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Packaging flessibile: tripla accelerazione con Uteco

L’imballaggio flessibile gode di ottima salute. Produttori, stampatori e convertitori viaggiano insieme e in sintonia verso il futuro del settore accelerando su automazione, sostenibilità e personalizzazione. Il racconto di Uteco.

Gli ultimi due anni sono stati trasformativi per Uteco, segnati da progressi tecnologici avanzati e dal successo del lancio di nuovi prodotti. Questo periodo ha consolidato la posizione di Uteco come protagonista del settore, dimostrando la sua dedizione a superare i limiti e a stabilire nuovi standard industriali.

Nell’ottobre 2022 Uteco ha lanciato alla fiera K la nuova Onyx Go: la macchina da stampa flessografica CI estremamente compatta, produttiva e conveniente dal punto di vista economico e gestionale nel segmento delle basse tirature. Questa macchina è stata progettata per stampare tirature brevi e molto brevi in modo efficiente e conveniente, tenendo conto dei suggerimenti e delle richieste clienti come parte di un dialogo continuo durante lo sviluppo. Onyx Go è stata creata secondo i principi di un design orientato alle prestazioni, che pone l’operatore al centro del nuovo progetto e aggiunge caratteristiche ergonomiche uniche che contribuiscono a massimizzare la funzionalità e la produttività. Onyx Go offre velocità di stampa fino a 400 m/min, che consente ai converter di stampare fino a 50 milioni di metri quadrati all’anno su tre larghezze di stampa: 820, 1020 o 1320 mm. Inoltre, con meno di tre minuti per impostare le pressioni di stampa e il registro, offre i cambi più rapidi nel segmento della stampa flessografica a tiratura corta e ultracorta.

Durante l’open house di Uteco nel maggio 2023, è stata fatta un’ulteriore presentazione: SleeveBot, un robot all’avanguardia progettato per il cambio automatico delle maniche. Sono finiti i tempi in cui gli operatori dovevano maneggiare manualmente oggetti pesanti su piattaforme elevate: con SleeveBot, il processo è completamente automatizzato, eliminando la necessità dell’intervento umano. La nuova pinza brevettata del robot garantisce un’elevata produttività ed efficienza economica. Grazie alla sua versatilità, un’unica pinza può gestire maniche di tutte le dimensioni, eliminando la necessità di attrezzature speciali. Questa caratteristica riduce significativamente i costi e semplifica il flusso di lavoro, consentendo un cambio di maniche rapido e senza interruzioni in meno di 10 minuti. Inoltre, SleeveBot garantisce il 100% di accuratezza e ripetibilità del processo, rendendolo un’opzione sicura e robusta.

L’ultimo grande annuncio tecnologico del 2023 riguarda la stampa digitale: Sapphire VDP. Si tratta di una macchina da stampa digitale per la stampa a dati variabili, disponibile con una larghezza massima di stampa di 1350 mm. La macchina raggiunge una produttività notevole, con una velocità record di 300 mpm, e rappresenta la soluzione ideale per le piccole e medie tirature. Il suo design è fortemente compatto, con soli 15 mq di ingombro e uno spazio operativo ridotto al minimo, senza compromettere la funzionalità e le capacità produttive. La macchina è stata progettata per garantire il massimo livello di sicurezza ed ergonomia, con un percorso materiale ottimizzato sulla parte superiore della pressa che facilita l’ispezione, la pulizia e la manutenzione da parte dell’operatore.

Un mercato in salute

Grazie a questo tris di novità, Uteco è pronta a cogliere le opportunità continuamente offerte dal dinamico mercato dell’imballaggio flessibile. «Il mercato dell’imballaggio flessibile continua a godere di buona salute e si conferma in forte crescita anche nel 2023, con un trend in salita anche per i prossimi anni grazie a una domanda sempre costante. Per noi produttori questo rappresenta la possibilità di crescere in sintonia con stampatori e convertitori», commenta Andrea Caselli, NSWE & FAMA region manager di Uteco. «Inoltre, l’industria del packaging sta sperimentando un periodo di rapida trasformazione ed è in costante avanzamento tecnologico. Uteco è scesa in prima linea per interagire in modo proattivo con alcuni fondamentali driver del cambiamento».

Le esigenze dei clienti, a cui Uteco offre risposta nel segno delle prestazioni e dell’affidabilità, sono oggi ben delineate, a partire dalla richiesta di sostenibilità dei processi produttivi e dei materiali per l’imballaggio flessibile. «La sostenibilità è uno dei nostri valori fondamentali e lavoriamo continuamente verso nuove soluzioni per imballaggi flessibili riciclabili. Attualmente, Uteco sta collaborando con diversi attori del settore del converting per sviluppare congiuntamente materiali completamente riciclabili».

Un’altra esigenza ormai affermata è la personalizzazione di massa, con imballaggio sicuro e tracciabile e l’utilizzo della stampa per il confezionamento come mezzo per interagire con i clienti. «La tracciabilità della filiera richiede una stampa con un’elevata variabilità dei dati – ad esempio codice QR, matrice di dati, ecc. – che si adatta alle soluzioni di stampa digitale. Per venire incontro a questa esigenza, Uteco ha lanciato la Sapphire VDP, la nuova macchina digitale Uteco per la stampa di dati variabili, adatta a stampare con una qualità straordinaria su tutti i tipi di substrati richiesti dal mercato, come film plastici, carta, alluminio e cartone pieghevole. Sapphire VDP è adatta a stampare diverse applicazioni, in particolare codici QR, matrice di dati, codici a barre e diversi tipi di tecniche di stampa personalizzate».

