione delle etichette autoadesive, per la prima volta diventa la parte nobile, l’etichetta decorativa che caratterizza il prodotto».

Altre M&A all’orizzonte?

«Negli ultimi anni siamo stati molto proattivi e siamo cresciuti per linee esterne. Di sicuro, la crescita per acquisizioni continua a essere uno dei nostri obiettivi, specialmente nei settori in forte sviluppo come le soluzioni RFID per carte ed etichette “intelligenti”, a cui guardano con attenzione molti dei nostri clienti, le carte speciali per usi specifici e i materiali autoadesivi innovativi. In particolare ci interessa espanderci in Nord America e in Asia-Pacific e le operazioni finanziarie che stiamo conducendo, dalla vendita degli immobili industriali all’emissione di nuovi bond, servono anche a liberare liquidità in vista di ulteriori operazioni di M&A (si veda box)». «Poi» conclude Nespolo, «per quanto riguarda la possibilità di una exit in Borsa del Gruppo, su cui in passato mi ero espresso positivamente, posso solo dire che rimane ancora un’opzione interessante ma non nell’immediato, anche perché nel capitale dell’azienda è appena entrato (a fine 2022) un secondo fondo d’investimento, BC Partners, a fianco di Bain Capital. Certamente nei prossimi cinque anni è una possibilità che valuteremo».

Perché parlare di print on demand

Lo scenario dei fornitori di servizi di stampa on line è oggi estremamente variegato: vi sono decine di siti di web to print che offrono una gamma più o meno estesa di soluzioni. Da quelli specializzati in tipologie specifiche di stampati, come il packaging a quelli più generalisti (i più) che fanno della diversificazione dell’offerta la loro forza. Per poter competere nel web, i tempi di risposta, il prezzo e la semplicità nell’esperienza d’uso devono essere elementi di forza

Parlare di print on demand o web to print potrebbe apparire anacronistico, dato che questo mercato è sicuramente consolidato e pressoché da tutti conosciuto nonché ampiamente utilizzato da singoli clienti e da aziende e da stampatori stessi. Ma proprio perché il comparto è maturo e ha raggiunto una dignità che è pari a tutti gli altri segmenti della comunicazione a mezzo stampa, vale la pena approfondire come è organizzato, quali attori compongono il panorama nazionale, regole e peculiarità.

Partiamo da un dato che proviene da una ricerca appena pubblicata da Research and Market, un importante editore americano specializzato in ricerche di mercato: «Il mercato globale del web to print stimato nel 2022 in 1,2 miliardi di dollari avrà un tasso annuo di crescita medio (CAGR) stimato del 6.6% nel periodo 2022-2030. La stampa di comunicazione e pubblicità, uno dei segmenti analizzati dallo studio registrerà un tasso di crescita del 7,1% e raggiungerà 1.1 miliardi di USD a fine periodo».

Web2print ieri

È sempre utile ripercorrere la storia di un fenomeno per comprenderne meglio i meccanismi che hanno determinato ciò che noi oggi vediamo e utilizziamo e soprattutto quale scenario ci attende per i prossimi anni, considerando che l’innovazione tecnologica in campo ICT galoppa e questo mercato è fortemente caratterizzato dall’impiego di infrastrutture informative per la gestione dei processi produttivi e per la logistica.

Il web to print ha ereditato quel fenomeno che agli inizi degli anni 2000 ha preso il nome di Print on Demand (POD) che a sua volta è stata l’espansione di un primo tentativo di stampa su richiesta che fu il Book on Demand. Nato per soddisfare l’esigenza di coprire quelle code di mercato, che nell’ambito editoriale non potevano essere gestite con i sistemi di stampa tradizionale, e che, con l’avvento dei sistemi di stampa digitale a più alta qualità e efficienza, è diventato gestibile in modo economico.

All’inizio il print on demand si è sviluppato con la stampa digitale. I sistemi di stampa laser a toner, diventando più efficienti, qualitativi ed economici in termini di costo al clic, ne hanno favorito l’impiego anche per quegli stampati che nelle piccole tirature, erano impraticabili per i processi di stampa tradizionali. Con pochi centesimi di euro al clic, un libro stampato e rilegato poteva essere prodotto al costo al di sotto di un paio di euro, in un numero di copie ridottissimo.

