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Federazione Carta Grafica: nei primi 8 mesi 2022 il consumo della carta da riciclare prossimo ai volumi record 2021

“Nel terzo trimestre 2022 cambia lo scenario, influenzato dalla preoccupazione delle imprese per gli intensi aumenti dei prezzi dell’energia, conseguenza anche della guerra in Ucraina, e per le attese di un rallentamento macroeconomico italiano e internazionale”. Così commenta Carlo Emanuele Bona – presidente della Federazione Carta e Grafica – i dati della nota congiunturale di ottobre della stessa Federazione. “Cambio di scenario perché ancora nel primo semestre 2022 tutti i valori del complesso dei settori appartenenti alla Federazione Carta e Grafica (macchine per la grafica e la cartotecnica, cartario, grafico e cartotecnico trasformatore) presentavano crescite importanti (a due cifre) rispetto ai valori del primo semestre 2021, riflettendo però il sostenuto processo inflazionistico innescato dalla crisi energetica”.

Nel primo semestre si è infatti registrata una forte crescita del fatturato (+31,4%), che arriva a quasi 16 miliardi di € (15,7 miliardi di €) dai 12 miliardi di € del primo semestre 2021, trainato sia dalle vendite interne (+30,9%), sia dall’analoga crescita dell’export (+32,2%). Il boom delle importazioni (+55,5%), che conferma rincari sostenuti anche dei prodotti provenienti dall’estero, determina un moderato calo del saldo della bilancia commerciale (-1,7%), che rimane però positivo.Entrando nell’andamento dei singoli settori, per le macchine il secondo trimestre è positivo (+1,7%), come il terzo che rimane sugli stessi livelli.

Per quanto concerne la produzione del settore cartario il primo semestre si chiude con un buon risultato (+ 1,4%), ma il mese di luglio mostra una riduzione del 5,7%, un trend che si è accentua in agosto (-20,8%), mese comunque tradizionalmente dedicato alle fermate manutentive. Per il settore grafico il primo semestre mostra una produzione stabile con il fatturato che aumenta del 22,2%, con un terzo che mostra un peggioramento.Nel cartotecnico i primi sei mesi registrano un incremento della produzione del +1,9%, al quale si associa, sempre per il fenomeno inflattivo, un + 26,2% del fatturato. Anche in questo comparto il terzo trimestre fa intravedere un rallentamento significativo.

La Federazione Carta e Grafica rappresenta la filiera dei produttori di carta e della sua trasformazione, degli imballaggi in carta e flessibili, delle carte igienico sanitarie, della grafica e stampa, oltreché della fornitura dei relativi macchinari. “È una filiera essenziale – lo ribadisce il Presidente Bona – che deve essere considerata strategica anche in tempi di emergenza gas, come già avvenuto durante l’emergenza pandemica nel marzo 2020”.

In questa direzione è fondamentale che il settore cartario venga considerato “essenziale” non solo in sé stesso, ma come primo anello dell’intera filiera. La filiera svolge, infatti, un ruolo fondamentale nel garantire forniture sicure di prodotti alimentari e farmaceutici e altro ancora, di vitale importanza per l’Italia e per la comunità europea. Inoltre, l’utilizzo delle carte igienico-sanitarie rappresenta un fondamentale presidio per l’igiene che, in questo momento ancora di emergenza sanitaria, diventa imprescindibile. Infine, la carta e la stampa sono indispensabili nel campo dell’informazione. Senza contare il settore delle carte speciali, usate, ad esempio, come filtri nel settore meccanico o nel medicale.

Domina un clima di incertezza conseguenza dell’insicurezza di poter contare su adeguate forniture di gas, oltre che dell’assenza di contratti con i fornitori per l’anno termico ottobre 2022-settembre 2023.Forti timori anche per perdite di competitività dei prodotti nazionali rispetto ai competitors europei, che possono contare su politiche governative di sostegno ai settori energy intensive. Infine, ma non meno importante, la fermata delle cartiere, comporterebbe l’arresto del riciclo di carta e cartone e, quindi, della raccolta differenziata. Nei primi 8 mesi 2022 il consumo di carta da riciclare , nonostante le interruzioni di attività del periodo estivo indotte dall’enorme onerosità dei costi energetici, si è confermato su livelli importanti, non distanti da quelli record del 2021 e sensibilmente superiori a quelli dello stesso periodo 2020: 3.837.000 tonnellate invece di 3.963.000 tonnellate (negli 8 mesi 2020 3.367.000 tonnellate)”.

Taga Tour, conclusa una prima tappa frizzante e coinvolgente

Si è conclusa la prima tappa del Taga Tour a Napoli con grande soddisfazione generale. In una calda giornata autunnale oltre 50 persone hanno partecipato all’evento presso l’istituto Archimede di Napoli.

“Gli edifici solidi si costruiscono dalle fondamenta” è il saluto che Alessandro Mambretti ha portato alla scuola IS Archimede sottolineando il ruolo centrale delle scuole e la stretta connessione con Taga Italia. La dirigente prof.ssa Mariarosa Stanziano ha ringraziato Taga e le aziende per aver scelto questa scuola, portando un po’ di quella realtà positiva che le ragazze e i ragazzi di questa età contano di trovare una volta terminato il percorso scolastico, mentre il prof. Alessandro Autero coordinava studentesse e studenti impegnati a documentare la giornata.

Prima di entrare nel vivo della giornata il presidente ha sottolineato come documenti ed eventi di questo tipo sono possibili solo grazie alla passione e al supporto attivo delle aziende sponsor sia nella fase di realizzazione dei documenti, sia per realizzare eventi formativi di questa portata.

La giornata è entrata nel vivo con la relazioni di Adalberto Monti, Angelo Meroni e Manuel Trevisan dal titolo “Cosa occorre conoscere della tecnologia UV” spiegando con chiarezza e dettaglio i contenuti del TAGA.DOC.19 i capisaldi della stampa UV sia nelle ricette degli inchiostri sia nella componentistica delle macchine e gli accorgimenti necessari per una corretta gestione in sala stampa, per poi descrivere l’evoluzione al TAGA.DOC.20 partendo dal punto che “per stampare la plastica prima bisogna conoscerla”, anticipando l’ampia e impegnativa trattazione necessaria per ottenere i risultati attesi dalla stampa su questo supporto, perché come afferma il prof. Monti “Stampare non è facile, chi sostiene il contrario non ha mai stampato”.

