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Congresso Giflex 2024 “Flessibile: un packaging da raccontare”

Torna il tradizionale appuntamento primaverile di Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, in programma a Roma, il 17 e 18 aprile prossimi, presso l’Hotel Villa Pamphili, evento di approfondimento e networking per gli stakeholder del packaging flessibile.
La due giorni romana, dal titolo “Flessibile: un packaging da raccontare”, ospiterà importanti presenze istituzionali e autorevoli relatori al fine di approfondire ed esplorare i temi chiave del programma:
– Geopolitica: Europa, Cina e Stati Uniti nello scenario globale
– Il ruolo del packaging per la brand reputation: percezioni, valutazioni e aspettative del consumatore
– Sostenibilità: Linee guida LCA e fine vita del packaging flessibile
– Packaging &Packaging Waste Regulation: atti finali e ricadute.

“Nonostante scenari internazionali estremamente complicati e dibattiti sul futuro del packaging troppo spesso contaminati da un ecologismo radicale che non considera tutte le complesse componenti in campo, è nostro dovere continuare a raccontare di temi che impattano sul nostro presente e comprendere come procedere senza compromettere le esigenze delle nuove generazioni”, dichiara il presidente di Giflex, Alberto Palaveri.

PrintingUp, il web to print che non t’aspetti

Un web to print in grado di soddisfare le esigenze di aziende del lusso che richiedono prodotti stampati altamente personalizzati, in tempi rapidi e con un ottimo rapporto qualità-prezzo.

PrintingUp è la piattaforma online di stampa in grado di rispondere alle esigenze di piccole tirature, finiture di altissima qualità e, se necessario, consegna in 48 ore. È un web to print atipico, quello di PrintingUp, perché si poggia sulle larghe spalle di Faenza Group e grazie a esso attinge a un know how che spazia dal printing al packaging. Come tutti gli stampatori web to print anche l’azienda milanese deve affrontare il tema dirimente delle marginalità: la concorrenza è infatti sempre più numerosa e quei piccoli vantaggi di un tempo, dettati dalla rapidità della consegna e dall’efficienza della logistica, sono ormai appannaggio di un po’ tutti i player. Eppure, anche da questo punto di vista, il caso di PrintingUp è davvero particolare perché alle componenti decisive di reattività e copertura logistica unisce qualità dell’output di stampa e un’elevata componente di servizio. Mette cioè a disposizione la stessa qualità della stampa tradizionale in tempi brevissimi e su poche copie.

Tecnologia in house

«PrintingUp», ci spiega Claudio Rossi, founder e Ceo di Faenza Group, «è un web to print estremamente customizzato e dedicato solo a grandi e selezionati clienti. Direi che è quasi un web to print privato per primari i clienti del settore moda e automotive. Il nostro target è rappresentato da aziende grandi e strutturate, molto attente alla comunicazione offline, con brochure, biglietti da visita, tutto realizzato in alta qualità e con finiture particolari. È vero, queste strutture comprano online, ma con noi possono contare su professionisti in grado di fornire un servizio consulenziale a tutto tondo. Inoltre attraverso il portale di PrintingUp serviamo clienti in ogni parte del mondo».

«La chiave di volta è la nostra tecnologia proprietaria», sottolinea Rossi. «Tutto viene monitorato, mappato da un portale che abbiamo sviluppato in casa. La tecnologia che gestisce l’autoprint, l’assistenza logistica, la preventivazione e il controllo amministrativo è stata realizzata internamente. La nostra piattaforma proprietaria è stata pensata per essere persino linkata al sistema di fatturazione e al controllo di gestione Sap del cliente. Si poggia quindi su un software molto complesso e costoso che trova una ragione di business solo se da entrambe le parti c’è l’esigenza di gestire dei volumi con una certa continuità. Insomma PrintingUp è una piattaforma one to one, con prodotti e prezzi personalizzati che può essere plasmata sulle esigenze del cliente. Niente a che vedere, quindi, con i player “classici” del web to print da cui siamo distanti anni luce per modello di business e servizi offerti. E, a dire il vero, nel panorama nazionale non ci sono realtà simili alla nostra».

Realtà in crescita

«Il 2023 di PrintingUp si è concluso molto bene con un incremento importante del fatturato che, con la sola attività di web to print e stampa digitale, si attesta su una cifra superiore ai due milioni di euro», continua Rossi. «Siamo contenti anche perché nel 2022 e nel 2023 PrintingUp è cresciuta senza che fosse spinta più di tanto. Quest’anno prevediamo un ulteriore avanzamento anche in considerazione di nuovi investimenti che andranno a regime a marzo e aprile. Nei prossimi mesi sarà infatti operativa una linea di produzione per prodotti di cartotecnica come scatole fondo coperchio, ma anche prodotti cofanetti speciali, cofanetti per libri sempre di alta gamma. Entro febbraio avremo anche un plotter con tanto di fresa per le lavorazione particolari e quindi allargheremo non poco il portafoglio prodotti medio alti. Tra le macchine abbiamo sempre Hp Indigo12000 e Konica Minolta di ultima generazione. E poi tutto quello che costituisce il giro di legatoria, quindi brochure a fresata e punto metallico. Infine ci sono le finiture lavorate internamente: la plastificazione in tutte le tipologie possibili fino alla serigrafia 3D e alla lamina con tecnologie digitali».

