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Konica Minolta lancia la Tecnologia di Verifica Automatica per stampe di massima precisione

Konica Minolta lancia un altro sistema innovativo per incrementare la qualità di stampa. Si tratta dell’innovativa tecnologia AIT – Auto Inspection Technology, che fa sì che ogni foglio stampato da un sistema di stampa di produzione venga controllato automaticamente in linea foglio dopo foglio, assicurando che vengano consegnate solo stampe della massima qualità. Con AIT Konica Minolta estende il già sofisticato sistema Intelligent Quality Care System IQ-501.

L’AIT – Auto Inspection Technology è una tecnologia di ispezione completamente automatizzata e a circuito chiuso che rileva problemi su ogni singolo foglio stampato confrontandolo in tempo reale con il documento Master. In presenza di anomalie, il sistema provvede a scartare i fogli non idonei e ristamparli nell’ordine corretto. Inoltre, AIT genera automaticamente un report sui risultati, disponibile tramite un browser web.

Estensione del sistema Intelligent Quality Care System IQ-501, AIT supporta tutti i modelli Production AccurioPress e tutti i moduli di finitura. Si tratta di una tecnologia innovativa che consente di incrementare la produttività, eliminando la necessità di ispezioni e costose ristampe. Le stampe in eccesso non sono più necessarie, il che consente ai clienti di ridurre i costi e generare margini più elevati.

Roberto Breglia, production printing product manager, Konica Minolta Business Solutions Italia, afferma:«Lavorando in partnership, vogliamo sempre che i nostri clienti ottengano i migliori risultati con il minimo sforzo, quindi l’automazione e la facilità d’uso sono cruciali. Questa tecnologia aiuta gli stampatori e i loro clienti ad ottenere i risultati richiesti nel modo più efficiente possibile e garantisce che solo i lavori con gli standard più elevati lascino il centro stampa”. Breglia inoltre aggiunge: “Il feedback è stato estremamente positivo. Non solo le aziende sono in grado di ottenere tempi di consegna più brevi con questo sistema automatizzato, ma anche gli operatori hanno la sicurezza di consegnare commesse come richieste dal loro Cliente. Inoltre, non è necessaria alcuna stampa aggiuntiva per i difetti stimati e viene garantita la massima affidabilità di tutti i lavori di stampa».

A Labelexpo Europe 2019 I&C-GAMA con le soluzioni per gli stampatori di etichette

I&C-GAMA parteciperà a Labelexpo Europe, a Bruxelles, insieme col proprio dealer del Benelux Advanced Machinery. I prodotti presentati comprendono: viscosimetri, sistemi di stoccaggio delle maniche, sistemi di lavaggio per anilox e fotopolimeri.

Tra i viscosimetri GAMA, un’attenzione particolare sarà riservata al G34, un sistema specifico per il controllo di viscosità e temperatura degli inchiostri UV e al G32 per vernici a base acqua.

La produzione di etichette è l’applicazione di riferimento per gli inchiostri UV. La grande varietà di soluzioni di stampa per etichette si articola da modelli base a sistemi sofisticati con macchine da stampa per etichette ad alta velocità, e comprende anche sistemi ibridi che abbinano la stampa flexo e quella inkjet in configurazioni roll-to-roll o roll-to-sheet. In questo flusso dell’inchiostro, quando si usa l’inchiostro UV, occorre un controllo soprattutto per la temperatura dell’inchiostro, che tende a variare nel passaggio dal sistema inkjet a quello flexo.

Il vantaggio del viscosimetro consiste nel velocizzare la produzione grazie al controllo automatico dell’inchiostro, che include il controllo di viscosità, temperatura e della variabile costituita dal pH negli inchiostri a base acqua. Il sistema si integra nel flusso informativo dello stampatore e nel si-stema di gestione implementato nell’unità di produzione.

In aggiunta ai viscosimetri, I&C-GAMA presenterà i suoi sistemi di stoccaggio maniche e i sistemi di lavaggio di lastre flexo, presentati quest’anno in tutte le fiere a cui I&C-GAMA ha partecipato.

Daniele Faoro nuovo amministratore delegato Guandong

Un incontro con la stampa ricco di novità e di ospiti d’eccezione per Guandong. Oltre ai giornalisti specializzati, in platea una rappresentanza di Reed Exhibitions, Alberto Masserdotti in veste di presidente Fespa Italia e Mauro Oliva, CEO di Alpac, in qualità di Guandong Ambassy. Presente all’appello tutto il CdA di Guandong, intervenuto per ufficializzare il conferimento dell’incarico di Amministratore Delegato a Daniele Faoro, già socio e membro del board.

Ed è stato proprio Faoro, dopo la consegna virtuale del testimone, a ripercorrere gli step della ‘bella storia’ che in 15 anni ha portato Guandong a essere oggi un brand riconosciuto in tutta Europa. «Siamo un’azienda italiana, orgogliosa di esserlo, che ha avuto il coraggio di uscire dai confini nazionali, costruendo nel tempo una reputation basata su knowledge consolidato, affidabilità, solidità finanziaria, voglia di innovare e sperimentare». E sono i fatti a dimostrare la crescita aziendale: 75.000 articoli movimentati ogni anno, 92% degli ordini evasi in 36 ore, 82% di richieste soddisfatte in 1 ora, 0,2% di reclami ricevuti nel 2019; il tutto in 36 Paesi presidiati dal network distributivo costruito da Guandong.

«Il rapporto con le persone è il fulcro centrale di ogni storia di successo”, ha spiegato Faoro, «partendo dall’organigramma, passando per i partner produttivi e commerciali, fino a raggiungere clienti e utilizzatori». Il nuovo AD ha quindi presentato l’attuale struttura aziendale, messa a punto per accogliere la crescita in ottica manageriale, annunciando al contempo un nuovo impegno in ambito di welfare e formazione finalizzato a un sempre maggiore coinvolgimento del team nello sviluppo di nuove idee. E se secondo Faoro oggi il primo prodotto da vendere è l’immagine aziendale, ecco che a testimoniare l’innovazione e la forza dei prodotti Guandong è Mauro Oliva di Alpac, nominato primo Ambassy Guandong. Alpac si definisce specialista del “Retail Total Look”, declinato in window display, comunicazione in-store, installazioni, out of home ed eventi. Per prestigiose commesse di rinomati brand del luxury e del fashion, Alpac ha utilizzato supporti Guandong come Wally, Magnet & Ferro e Textile che hanno permesso di realizzare progetti con una forte componente di innovazione.