Sempre più affermato, poi, risulta oggi il trend di corte e cortissime tirature, proprie di un mercato sempre più esigente ed articolato nelle sue richieste. «Per soddisfare le esigenze di corte e cortissime tirature, Uteco ha lanciato a fine 2022 Onyx Go, macchina flessografica a tamburo centrale per tirature brevi. Onyx Go è la più veloce nel suo segmento di mercato ed è disponibile in due configurazioni: 8 e 10 colori, entrambi con una larghezza di stampa massima di 1320mm e massimo passo stampa di 720mm. La macchina stampa a una velocità massima di 400 m/min ed è dotata di tecnologie all’avanguardia per garantire cambi lavoro veloci ed efficienti: la regolazione delle pressioni di stampa è automatica e avviene in meno di 3 minuti, con soli 8 metri di scarto materiale. Questa nuova tecnologia, il nostro Active Start, permette di ridurre i tempi di avviamento della macchina, migliorando così l’efficienza del processo produttivo e riducendo i costi di produzione, oltre che agli sprechi di materiale stampato durante la fase di avvio».

Pronti per il futuro

Per continuare ad essere protagonista durante il trend di crescita del mercato dell’imballaggio flessibile, Uteco è pronta a scommettere per il futuro su alcune specifiche evoluzioni del settore, a partire dalle tecnologie di stampa sempre più sostenibili. In questa direzione, Caselli parla di «macchine intelligenti e connesse, che permettono di ottimizzare i lavori riducendo gli sprechi di consumabili (come substrati, vernici e solventi) e che facciano cambi lavori veloci con un downtime macchina basso. Le macchine Uteco puntano a rappresentare l’eccellenza per la produttività della stampa packaging del futuro».

Non è tutto: il futuro vedrà Uteco sempre impegnata a facilitare il lavoro degli risorse umane, allo scopo di portare più valore alla loro attività e maggiore efficienza alle attività di produzione, grazie all’«automazione a supporto delle attività dell’operatore, cambi lavoro automatizzati, macchine accessibili e sostenibili dal punto di vista sociale: pulizia e manutenzione della macchina sono ora più accessibili e di facile esecuzione».

Da ciò si evince quanto la visione di Uteco sia ad ampio spettro, sempre nel segno dell’affidabilità come comune denominatore. «Le nostre macchine, altamente innovative, non sono solo produttive, ma anche costruite per resistere alla prova del tempo, garantendo prestazioni elevate negli anni a venire. Il costante impegno di Uteco, nel garantire la massima qualità, fa sì che i suoi prodotti siano sempre una scelta solida per il cliente, in grado di fornire un ritorno impressionante in termini di produttività e redditività», conclude Caselli.

BestInFlexo e FlexoDay 2023, la flexo fa il pieno di presenze

Nuova location, stesso trend numerico: alto e in crescita costante. Quasi 230 lavori in gara, oltre 500 partecipanti alla cerimonia di premiazione e circa 750 presenze complessive nella due giorni di convegno, con circa 350 presenti alla sessione di apertura del FlexoDay e circa 400 a quella conclusiva. Numeri che confermano ancora una volta il valore degli eventi organizzati da ATIF – Associazione Tecnica Italiana per la Flessografia e la “voglia di esserci” della comunità flexo, sempre più numerosa e partecipativa.

Nell’edizione 2023 del BestInFlexo sale anche il numero delle categorie premiate, in totale 14 con l’introduzione della nuova categoria “Cartone ondulato processato su case maker”, oltre al BestInShow, premio conferito al migliore in assoluto della serata. Grande lavoro dunque per la giuria composta dalla presidente Simona Poli e dai giurati Pietro Ferrieri, Paride Banzola, Filippo Dal Re e Milena Torti. Nel corso della serata di gala è stato anche conferito il Premio alla Carriera giunto alla sua sesta edizione. È stato Massimo Radice (fondatore di Corapack, di ATIF) a ricevere il riconoscimento per una carriera dedicata alla flexo, con la seguente past president e attuale vice presidente motivazione: “Per lo spirito avventuroso e la determinazione che lo hanno reso protagonista dell’industria flessografica, per l’animo innovatore che ha creato soluzioni tecniche all’avanguardia, per la passione e l’impegno verso la mission associativa nel supporto incondizionato alla diffusione della conoscenza tecnica flessografica”.

Nel corso della serata, oltre agli stampatori, sono state premiate anche le aziende di prestampa del 1°, 2° e 3° classificato. Le aziende vincitrici di questa edizione, insieme ai vincitori del BestInFlexo 2022, parteciperanno di diritto alla prossima edizione degli FTA Europe Diamond Awards, in programma a Düsseldorf il 30 maggio 2024 in occasione di Drupa.

