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Tutto pronto per Future Factory 2021

Tutto è pronto per l’edizione 2021 di Future Factory, il domani al servizio dell’uomo, che si conferma ricca di interventi e tavole rotonde dall’elevato valore aggiunto.

Il 15 settembre Future Factory 2021 spalanca le porte a una due giorni di confronto sui temi chiave del momento, sostenibilità, digitalizzazione, servitizzazione e centralità umana, con il coinvolgimento di economisti e sociologi internazionali, rappresentanti di tutta l’ampia community del packaging, brand owner e retailer, importanti Istituzioni e Associazioni europee di settore.

Acimga, nel 2020 -15% di fatturato, export -18%

Un 2020 chiusosi nel segno di un forte calo di tutti gli indicatori per l’industria italiana delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione. È quanto emerge dal rapporto di settore elaborato da Acimga, l’associazione confindustriale che rappresenta le imprese di questo segmento della meccanica strumentale, in cui l’Italia primeggia come uno dei maggiori produttori a livello globale.

Nel primo anno della pandemia, le imprese del settore hanno registrato un fatturato di 2,4 miliardi di euro, in calo del 15,8% rispetto al 2019, in un contesto tuttavia che ha visto l’industria della meccanica strumentale italiana segnare mediamente -27% secondo Federmacchine. Il consumo nazionale si è contratto del 14,7%, come prevedibile in un’annata segnata dall’emergenza sanitaria e dalle misure di contenimento, attestandosi sul valore di 1,4 miliardi di euro. Allo stesso modo sono calati gli investimenti (-24,1%), mentre il livello occupazionale ha visto una flessione molto più contenuta (-1,2%), in virtù sia del blocco dei licenziamenti, sia della tradizionale attenzione delle imprese del settore a trattenere la manodopera anche nei periodi difficili.

Esportazioni in calo del 18% – Il segno meno si registra anche alla voce esportazioni, che con 1,4 miliardi di euro rappresentano circa il 60% del fatturato totale, a conferma di come per le imprese del settore resti preminente la vocazione verso i mercati internazionali. Nel 2020 il calo è stato del 18% sul 2019, dato che comunque non compromette il posizionamento dell’industria italiana delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione quale terzo maggior esportatore al mondo, con una quota del 10% nei mercati internazionali. Tra questi, i più importanti restano i paesi dell’area UE, dove si concentra il 40% delle vendite, seguiti dal Nord America (21%) e dai paesi del continente europeo extra UE (11%). Il calo più importante è stato registrato nell’area UE, dove le esportazioni (555 milioni di euro nel 2020) sono diminuite mediamente del 15% rispetto al 2019, con estremi compresi tra il -9% della Francia e il -43% della Spagna. Negli Stati Uniti, primo paese per destinazione dell’export dell’industria italiana (quota di mercato del 16%), il calo delle vendite è stato del 17% rispetto al 2019, mentre nelle aree continentali più marginali per le vendite delle imprese italiane, Sud America, Africa e Medio Oriente, si sono registrate volumi inferiori rispetto all’anno precedente per una percentuale compresa tra il 20 e il 43%. In generale, tra i primi venti paesi per quota di mercato dell’industria italiana del settore, solo sei nel 2020 hanno visto una crescita delle esportazioni, ovvero Turchia (+12%), Cina (+2,5%), Regno Unito (+31,8%), Canada (+60,9), Egitto (+59,7), Portogallo (+64,7).

Bilancia commerciale: – 200 milioni rispetto al 2019 – Anche le importazioni, 437,4 milioni di euro nel 2020, sono diminuite rispetto all’anno precedente di un valore pari a -19,6%. Il saldo della bilancia commerciale del settore ammonta a +950 milioni di euro, in calo di circa 200 milioni rispetto al 2019. Tale risultato deriva dal trend negativo di quasi tutte le macchine: in particolare, solo gli apparecchi per la preparazione delle forme hanno registrato un minimo miglioramento del dato, mentre il saldo delle macchine da stampa è diminuito di oltre 100 milioni e le macchine cartotecniche hanno registrato addirittura un saldo commerciale negativo (- 4,1 milioni), cosa che non si verificava da molti anni. Per quanto concerne il confronto con i singoli paesi – con riferimento ai primi dieci per valore totale dell’interscambio – l’Italia ha un saldo positivo con la grande maggioranza. Fa eccezione la Germania, primo partner del nostro paese, con cui nel 2020 il passivo si è attestato a 89,3 milioni di euro (14,8% in meno rispetto al 2019). Dietro i tedeschi si piazzano gli Stati Uniti, secondo partner commerciale dell’Italia, con cui il saldo è positivo per 215 milioni di euro (oltre 20 milioni in meno rispetto al 2019). Anche con i paesi che seguono nella classifica dell’interscambio, l’Italia vanta un export maggiore dell’import: Francia +28,8 milioni, Cina +23,3 milioni. Alle loro spalle altri paesi con i quali l’Italia vanta un robusto avanzo: Turchia +66,7 milioni (con una crescita di 10 milioni), Regno Unito +41,6 milioni, Spagna +45,8 milioni. L’unico altro paese, tra i primi dieci partner, con cui l’Italia ha un saldo negativo nel 2020 sono i Paesi Bassi, che esportano 4 milioni in più rispetto a quanto importano.

«Il rapporto di settore restituisce in modo evidente le difficoltà di un’annata eccezionale, segnata dall’emergenza sanitaria – afferma Andrea Briganti, direttore generale di Acimga – Per le esportazioni, che hanno visto un calo in tutti i comparti della produzione, bisogna risalire al 2011 per trovare valori inferiori. Occorre sottolineare, tuttavia, che il surplus ottenuto dall’industria italiana delle macchine per l’industria grafica, cartotecnica, cartaria, di trasformazione e affini ha contribuito a determinare il positivo saldo commerciale (+19,8 miliardi di euro) del più ampio segmento dei beni strumentali, il quale a sua volta costituisce una quota affatto trascurabile sull’economia italiana nel suo insieme, con un fatturato complessivo vicino ai 40 miliardi di euro (2,4% del PIL nazionale) ed esportazioni per 27 miliardi (5,6% di quelle complessive del nostro paese)».