Sono stati Edoardo Elmi, Guangdong, ed Enzo Colapinto, IST, che hanno fatto il primo approfondimento dal titolo “Stampare su materie plastiche non è un problema, è una tecnica”. Con la sua coinvolgente personalità e competenza in materia Elmi ha illustrato le varie tipologie di plastiche differenti per composizione, la struttura e caratteristiche superficiali, sottolineando come siano questi i fatti che determinano la ricetta d’inchiostro da utilizzare e, di conseguenza la polimerizzazione necessaria. E qui che Enzo Colapinto ha spiegato con chiarezza e immediatezza come i concetti e le azioni in pratica per la valutazione della tensione superficiale e bagnabilità del materiale plastico, adesione dell’inchiostro, i sistemi di polimerizzazione UV e i sistemi di controllo dell’efficienza impianto UV, sottolineando proprio come l’efficienza dell’impianto contribuisca in modo sensibile alla regolazione coerente della potenza di emissione e permetta di ottimizzare i tempi di produzione oltre a garantire l’usabilità dello stampato perché “stampare UV su materiali plastici, è un valore aggiunto”.

Piero Pozzi, Colorgraf, e Massimo Belardinelli, Printgraph, hanno fornito utili informazioni pratiche relative alla gestione delle macchine da stampa.. La scelta delle gomme è cruciale, afferma Belardinelli, per avere una stampa sempre qualitativa e una macchina in grado di mantenere i ritmi di produzione. E per mantenere costante il livello qualitativo devono essere scelte le adeguate soluzioni di bagnatura, prestando attenzione alla composizione, ed ai prodotti di pulizia che devono mantenere inalterate le caratteristiche delle gomme. Come ha sottolineato Pozzi, “si devono impostare le produzioni per cluster giornalieri, settimanali, mensili” affinché le pulizie siano efficaci ed i consumi adeguati. Belardinelli ha invitato tutti i presenti a verificare sempre le composizioni dei prodotti facendo la semplice considerazione che devono rispettare “la salute dell’essere umano e dell’ambiente”.

Piero Pozzi, che è anche consigliere di Taga Italia, ha portato al centro dell’attenzione la composizione della macchina spiegando i pro e i contro delle macchine bivalenti ma soprattutto utili informazioni sulla gestione delle stesse; poi ha posto l’attenzione sul controllo qualità nella stampa offset su materiale plastico spiegando con chiarezza e praticità il controllo dell’elettricità statica e i test di adesione e sfregamento, offrendo anche, a chi ne fosse sprovvisto, un rotolo di scotch a norma per l’esecuzione del test di adesione.

Un approccio applicativo molto concreto sulle macchine da stampa semirotative e un continuo scambio di microfono hanno guidato l’intervento di Andrea De Rossi, Tecnologie Grafiche, e Luca Mauri, T&K. Hanno condotto un percorso che è partito dalle esigenze del prodotto etichetta ed è giunto alla elaborazione del file. Test qualitativi, test di ripetibilità, utilizzo costante delle strumentazioni di controllo, gestione della stesura del film d’inchiostro per ottimizzare i tempi di polimerizzazione garantendo sempre consistenza al colore, definizione delle specifiche di processo, sono stati alcuni dei temi trattati con dovizia di dati e un bagaglio di esperienze personali che hanno permesso ai molti presenti di identificarsi.

Sono Luca Morandi, Colorconsulting e consigliere Taga Italia, e Adriano Brunelli, Hubergroup, a chiudere con due relazioni che affrontano il tema del colore con due relazioni: La formulazione degli inchiostri per stampa a reticolazione UV e La tecnologia UV e l’ottimizzazione dei file per migliorare la stampabilità. Tecnica, approfondita, con molteplici riferimenti alle norme, la relazione di Brunelli ha descritto le caratteristiche dei componenti degli inchiostri e le diverse tipologie di test a cui sono sottoposti e, con una marcata nota, come leggere le indicazioni riportate nelle etichette e nelle schede tecniche.

Morandi ha portato invece alla considerazione di come il file debba necessariamente essere ottimizzato per la stampa con inchiostri UV proprio per le sue caratteristiche. Il profilo colore che guida la progettazione del file deve essere aderente in termini di quantità d’inchiostro affinché la cromia sia mantenuta durante la stampa e la successiva reticolazione. “Considerate” dice Morandi “che spesso si parla di stampare tinte piatte su materiali non assorbenti e questo provoca una variazione cromatica non recuperabile se non si presta attenzione”.

Prossima tappa a Vicenza 8 Novembre presso l’istituto PIA SOCIETÀ SAN GAETANO, Formazione Professionale, 36100 Vicenza, Via Mora 12. Per Iscriversi clicca qui.

Il Taga Tour 2022 /2023

Il Taga Tour 2022/2023 si svolge in quattro tappe itineranti nelle città di Napoli (11 ottobre), Vicenza (8 novembre), Torino (31 gennaio 2023), Città di Castello (21 marzo 2023), nelle quali oltre alla conoscenza ed approfondimento dei documenti Taga Italia dedicati al mondo UV, saranno presenti tutte le aziende che hanno partecipato alla stesura dei documenti tecnici. Queste saranno a disposizione dei partecipanti per rispondere a tutte le domande che verranno poste allo scopo di fare formazione su una tecnologia complessa e articolata come quella UV.

Ogni evento avrà un panel di relatori composta da membri di Taga Italia e alcune delle aziende che hanno partecipato alla stesura dei documenti e che hanno sponsorizzato i quattro appuntamenti:

COLORCONSULTING, COLORGRAF, CI.TI.O., GUANDONG, HEIDELBERG, HUBERGROUP, KOENIG&BAUER, IST, PRINTGRAPH, SUN CHEMICAL, T&K, TECNOLOGIE GRAFICHE.

Tutto questo risponde allo spirito di Taga Italia: diffondere conoscenze scientifiche, fare chiarezza per gli utilizzatori, rendere la tecnologia più accessibile a tutti.

In ultima analisi fare sì che la tecnologia sia al servizio dell’operatore e non viceversa.

 

IgpDecaux, applicazioni nel mondo dell’out of home

La testimonianza di un big nel settore della comunicazione esterna come IgpDecaux sul tema dell’evoluzione del wide format, tra innovazione digitale e pandemia.