La seconda sessione di mercoledì 22 novembre, avviata dall’intervento del presidente di Atif Marco Gambardella e moderata da Chiara Bezzi, caporedattrice di Rassegna dell’Imballaggio, ha chiuso il convegno annuale con gli interventi tecnici su: strumenti per controllare la qualità (Mauro Lussignoli per il Comitato Tecnico ATIF), gamut esteso (Kai Lankinen e Stefano d’Andrea per conto di FTA Europe) e inchiostri all’acqua (Fabio Cavazzi, Tito Lopriore e Giuseppe Tripaldi per il Comitato Tecnico ATIF, con la partecipazione di Stefano Peruzzo di AMB). page3image8622560

Regolamento imballaggi: la carta pilastro dell’economia circolare e sociale europea

Assocarta, Assografici SLC-CGIL, FISTEL CISL, UGL, ULCOM UIL esprimono apprezzamento per il lavoro del Parlamento europeo e, in particolare, dei Parlamentari italiani, che hanno introdotto dei miglioramenti importanti approvando in via definitiva la Relazione dell’On. Ries in materia di revisione degli imballaggi (PPWR) lo scorso 22 novembre.
Nelle proposte approvate dal Parlamento, la carta viene riconosciuta come un pilastro dell’economia circolare e sociale europea, valorizzando allo stesso tempo la buona occupazione del settore, i materiali rinnovabili che produce e il riciclo che ne ottimizzano il ciclo di vita.

È un indirizzo importante quello espresso dal Parlamento europeo anche per i Governi Europei che si accingono il 27 novembre e, poi, il 18 dicembre a esaminare lo stesso dossier in sede ministeriale.

Müller Martini, le due nuove brossuratrici Antaro e Antaro Digital

La famiglia Antaro consente la produzione digitale nearline o inline e la produzione convenzionale, rispondendo così a un’ampia gamma di esigenze dei clienti. Allo stesso tempo, offre un elevato livello di protezione dell’investimento, poiché il sistema può essere ampliato e adattato su base modulare.

Antaro Digital: produzione completamente automatizzata di libri singoli con alimentazione manuale o collegamento in linea al sistema di produzione libri digitali SigmaLine Compact. Con sei pinze è possibile produrre fino a 2.000 libri singoli all’ora.

Antaro: in combinazione con una raccoglitrice, un trilaterale e la dotazione di 12 pinze, l’impianto è adatto alla produzione di lavori offset e raggiunge una resa di 4.000 cicli/ora.

La nuova piattaforma di brossuratrici Antaro consente di ottenere una produzione ineguagliabile sia per i prodotti stampati in digitale (2.000 cicli/h) sia in offset (4.000 cicli/h).

Grazie al suo design compatto, la Antaro Digital raggiunge un livello di rendimento unico occupando una superficie relativamente ridotta. Inoltre, rispetto alle attuali soluzioni di produzione di libri singoli, la nuova brossuratrice digitale raggiunge la stessa produttività con meno della metà degli operatori.

Produzione di libri singoli altamente automatizzata

Tutte le varianti dell’Antaro sono dotate di un sistema di pinze autoregolanti a funzionamento continuo. I blocchi libro vengono trasportati orizzontalmente, in posizione verticale sul dorso, e trattenuti in modo affidabile dalle pinze, che sono sempre completamente aperte. Nell’Antaro Digital l’ampio interasse delle pinze di 610 mm assicura la produzione continua di opuscoli con una variazione di spessore del blocco da un libro all’altro fino a 20 mm, senza riduzione delle prestazioni massime. Il cambio di spessore avviene in modo completamente automatico, garantendo una produttività unica fino a 2.000 copie all’ora per i prodotti singoli stampati in digitale.

Prodotti finali di qualità

L’Antaro produce con due stazioni di fresatura del dorso, assicurando così una perfetta lavorazione dello stesso. La sostituzione delle unità d’incollatura è semplice. Il sistema utilizza EVA e PUR, oltre a un sistema di monitoraggio della colla nell’ugello PUR, che controlla la corretta applicazione dell’adesivo.

Nella versione digitale, il nuovo metti-copertine a tamburo, abbinato a un buffer, garantisce una separazione affidabile delle copertine e consente una produzione efficiente e ininterrotta grazie all’alimentazione continua.

Un lettore di codici a barre permette che il blocco libro e la copertina si accoppino in modo sicuro. Il buffer crea una distanza sufficientemente lunga tra il punto di lettura del codice a barre del blocco libro alimentato e il rilevamento del codice a barre della copertina associata. In caso di mancata corrispondenza, è sempre possibile reagire automaticamente senza dover fermare i libri già in fase di rilegatura. In combinazione con l’espulsione delle copertine (anch’essa di serie e posizionata davanti al dispositivo di cordonatura), si evitano efficacemente gli sprechi e si raggiunge un livello di produttività completamente nuovo.

A tutta variabilità

L’Antaro di recente sviluppo combina la tecnologia collaudata e consolidata dei sistemi Müller Martini con le nuove caratteristiche. Lavora tutti i tipi convenzionali di blocchi libro, come le pile di segnature, i blocchi libro preincollati o cuciti a filo refe o le pile di fogli singoli, che possono essere anche alimentati manualmente in modo ergonomico e semplice qualora non sia disponibile una connessione in linea.

La nuova piattaforma di brossuratrici consente di sfruttare tutta la sua flessibilità anche per quanto riguarda i prodotti finali: a seconda del livello di dotazione, è possibile produrre opuscoli con copertina morbida, blocchi libro con copertina rigida, opuscoli flessibili, blocchi libro incollati e opuscoli layflat (come gli opuscoli Swiss o Otabind). Inoltre, l’Antaro Digital ha nel robot di taglio InfiniTrim il partner ideale per la produzione Smart Factory completamente variabile.

