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Heidelberg e il digitale: in vista nuove acquisizioni

Rainer Hundsdörfer, CEO di Heideklberg dallo scorso novembre.
Rainer Hundsdörfer, CEO di Heideklberg dallo scorso novembre.

Il nuovo amministratore delegato di Heidelberg progetta di rinnovare profondamente la struttura organizzativa della società per allinearla a un futuro sempre più digitale e, proprio a tal proposito, ha anche dichiarato di avere un certo numero di potenziali acquisizioni nel mirino. Rainer Hundsdörfer, al timone dell’azienda dallo scorso novembre, ha annunciato piani importanti per accelerare la trasformazione digitale della società dopo che sono stati pubblicati i soddisfacenti risultati del terzo trimestre.

«Stiamo adottando misure per rendere la nostra società adatta al business del digitale», ha affermato Hundsdörfer. «Ma per fare ciò, dovremo rafforzare la nostra posizione in questo settore attraverso acquisizioni». Insomma, si lascia intendere che Heidelberg sia vicino al completamento di due o tre acquisizioni nell’ambito del business digitale.

La futura struttura comprenderà due nuove divisioni: una per sviluppare, produrre e fornire le tecnologie digitali; l’altra per commercializzare i prodotti. L’attenzione è concentrata sulle tecnologie digitali e sui processi aziendali in generale, e non solo sulla stampa digitale. I piani coinvolgeranno i processi interni di Heidelberg e la sua offerta ai clienti, ma l’azienda potrebbe promuovere il suo know-how digitale in altre aree di produzione ad alta tecnologia al di fuori del settore della stampa. Ulteriori dettagli saranno probabilmente annunciati durante il briefing di fine anno della società, nel mese di giugno.

Intanto nel terzo trimestre le vendite sono aumentate del 3,75% rispetto al secondo trimestre, ma sono in calo del 5% anno su anno, a causa di un ritardo degli ordini per le macchine complesse a seguito di drupa. Il portafoglio ordini dei primi nove mesi dell’esercizio è passato da 586 milioni del 2015-16 a 739 milioni. Nel terzo trimestre l’Ebitda, escluse le partite straordinarie, è aumentato da 40 a 49 milioni. Heidelberg ha detto che prevede di spedire gli ordini risalenti a drupa nel quarto trimestre, con una spinta conseguente agli utili. Inoltre bisogna considerare che dati dell’esercizio passato sono stati alimentati da un aumento di 19 milioni provenienti dall’acquisizione di PSG, mentre quest’anno l’azienda ha dovuto assorbire 10 milioni di costi legati a drupa.

Le opportunità di oggi, la filiera di domani: intervista a Lironi sul dopo bonus cultura

Secondo i dati del dossier di metà gennaio della Presidenza del Consiglio, dei 290 milioni di euro stanziati per il bonus cultura, sono stati spesi 6 milioni di euro in negozi e 12,5 milioni online, inoltre l’adesione all’iniziativa ha riguardato il 40% circa degli oltre 527mila neodiciottenni del 2016 che, come tali, hanno il diritto di richiedere la card cultura introdotta dalla Legge di stabilità. Anche ipotizzando un aumento degli acquisti e addirittura un’adesione completa, è facile comprendere che non tutto il denaro messo a disposizione sarà utilizzato. Cosa ne sarà, quindi, della cifra rimanente? Assografici, insieme al resto della Federazione, ha pensato a una proposta che sta presentando alle forze politiche. «Nel cosiddetto decreto Milleproreghe, recentemente convertito in legge – che dispone la proroga al 30 giugno del termine per la registrazione dei giovani che vogliano richiedere la card – abbiamo fatto prendere al Governo formale impegno a utilizzare le eventuali risorse stanziate e non usate per il bonus cultura per altri provvedimenti a sostegno del settore. Proponiamo, in particolare, di allargare la fascia dei destinatari dell’intervento, rendendo detraibili dal modello 730 le spese sostenute per la lettura e la cultura. Dai nostri calcoli, l’impatto complessivo del provvedimento potrebbe essere intorno ai 200 milioni di euro, senza tenere conto di eventuali gettiti contributivi incrementali legati all’aumento dei consumi». Si tratterebbe, spiega Lironi, di realizzare un intervento più strutturato e pensato sul lungo periodo, che riguarderebbe non più solo i giovani, ma tutti gli «utenti del libro» che potrebbero poi farsi, a loro volta, veicolo di comunicazione e orientamento alla lettura.