La comunicazione esterna è da sempre un ambito di sperimentazione per il settore pubblicitario, stimolando con continuità il lavoro dei creativi e centri media, da una parte, e quello degli operatori di stampa wide e super-wide format, dall’altro. Rappresenta anche un importante punto di partenza per campagne complesse che prevedono la partecipazione di più media contemporaneamente e l’integrazione a monte tra essi. Abbiamo voluto approfondire il tema del cambiamento e dell’innovazione partendo dall’esperienza di un big del settore, IgpDecaux, che è protagonista in Italia nella comunicazione esterna grazie all’ampiezza dell’offerta commerciale che va dalle affissioni ai trasporti di superficie, fino agli aeroporti, le metropolitane e l’arredo urbano. Insieme a Filippo Gullì, sales director di IgpDecaux, abbiamo quindi gettato uno sguardo più approfondito sull’evoluzione del mercato e soprattutto sulle rinnovate esigenze di clienti e buyer rispetto a un contesto sociale ed economico che è cambiato in modo straordinario nel corso degli ultimi anni, e non certo a causa della pandemia.

Filippo Gullì, sales director di IgpDecaux

I nuovi segnali del mercato

Il comparto out of home ha recuperato nel primo quadrimestre 2022 i valori del 2019 coprendo nel periodo compreso tra gennaio e aprile il 3,4% di market share, con aspettative di ulteriore recupero nel periodo di massima stagionalità per il settore, vale a dire quello tardo primaverile ed estivo. Un segnale di ripresa che viene accolto con fiducia dagli operatori, pronti a ricominciare il lavoro di innovazione che era partito ben prima del 2020 e poi drammaticamente interrotto dalla pandemia.

«In generale, durante una crisi, i clienti sono orientati a ridurre l’investimento, un fenomeno che a dire il vero era già in atto da alcuni anni a livello tendenziale», dice Gullì. «Sicuramente in questi ultimi tempi sono cambiate la modalità nella scelta della strategia, con una maggiore attenzione rivolta alle performance e ai dati quali-quantitativi. L’orientamento generale dei centri media e degli investitori è infatti quello di fare operazioni suffragate da dati certi, aggiornati e utilizzabili nel corso del tempo. E quest’orientamento riguarda tutti i media, anche l’outdoor, che ora più di prima viene guidato dai dati».

La frattura della pandemia

Siamo quasi tornati alla normalità, ma la pandemia ha creato una forte cesura, un prima e un dopo, che induce oggi tutti gli operatori, IgpDecaux compresa, a riprendere il percorso di innovazione intrapreso molto prima delle chiusure dovute all’emergenza sanitaria. «Nello specifico dell’outdoor, con la pandemia ci sono stati fortissimi blocchi alla mobilità, sebbene la gente si muovesse ancora per strada e il dato reale fosse assai più elevato di quanto ci raccontassero i rilevamenti. Ora i livelli sono molto più alti e sono praticamente tornati alla normalità», racconta Gullì. «Sicuramente le quotazioni e i prezzi sono cambiati. E qui l’impatto della pandemia si è sentito. Stiamo tornando su gran parte degli asset a valori prepandemici con un percorso molto faticoso, ma d’altronde occorre riprendere un percorso per poter ritornare alla situazione precedente».

Una clientela molto più attenta

Di sicuro la frattura del mercato e il rallentamento degli investimenti in comunicazione esterna hanno indotto tutti gli operatori, a partire dalle aziende clienti, a essere assai più attenti al budget e alle spese. Un processo che ha accentuato l’attenzione verso il servizio e la qualità, ai materiali impiegati e alle nuove tecnologie di stampa. «Il tema è davvero ampio», sostiene Gullì. «Devo però dire che questo particolare momento di maggior riflessione e attenzione sugli investimenti non lo legherei alla pandemia, ma a una progressione evolutiva che stiamo osservando da molto tempo. Consideri che i clienti e le agenzie media ne sanno molto di più rispetto al passato. Sono tutti più preparati», sottolinea il sales director.

«In sostanza, sono molto più attenti nelle scelte perché sono più informati. E noi, come company che ha filiali sparse nel mondo, osserviamo che da semplice mezzo a sé stante, l’outdoor si è rapidamente trasformato in un medium integrato, con connessioni importanti e fondamentali con il mondo digitale, con quello cartaceo e radiofonico, con l’integrazione di data-base, l’impiego del geotargeting e con la possibilità di intercettare le audience anche sul mobile».

«Non ci occupiamo solo di superwide ma anche di piccolo e grande formato, tipo il wrap dei tram, come si può osservare in queste settimane in grandi città come Milano e Roma. Abbiamo allestito ultimamente tantissimi tram full-wrap che garantiscono un grandissimo impatto per i brand. Tutto questo influisce positivamente anche sul piccolo formato e sulla copertura di altri media compatibili e integrati. E occorre sottolineare», aggiunge il manager di IgpDecaux, «che oggi l’integrazione tra formati diversi funziona davvero molto bene».

Differenziare per intercettare i target

«Oggi le diversificazioni e i link con gli altri ambienti di advertising sono molto ampie. Anzi, sono un terreno di sperimentazione continua. L’obiettivo è sempre quello», sostiene Gullì, «far diventare l’outdoor un’esperienza per l’utente, che significa allestire luoghi in cui accade qualcosa, creare eventi nelle piazze, sfruttando anche i social media e il mobile. Oppure riuscire a progettare momenti immersivi in luoghi inconsueti come i tram o gli aeroporti che consentano coinvolgimenti profondi con il brand, ma anche creare interazioni con touchscreen e molto altro ancora. L’outdoor è in sostanza mobilità e, laddove cambia lo stile di una città o i suoi stili di comportamento, cambiano anche gli schemi dell’outdoor e i suoi utenti di riferimento».

Contrazione degli investimenti pubblicitari

«In questo momento l’outdoor è il mezzo che presenta il più grande investimento pubblicitario dopo la tv», dice Gullì. «Uno degli aspetti più importanti di questo mezzo è che è fatto di tanti addentellati e che è modulato su molti comparti differenti, sfruttando anche formule e tecnologie estremamente innovative. Lo stare fuori casa, il cosiddetto “out of home”, è infatti diventato un elemento importante nella vita di un cittadino. È un ambiente che offre sempre novità, brio, interesse e sorpresa. Certo, il vecchio poster esiste ancora ma offre oggi un’integrazione massiccia con il digitale e con altre forme di advertising».

Una grande esperienza immersiva

Le soluzioni di comunicazione out of home e digital out of home permettono un’integrazione armoniosamente e gioiosa dell’advertising nel contesto urbano contribuendo a rendere le città più accoglienti e utili ai cittadini, dal design piacevole e al contempo attente all’ambiente.

