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Albertini Packaging Group verso la Carbon Neutrality

Albertini Packaging Group è costantemente impegnata in una politica di sostenibilità, tesa alla realizzazione di un’impronta GHG della sua attività che definisca una prospettiva di riduzione e partecipazione al processo di decarbonizzazione globale.

Per la realizzazione del Carbon Footprint, il punto di partenza è dato dall’individuazione delle prestazioni ambientali dell’azienda, identificandone e valutandone le fonti chiave di emissione. Il metodo utilizzato per il calcolo del Carbon Footprint è stato suddiviso in tre fasi: inizialmente è stata effettuata una raccolta dati, seguita dall’analisi degli stessi con la loro conversione in CO2 emessa, per poi concludersi nella stesura del report. Gli ambiti valutati sono stati: Acquisto di beni e servizi; Emissioni fuggitive; Beni capitali; Trasporto degli impiegati; Fine vita dei prodotti; Rifiuti; Trasporti; Energia.

Rispetto ai dati esplicati nel report, l’azienda, in vista dell’obiettivo di abbattimento delle emissioni e del risparmio energetico, ha già implementato diversi miglioramenti. L’acquisto di beni rappresenta per Albertini Packaging Group l’ambito di maggior emissioni di CO2 (il 56% del totale delle emissioni); si tratta di un’attività che non dipende direttamente dall’azienda stessa e per compensare questo dato gli acquisti vengono effettuati seguendo una politica di sostenibilità. Infatti, se disponibili, vengono scelte materie prime certificate FSC e PEFC.

Anche con riguardo all’analisi delle modalità di spostamento dei dipendenti, è possibile individuare le notevoli migliorie che vi sono state apportate. In primo luogo, dopo aver ultimato i traslochi degli stabilimenti, molti dipendenti effettuano meno km per raggiungere il luogo di lavoro, inoltre, i viaggi aziendali sono stati ridotti allo stretto indispensabile e, contestualmente, il parco auto del settore vendite ha visto un incremento delle auto ibride, dal 40% nel 2018, al 100% di oggi.

I nuovi stabilimenti sono molto vicini (700 metri), il che permette un’organizzazione sinergica per l’ottimizzazione dei trasporti sia in ingresso che in uscita. Lo stabilimento a Belgrado, situato a circa 1.000 km di distanza (poco più della distanza Milano-Napoli) ha un impatto marginale, proprio in conseguenza dell’ottimizzazione nell’efficienza dei trasporti. Albertini Packaging Group orienta i propri partner al rispetto dell’ambiente e del clima attraverso una costante collaborazione, finalizzata il più possibile alla diminuzione delle emissioni in atmosfera, in particolare di gas lesivi allo strato di ozono e ad effetto serra, nonché al corretto smaltimento dei rifiuti, promuovendone il riciclo, al controllo del suolo, all’approvvigionamento idrico e, infine, al risparmio energetico.

In particolare, dall’inizio del 2021, l’azienda ha implementato una politica di gestione e smaltimento dei rifiuti in collaborazione con una multinazionale europea specializzata nell’ottimizzazione del riciclo e nella riduzione dell’impatto ambientale, in modo da rendere il loro impatto sull’ambiente più sostenibile. Nell’ottica di un costante obiettivo di miglioramento, l’azienda sta effettuando uno studio circa i progressi maturati, anche sviluppando un report periodico sull’impatto ambientale legato ai rifiuti prodotti.

L’impegno di Albertini Packaging Group, per lo sviluppo di una politica ambientale sostenibile, si configura anche con la valorizzazione dell’uso dell’energia, declinata in azioni quali l’utilizzo di energia rinnovabile (geotermica e solare) e l’efficienza energetica di tutte le attività (conversione del parco auto ad auto ibride, passaggio ad un’illuminazione a LED negli stabilimenti, utilizzo di elettricità e gas provenienti da fonti rinnovabili).

L’azienda sta già lavorando ad un report aggiornato, che pubblicherà nei prossimi mesi, che evidenzi gli ulteriori e costanti progressi fatti rispetto al 2018. L’obiettivo finale del lavoro è quello di rendere entro pochi anni l’azienda completamente carbon-neutral, riducendo al minimo le emissioni e compensando quelle residue con una campagna di piantumazione del nostro territorio.

Loretoprint incontra la versatilità di Zund

Loretoprint è un punto di riferimento della stampa a Milano. Dietro alle parvenze di un classico negozio con un grande bancone circondato da un coloratissimo showroom di esempi applicativi, si cela una filiera completa per la produzione di stampe in piccolo e grande formato, che va dal reparto grafico al finishing. Un intero ciclo produttivo in grado di offrire la migliore proposta tecnica/economica in termini di materiali, stampa, finitura, allestimento e consegna.

“Nel nostro settore la tecnologia è una delle componenti fondamentali del successo”, afferma Vito Ferrone, titolare di Loretoprint. “Per questo siamo costantemente attenti alle novità del mercato e molto spesso siamo stati i primi a installare nuove tecnologie con lo scopo di anticipare le esigenze del mercato ed essere già pronti a soddisfarle non appena si fossero manifestate”.