«L’industria italiana del settore resta un’eccellenza e un modello di Made in Italy riconosciuto a livello internazionale – prosegue Briganti – I lockdown non hanno bloccato la produzione delle nostre imprese, grazie all’autorizzazione concessa dal Governo alla categoria, e anche la programmazione a livello associativo non è mai venuta meno, tanto che lo scorso aprile Acimga è stata protagonista del lancio della task force settoriale tra sistemi fieristici sancita dall’accordo tra il ministero degli Esteri italiano e quello dell’Economia tedesco. Una collaborazione che sarà al centro anche dell’evento Future Factory che organizzeremo il prossimo 15-16 settembre a Milano insieme a tutta la filiera della stampa, del converting e del packaging. Il nostro osservatorio export ci prefigura uno scenario di crescita nel triennio 2021-2023, con i maggiori contributi che verranno dai mercati di Stati Uniti, Germania, Turchia, Polonia, Francia e Spagna: saranno tre anni necessari per tornare ai livelli di performance pre-Covid. I dati relativi al primo semestre 2021 confermano già una forte ripartenza per tutta l’industria: nei primi sei mesi dell’anno in corso infatti, la raccolta ordini ha registrato una crescita del 67,1% e il fatturato è cresciuto del 21,4%, per un valore che raggiunge 1,4 miliardi di euro».

Pixartprinting installa la terza Canon ProStream

Continua la collaborazione tra Pixartprinting e Canon, che annunciano il compimento di un innovativo progetto tecnologico nell’ambito della stampa e finitura di prodotti nel settore del commercial printing: è la creazione di una linea che unisce Canon Prostream 1800 con il sistema di finitura Generation 8 di Hunkeler: dalla bobina bianca al prodotto finito, senza interruzioni e in unico passaggio.

Si tratta, dunque, di un processo di integrazione della fase di stampa e quella di taglio – due lavorazioni solitamente separate – che consente di abbattere tempi di attraversamento a favore di una maggiore velocità, efficienza e produttività.

La collaborazione con Canon ha avuto inizio due anni fa con l’introduzione della stampa in bobina per i prodotti di piccolo formato, novità assoluta per Pixartprinting: in pochi mesi sono state completate due installazioni di Prostream 1000, le stampanti inkjet a colori con alimentazione a modulo continuo, con una produzione di 80 metri al minuto, capaci di garantire i colori intensi dell’offset e la versatilità del digitale.

Ma è con Canon Prostream 1800 – che assicura una velocità di stampa di 133 metri al minuto – che Pixartprinting insieme a Canon e Hunkeler ha sviluppato una soluzione innovativa e sperimentale dal punto di vista tecnologico: i reparti R&D delle tre aziende hanno lavorato al progetto di implementazione di due sistemi, rendendo compatibili due processi che hanno tempi e velocità differenti.

“Quella con Canon e Hunkeler – commenta Alessio Piazzetta – chief manufacturing officer di Pixartprinting – è una partnership strategica che sposa a pieno il DNA di Pixartprinting votato all’innovazione tecnologica. C’è stata da parte di tutti e tre i soggetti coinvolti la volontà di sperimentare e di mettersi alla prova per offrire ai clienti prodotti di qualità a prezzi sempre più concorrenziali. Abbiamo dedicato la nuova linea alla produzione di volantini A3, A4 e A5 su 4 grammature differenti e su un’ampia scelta di carte”.

Questa terza installazione Canon, dunque, potenzia ulteriormente la capacità produttiva dei reparti di Pixartprinting che operano nel piccolo formato, affiancandosi ai macchinari da stampa precedentemente implementati: “Questa nuova soluzione ci permette di ottimizzare ulteriormente la produzione – continua Piazzetta – selezionando a seconda dei quantitativi e di altre variabili come supporti, tempi di consegna e formati, i sistemi economicamente più efficienti destinandoli alle lavorazioni più performanti con evidenti vantaggi di costo che riversiamo sui clienti con prezzi ancora più convenienti”.

“Con l’installazione della terza ProStream in Pixartprinting proseguiamo con successo una collaborazione che in questi ultimi due anni ha portato le nostre aziende a migliorare continuamente tecnologie, processi e competenze, il tutto nell’ottica di una più vasta e conveniente offerta al cliente finale.” – commenta Federico Martella, Commercial Printing Director di Canon Italia. – “La comunicazione è sempre più veloce, digitalizzata e multicanale. In questo scenario la stampa, se supportata da tecnologie e processi altamente innovativi, mantiene un ruolo fondamentale”.

Canon è membro dell’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia: l’eccellenza tecnologica per Industria 4.0

Canon annuncia l’ingresso nell’Associazione Fabbrica Intelligente Lombardia (AFIL). Si tratta del Cluster Tecnologico Lombardo per il manifatturiero avanzato, frutto di un processo guidato da Regione Lombardia, volto alla creazione di soggetti che favoriscono l’aggregazione tra i diversi attori regionali attivi nel campo della Ricerca e Innovazione all’interno delle aree prioritarie identificate nella Smart Specialization Strategy (S3) regionale.

AFIL, un sistema moderno e funzionale che favorisce ricerca e innovazione nel settore manifatturiero avanzato, promuove le migliori pratiche e le tecnologie abilitanti, in modo da supportare e sviluppare la leadership e la competitività del sistema produttivo lombardo. In questo contesto, Canon porterà la propria competenza con l’obiettivo di supportare le aziende del manifatturiero nel loro processo di trasformazione digitale delle loro soluzioni industriali e produttive ma anche di tutta la Supply Chain, con l’introduzione di automazione intelligente in produzione e di strumenti di machine vision, aiutandole a definire un percorso di aggiornamento dei processi.