«Uno dei costi maggiori per uno stampatore web to print è quello dei macchinari», sottolinea il manager di Faenza Group, «dal momento che in questo particolare settore c’è una rapidissima obsolescenza tecnologica. Nel nostro specifico caso direi che abbiamo macchine in leasing, acquistate cash e in noleggio operativo. Utilizziamo, insomma, tutte le formule possibili a seconda della convenienza dettata dalla tipologia del macchinario stesso. Devo dire che nel caso dell’area stampa siamo maggiormente orientati a un noleggio operativo perché le tecnologie di rifermento invecchiano molto rapidamente e quindi conviene cambiarle con maggior frequenza senza accollarsi il peso dell’ammortamento. A dire il vero, oltre all’obsolescenza tecnologica, si verifica anche una sorta di condizionamento da parte della casa costruttrice con cui si è instaurato un rapporto di fiducia e continuità. L’acquisto tout court, invece, avviene per i macchinari di finitura che tipicamente durano nel tempo. Macchine, cioè, che hanno un contenuto tecnologico non così significativo da giustificare un ricambio elevato».

Una nuova “casa” produttiva

«Nell’aprile dello scorso anno», spiega Rossi, «abbiamo inaugurato il nuovo stabilimento a Rodano Millepini, nel milanese. In precedenza eravamo nella sede della Grafiche Bazzi che era stata accorpata dopo l’acquisizione da parte di Faenza Group nel 2012. Poi, però, sono cambiate molte cose e proprio l’anno scorso abbiamo colto l’occasione di realizzare uno stabilimento adeguato per un’azienda che produce digitale e che deve essere flessibile e assolutamente just in time. Con una produzione quindi molto pulita e molto lineare. Il nuovo stabilimento è stato pensato e costruito con il layout della commessa, cosa che prima con la sede storica di Grafiche Bazzi, cresciuta e modificatasi nel corso del tempo, non era possibile. Lo stabilimento semplicemente non era più adatto all’azienda di oggi. Ora siamo molto più flessibili e più competitivi perché abbiamo costi più bassi anche grazie a una produzione più celere».

La Commerciale Borgogno entra a far parte del Gruppo All4Labels

All4Labels Global Packaging Group gruppo operante a livello mondiale nel settore delle etichette e pioniere della stampa digitale, prosegue nel percorso di crescita globale, dà il benvenuto all’interno del Gruppo a La Commerciale Borgogno, azienda che in Italia si posiziona tra i primi stampatori di etichette per vini e liquori. L’azienda entra a far parte del Gruppo All4Labels e i termini e le condizioni della transazione non sono stati resi noti.

«L’ingresso di La Commerciale Borgogno nel nostro Gruppo globale rappresenta un ulteriore passo in avanti nel rinforzare i nostri servizi e la nostra competenza per il mercato del Wine & Spirits, per noi già fortemente strategico e in grande espansione. Diamo il benvenuto ai nostri nuovi colleghi e non vediamo l’ora di continuare insieme il percorso di successo di All4Labels» dichiara Paloma Alonso, Ceo di All4Labels.

«Siamo estremamente lieti e orgogliosi di accogliere tutto il team di La Commerciale Borgogno, un perfetto esempio di azienda italiana con una lunga storia alle spalle e ottimi rendimenti. Insieme a loro puntiamo a consolidare la nostra presenza nel settore del vino e dei liquori sia sul mercato italiano che all’estero. Raggiungiamo oggi un importante traguardo per All4Labels che dimostra la volontà di affermare ulteriormente la nostra presenza sul mercato, così come di ampliare le nostre competenze» afferma Antonio Iannone, Presidente di All4Labels Italia

Fondata nel 1957 nei pressi di Bolzano, La Commerciale Borgogno è un centro di eccellenza nella stampa di etichette per il settore del Wine & Spirits, grazie alle più recenti tecnologie di produzione e un team di collaboratori qualificati, capaci di garantire la gestione flessibile e tempestiva degli ordini. «Siamo molto orgogliosi di entrare a far parte del Gruppo All4Labels e di raggiungere questo importante traguardo di crescita. Ciò ci permetterà di rafforzare la nostra posizione sul mercato, collaborando con un team votato all’innovazione e per sviluppare insieme soluzioni all’avanguardia» dichiarano Luca e Antonio Borgogno, membri del top management di La Commerciale Borgogno.

Il Gruppo All4Labels continuerà a investire in aree del mondo, tecnologie e mercati interessanti che offrono opportunità di crescita sostenibile e di ulteriore espansione futura.

Zünd, nuova filiale in Brasile

Zünd Systemtechnik è ancora più vicina ai suoi clienti brasiliani. Dall’inizio del 2024, Zünd ha acquisito il suo partner commerciale di lunga data BG Soluções Tecnológicas, con sede a Porto Alegre.

Dall’inizio del 2024 dunque, BG Soluções Tecnológicas è una filiale interamente controllata da Zünd Systemtechnik AG e opera ora con il nome di Zünd Brasil. BG Soluções Tecnológicas è stata fondata nel 1981 da Sergio e Paulo Guerra e dal 1990 è partner ufficiale di Zünd Systemtechnik AG per le vendite e l’assistenza.