Oltre alla nuova community di Ambassy, Guandong ha dato il via alla costruzione del Fashion Design Network selezionando experience centre e spazi di incontro per operatori della comunicazione e del design dove presenziare con allestimenti applicativi e interventi del management e dei tecnici aziendali in occasione di eventi e convegni rivolti a target professionali. «Operiamo in un mercato contraddistinto da una filiera molto lunga: distributori, stampatori, agenzie, architetti. Tutte figure con cui vogliamo relazionarci sempre più assiduamente per raggiungere l’utente finale», ha commentato Faoro. Il Fashion Design Network rientra a pieno titolo nel marketing mix aziendale, perché offre l’opportunità di raccontare i prodotti ma soprattutto di coltivare rapporti tra persone. Rapporti in cui l’azienda ha sempre investito, come è emerso chiaramente dal calore e dall’affetto che si è respirato al DecorLab durante il saluto a Edoardo Elmi. Ma è solo un arrivederci.

Presentato PAPER 19, corso superiore di alta formazione per il comparto della carta in Toscana

A capotavola, l'assessore regionale Cristina Grieco, alla sua destra Mirko Del Grande (ITS Prime), Paola Martelli (Confindustria Toscana Nord); alla sua sinistra Palo Baldi (Regione Toscana), Gabriele Baccetti (Confindustria Toscana) e, di spalle Tommaso Valente, (Sofidel). Al capotavola opposto all'Assessore, Gian Luca Antonelli (Assocarta)

Una grande occasione di alta formazione per i diplomati e un’ottima opportunità di occupazione in uno dei più importanti settori produttivi toscani. Si chiama Paper 19 il corso biennale di Tecnico Superiore (in pratica i “supertecnici” tanto richiesti dalle imprese) promosso, con specifico riguardo al comparto delle aziende della carta e del cartone e della relativa produzione di macchine, dall’ ITS Prime in co-progettazione con Federazione Carta Grafica, Confindustria Toscana Nord e le principali realtà industriali nel territorio. Presente al tavolo anche Confindustria Toscana e Sofidel, una delle imprese che hanno contribuito alla redazione del progetto e ne sosterranno il percorso.

Tutte realtà presenti a Firenze, per illustrare questa iniziativa all’Assessore Regionale alla formazione e al lavoro Cristina Grieco, che ha molto apprezzato il progetto «Veramente un bellissimo esempio di alleanza tra formazione e lavoro. I giovani che entreranno nelle aziende del settore una volta raggiunto il diploma di tecnico superiore potranno essere impiegati, dopo un adeguato periodo di inserimento, in posizioni di middle management di produzione, con possibilità di carriera in un distretto, quello della carta, che rappresenta una delle eccellenze regionali, nota ed apprezzata anche a livello internazionale (250 aziende, che occupano oltre 7000 addetti)».

I suoi punti di punti di forza sono rappresentati da una grande tradizione produttiva, adesso accompagnata da importante attenzione per l’innovazione tecnologica e l’automazione, sostenibilità ambientale e sociale, l’internazionalizzazione e la sicurezza sul lavoro.

Il percorso ITS è perciò fortemente integrato con gli indirizzi di studio cartari e cartotecnici ad oggi esistenti presso i Dipartimenti di Ingegneria Chimica, Ingegneria Meccanica e Chimica Industriale dell’Università di Pisa, nonché con il Master Post Laurea Carta e Cartone dell’Università di Pisa che da 16 anni si svolge a Lucca. E sempre a Lucca si terranno le lezioni teorico pratiche dell’ITS  “Paper19” prevedendo anche la possibilità di alloggio gratuito per chi proviene da fuori provincia.

Le iscrizioni, riservate a non oltre 25 partecipanti, sono già aperte e si chiuderanno il 15 ottobre.

Assemblea Atif 2019, flessibile e internazionale

Numerose attività in essere e altrettante in prospettiva. Atif, durante l’assemblea annuale, presenta un articolato progetto per i mesi a venire nel solco di quanto fatto sinora. La prospettiva è di fare crescere le aziende del settore in un quadro competitivo sempre più internazionale.

Maggiore spazio alla formazione e alle innovazioni in campo tecnologico. Questi gli obiettivi del prossimo appuntamento che Atif dà alle aziende del settore per l’edizione 2019 di Flexo Day, che si terrà il 21 e 22 novembre a Bologna. Se n’è parlato a Milano il 15 luglio scorso, in occasione dell’assemblea annuale del gruppo presieduta da Marco Gambardella,presidente di Atif.

Flexo Day, giunto alla sua 12edizione, prevede quest’anno una novità: una sessione pomeridiana già nel primo giorno di convegno, il 21 novembre, durante la quale si darà spazio alla formazione, alle problematiche tecniche degli stampatori, ma anche all’innovazione e alla tecnologia che, come afferma il presidente, «aiuta a migliorare il prodotto Made in Italy che ci viene riconosciuto nel mondo e crea valore». L’intento è offrire un ulteriore momento di confronto tra le aziende del settore e sottolineare il ruolo che l’industria flessografica italiana riveste anche oltre confine. Una sessione ridotta che accompagnerà verso la serata di premiazione della 5edizione del premio BestInFlexo, un evento nell’evento che piace e coinvolge sempre più aziende. I lavori iscritti al premio nel 2018 sono stati ben 120 per 12 categorie premiate oltre all’assegnazione del premio Best in Show, segno che le aziende sanno mettersi in gioco e mostrare il proprio livello di creatività e innovazione.

Visione internazionale

Ma FlexoDay è solo una delle tante attività del gruppo, come ha giustamente sottolineato il presidente, ricordando oltre a Flexo Day Sud, che in aprile a Salerno è giunto al suo nono anno di vita, anche la partecipazione del gruppo alle attività internazionali di FTA Europe, dal premio Diamond Awards – la cui ultima data è stata a Milano, il 30 maggio 2018; e il FTA USA Annual Forum, che si è svolto il 7 maggio 2019 a New Orleans.

Sempre a livello internazionale, ha ricordato come Atif abbia parte attiva ai tavoli di lavoro a Bruxelles, con la partecipazione, oltre che al gruppo europeo FTA Europe, anche alla Packaging Conference e a Intergraf, e alle tavole rotonde della Plastic strategy europea.

La partecipazione ad attività all’interno del settore, tanto a livello mondiale quanto nazionale, dimostra la vivacità delle aziende del comparto pur in un contesto economico internazionale complesso. Stando ai dati FMI (Fondo monetario internazionale) di primavera 2019 il PIL mondiale, pur prefigurato in crescita del 3,3%, risulta inferiore al precedente anno. Un contesto tutto sommato positivo, segnato dal forte sviluppo dei paesi emergenti e da maggiori difficoltà invece delle economie più tradizionali – statunitense ed europea –, in cui il commercio mondiale continuerebbe ad aumentare, ma che risente di maggiori incertezze rispetto al recente passato, motivate in particolare della questione dei dazi commerciali americani.