«L’outdoor deve sempre rappresentare un’esperienza piacevole», spiega Gullì. «per questo allestiamo luoghi e situazioni in cui accade qualcosa. Possono essere eventi sulle piazze, sui mezzi pubblici, oppure interazioni con touchscreen o momenti immersivi in aeroporti e stazioni con occasioni che consentono e incoraggiano gli interscambi con il brand».

«Outdoor è sostanzialmente mobilità», sottolinea Gullì, «e come cambia la città cambia anche l’outdoor, modificando il proprio schema rispetto agli utenti di riferimento».

Tutto ciò e raggiungibile anche grazie all’impiego delle tecnologie e dei semplici device che tutti noi portiamo quotidianamente nelle nostre tasche. «Oggi è possibile abbinare a una campagna un push-up del mobile che offre la possibilità di andare in negozio con uno sconto e ottenerne anche la geolocalizzazione. Ma le possibilità di integrazione con il mobile sono davvero infinite», conclude Gullì.

Le richieste dei clienti più sofisticati

«Oltre ai clienti privati abbiamo importanti enti pubblici come il Comune di Milano, l’Atac di Roma e molte altre municipalizzate che richiedono livelli di standard minimi molto elevati. Siamo sempre doverosamente legati al tema della sostenibilità e al recupero, quindi stiamo molto attenti a materiali, che devono essere riciclati e riciclabili», afferma il sales director di IgpDecaux.

«In azienda abbiamo anche una divisione, chiamata Brand Solutions, che è dedicata espressamente agli eventi speciali, che possono essere di molti tipi. Per questo all’interno della divisione ci sono due strutture», continua Gullì. «La prima si occupa di eventi all’interno dei nostri asset classici. Ad esempio in metropolitana possiamo allestire un ambiente o uno scenario particolare sfruttando tantissime tipologie di substrati e materiali particolari. La seconda è invece rivolta all’utilizzo di asset esterni, come ad esempio i tram speciali, che possono essere anche allestiti internamente. Dalle sfilate di moda alle presentazioni di prodotti food, la creatività si può sbizzarrire in questa particolare tipologia di allestimenti. La qualità dei materiali e delle messe in scena, con la contestuale presenza di personale ben preparato, infonde una maggiore fiducia nel target permettendo di raggiungere il massimo livello di coinvolgimento e di branding».

Report da Viscom 2022

Italia Grafica è stata in giro per stand e partner raccogliendo le novità che le aziende hanno voluto presentare in questa edizione di Viscom.Grande successo per l’ultimo numero della rivista che comprende lo speciale sul grande formato.

HP

Le applicazioni sempre al centro dell’attenzione HP. Per un’azienda dove la sostenibilità era uno dei temi portanti in temi non sospetti è facile mettere in mostra uno stand all’insegna dei materiali e tecnologie eco-friendly. A partire dalla grande insegna dello stand in tessuto con lo slogan Print for the Future, pronto a essere riconvertito in borse.

Quadient

Protagonista dello stand Quadient l’attesa Duplo DDC-8000. Il nuovo sistema di post stampa estende al formato B2 le potenzialità di un sistema di nobilitazione, taglio, piega e fustella in una combinazione versatile, all’insegna di flessibilità e produttività.

Canon

Le tecnologie Canon coprono come risaputo ogni settore della stampa digitale. La novità è poterle integrare tra di loro e nei processi produttivi più in generale. Il claim Make It, caratteristico degli ultimi anni, è proposto così in tre visioni, con il software Prisma per nuovi livelli di integrazione e invece Artist per la creazione guidata del materiale di comunicazione visiva personalizzato.

Zund

Le rinomate qualità degli strumenti di taglio Zund richiamano sempre grande attenzione. Nell’occasione, estese agli strumenti di automazione utili a integrare processi produttivi completi, con ripercussioni su produttività e controllo dei costi.

Agfa

Tutti i visitatori hanno potuto toccare con mano la qualità e la produttività raggiungibili da Tauro H2500 e Avinci. In particolare presente il plotter a sublimazione Avinci CX 3200 per la produzione di soft signage dai colori vivaci e di alta qualità, per una vasta gamma di tessuti a base poliestere. Sempre al centro dell’attenzione anche la stampante ibrida Tauro H2500 a tecnologia UV LED per stampare su qualsiasi tipo di materiale rigido o flessibile, compresa la possibilità di stampa su cartone per la produzione di espositori e scatole.

Epson

I modelli protagonisti di Viscom 2022: tre stampanti per il settore della cartellonistica (SureColor SC-S80600, SC-R5000 e SC-V7000), quattro soluzioni per il mercato del tessile e dell’oggettistica a sublimazione (SureColor SC-F100, SC-F500, SC-F3000 e la nuova SC-F6400) e due modelli dedicati alla produzione fotografica e CAD (SureLab SL-D1000 e SureColor SC-T7700D).Denominatore comune: facilità d’uso, produttività ed elevata velocità.

Liyu

Dopo l’anteprima a Fespa Liyu ha  lanciato sul mercato italiano i nuovi sistemi di stampa di fascia alta della famiglia Pro XL. Presente nello stand la ibrida Q3 Pro XL e la flatbed KC 3020 Pro XL, che sono state impegnate in dimostrazioni live per tutta la durata della manifestazione. Tra le novità anchel’area dedicata alla divisione taglio digitale di Liyu Italia guidata da Gianluca Bondioli.

Fujifilm

Total Printing Solution by Fujifilm: al fianco del debutto ufficiale italiano per i nuovi modelli in piano e roll-to-roll da cinque metri, i sistemi per la fotografia professionale, destinati a un’offerta più integrata.

Durst

Produttività e innovazione tecnologica sono al centro dell’affollatissimo stand di Durst. Protagoniste, sempre in funzione durante la tre giorni milanese, in particolare la piattaforma P5 e le tecnologie firmate Vanguard.

Guandong

Guandong lancia Trio, un supporto pressoché universale in termini di stampabilità e aggrappaggio degli inchiostri. E sottolinea l’impegno a illustrare e diffondere la conoscenza del potenziale dei propri prodotti.

Eurmoma

Il richiamo dello stand colorato di Eurmoma è una garanzia per Viscom. Oltre all’immancabile appuntamento con in nuovi cataloghi, un grande stand che ha dato spazio al wrapping.