Zünd Brasil trasferisce la propria sede da Porto Alegre a São Paulo. Con oltre 12 milioni di abitanti, San Paolo è la città più grande del Brasile e il più grande polo industriale dell’America Latina. Uno showroom dedicato consentirà ai clienti e agli interessati di sperimentare in prima persona le numerose possibilità offerte dalla tecnologia di taglio digitale di Zünd. I 10 dipendenti sono esperti di consulenza, formazione, installazione e assistenza. Cristiano Guerra, seconda generazione del fondatore di BG, è il Ceo di Zund Brasil. Con la nuova filiale, Zünd può espandersi ulteriormente in America Latina e sfruttare appieno il significativo potenziale di mercato.

Oliver Zünd, Ceo di Zünd Systemtechnik commenta: “Siamo molto lieti di dare il benvenuto a Zund Brasil nel nostro gruppo globale di aziende. La collaborazione con la nostra nuova filiale ci consentirà di rafforzare ulteriormente la nostra attività in Brasile e di ampliare la nostra base di clienti. Sono convinto che continueremo a fornire ai nostri clienti brasiliani il miglior servizio possibile a lungo termine. Le risorse a nostra disposizione e la vasta esperienza della nostra nuova filiale ci permetteranno di crescere ulteriormente e di continuare a ottimizzare il nostro supporto ai clienti”.

ETS: nel DL Energia un passo chiaramente non sufficiente per garantire la competitività delle imprese

Assocarta con le associazioni aderenti al Tavolo della domanda di energia di Confindustria. Le imprese italiane non possono seguitare a reggere il confronto impari con il sistema industriale europeo, in cui è presente da diversi anni uno schema di compensazione del 75% del costo dell’anidride carbonica trasferito nel prezzo dell’energia elettrica, mentre i fondi oggi disponibili in Italia permettono una copertura di poco superiore al 20%. Considerando che tale divario pesa per oltre 15 €/MWh, lo squilibrio che si viene a formare rischia di essere determinante nel delicato equilibrio del libero mercato europeo, e costringe la manifattura italiana a cedere irreversibilmente importanti quote di mercato.

L’approvazione dell’emendamento che raddoppia il Fondo per la Compensazione dei Costi indiretti della CO2 solo a partire dal 2025 è quindi un passo insufficiente e deve essere parte di un percorso di allineamento rispetto allo standard previsto dalla Direttiva e già applicato in tutta Europa.

Considerando la centralità del pacchetto ETS nell’ambito del Green Deal, è assolutamente necessario allineare la norma italiana a quella di Francia, Spagna e Germania, che attraverso tale compensazione tutelano la competitività delle proprie imprese dalla concorrenza aggressiva dei Paesi extra UE, in cui non sono previsti gli stessi standard ambientali europei. Allo stesso modo è importante sostenerne la competitività di altri settori energivori, a rischio di carbon leakage ed hard to abate, quali ceramica, vetro, cemento, ad oggi esclusi da queste compensazioni.

Confindustria invita il Governo a completare il percorso di recepimento della direttiva ETS prevedendo che il fondo sia opportunamente dimensionato in base ai costi reali della CO2, che è pari a oltre tre volte rispetto al valore 2020, anticipando gli effetti del DL Energia già nell’immediato, senza dover attendere il 2025.

I produttori europei devono saper farsi carico della forte spinta che arriva dai Paesi extra UE, operando in mercato unico europeo non viziato da norme applicate in modo disomogeneo.

Integrazione tra scuola e azienda nelle arti grafiche: un caso concreto

Giovedì primo febbraio alle 18,30 l’appuntamento è con il Gruppo MeetUp Arti Grafiche stampa e web che ha organizzato un interessante incontro online focalizzato sul rapporto tra scuola e azienda nel campo delle arti grafiche. Prendendo spunto da un’esperienza concreta vissuta presso l’ISA di Monza, oggi Liceo Artistico Nanni Valentini, l’incontro si propone di approfondire l’importanza delle pratiche che integrano l’ambiente scolastico con il mondo del lavoro.

L’esperienza condivisa sarà quella di Valter Minelli, titolare dell’agenzia di comunicazione Babel. Minelli ha guidato gli studenti in una simulazione di apertura di un’agenzia di comunicazione, affrontando le sfide reali del settore. Gli studenti hanno avuto l’opportunità di lavorare insieme, assumendo ruoli specifici e affrontando le complessità burocratiche, operative e comunicative proprie del campo delle arti grafiche.

Il progetto ha offerto agli studenti un’esperienza pratica, consentendo loro di applicare le conoscenze acquisite in classe a situazioni reali. Questa metodologia didattica ha permesso loro di comprendere meglio le dinamiche del settore e di sviluppare competenze trasversali cruciali per il loro futuro professionale.

Durante l’incontro, oltre a Valter Minelli, interverranno Paola Mondinari, dirigente dell’Istituto Rizzoli, e Monica Ciriello, docente presso il Liceo Artistico Statale della Villa Reale di Monza, che ha seguito il progetto come tutor degli studenti. Le loro riflessioni saranno fondamentali per comprendere quanto siano importanti queste pratiche di integrazione tra scuola e azienda e in che misura possano essere implementate.

L’iniziativa del Gruppo MeetUp Arti Grafiche stampa e web rappresenta un passo avanti nel promuovere una migliore connessione tra istruzione e mondo del lavoro. Solo attraverso un’efficace collaborazione tra scuola e azienda sarà possibile garantire ai giovani le competenze e le conoscenze necessarie per affrontare con successo le sfide del mercato del lavoro odierno.