Stessa sorte per l’Eurozona per la quale si prevede un PIL all’1,3%, inferiore dello 0,5% rispetto al 2018, e in cui la debolezza dell’hub produttivo della Germania e la questione Brexit provocano una generale incertezza. In tutto questo l’Italia purtroppo è relegata nelle ultime posizioni, con un PIL a +0,1% sul 2018 – stime FMI – che conferma un quadro di stagnazione economica e che evidenza, tra l’altro, un graduale rallentamento persino in uno dei suoi punti fermi da sempre: la domanda estera. E se si aggiunge a tutto ciò una produzione industriale nazionale che ha perso nel primo trimestre dell’anno l’1% – dati Istat –, volumi di credito inferiori e una brusca frenata degli investimenti che fino al 2018 erano stati stimolati dai piani per Industria 4.0, con una manovra del Governo per il 2019 incerta e a tratti confusa, si comprende come l’industria abbia perso fiducia.

In tutto questo le aziende del comparto flessografico si muovono bene. Secondo i dati forniti dal Centro studi di Assografici, il 2018 per l’industria del settore si è chiuso con un +2,9% registrato in termini sia di fatturato sia produttivi, con un +2% per gli imballaggi in carta e cartone, e flessibili a fare da traino; positivo nel 2018 anche l’export che chiude a +2,9% rispetto al precedente anno. I dati del primo trimestre dell’anno in corso parlano di un +2% di fatturato per il settore cartotecnico trasformatore ma di un -1% in produzione. Un andamento positivo nel suo complesso, quindi, grazie anche a un’industria cartotecnica e trasformatrice che con i suoi 7,7 miliardi di euro annui si conferma al secondo posto in Europa, dopo la Germania, e al primo posto per numero di imprese, oltre 3.500.

Formazione in pole position

In questo scenario Atif ha deciso di puntare alla miglioramento continuo del settore. E non ci può essere crescita senza formazione. «Un tema che mi sta particolarmente a cuore» afferma Gambardella e per il quale il gruppo «continua a portare avanti iniziative utili alle aziende per lo sviluppo e l’aggiornamento delle competenze del capitale umano. Tra le attività 2018/19 abbiamo attivato corsi di formazione di due differenti tipologie: due che si sono svolti in aula e quattro giornate di corsi personalizzati tenutesi direttamente in azienda; a cui si è aggiunto un webinar sulla flexo organizzato in collaborazione con Enipg, l’ente nazionale per l’istruzione professionale grafica».

E non è tutto, «è in corso il progetto pilota “Laboratorio in fabbrica”, da settembre, che prevede l’identificazione dei fabbisogni formativi degli addetti del settore e l’organizzazione di due giornate di formazione in azienda, presso Polipack e Cartotecnica Postumia. E ancora, Matespack 2019, il primo master dedicato al settore attivato in Italia, in collaborazione con l’Università degli studi di Salerno, che prevede 1.500 ore di formazione e otto differenti moduli formativi, con lezioni, laboratori, seminari, project work e stage».

Sempre nell’ambito formativo, Gambardella ricorda anche le attività di Atif Academy, «l’associazione controllata da Atif e creata al fine di strutturare in modo organico tutte le attività di formazione del nostro gruppo». In particolare offre alle aziende formazione autofinanziata e finanziata, la possibilità di partecipare a bandi regionali, di accedere al Fondo sociale europeo, nonché a Fondimpresa.

Infine non dimentica di ricordare le iniziative del CTA– il Centro tecnico Atif – con la messa in attività della macchina in dotazione al centro presso l’Istituto Ripamonti di Como, equipaggiata grazie ai materiali forniti dai soci. Presso lo stesso istituto il gruppo ha curato anche la prima edizione del corso di 5 giorni per docenti.

Tecnica… mente

Atif in questi anni si è dedicata anche alla stesura di documenti tecnici, grazie al lavoro del Comitato Tecnico del gruppo. «Le attività del CT Atif» continua il presidente «hanno interessato sia la revisione di alcuni documenti tecnici – il Doc. 07 sulle “Matrici flessografiche” e il Doc. 08 sui “Nastri biadesivi per il montaggio delle matrici flesso” – sia la stesura di nuovi, come il Doc. 11 dedicato agli “Anilox”».

Un lavoro di aggiornamento continuo fondamentale per il settore e che continuerà nei prossimi mesi. «Sono già in via sviluppo nuovi documenti tecnici: il Doc. 12 per i “Substrati”, il Doc. 13 che sarà il “Documento di supporto per assemblaggio, matrici/sleeve con biadesivo al cilindro porta matrice”. Mentre sono, per il momento, ancora in fase di proposta il “Documento su pulizia e archiviazione matrici flesso” e il “Documento su attrezzature per il montaggio delle matrici, sui cilindri porta matrici”».

Notevole anche il lavoro svolto dalla Commissione Marketing, nella consapevolezza che il passaggio di informazioni e la conoscenza sono fondamentali per la crescita delle aziende e del comparto nel suo complesso.

In particolare il presidente ha ricordato le campagne video, rivolte agli stampatori e agli sponsor, dedicate a Flexo Day e a BestInFlexo 2019; l’apertura della pagina LinkedIn di Atif e lo sviluppo del progetto per la realizzazione di un video istituzionale del gruppo.

Tanti progetti realizzati, dunque, e tante attività ancora da compiere e sfide da iniziare, grazie alle competenze maturate negli anni dalle aziende e all’impegno dell’intera struttura di Atif che Gambardella ringrazia esplicitamente alla fine del suo discorso.

 

 

Conclusa l’acquisizione di EFI da parte di una società affiliata di Siris Capital Group

Electronics For Imaging ha annunciato la conclusione della sua acquisizione annunciata in precedenza da parte di un’affiliata di Siris per un valore di circa 1,7 miliardi di dollari.
 
In seguito alla conclusione della transazione, l’azienda, che continuerà a operare sotto il nome di Electronics for Imaging (EFI), sarà interamente di proprietà di un’affiliata di Siris e le azioni ordinarie di EFI verranno rimosse dal NASDAQ.
 
«Questa acquisizione segna l’inizio di un nuovo entusiasmante capitolo nella storia trentennale di EFI in qualità di leader della tecnologia di imaging digitale», ha affermato il CEO di EFI, Bill Muir. «Con la partnership di Siris, andremo alla ricerca di nuove opportunità per i nostri clienti, partner e dipendenti EFI a livello globale. Siamo impazienti di lavorare con Siris per scrivere un nuovo capitolo di innovazione all’interno del nostro portafoglio in crescita di soluzioni».
 