“Per crescere – aggiunge – non bisogna aver paura di cambiare”. E 55 anni di storia dell’azienda raccontano una costante metamorfosi segnata da investimenti in innovazione tecnologica, sperimentazione, ampliamento dell’offerta e differenziazione. Una storia dove la scelta di specifiche attrezzature ha segnato un’evoluzione camaleontica che ha portato Timbroloreto a diventare Loretoprint, punto di riferimento per la stampa digitale di Milano. Nel percorso di evoluzione di Loretoprint, il 2010 segna due tappe fondamentali: l’ingresso nel mondo della stampa su rigido e l’installazione del primo plotter da taglio Zund, utilizzato per lavorazioni di finiture inedite sia su materiali rigidi, sia in bobina.

“L’evoluzione fa parte del nostro DNA”, prosegue Ferrone. “Nel tempo si è evoluto il nostro parco macchine e con esso la nostra offerta e la nostra identità. Scegliere Zund è stato quasi naturale perché i plus più importanti che riconosciamo a questa tecnologia sono la resistenza e la modularità”. I sistemi Zund infatti, come è noto, possono essere accessoriati nel tempo per svolgere nuove lavorazioni o per trattare nuovi materiali. Una tecnologia dunque perfetta per l’anima camaleontica di Loretoprint, che dai prespaziati passa con grande rapidità alla produzione di astucci nobilitati con finiture oro e argento.

Il business model di Loretoprint, così come le idee di Vito Ferrone, sono ben chiari. Da un alto, la clientela “consumer” che comprende una miriade di attività ed esercizi di Milano e hinterland, dall’altro, i clienti “contract”, grandi brand della cosmetica e del retail per i quali Loretoprint sviluppa commesse chiavi in mano fino alla consegna negli store di tutta la penisola.

“Covid-19 a parte che, come per tutti, ha ovviamente influito sui risultati del 2020, negli ultimi 5 anni abbiamo raddoppiato il fatturato, il nostro organico e potenziato con nuove tecnologie il reparto produttivo, che ha visto la recentissima installazione del secondo plotter Zund. Nello specifico il modello G3 3xl-1600, destinato alle lavorazioni XXL”.

Perché ancora Zund? “Come detto prima, siamo promotori del cambiamento, volto però a crescere e a evolversi. In 10 anni abbiamo potuto solo confermare l’affidabilità e le alte prestazioni della tecnologia Zund, a cui oggi più che mai si aggiunge il valore di un customer care che fa la differenza dimostrando in ogni occasione grande predisposizione ad ascoltare ed estrema rapidità a rispondere”.

Gallus High Performance Days: successo per il primo evento virtuale di Gallus

Il numero di partecipanti e i feedback positivi premiano il nuovo formato dell’evento: con più di 1500 registrazioni l’evento “Gallus High Performance Days 2021” svoltosi il  3 e 4 marzo 2021 è stato un grande successo. Utilizzando questo nuovo format di evento digitale, Gallus ha dimostrato i punti salienti dei sistemi di stampa di etichette digitali e convenzionali. Conferenze di esperti hanno inoltre informato i partecipanti su diversi argomenti quali la stampa digitale di etichette con inchiostri a bassa migrazione.

Per quanto riguarda il digitale, sono stati mostrati in dettaglio i vantaggi della Gallus Labelfire, comprese le caratteristiche tecniche più importanti. Il risultato di stampa è stata un’etichetta stampata in digitale, altamente impreziosita con effetto metallico, applicato in digitale grazie alla Digital Embellishment Unit (DEU).

Per quanto riguarda la stampa convenzionale, le demo sono state sulla Gallus Labelmaster e la Gallus RCS 430. I partecipanti all’evento virtuale hanno potuto seguire la produzione di un’etichetta per shampoo su materiale PP trasparente sulla Gallus Labelmaster con Digital Printbar integrata “White Edition”. Con questo modulo digitale è possibile stampare in digitale un bianco opaco o integrare cambiamenti di lingua su diversi punti di un’etichetta. Dopo questa dimostrazione è seguita l’etichetta “Game-Changer” che ha dimostrato che la Gallus RCS 430 – in questo caso con l’unità di goffratura a caldo Pantec Rhino integrata – è in grado di convincere con una varietà di processi e varie applicazioni. La Gallus RCS offre inoltre un processo di preparazione del lavoro semplice e veloce.

Nelle cosiddette Breakout Sessions gli esperti di etichette hanno parlato in dettaglio di tre diversi argomenti. Martin Leonhard ha spiegato cosa considerare nella stampa digitale di etichette con inchiostri a bassa migrazione, Oliver Vetter ha parlato dei vantaggi della stampa serigrafica rotativa e del processo di prestampa facile e veloce e Vladimir Tyulpin della Avery Dennison ha fornito informazioni sulla scelta del substrato per il getto d’inchiostro UV ibrido e la flessografia.