Per iscriversi all’incontro
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Mimaki Europe, nuovo amministratore delegato

Mimaki Europe ha annunciato la nomina di Takao Terashima a nuovo amministratore delegato.

Takao Terashima ha iniziato la sua carriera presso Mimaki nel 1997 nel Dipartimento di Ricerca e Sviluppo e negli ultimi 26 anni ha acquisito notevoli conoscenze dei prodotti e tecnologie di Mimaki e dei mercati di riferimento. Nel corso della sua carriera, Terashima ha ricoperto diverse posizioni di responsabilità a tutti i livelli aziendali. Prima di essere nominato amministrato delegato di Mimaki Europe, ha operato come direttore generale senior della Business Unit Asia Oceania, posizione che ha inizialmente assunto nel 2017. In precedenza, tra aprile e ottobre 2017, ha esercitato per sei mesi la funzione di vicedirettore generale senior della gestione della qualità.

L’esperienza presso Mimaki ha portato Takao Terashima a lavorare non solo presso la sede centrale di Mimaki in Giappone, ma anche presso altre filiali internazionali, e a ricoprire diverse posizioni. Tra il 2013 e il 2017 è stato  amministratore delegato di Mimaki Singapore, e all’inizio della sua carriera ha lavorato presso Mimaki USA quale membro del team addetto al supporto tecnico.

In qualità di successore di Takahiro Hiraki nel ruolo di amministratore delegato di Mimaki Europe, Takao Terashima metterà a disposizione della società la propria esperienza nel settore, il pensiero analitico, le competenze commerciali e di team building nonché l’ampia conoscenza dell’azienda.

Entusiasta di questa nuova sfida, Terashima ha affermato: “Sono molto lieto di assumere il ruolo di amministratore delegato di Mimaki Europe, in quello che è un anno storico per questa divisione. Celebrando il 20esimo anniversario della sede europea, possiamo guardare indietro agli ultimi due decenni con orgoglio, grazie al duro lavoro e al costante impegno profusi dai nostri dipendenti.

Per quanto concerne il futuro, è assolutamente indispensabile assicurare che i nostri principi di innovazione, collaborazione e sostenibilità continueranno a determinare le nostre attività volte a fornire eccellenza ai nostri clienti. Forte dell’esperienza acquisita in questa azienda e nel settore della stampa in oltre 25 anni di lavoro, sono impegnato a guidare Mimaki sulla strada del successo per i prossimi 20 anni”.

Dalla progettazione alla stampa: il packaging è su misura

Una visione fortemente improntata al digitale e al cliente ha affermato il progetto Packly come una nuova interpretazione del web to print al servizio del packaging.

Di fronte alle pressanti richieste di personalizzazione, riduzione dei tempi di consegna e grande flessibilità, la risposta peggiore è tergiversare. Nonostante i dubbi infatti, oggi i mezzi per garantire risposte adeguate non mancano, a condizione di sposare senza remore la transizione digitale ed essere in grado di sfruttarla a dovere. «Il nostro progetto attuale nasce una decina di anni fa – ricorda Giuseppe Prioriello, CEO e socio fondatore di Packly -, come spin-off di un’altra nostra iniziativa, perché avevamo deciso di votarci totalmente all’innovazione».

Un punto importante questo, per capire la volontà e il relativo potenziale di non seguire sempre e comunque un’evoluzione lineare, ma capire quando e quanto sia importante invece una svolta decisa rispetto al passato. Per distinguersi in un settore molto attuale ma anche molto legato a modelli di lunga data come il packaging, era necessario ripartire da zero dal punto di vista progettuale.  «Nel corso del tempo abbiamo sempre seguito un approccio orientato al cliente, pronti ad analizzare e risolverne i problemi – sottolinea Prioriello -. Sono emersi diversi punti fondamentali, come abbassare la quantità minima per un ordine, assecondare la domanda di personalizzazione e standard qualitativi elevati».

Adattare un’organizzazione tradizionale, costruita intorno a tecnologie offset e procedure lunghe anche settimane, si è presto rivelato impensabile. La scelta è stata quella di ridisegnare i processi, dipendendo il più possibile da se stessi. La piattaforma Packly, come buona parte dei flussi di lavoro, è quindi il risultato di uno sviluppo software interno. Sicuramente impegnativo, ma al tempo stesso anche garanzia di aggiornamento tempestivo e fattore distintivo.

Il packaging nell’era digitale

Dedicarsi esclusivamente a un servizio web to print  di packaging online ha poco a vedere con la stampa online come è stata concepita in origine. Più di volumi e consegne rapide, in questo caso si parla di personalizzazione, di flessibilità nei tempi e nei volumi, con margini comunque ristretti, e soprattutto garantire supporto.

«Uno dei principali fattori distintivi per noi è la piattaforma di progettazione. Permette al cliente di operare da qualsiasi postazione in qualsiasi luogo, realizzare il modello desiderato, visualizzarlo in 3D ed eventualmente confrontarsi al di fuori della piattaforma con i propri consulenti e acquirenti. Inoltre, stampare al limite anche una sola copia, per verificare il risultato. In pratica, offriamo le stesse garanzie di chi acquista un abito su misura e prima di pagare lo prova in negozio».