Jeff Jacobson, executive partner di Siris ed executive chairman di EFI ha aggiunto: «Il portafoglio di soluzioni best-in-class di EFI offre un’opportunità entusiasmante per generare un’ulteriore crescita nei flussi di lavoro digitali, inkjet e integrati di alta qualità. Sono impaziente di lavorare in stretta collaborazione con la direzione e so che Siris fornirà la guida e il supporto necessari per aiutare EFI a continuare ad accelerare la trasformazione dei settori in cui hanno importanza le immagini ricche di colori».
 
La transazione, inizialmente annunciata il 15 aprile 2019, è stata approvata nel corso di un voto degli azionisti tenutosi il 15 luglio 2019, durante il quale il 72,2% delle azioni in circolazione di EFI e il 99,7% delle azioni espresse hanno votato a favore della transazione.

Digitale e personalizzazione: il flusso di lavoro

Dal file alla stampa: gestione, razionalizzazione e ottimizzazione del workflow.

Far riconoscere un consumatore in un prodotto è lo scopo ultimo di ogni campagna pubblicitaria e le forme per ottenere questo risultato sono molteplici. Nella stampa questo risultato è ottenibile tramite la personalizzazione a più livelli dello stampato. Ora che anche la nobilitazione è digitale sempre più spesso si affida a questo passaggio la parte relativa alla personalizzazione.

La personalizzazione dello stampato è il vero elemento distintivo e di unicità della stampa digitale e questo può essere allargato anche ai processi di nobilitazione digitale. Personalizzare significa differenziare ogni stampato per un elemento e la nobilitazione in digitale porta un indubbio vantaggio: personalizzazioni su produzioni massive offset.

Quali sono, ad oggi, le nobilitazioni digitali che è possibile realizzare:

  • verniciatura UV flat e spessorata;
  • applicazione foil (diretto o a due passaggi);
  • stampa bianco, fluorescenti, metallizzati (toner e inkjet);
  • plastificazioni tattili e con effetti ottici.

Affinché queste tecniche possano essere utilizzate è necessario predisporre un flusso di lavoro passo a passo che porta i dati alle macchine e capire quali possono essere le aree di rischio da considerare. Come tutti processi di stampa digitale è il filela matrice del processo e spesso, causa l’immediatezza della realizzazione e le quantità ridotte rispetto alle tecniche convenzionali, si riducono i controlli e le verifiche pur di ridurre i tempi; ma quando si vuole usare la nobilitazione digitale in dato variabile bisogna necessariamente riesumare un adagio che diceva sempre un mio superiore «fai piano che ho fretta», perché un errore può pregiudicare tutta la produzione.

La dotazione tecnica è il primo elemento da considerare quando per poter realizzare uno stampato personalizzato:

  • un database strutturato;
  • un sistema di gestione dei contenuti;
  • composizioni grafiche specifiche;
  • un software di automazione in grado di costruire ed eseguire regole di composizione grafica e di plance di produzione.

Questi elementi sono gli stessi che si utilizzano per la produzione di stampati a dato variabile e la differenza di utilizzo è nelle opzioni e nelle impostazioni da adottare specifici per il tipo di nobilitazione che si vuole applicare; cambieranno il numero di informazioni da processare, le limitazioni da adottare e il numero e criterio di controlli da adottare.

Database strutturato

Avere un database strutturato è fondamentale perché permettere l’utilizzo corretto dei dati ed eseguire efficaci controllidi produzione. Tutti i dati che compongono lo stampato possono essere facilmente inseriti in strutture che ne consentono la ricerca efficace e la composizione automatica. Compito dei database è costruire le relazioni tra questi dati affinché, una volta eseguito la domanda (query) di ricerca ci sia una risposta coerente e completa.

Un esempio di tutti i giorni sono le ricerche che si compiono nelle banche date immagini dove, inserendo alcune parole chiave (keyword) ci vengono proposte una serie di immagini. Queste keyword sono inserite al momento del caricamento (update) delle immagini nel database e sono scelte tra una serie di parole già inserite. Ad esempio, quando carico una immagine di una pizza potrebbero essere inserite le seguenti parole chiave: cibo, forno, pomodoro, mozzarella, Italia, Napoli, margherita, fast food, lievito, cotturae via di seguito. In questo sia a chi sta facendo un volantino per una pizzeria, sia a chi sta impaginando una guida turistica sull’Italia potrà comparire questa immagine. Per questo motivo un database non è un mero software bensì un servizio che richiede competenze informatiche e organizzative oltreché una infrastruttura hardware in grado di garantire continui incrementi e rapidi accessi.

Contenuti

I contenuti che il progetto grafico dovrà contenere saranno composti da elementi variabili e da elementi fissi. Mentre sugli elementi fissi è possibile eseguire un controllo completo prima di andare in stampa, per gli elementi variabili questo potrà essere fatto solo controllando uno per uno i documenti (record) che sono stati generati con grande dispendio di tempo. Per questo è importante eseguire alcune estrazioni di dati rilevanti affinché sia possibile controllare che ci sia congruità e uniformità stilistica tra contenuti fissi e variabili. I controlli di congruenza e uniformità variano in funzione del grado e tipo di personalizzazione e può riguardare, ad esempio, il genere, la grammatica, lo stile cromatico e figurativo delle immagini.

Ad esempio, le immagini possono essere archiviate già con maschere di selezione da utilizzare per realizzare nobilitazioni selettive. Sarà importante che le maschere siano tutte nominate nello stesso modo affinché i RIP dei sistemi di nobilitazioni siano in grado di identificarle e utilizzarle in modo corretto.

Grafica

La composizione della grafica richiede una scrupolosa attenzione nei particolari che possono creare criticità sia negli elementi fissi sia in quelli variabili. Per ridurre le criticità e gli errori è fondamentale sapere quale processo di stampa e di nobilitazionesarà utilizzato. Le specifiche delle tecniche di stampa e di nobilitazione incidono in modo diretto sullo spessore delle linee, su il tipo di carattere, sul numero di passaggi necessari per realizzare lo stampato, sugli spessori da realizzare.

Ad esempio, se consideriamo la personalizzazione di una copertina di un’agenda con il nome del destinatario su prodotto finito, quasi certamente si utilizzerà un sistema di stampa digitale flatbed UV che potrà stampare anche in modo stratificato per ottenere un effetto rilievo, probabilmente con un fondo bianco e un colore in sovrastampa. Per questi motivi il carattere usato dovrà avere aste e occhielli spessi e, in caso di grazie, si dovrà aumentare il kerning (distanza tra le lettere) per evitare inestetici accoppiamenti dovuti all’inevitabile ispessimento generato da i molteplici passaggi.