“Per una pronta ripartenza dell’economia del nostro paese, profondamente segnata dagli avvenimenti dell’ultimo anno e mezzo, dobbiamo pensare al digitale come l’elemento abilitante e promuoverne l’adozione presso le imprese manifatturiere italiane, cuore pulsante del nostro Paese”, ha commentato Andrea Romeo, country director Imaging Technologies and Communication Group di Canon Italia. “Far parte di un tavolo di lavoro come quello di AFIL, che collega imprese, Università, Enti di Ricerca ed Associazioni, favorendo la collaborazione e promuovendo l’innovazione, non può che essere per noi uno stimolo ulteriore per supportare la crescita e la competitività del settore”.

“La missione di AFIL – ha commentato Giacomo Copani, cluster manager di AFIL- è quella di favorire la creazione di filiere di innovazione regionali di eccellenza, in cui le imprese, Università, Centri di Ricerca e Associazioni collaborino per affrontare le grandi sfide del momento, tra cui quella della digitalizzazione. Il Cluster è un acceleratore di innovazione che, insieme a Regione Lombardia, inserisce tali filiere nelle catene del valore europee e indirizza le politiche per la realizzazione dei progetti prioritari definiti dai sui Soci.

Il commitment delle grandi imprese è molto importante in quanto esse possono giocare il ruolo di “champion” regionali in grado di aggregare l’ecosistema sulla base di visioni industriali di lungo periodo. Siamo quindi felici di accogliere Canon tra i nostri Soci e siamo certi che potrà fornire un importante contributo per lo sviluppo di tutte le Strategic Communities di AFIL, in particolare quella sull’Intelligenza Artificiale e la Digital Transformation”.

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40° Convegno Nazionale Gifasp: un piccolo passo verso il ritorno alla normalità

Il 23 e 24 luglio 2021 si è tenuto a Venezia presso l’Hotel Hilton Molino Stucky il 40° Convegno Nazionale Gifasp. L’evento, che ha registrato una buona partecipazione contestualizzata all’attuale emergenza sanitaria nazionale da Coronavirus, è stato il primo evento associativo in presenza dall’ultimo Convegno di Palermo nel 2019, oltre che un’occasione stimolante e costruttiva per tornare alla vita associativa del Gruppo, fatta di relazioni personali e di discussioni sulle tematiche di maggior interesse e attualità per il comparto. Quest’anno il tema del convegno è stato legato agli scenari post covid per il packaging e la filiera cartaria nel suo complesso.

I lavori pubblici del Convegno sono stati aperti il pomeriggio di venerdì 23 luglio dal Presidente Gifasp Alessandro Tomassini, il quale ha presentato una relazione sulle attività e sulla gestione del Gruppo durante gli ultimi due anni di emergenza sanitaria che hanno grossomodo coinciso con il periodo della sua Presidenza iniziata ufficialmente a giugno del 2019.

Marco Cazzola (Cazzola Consulting) ha illustrato una serie di opportunità e i relativi strumenti fiscali e finanziari per le imprese cartotecniche nel post pandemia, in un contesto di crisi della globalizzazione incontrollata.
Elisabetta Bottazzoli, project manager della Federazione Carta e Grafica, ha presentato le opportunità per le aziende della filiera cartaria di superare le criticità del Covid-19 grazie a mirate strategie di sostenibilità ambientale, sociale ed economica.

Michele Bianchi, in qualità di presidente CEPI Cartonboard, si è soffermato sullo scenario internazionale approfondendo l’andamento delle materie prime cartacee per il comparto degli astucci cellulosici.
Infine, Gianandrea Totaro, coordinatore del Comitato Tecnico Gifasp, ha presentato un puntuale aggiornamento delle attività tecniche di formazione/informazione portate avanti dalla Gifasp Academy a beneficio delle cartotecniche associate.

Un momento particolarmente gioviale è stato dedicato alla consegna delle targhe celebrative per il riconoscimento a quelle aziende che hanno superato i 25 anni (A. De Robertis & Figli, Abar, Box Marche, Grafiche Favillini, Icis, Litocartotecnica Ival, Lucaprint) e i 50 anni (La Litografica di F. Fornaroli, Palladio Group) di associazionismo in Gifasp.02

DS Smith fa leva sull’espansione dell’e-commerce in Europa e lancia ePack

DS Smith si espande nel digitale e lancia ePack, la prima piattaforma di e-commerce del settore, in Italia e Spagna.

L’espansione e l’investimento nel digitale dell’azienda di packaging sostenibile mira a capitalizzare la crescita prevista del 57% dell’e-commerce europeo entro il 2025, in seguito alla pandemia e alla conseguente transizione verso l’online di rivenditori e consumatori in tutto il continente.

Nell’ultimo anno, anche a causa della crisi sanitaria, si è registrata una crescita esponenziale dell’e-commerce.  Settori quali l’abbigliamento e l’alimentare sono cresciuti esponenzialmente, in particolare quest’ultimo dal 2020 ha visto crescere gli acquisti online dal 9% al 63%. ePack, con l’intento di sostenere la crescita di questi settori, offre imballaggi sostenibili al 100% agli e-retailer. L’online shopping di DS Smith metterà a disposizione soluzioni di packaging ecologiche, come sacchetti di carta per la spedizione o box in fibra completamente riciclabili per le consegne.