Il dialogo con la politica

Intanto il bonus ha permesso al settore di incassare già un primo importante risultato, dando la possibilità di aprire un dialogo con il Governo e le forze politiche. «Stiamo portando avanti incontri bilaterali con il PD, il Movimento 5 Stelle e il Centro destra proprio per sottolineare l’importanza del ruolo che il libro e la comunicazione cartacea possono avere nel fare cultura in Italia, toccando anche aspetti inerenti a riciclo e recupero di materiali e risorse. Sinora c’è stato dimostrato interesse da parte delle parti incontrate che, ovviamente con approcci diversi, sentono fortemente il tema della cultura e della scuola». Sicuramente, sottolinea Lironi, non ci si dovrà fermare a un sostegno del settore, bensì trovare interventi strutturati a lungo termine che potranno emergere proprio dal dialogo e dal confronto. «Bisogna ricreare la struttura culturale venuta a mancare negli anni, anche a causa all’avvento di altri tipi di media – televisione e social network – che hanno contribuito a ridurre il bagaglio culturale del paese e riteniamo che il libro e la comunicazione cartacea siano leve importanti per recuperare tutto ciò, con il sostegno delle nostre aziende che devono sicuramente evolvere, insieme alla proposta di un nuovo modo di leggere o approcciare il libro». A questo scopo Assografici si è dato una strategia anche operativa che sarà definita nei prossimi mesi.

 

StealthCode per la lotta alla contraffazione

Il dialogo packaging-digitale in genere si realizza mediante l’inserimento di elementi, quali i QR code e i barcode, nella grafica dell’imballo. Questi elementi, una volta inquadrati con uno smartphone dotato di un’apposita app, rimandano a un indirizzo Web ove in genere è attiva una landing page contenente l’informazione che si vuole mostrare all’acquirente.

Ma oltre all’aspetto comunicativo, quando si parla di packaging, non bisogna dimenticare un altro elemento molto importante che riguarda l’anticontraffazione perché la prevenzione di questo fenomeno è un’esigenza fortemente sentita da tutti i produttori costantemente sotto attacco dall’espansione del mercato del falso che spazia dalla moda all’alimentare, fino ad arrivare al farmaceutico.

Goliardo Butti, fondatore di BeeGraphic, azienda nata nel 2009, fornisce e distributrice prodotti, tecnologie e consulenze per il mondo del Packaging & Label ed è distributore italiano di StealthCode™: lo abbiamo intervistato.

«BeeGraphic in questi anni ha perseguito l’obiettivo di essere un punto di riferimento per chi opera nel settore del packaging e per questo distribuiamo in Italia i prodotti tecnologicamente più avanzati con l’intento di migliorare il flusso produttivo dei nostri clienti. In quest’ottica abbiamo definito l’accordo di partnership con l’azienda leader a livello globale nella tecnologia rivolta a rendere il packaging dinamico. StealthCode™, questo è il nome che abbiamo scelto, è un servizio molto più ricco di soluzioni e contenuti che meglio si adatta alle esigenze del mercato italiano. La soluzione che proponiamo vuole sicuramente rispondere all’esigenza di tutelare il marchio e per questo fornisce un metodo per contrastare la falsificazione, ma sarebbe riduttivo fermarsi a queste caratteristiche. Infatti con i servizi forniti da StealthCode è possibile creare un legame con il mondo digitale aprendo nuove possibilità da parte del brand di comunicare direttamente con il cliente (Brand Loyalty); mentre, sul fronte della grande distribuzione, può costituire una reale alternativa al classico barcode, antiestetico, duplicabile e falsificabile, che si trova sulle confezioni e che viene utilizzato in molti contesti tra cui al momento del pagamento alle casse» ci ha detto Goliardo Butti. «Infatti, la soluzione da noi fornita, ingloba direttamente, oltre alla parte comunicativa, il Gtin (GS1) che identifica univocamente il prodotto.»

Leggi tutto l’articolo per scoprire come come funziona StealthCode!

 

Kodak ha annunciato che terrà la divisione inkjet Prosper

Jeff Clarke, CEO.

La decisione è arrivata a seguito di approfondite analisi delle business operation e confronto con prospect e potenziali interessati.

«Si tratta di una decisione pragmatica, dovuta alle performance di questo business e le offerte ricevute,» ha detto Jeff Clarke, CEO. «Prosper ha avuto ottime prestazione nel 2016, e ci aspettiamo che il nostro Enterprise Inkjet Systems Division (EISD) otterrà buoni profitti quest’anno, inclusi gli ivestimenti nella tecnologia di nuova generazione, Ultrastream.»

