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Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara riceve i vertici di ENIP-GCT

Un piacevole incontro durante il quale il Presidente ENIP-GCT Marco Spada e il direttore Tommaso Savio Martnico sono stati ricevuti dal Ministro Valditara presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito per parlare di Istruzione Professionale e Formazione, presente anche Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero di Viale Trastevere.

Sono state presentate le attività dell’ente e la sua importante storia di quasi 70 anni.

Si è parlato di grafica ma anche e soprattutto di cartotecnica e della sua crescita, che negli ultimi anni ha raggiunto numeri importanti: la filiera vanta oltre 146.000 addetti, per un totale di circa 17.000 imprese, con numeri in salita anche su fatturato, produzione ed export ed incidendo con un PIL dell’1.4.

Marco Spada ha chiesto espressamente al Ministro che venga inserita anche la disciplina di indirizzo cartotecnico accanto alla grafica e comunicazione tra gli indirizzi tecnologici della prossima Riforma degli Istituti Tecnici (si ricorda che la cartotecnica era già stata inserita già nel 2019 all’interno della Riforma degli Istituti Professionali).

Durante l’incontro con il Ministro si è parlato anche dei 3 Protocolli d’Intesa firmati in questi anni tra l’ENIP-GCT e MIM, volti a favorire una maggiore interazione tra mondo della Scuola e sistema Lavoro, soffermandosi in particolar modo sulle attività sviluppate in seno all’ultimo Protocollo. Particolarmente apprezzato dal Ministro il Programma «OrientaGiovani», che partirà in ottobre insieme ad Assografici e alle Federazioni sindacali, per presentare nelle Scuole Medie ai ragazzi e alle loro famiglie il mondo della grafica-cartotecnica e incentivare i giovani a iscriversi nelle scuole a indirizzo grafico-cartotecnico, rispondendo alla necessità che hanno le aziende di reperire personale sempre più qualificato.

I Vertici ENIP-GCT hanno presentato al Ministro anche il “Progetto Scuole” ENIP-GCT – ARGI, progetto in piedi da alcuni anni che permette di far dialogare le più blasonate case costruttrici di settore con le Scuole riconosciute dall’ENIP-GCT, con l’obiettivo di fornire gratuitamente materiale e macchinari per migliorare la dotazione dei loro laboratori.

Questo importante progetto è strutturato su tutto il territorio nazionale e in particolar modo nel ultimo periodo nel Sud, dove l’ENIP-GCT ha intenzione di ampliare la famiglia accreditando nuovi Istituti ad indirizzo grafico e comunicazione.

Indagine 4Graph, la trasformazione digitale dell’editoria italiana

Il mercato editoriale è interessato da modifiche strutturali che partono dalle abitudini dei consumatori portando cambiamenti lungo tutta la filiera: dai processi di stampa all’evoluzione dei canali di vendita, passando per la logistica. In Italia l’editoria, prima industria culturale con oltre 200 milioni di copie stampate nel 2021 per un valore di 3,9 miliardi di euro (fonte Istat), annovera complessivamente oltre 5.000 realtà, confermandosi comparto polarizzato composto da migliaia di operatori di piccole e piccolissime dimensioni e da un nucleo ristretto di medi e grandi marchi. Oggi, la metà del valore di mercato viene realizzato da case editrici che non fanno parte dei grandi gruppi; questo è uno degli effetti dell’e-commerce che permette a marchi e progetti editoriali di ricevere negli store online la visibilità e il servizio che difficilmente avrebbero nei negozi fisici.

Oggi tutta l’industria editoriale è interessata da una trasformazione digitale che ne sta innovando i processi che ha diverse espressioni, tra cui, lato consumatori, la fruizione digitale (e-book, audiolibri e lettura in streaming), lato produttori, la digitalizzazione del catalogo e l’utilizzo del print on demand. Proprio su questo tema si basa l’Indagine indipendente “La stampa online di libri come fenomeno emergente della nuova organizzazione del mercato editoriale” condotta dalla tipografia online 100% sostenibile 4Graph su un campione di oltre 2.200 operatori e professionisti del mondo dell’editoria.

I risultati dell’indagine offrono una visione aggiornata delle tendenze emergenti nell’industria editoriale, tra cui la crescente attenzione e sensibilità ecologica da parte degli operatori del settore che si traduce in processi più sostenibili, nell’utilizzo di carte provenienti da foreste gestite in modo corretto e responsabile (FSC) e nel ricorso alla stampa online. In particolare, nei processi produttivi si sta affermando un nuovo ecosistema digitale dove la stampa online offre inedite opportunità e vantaggi per gli editori, essendo sempre più integrata con la filiera distributiva, consentendo di ottimizzare la tiratura ed eventuali ristampe. A questo proposito Biagio di Mambro, amministratore di 4Graph, commenta. “Operando da diversi anni come tipografia online, possiamo confermare che l’integrazione tra print on demand e logistica distributiva ha permesso di mantenere in vita commerciale titoli che vendono poche centinaia di copie all’anno, creando maggiore movimentazione del catalogo e della coda lunga”.

I risultati dell’Indagine condotta da 4Graph confermano un aumento dell’utilizzo del print on demand con volumi in crescita che passano da qualche decina di copie a tirature medie vere e proprie (1.000 o più). Un trend che interessa sicuramente l’editoria di varia, così come quella scolastica, scientifica e letteraria. Tra gli utilizzatori dei servizi di stampa online anche le librerie che apprezzano la possibilità di ristampare anche la singola copia, così come gli e-shop che avviano la produzione solo a libro venduto.