La decisione è stata presa in seguito allo sviluppo senza precedenti delle vendite online di DS Smith nel Regno Unito, dove il suo e-commerce ha rilevato uno sviluppo della domanda del 700% negli ultimi dodici mesi. L’espansione digitale supporta la presenza di DS Smith in tutta Europa, dove oltre 200 fabbriche producono imballaggi completamente riciclabili e paper-based per i più grandi brand del mondo.

Alex Manisty, Group Strategy Director di DS Smith, ha dichiarato: “Il modo in cui viviamo e facciamo acquisti è cambiato drasticamente nell’ultimo periodo e, anche con i primi segnali di ripresa, la domanda per l’e-commerce è ancora forte. Il packaging può avere un ruolo fondamentale all’interno di questo cambiamento; infatti, il nostro investimento nel digitale e l’espansione della nostra offerta web in Europa è il riflesso delle esigenze dei nostri clienti, in costante cambiamento. La piattaforma ePack è gestita in maniera sistemica con tutti i nostri punti in Europa, in modo tale da permettere ai rivenditori di accedere ed utilizzare packaging su scala globale, contribuendo attivamente alle esperienze di shopping, soprattutto online”.

Avere a disposizione questa piattaforma, significa per le imprese, dalla più grande alla più piccola, poter acquistare tutti i tipi di packaging online, in un solo punto., ePack offre una gamma di imballaggi sostenibili, con un servizio flessibile, conveniente e veloce.

Un packaging adeguato può aiutare i retailer e i brand a fidelizzare i propri consumatori, riducendo, al contempo, costi materiali, di trasporto e quelli relativi a eventuali danni. Inoltre, va incontro anche alle principali richieste degli Italiani, come evidenziato dal recente sondaggio Ipsos Mori commissionato da DS Smith, che ha mostrato come il 40% richieda un packaging completamente riciclabile; infatti, il 31% di questi ha dichiarato di aver smesso di acquistare prodotti di determinati brand proprio perché i loro imballaggi non erano sostenibili.

Il lato nobile della plastificazione

Con la giusta dose di visione e creatività, anche uno strumento all’apparenza banale può trasformarsi in opportunità, utile a fare la differenza sul mercato. A prima vista, infatti, pochi sarebbero disposti a puntare sulla plastificazione come arma in più nel proprio bagaglio di conoscenze.

Eppure, oggi, si tratta proprio di uno strumento in più, in grado di stupire il cliente, spingerlo a innovarsi, sperimentare e di conseguenza a non soffermarsi sul prezzo in preventivo per concentrarsi maggiormente sulle caratteristiche e il valore aggiunto conferiti al prodotto finale. Grazie alle tecnologie attuali, tutto questo è già una realtà, molto più vicina di quanto si possa immaginare.

Molto più di una pellicola protettiva
Parlare di plastificazione solo a fini di protezione è, infatti, riduttivo. Macchinari e materiali hanno raggiunto livelli di versatilità e affidabilità tali da poterla combinare con la creatività. Per esempio, la plastificazione non è più solo una patina lucida. Come per una fotografia, in versione opaca si possono imprimere effetti diversi alla superficie, a seconda degli obiettivi. Oppure, la particolarità di finiture vellutate per un effetto tattile tanto sorprendente quanto apprezzato. Ancora, la più recente crescita di supporti antibatterici, destinati a diventare la regola.
Per chi lavora nel mondo della comunicazione visiva, una freccia in più al proprio arco. Una variabile da abbinare alle varie opzioni su materiali, tecniche di stampa e finitura. Fino ad arrivare a obiettivi impensabili solo pochi anni fa, giocare un ruolo importante anche nel mondo del packaging e della personalizzazione.
Ultimo aspetto importante, oggi la plastificazione è anche in sintonia con la domanda di sostenibilità. I materiali utilizzati sono sempre più compatibili con il riciclo, così come le apparecchiature sempre più attente alla gestione dell’energia e degli sprechi.

Alla ricerca della strada migliore
Per trasformare la plastificazione in opportunità servono anche nuove competenze e il giusto partner in grado di guidare nella scelta delle apparecchiature e dei materiali. Con il pensiero rivolto alle applicazioni che si intendono realizzare, o al settore verso il quale si desidera orientare la sperimentazione, prima di muoversi è importante documentarsi e soprattutto confrontarsi con gli esperti del settore.
Partendo dai propri obiettivi, guardando alle tecnologie già disponibili, è importante capire come muoversi, come programmare gli investimenti e come affrontare le nuove soluzioni per integrarle nei propri flussi produttivi.
Per farsi trovare preparati, e per una prima scoperta delle potenzialità della plastificazione, Italia Grafica in collaborazione con Quadient ha pensato di realizzare un White Paper sulla tematica. Una guida pratica e gratuita che riporta una sintesi esauriente dello scenario, della tecnologia e delle prospettive, utile per capire dove guidare la propria azienda nei prossimi anni.

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Il packaging cellulosico è sempre più sostenibile

Fast food containers from eco friendly paper and cardboard isolated on white background. Food packaging

Gli imballi di origine cellulosica diventano sempre più ecologici, tanto che oggi i volumi di riciclo sono triplicati rispetto a vent’anni fa grazie a una filiera italiana ben oliata. Ne abbiamo parlato con Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco, il Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica.