Roland

Il desiderio Roland di attirare l’attenzione con proposte costruttive questa volta percorre la via del gioco. Una vera e propria Ruota della Fortuna sceglie gli argomenti da trattare al momento con gli esperti dell’azienda. Tante possibili problematiche operative, per le quali trovare soluzioni insieme e tornare a casa con un bagaglio di conoscenze arricchito.

Bompan

Un entusiasmo visto raramente, quello incontrato dalle parti di Bompan. Il rivenditore Mimaki per l’Italia ritorna a Viscom ricco di novità. Per tutti i gusti, a partire dalle moltissime varianti di stampa con le tecnologie più attuali e un occhio attento alla sostenibilità, in particolare al ridotto consumo di energia dell’intero processo produttivo. Da non perdere, una nuova visione del wrapping con materiai UV e una stampa 3D di ultima generazione.

3M

Più ancora di decantare le potenzialità del sempre più ricco catalogo dei materiali Fasara e DI-Noc, con le nuove trame, 3M ha messo al centro dell’attenzione il wrapping e tutte le sue possibilità con una serie di dimostrazioni dal vivo.

Workline

I segnali di ripresa della domanda in Workline sono già evidenti da qualche tempo. La buona organizzazione interna ha permesso di prevenire i problemi legati alla fornitura di componenti e materiali. In esposizione un’offerta sempre più integrata in ottica Industria 4.0, chiesta e apprezzata dagli utenti.

MST

La felice combinazione della classica serigrafia in versione digitale proposta da MST non smette di raccogliere consensi. Grazie anche alla capacità di rinnovarla con supporti e inchiostri sempre nuovi per lasciare spazio alla creatività.

Fenix DG

Un pubblico di qualità ha affollato sin dalle prime ore l’area Fenix DG, per toccare con mano le caratteristiche della linea Swissqprint. Con grande soddisfazione per i responsabili dell’azienda per l’elevato interesse.

Economia circolare: da rifiuto a etichetta di pregio

Fedrigoni lancia sul mercato un nuovo range di prodotti frutto dell’upcycling del supporto siliconato che finora veniva in parte riciclato e in parte smaltito in discarica. Il liner, ritirato presso gli utilizzatori finali, diventa ora, e per la prima volta, parte del frontale dell’autoadesivo, acquistando valore e permettendo di abbattere scarti, emissioni e consumi di energia.

Da Cenerentola a reginetta del ballo: la glassine, il supporto siliconato che viene separato e scartato nella fase di applicazione delle etichette autoadesive, per la prima volta grazie a Fedrigoni Self-Adhesives diventa la parte nobile, l’etichetta decorativa che caratterizza il prodotto. Gruppo Fedrigoni ha infatti lanciato Re-Play, un prodotto rivoluzionario nel mondo dell’autoadesivo, a tutti gli effetti il primo esempio al mondo di upcycling: non un semplice riciclo, ma un processo grazie al quale lo scarto acquista valore, trasformandosi in un materiale più prezioso, e nello stesso tempo con il minimo impatto.

Re-Play è il risultato di una soluzione di economia circolare che inizia con il programma di raccolta delle siliconate Re-Play. “Abbiamo deciso di intraprendere questo percorso perché è in linea con molti dei nostri obiettivi ESG, in termini di riduzione dei rifiuti e di abbattimento delle emissioni di CO2 – commenta Fulvio Capussotti, executive vice president Fedrigoni Self-Adhesives -. L’obiettivo di Fedrigoni è di rendere il cliente finale parte integrante del processo di economia circolare, coinvolgendo tutta la filiera a partire dagli stampatori, che per primi utilizzano il materiale autoadesivo. Sul fronte del riciclo, invece, è stata siglata una partnership esclusiva con Les Papeteries de Clairefontaine, proprietaria di un processo di repulping a basse temperature grazie all’utilizzo della biomassa: la glassine, aggiunta a carta da macero bianca, dà vita a un prodotto di alta qualità senza bisogno di processi invasivi di deinchiostrazione, e con un consistente risparmio di materia prima”. Nasce così la nuova gamma Re-Play, che consiste in quattro tipi di carte riciclate al 100%: Nature White, Martelé, Retrò e Pearl. Tutte potranno contare sulla certificazione FSC recycled, che ne attesta la composizione e il valore di prodotto riciclato e sostenibile.

L’assemblea nazionale dell’Associazione Italiana Scatolifici: lo scenario e le prospettive del settore

Si è tenuta il 30 settembre scorso, a Cesenatico, l’Assemblea Nazionale dell’Associazione Italiana Scatolifici. L’appuntamento per il mondo dei trasformatori “puri” di cartone ondulato è stato accompagnato da una serie di iniziative, tra le quali il convegno “Prospettive per le PMI in un mercato votato alla globalizzazione o crisi della globalizzazione e nuovi spazi per le PMI?”, che si è tenuto sabato 1° ottobre, sempre a Cesenatico.

L’Assemblea ha segnato il ritorno ai livelli pre-pandemia sia in termini di partecipazione degli associati sia per la presenza delle numerose aziende sponsor, che hanno animato l’area espositiva con presentazioni di prodotti e servizi dedicati al settore degli scatolifici.

Nella sua relazione introduttiva, il presidente Andrea Mecarozzi ha ricordato la genialità che ha sempre contraddistinto la piccola imprenditoria italiana e che l’ha resa un fenomeno unico nel mondo grazie alla capacità di innovazione legata all’intuizione, alla forza delle idee, alle visioni, all’abilità di fare squadra con i propri clienti.

Ha poi sottolineato il ruolo fondamentale ricoperto dagli scatolifici in questi ultimi due anni pieni di turbolenze. Gli imprenditori si sono schierati al fianco dei propri clienti per trovare soluzioni in mezzo a mille difficoltà, tra shortage e aumenti esponenziali dei prezzi delle materie prime, garantendo la continuità non solo alle proprie aziende ma anche al business dei clienti. Andrea Mecarozzi ha concluso la sua relazione tracciando il percorso evolutivo dell’Associazione, che è sempre più posizionata come punto di riferimento per il settore degli scatolifici e è pronta a fare un ulteriore salto in avanti per favorire sempre più e sempre meglio lo sviluppo del settore degli scatolifici.

“Siamo nati dal basso per esigenze di rappresentanza reali e dopo 11 anni possiamo affermare di essere diventati l’unica rappresentanza della nostra categoria. Abbiamo dimostrato una grande capacità di stare insieme e abbiamo sperimentato la forza che deriva dall’essere uniti in battaglie importanti a favore del nostro settore. Sono onorato di rappresentare un’Associazione con questi livelli di partecipazione e di coesione e farò del mio meglio per portarla verso nuovi traguardi”, ha commentato Mecarozzi.