Per i partecipanti registrati i video sono ancora disponibili sulla piattaforma dell’evento.

 

Webinar Federazione Carta e Grafica e Confindustria: al via il 18 marzo

Assografici, grazie all’apporto organizzativo di Confindustria e sotto l’egida della Federazione Carta e Grafica, dà il via giovedì 18 marzo al primo di due importanti appuntamenti informativi su alcune delle tematiche più attuali dell’agenda di Governo.
Il 18 marzo alle ore 14:30 la Federazione Carta e Grafica, di cui fa parte Assografici, ha l’opportunità di ospitare un webinar informativo organizzato da Confindustria dal titolo “Legge di Bilancio 2021: le principali misure fiscali per le imprese”, dedicato alle aziende della nostra filiera.
Il webinar vedrà l’intervento di Stefano Santalucia, referente Area Politiche Fiscali di Confindustria e costituirà l’occasione per una analisi delle principali misure fiscali (anche quelle introdotte al fine di contenere gli effetti negativi derivanti dall’emergenza epidemiologica) e per la discussione dei principali aspetti operativi e dei dubbi interpretativi. Di particolare interesse le misure di carattere fiscale che spaziano dagli incentivi a ricerca e innovazione, agli interventi sul reddito di lavoro dipendente, dalle semplificazioni in ambito IVA alle misure per le aggregazioni tra imprese, dagli aiuti a specifiche aree del Paese alle norme di fiscalità internazionale.
L’iscrizione al webinar Legge di Bilancio 2021” è gratuita e, per iscriversi al webinar occorre registrarsi compilando i campi richiesti nel form di iscrizione al seguente link:
Il webinar costituisce il primo di due incontri organizzati da Confindustria per Federazione Carta e Grafica; il secondo incontro su “Piano Transizione 4.0”, di cui saranno diffusi i dettagli nel corso dei prossimi giorni, avrà luogo venerdì 26 marzo.

Future Factory: l’evento che riunisce la community del printing, del packaging e del converting

L’appuntamento è fissato per il 10 e l’11 giugno e coniuga l’analisi degli scenari globali con gli orientamenti del settore in ottica sostenibilità, digitalizzazione e servitizzazione. “Il domani al servizio dell’uomo” è il claim alla base di Future Factory 2021, la nuova edizione dell’evento annuale di Acimga, reduce dal grande successo del percorso di internazionalizzazione del 2020. Un claim che vuole sottolineare, in questo preciso contesto globale, la necessità di riposizionare l’essere umano al centro della scena, anche all’interno di tutte le strategie industriali, sia come relazione tra azienda e cliente, ma anche nei rapporti umani all’interno dell’azienda stessa, come valore aggiunto strettamente correlato al concetto di brand reputation. Il consueto appuntamento con la filiera del printing, del converting e del packaging toccherà ancora una volta i temi del futuro della stampa, fornendo prospettive sempre diverse attraverso ospiti di portata internazionale e speech visionari e concreti. Future Factory 2021, nuovamente condotto da Matteo Bordone, giornalista, opinionista e blogger, in continuità con l’edizione passata e con gli Streaming Roadshow 2020, si terrà in forma phygital, con il pubblico in presenza e contemporaneamente in diretta streaming per raggiungere un vasto pubblico internazionale. Nel corso della due giorni si intervalleranno ampie panoramiche sul contesto corrente, insieme a focus e approfondimenti concreti sul settore in merito ai principali temi di rilievo, quali sostenibilità, industria 4.0, servitizzazione e risorse umane, temi verticali nel comparto, che abbracciano però anche un contesto molto più ampio.
Tra i relatori, per una prospettiva sul contesto economico orientato all’innovazione tecnologica, Alec Ross, consulente senior per l’innovazione della Segreteria di Stato durante l’amministrazione Obama. Ivana Pais, professore associato in Sociologia Economica all’Università Cattolica del sacro Cuore con ricerche orientate all’economia delle piattaforme e al lavoro digitale, affronterà il tema del Platform Model, forma organizzativa distintiva del XXI secolo, al centro di una sfida manageriale altrettanto distintiva. Paola Mariani, professore associato di diritto internazionale presso l’Università Bocconi di Milano nei corsi di “International law and EU Law” e “EU private international law”, offrirà la propria competenza focalizzandosi su temi economici collegati al diritto internazionale. Importanti referenti dalle associazioni di filiera, nazionali ed internazionali, forniranno infine nuovi punti di vista sul settore guardando agli orientamenti futuri per i prossimi anni. “Per affrontare le sfide che il mondo ci pone in questa fase di transizione globale, le aziende della filiera devono essere in grado di rispondere in maniera congiunta e verticale, secondo linee guida concrete” afferma Aldo Peretti, presidente di Acimga.

 

Tecnologie a confronto: toner vs inkjet

Un occhio poco allenato riconosce una stampa realizzata da un sistema toner rispetto a quella fatta da un sistema inkjet, mentre uno poco allenato ha solamente una percezione di maggiore o minore contrasto, di morbidezza o secchezza. La differenza superficiale e visiva tra le due tecnologie spesso è questa: la brillantezza e lucidità del toner, che non penetra nei supporti, è molto apprezzata sui sistemi a colore e in applicazioni che richiedono una profondità e saturazione del colore elevata e critica per la stampa di testi.