Dal lato utente, il ragionamento appare perfettamente lineare. Solo guardando al grande lavoro e alla perfetta organizzazione alle spalle, è possibile capire la dimensione e il tasso di innovazione del progetto. Aspetti che dovrebbero essere rivelati il più possibile a chi decide di affidarsi ai servizi dell’azienda molisana. La procedura è infatti alla portata degli operatori della comunicazione visiva, senza doversi preoccupare di competenze tecniche. Un progetto può infatti partire da una libreria di modelli predefiniti ai quali aggiungere le dimensioni volute, i materiali e i colori, compresa eventuale vernice o tinte speciali. Oppure, sfruttare la particolarità di una funzione dove semplicemente inserire le dimensioni dell’oggetto per ottenere una serie di modelli di   packaging compatibili e realizzabili per le misure immesse.

«È una sfida decisamente complessa per noi, perché dobbiamo combinare il mondo digitale con quello reale. Da una parte, organizzare le apparecchiature per garantire una produzione uniforme, entro i limiti stabiliti, quando a seconda delle necessità si usa la stampa offset o quella digitale. Oppure, gestire produzioni con esigenze particolari, come quelle del settore alimentare».

Al momento, una sfida affrontata e superata senza particolari difficoltà. Grazie anche al momento particolarmente favorevole per il packaging, i risultati non mancano. Per consolidarli nel tempo però, non serve solo saper cavalcare l’onda. Anzi, cercare di restare sempre un passo avanti in un settore molto dinamico è un degli aspetti più delicati.

Se un portale web bene organizzato è facilmente fruibile in qualsiasi luogo del mondo, la vera sfida inizia subito dopo. «Il mercato chiede stampe veloci, ormai allo stesso ritmo di un qualsiasi e-commerce. I tempi della comunicazione sono diventati strettissimi; di conseguenza le aziende tendono a validare diversi progetti, con relative forme e colori. Subito dopo, spetta a noi essere altrettanto veloci, e per quanto possibile anche proattivi».

La risposta sono spedizioni al massimo entro quarantotto ore dall’ordine, anche per decine di grafiche diverse. Quelle sempre più spesso utilizzate dalle aziende per effettuare dei test sul campo e capire quali siano adatte alla produzione in grandi volumi. Una volta individuate, a loro volta da garantire nel rispetto dei tempi concordati. Chi invece vuole affidarsi a Packly anche per rendere più flessibile e meno onerosa la gestione interna del magazzino, può contare su spedizioni organizzate nell’arco di due, cinque oppure otto giorni.

L’importanza di sostenibilità e qualità della vita

Alle spalle di tutto questo è indispensabile costruire un sistema a prova di errore, dove di conseguenza il digitale non è da intendersi solo per gli aspetti riguardanti la stampa. L’intero processo produttivo, dal prelievo dei supporti in magazzino alla consegna al reparto spedizioni, è il più possibile automatizzato. Nel pieno rispetto dei principi di Industria 4.0, l’utilizzo di codici prodotto e dei più attuali sistemi RFId permette un flusso bidirezionale dei dati. Utile da una parte per gestire le operazioni interne e dall’altra ad allinearsi agli standard di tracciamento.

Anche se l’esperienza dei fondatori è decisamente di lunga data, un’azienda nata una decina di anni fa, non può fare a meno di confrontarsi con la richiesta di sostenibilità. Se ben gestita, pronta a trasformarsi in valore aggiunto. «Ci abbiamo creduto e scommesso da subito. Oggi il nostro stabilimento è alimentato al 100% da energia sostenibile. Quando il nostro impianto fotovoltaico non è sufficiente, ci serviamo da fornitori con produzione proveniente esclusivamente da eolico o fonti rinnovabili certificate. Inoltre, scegliamo i materiali di stampa in base alle caratteristiche di sostenibilità e recuperiamo ogni scarto possibile. Sempre più, il cliente guarda a questi aspetti, e li apprezza».

Liberi di fare impresa

Una volta fuori discussione la validità del progetto Packly, è possibile affrontare anche un aspetto certamente meno tecnico, ma altrettanto importante. Investire su uno stabilimento in Molise va contro le convinzioni ancora radicate di essere avvantaggiati da una posizione vicina alle grandi opportunità offerte dai mercati di riferimento. Grazie anche all’appoggio del digitale, oggi questo è un principio ormai superato, in favore di una maggiore distribuzione del lavoro, una migliore valorizzazione delle risorse locali, non necessariamente costrette a trasferimenti, e in definitiva alla qualità della vita, facilmente traducibile in una forza lavoro più soddisfatta e quindi efficiente.

«È stata una parte importante della sfida e sicuramente nelle esperienze precedenti all’estero io e mio fratello avevamo trovato maggiore facilità a investire. Nella nostra terra però, possiamo contare sull’enorme vantaggio delle persone. Abbiamo la possibilità di sceglierle, formarle e qualificarle secondo le necessità. Questo rende più facile anche tenerle con noi, mentre altrove è spesso difficile trovare chi è disposto a condividere un progetto, concentrarsi e risolvere problemi nel tempo. Credo abbiamo realizzato qualcosa che prima nel mondo della cartotecnica non c’era».

Personalizzazione a tutto campo

Oltre alla giustificata soddisfazione per uno scambio con il proprio territorio vantaggioso per entrambi, è importante anche non sentirsi mai arrivati. Sviluppare e realizzare tecnologie in proprio significa anche questo, assicurare crescita e stimoli tali da non sentire la necessità di cercare alternative. «Il nostro team di R&D è in grado di individuare e richiedere personalizzazioni alle linee produttive   utili per raggiungere i nostri obiettivi di qualità e produttività. Un aspetto non di rado condiviso con realtà straniere, utile a entrambi».