Secondo l’Indagine, gli editori dimostrano di ricorrere sempre più frequentemente al print on demand per stampare piccoli stock di titoli a bassa rotazione, ristampare just in time i titoli richiesti dalle librerie, mantenere vivo un titolo allungandone il ciclo di vita, evitando allo stesso tempo stampe inutili per rendere i processi più sostenibili in chiave green. In particolare, i professionisti coinvolti nell’Indagine di 4Graph hanno dichiarato di ricorrere al print on demand principalmente per la stampa di prime edizioni e titoli inediti (68,12%). Seguono titoli minori in piccole tirature (23,19%), titoli on demand venduti tramite e-commerce a parimerito con le ristampe (4,35%). “L’utilizzo del print on demand consente di stampare libri anche solo quando sono già stati venduti, con vantaggi in termini economici, logistici (ottimizzazione del magazzino) e ambientali (minore spreco di carta)”, aggiunge Di Mambro.

Il mondo dell’editoria, infatti, si sta rivelando sempre più attento all’ambiente, anche in risposta a una sensibilità green sempre più diffusa tra i consumatori come dimostra l’incremento della domanda di libri stampati su carta FSC. Come sta avvenendo in altri comparti industriali, anche alcuni player dell’editoria stanno perseguendo politiche finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività produttive. Una risposta a queste esigenze è sicuramente la stampa on demand che, oltretutto, porta con sé una riduzione dei costi di produzione pur garantendo elevata qualità del prodotto finale.

Lecta pubblica il suo primo Rapporto sulla Sostenibilità

Lecta presenta il suo primo Rapporto sulla Sostenibilità che integra le tre aree essenziali – ambiente, ambito sociale e governance – per valutare la performance sostenibile dell’organizzazione.

Nel 2022, Lecta ha formalizzato una strategia ESG come pilastro fondamentale delle proprie attività aziendali di lungo periodo, e in questo primo Rapporto sulla Sostenibilità 2022 specifica gli aspetti più rilevanti e gli ambiziosi obiettivi di miglioramento in vista dell’Agenda 2030. Anche gli indicatori chiave di prestazione (KPI) sono stati ben definiti per misurare i continui progressi in questo impegno.

“Da tempo lavoriamo sui temi della sostenibilità e ora abbiamo formulato obiettivi chiari e una roadmap verso il 2030,” afferma Gilles Van Nieuwenhuyzen, CEO di Lecta.

Pienamente allineata con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, Lecta ribadisce il suo contributo a 11 di essi, identificati come i più importanti per il Gruppo. Con la protezione dell’ambiente come principio di base, concentra i propri sforzi in quest’area ed è responsabile dei risultati delle migliori pratiche e degli investimenti per ridurre il consumo d’acqua, garantire e aumentare l’acquisto di legno e cellulosa certificati e continuare a migliorare in efficienza energetica, aspetto quest’ultimo che ha portato al lancio di oltre 25 progetti nel 2022.

Questo primo Rapporto sulla Sostenibilità include anche informazioni sul calcolo dell’impronta carbonio aziendale e di prodotto e un preciso obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 in linea con l’ambizioso piano di decarbonizzazione dell’azienda, sempre basato sulla metodologia SBTi (Science Based Targets Initiative), uno standard-setter globale per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.

L’automazione secondo Quadient

Completamente automatizzato, il sistema di cordonatura e taglio DC-20K B2 di Duplo estende l'esperienza nella finitura e nel taglio multipli al formato B2

L’automazione dei processi di nobilitazione assicura molteplici vantaggi agli stampatori, tutti ugualmente accomunati dalla semplicità di adozione e uso, come racconta Quadient.

In casa Quadient due valori sembrano svettare, quando si parla di opportunità di mercato per gli stampatori grazie alle tecnologie offerte. Si tratta di versatilità e automazione, entrambe assicurate ai clienti allo scopo di gestire con precisione la finitura e la nobilitazione di un ampio numero di applicazioni di stampa digitale, che prendono forma in biglietti da visita, brochure, cartoline, biglietti augurali e molti altri tipi di stampati commerciali. «La gamma Quadient è caratterizzata da una importante componente di automazione, in particolare per ciò che riguarda le macchine del brand Duplo», racconta Davide Messina, graphics demand generation specialist dell’azienda. «L’esempio più eclatante è la storica gamma multifunzione, le cui attrezzature possono eseguire una serie di lavorazioni di finitura come taglio, rifilo, cordonatura e perforazioni in modo preciso e automatico. Inoltre, le multifunzione Duplo godono dell’integrazione ai flussi di lavoro, ad esempio con EFI Fiery, che garantisce un significativo aumento dell’automazione».

Recentemente, Quadient ha portato sul mercato italiano l’efficienza della finitura B2 con l’agilità e l’automazione Duplo, con il sistema di cordonatura e taglio DC-20K B2. Facile da usare e completamente automatizzata, la macchina è un mettifoglio con taglierina integrata che permette di lavorare con la Multifunzione DC-746 fogli di formato B2, effettuandone il taglio preliminare. DC-20K mantiene l’approccio di automazione caratteristico della gamma Duplo, eliminando i colli di bottiglia della produzione e le lavorazioni manuali richieste quando ci si affida a una taglierina per finire i fogli stampati.

Automatizzata e intelligente, questa attrezzatura per il taglio e la cordonatura è stata sviluppata per consentire alle aziende di stampa di gestire con profitto lavori di piccola tiratura, che richiedono tagli multipli e progetti grafici con finiture complesse come la cordonatura e la perforazione.

Di scenario in scenario

Inoltre, l’automazione dei processi di stampa è vantaggiosa nelle applicazioni di nobilitazione e, questo, per diverse ragioni, alcune facilmente intuibili, se in generale si pensa a quanto siano diventati decisivi aspetti come l’efficienza, la sostenibilità e il time-to-market, concetti che non solo spingono gli stampatori ad aggiornare le proprie strategie di business ma, naturalmente, a dotarsi necessariamente delle macchine e delle attrezzature maggiormente idonee per implementarle con successo. «Così come per la finitura, anche la nobilitazione garantisce maggiori vantaggi, se ottimizzata con attrezzature che permettono di allontanarsi dalla modalità di esecuzione artigianale, a favore di una a carattere più industriale. I vantaggi sono molteplici: riduzione dei tempi di avviamento e degli scarti di produzione, così come cambi lavoro immediati e, soprattutto, la semplicità d’uso. Quest’ultima caratteristica consente di non avere problemi particolari con il personale addetto all’utilizzo dell’attrezzatura, ma nemmeno in caso di cambi del personale».