I sistemi inkjet garantiscono una resa migliore nei campi in cui bisogna garantire la leggibilità e morbidezza nei colori.

Uno sguardo più tecnico mostra le maggiori differenze tra i due sistemi proprio per come interagiscono con i supporti. La tecnologia toner usa cariche elettrostatiche per formare l’immagine e richiedono la fusione del toner tramite calore ponendo, tra i molti benefici, due criticità: la deformazione della carta e il consumo energetico. Gli inchiostri di un sistema inkjet penetrano i materiali e asciugano a basse temperature (anche ambiente) senza alcuno stress per la carta, la finezza e fluidità della goccia può essere un problema su alcuni supporti per cui spesso questi devono avere un trattamento superficiale per evitare che le gocce vadano troppo in profondità. Tuttavia, da qualche anno sono comparsi su mercato macchine a bobina e da foglio che non hanno necessità di stampare su carte pre-trattate; grazie all’utilizzo di inchiostri ad alta densità e contrasto e sistemi di asciugatura a bassa temperatura è possibile stampare sui comuni supporti di stampa. Per questo motivo sempre più stampatori guardano con attenzione a questa tecnologia per avere una reale opportunità di scambio lavoro tra produzione tradizionale e produzione digitale senza dover trovare soluzioni di compromesso.

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Kyocera, l’era del Production Printing inkjet è iniziata!

Produttività, ottimizzazione, sostenibilità ambientale e gestione del dato variabile. Il mondo della stampa digitale si è sempre contraddistinto su questi aspetti. Il mercato richiede la massima efficienza già a partire dalle basse tirature, senza alcun compromesso in termine di qualità e gestione dei costi. In questo scenario, l’inkjet rappresenta il presente e futuro del printing. Soluzioni versatili e scalabili sono le più ricercate dagli stampatori moderni che possono differenziare il business e offrire prodotti pensati ad hoc senza ricorrere necessariamente alle attrezzature di stampa tradizionale.

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Contatto con gli alimenti, le novità normative

Muoversi nei meandri della regolamentazione per la produzione e l’uso di plastiche e di multimateriali carta-plastica che vanno a contatto con gli alimenti non è semplice. Esistono, oltre alle disposizioni nazionali, anche diversi regolamenti a livello europeo. Il più completo è il Reg. (UE) 10/2011 a cui sono state introdotte importanti novità con il suo XV emendamento: il nuovo Regolamento (UE) 1245/2020.

Tema delicato quello dei materiali e gli oggetti in materia plastica destinati a venire in contatto con alimenti. I prodotti destinati al food contact, nei quali spesso sono accoppiati film plastici con carta, devono rispondere a una rigorosa normativa.

A fine dello scorso anno Innovhub SSI in collaborazione con l’Istituto Italiano Imballaggio ha affrontano queste tematiche in un workshop tecnico dedicato ai più recenti aggiornamenti normativi introdotti dal Regolamento (UE) 1245/2020, ultimo importante emendamento al Reg. (UE) 10/2011 sulle plastiche a contatto con alimenti.

Le norme

Il quadro normativo che si occupa di Moca – materiali e oggetti a contatto con alimenti – è complesso e si è andato arricchendo nel tempo. A partire dal Reg. 178/2002, che tratta il tema della sicurezza alimentare e nel quale, per la prima volta, si introduce il tema della sicurezza dell’imballaggio a contatto con alimenti; fino al Regolamento Quadro per tutti i Moca ovvero il Reg. 1935/2004. Proprio in questo documento, all’articolo 3, si definisce un principio base molto importante: tutti i materiali per i Moca non devono introdurre rischi per il consumatore né modificare le caratteristiche organolettiche degli alimenti. A questi documenti sono seguiti nel tempo il Reg. 2023/2006 sulle buone pratiche di fabbricazione, ovvero tutte le azioni che mantengono la conformità dei Moca, in tutte le fasi di lavorazione – dalla produzione alla distribuzione, fino all’uso finale. E ancora 5 regolamenti specifici – per cellulosa rigenerata, ceramiche, materiali attivi e intelligenti, plastica riciclata, oggetti in plastica –; e quelli dedicati ad alcune sostanze di partenza per la produzione di Moca.

Tutti gli altri materiali non oggetto di una specifica normativa – tra cui carta e cartone – sono stati lasciati, invece, alla discrezione degli Stati membri che vi possono adottare norme nazionali.