Comieco nasce nel 1985 come Comitato per l’Imballo Ecologico grazie all’iniziativa di alcune imprese della filiera della carta con l’obiettivo di organizzare e incentivare la raccolta differenziata di carta e cartone, assicurando un flusso costante di carta e cartone riciclabili alle cartiere e sottraendo carta e cartone alla discarica. Nel 1998, a seguito del Decreto Ronchi e la costituzione di CONAI e i Consorzi di Filiera per la gestione dei rifiuti d’imballaggio, Comieco diventa Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica con lo scopo di raggiungere gli obiettivi di riciclo e recupero fissati dalla normativa europea. Un’organizzazione –senza scopo di lucro – a sostegno dei Comuni per i maggiori oneri per i servizi di raccolta differenziata sul territorio, in via sussidiaria rispetto al mercato: attraverso convenzioni volontarie stipulate con le Amministrazioni locali viene infatti gestita e garantita la raccolta e l’avvio a riciclo della carta e del cartone correttamente differenziati dai cittadini. Una risposta concreta del Sistema Paese – e delle circa 3300 aziende consorziate (tra cartiere, trasformatori di materiale e di imballaggi cellulosici e impianti di recupero) – per dare vita a quella che oggi chiamiamo economia circolare, dove carta e cartone non sono rifiuti ma materie preziose per l’industria cartaria. Abbiamo parlato del consorzio, della sua attività attuale e della situazione italiana del riciclo di carta e cartone con il suo direttore generale Carlo Montalbetti.

Su quali punti è concentrata la vostra attività attuale?

L’attività di Comieco, all’interno del sistema di recupero e riciclo dei materiali a base cellulosica, interessa ambiti diversi, funzionali tra loro: dalla garanzia di riciclo, a supporto dei Comuni convenzionati, alla comunicazione, attraverso l’attivazione di campagne nazionali e locali per sensibilizzare i cittadini sul rispetto dell’ambiente e sull’importanza di una corretta raccolta differenziata. A queste attività, si aggiungono quelle a sostegno della filiera: dalla prevenzione, ovvero l’incentivazione di studi con l’obiettivo di realizzare imballaggi sostenibili (riduzione in peso, progettazione intelligente e separazione facilitata), ai controlli e le verifiche presso gli impianti di recupero per garantire la qualità del macero che viene avviato alle cartiere.

Qual è oggi la situazione del recupero degli imballaggi di origine cellulosica?

20 anni fa, quando la raccolta differenziata non era sistematizzata e tutto avveniva in modo disomogeneo, si raccoglieva appena un milione di tonnellate di carta e cartone con una media pro capite di circa 17 chilogrammi per abitante. Oggi i volumi sono triplicati: nel 2019 sono state raccolte e avviate a riciclo oltre 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone, con una media pro capite di 57,5 chilogrammi per abitante.

Un trend in costante ascesa…

Sì, e che ha avuto un punto di svolta nel 2004, quando il nostro paese è diventato un esportatore netto di macero, interrompendo così la storica dipendenza dall’estero. In un paese tradizionalmente povero di materie prime come l’Italia, lo sviluppo delle raccolte urbane di carta e cartone ha fatto sì che i comuni diventassero le nostre foreste urbane. In termini di risultati, focalizzando l’attenzione solo sul settore degli imballaggi in carta e cartone, scopriamo non solo che la filiera del riciclo è un’eccellenza, ma anche che l’Italia è tra i leader europei per tasso di riciclo: dal 1998 al 2019, la percentuale di riciclo degli imballaggi cellulosici è passata dal 37% a oltre l’80% nel 2019, risultato ormai vicino agli obiettivi UE fissati al 2030 (l’Italia ha già superato il 75% di riciclo previsto al 2025).

Le aziende italiane che si occupano di grafica e packaging stanno lavorando bene per favorire il riciclo dei loro prodotti, secondo il suo parere? 

La carta è un materiale sostenibile per eccellenza grazie alle sue caratteristiche intrinseche: è naturale, biodegradabile e riciclabile. Il packaging in carta, non è un caso, è preferito da oltre l’80% dei cittadini, secondo quanto emerso da un’indagine fatta da Astra Ricerche per Comieco. Uno stimolo ulteriore per tutta la filiera a mettere al centro della sua attività l’innovazione, puntando ad un miglioramento continuo dei prodotti e dei processi. Senza eccezioni. Le aziende, infatti, cercano di essere sempre al passo con le richieste dei clienti e del mercato. Questo impegno è ben rappresentato dai numeri che raccontano i passi avanti fatti in questi anni, in ottica sostenibile: basti pensare, ad esempio, all’aumento delle tipologie di imballi (che si traducono poi in importanti quantità di scatole e sacchetti immessi al consumo) sottoposte a test di riciclabilità: erano 27 nel 2012, sono salite a 401 nel 2019. E così pure ai passi avanti fatti nella riduzione della grammatura media del cartone ondulato utilizzato dai produttori, scesa da 573 g/m2 del 2010 agli attuali 551 g/m2. A questi dati si aggiungono poi anche i brevetti depositati, cresciuti progressivamente dal 2010 al 2019 fino ad arrivare a 417.

In quale direzione potrebbe andare le ricerca e lo sviluppo di nuovi materiali e tecnologie per favorire il riciclo?

L’affermarsi di nuovi modelli di distribuzione e consumo, dall’e-commerce al food delivery, impone di continuare a lavorare per favorire lo sviluppo e la progettazione imballaggi sostenibili, ovvero facili da riciclare con un duplice obiettivo: aiutare il cittadino a fare correttamente la raccolta differenziata (utilizzando ad esempio packaging mono materiali o di dimensioni ridotte, ovvero adatte al prodotto che custodiscono), e allo stesso tempo orientare le scelte delle aziende in ottica sempre più green.

L’obbligo di etichettatura ambientale degli imballaggi, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo anno, rappresenta sicuramente uno strumento importante per incentivare una rinnovata e corretta comunicazione ai consumatori, che potrà avvalersi anche delle nuove tecnologie ICT, anche in un’ottica di tracciamento e corretta gestione.