Certamente, è legittimo chiedersi se, a fronte di un tale ampio ventaglio di vantaggi, nondimeno possono esservi una serie di sfide e criticità, con cui gli stampatori che implementano soluzioni di automazione per la nobilitazione devono obbligatoriamente misurarsi. Ebbene, interrogato su questo punto, la risposta di Davide Messina è molto netta, non lasciando alcun spazio a dubbi e riserve. «Non vediamo criticità né sfide, in merito all’utilizzo delle attrezzature che godono di automazione e conseguente semplicità d’uso».

Nuove capacità produttive

Questo – attenzione – non significa che introdurre o aumentare il livello di automazione in azienda non comporti alcuna novità nell’organizzazione interna dei processi di lavorazione e delle attività quotidiane delle risorse umane. Tuttavia, anche in questo caso, il cambiamento introdotto, in realtà, è foriero di un processo di miglioramento continuo. «L’automazione avvicina alle aziende tutte quelle lavorazioni che, precedentemente, richiedevano anni di esperienza e competenze particolari», sottolinea Messina. «Questo ci consente, oggi, di proporre i nostri prodotti a tutti coloro che stampano e che desiderano aumentare il valore degli stampati, sia in termine di qualità, sia di valore economico. È avvenuto nella finitura di stampa, dove non è più necessario avvalersi del servizio di legatorie specializzate, e sta avvenendo nella nobilitazione, dove non sarà più necessario ricorrere a terzi».

A ciò si aggiunga che l’evoluzione tecnologica è inarrestabile, sollecitata dalle sfide aperte da un mercato sempre più veloce ed esigente, aprendo puntualmente a nuovi scenari applicativi nel campo dell’automazione dei processi di nobilitazione, allo scopo di garantire la massima competitività delle imprese di stampa. Chiaramente, è necessario prendere le distanze dalle riflessioni più scontate, per essere capaci di vedere e abbracciare l’innovazione. «Generalmente, ad ogni domanda su quali possano essere le prossime evoluzioni tecnologiche e di scenario relativamente all’automazione dei processi di nobilitazione, la risposta più gettonata è: “ormai è stato già inventato tutto”. Anche nelle tecnologie per le arti grafiche siamo arrivati ad un punto tale di evoluzione per cui è difficile prevedere quali possano essere i prossimi passi, anche se probabilmente saranno aumentare le capacità produttive e le tipologie di nobilitazione.

Tutto questo in un contesto di sempre maggior automazione e semplicità d’uso, senza dimenticare l’impatto che queste attrezzature hanno sui consumi e gli ingombri».

Il futuro della nobilitazione

Entrando nel merito delle soluzioni a prova di futuro, Quadient punta i riflettori sul nuovo verniciatore UV spot Duplo DDC-8000 DuSense: foil in linea, flessibilità nella gestione del formato B2, trattamento corona integrato e strumenti avanzati per l’automazione sono le sue caratteristiche distintive. In poco più di 6 metri la macchina risulta compatta nonostante gestisca una dimensione massima del foglio di 585×1.068 mm con un’area immagine fino a 538×1.048 mm e supporti di grammatura da 160 g/m2 a 600 g/m2.

Duplo DDC-8000 DuSense opera con una velocità media di 12 fogli/min in formato B2 e ha un range di verniciatura da 10 a 80 micron, con la possibilità di tre livelli diversi in un unico passaggio. Grazie al pinning Led UV, la macchina può gestire l’applicazione di foil a freddo: questo permette di nobilitare con l’uso del foil senza necessariamente plastificare.

Come tutte le tecnologie di casa Duplo, DuSense DCC-8000 rispecchia la filosofia “Green Button”: una volta impostato il lavoro sul pc controller l’operatore deve solo premere un pulsante per avviare il processo ed ottenere una lavorazione che garantisce i massimi standard di qualità. L’automazione fa il resto: mentre la macchina esegue la lavorazione l’operatore può dedicarsi ad altre attività.

Tra le altre caratteristiche il verniciatore UV è dotato di teste di stampa Kyocera da 600x600dpi; un sistema di rilevamento automatico dello spessore del foglio per la gestione di pile di supporti di tipo misto, che regola anche automaticamente le testine di stampa e la pressione del foglio; l’unità di registro con telecamere per identificare problemi di traslazione sull’asse X e Y o di distorsione della stampa; l’indicatore dei consumi di vernice in base alla maschera inserita.

Il futuro della stampa a Print4All Conference

Acimga, Argi e Fiera Milano hanno aperto con la Print4All Conference la strada verso l’appuntamento fieristico Print4All 2025 al servizio del mondo del printing e del converting e dei suoi professionisti.
La conferenza ha richiamato la presenza di oltre 300 partecipanti tra operatori del mercato italiano e internazionale di stampa e converting, costruttori di macchine, sistemi e supporti per la stampa e il packaging, giornalisti, rappresentanti delle istituzioni e delle associazioni.
Creare un sistema, lavorare insieme, favorire la convergenza nella stampa e soprattutto avere la consapevolezza di rappresentare un mercato vivace e attento ai cambiamenti: questi i messaggi chiave e le considerazioni emerse durante l’incontro che ha riunito la filiera dell’industria della stampa, delle arti grafiche e del converting a Stresa il 6 luglio scorso.
Il tema principale è stato la convergenza dei mercati e delle applicazioni, con la richiesta di stampe a effetto su materiali innovativi, utilizzando sistemi che rispettino i principi di sostenibilità energetica, dei materiali, degli inchiostri e della gestione dei rifiuti.
Tutti questi elementi sono il risultato dei cambiamenti delle esigenze dei clienti, una situazione che ha portato i fornitori di servizi di stampa a fare scelte che tengano conto sin da subito delle possibilità offerte dai loro investimenti rispetto ai principi sopra citati. Per questo motivo, sempre più spesso, gli stabilimenti di stampa ospitano diverse tecnologie: dall’offset al digitale, dalla flexo alla rotocalco. Queste offerte sono ben visibili anche nell’online, stabilimenti che coprono una vasta gamma di prodotti che un tempo erano destinati a mercati completamente diversi, che oggi si stanno unificando.