Tra le normative finora realizzate per i Moca, ha spiegato Serena Bariselli, responsabile Settore idoneità al contatto con alimenti di Innovhub SSI – Area carta, il Regolamento sulle plastiche è ad oggi il più completo. Si tratta del già citato Regolamento (UE) 10/2011 riguardante i materiali e gli oggetti di materia plastica destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari, che si compone di 48 consideranda, 23 articoli suddivisi in 6 capi, e 6 allegati. La Commissione europea ha emanato persino due Linee guida per meglio comprendere il Reg. 10/2011. Il regolamento affronta anche il tema dei materiali e oggetti multistrato e multimateriali utilizzati nei Moca, nello specifico all’articolo 14.

Dalla sua nascita il regolamento 10/2011 ha subito diverse modifiche, l’ultima delle quali è il XV emendamento della Commissione europea.

Novità 2020

Pubblicato il 2 settembre 2020, il XV è un emendamento importante, che modifica e rettifica il precedente documento e prende il nome di Regolamento (UE) 1245/2020.

Il nuovo documento, in particolare:

– introduce la modifica delle restrizioni e delle specifiche per alcune sostanze, inserendo all’Allegato I nuove sostanze autorizzate nella lista positiva e stabilendo nuovi limiti di migrazione per altre;

– sostituisce l’Allegato II sulle restrizioni per materiali e articoli in plastica relative a metalli e ammine aromatiche primarie;

– modifica il punto 6 dell’Allegato IV sulla “Dichiarazione di conformità” (DDC);

– modifica e aggiunge alcune modalità e condizioni previste all’Allegato V relativo alle prove di migrazione.

Tra le novità principali introdotte, l’Allegato II del nuovo regolamento è un’integrazione, spiega Carmen Sorice, responsabile Area testing dell’Istituto Italiano Imballaggio. Al suo interno sono riportati i limiti di migrazione e di utilizzo previsti per 24 sostanze. Inoltre sono stati introdotti anche nuovi metalli pesanti in aggiunta alla lista attualmente in vigore. Nello specifico si tratta di arsenico, cadmio, piombo, mercurio e antimonio per tutti i tipi di plastica e di lantanidi – lantanio, europio, gadolinio e terbio – per le poliolefine. Le nuove restrizioni, presenti sempre all’Allegato II, riguardano invece il limite di rilevamento delle ammine aromatiche primarie, che è stabilito a 0,002 mg/kg di simulante alimentare.

Il punto 6 dell’Allegato IV precisa invece che nella DDC si dovrebbe riportare la quantità delle sostanze soggette ai limiti espressi nell’Allegato II. Inoltre si parla di “genotossicità”, asserendo l’obbligo di fornire informazioni sull’eventuale presenza in un materiale od oggetto in plastica di sostanze la cui genotossicità non possa essere esclusa.

Per quanto riguarda le prove di migrazione dell’Allegato V, le novità riguardano i requisiti a cui rifarsi per la determinazione delle migrazioni negli “oggetti di uso ripetuto”. Nel nuovo regolamento si stabilisce come le migrazioni globali e specifiche non debbano aumentare nel passaggio alle prove successive; in caso ciò avvenisse, il materiale non potrà essere definito conforme.

Infine, vi è introdotta – sempre all’Allegato V – una nuova condizione di contatto, la OM0 (overall migration 0). Questa dovrà essere adottata per applicazioni di contatto di breve durata a temperatura ambiente oppure se a temperature inferiori; in particolare si prevede un contatto per la prova di 30 minuti a 40 °C.

I cambiamenti introdotti dal nuovo regolamento non vanificano però quanto stabilito in precedenza. Come precisa Sorice, i materiali e gli oggetti di materia plastica che sono conformi alla versione precedente del Reg. 10/2011 – antecedente quindi all’entrata in vigore del nuovo regolamento –, a patto che siano stati introdotti per la prima volta sul mercato prima del 23 marzo del 2021, potranno continuare a essere immessi sul mercato per un altro anno e mezzo da quella data – precisamente fino al 23 settembre del 2022e potranno altresì rimanere sul mercato fino a esaurimento delle scorte.

Cosa fare per i multistrato e multimateriali

Al settore di produzione e lavorazione delle carta interessa nello specifico come trattare i multistrato e multimateriali che devono entrare in contatto con alimenti. L’articolo che ne parla, già all’interno del Reg. 10/2011, come spiegato da Sorice, è il citato articolo 14. Vi si esplicita che tutti gli strati costituiti da plastica devono essere conformi al regolamento stesso. E ancora che, in caso di materiale multistrato, lo stato in plastica non a diretto contatto con l’alimento e da questo separato da una barriera funzionale può essere fabbricato con sostanze non figuranti tra le autorizzate dell’Allegato 1 – fatta eccezione per le mutagene, cancerogene o tossiche. Inoltre per questi strati di plastica gli articoli 11 e 12 – migrazione specifica e globale – non vengono applicati; tali valori limite possono essere definiti dalla legislazione nazionale.

In Italia la normativa che se ne occupa è il DM 21/03/1973 che, all’articolo 5, parla di barriera. Vi si specifica che, nel caso di accoppiati o di altri materiali complessi – per esempio carta accoppiata a plastica o con un coating –, lo strato a contatto diretto con gli alimenti deve essere conforme a quanto stabilito dal DM ma, se tale strato esplica effetto barriera, la conformità non sarà necessaria. L’articolo 5, infine, riporta anche un altro concetto importante: gli approcci di screening, poi ripresi anche nel Reg. 10/2011. Nella fattispecie, il contenuto residuo, i modelli matematici e la migrazione globale.