Se si sta preparando un invito che richiede una applicazione di foil tramite sleeking sarà necessario considerare che il supporto subirà almeno tre passaggi stampa – calandra – stampa che prevedono temperature elevate che stressano il supporto deformandolo. Per questo sarà necessario considerare tolleranze di registro più ampie perché richieste da i doppi passaggi in digitale e delle doppie fusioni.

Affinché tutto il lavoro di stampa non sia compromesso nella fase di nobilitazione è necessario stabilire da subito quale tecnica sarà utilizzata perché nel successivo controllo qualità in produzione la difettosità sarà difficilmente individuata. In questo caso l’errore sarà enfatizzato dall’occhio del destinatario in quanto direttamente riferito a lui annullando o addirittura invertendo l’intento comunicativo.

Regole di personalizzazione

Le regole possono essere suddivise in due macro aree: immissione e formattazione dati, composizione dello stampato. Più sono stringenti le prime minori saranno i possibili errori nell’esecuzione delle seconde. Suddivisione dei campi, numero di caratteri, uniformità della dimensione e coerenza cromatica delle immagini sono alcune delle aree su cui è necessario prestare attenzione affinché la successiva composizione sia efficiente e con un numero ridotto di interventi posto elaborazione.

La composizione di uno stampato personalizzato necessita di regole che vengono scritte ed elaborate all’interno dei software di personalizzazione. La costruzione di queste regole determina quali e con quale sequenza devono essere utilizzati i campi dei database, come agire in caso di campi vuoti, quali azioni compiere in caso di variazione di aree di testo e spostamento di elementi grafici, quali e come gestire le eccezioni.

La verifica dei risultati visivi prodotti da queste regole è determinante per individuare quali problematiche potrei incontrare in fase di nobilitazione, come variazione di posizione per cambi di gabbia che possono impattare nella stesura del foil o come i segni fonetici che possono creare vistosi inestetismi di interferenza con grafismi in prossimità o troppo sottili rispetto alla forza del carattere.

Formato file da processare

Se per il mero processo di stampa digitale possiamo utilizzare diversi formati di file grafici e non, per fare delle nobilitazioni digitali si deve necessariamente utilizzare il formato PDF sia per il posizionamento sul foglio, sia per la gestione del multipagina, mentre la versione dipende dal RIP che gestisce il sistema. La personalizzazione della nobilitazione è sempre riferita a parti dello stampatoe solo quegli elementi sono necessari nel file da inviare. Il formato PDF/VTè la migliore soluzione per la trasmissione corretta di contenuti e grafica nei sistemi digitali che integrano stampa e nobilitazione in un unico sistema. Il PDF multipagina già compilatova bene per i sistemi di sola nobilitazione.

Inoltre, per i sistemi di stampa digitale di piccolo e grande formato che prevedono l’utilizzo di colori speciali come il bianco, i fluorescenti, metallizzati, trasparenti si dovranno adottare le regole indicate dal produttore delle macchine per costruire il file in modo corretto (disposizione di livelli, assegnazione di nomi a colori speciali, gestione delle densità, ecc…).

I file possono essere sia vettorialisia rasterperché i RIP sono in grado di utilizzare al meglio i dati sottoposti. Tuttavia, è da considerare che per alcune applicazioni fornire un dato già rasterizzato può essere utile ad avere un migliore controllo sul risultato finale come nel caso di applicazioni di vernici o foil in degradè evitando la generazione di inestetismi come punti diffusi e aggrappi parziali. Il peso non deve preoccupare perché trattandosi per lo più di maschere sono file bitmap o al massimo in scala di grigi.

Regole di produzione

Quando si esegue una produzione a dato variabile è importante valutare la sequenza di tutte le operazioni che serviranno per realizzare e consegnare il prodotto finito perché queste determinano come andrà stampato e nobilitato. Più la personalizzazione è stringente (nomi, numerazioni progressive le più stringenti) più sarà necessario progettareplance di stampa e sequenze di taglio che non alterino queste sequenzialità o che interferiscano con gli elementi di controllo (crocini, tag, codifiche).

Infatti, alcuni sistemi di nobilitazione digitale prevedono l’inserimento di crocini/tag di riconoscimento che servono per identificare l’effettivo formato stampato e, se necessario, eseguire il ricalcolo del file per compensare eventuali movimenti del supporto e l’inevitabile fuori registro. Questi segni si riferiscono alla plancia e non al singolo record per cui devono essere applicati con post imposition. Oppure facendo lo sleeking i passaggi multipli provocano continue inversioni delle sequenze dei fogli aumentando il rischio di errori nelle sequenze numeriche o logiche che ordinano lo stampato.

Se la personalizzazione prevede la casualità di pattern o texture sarà necessario considerare il prezzo/beneficio tra eseguire la casualità in produzione o in post produzione, cioè nel momento dell’assemblaggio o applicazione (nel caso si etichette o sleeve) dello stampato. Il continuo cambio di pattern potrebbe portare a generare uno spreco di materiali e un allungamento dei tempi di produzione non previsto; ogni produttore di tecnologia saprà dare le migliori indicazioni in merito a questa applicazione.

Se in fase di progettazione sono state compiute le corrette considerazioni sulla tecnica di nobilitazione da utilizzare si crea una catena di valore unica che permette di valorizzare la produzione stampata standard creando effetti visivi e sensoriali diversi e di alto impatto per il destinatario finale.

Strumenti di controllo e verifica

In ogni processo di produzione a dato variabile la domanda che spesso ci si chiede è: come faccio a essere sicuro che tutto sia stampato? Che la qualità sia conforme per tutti i fogli o prodotti? I controlli qualitativi in produzionesono gli stessi che sono eseguiti durante la produzione a dato statico: uniformità cromatica, rispetto dei parametri della norma di riferimento, controlli specifici del tipo di nobilitazione applicata; quest’ultimi sono determinati dal tipo di tecnologia che si utilizza e il confronto con il campione di riferimento.

Il controllo della effettiva stampa di tutti i record è fatto sia con controllo numerico (numero di fogli/metri prodotti) sia con l’utilizzo di codici (QR, Barcode, Datamtrix, ecc…) che racchiudono informazioni univoche del record e che sono letti in produzione tramite scanner o telecamere, sia con i sistemi proprietari dei vari produttori di macchine che forniscono feedback sulla effettiva produzione di tutti i record/pagine/fogli/pezzi previsti. I sistemi di codifica non sono utilizzabili nel caso di stesura vernici e possono rappresentare uno spreco nell’applicazione del foil; se necessari, saranno stampati in un’area del record o del foglio macchina e successivamente letti per confermare l’effettivo passaggio nel sistema di nobilitazione scelto.