EMMECI Packing sceglie la versatilità e la qualità di Canon

EMMECI Packing, azienda specializzata in shoppers e packaging in carta per la grande distribuzione, ha scelto la tecnologia di stampa di ultima generazione di Canon, puntando sul digitale per adattarsi ai cambiamenti di mercato e assicurarsi innovazione continua.

Nata nel 2005, EMMECI Packing ha sede nel frusinate e si avvale di 23 collaboratori. L’azienda vanta un ampio panel di clienti operanti in tutta Italia, incluse realtà corporate e
retail, catene take away e di delivery. Lo studio grafico interno supporta la creazione di
allestimenti di eventi come fiere e convegni e, grazie alla stampa digitale, è possibile
seguire ogni passaggio delle lavorazioni, dalla progettazione grafica alla realizzazione dello
stampato finale. La produzione digitale si accompagna all’esperienza dell’azienda nella
realizzazione e nella personalizzazione dei packaging per ogni esigenza.

Nel proprio percorso di evoluzione interna, EMMECI Packing si è affidata ancora una volta
alla consolidata esperienza di Penta Soluzioni, partner Certificato Canon per le soluzioni di
stampa professionale che, dopo aver preso in esame le esigenze dell’azienda, ha
consigliato la tecnologia Canon per ampliare il portfolio di tecnologie digitali a colori
piccolo e grande formato.


In particolare, per la stampa a colori piccolo formato e light packaging è stata scelta Canon imagePRESS V1000, che garantisce un’ampia gamma di applicazioni su supporti di dimensioni, tipi e grammature diversi con una velocità elevata e una produttività sempre al massimo. Per il grande formato sono state scelte la Flatbed Arizona e la imagePROGRAF TM 300.
“Ci siamo subito resi conto che la soluzione Flatbed Arizona è una tecnologia molto versatile e qualitativa per tutti quei clienti che cercano un’eccellente resa grafica, permettendoci quindi di realizzare stampati creativi su diverse tipologie di supporto, a qualità molto alta, che soddisfano ogni esigenza” ha commentato Marco Ciamarra, Titolare di EMMECI Packing.

Grazie alle tecnologie Canon, EMMECI Packing è in grado di soddisfare le esigenze dei propri clienti con prodotti dal design unico e accattivante per promuove e migliorare la visibilità del brand. Le applicazioni realizzabili sono molteplici: cataloghi, flyers, biglietti da visita, menù, poster e cartelloni pubblicitari, pannelli per l’interior decor e allestimenti fieristici, personalizzazione di shopper.

“Siamo lieti che una realtà così innovativa come EMMECI Packing abbia scelto le nostre soluzioni di stampa digitale per dare vita alla propria creatività tramite stampati di eccellente qualità, sostenibili e totalmente personalizzabili, realizzando ogni volta prodotti unici.”, ha commentato Davide Balladore, DP&S Marketing&Innovation director di Canon Italia. “Offriamo ai nostri clienti un ampissimo portfolio di tecnologie e applicazioni in grado di supportare al meglio qualunque tipo di settore ed esigenza: dalla pubblicità al design fino all’interior decoration, oltre ai settori del retail e brand industry, solo per citarne alcuni. E’nostro obiettivo garantire sempre un approccio collaborativo con i nostri partner e clienti, abbracciando a pieno il concetto di Total Experience, ovvero con l’intenzione di creare esperienze condivise fra i diversi protagonisti di ogni processo di produzione e acquisto”.

Liyu annuncia l’apertura di un nuovo showroom in Italia

Grande successo per Liyu a Fespa 2023, dove il brand, in continua espansione, ha confermato il proprio ruolo di rilievo tra i più importanti produttori di sistemi di stampa e plotter da taglio del panorama internazionale.

A catalizzare l’attenzione nell’ampio spazio espositivo sono stati i modelli di punta delle diverse linee di prodotto che compongono la vasta gamma Liyu PRO XL. Le ammiraglie delle famiglie flatbed, ibride e roll-to-roll sono state, infatti, presentate a Fespa in un’inedita release dalle prestazioni ulteriormente potenziateper rispondere specificatamente alle esigenze di una clientela di fascia alta. Ad affiancarle il plotter da taglio multifunzione large format Platinum Q-Cut in versione 3521, che può lavorare in linea con l’intera gamma di stampanti Liyu, dando vita a un flusso automatizzato e conforme agli standard dell’Industry 4.0. Contraddistinto da prestazioni industriali, Q-Cut può essere configurato in base alle lavorazioni da effettuare selezionando gli utensili più idonei tra un’ampia scelta di lame intercambiabili.

Nel corso della kermesse, tutti i sistemi in mostra sono stati impegnati in sfidanti dimostrazioni live e proprio le eccellenti performance in termini di qualità e produttività hanno attratto l’interesse dei numerosi visitatori italiani presenti a Monaco, come conferma il management di Liyu Italia: “L’affluenza è stata alta durante tutti i giorni della fiera e al nostro stand abbiamo incontrato operatori altamente profilati e grandi stampatori italiani in cerca di soluzioni tecnologiche all’avanguardia in grado di gestire con flessibilità ed efficienza anche i volumi più elevati”.