Una rete per le PMI e la ricerca

Innovhub, tra le sue varie, è anche partner del consorzio Simpler (Support services to improve innovation and competitiveness of businesses in Lombardia and Emilia Romagna). Il consorzio ha il compito garantire sul territorio lombardo ed emiliano i servizi di Enterprise Europe Network (EEN) la rete europea nata nel 2008 per volontà della Commissione europea. Composta da oltre 600 organizzazioni sparse in 60 Paesi, la rete ha come obiettivo il supporto all’innovazione, il trasferimento tecnologico e l’internalizzazione di piccole e medie imprese e di enti di ricerca.

In particolare offre un sistema integrato di servizi – gratuiti – per aiutare le PMI nella ricerca all’estero di nuovi partner commerciali, produttivi e tecnologici. Inoltre promuovere la partecipazione ai programmi per la ricerca dell’UE, come Horizon 2020. L’intento è aiutare le imprese a diventare maggiormente competitive anche sui mercati internazionali.

Industry 4.0: un’opportunità da cogliere al volo

Carlo Emanuele Bona, consigliere della Federazione Carta e Grafica e coordinatore del progetto Industry 4.0

In questo periodo è più che mai urgente rinnovare e rinnovarsi. L’esempio della Federazione Carta e Grafica dimostra che è possibile introdurre un grande processo di innovazione in un panorama fatto di aziende anche molto diverse tra loro. L’obiettivo è recuperare produttività e affrontare la competizione internazionale.

Il tema dell’innovazione è ormai una necessità per moltissimi comparti produttivi, a cominciare da quelli che lavorano per il settore retail&consumer e subiscono maggiormente le oscillazioni della congiuntura. E il settore grafico-cartario è certamente fra questi.

Proprio per questo motivo la Federazione Carta e Grafica, di cui fa parte Assografici insieme ad Assocarta e Acimga, ha lanciato tre anni fa un progetto articolato per supportare le aziende nel percorso di evoluzione verso un modello aziendale 4.0. Facciamo il punto della situazione ad oggi.

Il progetto Industry 4.0 è un’iniziativa federativa di lungo respiro, avviato sulla scia del Piano Nazionale Industria 4.0 nel 2018 che, realizzate le prime fasi operative, sta permettendo alle aziende associate di cogliere le opportunità di trasformazione offerte dal mercato anche attraverso una maggior integrazione a valle e a monte della filiera. Ne parliamo con Carlo Emanuele Bona, consigliere della Federazione Carta e Grafica e coordinatore del progetto Industry 4.0 in seno alla federazione stessa.

Dal lancio del progetto alla fase 2

Il progetto ha preso avvio con alcuni primi incontri seminariali incentrati sugli incentivi fiscali varati allora dal Governo in tema di Industria 4.0, individuando successivamente come obiettivo l’accompagnamento delle aziende attraverso la predisposizione di strumenti utili all’adozione di questo nuovo paradigma produttivo.

Nello stesso contesto è stato illustrato e promosso l’intervento successivo, supportato e coordinato dalla SDA Bocconi, che consisteva nell’elaborazione di un check-up aziendale finalizzato alla raccolta di dati sullo stato di maturità 4.0 delle aziende delle singole componenti della filiera. I dati raccolti sono stati quindi analizzati dai consulenti Bocconi e sistematizzati nell’opuscolo Industry 4.0 Istruzioni per l’Uso, sia per fornire lo stato dell’arte della filiera, sia per offrire alle aziende del settore una prima serie di strumenti finalizzati a identificare il percorso verso il modello 4.0. La fase 2 ha poi fornito un supporto più operativo con un corso di formazione executive organizzato sempre con Sda Bocconi pensato per accompagnare gli imprenditori in una prima fase di approfondimento sul tema. Ma l’emergenza pandemica ha un po’ rallentato il percorso che avrebbe previsto un successivo supporto diretto in azienda da parte dei consulenti Bocconi, in modo tale da avviare concretamente l’evoluzione in ottica 4.0.

«Il lockdown ha portato con sé due cose», racconta Carlo Emanuele Bona: «il rallentamento delle attività progettuali e la maggior consapevolezza dell’esigenza di processi d’innovazione declinati sulle singole specificità di ciascuno dei settori rappresentati dalla federazione, che è bene ricordarlo, è composta di diverse anime, che spaziano dalla grafica e cartotecnica alle aziende trasformatrici, ai produttori di macchinari e alle cartiere».