Ogni altro controllo su contenuti e grafica deve essere definito a monte, nella fase di progettazione e scelta/costruzione dei database, generando esempi che identifichino le situazioni critiche, creando campioni da utilizzare successivamente in produzione. Infatti, uno dei vantaggi dell’utilizzo delle tecnologie digitali di stampa e di nobilitazione è la possibilità di realizzare, in fase di progettazione, dei campioni conformi all’originale e dunque avere un riscontro visivo immediato del prodotto finale.

Conclusioni

Come per la stampa digitale, la nobilitazione digitale ha nella variabilità una potenzialità di crescita enorme perché può interagire con diversi sistemi di stampa e favorire un doppio valore nobilitando e personalizzando produzioni seriali. Ma è necessario che tutta la filiera interscambi informazioni perché il rischio di stravolgere i progetti corso d’opera per limiti tecnici e il grado di unicità dei pezzi prodotti rischiano di generare costosi e frustranti errori e ritardi. Viceversa sarà, come diceva il celebre Bruno Pizzul, «tutto molto bello»…

Il presidente di Acimga Peretti eletto vicepresidente del Comitato Fiere Industria

La nomina è avvenuta nell’ambito del rinnovo delle cariche sociali, durante l’Assemblea del 15 luglio.

Il CFI è l’Associazione degli Organizzatori fieristici che operano nell’ambito dell’Industria fieristica italiana. Il Comitato è associato a Confindustria e ne segue regole e codice etico.

«Consideriamo questa nomina un riconoscimento per il lavoro svolto da Acimga nel campo dell’internazionalizzazione, con il fondamentale supporto dei soci. Il settore dell’industria delle macchine per il printing, il packaging e il converting è una nicchia rispetto agli altri ambiti della meccanica strumentale, ma è una nicchia ad altissimo valore aggiunto e con una grande propensione all’export. Nel 2018 ben il 64% del nostro fatturato è venuto dalle esportazioni. Nell’ambito fieristico, le sinergie sono importanti e vincenti, come ci ha mostrato la prima edizione di Print4All, realizzata all’interno dell’Innovation Alliance che riunisce in un unico evento cinque grandi manifestazioni fieristiche. Una formula che, non a caso, ripeteremo dal 4 al 7 maggio 2021. Crediamo di poter portare il nostro contributo a un’associazione come il CFI, dove creare ulteriori positive sinergie per promuovere sempre più e meglio le eccellenze della meccanica strumentale italiana».

L’Assemblea CFI ha confermato alla presidenza Massimo Goldoni che, oltre a Peretti, avrà come vicepresidente Vincenzo Franco. Sono stati eletti componenti del Consiglio Generale: Ivo Nardella, Giovanna Ceolini, Francesco Gili, Flavio Innocenzi, Alfredo Mariotti, Emilio Mussini, Massimiliano Pierini, Marco Sabetta, Marina Stella, Ivano Vacondio, Enrico Zannini; il Collegio Sindacale sarà composto da Aldo Parini (presidente), Maurizio Nova, Giovanni Usuelli, mentre il Collegio dei Probiviri da Giuseppe Bellora, Giovanni Dalloli e Massimo Martinoli.

 

A Labelexpo Konica Minolta presenta in anteprima AccurioLabel 230

La stampa digitale a toner targata Konica Minolta promette di portare ulteriori benefit agli stampatori, in termini di produttività, flessibilità e stabilità. E Konica Minolta ha scelto Labelexpo per dare dimostrazione concreta delle potenzialità di AccurioLabel 230: dalla sua semplicità di utilizzo, alla flessibilità, fino alla capacità di far fronte alle richieste crescenti del mercato di tirature ridotte e maggiore personalizzazione. AccurioLabel 230 è la nuova versione del sistema di stampa di etichette digitale AccurioLabel 190, che ha già ottenuto ottimi risultati, consentendo agli stampatori di offrire ai propri clienti vantaggi in termini di produttività, flessibilità e stabilità. Gli stampatori che hanno scelto AccurioLabel 190 sono inoltre riusciti ad ampliare la propria presenza nell’ambito della stampa di etichette digitali.  Sebbene esteticamente il modello sembri identico al suo predecessore, il nuovo quattro colori AccurioLabel 230 si è evoluto in molti aspetti. Tra questi, l’aumento significativo della velocità, l’incremento della produttività, l’introduzione dell’opzione di sovrastampa, l’eliminazione del tempo di riscaldamento, la riduzione degli sprechi e il registro di stampa più accurato.

Come già avvenuto in precedenza per AccurioLabel190, anche lo sviluppo di AccurioLabel230 è frutto della collaborazione con l’innovativa società danese Grafisk Maskinfabrik (GM). AccurioLabel230 è stata realizzata con la tecnologia del motore AccurioPress di Konica Minolta ed è già disponibile per il mercato italiano.

La nuova soluzione di stampa si rivolge ai segmenti di fascia medio-piccola ed è ideale per etichettifici, stampatori commerciali e aziende di imballaggio. È stata sviluppata partendo proprio dalle esigenze dei clienti. AccurioLabel230 è infatti la soluzione per i fornitori di stampa professionale che desiderano spostare i volumi dalle macchine da stampa convenzionali a quelle digitali o sono alla ricerca di una soluzione complementare per bilanciare i lavori di altre macchine da stampa digitali. È la risposta alla riduzione delle tirature, alla riduzione dei tempi di consegna, alla personalizzazione e al versioning.

«Gli addetti ai lavori che si stanno muovendo verso la produzione digitale hanno accolto favorevolmente il lancio della nuova soluzione e sono rimasti colpiti dalla produttività, stabilità e nuove funzionalità che contribuiscono a creare nuove opportunità di business. Ad esempio, ora AccurioLabel 230 impiega circa la metà del tempo per stampare quattro lavori da 300 m/l. Sappiamo che i piccoli/medi etichettifici hanno finalmente scoperto che fino al 60% dei lavori esistenti potrebbero essere eseguiti digitalmente, liberando così le attrezzature di stampa convenzionali per lunghe tirature» spiega Fabio Saini, product manager Industrial Printing Konica Minolta Business Solutions Italia.

Per una filiera colta

La scritta bianca è posta in sovrastampa (A) e per questo non visibile. Con i software di controllo è possibile intercettare il problema e porvi rimedio cambiando l’attributo da sovrastampa a foratura (B). Alcuni software come ad esempio InDesign impediscono di attribuire la sovrastampa a un elemento testo con riempimento e/o traccia di colore bianco.