L’editoria individuale ha così potuto prendere l’abbrivio e pian piano il concetto si è allargato a tutti gli altri stampati che con il libro condividevano il processo produttivo, cataloghi brochure, biglietti da visita cartoline ecc…

L’aspetto che da subito si è rivelato fondamentale in questo tipo di mercato e che ancora oggi riveste il ruolo determinante nel decretare il successo di un provider di stampa, a dispetto di quello che potrebbe apparire a prima vista, e stato la capacità di finire il prodotto in modo efficiente unitamente all’interfaccia informatica (il front end) verso il cliente finale, sia questo il consumatore privato (B2C) o l’azienda (B2B). Questo, è stato all’inizio sottovalutato da parecchi attori che hanno approcciato il mercato del print on demand commettendo l’errore di considerare la stampa come il fulcro è il centro di tutto il processo. Investendo magari gran parte delle risorse per avere le migliori tecnologie, le più veloci e con la qualità più alta. Trascurando il finishing, il vero collo di bottiglia e fonte di tante inefficienze se non organizzato al meglio. Chi ha mantenuto un approccio “artigianale” con questa fase, ieri come oggi, ha rincorso un mercato che ha nei tempi di realizzazione e nell’automazione la chiave per poter essere vincente. Il secondo aspetto cruciale, Il front end, ossia la vetrina digitale, il negozio virtuale su cui effettuare i propri acquisti di prodotti stampati è il vero cuore del print on demand o del web to print che dir si voglia. Anche in questo caso chi lo ha sottovalutato non ha avuto il successo aspettato. Nel modo del web, solo i primi vincono, tutti gli altri vengono dimenticati in un limbo senza identità e invisibile alla massa dei naviganti. Internet ha contaminato la tipografia con le sue regole modificandone le abitudini e imponendo i propri ritmi, ha completamente scardinato i paradigmi temporali della produzione che hanno sempre caratterizzato i processi produttivi. Se un tempo, andando in tipografia, un cliente era disposto a considerare un’attesa di giorni o settimane per avere il proprio lavoro consegnato, e di conseguenza si organizzava per tempo nel procedere a programmare gli ordini, via via questa attitudine è venuta meno. L’operatore web to print si è dovuto quindi evolvere per dare un servizio completo dalla scelta del prodotto, alla sua configurazione fino al tracciamento della consegna, in tempo reale. Questo aspetto ha profondamente modificato l’assetto organizzativo della tipografia e ha reso indispensabile evolvere l’infrastruttura informatica necessaria per assecondarne i bisogni. Secondo me questo punto è stato cruciale nel determinare il successo di alcuni player rispetto ad altri. Chi ha spinto sull’informatizzazione ha vinto, chi ha mantenuto il focus sulla “stampa” ha perso. Purtroppo le tipografie commerciali, le prime a cogliere l’opportunità del print on demand, per loro natura sono sempre state caratterizzate da una forte connotazione “artigianale”, e da poca propensione all’automazione e informatizzazione dei processi; questo ha costituito uno scoglio per molti che non hanno fatto questo “salto culturale”. A onor del vero, forse non sono stati molto aiutati dai venditori di “tecnologie”, ovviamente focalizzati nel fornire le “macchine” ma non soluzioni intelligenti per gestire in modo integrato produzione, logistica e aspetti commerciali e di marketing. Chi ha conquistato il mercato, non a caso, è partito dall’ingegnerizzazione della piattaforma informativa di front end, back end e di CRM.