New Aerodinamica sbarca in Irlanda

Tecnologia e innovazione gli ingredienti chiave di un nuovo intervento realizzato dal team, per la prima volta in terra irlandese.

New Aerodinamica è sbarcata in questi ultimi mesi in Irlanda per occuparsi della realizzazione di un impianto di aspirazione per Alert Packaging, azienda protagonista nella produzione di imballaggi flessibili con sede a Bray, nella contea di Wicklow. Un lavoro commissionato grazie alla segnalazione del costruttore della taglierina – molto soddisfatto da collaborazioni precedenti – all’azienda committente per la realizzazione di un impianto aspirazione rifili sulla propria taglierina e per valutare anche la possibilità di migliorare quanto già in possesso del cliente. Così dopo un primo contatto con videocall, l’analisi dei sistemi di aspirazione in uso grazie all’invio di planimetria e materiale fotografico, il team New Aerodinamica si è subito messo all’opera, stilando un nuovo progetto, al fine di portare al cliente la soluzione. Un modus operandi che è piaciuto molto ad Alert Packing il cui managing director Darren Burke ci ha raccontato come “vista la disponibilità dimostrata fin dai primi step, la professionalità e la reputazione positiva che precede New Aerodinamica nel settore a livello internazionale, non abbiamo avuto dubbi su a chi affidare questa importante commessa”. Ma le problematiche non sono certo mancate soprattutto legate all’impianto esistente quali un sistema di scarico sotto dimensionamento e una rumorosità elevata (essendo tale impianto collocato nelle vicinanze di un’abitazione).

La proposta al cliente – dopo una prima analisi- è scattata istantaneamente: un nuovo sistema di aspirazione applicato alla macchina e un miglioramento del sistema di scarico mediante l’installazione di un separatore con sistema di bilanciamento. Da qui il primo sopralluogo “sul campo” per verificare gli ingombri e la proposta al cliente di alcune alternative per la dislocazione della zona di scarico. Via libera dunque alla realizzazione dell’impianto con relativo invio del materiale per il montaggio in autonomia da parte del cliente. Un aspetto chiave quest’ultimo, identificativo di tutti gli impianti firmati New Aerodinamica, complessi ma user friendly, grazie all’invio di disegni passo-passo in 3D con le varie fasi per il montaggio nonché un’assistenza dedicata e costante da remoto da parte dei tecnici bergamaschi. E così, ultimato il cablaggio elettrico – con assistenza del team dall’Italia possibile grazie alla qualità del quadro di comando del ventilatore e del quadro di gestione dello scarico proprio di touch screen e connessione remota – via libera al secondo intervento sul posto per il collaudo. Risultato raggiunto, con soddisfazione del cliente di fronte a una velocità di aspirazione della macchina attestata subito ai massimi livelli ovvero a 800 mt/m anche se inizialmente l’operatore non voleva superare per timore i 400-500 mt/m. Tutto questo grazie alla misurazione dell’aria e del flusso già rilevati in precedenza. A seguire tutte le prove sull’aspirazione di diversi materiali con dimensioni comprese tra i 12-200 mµ con materiali OPP, PET, nylon, carta, alluminio… e rifilo fino a 80 mm per lato, con anche in questo caso il raggiungimento di 800 mt/m.

Massimo risultato registrato anche sui macchinari preesistenti sui quali, collegati al nuovo separatore, si è raddoppiata la velocità, dimostrazione perfetta di come un dimensionamento corretto di una parte dell’impianto possa portare benefici su un’altra macchina senza toccare l’aspetto aspirazione. Per quanto riguarda la rumorosità: soluzione trovata incapsulando il ventilatore di bilanciamento all’interno di una cabina insonorizzante con pannelli sandwhich da 100mm e l’aggiunta di ulteriori setti interni afoni, chiave per il contenimento del rumore sotto i 45 decibel. Un impianto che ha segnato il raggiungimento totale degli obiettivi posti, con una soddisfazione del cliente che ha specificato come “L’intervento compiuto da New Aerodinamica ci ha consentito di raggiungere il doppio della velocità precedente di funzionamento dei macchinari con un conseguente miglioramento della produttività. La collaborazione con il team bergamasco è stata vincente e caratterizzata da tre aspetti: velocità del servizio e tempestive risposte a ogni domanda, disponibilità e la professionalità dimostrata in ogni aspetto anche quando abbiamo fatto cambiamenti in corsa”.   

Omet, la passione fa 60

A sessant’anni dalla fondazione, una crescita continua e lo sviluppo di diverse business unit, Omet, azienda italiana che opera nel settore dei macchinari per il tissue converting, dimostra di essere costituita da un team ancora molto affiatato e concentrato su un unico obiettivo: sviluppare nuove tecnologie a servizio del proprio mercato. In un’intervista esclusiva, Marco Calcagni ci accompagna in questi primi 60 anni della storia dell’azienda.

Come insegnano le storie delle aziende di successo, all’inizio di tutto, in quel “C’era una volta…” che con cui cominciano i bei racconti, c’è la passione. In questo caso quella per l’innovazione, che prese forma in un garage – divenuto poi la prima fabbrica – con l’impegno e la voglia di imparare e di conquistare il proprio posto nel mercato. Nacque così, 60 anni fa, Omet.

L’evoluzione di 60 anni

L’azienda di Lecco, ora presente in tutto il mondo, nasce dunque il 1° febbraio 1963 e, da allora, non si è più fermata. Oggi è attiva nei settori stampa, tissue converting, movimentazione e cosmesi, impiega oltre 400 dipendenti e vanta un fatturato consolidato che supera i 130 milioni di euro.