Una visione di lungo termine, dove è sempre importante pensare sempre al passo successivo. Se per quanto riguarda la personalizzazione spinta, intesa come gestione di dati variabili in stampa, la domanda è ancora limitata, su altri aspetti gli obiettivi sono già chiari. «Dobbiamo diventare ancora più reattivi sui tempi di produzione e consegna, dove ormai l’attesa è sempre più stringente – conclude Giuseppe Prioriello -. Un altro aspetto impegnativo è la riduzione dei costi, da intendersi soprattutto come minori sprechi e maggiore capacità di adeguare una tiratura alle esigenze effettive. Guardando oltre, vedo prospettive interessanti per l’impiego di tecnologie come RFiD e NFC nel packaging, per interagire in modo più evoluto di quanto si faccia spesso già oggi con un QR-Code».

Da agenzia di comunicazione a hub di competenze

Le figure professionali tradizionali devono subire un processo di evoluzione, sotto la guida e l’istruzione di un management dotato di una visione innovativa e moderna riguardo a ciò che implica offrire un servizio completo. Questa evoluzione è sempre più necessaria in risposta a un mercato che predilige un approccio unificato, favorendo la presenza di un singolo interlocutore.

Massimo Montersino, responsabile Qualità e COO di And Communication, di seguito ci fa un quadro completo del mondo delle agenzie.

Le agenzie di comunicazione, in passato, si occupavano principalmente solo della parte creativa e progettuale. Quando il mercato ha cominciato a “correre” i tempi di realizzazione sono diventati più brevi, si è passati sempre più velocemente dalla parte progettuale a quella operativa e, soprattutto, la ricerca di riduzione dei costi è diventata l’argomento principale. Le agenzie si sono trovate nella situazione di doversi sostituire, all’inizio in parte e ora in tutto, ai professionisti che prima gestivano, in base alle loro competenze, la produzione. Ad una prima visione determinata dal cambiamento tecnologico, sembrava che fosse sufficiente un “cambio di cappello”, la realtà ha dimostrato che le competenze sono in realtà nettamente divise e non sovrapponibili se non con un adeguato percorso. In particolare, è mancata la visione della necessità di formare gli operatori in modo che potessero e possano oggi affrontare con competenza tecniche questi nuovi ruoli. Molti imprenditori hanno ritenuto validi i software messi a disposizione prima da Aldus (Page Maker e FreeHand), poi da Quark (Xpress), da Adobe (Photoshop, Illustrator, InDesign), ecc., ritendo più che sufficienti i pressapochismi e anche la buona volontà degli operatori per realizzare i file. È certo che i tempi e i costi si sono ridotti, ma in generale si è ridotta anche la qualità del prodotto. Manca la capacità di prevedere il risultato finale, per evitare errori che si ripercuotono sui tempi, sui costi e sulle aspettative.

Perché hub di competenze

La moderna agenzia di comunicazione per rispondere alle richieste del mercato deve diventare un hub di competenze, ovvero deve esistere la consapevolezza che la progettualità non può prescindere dall’industrializzazione della stessa e quindi tutti devono essere istruiti in tal senso. Quando la parte creativa e di ricerca finisce di fatto si entra in una fase industriale dove occorre che tutti abbiano presente quale deve essere il risultato finale e quali sono le interazioni necessarie.

È compito del responsabile tecnico dell’agenzia identificare e descrivere le procedure tecniche che permettono ai creativi di trasformarsi in operatori completi. Solo in questo modo possono impostare l’esecutivo (il PDF) che deve essere pronto per la stampa partendo da quando progettato. Il grafico avendo recepito e messo in pratica le conoscenze degli aspetti tecnici che si devono tenere in considerazione sarà facilitato nel realizzare il progetto. Da qui il significato di hub di competenze: il coesistere di più professionalità in capo alla stessa persona che gestisce il proprio lavoro in funzione sia della creatività sia del risultato finale. Non solo le agenzie ma in generale tutte le aziende, devono rivalutare la formazione tecnica del personale, dedicando tempo e risorse per individuare prima le necessità aziendali e successivamente i percorsi di crescita personali o collettivi che portino a rispondere a queste necessità che sono sempre in crescita e cambiano repentinamente in base all’evoluzione tecnologica.

È evidente che i costi sostenuti dall’agenzia, derivanti dal fatto che si prende in carico tutte le lavorazioni una volta non di proprio pertinenza, debbano essere imputati al cliente che avrà però un vantaggio in quanto un unico interlocutore che opera le differenti lavorazioni abbatterà costi e tempi.

Cambiare l’approccio generale dell’agenzia significa anche cambiare l’approccio iniziando dalla progettazione, che deve diventare integrata. Chi progetta lo deve fare in funzione al risultato, considerando tutte le variabili necessarie o che possono capitare per arrivare al risultato finale, lo stampato.