Dal libro al packaging

Oggi il web to print è un mercato allargato che abbraccia praticamente tutti i segmenti della comunicazione stampata. Dalla stampa dei prodotti librari e commerciali, al grande formato, all’oggettistica e gadget, al packaging, alle etichette, ai semplici fogli macchina. Come sempre accade quando la domanda si espande, ogni attore cerca di offrire la più ampia gamma di prodotti per coprire tutte le possibili esigenze, magari specializzandosi su alcune particolarità, mettendo in evidenza i propri punti di forza dove il prezzo può essere più competitivo. Perché comunque il prezzo da sempre rappresenta in questo mercato il fattore fondamentale di scelta. È stata un’arma a doppio taglio che inevitabilmente ha messo nelle mani del consumatore uno strumento di confronto estremamente potente. La possibilità di avere in tempo reale il prezzo finale della produzione in predicato di essere ordinata, potendone definire i dettagli tecnici in tutti gli aspetti, ha consentito e consente di fare una valutazione estremamente semplice e rapida della soluzione più conveniente. Tant’è che oggi si assiste a una lotta tra i player a colpi di strategie di marketing, basate su offerte speciali, premi di fedeltà e simili nel tentativo di accattivarsi i favori di potenziali clienti.

Oltre al prezzo un altro elemento veramente decisivo nel successo di uno stampatore on line è l’usabilità del sito di web to print. Alla stregua di un negozio, se le cose si trovano al punto giusto, sono visibili e ordinate in modo da favorire la ricerca di quello di cui si ha bisogno, così un sito deve curare al massimo quello che si chiama user experience. La maggioranza dei siti web to print ha un alto standard in questo senso, che permette di trovare e configurare il prodotto di cui si ha bisogno in modo semplificato e con pochi passaggi. È inoltre possibile memorizzare le proprie scelte per completare l’ordine anche in tempi differiti.

L’offerta di fornitori oggi è veramente variegata e consente di selezionare tra decine di diversi player che grosso modo sono in grado di proporre gli stessi prodotti, soprattutto quelli tradizionali, come opuscoli, i manifesti, biglietti e inviti. Le principali differenze che si notano sono sui tempi di consegna: i big player garantiscono anche tempi veramente brevi di soli due giorni per la consegna di un opuscolo. Gli stampatori online meno evoluti non riescono a tenere questo ritmo e inevitabilmente devono dilatare le scadenze. Mentre sul prezzo c’è un forte allineamento, anche perché come si diceva, questo è la prima discriminante che il consumatore prende in considerazione. L’evoluzione di questi ultimi anni ha portato i top player a fornire una gamma che si è arricchita anche nell’area del packaging, con le etichette e le scatole, che possono essere configurate in una gamma di forme e dimensioni piuttosto interessanti. Per i piccoli produttori che fanno vendita al dettaglio è senz’altro una risorsa interessante. Ma anche in senso quantitativo i siti web to print oggi offrono la possibilità di stampare dalle poche decine alle migliaia di copie, come le aziende commerciali classiche, grazie all’impiego dell’intera gamma delle apparecchiature di stampa, digitali e tradizionali.

L’evoluzione della stampa digitale, soprattutto nel campo dei supporti stampabili ha determinato l’incremento della gamma di prodotti offerti dai provider on line di stampati. Nell’area della stampa su carta, la possibilità di utilizzare carte di spessore e finiture importanti ha aumentato senza dubbio l’offerta. Anche se i supporti sono ancora il punto debole della proposta: non si va oltre le classiche carte patinate o usomano e forse una o due carte marcate, senza una reale scelta da un catalogo. Per la verità, credo sia abbastanza impossibile fare diversamente e chi utilizza il servizio online deve rassegnarsi a questo limite. Anche perché la vetrina on line “per definizione” non può offrire la possibilità di mostrare un reale catalogo delle carte, dove la sensazione visiva e tattile gioca un ruolo chiave. Un grande sviluppo ha avuto negli ultimi anni la proposta di stampa su materiali rigidi. Grazie all’evoluzione dei plotter di stampa flat bed e soprattutto agli inchiostri a polimerizzazione UV, un mondo di nuovi prodotti sono diventati disponibili anche per i clienti del pezzo singolo, allargando il mercato web to print al settore dell’interior decoration, alla stampa funzionale, all’arredamento. Oggi si può acquistare online la stampa su tutta la gamma di materiali rigidi standard quali forex, plexiglass, polionda, d-bond ecc.