Kodak continuerà a investire nel programma Ultrastream, e ha già fatto degli accordi con partner per creare applicazioni che possano essere determinanti per la domanda di tecnologia in questo mercato.

Erre.Gi.Elle è distributore italiano di Mida MA350, semirotativa senza anse

Luca Riva, figlio del fondatore e direttore commerciale dell’azienda familiare assieme ai suoi fratelli.
Luca Riva, figlio del fondatore e direttore commerciale dell’azienda familiare assieme ai suoi fratelli.

Finita l’epoca delle lunghe tirature di etichette ora il mercato chiede sempre di più lavorazioni frammentate, dove c’è un maggiore valore aggiunto. Ed è anche il momento della riscossa di un’azienda nata per fornire sistemi adatti per questa tipologia di lavorazioni. Una nicchia che è diventata nel tempo sempre più ampia.

Erre.Gi.Elle di Osnago (LC), specializzata nella fornitura di macchine e materiali per la produzione di etichette adesive a bobina, sin da quando Gianluigi Riva ha iniziato l’attività negli anni 70, sì è concentrata esclusivamente sulle piccole tirature di etichette.

Oggi Erre.Gi.Elle è agente per l’Italia di Mida Maquinaria, costruttore di macchine semirotative tra le più diffuse nel mercato, e distributore esclusivo di Lemorau, Trojanlabel, Sohn e Cromogenia.

Il ventaglio di macchine e materiali che oggi propone Erre.Gi.Elle sono stati al centro dell’open house che l’azienda di Osnago ha organizzato anche per inaugurare il suo nuovo show room. Durante l’evento, molto frequentato da esponenti di etichettifici (oltre 70 aziende e circa 110 visitatori totali, provenienti da 8 Paesi), sono state mostrate macchine, soluzioni e materiali per la produzione di etichette adesive a bobina.

Al centro di tutto spiccava però, in silenzioso ed efficace funzionamento, la macchina di finitura Mida MA350 che include, in una sola semirotativa senza anse, nella configurazione esposta, stampa a caldo, flessografia, serigrafia e fustellatore. Ideale per il finissaggio di etichette prestampate su macchine rotative o digitali, permette di combinare nelle configurazioni più ampie gruppi serigrafici, flexo, tipografici, fustellatura, stampa a caldo piana, stampa a freddo (cold foil) e rilievo a secco (embossing) in un’unica piattaforma semirotativa. I gruppi serigrafici sono totalmente motorizzati, con regolazioni eseguibili a macchina in movimento, in modo da aumentare la produttività ed evitare scarti. La messa a registro è automatica. Il registro si mantiene anche nelle fasi di accelerazione/decelerazione. È inoltre possibile gestire individualmente il registro di ogni gruppo in modo da seguire eventuali variazioni di passo delle etichette prestampate su macchine digitali.

Guarda la Mida MA350 in funzione!

«La MA350 esposta – afferma Luca Riva, figlio del fondatore e direttore commerciale dell’azienda familiare assieme ai suoi fratelli – è un esempio di come in un’unica bancata senza anse si possano inserire sia moduli piani sia moduli rotativi per fare in un unico passaggio stampa a caldo, stampa flessografica, serigrafia e fustellatura. Si tratta di una cosa non comune, unita al fatto che possiamo proporre macchine con configurazioni molto complete, autocentranti (in grado di seguire l’eventuale spostamento longitudinale dato dal digitale) e che possono salvare in memoria qualsiasi configurazione: dalla pressione della racla alla velocità di avanzamento e ritorno».

Luca Riva, figlio del fondatore e direttore commerciale dell’azienda familiare assieme ai suoi fratelli.
Luca Riva, figlio del fondatore e direttore commerciale dell’azienda familiare assieme ai suoi fratelli.

Le macchine semirotative sono molto apprezzate perché permettono alta qualità, mantenendo costi competitivi. Il movimento intermittente permette di stampare etichette di qualsiasi formato senza cambi di cilindri o ingranaggi. L’avvio è rapido e con poco spreco di materiale. Il costo degli impianti è limitato, perché non si deve coprire con il polimero l’intero cilindro stampa. A differenza di molte rotative o digitali, le macchine semirotative permettono di passare dalla bobina al prodotto finito in un solo passaggio, senza tavoli di controllo o finitura off-line.

Leggi tutto l’articolo a pagina 53!

Italia Grafica è online! Ricchissimo di spunti il numero primaverile!