Il suo principale mercato di riferimento è quello della trasformazione del tissue per il quale progetta e costruisce macchine per la lavorazione della carta ad uso domestico e igienico sanitario, e per le etichette.

Da quel lontano 1963 l’azienda cresce insieme alle richieste del suo mercato. Negli anni Settanta costruisce il primo vero stabilimento e continua a investire sulle persone e sulla tecnologia. Con il tempo continua a prosperare e all’inizio degli anni Ottanta crea, sempre a Lecco, un nuovo complesso industriale che permette di dividere gli spazi tra le due divisioni macchine. È però nel decennio successivo, quando i confini nazionali non bastano più, che nascono le filiali estere: in Germania con Omet Nord GmbH, in Spagna con Omet Ibéricas e persino in Cina con Omet Suzhou. Negli stessi anni l’azienda crea una rete di collaborazione con diversi agenti in tutto il mondo e, intanto, cresce anche nella divisione sistemi con Omet Systems in Motion che diventa un’esponente di rilievo nel mercato italiano ed europeo dei sistemi di cuscinetti speciali.

La linea di continuità e di crescita procede ininterrotta con l’ingresso nel nuovo millennio, sia per la realtà italiana sia per le filiali estere. Dal 2007 prende il via una produzione in Cina dove l’evoluzione della divisione cinese di Omet Systems in Motion porta alla fondazione dell’azienda Suzhou Omet Mechanical Co. Ltd. E ancora, nel 2012, viene attivato un Technology center e una Showroom in cui è possibile testare e assistere a dimostrazioni pratiche del funzionamento delle macchine Omet. Infine, nel 2021, a Molteno (LC) viene inaugurata la nuova sede produttiva di Packaging Printing Business Division e, due anni dopo, giunge il momento di soffiare su 60 candeline.

Ai doverosi festeggiamenti per un sessantennio di storia, che si sono tenuti durante l’open house organizzata dall’azienda lo scorso ottobre, non potevamo mancare. Ne abbiamo approfittato, non solo per rivisitare con piacere la sede lucchese di Omet, OT Lucca, che si trova a Montecarlo (LU), ma anche per intervistare una persona che ha contribuito a scrivere l’interessante storia di questa realtà italiana, Marco Calcagni, sales & marketing director di Omet.

Quest’anno come azienda raggiungete un traguardo di tutto rispetto: compite 60 anni. Quali sono le pietre miliari che hanno identificato la storia di Omet in questo lungo periodo?

«Le pietre miliari per me si identificano con l’aver mantenuto quello stile familiare che ci è stato trasmesso dal fondatore di Omet, quindi collaborando sempre come un’unica squadra, coinvolgendo tutte le persone, sia nell’affrontare le nuove sfide, i nuovi problemi e le difficoltà, sia nel godere dei risultati raggiunti dall’azienda. E questa per me è la più grande soddisfazione, perché abbiamo creato un team formato da tante persone che lavorano insieme a un obiettivo unico: sviluppare nuove tecnologie e servire il mercato, seguendo i clienti su tutte le loro necessità».

Si parla tanto di Made in Italy e di solito si pensa al cibo, alle automobili di alta gamma, alla moda, però anche la tecnologia delle aziende come la vostra è una parte del saper fare italiano…

«Esattamente. Tutta la nostra produzione è realizzata in Italia, è appunto “Made in Italy”. L’intera ingegnerizzazione è fatta all’interno del Paese e crediamo molto nella capacità dei nostri tecnici di trovare e realizzare le giuste soluzioni, ma non solo, anche di costruire processi produttivi innovativi».

Quanto incide la tecnologia di Omet e italiana in genere all’estero? Quanto siamo conosciuti e apprezzati per questo aspetto?

«Sicuramente siamo molto apprezzati per la fantasia, perché siamo capaci di risolvere problemi che spesso gli altri non sono altrettanto rapidi a districare. Mentre, a mio parere, non siamo abbasta conosciuti per quanto riguarda la nostra capacità di creare anche dell’alta qualità tecnica. Spesso in questo senso si pensa alla Germania, ma l’Italia non ha nulla da invidiarle sotto il punto di vista della tecnica e della costruzione, vuoi dei particolari meccanici, vuoi delle macchine – del resto come costruttori di macchine, Ferrari insegna che siamo al top – e oggi il nostro Paese può davvero posizionarsi come leader ideale nella tecnologia».

Le ho chiesto del passato, le ho chiesto del presente, le chiedo quindi del futuro: dove si vede e dove vede Omet da qui a qualche anno?

«Il futuro è difficile da immaginare. Stiamo costruendo, come dicevo, un team che guarda sempre alle necessità del mercato e quindi che guarda al futuro. Pensiamo in grande e siamo convinti di dover essere sempre più presenti e sempre più vicini al mercato, in particolar modo all’estero. A questo scopo stiamo aprendo in varie parti del mondo alcune filiali, dotate anche di magazzini, per essere vicini ai clienti e per fornire un servizio in loco. Lo abbiamo già fatto negli Stati Uniti, in India e in Cina. Prevedo quindi che l’azienda Omet avrà ottime possibilità di crescita in funzione, appunto, delle necessità che il mercato svilupperà. Stiamo introducendo anche una serie di nuovi prodotti e di nuove tecnologie che, riteniamo, creeranno anche qualche rivoluzione».