Tutti grafici

Diventa sempre più importante riuscire a preparare correttamente i file per la stampa, visto che le possibilità offerte sono veramente tante. E naturalmente le competenze dei clienti, spesso comuni mortali e non grafici diplomati (sulle cui competenze nella preparazione dei file per la stampa ci sarebbe molto da dire ma non è questo il momento), non sono sempre adeguate a gestire in modo perfetto, colori, spazi tecnici, nobilitazioni e quant’altro. Su questo punto bisogna dire che i printer provider hanno sviluppato dei tutorial che sono piuttosto efficaci. Una volta che l’utente del servizio ha scelto la tipologia di stampato, il formato e le altre caratteristiche, nel migliore dei casi può scaricare un template in formato PDF direttamente utilizzabile per il layout degli elementi grafici oppure un documento con le istruzioni dettagliate su spazi tecnici e specifiche da tenere presente nella realizzazione dell’esecutivo per la stampa. Certo sarebbe bello che tutti si uniformassero nelle richieste, ma è chiedere troppo. Per esempio, sulla gestione delle abbondanze ci sono varie interpretazioni, certamente dovute ai differenti sistemi di stampa impiegati dai singoli stampatori.

A proposito di specifiche per la preparazione dei file è divertente che aziende appartenenti allo stesso gruppo riportino specifiche diverse per la preparazione dei file dal punto di vista cromatico. Vistaprint e Pixartprinting due colossi collegati sotto il profilo della proprietà societaria, indicano due caratterizzazioni differenti come standard a cui riferirsi. FOGRA 51 e FOGRA 52 per Vistaprint (scelta corretta) con la possibilità di scaricare il profilo colore relativo, FOGRA 39 per Pixartprinting (profilo obsoleto che non andrebbe più impiegato). Un altro servizio spesso offerto è la possibilità di eseguire un preflight per il controllo del file di stampa. Questo rappresenta un valido aiuto per entrambi, cliente e stampatore. Il primo ha la possibilità (a pagamento) di scongiurare errori tecnici anche banali sul prodotto finale, il secondo riesce a monetizzare un passaggio che comunque deve essere fatto nel processo produttivo, per prevenire inevitabili discussioni e controversie in caso di risultato non soddisfacente.

Quale futuro per il web to print grazie all’intelligenza artificiale?

Che l’intelligenza artificiale pervaderà tutti i settori merceologici senza distinzione è una realtà ineluttabile. Come saremo in grado di sfruttarla in modo utile è la scommessa su cui tutti stanno puntando. L’intelligenza artificiale generativa è palesemente un potenziale supporto per il web to print. Dal lato del fruitore del servizio di stampa, la possibilità di avere un supporto nella generazione dei testi o delle immagini rappresenta un’opportunità fino a ieri impensabile. Per il provider del servizio, l’uso di bot e altri strumenti in grado di accrescere l’interazione con il cliente, capirne i bisogni e supportarlo nel processo di fruizione del servizio può letteralmente cambiare l’esperienza d’uso.

E i grafici che fine faranno? Nessuno chiederà più il loro servizio per la preparazione dei contenuti da stampare? Siamo di fronte all’estinzione di una specie? Non credo ancora per un po’, almeno fino a quando l’intelligenza artificiale non sarà diventata veramente intelligente, poi il problema, se ci sarà, sarà per tutti e non solo per i grafici.

Ricoh, tecnologia e cultura di innovazione condivisa

Il 2024 segna un’epoca di innovazione e cambiamenti significativi per Ricoh, la cui serie Pro C9500 continua ad attirare l’attenzione dei professionisti della stampa. Lanciata con grande successo sul mercato italiano alla fine del 2023, questa serie si posiziona al centro delle strategie degli stampatori commerciali desiderosi di ampliare il proprio business e aumentare l’efficienza operativa.

Forte di un’interfaccia semplice, intuitiva e compatibile con sistemi di diagnostica remota, la serie Ricoh Pro C9500 accelera il passaggio dall’offset al digitale garantendo produttività, efficienza, automazione dei flussi di lavoro e possibilità di gestire un’ampia gamma di applicazioni. Inoltre, gli utenti possono gestire la soluzione di stampa direttamente da un pc o da un tablet e le impostazioni possono essere controllate anche da remoto, velocizzando le attività e consentendo di risparmiare tempo.