Proprio in occasione di Fespa 2023, Liyu Italia ha annunciato l’imminente inaugurazione di un nuovo grande showroom alle porte di Milano, già in fase di allestimento. L’area espositiva, con una superficie quadruplicata rispetto all’attuale sede di Peschiera Borromeo, è studiata per accogliere tutti i modelli che compongono la vasta gamma di stampanti e plotter da taglio firmati Liyu. Un vero e proprio hub tecnologicodove clienti e prospect potranno sperimentare le performance delle diverse tecnologie, effettuando dimostrazioni personalizzate realizzate utilizzando i propri file e i propri materiali guidati del team tecnico-commerciale di Liyu Italia.

Eco Forum di Legambiente: circolarità ed energia sostenibile per la transizione green delle cartiere italiane

Massimo Medugno DG Assocarta è intervenuto al dibattito “La rete impiantistica, le sfide e gli obiettivi europei” nell’ambito della X edizione dell’Eco Forum nazionale di Legambiente, a Roma presso l’Hotel Quirinale.

“Circolarità ed energia sostenibile costituiscono un binomio da guardare in modo organico per una piena transizione green delle cartiere italiane” afferma Medugno in apertura del suo intervento all’Eco Forum.  “La carta – infatti – ha già ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la bio economia circolare e la transizione green. Rinnovabile, compostabile, riciclabile … e effettivamente riciclata costituisce la parte più significativa del riciclo in Italia, circa 4,5 tonnellate solo negli imballaggi. Le fibre vergini provengono da foreste certificate PEFC e FSC. Il tasso di utilizzo (rapporto tra consumo di carta da riciclare e produzione di carte e cartoni) nel 2022 ha raggiunto il 62%. Nell’imballaggio in carta il tasso di riciclo supera, ormai, stabilmente l’80%”.

“Occorre accelerare sui cantieri in parte già aperti, sui quali il settore cartario sta investendo per disporre di una  “ricetta energetica sostenibile” che accompagni il settore nella sfida della decarbonizzazione. Per questo chiediamo attenzione alla politica e alle amministrazioni regionali” evidenzia Medugno.

“Nel settore cartario esiste, anzitutto, un potenziale di sviluppo di biometano prodotto interponendo una digestione anaerobica delle acque reflue prime di inviarle alla depurazione aerobica. Inoltre il biometano prodotto da aziende agricole e da rifiuti organici può essere impiegato nelle cartiere senza problemi tecnologici e fornirebbe un combustibile ideale per  gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento.

Usare le aree disponibili o dismesse adiacenti è un’ulteriore  possibilità per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. In questa direzione l’estensione della definizione di comunità energetica anche alla grande impresa senza limiti di potenza o geografiche come già possibile per esempio per il ministero della difesa, le imprese agricole e le imprese agroindustriali, potrebbe rappresentare un  eccellente volano” spiega ancora Medugno “Ciò anche per la produzione di idrogeno. Infatti, un altro potenziale sviluppo nell’ottica della riduzione delle emissioni di CO2 è rappresentato dalla produzione di idrogeno tramite elettrolizzatore. Questo tipo di produzione in sito di idrogeno richiede una ampia disponibilità di energia elettrica da fonte rinnovabile (prodotta in sito o acquistata tramite PPA). L’idrogeno potrebbe inoltre essere prodotto da syngas.”

Infine, ma non meno importante, il settore lavora a produzioni energetiche associate a cicli produttivi con utilizzo di bioliquidi sostenibili.

Senza considerare che i rifiuti dell’industria cartaria hanno un significativo potere calorifico e un interessante contenuto di biomassa. Il recupero energetico di tali rifiuti è riconosciuto essere una buona pratica (Best Available Technique) attuata in tutta Europa ma non in Italia.

Fa parte della “ricetta energetica sostenibile” del settore anche la forestazione, sia per immagazzinare in maniera naturale la CO2 sia per ottenere biomasse da utilizzare per la produzione di energia verde.

Edigit – TiKappaPi Group, migliorare grazie ai dati

Nel percorso di automazione delle imprese di stampa, i software gestionali figurano tra i protagonisti, grazie alla loro capacità di utilizzare i dati allo scopo di migliorare tutti i processi aziendali.

L’obiettivo di ogni azienda è aumentare la sua redditività, uno scopo che può essere raggiunto in più modi e attraverso diversi approcci. Ebbene, sotto questo profilo, l’automazione appare la tipologia di intervento cardine per ridurre i costi e migliorare le prestazioni dei processi di business. Una considerazione, questa, che vale per ogni mercato, industrie grafiche comprese, tanto più in una fase di internazionalizzazione dei mercati come quella in corso da diversi anni, dove ogni impresa deve misurarsi con competitor di ogni continente. «L’economia moderna si basa sull’automazione delle produzioni e dei processi aziendali, in quanto rendere automatiche le operazioni ripetitive, anche più complesse, permette di ottimizzare la produttività, quindi i profitti delle imprese, che agiscono nella concorrenza dei mercati globali», osserva infatti Gabriele Montanari, direttore esecutivo presso Edigit – TiKappaPi Group.

La missione dell’automazione consiste proprio nell’utilizzare tecnologie che consentano di ridurre le attività manuali, guadagnando più tempo e risorse da dedicare all’innovazione. L’obiettivo di un’azienda automatizzata, perciò, non è soltanto lavorare più velocemente, ma anche con maggiore qualità. «Oltre a velocizzare il lavoro, garantendone un elevato livello di qualità, l’automazione dei processi riduce gli errori, abbatte i costi, anche energetici, agevola l’individuazione delle criticità favorendone il superamento produttivo, infine accresce conseguentemente il profitto aziendale e il benessere lavorativo degli operatori».

L’automazione diventa 4.0

Peraltro, oggi siamo entrati in una nuova era dell’automazione, nel segno della diffusione del quarto paradigma industriale, che sta portando le aziende verso una produzione interamente interconnessa, per una gestione ancora più flessibile del ciclo produttivo e per un ulteriore miglioramento dell’interazione tra uomo e macchina, grazie alla raccolta e analisi in tempo reale di tutte le informazioni di processo pertinenti.