Il ruolo dei consulenti Bocconi

«Lo scopo di questo progetto è quello di accompagnare le aziende della filiera nell’adozione del paradigma produttivo 4.0», continua Bona, «attraverso un percorso graduale che parta da principi generali per poi declinarsi nel particolare di ogni singolo settore produttivo. Ci siamo rivolti alla Sda Bocconi per potere mettere a disposizione degli associati un supporto qualificato e gli strumenti utili alle aziende per intraprendere il percorso. L’apporto dei consulenti della SDA Bocconi, coordinati dal professor Vincenzo Baglieri, offre un approccio metodologico anche per quanto riguarda l’evoluzione dei modelli di business, che può essere declinata in modi diversi a seconda dei settori di appartenenza».

«Il punto di partenza è stato il check up, un questionario online attraverso il quale le aziende che hanno partecipato all’iniziativa hanno fornito una serie di informazioni che, elaborate da SDA Bocconi, hanno consentito di delineare un quadro generale del grado di maturità 4.0 del settore e, per ciascuna azienda, una fotografia più specifica, continua Bona, «Questa fotografia costituisce una prima indicazione del proprio grado di maturità digitale rispetto al settore di appartenenza

Il successivo step è stata una formazione a livello executive organizzata in Sda Bocconi che ha consentito ai partecipanti di identificare le possibili applicazioni del modello Industry 4.0 alla propria azienda ma, soprattutto, di conoscere quali passi operativi intraprendere per poter diventare impresa 4.0. Un passaggio propedeutico a quello successivo, ossia il supporto consulenziale di Bocconi in azienda per un concreto affiancamento nel percorso. Quest’affiancamento, pensato per essere snello, della durata di 2-3 giorni, darà la possibilità alle aziende di caratterizzare in maniera più customizzata la propria roadmap per essere 4.0. ».

La fase 3 e la formazione

«La fase 3 di supporto consulenziale in azienda ha subito un inevitabile rallentamento per via della pandemia», dice Bona, «Ciò nonostante le aziende e la federazione sono pronte a ripartire di slancio, sia sul tema della formazione sia per quanto concerne il grande capitolo della transizione digitale e della sostenibilità, tenendo in questo caso anche in considerazione gli esiti della riscrittura del Recovery Plan che sono ormai in via di definizione».

«La pandemia ha dunque rallentato, ma non bloccato, quest’iniziativa che ripartirà a breve», sottolinea Bona. «Il progetto di formazione in azienda è destinato a tutti gli associati della Federazione che hanno già partecipato alla ricerca Bocconi condotta nel corso del 2018 con il check-up online, ma potrà essere esteso a tutte le aziende del settore interessate all’adozione del paradigma industria 4.0.

«Quel che più rileva di questa iniziativa è la visione strategica in ottica 4.0, tenendo conto delle caratteristiche del settore di appartenenza e del preciso posizionamento delle singole imprese. Non è mai, quindi, un percorso standard, ma un cammino individuale che considera la maturità di ogni azienda e gli specifici contesti in cui essa opera».

Breve guida alla scansione mobile, risultati positivi e tempo risparmiato

Adobe Scan è un’app mobile che riconosce in automatico il testo e che permette di acquisire documenti, moduli, biglietti da visita e lavagne virtuali in PDF di alta qualità direttamente dal dispositivo mobile.

Nonostante il mercato degli scanner si sia notevolmente ridimensionato nel corso dell’ultimo ventennio non si può dire altrettanto dell’esigenza di digitalizzare i supporti cartacei, e non solo nell’ambito della smaterializzazione documentale.

Anche se, in parte, le stampanti all in one hanno sempre più occupato anche gli ambienti casalinghi, gli smartphone hanno ormai sostituito gli scanner piani in molte circostanze, tutte quelle cioè in cui la priorità è più la rapidità dell’acquisizione che la qualità finale.

Di pari passo con il miglioramento delle prestazioni, delle fotocamere e delle funzioni di ritocco immagine, aumentavano i contesti i cui non si avvertiva più l’esigenza di uno scanner come lo si è sempre inteso, aprendo di fatto un “nuovo” segmento: l’acquisizione e gestione documentale da mobile.

Se poi aggiungiamo che l’ultimo anno ha portato a vivere condizioni più uniche che rare, anche nella didattica a distanza, con contesti famigliari costretti a inviare via mail i compiti dei propri figli… allora diventa inevitabile sbattere il naso contro questa “nuova” realtà.

A portata di mano

Lo ammetto, usando costantemente Photoshop non ho mai dato tanto credito a mobile app come Adobe Scan, Office Lens e compagnia. Sempre fedele al modus operandi tradizionale passavo fogli sparsi, quaderni, quadernoni, libri e libercoli rigorosamente sul piano dello scanner nella all in one di casa, intervenendo in modo automatico o manuale a seconda dei soggetti, delle pieghe ecc…

Risultati? Buoni, niente da dire, anzi, buona parte dei compiti rischiavano di essere più ben scansionati che ben fatti (ma almeno avevo fatto il mio).

Tempi? Eh… nonostante la padronanza dei mezzi in gioco le ore impiegate sono state un’enormità, e con il senno di poi avrei potuto circoscrivere gli interventi professionali a non più del 10% delle digitalizzazioni, demandando il resto al telefonino con la giusta app installata.