Gestione dei file: gli operatori devono imparare a tenere in considerazione tutto il processo di lavoro.

La gestione dei file è il punto iniziale dei flussi di lavoro di ogni azienda di stampa e riveste un’importanza notevole poiché ogni rallentamento o errore si ripercuote a catena su tutte le fasi successive, generando rallentamenti produttivi e rifacimenti.

Sono tanti gli elementi che avrebbero dovuto portare beneficio al settore rendendo più fluido lo scambio dei file; tra questi la diffusione di comandi interni ai software in grado di eseguire i controlli sui file, l’evoluzione continua dei workflow di prestampa che si sono arricchiti nel corso degli anni di funzioni sempre più sofisticate e l’incessante lavoro delle associazioni tecniche impegnate a diffondere cultura tecnica. Tuttavia, così non è stato, e lo constatiamo con dispiacere.

È sempre più evidente che insieme a un deciso miglioramento in termini di strumenti software non c’è stata una crescita culturale da parte di chi i file li crea e li invia alle aziende di stampa.

Dalle nostre interviste con operatori del settore è emerso in modo chiaro come i problemi che caratterizzano i file forniti allo stampatore siano sempre gli stessi di 10 anni fa e dimostrano come sia ancora scarsa l’attenzione prestata a una delle fasi più importanti del flusso di produzione dello stampato. Per chi vive immerso nel mondo della prestampa questa situazione ha dell’incredibile; perché è evidente che ogni problema tecnico presente in un file può generare un serie di inefficienze che causano danni economici alle volte molto rilevanti.

Alcune precisazioni importanti

Quando si parla di problemi dei file bisogna sempre stare attenti a fare una distinzione tra problemi tecnici presenti nel file e in grado di compromettere il risultato in stampa e problemi legati alla capacità elaborativa dei RIP a cui è demandata l’interpretazione finale del file prima dell’invio alla macchina da stampa. Mentre la prima categoria di problemi è responsabilità di chi crea il file, la seconda è di pertinenza dello stampatore che, in alcuni casi, potrebbe avere difficoltà a gestire file corretti tecnicamente per la presenza di particolari effetti grafici, come la trasparenza, che possono generare risultati errati dopo la loro completa interpretazione. Oltre a questo, c’è un’altra variabile che aumenta la difficoltà nella gestione corretta dei file. Sono i software che normalmente vengono usati per vedere a video i file. Poiché il formato più diffuso per lo scambio dei file tra clienti e stampatore è il PDF, i programmi più utilizzati sono Acrobat e altri visualizzatori come ad esempio in ambito Mac, Anteprima. Se non opportunamente impostati a livello di preferenze, i programmi visualizzano a monitor risultati diversi a fronte dello stesso file. Questo avviene ad esempio per gli elementi posti in sovrastampa, attributo che può essere assegnato a ogni elemento presente in un file, e che per essere reso in modo corretto a video deve essere elaborato dal programma.

Gli errori più comuni

Fatta chiarezza sui vari elementi che potrebbero compromettere un output corretto dei file, passiamo ad analizzare gli errori più comuni che ancora oggi affliggono il settore grafico.

Come evidenziato dai sondaggi che ciclicamente le associazioni tecniche e le software house eseguono intervistando gli stampatori si può notare, confrontando i risultati con quelli degli anni passati, come la situazione non sia cambiata. A distanza di 10 anni la classifica presenta ancora gli stessi errori, con l’aggravante che nel frattempo i programmi sono migliorati mettendo a disposizione una serie di strumenti specifici per intercettare e prevenire gli errori, strumenti che in genere sono semplici da usare e dal costo accessibile.

Analizzando in modo più preciso l’elenco degli errori

•  Immagini in bassa risoluzione

•  Elementi RGB senza profilo ICC 

•  Abbondanza mancante o errata

•  Profili ICC errati

•  Errori di sovrastampa (bianchi)

•  Presenza di tinte piatte non previste 

•  Colore registro (nero fatto con CMYK) usato in modo errato

•  Copertura inchiostro elevata 

•  Font corrotte 

•  Font non incorporati

si rileva come alcuni di essi siano imputabili essenzialmente a una mancanza di cultura grafica. Non definire l’abbondanza in un file, usare il colore di registro per i testi o porre i bianchi in sovrastampa su fondini colorati sono errori che un tecnico non dovrebbe mai commettere. Inoltre, mentre alcuni errori i software di controllo (preflight) sono in grado di eseguire delle correzioni, come ad esempio cambiare l’attributo dei testi bianchi da sovrastampa a foratura oppure cambiare il colore registro in K=100, altri come l’abbondanza mancante richiedono quasi sempre importanti interventi manuali se non addirittura il rinvio del file da parte del cliente.

Anche sul fronte della gestione del colore persistono diverse problematiche soprattutto legate alla presenza di immagini RGB. C’è da dire che ormai tutti i workflow di prestampa sono in grado di gestire in modo adeguato le conversioni colore da RGB a CMYK, ma questo richiede che gli elementi che saranno da convertire abbiamo associato un profilo ICC. Ed è proprio questo a rappresentare l’anello debole della catena: la mancanza di informazioni coloreche, come affermano tutte le note tecniche, devono sempre essere presenti al fine di rendere possibile conversioni colore consistenti con l’output previsto. A complicare la situazione ci sono i nuovi standard FOGRA51 e FOGRA52, nuovi per modo di dire visto che sono stati rilasciati nel 2015, che dovrebbero sostituire rispettivamente i vecchi FOGRA39 e FOGRA47. È vero che i programmi dell’Adobe Creative Cloud non hanno ancora adottato i nuovi profili, ma in alcuni Paesi, come quelli del Nord Europa e la Germania, sono comunque diffusi e per questo può succedere di ricevere file impostati secondo gli standard più recenti. Per uno stampatore diventa quindi fondamentale intercettare preventivamente queste informazioni per evitare di andare in stampa su una macchina calibrata in FOGRA39 con un file realizzato in FOGRA51, senza aver prima attuato un passaggio in un programma di repurposing adeguato.

Una nota positiva, riguarda invece i font. È noto che in un file PDF i font debbano essere incorporati; questo per anni è stata una spina nel fianco degli stampatori. Oggi, pur rimanendo ancora un problema, soprattutto per quanto riguarda alcune categorie di file come quelli delle pubblicità che affollano le riviste, la situazione è migliorata. Alcuni software, come ad esempio InDesign, non consentono di generare PDF senza font incorporate e questo ha contribuito a ridurre la percentuale di errori riconducibile a questa categoria.

Quali rimedi si possono adottare?