Un salto di qualità nell’ambito della stampa a colori a foglio, un passo avanti rispetto al predecessore, il Ricoh Pro C9200, questa soluzione all’avanguardia offre una combinazione di prestazioni, efficienza e qualità; sviluppata anche per consentire ai fornitori di servizi di stampa di accelerare ulteriormente la transizione dall’analogico al digitale e di rafforzarsi nel mercato del print on demand.

Hardware & software

La versatilità di Ricoh Pro C9500 si manifesta nella sua capacità di supportare un’ampia gamma di applicazioni, permettendo agli stampatori commerciali di espandere le proprie opportunità di business.

Il cuore pulsante di questa innovazione è rappresentato dal controller del motore Ricoh GC OS (Graphic Communications Operating System). Questo nuovo controller non solo migliora la gestione operativa e la manutenzione, ma offre anche uno schermo più ampio con un’interfaccia utente intuitiva. La sua compatibilità con sistemi di diagnostica remota e programmi di manutenzione remota rende la gestione dell’apparecchio un’esperienza senza sforzi.

Una maggiore efficienza operativa è garantita dalla nuova unità di diagnostica del colore che automatizza i tre controlli critici nella stampa commerciale: qualità, registro e variazioni di colore. L’accuratezza dei controlli è ottimizzata e l’efficienza post-ispezione è aumentata grazie alle funzioni di ristampa ed espulsioni automatiche dei fogli che non soddisfano i criteri qualitativi. La procedura di impostazione è ora più semplice da utilizzare con molteplici livelli di rilevamento tra cui scegliere.

 

Cambio al vertice

Grandi novità in casa Ricoh anche per quanto riguarda la dirigenza. Si tratta di un passaggio di testimone importante: dal 1 aprile Antonio Maiorano succede a Giorgio Bavuso nella direzione di Ricoh Graphic Communications. Maiorano si dice orgoglioso di ricevere un’eredità così prestigiosa, una divisione dedicata alle arti grafiche che da 14 anni è in continua crescita e coglie l’occasione per tracciare un quadro della situazione del mercato del printing. «Notiamo una crescita delle applicazioni di stampa digitale soprattutto per quanto riguarda i libri e la stampa commerciale. Offset to digital è ormai un trend confermato, dati di mercato ci parlano di un 20% di crescita fino al 2030 anno su anno. Ricoh è pronta a soddisfare questa esigenza grazie anche alla Ricoh Pro C9500 che rappresenta uno step importante nell’evoluzione della tecnologia per la stampa di produzione ed è progettata per consentire agli stampatori di allargare il proprio raggio di azione. Le potenzialità sono ulteriormente ampliate grazie a una serie di software, tra cui Ricoh TotalFlow Supervisor, Ricoh TotalFlow Production Manager e Ricoh FusionPro, che consentono ai nostri clienti di massimizzare l’efficacia dei propri prodotti e il ritorno sull’investimento. Il software gioca un ruolo essenziale nell’automazione dei processi e Ricoh vuole offrire agli operatori gli strumenti giusti, fornendo anche una formazione e un’assistenza dedicata per fare scelte di business consapevoli e di successo».

«La situazione internazionale è piuttosto complessa, – continua Maiorano – dopo il Covid-19 la guerra in Ucraina, in Israele, l’emergenza climatica, l’inflazione crescente. Anche nelle arti grafiche ci sono ripercussioni a livello di gestione dei costi, ma Ricoh consente di migliorare l’efficienza e risparmiare risorse, ad esempio avvalendosi di soluzioni software intelligenti. Ricoh si pone come partner a 360 gradi seguendo quella che è la sua filosofia da sempre: Henkaku, un termine giapponese che rappresenta l’innovazione nella trasformazione, a indicare come l’approccio di Ricoh focalizzato sulla tecnologia e sulle applicazioni consenta ai clienti di affrontare le sfide di oggi e raggiungere obiettivi di produttività e innovazione che mai avrebbero immaginato. Il nostro portfolio in continua espansione permette una serie di applicazioni attraverso le quali generare profitti, supportate dalla tecnologia proprietaria delle teste di stampa. Queste tecnologie che aiuteranno i fornitori di servizi di stampa a sviluppare una cultura di innovazione condivisa».