Un altro aspetto da considerare riguarda l’introduzione del contributo ambientale (CAC) diversificato, prevista da CONAI, a partire dal primo gennaio 2022, per i packaging compositi a base carta, diversi da quelli per liquidi. Questi poliaccoppiati verranno suddivisi in quattro fasce, per indicarne il “grado di riciclabilità”: A e B (con una componente carta superiore o uguale rispettivamente al 90 e 80%) pagheranno il CAC carta (dal 1° luglio 2021 ridotto a 25 euro/tonnellata) e non sarà applicato loro nessun contributo aggiuntivo; la tipologia C (con una componente carta superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%) avrà un extra-CAC di 110 euro/tonnellata e infine la D (in cui la componente carta è inferiore al 60%) pagherà un contributo aggiuntivo pari a 240 euro/tonnellata. In una prima fase, la suddivisione per fasce avverrà in base alla componente carta sul totale del peso dell’imballaggio; a tendere a volontà condivisa è di basarsi su un criterio più preciso e scientifico: ovvero la prova di laboratorio norma UNI 11743, base per l’applicazione del Sistema di Valutazione Aticelca, in grado di determinare il livello di riciclabilità di materiali e prodotti a prevalenza cellulosica.

Guandong firma l’Arte che incontra la Sostenibilità

“Nel mondo della visual communication non possiamo più aspettarci grandi rivoluzioni. Lavoriamo all’ottimizzazione di prodotti già esistenti per nuove applicazioni e per un futuro migliore per tutta la filiera. Quello che fa la differenza sono le tendenze del momento, supportate da produttori come Guandong che operano per un cambiamento sostenibile ed etico”. Con queste parole il team principal Daniele Faoro ha introdotto la partecipazione di Guandong a Visioni.beyond Print!, il primo evento di settore in presenza del 2021.

Per spiegare gli allestimenti realizzati da Guandong in occasione della manifestazione, Faoro ha ulteriormente approfondito i trend su cui l’azienda si sta focalizzando, scegliendo di schierarsi: la volontà di operare nel totale rispetto ambientale offrendo prodotti dall’anima green, nel rispetto delle più severe normative e senza compromessi. In linea con questo pensiero, l’allestimento proposto da Guandong a Visioni.beyond Print! era basato su due concetti chiave: arte e ambiente. In occasione della manifestazione, Guandong ha infatti accolto l’invito a prendere parte all’esposizione collettiva ArteDesign, raccogliendo la sfida di trasformare delle opere d’arte in oggetti fruibili. “Ci è stata assegnata l’opera realizzata dall’artista Grey Est intitolata ‘Mare dentro’”, racconta Faoro. Guandong ha dunque riprodotto questo dipinto su diversi dei materiali totalmente green, riciclati e riciclabili in gamma, utilizzati poi per decorare oggetti per bambini acquistati da Ikea. “Abbiamo scelto in particolare i prodotti di questo brand perché Ikea è sinonimo di design accessibile a tutti e sposa come noi una filosofia green: la sostenibilità è per tutti. Non ci possono essere più alibi per sottrarsi dalle responsabilità per un presente migliore”, spiega Faoro. Il risultato di questo progetto è una postazione di gioco composta da tavolino, sedie, lampada e tappeto personalizzati con i materiali green by Guandong, che a fine evento è stata donata a Manima Onlus, associazione che fornisce cure osteopatiche ai neonati prematuri o con disabilità, contribuendo al loro sviluppo e benessere e supportando l’intera famiglia.

In ambito green le iniziative di Guandong partono all’interno dell’azienda, con comportamenti virtuosi atti a diminuire l’impatto ambientale, e arrivano nelle sedi dei clienti sotto forma di materiali riciclabili e/o prodotti con materie prime riciclate. Attività concrete che trovano espressione nel programma GreenLife, avviato da Guandong nel 2010 con l’obiettivo di dare vita a una gamma di supporti sempre più attenta all’ambiente, non solo come materie prime e packaging, ma in tutto il ciclo di vita del prodotto: dal processo di produzione al riciclo. “Da oltre 10 anni stiamo lavorando attivamente su questo progetto, sviluppando costantemente nuovi materiali di stampa sempre più riciclabili ed ecologici, prediligendo materie come il PET e il PP, tutti conformi alle norme Global Recycled Standard, CEE, RoHS, EN71-3 e all’informativa REACH”, aggiunge Fabio Elmi, direttore Ricerca e Sviluppo di Guandong.

Un impegno che Guandong ha recentemente riassunto in “Green REvolution”, una vera e propria Guida alle politiche di sostenibilità aziendale. Qui sono esplicitate tutte le attività eco-friendly messe in atto dentro e fuori l’azienda, dall’utilizzo di energia da fonti rinnovabili alla scelta di trasportatori attenti all’ambiente, fino al sostegno concreto di associazioni quali FAI (Fondo Ambiente Italiano) e 4Ocean, per la salvaguardia degli oceani. Iniziative con cui Guandong intende dare il proprio contributo al raggiungimento dei 17 obiettivi inclusi nell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile promossa dall’ONU. “Dieci di questi obiettivi per noi sono già realtà e i nostri programmi per i prossimi anni ci porteranno a perseguirne il più possibile”, afferma Faoro.

Alle iniziative ecosostenibili Guandong affianca attività strategiche in ambito corporate. “Viviamo in un’epoca in cui tutto cambia con grandissima rapidità. Da sempre Guandong guarda lontano, guarda al futuro, ma per raccogliere nuove sfide è necessario collaborare e creare sinergie con altre realtà, anche piccole ma di eccellenza”, commenta Edoardo Elmi, presidente di Guandong. Una strategia che Guandong sta realizzando e che vedrà l’annuncio di importanti nuovi accordi che verranno ufficializzati in occasione della partecipazione a Viscom Italia (Milano 30 settembre – 2 ottobre 2021) e Fespa (Amsterdam 12-15 ottobre 2021).

Come cambia l’interior decoration

Riconnettere le persone mentre il mondo riapre dopo la pandemia è la missione di HP. Un obiettivo che può essere raggiunto riprogettando gli spazi di vita quotidiana, attraverso il supporto delle tecnologie di stampa a sublimazione e Latex.