Figura 1

Il terzetto delle app Adobe con Scan, Acrobat e Sign, rispettivamente: l’app per l’acquisizione digitale, quella per aprire/gestire/fare cose con i PDF, e quella per l’ambito firma (elettronica e non) sui PDF.

L’iter ottimale

Premetto che nel mio caso ho fatto uso di Adobe Scan, per cui alcune voci o modalità operative potrebbero non essere esattamente le stesse usando app di altre case (ho contato almeno una trentina di alternative ad oggi), considerate comunque che, in linea di massima, sono sovrapponibili per lo meno nelle loro funzioni base.

Dunque, l’iter ottimale prevede

  1. avviare dell’app,
  2. scegliere la tipologia di soggetto da acquisire (Lavagna, Modulo, Documento, Biglietto da visita)
  3. inquadrare il soggetto
  4. regolare il riquadro di ritaglio

Vedrete 4 cerchietti girare per lo schermo alla ricerca del rettangolo da inquadrare e, una volta identificato, di default l’app procederà in autonomia all’acquisizione senza richiedere il tap dell’operatore.

Nel primo esempio ho operato in modalità Biglietto da Visita, ma l’inizio è uguale per tutte, se l’acquisizione non vi dovesse soddisfare si può scattare nuovamente, in genere però mi sono sempre trovato bene con la valutazione automatica.

Il riquadro di regolazione bordi assomiglia molto al Ritaglio Prospettiva di Photoshop (per non dire che è identico), e una volta sistemati eventuali disallineamenti tra i cerchietti ed i vertici del rettangolo di ingombro l’operazione di raddrizzamento è automatica.

Figura 2

La ricerca automatica del riquadro del biglietto fa quasi passare inosservate le opzioni di scatto nella bottom bar, che tornano comunque utili in caso l’utente voglia ottimizzare risultati automatici poco soddisfacenti (con messa a fuoco e flash addizionale). È naturalmente sempre possibile attingere a immagini già presenti nella galleria del telefono.

La casistica

A questo punto le strade si dividono, a seconda del tipo di soggetto scelto inizialmente:

  1. nel caso della modalità Lavagna l’app cercherà di ottimizzare i contrasti per gli scatti di lavagne (dai…) scritte con il classico gesso (eh…). Tra le varie e ormai consuete possibilità di condivisione, stampa diretta, eliminazione ecc… vale la pena indicare la voce di Modifica scansione (che apre un piccolo ambiente di editing per scrivere brevi annotazioni, disegnare semplici grafiche ed evidenziare eventuali aree di rilievo), e Combina più file, utile per la preparazione di un PDF multipagina che contenga più immagini.

Figura 3

Nella modalità lavagna giustamente non parte l’OCR ma viene data evidenza alla voce Modifica così da accedere ad una semplice lavagna… digitale.

  1. nel caso della modalità Modulo l’App farà partire una regolazione dei contrasti (colore automatico) ed un OCR (riconoscimento automatico delle parole) e cercherà di identificare in automatico i campi di compilazione appoggiandosi ad Acrobat Reader. Nei test fatti entrambi gli automatismi hanno funzionato benissimo, e anche se non risulta particolarmente sorprendente visto che i moduli sono tipicamente stampati chiaramente su fogli bianchi dà sempre soddisfazione vederli correttamente preparati.

Figura 4

La sequenza di acquisizione Modulo, con un esempio di documento già correttamente processato dall’OCR e compilabile con Acrobat Reader per mobile (con eventuale firma al bisogno).

  1. Nella modalità documento (quella standard in apertura) viene applicata una regolazione Colore automatico e un OCR, a cui segue prontamente la proposta di selezione e copia del testo. Nel test qui rappresentato ho cercato di mettere alla prova il riconoscimento automatico dei caratteri e come si può vedere dal testo selezionato il risultato è pienamente soddisfacente, anche sotto i 4 pt. Personalmente apprezzo che tutto funzioni anche se le pagine sono leggermente incurvate, come quelle dei libri, anche se mi piacerebbe l’introduzione di qualche strumento che raddrizza i fogli anche in questi termini.

Figura 5

La sequenza di acquisizione documento con la cornice di correzione prospettica e la selezione del testo (al centro) e le consuete azioni che ci si aspetta dai documenti PDF.

  1. Nella modalità biglietto da visita si accede rapidamente alla possibilità di salvare in rubrica i dati principali, tanto più chiaramente sono scritti sul biglietto e tanto meglio verrà fatto il riconoscimento dei dati, tuttavia non sempre Adobe Scan riesce nell’intento quando i biglietti presentano contrasti cromatici e/o allineamenti “creativi”, comprensibilmente aggiungerei.

Tutte le acquisizioni vengono salvate in Adobe Document Cloud, a meno che l’utente non desideri impostare l’app diversamente, e in questo modo non rischiamo di occupare inutilmente prezioso spazio sullo smartphone.

In conclusione: risultati positivi e molto tempo risparmiato, soprattutto se lo avessi usato prima.