Se potesse tornare indietro, di questi 60 anni di Omet cosa cambierebbe?

«Mi ha fatto una domanda difficile. Molto difficile. Forse niente; lo spirito è la cosa più importante. I problemi ci sono e, a volte, si finisce per affrontare le cose in maniera poco serena, però la realtà dei fatti è che i risultati ci sono stati e continuano ad esserci. Nella nostra azienda si è sempre costruito passo dopo passo e vorrei che si continuasse in questo modo perché i voli pindarici non servono, bisogna costruire tutte le aziende su solide fondamenta. Occorre, in sostanza, essere pragmatici».

Nuova Heidelberg per Stampa Tipolitografica Italiana

Da sinistra: Stefano Savioli, General Manager Sti; Anacleto Piccioli, Sales Rep. Heidelberg Italia Adriano Rosi Service All

Offset Heidelberg CX 104-4+L (4 colori più laccatore): è questa l’ultima aggiunta fatta da Stampa Tipolitografica Italiana (S.T.I.) al proprio parco macchine all’interno di un processo di costante aggiornamento dello stesso.

Un’operazione che l’azienda ha avviato da diversi anni per offrire ai propri clienti il meglio della tecnologia presente sul mercato. Attualmente, nello stabilimento di 1.600 m² situato a Roma, operano quattro macchine offset (con formato che va dal 35×50 al 70×100 e da due fino a cinque stazioni colore), quattro macchine digitali con produttività industriale e un reparto di post stampa che include piegatrici, macchine da nobilitazione e cartotecnica.

Una capacità produttiva importante che, unita al comparto grafico e al laboratorio di prestampa, permette a S.T.I. di realizzare qualsiasi progetto partendo dalla semplice ideazione sino alla definitiva produzione. È il frutto di un processo di crescita che comincia nel 1958 con la fondazione della prima Società Tipografica e che prosegue con successive acquisizioni di diverse Società di stampa e grafica presenti sul territorio romano, fino ad arrivare alla realtà attuale.

Ovvero, un’azienda che serve molteplici categorie di clienti – dall’istituzionale all’alberghiero, dall’editoriale al sanitario, dal packaging al Food&Beverage, dalle agenzie di comunicazione fino al conto terzi – realizzando lavori che comprendono biglietti da visita, carte  intestate, buste, cartelline, flyer di diverse dimensioni e grammature, pubblicazioni rilegate con brossura  o filo refe, bilanci, calendari, album da colorare per le scuole, riproduzioni di calendari storici, espositori da banco, espositori automontanti con tasche, scatole di ogni genere e misura personalizzate nella forma e nella stampa, buste shopper, totem.

Particolare attenzione viene anche dedicata al settore dei gadget personalizzati, con progettazione e personalizzazione di penne, matite, blocchi, portabottiglie in carta o canapa, shopper in carta con o senza manici in cotone, astucci, penne usb tonde tipo moneta, a credit card, o in pelle, caricatori usb e ogni altro gadget.

La proposta di revisione sulla normativa imballaggi pone a rischio l’economia circolare e la filiera italiana della carta

SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL, Assocarta e Assografici – una filiera che esprime un valore di 31,4 miliardi di euro di fatturato (1,6% PIL), generato da circa 162.000 addetti diretti in 16.369 imprese fornisce imballaggi per il settore alimentare, farmaceutico e per catene di approvvigionamento cruciali in Italia ed Europa – esprimono forte preoccupazione per l’indirizzo preso, a livello europeo, sulla normativa imballaggi (PPWR) che pone a rischio l’economia circolare Made in Italy.
Nel 2022 il consumo di carta da riciclare è stato di circa 5,4 milioni di tonnellate, valore che pone l’Italia tra i principali Paesi riciclatori in Europa, dopo la Germania. Attualmente gli imballaggi di carta e cartone vengono riciclati in Italia per oltre l’85% e impiegati per imballaggi di trasporto per una percentuale ancora più elevata.
Senza imballaggio molti trasporti sarebbero impossibili, molte merci e prodotti fondamentali per la cittadinanza verrebbero a mancare. I settori rappresentati dalla Federazione non solo producono beni e materiali, tecnologie essenziali per clienti e consumatori, ma sono centrali per lo sviluppo dell’economia circolare, in quanto la carta è il biomateriale per eccellenza.
Nonostante le tante proposte di compromesso e anche le indicazioni emerse nei rapporti finali delle altre Commissioni, il testo di risoluzione proposto dall’On. Ries sulla revisione della normativa sugli imballaggi (PPWR) non interviene in alcun modo rilevante e correttivo rispetto alle misure più inique e discutibili del PPWR: ovvero quelle che riguardano gli obiettivi di riutilizzo (art. 26) e le restrizioni su alcuni imballaggi (art. 22).
“Purtroppo, tali misure” dichiarano SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL, Assocarta e Assografici “oltre che rilevanti e non ambientalmente giustificate, sono per i settori che sono rinnovabili e riciclano – e non possono riutilizzare – profondamente discriminanti. Perché, l’abbiamo ripetuto tante volte, la carta ha molti pregi, ma non quello del possibile riutilizzo. Un effetto che facciamo veramente fatica ad accettare, dati i pregi ambientali che da sempre sono stati riconosciuti al materiale carta e data anche la sensibilità comune su questo tema. Sono esenzioni ampiamente giustificabili e non in contrasto con il principio della neutralità tecnologica. Perché dare a tutti i materiali gli stessi obiettivi non è neutralità, ma evidente discriminazione per chi quegli obiettivi non li può tecnicamente realizzare. Gli obiettivi di riciclo, per esempio, da sempre sono differenziati per materiale e la carta ha sempre avuto quelli più alti ed è disponibile ad aumentarli ancora”.
In vista della votazione in plenaria del 22 novembre SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL, Assocarta e Assografici chiedono sulle deroghe di riutilizzo una sintesi tra le proposte discusse recentemente in commissione ENVI e quella approvata nel parere ITRE, un emendamento che prevede la possibilità di esenzione dagli obiettivi di riutilizzo per i materiali che sono oggetto di raccolta separata per il riciclo in percentuali eccedenti l’85%.
Infine, SLC-CGIL, FISTEL CISL, ULCOM UIL e Assocarta e Assografici ribadiscono la necessità di ulteriori cambiamenti sulle definizioni di imballaggio in plastica e di imballaggio composito: essenziali per definire il campo di applicazione di importanti articoli e renderli tecnicamente applicabili (per es. art. 7 sul contenuto di plastica riciclata e art. 22 sulle restrizioni a imballaggi monouso).