Giovanna Pandini, direttrice dell’Associazione, ha poi presentato i risultati della Survey ACIS 2022, un’indagine interna condotta nel mese di settembre per fotografare la situazione delle aziende associate e analizzarne cambiamenti e trend in atto. Ha poi coordinato gli interventi dei portavoce dei Gruppi di Lavoro, che hanno presentato all’Assemblea i progetti strategici per il 2023, tutti caratterizzati da obiettivi di posizionamento, evoluzione e reputazione, per fare divenire l’Associazione una voce sempre più forte e autorevole nel settore del packaging in cartone ondulato.

L’Assemblea ha inoltre ospitato Sabrina Bassan della Fondazione Carta Etica del Packaging – che ha condiviso i “10 Valori fondamentali per accompagnare il packaging verso un futuro più consapevole” e le numerose iniziative a supporto della Carta – e Sante Conselvan, Presidente di ATIF e di FTA EUROPE, l’Associazione Tecnica Europea per la Flessografia costituita dalle Associazioni Tecniche Flessografiche di Benelux, Danimarca, Francia, Italia, Spagna e UK.

Tutto il supporto del B2 al grande formato

L’evoluzione degli strumenti di stampa digitale allarga gli orizzonti al formato B2. Sistemi di finitura su misura permettono infatti nuovi processi e aprono a nuove idee.

In uno scenario della comunicazione visiva dove aspetti come personalizzazione, versatilità e flessibilità sono sempre più ricercati dagli addetti ai lavori, la stampa su foglio si sta rivelando un prezioso alleato. Grazie all’evoluzione delle tecnologie, quasi una via di mezzo tra la qualità dell’offset e la flessibilità di toner e inkjet.

Un settore in crescita, reso ancora più attraente dallo sviluppo parallelo dei sistemi di post stampa. Verniciatura, plastificazione e tutte le operazioni di sagomatura dei supporti (a partire da taglio, piega e fustella) offrono quello spazio di manovra utile a tradurre in pratica anche le idee più ricercate e proporre ai clienti soluzioni davvero innovative.

Una serie di opportunità già apprezzate sui formati piccoli e medi dei supporti su foglio. Oggi pronte però a un ulteriore salto di qualità, arrivando ad allargare l’intera offerta -sistemi di nobilitazione inclusi- a supporti di dimensione B2.

Il potenziale di questa sorta di grande formato su foglio non tarda a manifestarsi. Riduzione delle tirature e contrazione dei tempi di lavorazione hanno messo in difficoltà le altre procedure a partire dall’offset, abbassando progressivamente il limite dei volumi dove torni utile valutare alternative. Poter contare su processi alternativi completi, è la risposta ideale.

L’anello di congiunzione con il grande formato

Sul fronte dei sistemi di stampa su foglio, ormai praticamente tutti i principali produttori hanno in catalogo modelli per trattare formati fino al B2. Completare il ciclo con i relativi macchinari di post-stampa in grado di integrarsi, supportando anche la produttività, va oltre il semplice aumento di dimensioni.

Prima di tutto, significa infatti allargare il ventaglio della propria offerta. Presentarsi ai clienti più attenti in modo propositivo e conquistare/consolidare la fiducia. Inoltre, un foglio B2 equivale a sei supporti nel classico A4. Dietro il semplice fattore di scala, emerge una serie di nuove opportunità per quanto riguarda flessibilità e produttività. Si può infatti arrivare a trattare fino a sei elementi in contemporanea. Invece di stampare sei A4, è sufficiente produrre un B2 e affidarlo ai relativi sistemi di taglio o nobilitazione con un unico passaggio.

Altro aspetto importante, i macchinari di ultima generazione permettono di trattare supporti fino a 400 gmq. Vale a dire un ulteriore allargamento del potenziale, in un numero ristretto di dispositivi.

Sono diversi i settori potenzialmente interessati da un processo di produzione su foglio B2. Due però, riescono a esprimere al meglio le potenzialità, anche perché si tratta di mercati al momento tra i più dinamici.

Su tutti, la domanda di etichette. Sulla spinta di personalizzazione e ricerca di effetti speciali, attraversa un momento particolarmente favorevole. Contare su un flusso di lavoro con una stampante B2 significa poter estendere la propria capacità produttiva, in particolare per quanto riguarda i volumi o la flessibilità, senza dover necessariamente mettere in preventivo una stampante dedicata.

Discorso simile anche per quanto riguarda il mondo del packaging, dove probabilmente aspetti come personalizzazione e piccole tirature trovano una delle massime espressioni. La possibilità di stampare con supporti più spessorati allarga la capacità di produrre involucri di maggiori dimensioni con gli stessi macchinari dai quali produrre anche piccoli box su misura.

La prospettiva di un ciclo produttivo completo e integrato sul formato B2 si presenta quindi come opzione molto utile al servizio di chi vuole puntare a distinguere la propria offerta attraverso aspetti molto ricercati, quali: diversificazione, personalizzazione, cura dei dettagli e nobilitazione.

Un argomento da scoprire e approfondire senza esitazioni. Per questo, Italia Grafica e Quadient hanno voluto unire le proprie forze per affrontare l’argomento sotto ogni punto di vista e fornire agli addetti ai lavori le indicazioni utili a valutare un possibile investimento con tutte le carte in regola per aiutarli a distinguersi.

 

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Giflex, il flessibile cresce ed è sano

Il convegno di Giflex, edizione autunnale dal titolo “Avvolgiamo il futuro” riunirà, a Bologna il prossimo 19 ottobre, l’industria del flessibile in un momento carico di incertezze e di nuovi nodi da districare su molti fronti.

Il mondo dell’energia sta mettendo a dura prova la tenuta dell’industria. In questo mutato scenario cosa fare e quale ruolo assumerà la sostenibilità, non solo ambientale? A queste e ad altre domande si cercherà di dare risposte grazie a un programma che pone al centro del dibattito emergenza energetica e caro gas, situazione congiunturale, circolarità e valore identitario dell’imballaggio flessibile.