Uffici, negozi e spazi pubblici sono pronti ad accogliere di nuovo le persone, presentandosi verosimilmente con una nuova veste.

Cosa succederà dopo la pandemia a tutti questi luoghi? La domanda è più che lecita, posta l’enfasi dei mesi scorsi sul concetto di distanziamento fisico e sulle attività di igienizzazione. La risposta arriva da casa HP, che ha scelto il webinar “Decor, what’s next” di fine giugno per proporla e comunicarla agli operatori. Un’occasione che si è rivelata preziosa per portare all’attenzione dei partecipanti alcuni casi di decorazione fortemente innovativi, raccolti soprattutto tra alcune esperienze di rilievo in corso negli Stati Uniti, in Inghilterra e in Spagna.

«Dopo la pandemia, un periodo che si è rivelato davvero duro da affrontare, l’attenzione di noi tutti è catturata dal concetto di riconnessione tra le persone all’interno degli spazi pubblici», ha spiegato Terry Ragunath, business development manager For The Graphics Solutions Business al HP. Ambienti che, per adeguarsi alla “nuova normalità”, saranno progressivamente riprogettati e caratterizzati da nuovi colori e nuovi concetti di organizzazione dello spazio.

Il compito di presentare alcuni casi di sicuro interesse in grado di fungere da modello è stato assegnato a Rachel Nunziata, la rinomata influencer dell’arredamento. In collegamento proprio dagli Stati Uniti, Nunziata ha compiuto un vero e proprio viaggio nel mercato dell’arredamento d’interni, ricordando come la domanda di prodotti stampati sia guidata dal passaggio alla stampa digitale.

La decorazione post pandemia

«Con la fine del lockdown e il venire meno delle restrizioni», ha ribadito Nunziata, «è importante non farsi cogliere impreparati dai cambiamenti che si prospettano per uffici, hotel, ristoranti e spazi di coworking, in generale per tutti i luoghi di incontro tra le persone».

Il punto di vista di Nunziata è molto articolato grazie al suo ampio background, che spazia dalla fotografia, ai più diversi aspetti della stampa, compresa l’esperienza di vendita di sistemi hardware e supporti, fino ad una attività pubblicistica per riviste specializzate e a una pagina LinkedIn ricca e costantemente aggiornata.

«Se è vero che la riconnessione è l’aspetto più importante per il post pandemia», ha sottolineato Nunziata, «ricordare quali erano fino a ieri gli elementi caratteristici del design, significa porre le basi del nuovo percorso. Prima della pandemia le espressioni più utilizzate erano spazi brandizzati, marketing esperienziale, personalizzazione e customizzazione».

Tutti concetti che l’evoluzione post-pandemia ha arricchito di nuovi elementi, chiamando stampatori e designer ad alzare l’asticella della propria proposta. «Lo scenario ora presenta una ulteriore evoluzione, con la preferenza per ambienti che trasmettono sensazioni di calma e comodità. Inoltre, con la diffusione dello smart working e di un numero maggiore di persone che lavora da casa, all’ambiente dell’ufficio si chiede più flessibilità, con una decorazione di pareti, lampade e mobilio che si presti ad un agevole rinnovamento del design».

Anche il concetto di personalizzazione conferma la propria centralità, approfondendola ulteriormente. «L’applicazione ad hoc non è più legata solo ad aspetti estetici, ma si arricchisce di elementi di design che possano infondere un senso di benessere fisico e mentale. Da qui l’accento sugli elementi e i colori delle carte da parati».

Il valore della sicurezza

Il comfort passa anche dalla sensazione di sicurezza che uno spazio di vita quotidiana è in grado di trasmettere. In questa ottica Nunziata ha riportato l’esempio di un’applicazione creata da Yellow Goat Design basata sulla creazione di compartimenti. «Un modello realizzato in tipo acquarello, stampato in digitale su vinile e metallo corrugato con telaio. Curvi, con effetto calmante e un bordo ruvido, questi pannelli dividono lo spazio come applicazioni artistiche».

Sicurezza oggi significa anche distanziamento fisico. «Qui un esempio interessante arriva da Londra, con una applicazione di Arup di parchetto in stile pop up, come punto di ritrovo per le persone fuori da un ristorante o un caffè». Si tratta di una fornitura ibrida disegnata prima della pandemia, che può davvero portare molte persone a vivere nuove opportunità di riconnessione, tra spazi creati con materiali stampati digitalmente, con superfici rigide e tappezzerie per sedersi.

Un altro fenomeno emergente durante la fase di post pandemia coinvolge in modo molto forte l’industria dei viaggi, soprattutto per quanto riguarda il settore dell’ospitalità. «In questo caso, abbiamo diverse tipologie di applicazioni interessanti. La più ricca arriva da Sonder, realtà che mette a disposizione una serie di appartamenti con portiere virtuale e check-in contactless, ben posizionandosi nell’era del distanziamento fisico. È un esempio molto interessante nel portare gli spazi ad una dimensione diversa, con tappezzerie, cuscini e decorazioni varie alle pareti, tutti pensati per mettere il cliente a proprio agio».

Se nel settore dell’ospitalità, tessuti, decorazioni e in generale stampati in digitale, caratterizzati da motivi artistici, possono “riempire” lo spazio raccontando delle storie, i luoghi di lavoro stanno virando verso il concetto di “ufficio ibrido” con hub di collaborazione, biblioteche, punti di incontro per aiutare le persone a riconnettersi. «Gli uffici saranno considerati una sorta di status symbols, di fatto aree di grande opportunità per la creazione di elementi di impatto visivo, supportando i rapporti tra colleghi».