Conoscere e sfruttare gli strumenti a disposizione

Per arrivare ad avere un esecutivo corretto, prima di trovare eventuali problemi in fase di certificazione finale che porterebbero a ritardi ed extra costi, se non per il cliente sicuramente per l’agenzia, è importante imparare e sfruttare le attuali potenzialità dei software di Adobe, Corel, Affinity. Ma si devono anche conoscere almeno a livello “base” i software che i grafici non amano, Word, Excel, ecc., utili (a volte indispensabili) per realizzare o estrapolare da questi file dati che poi si integrano nei software specifici per la grafica professionale. Anche software fino a ieri non considerati idonei all’uso grafico devono essere compresi per essere sfruttati a fondo: ad esempio le aziende stanno chiedendo sempre più di utilizzare Power Point per realizzare presentazioni complesse sfruttando le potenzialità di questo software che lo rendono molto vicino a un impaginatore unito a un software di multimedia e questo significa apprendimento di nuove conoscenze. Un altro elemento da padroneggiare è la suite delle app di Google che è diventata elemento importante negli scambi e nella condivisione di elementi. Non si può dimenticare l’ultima arrivata ovvero la AI generativa: questo nuovo strumento, potente ma di difficile governo, è entrato prepotentemente sia nella gestione dei testi, utilizzati come base di lavoro specie nella comunicazione social, sia nella creazione di immagini, spesso utilizzate come contributi a complemento degli scatti reali. Sarebbe un errore considerarlo un nemico o l’ennesimo strumento messo in mano ai clienti per sostituirsi all’agenzia: esiste, deve essere padroneggiato al meglio per piegarlo alle necessità e sfruttarlo per un nuovo approccio propositivo. Significa che, per esempio, fotografo e post-produttore devono entrambi conoscere questo nuovo strumento per collaborare fra di loro al risultato finale.

Un altro elemento su cui And Communication ad esempio ha creduto è il concetto della Qualità intesa come adesione ai dettami della norma ISO9001: formazione diffusa, istruzioni scritte, step di controllo e certificazione, analisi degli errori e implementazione di procedure perché non si ripeta.

Infine, ma non per importanza, la prova colore certificata è fondamentale per la valutazione finale dell’aspetto di quanto prodotto, per la condivisione con il cliente e la sua approvazione di quanto realizzato e per dare allo stampatore un riferimento certo dì riscontro del PDF inviato.

La firma del cliente su una prova colore certificata lo responsabilizza per evitare ripensamenti o “pensavo venisse diverso” quando il tutto viene stampato.

Le norme e le leggi

La conoscenza delle norme e delle leggi che regolano le attività di una agenzia comunicazione è un altro elemento importante per l’ottenimento del risultato corretto nel più breve tempo possibile e per supportare al meglio sia i clienti sia gli stampatori. Per quanto riguarda la parte prettamente tecnica è bene conoscere almeno in termini generali la ISO 12647 mentre è consigliabile una conoscenza più approfondita delle Norme ISO3664, ISO 12646 e delle regole del Ghent Workgroup .

Il Color Management è la base per la corretta impostazione del risultato cromatico e un’attenzione particolare va posta alla gestione dei colori Pantone, specie dopo che Adobe ha deciso di non inserire più le librerie nella Creative Suite obbligando chi utilizza queste tinte piatte a trovare soluzioni diverse.  Nella nostra agenzia si è fatto un investimento importante, tutte le postazioni dei grafici dispongono di Pantone Connect, indispensabile per accedere alla libreria dei colori Pantone, per qualunque tipo di stampa, con strumenti che favoriscono e garantiscono la conversione in CMYK quando necessaria senza dover ricorrere a calcoli strani o empirici.

Anche in questo caso la formazione degli operatori è fondamentale per ottenere la resa migliore da questo strumento.

Completano questa parte relativa alla conoscenza e gestione delle norme i monitor calibrati e le stazioni di verifica illuminate a norma

La conoscenza delle norme tecniche permette un dialogo aperto con lo stampatore per valutare la fattibilità di un progetto fin dalla sua impostazione sulla base di conoscenze comuni.

Nell’ambito del packaging molti settori (farmaceutico, alimentare ecc.,) sono regolati da norme e leggi molto rigorose.

Ad esempio il packaging alimentare è sottoposto, per citarne alcune, alla Legge Europea 1169/2011 (ingredienti e valori nutrizionali, dimensioni e uso dei font), al Decreto Legge 116/2020 (simboli e indicazioni per lo smaltimento dei rifiuti e relative dimensioni), al DM relativo all’utilizzo dei simboli IGP/DOP, alla Norma Internazionale GS1/Indicod (caratteristiche dei codici a barre),  alla Legge Europea sui prodotti BIO (utilizzo del simbolo relativo) e alle varie declinazioni europee e internazionali delle stesse.

Ognuna di queste prescrizioni è stata fatta senza tenere conto delle varie interazioni, specie a livello di dimensioni, generando una “matrice” dove spesso è difficile farle convivere tutte lasciando spazio anche alla parte comunicativa.

Inoltre alcune leggi ritengono tutti gli attori della filiera responsabili di eventuali inesattezze: se l’agenzia non padroneggia anche questi aspetti rischia di non sapersi proteggere da queste insidie. La recente Legge sui simboli di smaltimento è l’esempio calzante: la responsabilità di un simbolo sbagliato ricade su tutti.

La conoscenza delle leggi e norme è fondamentale per poter realizzare progetti che siano fin dall’inizio a norma di legge in modo da agevolare il lavoro degli uffici qualità preposti alla verifica e all’approvazione. Anche in questo caso la diffusione di conoscenze e competenze permette di considerare gli elementi legali fin dall’inizio della progettazione in modo da non scoprire in fase avanzata che quanto proposto al cliente non è realizzabile.