“Il flessibile cresce, è sano e solido ma l’attuale quadro economico impone alle nostre aziende un grande sforzo per mantenere costi e servizi competitivi a scapito di marginalità e liquidità. Fare impresa oggi non è facile se pensiamo all’impatto del caro bolletta sui costi di produzione aziendale. Il costo energetico è ormai superiore al costo del personale. Per non parlare dell’emergenza gas che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di alcune realtà imprenditoriali”, dichiara Alberto Palaveri, presidente di Giflex. “Inoltre – continua Palaveri – dopo decenni è ritornata l’inflazione e per noi una immediata contrazione dei margini. Il tentativo della GDO di ridurre l’impatto degli aumenti sui consumatori sta rallentando il corretto spostamento a valle dei maggiori costi (incomprimibili) che restano in azienda. Per far fronte ai fabbisogni finanziari in queste condizioni eccezionali serve un’attenzione al nostro settore produttivo per l’accesso al credito”, sottolinea il presidente di Giflex.

Secondo l’analisi di Prometeia sui bilanci del flessibile, nel 2021 il settore torna a crescere, +10.5%, con un fatturato che raggiunge i 3.383 milioni di euro. Rispetto ai dati pre-Covid tutte le classi dimensionali, dalle piccole alle grandi imprese, risultano dinamiche, confermando altresì una produttività superiore a quella dei competitor tedeschi e una forza lavoro che, nell’anno preso in esame, supera i 10 mila addetti (+2%). Va tuttavia sottolineato che tale crescita, pur mostrandosi superiore alla media del manifatturiero, appare comunque modesta considerata l’incidenza degli alti costi delle materie prime e dei forti aumenti dei prezzi delle commodity.

“In Giflex siamo convinti che l’attuale complessità del mercato vada gestita con la fiducia che, in primis, si fonda su una chiara percezione del proprio valore. E la percezione del proprio valore corrisponde al riconoscersi nella propria identità e nel contributo che, come settore, vogliamo e possiamo portare alla filiera”, aggiunge Palaveri.

Il valore identitario del packaging flessibile per le sue qualità di sostenibilità, funzionalità, etica e digitalizzazione trova conferma da quanto emerso dalla prima fase della ricerca La value story dell’imballaggio flessibile a cura dell’Osservatorio Innovazione Packaging dell’Università di Bologna. Durante il convegno verranno illustrati i dati conclusivi per i quali sono stati analizzati e validati oltre 170 casi studio, 87 siti web specializzati e 145 letture tecnico-scientifiche-divulgative e messe in campo occasioni di progettazione partecipata con gli associati Giflex.

Dall’analisi emergono elementi di innovazione del packaging flessibile riconducibili, da una parte a qualità visibili ed evidenti – come la semplicità e l’essenzialità strutturale – e dall’altra parte a qualità nascoste sotto la superficie e “silenti”, che rivelano tutta la complessità e intelligenza tecnologica di questa tipologia morfologica. “Tali qualità – spiega Clara Giardina, referente della ricerca insieme a Erik Ciravegna – costituiscono il profilo identitario del flessibile, e saranno messe al centro della costruzione di vere e proprie “value stories” dell’imballaggio flessibile: attraverso un metodo generativo emergeranno narrazioni dove l’utente è al centro e il packaging diventa “l’oggetto magico” che permette di superare sfide e ostacoli del quotidiano, proprio grazie alle sue qualità”.

Progetti Faro Carta e Cartone: progettualità che rafforzano l’economia circolare in Italia

“La pubblicazione della prima graduatoria dei Progetti Faro Carta e Cartone nei tempi previsti è un buon segnale per l’intera filiera della carta e cartone” commenta Massimo Medugno, DG Federazione Carta e Grafica alla pubblicazione della graduatoria  propedeutica a quella definitiva ”In tempi così difficili le imprese hanno bisogno di certezze, tra cui il rispetto dei tempi. Promuovere la capacità di trattare e riciclare a livello nazionale ed europeo è il modo per attuare una economia circolare con impatti positivi non solo sull’ambiente, ma anche sull’occupazione in Italia”

La Federazione Carta e Grafica ha sostenuto fin dall’inizio una misura ad hoc per la filiera carta e cartone per potenziare ulteriormente la capacità di trattamento e riciclo nella filiera della carta, che comunque ha raggiunto l’85% di riciclo nel settore dell’imballaggio, mentre lo scorso anno la capacità di riciclo da parte delle cartiere è cresciuta di 800 mila tonnellate, raggiungendo i 6 milioni (invece dei 5,2 del 2020), facendo dell’Italia il secondo riciclatore a livello continentale.

“E’ un momento difficile quello che attraversa il settore cartario in Italia e in Europa. E’ di questi giorni anche l’allarme delle associazioni tedesche sull’impatto del caro energia sull’economia circolare della carta “ricorda  Medugno che prosegue “Ma la via maestra è quella di rafforzare l’industria e la filiera del riciclo, come è il caso del PNRR e di promuovere le migliori condizioni competitive possibili. Infatti, la carta può vantare degli indubbi vantaggi: è rinnovabile,  può essere riciclata dalle 7 alle 25 volte e prima di ogni norma ha introdotto criteri per la riciclabilità dei prodotti cellulosici“.

“Giusto creare le migliori condizioni al riciclo in Europa e migliorare la tracciabilità sull’export extra UE. L’export non può essere un escape room” conclude Medugno.

Assocarta: “Il costo dell’energia minaccia l’economia circolare mentre la competitività dell’industria cartaria è a rischio dumping ambientale”

“Il forte impatto dei costi energetici sull’economia italiana sta minando, alla base, anche l’economia circolare oltre che aprire il mercato domestico al dumping ambientale con l’arrivo sul territorio europeo e italiano di prodotti cartari che costano meno a livello energetico ma soprattutto ambientale” afferma oggi Lorenzo Poli, presidente di Assocarta all’apertura della mostra MIAC, che aggiunge: “Sono necessarie misure a livello europeo per ridurre i costi energetici ed evitare che un singolo Paese, come ad esempio la Germania, adotti interventi a livello nazionale o introduca un cap a livello di singolo Stato, che modificano la competitività in Europa e minano la stessa Europa sotto il profilo economico e politico”.

Il comparto cartario con un tasso di riciclo dell’85% è parte di una filiera che rappresenta l’1,4% del PIL che ha quale materia prima la carta da riciclare. Il nostro Paese si posiziona, infatti, al secondo posto in Europa – dopo la Germania – sia per produzione che per utilizzo di carta da riciclare, tanto che ogni minuto il comparto ricicla 12 tonnellate di carta. Nel 2021 sono state riciclate 6 milioni di tonnellate di carta (+800 mila tonnellate rispetto al 2020).