Conai, i benefici del riciclo valgono tre miliardi di euro

Lo annuncia il Consorzio Nazionale Imballaggi nel presentare a Ecomondo il suo Rapporto integrato di sostenibilità 2023: risparmiati grazie al riciclo e al recupero degli imballaggi oltre 56 terawattora di energia.

Nel 2022, il valore economico generato per il Paese dal riciclo e dal recupero degli imballaggi ha superato i tre miliardi di euro. Il sistema Conai contribuisce a questo risultato per circa la metà: un miliardo e mezzo di euro è il beneficio economico del riciclo e del recupero degli imballaggi gestiti dal sistema.

Nel dettaglio, il valore della materia recuperata grazie al riciclo è di 2 miliardi e 43 milioni di euro (667 milioni di gestito Conai, un miliardo e 376 milioni dal libero mercato). Quello dell’energia prodotta dalla valorizzazione energetica dei rifiuti di imballaggio raggiunge i 20 milioni (18 milioni di gestito Conai, 2 milioni dal libero mercato). Il valore economico calcolato sui risparmi delle emissioni di gas serra grazie al riciclo e al recupero energetico (ogni tonnellata di gas serra ha un valore economico, calcolato sulla base di quanto definito dalla Direttiva 2009/33 del Parlamento Europeo) è di 609 milioni (280 milioni di gestito Conai, un miliardo e 329 milioni dal libero mercato). Infine, l’indotto economico generato dalla filiera è pari a 614 milioni.

Lo annuncia il Consorzio Nazionale Imballaggi nel presentare il suo nuovo Rapporto integrato di sostenibilità. 11 milioni e 832.000 tonnellate sono la quantità di materia vergine che si è evitato di estrarre e utilizzare grazie al riciclo di imballaggi nel 2022. Di queste, 4 milioni e 773.000 tonnellate vengono risparmiate grazie al lavoro del sistema Conai, ed equivalgono al peso di circa 324 Torri di Pisa.

«Dati che fanno riflettere» commenta Ignazio Capuano, presidente Conai, «e che devono spronarci a un impegno sempre più attento, soprattutto in un Paese povero di materie prime come il nostro. Non amare lo spreco è nel DNA di noi italiani, credo. E questo risultato è merito di tutti i cittadini che, ogni giorno, fanno correttamente la raccolta differenziata, consapevoli che non stanno differenziando rifiuti, ma risorse. Stiamo parlando di materia che può rinascere e, in piccola parte, diventare alternativa alle fonti fossili come carburante per produrre energia. In un momento di crisi climatica ed energetica come quello che stiamo vivendo, non possiamo non tenerne conto: il riciclo, del resto, permette di risparmiare non solo materiali, ma anche anidride carbonica ed energia primaria».

Nel 2022, infatti, il risparmio di energia primaria derivante da fonti fossili non consumata grazie al riciclo è pari a 56,19 terawattora.
Il contributo del sistema consortile a questo risultato è di 26 terawattora, pari al consumo di un terzo delle famiglie italiane.

Il riciclo si conferma anche un attore importante contro l’emissione in atmosfera di gas serra, ossia tutti i gas (come la CO2) che in atmosfera hanno effetti di riscaldamento globale.
Solo nel 2022, spiega il Rapporto Conai, grazie al riciclo è stata evitata l’emissione di più di 10 milioni e 226.000 tonnellate di CO2eq.

4 milioni e 730.000 di tonnellate è il quantitativo di CO2eq non emessa grazie a riciclo e recupero portati avanti da Conai: è la quantità che producono 3.767 voli intorno al mondo.

«La conferma dei risultati eccellenti del Conai anche nel 2022 è la migliore premessa per affrontare le nuove sfide europee e per migliorare i tassi di circolarità della nostra economia» spiega Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile, «per migliorare ulteriormente in alcune province italiane dove permangono ritardi quantità e qualità delle raccolte differenziate, per fare ulteriori passi avanti nelle tecnologie di riciclo, per contribuire ad un migliore sbocco di mercato per alcune materie prime seconde dove si manifestano alcune difficoltà, rafforzando anche il riutilizzo degli imballaggi riutilizzabili».