«Industria 4.0 ha contribuito ad accelerare l’automazione nei processi di stampa, anche se siamo solo all’inizio, in quanto il processo di reale automazione è molto impegnativo e non coinvolge solo le attrezzature e la comunicazione tra esse, ma soprattutto le persone e le loro procedure», afferma Montanari.

In virtù della spinta del mercato ad adottare nuove soluzioni, la sfida dell’Industria 4.0, dunque, non è esclusivamente tecnologica, ma si estende fino all’adozione di modelli di business innovativi e allo sviluppo di nuove competenze. Lato prodotti, nell’implementazione dello scenario 4.0, il software è protagonista e deve evidenziare qualità molto precise. «Ovviamente il software gestionale “gioca” un ruolo molto importante nel processo di automazione e deve essere tecnologicamente avanzato per condividere e acquisire facilmente le informazioni con tutte le tecnologie delle attrezzature presenti in azienda».

L’impresa 4.0, d’altra parte, abbatte silos e barriere e mette in comunicazione reciproca tutte le risorse aziendali, ovvero persone, macchinari e attrezzature. «Il percorso per la vera automazione passa attraverso il coinvolgimento di tutti i processi aziendali, la formazione e l’affiancamento alle persone “chiave” presenti in azienda e supportate da professionisti fornitori delle attrezzature e project manager del sistema informativo aziendale».

La sfida è culturale

Negli ultimi anni, gli incentivi per l’Industria 4.0 hanno favorito molti investimenti in Italia nel nuovo paradigma industriale. L’impegno istituzionale ed economico assicurato dal legislatore è risultato indubbiamente ragguardevole e decisivo, tuttavia il processo di transizione digitale delle imprese è ancora in pieno svolgimento, con sfide tuttora aperte, soprattutto sul piano culturale e in merito alla ridefinizione dei modelli di business. Proprio per questo motivo, è lecito chiedersi: gli stampatori utilizzano realmente l’efficienza e l’automazione ora a disposizione?

«È un quesito che contiene già al suo interno la risposta, in quanto, se l’investimento in Industria 4.0 fosse stato sempre fatto con l’obiettivo reale di aumentare l’efficienza e l’automazione, non ci faremmo questa domanda», spiega Montanari. «Naturalmente, non si può generalizzare e possiamo dire che, per la nostra esperienza, ci sono molti processi di stampa che attualmente sfruttano le automazioni legate ad Industria 4.0, soprattutto dove il flusso di lavoro è completo, partendo dal gestionale, e percorre tutti i processi dalla prestampa alla stampa e finissaggio».

Per cogliere a pieno le opportunità offerte dall’automazione 4.0 è necessario perciò alzare l’asticella, consci che il surplus di impegno richiesto oggi, successivamente porterà importanti indubbi benefici alle diverse attività di business, in termini di redditività ed efficienza. Sotto questo profilo, è perciò necessario fissare alcuni concetti chiave, allo scopo di implementare la strategia di investimento più corretta. «Gli incentivi non bastano, occorre la consapevolezza che un progetto fatto bene deve essere completo e integrato con il gestionale aziendale. Certamente si tratta di un percorso più costoso, per professionisti esperti, ma restituisce quel valore all’azienda che le permette a distanza di poco tempo di manifestarsi realmente efficiente, produttivo e conveniente».

Il prossimo scenario

Ecco perché per gli stampatori diventa importante trovare gli interlocutori giusti per arrivare a cogliere effettivamente le opportunità dell’automazione: il percorso verso l’innovazione e la digitalizzazione non deve essere affatto una strada solitaria. «Affidarsi al partner giusto è essenziale», sottolinea Montanari. «Occorre avere in mano la fotografia esatta della propria azienda e dei propri processi aziendali, capire quali sono i punti di miglioramento, sia in termini di efficienza produttiva  di nuovi prodotti da presentare al mercato, investire sulle attrezzature che veramente possono portare un valore aggiunto, elementi misurabili con un buon sistema gestionale aziendale in grado di analizzare le informazioni che si ottengono in automatico dalle nuove attrezzature. Naturalmente, per completare tutto questo, una Business Intelligence è fondamentale, per permettere all’imprenditore di avere i dati per lui essenziali consultabili velocemente, in modo che possa prendere le decisioni strategiche per la propria azienda».

Del resto l’innovazione non si ferma, lo scenario tecnologico è in costante evoluzione e, di conseguenza, anche i modelli di business richiederanno un aggiornamento puntuale. Le aziende di stampa dovranno avere perciò le antenne ben dritte per cogliere il cambiamento prossimo venturo. Qualche indicazione su cosa potrebbe celarsi dietro l’angolo è anticipato agli stampatori dalla stessa Edigit, forte della sua solida e comprovata esperienza sul campo. «Posso ipotizzare che l’automazione sarà sempre più “spinta” sulle nuove attrezzature e sui sistemi gestionali. L’ERP Edigit è continuamente evoluto, estendendosi negli anni e potenziandosi per completezza e per profondità nella gestione del dato. Questo lo mantiene leader sul mercato per installazioni attive, segno che i clienti lo premiano e lo scelgono. Ciononostante sono sempre altissimi gli investimenti in ricerche e sviluppi tecnologici. L’innovativa versione Net porterà i nostri clienti ad utilizzare un sistema gestionale sempre più sicuro, efficiente, completo e aperto al dialogo con qualsiasi processo di stampa», promette Montanari.

Heidelberg, il processo di stampa automatizzato

Come l’automazione e la digitalizzazione stanno modificando l’organizzazione e i processi produttivi secondo Heidelberg. Che cosa succede in azienda: la robotizzazione delle macchine, il cloud e il ruolo dell’operatore.

