Koenig & Bauer, le risposte alle domande che verranno

Quali sono le tendenze del mercato della stampa e in quale direzione punterà il settore dei costruttori delle macchine da stampa? Ne abbiamo parlato con Peter Andrich, amministratore delegato di Koenig & Bauer IT, che siamo andati a trovare nella sede di Lainate (MI).

Koenig & Bauer è una realtà tedesca dalla storia secolare, legata alla città bavarese di Würzburg, nel cui territorio nasce a inizio Ottocento e dove sorge quella che dal 1901 è la sede principale del gruppo. Una realtà ora internazionale che è tra i protagonisti mondiali del settore dei costruttori di macchine per la stampa e che, attualmente, conta sedi in cinque Paesi diversi: Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Turchia e Italia. È qui – più precisamente nella filiale di Lainate, in provincia di Milano – che abbiamo incontrato Peter Andrich, amministratore delegato di Koenig & Bauer IT.

Come siete strutturati e cosa seguite oggi in Italia?
«Abbiamo in Italia due società: questa a Lainate, che si chiama Koenig & Bauer IT srl, esperta nel comparto delle macchine offset a foglio e rotative, e la Koenig & Bauer Flexotecnica spa, che si trova a Tavazzano, nel lodigiano, e che è nata dall’acquisizione dell’azienda Flexotecnica nel 2013. Un’acquisizione finalizzata ad avere nel portafoglio anche la produzione di macchine da stampa rotative flessografiche CI. Poi, due anni fa circa, è stato deciso di spostare gradualmente la produzione a Würzburg, presso la sede tedesca, mentre le strutture di Tavazzano e Lainate sono state ridimensionate e dedicate soprattutto al commerciale e al service. Il team di ingegneri e tecnici in Italia ha una vasta esperienza ed è quindi in grado di supportare i clienti in tutto il mondo».

Il know-how sviluppato nei diversi Paesi, quindi, viene sfruttato nell’assistenza ai clienti?
«Certamente, anche in quello però siamo in una fase continua di perfezionamento. È necessario localizzare l’assistenza nelle diverse regioni, dobbiamo avere competenze sui principali mercati, ovvero Nord America, America Latina, Asia e naturalmente Europa. Questo perché, se l’esigenza produttiva è uguale in tutto il mondo, ciò che cambia sono gli standard di certificazione o sicurezza. In Europa abbiamo il marchio CE, mentre in America c’è la certificazione UL, il che significa avere, per esempio, cavi con colori diversi dai nostri oppure altre codifiche. Occorre quindi conoscere il mercato».

In Germania, invece, accanto alla produzione cos’altro viene accentrato?
«Oltre alla produzione di tutti i macchinari Koenig & Bauer, nella sede tedesca abbiamo il centro demo, il magazzino ricambi automatizzato, i reparti di R&S e del Controllo qualità per misurare le tolleranze ed effettuare tutte le verifiche di qualità. Queste operazioni avvengono all’interno di una struttura apposita in cui il clima è calibrato a valori costanti di temperatura e umidità; ciò permette di avere parametri di misurazione costanti e standard».

Veniamo al mercato. Dalla vostra visuale di costruttori di macchine da stampa, come lo vedete caratterizzarsi in questo particolare periodo storico?
«Le difficoltà che si incontrano in questo momento sono dovute all’andamento generale dell’economia, quindi tassi alti, incertezze dovute alle guerre in corso e inflazione dei prezzi. Ciò che abbiamo potuto verificare rispetto al nostro business è un forte calo degli ordini nel comparto delle macchine da stampa offset a foglio, mentre il settore flessografico è rimasto praticamente invariato. E questa è una sorpresa perché, per quanto in varie situazioni il processo flessografico sia più economico rispetto ad altri processi, per tirature più brevi risulta più costoso con qualità più limitate. Quindi una scelta sensata per tirature più lunghe può essere il processo flessografico».