Infatti, il modello italiano di gestione dei rifiuti di imballaggio continua a fare scuola in Europa.
Lo scorso giugno la Commissione Europea ha pubblicato la relazione di segnalazione preventiva sull’attuazione delle direttive sui rifiuti e, per quanto riguarda gli obiettivi di preparazione per il riutilizzo e riciclo, l’Italia si è ritrovata fra i nove Stati membri sulla buona strada per raggiungere entrambi gli obiettivi (insieme ad Austria, Belgio, Danimarca, Germania, Italia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Repubblica Ceca e Slovenia).

Canon a Made Expo 2023: le ultime frontiere della stampa per l’architettura

Canon Italia torna protagonista a Made Expo, la manifestazione di riferimento del settore edilizio, in scena a Rho Milano Fiera, che quest’anno mette al centro i temi dell’innovazione e sostenibilità. Due pilastri fondamentali nella mission del brand giapponese, presente alla prestigiosa kermesse per accompagnare, attraverso le sue applicazioni di stampa digitale all’avanguardia, i professionisti dell’architettura e del mondo delle costruzioni verso le nuove sfide che attendono il comparto.

Dal 15 al 18 novembre, l’azienda aprirà le porte del suo stand (C10 – Padiglione 4) per mostrare a visitatori e addetti ai lavori le inedite opportunità e le avanzate prestazioni offerte da alcune delle più recenti stampanti multifunzione per grande formato imagePROGRAF.

Elevata qualità d’immagine, cura del dettaglio, flessibilità operativa, produttività e basso impatto ambientale sono tra le principali caratteristiche dei plotter che Canon ha scelto di portare a Made Expo per proseguire il dialogo avviato da tempo con gli operatori del building. Del resto, le nuove tecnologie di stampa digitale sono diventate ormai fedeli compagne di viaggio di architetti, ingegneri e designer, chiamati a ripensare l’approccio alla propria attività facendo ricorso a soluzioni in grado di garantire precisione e versatilità, ma anche rapidità ed efficienza.

All’interno del suo stand, Canon proporrà una dimostrazione della nuovissima serie di stampanti imagePROGRAF TM, pensata per produrre un’ampia varietà di applicazioni di stampa, dai disegni CAD e GIS, ai poster, fino ai materiali promozionali per i punti vendita e a quelli didattici per le scuole.

Grazie all’introduzione del processore di nuova generazione L-COA PRO II, sono state migliorate, da un lato produttività ed efficienza, dall’altro anche la qualità e la precisione di stampa, che si contraddistingue sia per la nitidezza dei caratteri piccoli e delle linee sottili, sia per la vivacità delle immagini.

In particolare i visitatori potranno vedere in azione imagePROGRAF TM-240 e imagePROGRAF TM-355, stampanti inkjet largo formato dotate di inchiostro a pigmenti LUCIA TD a cinque colori. Assoluta novità l’introduzione del MAGENTA di nuova formulazione, che assicura un maggior spettro cromatico e una resa eccellente dei toni del rosso per la stampa di poster accattivanti, oltre a una maggior chiarezza delle correzioni e revisioni nei disegni CAD o delle annotazioni tecniche critiche.

Caratterizzata da dimensioni compatte, che consentono ai dispositivi di adattarsi a qualsiasi spazio, la gamma TM permette anche di stampare in modalità silenziosa: peculiarità che la rende posizionabile accanto alle scrivanie di lavoro senza arrecare il minimo disturbo.

Inoltre la nuova serie si è aggiudicata il titolo di prodotto “Gold”, il più alto livello di certificazione secondo il sistema di valutazione ambientale americano EPEAT. E’ infatti la prima stampante di largo formato ad aver abbandonato completamente il polistirolo come materiale per l’imballaggio, a favore del solo cartone riciclabile, una scelta amica dell’ambiente.

In esposizione, inoltre, imagePROGRAF TC-20M, stampante multifunzione desktop da 24 pollici, compatta e sostenibile, per grandi formati con funzionalità versatili, grazie alla quale è possibile eseguire scansioni, copie, ripetizioni di immagini e ingrandimento delle stampe da qualsiasi luogo per soddisfare le molteplici diverse esigenze del settore architettonico.

A disposizione dei visitatori, infine, imagePROGRAF TZ-30000, stampante multifunzione integrata con lo scanner Z36 per grandi formati. Una macchina da “produzione” in grado di offrire prestazioni di stampa senza precedenti, scansione di precisione, garantendo flussi di lavoro efficienti e mantenendo la facilità di utilizzo tipica dei prodotti a firma Canon.

“Performance Riprogettate è il claim scelto per Made Expo – afferma Marco Dusi, product group marketing manager di Canon Italia -. Un appuntamento che ci vede ancora una volta impegnati a sostenere con la nostra tecnologia i cambiamenti in atto nei settori dell’architettura, ingegneria e design. Oggi i professionisti sono sempre più concentrati sulla realizzazione di progetti sostenibili, per i quali necessitano di strumenti in grado di combinare elevate prestazioni e qualità di stampa, con processi di lavoro intuitivi e in grado di assicurare rapidità, aumento della produttività e abbattimento dei costi esterni. Tutte caratteristiche che ritroviamo nella nuova serie imagePROGRAF TM e negli altri modelli portati in fiera, concepiti per contribuire alla costruzione dei nuovi scenari progettuali”.