“Alcuni impianti cartari, in questo momento, sono fermi ed altri stanno considerando di farlo a motivo del caro energia. Ma tale situazione, oltre che fermare la produzione, porterebbe anche al collasso della gestione della raccolta della carta che non potendo più essere utilizzata in cartiera richiederà ulteriori costi per la sua gestione e stoccaggio. Una situazione di emergenza rilevata anche dal primo riciclatore di cartaceo in Europa, la Germania, che potrebbe impattare sul nostro sistema industriale e sociale richiedendo un intervento immediato delle autorità competenti” afferma Lorenzo Poli presidente di Assocarta.

“Il distretto cartario di Lucca non sfugge, naturalmente, ai gravi problemi che stanno affliggendo il settore a livello italiano – interviene il presidente della sezione Carta e cartotecnica di Confindustria Toscana Nord Tiziano Pieretti -. Attualmente quello dell’energia è il problema di gran lunga più serio che stiamo affrontando, un problema grave per i suoi potenziali effetti anche a medio termine. Perdere competitività e quote di mercato rispetto ai nostri concorrenti esteri significa imboccare una strada che potrebbe essere difficilmente reversibile anche quando, in un tempo che speriamo non sia troppo lontano, la situazione si sarà normalizzata. L’aggravio sui prezzi non può superare un certo livello: se accade questo, per gli acquirenti diventa conveniente ricorrere a forniture provenienti da paesi che fino a ieri erano impensabili, data l’incidenza dei costi di trasporto. Sono equilibri complessi che incidono su flussi commerciali importanti. E’ questo che stiamo cercando di far comprendere alle autorità politiche nazionali ed europee: attenzione, i guasti che si stanno producendo oggi potrebbero avere conseguenze gravi per il manifatturiero italiano e continentale, cartario incluso. Inoltre si rischia di generare un circuito in cui si andrebbero a premiare a livello di mercato produttori di paesi molto meno attenti dei nostri alla sostenibilità ambientale e alla dimensione sociale del lavoro. Alle istituzioni regionali e locali, pur nella consapevolezza che il tema generale va oltre il loro ambito di competenza, chiediamo di fare la loro parte per quanto possibile. Penso alle autorizzazioni, lunghe e faticose, per gli impianti per le energie rinnovabili; ma anche al pressing che ci auguriamo vogliano fare assieme a noi presso le autorità nazionali per estendere anche all’industria la possibilità di costituire comunità energetiche. Un provvedimento a costo zero, questo, che porterebbe benefici significativi.”

“Per questo il settore e l’intera filiera carta chiedono attenzione al Governo in quanto produttori di beni essenziali al cittadino ma soprattutto come best perfomer del riciclo (la carta è il materiale più riciclato sia in Italia che in Europa) e quindi dell’economia circolare. Mentre l’industria cartaria combatte contro il dumping ambientale vista la crescente importazione di prodotti cartari da Paesi extra UE (come la Cina) dove l’energia è rimasta una commodity e il capitale naturale non viene tutelato come in Europa” aggiunge Poli.

Si è discusso oggi di dumping ambientale e di misure contro il caro energia, in occasione della Mostra Internazionale dell’Industria Cartaria, nell’ambito di una tavola rotonda condotta da Giorgio Bernardini de Il Corriere Fiorentino, alla quale è intervenuto oltre al presidente di Assocarta Lorenzo Poli e al presidente della sezione Carta e cartotecnica di Confindustria Toscana Nord (oltre che vicepresidente della stessa Assocarta) Tiziano Pieretti, anche l’Assessore alle attività produttive, all’economia, al credito e al turismo della Regione Toscana Leonardo Marras.

“Si stima che nei primi 9 mesi di quest’anno la bolletta del gas del settore cartario abbia superato di oltre il 95% quella dell’intero 2021, pari a oltre 1,3 miliardi di euro, 5 volte superiore a quella del 2020 (265 mln €)” spiega Poli durante il dibattito “Tra il 2020 e il 2022 l’incidenza sul fatturato del costo del gas è passata dal 4,2% al 47%”.

I primi sette mesi dell’anno registrano una modesta crescita del settore pari allo 0,3%. Dopo il miglioramento registrato nel primo trimestre (+4,5%), i volumi realizzati dal settore hanno presentato in luglio la prima sensibile riduzione (-5,9% su luglio 2021) da novembre 2020. La produzione di carte e cartoni per imballaggio, che ha sempre guidato le positive dinamiche del settore (anche nel 2020 con qualche eccezione), è scesa nel mese di luglio del 4%, del 7.5% sono diminuite le carte e cartoni per cartone ondulato.

In riduzione anche le carte per usi grafici (-9,9%) e carte per usi igienico-sanitari (-3,6%) ed altre specialità (-17,4%). Fatturato in recupero dei sette mesi 2022 di oltre il 50% per effetto della necessità delle cartiere di recuperare gli ingenti rincari degli input energetici e delle materie prime fibrose.

“Una crisi energetica, quella che viviamo, che rischia di avere un impatto devastante anche sull’occupazione del settore. Sono diverse le aziende cartiere che stanno già utilizzando la cassa integrazione per l’aumento eccezionale dei costi energetici con il concreto rischio di arrivare a chiusure di siti produttivi, con il coinvolgimento anche dell’intera filiera. Per questo è fondamentale il varo del piano di contenimento dei consumi dell’industria, collocando l’industria cartaria tra quelli essenziali, cioè tra gli ultimi a dover subire interruzioni”, afferma Poli.

“I settori energivori, come quello cartario, stanno adottando delle strategie per affrontare i temi della decarbonizzazione e dei costi energetici” conclude Poli “spingendo sugli investimenti e utilizzo di biometano e bioliquidi. Ma stiamo puntando anche sulla elettricità verde e sulle Comunità Energetiche Industriali: per questo dobbiamo accelerare la messa a disposizione di aree idonee per la costruzione di impianti alimentati a fonte rinnovabile, anche garantendo condizione di favore a consumatori industriali o gruppi di consumatori industriali che intendano autoprodurre l’energia di cui hanno bisogno.

Non ultimo il forte – e storico – impegno del settore nella Gestione Sostenibile delle Foreste con l’attuazione della Strategia Forestale Nazionale per mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici e decarbonizzare i cicli produttivi, favorendo l’utilizzo a cascata delle risorse forestali per produrre in maniera sostenibile energia da biomasse.