Democrazia e natura

D’altra parte, secondo Nunziata, le persone hanno voglia di ritrovarsi non solo in modo diverso, ma anche in spazi concepiti in modo originale rispetto al passato. «Immaginiamo la creazione di compartimenti all’interno di uno spazio più ampio, per esempio con la creazione di una zona bar con cuscini decorativi e pareti rivestite. Uno scenario che aumenta le superfici stampabili».  Naturalmente, non mancheranno realtà di grandi dimensioni che manifesteranno piuttosto l’esigenza di riprogettare gli enormi spazi a disposizione, come le grandi lobby, dove riconnettere le persone che accedono e transitano. 

«In generale, è lo spazio pubblico in senso lato ad essere evoluto, favorendo l’incontro tra generazioni in modo fluido, attraverso l’integrazione di giovani o anziani, anziché il reciproco isolamento. Mentre il mondo riapre, tutti vogliono finalmente riconnettersi con gli altri, in modo adeguato e con un’estetica diversa, come dimostra lo studio di Gensler, “Design Forecast 2021, Cities & Urban Design”», segnala Nunziata.

La riconnessione, proprio per essere totale, propone altri due elementi. Da un lato la tendenza del biophilic design, con il suo forte richiamo alla natura, tra elementi reali come le piante e le decorazioni presenti nelle carte da parati. Dall’altro lato, la cosiddetta democratizzazione del design, un’area sempre più vasta e che vede come protagonisti artisti e fotografi impegnati a creare decorazioni per case private o nuovi percorsi di presentazione e allestimento delle proprie opere.

Lo scenario, insomma, è estremamente ampio e articolato, tuttavia a PSP (Print Service Provider) ed aziende di stampa Nunziata offre un consiglio molto lineare per dare il proprio contributo alla “nuova normalità”. «È importante cominciare con i progetti più semplici, confrontandosi con i clienti per capirne l’esigenza e crescendo a piccoli passi».

Tra sublimazione e Latex

Grazie alle sue tecnologie HP Stitch e HP Latex, HP assicura a PSP e aziende di stampa il suo contributo ad affrontare le sfide post pandemia, al fine di rispondere alle esigenze dei clienti. Attraverso un video, il Technical Consultant Ignasi Avellaneda ha dato prova di un esempio di installazione che ha creato velocemente un ambiente vivace, con cuscini realizzati con la stampante a sublimazione HP Stitch, capace di dare un aspetto naturale al materiale, per un’applicazione lavabile, proprio come richiede un ambiente frequentato da molte persone. «L’inchiostro diventa parte del tessuto stesso, ottenendo colori profondi e vividi, per esempio nelle applicazioni di retroilluminazione», ha ricordato Avellaneda.

Anche la tecnologia Latex ha offerto il suo contributo nell’istallazione presentata come modello, per esempio nelle applicazioni con pelle vegana. «Anche questa può essere lavata e la stampa non se ne va». Tecnologia Latex significa, perciò, versatilità di supporti, dal tessuto backlight che può essere utilizzato come copertura della lampada, alla personalizzazione del design degli spazi di coworking.

Opportunità, queste, impreziosite dall’impiego di inchiostri a base acqua, che consentono di evitare qualsiasi odore, proprio come richiede qualsiasi tipologia di decorazione di interni. «Proprio per questo motivo, possiamo rivolgerci anche agli ambienti che prevedono la presenza di bambini, come scuole e asili, ma anche luoghi sensibili come ristoranti e ospedali, con la costante della certificazione più elevata per la sicurezza ambientale».

Qualità, per HP, non può che fare rima che con creatività. Qui il contributo del bianco è decisivo, per fare spiccare i colori, così come il concetto di stampa ibrida su materiali rigidi fino a 5 cm di spessore come le porte e la sicurezza dello strato protettivo anti-graffio.

Le applicazioni della “nuova normalità”

Oltretutto, la stessa pandemia ha riaperto qualche opportunità di mercato che si era assopita. «Pensiamo alla segnaletica, il settore per cui era nata la tecnologia Latex una decina di anni fa», ha ricordato Avellaneda. «Oggi è tornata prepotentemente al centro dell’attenzione, in virtù delle vaccinazioni che stanno consentendo il ritorno di fiere ed eventi. Lo stesso vale per la richiesta di applicazioni lavabili, antibatteriche e antivirali, esigenza creata dalle procedure di igienizzazione».

“Nuova normalità” significa anche applicazioni trasformabili e sostituibili, estremizzando ulteriormente il valore della flessibilità che già aveva fatto breccia sul mercato anche in passato. «Pensiamo alle carte da parati che si possono togliere semplicemente spruzzando acqua, con pochissimi o addirittura senza residui. Si può parlare anche di carte da parati magnetiche o che rimangono attaccate con elettricità statica», ha ripreso Ragunath. «È lo scenario “metti e togli” tipico delle persone più giovani e flessibili».

“Nuova normalità” vuole dire anche sostenibilità ambientale e maggiore eticità. «Le installazioni a base acqua sono prive di componenti volatili dannosi, così come di odori di vernice e pittura. La certificazione “Greenguard” consente le applicazioni nelle mense scolastiche. Mi piace, poi, ricordare il lavoro svolto presso l’ospedale Sant Joan de Déu di Barcellona, dove la stampa Latex ha trasformato, per i bambini, la macchina per la risonanza magnetica in una sorta di nave spaziale».

Per il futuro Ragunath invita anche a puntare sul bianco, caratterizzato dalla virtù di resistere all’ingiallimento nel tempo. «In effetti è una stampa più lenta rispetto ad altri colori, perché implica una riduzione della velocità per fare più strati. Tuttavia, il bianco è importante per raggiungere risultati ad altissimo valore aggiunto, quindi vanno considerati i margini superiori che è possibile ottenere nelle applicazioni fotografiche, nelle grafiche per vetrine e nel packaging». Riconnettere le persone in modo sicuro, non solo sarà possibile ed etico, ma anche profittevole.