Una visione fortemente improntata al digitale e al cliente ha affermato il progetto come una nuova interpretazione del web to print al servizio del packaging.

Un punto importante questo, per capire la volontà e il relativo potenziale di non seguire sempre e comunque un’evoluzione lineare, ma capire quando e quanto sia importante invece una svolta decisa rispetto al passato. Per distinguersi in un settore molto attuale ma anche molto legato a modelli di lunga data come il packaging, era necessario ripartire da zero dal punto di vista progettuale. «Nel corso del tempo abbiamo sempre seguito un approccio orientato al cliente, pronti ad analizzare e risolverne i problemi – sottolinea Prioriello -. Sono emersi diversi punti fondamentali, come abbassare la quantità minima per un ordine, assecondare la domanda di personalizzazione e standard qualitativi elevati».
Adattare un’organizzazione tradizionale, costruita intorno a tecnologie offset e procedure lunghe anche settimane, si è presto rivelato impensabile. La scelta è stata quella di ridisegnare i processi, dipendendo il più possibile da se stessi. La piattaforma Packly, come buona parte dei flussi di lavoro, è quindi il risultato di uno sviluppo software interno. Sicuramente impegnativo, ma al tempo stesso anche garanzia di aggiornamento tempestivo e fattore distintivo.
Il packaging nell’era digitale
Dedicarsi esclusivamente a un servizio web to print di packaging online ha poco a vedere con la stampa online come è stata concepita in origine. Più di volumi e consegne rapide, in questo caso si parla di personalizzazione, di flessibilità nei tempi e nei volumi, con margini comunque ristretti, e soprattutto garantire supporto.
«Uno dei principali fattori distintivi per noi è la piattaforma di progettazione. Permette al cliente di operare da qualsiasi postazione in qualsiasi luogo, realizzare il modello desiderato, visualizzarlo in 3D ed eventualmente confrontarsi al di fuori della piattaforma con i propri consulenti e acquirenti. Inoltre, stampare al limite anche una sola copia, per verificare il risultato. In pratica, offriamo le stesse garanzie di chi acquista un abito su misura e prima di pagare lo prova in negozio».
Dal lato utente, il ragionamento appare perfettamente lineare. Solo guardando al grande lavoro e alla perfetta organizzazione alle spalle, è possibile capire la dimensione e il tasso di innovazione del progetto. Aspetti che dovrebbero essere rivelati il più possibile a chi decide di affidarsi ai servizi dell’azienda molisana. La procedura è infatti alla portata degli operatori della comunicazione visiva, senza doversi preoccupare di competenze tecniche. Un progetto può infatti partire da una libreria di modelli predefiniti ai quali aggiungere le dimensioni volute, i materiali e i colori, compresa eventuale vernice o tinte speciali. Oppure, sfruttare la particolarità di una funzione dove semplicemente inserire le dimensioni dell’oggetto per ottenere una serie di modelli di packaging compatibili e realizzabili per le misure immesse.
«È una sfida decisamente complessa per noi, perché dobbiamo combinare il mondo digitale con quello reale. Da una parte, organizzare le apparecchiature per garantire una produzione uniforme, entro i limiti stabiliti, quando a seconda delle necessità si usa la stampa offset o quella digitale. Oppure, gestire produzioni con esigenze particolari, come quelle del settore alimentare».
Al momento, una sfida affrontata e superata senza particolari difficoltà. Grazie anche al momento particolarmente favorevole per il packaging, i risultati non mancano. Per consolidarli nel tempo però, non serve solo saper cavalcare l’onda. Anzi, cercare di restare sempre un passo avanti in un settore molto dinamico è un degli aspetti più delicati.
Se un portale web bene organizzato è facilmente fruibile in qualsiasi luogo del mondo, la vera sfida inizia subito dopo. «Il mercato chiede stampe veloci, ormai allo stesso ritmo di un qualsiasi e-commerce. I tempi della comunicazione sono diventati strettissimi; di conseguenza le aziende tendono a validare diversi progetti, con relative forme e colori. Subito dopo, spetta a noi essere altrettanto veloci, e per quanto possibile anche proattivi».
La risposta sono spedizioni al massimo entro quarantotto ore dall’ordine, anche per decine di grafiche diverse. Quelle sempre più spesso utilizzate dalle aziende per effettuare dei test sul campo e capire quali siano adatte alla produzione in grandi volumi. Una volta individuate, a loro volta da garantire nel rispetto dei tempi concordati. Chi invece vuole affidarsi a Packly anche per rendere più flessibile e meno onerosa la gestione interna del magazzino, può contare su spedizioni organizzate nell’arco di due, cinque oppure otto giorni.
L’importanza di sostenibilità e qualità della vita
Alle spalle di tutto questo è indispensabile costruire un sistema a prova di errore, dove di conseguenza il digitale non è da intendersi solo per gli aspetti riguardanti la stampa. L’intero processo produttivo, dal prelievo dei supporti in magazzino alla consegna al reparto spedizioni, è il più possibile automatizzato. Nel pieno rispetto dei principi di Industria 4.0, l’utilizzo di codici prodotto e dei più attuali sistemi RFId permette un flusso bidirezionale dei dati. Utile da una parte per gestire le operazioni interne e dall’altra ad allinearsi agli standard di tracciamento.
Anche se l’esperienza dei fondatori è decisamente di lunga data, un’azienda nata una decina di anni fa, non può fare a meno di confrontarsi con la richiesta di sostenibilità. Se ben gestita, pronta a trasformarsi in valore aggiunto. «Ci abbiamo creduto e scommesso da subito. Oggi il nostro stabilimento è alimentato al 100% da energia sostenibile. Quando il nostro impianto fotovoltaico non è sufficiente, ci serviamo da fornitori con produzione proveniente esclusivamente da eolico o fonti rinnovabili certificate. Inoltre, scegliamo i materiali di stampa in base alle caratteristiche di sostenibilità e recuperiamo ogni scarto possibile. Sempre più, il cliente guarda a questi aspetti, e li apprezza».
Liberi di fare impresa
Una volta fuori discussione la validità del progetto Packly, è possibile affrontare anche un aspetto certamente meno tecnico, ma altrettanto importante. Investire su uno stabilimento in Molise va contro le convinzioni ancora radicate di essere avvantaggiati da una posizione vicina alle grandi opportunità offerte dai mercati di riferimento. Grazie anche all’appoggio del digitale, oggi questo è un principio ormai superato, in favore di una maggiore distribuzione del lavoro, una migliore valorizzazione delle risorse locali, non necessariamente costrette a trasferimenti, e in definitiva alla qualità della vita, facilmente traducibile in una forza lavoro più soddisfatta e quindi efficiente.
«È stata una parte importante della sfida e sicuramente nelle esperienze precedenti all’estero io e mio fratello avevamo trovato maggiore facilità a investire. Nella nostra terra però, possiamo contare sull’enorme vantaggio delle persone. Abbiamo la possibilità di sceglierle, formarle e qualificarle secondo le necessità. Questo rende più facile anche tenerle con noi, mentre altrove è spesso difficile trovare chi è disposto a condividere un progetto, concentrarsi e risolvere problemi nel tempo. Credo abbiamo realizzato qualcosa che prima nel mondo della cartotecnica non c’era».
Personalizzazione a tutto campo
Oltre alla giustificata soddisfazione per uno scambio con il proprio territorio vantaggioso per entrambi, è importante anche non sentirsi mai arrivati. Sviluppare e realizzare tecnologie in proprio significa anche questo, assicurare crescita e stimoli tali da non sentire la necessità di cercare alternative. «Il nostro team di R&D è in grado di individuare e richiedere personalizzazioni alle linee produttive utili per raggiungere i nostri obiettivi di qualità e produttività. Un aspetto non di rado condiviso con realtà straniere, utile a entrambi».
Una visione di lungo termine, dove è sempre importante pensare sempre al passo successivo. Se per quanto riguarda la personalizzazione spinta, intesa come gestione di dati variabili in stampa, la domanda è ancora limitata, su altri aspetti gli obiettivi sono già chiari. «Dobbiamo diventare ancora più reattivi sui tempi di produzione e consegna, dove ormai l’attesa è sempre più stringente – conclude Giuseppe Prioriello -. Un altro aspetto impegnativo è la riduzione dei costi, da intendersi soprattutto come minori sprechi e maggiore capacità di adeguare una tiratura alle esigenze effettive. Guardando oltre, vedo prospettive interessanti per l’impiego di tecnologie come RFiD e NFC nel packaging, per interagire in modo più evoluto di quanto si faccia spesso già oggi con un QR-Code».