Vi sono diverse motivazioni che spingono l’essere umano al miglioramento in diverse sfere della vita; una di queste è adattarsi all’ambiente. L’agire dell’uomo determina un cambiamento nell’ambiente che a sua volta provoca la motivazione a nuovo miglioramento e così via. In un circolo che definire virtuoso o vizioso talvolta pone dubbi, ma che vede la tecnologia come strumento per plasmare questo cambiamento. In questi ultimi anni grazie al contributo che i Governi hanno messo in atto per favorire lo sviluppo e l’ammodernamento dei processi produttivi, anche il comparto della stampa ha subito un notevole “svecchiamento” abbracciando più o meno amichevolmente, le linee guida dettate da Industry 4.0 e prima ancora dalle politiche dei “super ammortamenti”.

Abbiamo quindi chiesto a due player primari del settore della stampa offset, come le rispettive case produttrici hanno supportato questo cambiamento, epocale per certi versi, che ha visto l’Italia schizzare ai primi posti nelle vendite di gruppi stampa. cercando di focalizzare i due interventi con approcci complementari intorno al tema: l’automazione dei processi e l’integrazione dell’intera supply chain con la macchina da stampa da un lato e poi le soluzioni tecniche che consentono alla macchina di essere un centro produttivo quasi completamente autonomo, tanto da indurci a porre la domanda: ma la macchina che stampa da sola esiste già?

Mi piace qui citare una scenetta riferitami da Carlo Carnelli (Color Consulting), cui egli ha assistito durante un recente meeting negli Stati Uniti, dove si disquisiva con studenti, dell’automazione dei processi di stampa. Questi ultimi chiedevano: ma perché non possiamo stare a casa nostra e interagire con la macchina da stampa mediante la realtà virtuale, invece di recarci fisicamente in tipografia a stampare? Possibilità che teoricamente non sarebbe neanche impossibile da realizzare robotizzando ciò che resta da robotizzare sulla macchina da stampa. Dopo di ché la domanda che sorge spontanea è: a quel punto dopo avere investito milioni di euro per robotizzare la macchina, quanto potrebbe ancora servire l’operatore, data la pervasiva introduzione e probabile evoluzione degli algoritmi di intelligenza artificiale?

Il flusso intelligente

Con Ernesto Pini, product manager presso Heidelberg Italia, il focus delle riflessioni è teso a sviscerare come l’automazione e la digitalizzazione sta modificando l’organizzazione e i processi produttivi nella stampa. Heidelberg, avendo un portafoglio di soluzioni lungo tutta la filiera della stampa è senz’altro un interlocutore privilegiato in questo senso.

Sono ormai anni, dice Ernesto, che Heidelberg ha intrapreso in maniera decisa la strada della digitalizzazione delle proprie soluzioni di stampa prestampa e post stampa, passando da una logica di impianto a quello dell’integrazione degli impianti in un unico flusso intelligente che ha come denominatore comune i dati. Il fatto di avere nel portafoglio una gamma di soluzioni che coprono l’intero flusso di lavoro, dal CTP alla finitura, senz’altro rappresenta un vantaggio competitivo in sé, oltre che consentire una più agevole integrazione con i sistemi gestionali e tutte le aree produttive che interscambiano i dati. Qui il riferimento a Industria 4.0 è evidente perché prerogativa fondamentale per accedere alle agevolazioni è appunto la necessità che gli apparati condividano i dati di produzione con i sistemi informativi dell’azienda. Nell’idea Heidelberg un database SQL centralizzato dialoga con tutti i dispositivi per raccogliere i dati che andranno processati. Ma oltre a quest’architettura, ormai consolidata e ampiamente sperimentata in numerose installazioni, il passo successivo è ora quello di spostare il centro delle attività sul cloud, attraverso un portale che funga da accesso interno ed esterno a tutti i dispositivi e le soluzioni del network. Quello che è più sovente vedere in soluzioni di brand di stampa digitale, vede nella soluzione di Heidelberg Customer Portal una simile filosofia, ma legata anche ai flussi di stampa offset. Connettendo un mondo che anche fisicamente si può trovare all’esterno, grazie all’uso di interfacce di uso comune come smartphone o tablet per gestire attività, come ad esempio, l’approvvigionamento di consumabili (eShop). Ma ancora più in dettaglio, anche a livello di preventivazione, prima ancora quindi che una commessa di lavoro sia aperta, tutti i consumabili necessari alla potenziale produzione possono essere verificati in termini di disponibilità a magazzino, con un’analisi di ciò che è disponibile, ciò che sarebbe meglio utilizzare e che quindi è possibile ipotizzare di proporre in via preferenziale e, evidentemente, ciò che va ordinato. La logica di produzione si è evoluta quindi da un concetto di prodotti singoli a prodotti “intelligenti” in cui i dati tecnici di commessa sono condivisi e gestiti in un flusso. L’integrazione dei dati a livello gestionale consente l’ottimizzazione e il controllo della produzione, trasformandola in un servizio integrato e gestibile attraverso interfacce e App su cloud. Verso lo step ulteriore che prevederà l’utilizzo di una piattaforma unica e centralizzata disponibile da tutti gli utenti interni e esterni all’azienda attraverso un sistema di accounting. Allo stato attuale dello sviluppo di questo sistema coesistono tre portali, uno per l’eShop già citato con circa 450 clienti collegati, uno denominato Assistant, per gestire il service con la diagnostica, con la manutenzione preventiva e anche predittiva che è in grado di suggerire, sulla base dei dati rilevati, interventi idonei a scongiurare rotture e guasti e sul versante gestionale, centralizzando e condividendo i dati della produzione dalla preventivazione alla consuntivazione, alla reportistica. E poi c’è il Prinect, il database centralizzato che consente di allineare i dati e scambiarli lungo tutta la produzione. Il tutto dovrebbe confluire una volta integrato in un unico prodotto che viene identificato come l’Heidelberg Customer Portal.