Le armi che le aziende di stampa hanno a disposizione per prevenire la fornitura di file contaminati da problemi sono molteplici e comprendono sia strumenti didattici sia software adeguati allo scopo. Per strumenti didattici intendiamo sia i documenti tecnici, anche chiamati Capitolati di fornitura, messi a disposizione dei clienti in cui sono descritti i requisiti che i file devono soddisfare, che i cosiddetti whitepaper che in modo più ampio illustrano come impostare correttamente i programmi. Anche dei brevi video, resi disponibili sul sito dello stampatore, che affrontino in varie puntate argomenti teorici sono un valido strumento didattico a cui si possono affiancare anche i webinar che stanno riscuotendo un buon successo, poiché di semplice fruizione anche in modalità differita.

Quando invece si parla di soluzioni software ci riferiamo al preflight, insieme di comandi che consentono l’analisi dettagliata e puntuale di tutti gli elementi di un file sulla base di un insieme personalizzabile di impostazioni. Il preflight può essere eseguito all’interno dei programmi mediante l’installazione di appositi plug-in oppure è reso disponibile come insieme di comandi all’interno di software. Mentre una volta questa cruciale fase del flusso produttivo era eseguita solo sui file PDF, da qualche anno è possibile attivarla anche all’interno di alcuni programmi. InDesign, ad esempio, mette a disposizione la Verifica Preliminare che consente di intercettare già in fase di creazione del file tutti i problemi più comuni già citati. Certo è fondamentale sapere come impostare i parametri e capire i messaggi che il programma restituisce ma non è un compito molto difficile.

L’importanza della cultura

Da quanto detto fino a qui emerge quanto sia difficile per i reparti di prestampa delle aziende grafiche gestire i file dei clienti riuscendo, allo stesso tempo, a soddisfare le esigenze produttive che sono sempre finalizzate a saturare la capacità di stampa delle macchine. È di conforto sapere di poter contare su strumenti software adeguati, che abbiamo visto essere numerosi e diffusi, mentre emerge molto chiaramente un problema di natura culturale. Finché non sarà chiaro a tutti gli operatori della filiera grafica che per lavorare bene è indispensabile che ogni attore svolga il proprio lavoro tenendo in considerazione anche le fasi successive, non ci sono tante speranze di miglioramento. Stupisce alle volte sentire alcuni creativi affermare che è compito dei tecnici mettere a posto i file qualora questi contengano degli errori; in parte siamo d’accordo anche noi, ma è indispensabile che anche i creativi siano a conoscenza di tutto il processo che dovrà subire il lavoro in modo da evitare inutili e dispendiosi avanti e indietro di file. Lavorare a compartimenti stagni, senza sentirsi parte di una filiera non aiuta nessuno e non contribuisce far crescere la cultura del settore.

IL REPARTO PRESTAMPA: COME LAVORA

«La nostra azienda ha un respiro internazionale – ha detto Stefano Oggioni responsabile dell’area prepress di Pozzoli– e opera in vari mercati tra cui quello della cosmesi, del food&beverage oltre a quello storico dell’intrattenimento. Riceviamo dai nostri clienti principalmente file PDF, raramente file nativi prodotti con Illustrator e InDesign, siamo comunque in grado di gestire ogni tipo di dato digitale. Il nostro flusso di lavoro in prestampa prevede che i file prima di essere immessi in lavorazione vengano controllati dal punto di vista della correttezza tecnica e di “struttura”, quest’ultima strettamente legata al tipo di prodotto che deve essere stampato. Per correttezza tecnica intendo tutti quegli elementi che riguardano il contenuto del file, come la risoluzione delle immagini, la presenza di elementi in RGB o con profili ICC non consistenti con l’output richiesto, mentre con “struttura” identifico i controlli che vengono fatti sull’abbondanza, sui pendant, cioè l’accostamento delle aree che si estendono su più elementi che comporranno il packaging finale, sulle dimensioni fisiche “reali” del progetto rispetto a quelle che sono dichiarate in commessa di lavoro e sui livelli che contengono i grafismi delle nobilitazioni da realizzare.

Stefano Oggioni responsabile dell’area prepress di Pozzoli.

Il programma che utilizziamo per finalizzare i file ricevuti è ArtPro; ogni file che riceviamo dai nostri clienti viene importato all’interno del software e, dopo l’esecuzione dei controlli, vengono fatte tutte le lavorazioni utili a preparare il file per la sua immissione nel workflow Prinergy della Kodak.

Notiamo alcune differenze, alle volte notevoli, nei file rispetto all’area geografica di provenienza. La cosa più evidente è la gestione del colore; in Italia e in Francia i file sono ancora preparati per un output Fogra39, mentre l’area della Germania e, più in generale tutti i Paesi del Nord Europa forniscono file già finalizzati per il Fogra51. Per noi questo non costituisce un problema in quanto siamo attrezzato con delle soluzioni software in grado di fare il repurposing sui file in modo da ottenere conversioni corrette rispetto all’output richiesto. Certo è che questa differenza la dice lunga sul grado di adozione delle norme ISO in alcuni Paesi che hanno tempi più lunghi di aggiornamento rispetto ad altri.

Rispetto agli anni passati devo riconoscere, a malincuore, che non c’è stato un miglioramento nella fornitura dei file soprattutto quando provengono da alcune aree geografiche specifiche. Continuiamo a ricevere file con basse risoluzioni e elementi RGB privi di profilo ICC, oppure rileviamo profili ICC completamente inconsistenti rispetto all’output richiesto. Quello che però colpisce di più sono gli errori che prima ho definito di struttura, quelli che mostrano chiaramente una mancanza di cultura grafica di base.

Alle volte sembra che il lavoro sia stato eseguito da grafici non professionisti e che mancando di nozioni tecniche adeguate, riescono a produrre file impossibili da stampare.

La vocazione della nostra azienda è quella di dare un servizio completo al cliente, per cui al nostro interno lavorano operatori qualificati in grado di risolvere i problemi, questo è un valore aggiunto che di contro oltre a costituire un aggravio in termini economici, comporta spesso dei rallentamenti nel flusso di lavoro.

Da ultimo vorrei sottolineare il fatto che noi forniamo sempre ai nostri clienti delle specifiche di fornitura dei file; che costituiscono più che altro un insieme di regole da seguire nel salvataggio del dato digitale. Specificano quindi i formati file e le versioni accettate, le risoluzioni consigliate per le immagini, i profili ICC ammessi e la dimensione dell’abbondanza. Mentre per i clienti che ce ne fanno richiesta, forniamo un supporto tecnico telefonico e una guida dettagliata che aiuta il grafico nell’esecuzione dei principali interventi da eseguire sui file durante tutto l’iter lavorativo».