Avete notato, negli ultimi anni, se le strategie delle aziende si siano modificate?
«Di certo ormai è chiaro che la de-globalizzazione è diventata parte della strategia. Non si tratta di un abbandono totale della globalizzazione però va bilanciata meglio. Tutto questo ha un impatto finanziario, in quanto diventa necessario gestire anche i magazzini, inoltre effettivamente oggi il costo dei macchinari è più alto rispetto a prima. Costi che non potranno mai più ritornare indietro perché hanno effetti subito permanenti. De-globalizzazione, del resto, vuol dire accettare un elemento di costo anche più alto rispetto al passato, a fronte però di una maggiore affidabilità e possibilità di pianificare con una certa sicurezza il lavoro».

E nel futuro, quali sviluppi vedete?
«Assisteremo alla digitalizzazione di tanti aspetti. Ovviamente non potrà essere una digitalizzare della macchina in toto, in cui restano processi meccanici, ma tanti aspetti entreranno in questa logica. Si tratta di raccolta dati per capire, migliorare, efficientare i processi e arrivare poi persino a riconfigurare alcuni aspetti tecnologici. Cè poi anche l’aspetto del service: avendo più dati a disposizione è possibile monitorare l’andamento del macchinario nel suo insieme, così come dei singoli piccoli aggregati della macchina, e avvisare il cliente per tempo della necessità di sostituire preventivamente un pezzo in usura avanzata.
Il digitale permette, inoltre, di personalizzare il materiale stampato – ogni astuccio potrebbe essere diverso dall’altro, permettendo un cambio continuo – anche in chiave di sicurezza, riduzione degli sprechi, tracciabilità e anticontraffazione. È possibile stampare codici univoci con elementi unici, che identificano il singolo imballaggio, e non riconoscibili a occhio nudo, ma che possono essere decodificati solo dall’apposita applicazione software. Allo stesso tempo i dati possono essere raccolti e utilizzati dalle aziende per fare statistiche, per esempio, della ripartizione delle vendite del dato prodotto. O ancora dai consumatori per avere informazioni legate all’impatto ambientale e sociale dell’azienda produttrice della data merce e così via.
Riceviamo già richieste di questo tipo, i clienti vogliono sapere quali tecnologie e inchiostri le nostre macchine possono usare e ci chiedono di aiutarli ad avere un tracciamento su ogni singolo imballaggio. L’esigenza, quindi, già c’è e credo che ci sarà presto anche una grande ondata di investimenti. Questo è il futuro che sta arrivando e, da parte nostra, abbiamo le tecnologie per rispondere a queste nuove esigenze».

Infine, ci potete dare qualche anticipazione su drupa 2024?
«Dopo otto anni dall’ultima edizione c’è sicuramente molta attesa e un grande interesse di scoprire cosa c’è di nuovo sul mercato. In generale a Drupa presenteremo tutte le tecnologie che abbiamo, però ancora non posso dare informazioni certe. Alcune macchine andranno in fiera, altre saranno esposte in altri siti che sarà possibile visitare, ma sicuramente saremo presenti con i tre processi: quindi flexo, digitale, offset a foglio e anche con la poststampa, quindi fustellatura e macchine piega-incolla».

Non ci resta, quindi, che attendere il 28 maggio, quando si apriranno i cancelli della fiera tedesca, e rivedere Peter Andrich e Koenig & Bauer, questa volta direttamente a Düsseldorf.


Digitale in grandi volumi
La più recente novità di casa Koenig & Bauer si chiama RotaJET ed è una macchina da stampa industriale con tecnologia digitale a bobina e singolo passaggio, pensata per grandi volumi.
Sviluppata per rispondere alle esigenze di un mercato – quello della stampa digitale – in crescita, RotaJET si presta a diverse applicazioni e alla lavorazione di un’ampia gamma di substrati. È disponibile per larghezze di nastro da 770 a 2.250 mm e può arrivare a produrre fino a 36.450 m2 all’ora. La guida della bobina attorno a un cilindro centrale assicura precisione, mentre la qualità, anche su carta patinata offset, è data anche dal ricorso alla più recente tecnologia a getto d’inchiostro.
È una macchina molto versatile che, grazie al layout modulare, può adattarsi alle esigenze sia della stampa industriale, sia del packaging, sia di quella commerciale, ed essendo flessibile permette all’utilizzatore di realizzare stampe caratterizzate da una forte personalizzazione e con design innovativi.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here