I vantaggi per l’azienda

Ma che impatto ha avuto questo processo di riorganizzazione nelle aziende, il ritorno dell’investimento è tangibile? Alla domanda Ernesto Pini di Heidelberg osserva che il mercato italiano e quello internazionale riferito ai paesi tradizionalmente più votati a questo tipo di approccio (Germania, Stati Uniti in primis) forniscono feedback diversi, dove l’Italia, causa il suo differente assetto del tessuto produttivo ricco di micro e piccole aziende, è più lento ad assimilare questa mentalità tipica delle aziende fortemente ingegnerizzate. Nonostante questo, 3 o 4 aziende italiane hanno installato tutta la soluzione di automazione e il trend positivo si osserva chiaramente. Un esempio su tutti, un’azienda all’interno del mercato italiano, nonché parte di un gruppo multinazionale, che utilizzando buona parte del flusso di lavoro Prinect Heidelberg con la massima automazione, ha adottato il sistema “push to stop” ovvero la pianificazione e sequenza dei lavori in macchina avviene automaticamente, lo smistamento delle lastre sui trolley per il trasporto a bordo macchina è automatico, i lavori quindi procedono in sequenza in modalità automatica,  come da programma inviato in precedenza al cockpit della console di comando della macchina da stampa.  A questo punto viene effettuato un check di corrispondenza tra il lavoro programmato e le lastre sul trolley, trolley che una volta riconosciuto dal sistema, attraverso un sistema di “ascensori” e autoplate, permette il caricamento automatico delle lastre sul relativo gruppo stampa. Nel frattempo, i presettings dello specifico lavoro vengono trasferiti in macchina, e il lavoro può procedere, fino allo stop da parte dell’operatore. Come la storia insegna, le grosse realtà gettano le basi del cambiamento, poi a ruota tutto il mercato converge per mantenersi su un livello di competitività accettabile. Questo processo potrà magari favorire l’aggregazione di aziende piccole e medie per fronteggiare il mercato con maggiori risorse? Sul piano del risparmio che l’automazione effettivamente consente Heidelberg fornisce dei dati che mettono in luce come l’investimento nei software di workflow (Prinect Tools) grazie all’automazione delle operazioni di preflight e processing e alla riduzione di potenziali stop e errori di procedura, è particolarmente vantaggioso. Considerato che le tirature tendenzialmente diminuiscono e le commesse di conseguenza dovrebbero aumentare, i benefici sono reali. Evidente l’automazione dell’intera catena produttiva e specificatamente dell’avviamento della macchina da stampa è il focus su ci si concentra. Non avrebbe senso proporre sul mercato una nuova macchina come la XL da 21.000 copie/h se il flusso a monte e a valle non consentisse di gestire questa produttività senza colli di bottiglia. Alimentare questi “mostri” certamente richiede anche sul piano commerciale un’integrazione con tutto il flusso produttivo. Infatti è questa la logica del portale in cloud per la gestione degli ordini. Dove il cliente, tramite un account dedicato può creare il proprio lavoro, creare un preventivo, programmare una ristampa di un ordine già fatto, con una proiezione dei tempi di consegna, e in funzione del tipo di permission, monitorare lo stato di avanzamento del lavoro.

La macchina e l’operatore

Passando al capitolo operatore della macchina stampa, chiedo ad Ernesto Pini come questo processo di estrema automazione viene “digerito” dagli stampatori, se rappresenta una perdita di potere che mette in ombra l’esperienza maturata in anni di pratica, oppure un’opportunità di fare un salto di qualità nel proprio ruolo. La prima opzione sembrerebbe quella che prevale, quanto meno come approccio iniziale e soprattutto da parte di addetti con molti anni di esperienza.  Oggettivamente è un timore che pervade tutti i settori produttivi, particolarmente in questo periodo in cui lo spettro dell’intelligenza artificiale, aleggia in modo minaccioso sulle nostre teste. In linea teorica un operatore dovrebbe sentirsi maggiormente tutelato da una macchina che “stampa da sola”, anche rispetto a possibili errori nelle regolazioni, potendosi concentrare sull’analisi e interazione con l’algoritmo di intelligenza artificiale (schedulatore elettronico), che sottopone la corretta sequenza dei lavori, in funzione di un’ottimizzazione della produttività che tiene in conto svariati fattori. Processo decisionale verso il quale l’operatore mantiene autonomia, potendolo avallare o modificare, sapendo che tutto viene tracciato, sulla scorta dell’esperienza personale o della particolarità di certe lavorazioni previste. Senz’altro è un bel punto di partenza sapere che il software ha già fatto tutta una serie di considerazioni che tengono in considerazione lo storico della produzione e tutte le variabili coinvolte. Pensiamo a una macchina bivalente, dove la scelta di come alternare lavori tradizionali e UV, con le sequenze dei colori da cambiare, formati e supporti da cambiare, le tirature, le consegne, ecc. Un’analisi automatica che sgrezza questa analisi e sottopone un lavoro all’operatore di macchina già “premasticato” è senz’altro un notevole aiuto.

Il giusto equilibrio

Cosa manca allora perché la macchina da stampa lavori completamente in autonomia? Non molto, ci conferma Pini, vi sono già installazioni in cui le operazioni manuali residue sono legate alla movimentazione delle materie prime e delle lastre fino a bordo macchina, per il resto la macchina seleziona il lavoro da stampare, verifica che tutti i materiali caricati siano quelli giusti dopo di ché avvia la produzione. Non serve più uno stampatore esperto? Il mio punto di vista (ma credo anche quello di Heidelberg), non è questo: le macchine intelligenti non possono comunque prevedere tutte le eventualità e imprevisti che possono accadere in un processo come l’offset dove le variabili in gioco sono molto delicate e richiedono un equilibrio da preservare. L’operatore deve avere una solida competenza tecnica e di approccio metodologico, non solo pratica di lavoro, per interpretare correttamente e intervenire quando il sistema da solo non riesce a risolvere il problema. L’abilità nel problem-solving deve essere impiegata ponendo le domande corrette al sistema e interpretando correttamente i dati forniti. Come dire: bisogna diventare competenti nel porre le domande giuste all’intelligenza artificiale per ottenere le risposte corrette ai problemi.