“Durante Fespa – dichiara Renato Sangalli, head of sales C&I Printing di Epson Italia -dimostreremo come la tecnologia per la stampa digitale per microproduzioni di Epson è in grado di supportare le aziende che realizzano prodotti personalizzati e di qualità. La varietà di tecniche di stampa in esposizione dimostra le numerose applicazioni avanzate e flessibili della gamma di stampanti digitali Epson, tra cui le più recenti stampanti a sublimazione, Direct-to-Garment (DTG) e a ultravioletti (UV) per oggettistica”.

Tecnologia in house
«La chiave di volta è la nostra tecnologia proprietaria», sottolinea Rossi. «Tutto viene monitorato, mappato da un portale che abbiamo sviluppato in casa. La tecnologia che gestisce l’autoprint, l’assistenza logistica, la preventivazione e il controllo amministrativo è stata realizzata internamente. La nostra piattaforma proprietaria è stata pensata per essere persino linkata al sistema di fatturazione e al controllo di gestione Sap del cliente. Si poggia quindi su un software molto complesso e costoso che trova una ragione di business solo se da entrambe le parti c’è l’esigenza di gestire dei volumi con una certa continuità. Insomma PrintingUp è una piattaforma one to one, con prodotti e prezzi personalizzati che può essere plasmata sulle esigenze del cliente. Niente a che vedere, quindi, con i player “classici” del web to print da cui siamo distanti anni luce per modello di business e servizi offerti. E, a dire il vero, nel panorama nazionale non ci sono realtà simili alla nostra».








Fabio Peviani, CEO di Grafiche Arrara, commenta: “La decisione di investire nella Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm è stata determinata dalla nostra volontà di rinnovamento, perché sapevamo bene quali potenzialità potesse garantirci la sostituzione delle vecchie attrezzature con tecnologie all’avanguardia”.