Spesso, specie nelle etichette alimentari, le norme e le leggi da considerare sono così tante da vincolare l’attività creativa nei pochi spazi che rimangono disponibili.

La conoscenza della parte legale permette anche di dialogare con gli uffici qualità dei clienti per affrontare assieme i problemi che nascono in un nuovo progetto, coordinandosi per ottenere il miglior risultato.

Fedrigoni completa l’acquisizione di Arjowiggins China

Il Gruppo Fedrigoni dopo aver concluso un anno fa un accordo industriale con Arjowiggins HKK3 Limited, proprietaria del gruppo Arjowiggins China, ha annunciato di aver perfezionato il 29 dicembre 2023 l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Arjowiggins HKK3 Limited.
La cartiera di Quzhou, situata nella provincia di Zhejiang, è protagonista mondiale nella produzione di carte traslucide, vendute con i marchi Gateway e Sylvicta, per applicazioni che spaziano dal design industriale e dalla grafica all’imballaggio di prodotti alimentari, elettronici di consumo e di lusso.
“Con la sua prima cartiera in Cina, Fedrigoni può ora rafforzare la presenza geografica nel mercato asiatico, dove ha già un’ampia rete di distribuzione in Cina, Hong Kong, Filippine, Indonesia e Bangladesh, compresi 11 magazzini, un impianto di produzione di materiali autoadesivi a Hefei e uno di produzione di inserti e tag RFID a Guangzhou – commenta Marco Nespolo, CEO di Fedrigoni Group -. L’operazione consentirà inoltre al gruppo di espandere ulteriormente il portafoglio prodotti nel segmento delle carte traslucide, che hanno il potenziale per sostituire sempre più la plastica nel packaging in quanto monomateriale completamente riciclabile”.
Oggi lo stabilimento produttivo di Quzhou conta 130 dipendenti e produce ogni anno circa 7.000 tonnellate di carte traslucide. L’innovazione di prodotto legata alla transizione dalla plastica alla carta è una delle maggiori aree di investimento nella roadmap di ricerca sviluppo e innovazione per Fedrigoni e un pilastro fondamentale della sua strategia ESG al 2030.
Con Arjowiggins China salgono a 14 le M&A portate a termine da Fedrigoni negli ultimi quattro anni, di cui due nel 2024. Appena pochi giorni fa il Gruppo ha infatti annunciato un investimento iniziale per ottenere una quota di minoranza di SharpEnd / io.tt, la società di consulenza e soluzioni IoT che ha la missione di aiutare i brand a far evolvere i propri prodotti, il packaging e l’engagement dei clienti attraverso soluzioni connesse, con un percorso di acquisizione dell’intero capitale nel lungo termine.

L’acquisizione di Arjowiggins China potenzia la business unit Fedrigoni Special Papers

Fedrigoni Special Papers, la business unit di Fedrigoni specializzata nelle carte speciali di alta gamma, con l’acquisizione di Arjowiggins China fa un ulteriore step di crescita. Oggi la divisione include gli storici marchi MyCordenons e Fabriano e negli ultimi quattro anni si sono uniti all’ecosistema di Fedrigoni Special Papers numerosi brand: Éclose (2021) con le soluzioni di packaging sostenibile a base cellulosa, Guarro Casas e l’esperienza nelle soluzioni per la rilegatura, Zuber Rieder con le carte più innovative per le etichette.

L’offerta della divisione Fedrigoni Special Papers ruota attorno a quattro pilastri principali: Luxury Ecosystem, ampia offerta di carte speciali per i top brand del settore del lusso per il packaging e la comunicazione; Creative Communication, verticale dedicato alle applicazioni di alta gamma e all’editoria di pregio; Technical Solutions, che include tutte le soluzioni più innovative da RFID a carte intelligenti, da carte speciali che sostituiscono la plastica in molte applicazioni a carte da gioco o gift card, Art and Drawing, legato al mondo delle carte creative Fabriano.

“Shaping ideas, Stories and Experiences” è il nuovo concept creativo con cui Fedrigoni Special Papers rinnova la sua promessa al mercato. Il concept nasce dalla collaborazione con l’agenzia creativa londinese Pentagram: una pagina bianca è il luogo dove nascono le idee e le carte speciali di Fedrigoni sono il mezzo attraverso il quale ogni nuova idea prende forma.

La sostenibilità rimane al centro della strategia Fedrigoni e guida anche la ricerca e sviluppo della business unit Fedrigoni Special Papers – nei suoi Centri di Innovazione a Verona e Grenoble – per raggiungere gli obiettivi ESG che il Gruppo si è dato: la riduzione significativa delle emissioni per raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050, lo sviluppo di prodotti “circolari” per eliminare i rifiuti con l’obiettivo di riciclare il 100% della carta entro il 2030, la riduzione del 10% del prelievo di acqua fresca (entro il 2030) e la restituzione di tutta l’acqua utilizzata all’ambiente pulita e purificata (attualmente già oltre il 95%). L’azienda continua ad utilizzare solo cellulosa proveniente da foreste certificate FSC e identifica spazi naturali vicino a ogni cartiera dove la biodiversità può essere ripristinata e il ritorno dei rapaci locali monitorato. Inoltre, il Gruppo si pone l’obiettivo di utilizzare il più possibile fibre alternative come cotone, canapa e lino.