Focus Industria 4.0 – pagina 22! Qualche consiglio dall’avvocato e importanti considerazioni di Ester Crisanti sull’I 4.0 come trait d’union tra impresa e ricerca.

Speciale packaging pagina 28!

  • Le procedure da seguire per un imballo sicuro
  • Inchiostri: a cosa prestare attenzione
  • StealthCode, una tecnologia per la lotta alla contraffazione
  • Barricote, la nuova carta di Mitsubishi Hi Tech paper

Per “i test di Italia Grafica” Giovanni Daprà ha provato Epson SureColor SC-P5000 STD Spectro – pagina 46!

PDFX-ready online, una risorsa per la verifica e conversione di Pdf. Pagina 16!

La Cooperativa Lavoratori Zanardi cresce e guarda all’estero

Oggi i 32 soci della Cooperativa Lavoratori Zanardi lavorano a pieno regime e raggiungono buoni risultati sia sul mercato domestico sia su quello europeo.

La storia della Cooperativa Lavoratori Zanardi è ormai nota, e rappresenta certamente un orgoglio italiano, una vicenda imprenditoriale da cui certamente trarre esempio. Nata come tentativo di dare continuità allo storico Gruppo Editoriale Zanardi, protagonista nel settore delle rilegature entrato in grave crisi nel 2013, questa realtà padovana ha saputo recuperare i clienti storici del precedente Gruppo Editoriale e ri-assumere il maggior numero possibile di ex-dipendenti e colleghi.

Nel primo anno di attività, il 2015, la Cooperativa Lavoratori Zanardi ha raggiunto un fatturato pari a 2,5 milioni, in sostanziale equilibrio gestionale anche grazie agli ordini provenienti da grandi gruppi editoriali francesi del calibro di Gallimard, Hachette e Sejer Editis, a riprova della qualità delle lavorazioni. «Quest’anno, rispetto all’anno scorso, abbiamo iniziato l’ammortamento dei beni che abbiamo acquistato: in precedenza le attrezzature di produzione erano in affitto, mentre oggi con un investimento di un milione e 300mila euro sono di proprietà della cooperativa» spiega Mario Grillo, presidente della Cooperativa .

La Francia, primo mercato estero

«La crescita nel 2016» prosegue Grillo «è stata realizzata in Italia, ma anche sul mercato estero che pesa circa il 30% dell’intero fatturato. Ci piacerebbe però aumentare questa quota. Per estero intendiamo principalmente il mercato francese, storica piazza di riferimento in cui la vecchia Zanardi fatturava 4 milioni di euro all’anno. Certo, noi oggi non aspiriamo a realizzare un simile risultato, ma vorremmo arrivare almeno a 2 milioni. Attualmente siamo a quota 900mila, ma per l’anno in corso potremmo fare un ulteriore passo verso questo obiettivo. Siamo però ancora un po’ fragili come organizzazione commerciale: solo da poco abbiamo inserito nella nostra organizzazione una persona di madrelingua francese, in grado di mantenere e incentivare i contatti con i clienti dell’area francese. Tra questi segnalo con soddisfazione un nuovo ingresso, un grande stampatore francese che si è rivolto a noi per un servizio di rilegatura di qualità, per il quale abbiamo cominciato a lavorare a fine anno, con buone prospettive di collaborazione per il futuro. Anche in Italia ci stiamo affermando per la qualità delle nostre rilegature, anche molto particolari e siamo fornitori dei principali stampatori.

Lavoro e qualche cambiamento (forse)

«Per il 2017» continua Grillo «ci siamo posti un budget di 3,8 milioni con una crescita soprattutto all’estero: il primo mese è stato in linea con le aspettative e ci attendiamo un andamento analogo anche nei mesi a venire. Per quanto riguarda la vecchia società, la liquidazione sta procedendo su un binario separato: lo scorso anno si sono tenute le aste per la vendita dei macchinari cui anche noi abbiamo partecipato, mentre al momento si sta svuotando tutta l’area produttiva. Conclusa questa fase la nostra cooperativa potrebbe riorganizzare il proprio flusso di lavoro valutando concretamente un possibile cambio di sede. Ci stiamo guardando intorno, perché lo stabilimento di corso Venezuela è sicuramente ben posizionato rispetto alle vie di comunicazione principali ed è comodo da raggiungere per i soci che vi lavorano quotidianamente, tuttavia risulta troppo grande per le nostre esigenze se si pensa che si sviluppa addirittura su due piani. Per aumentare l’efficienza del flusso produttivo sarebbe ideale uno stabilimento più piccolo e compatto, su un unico piano. Del resto, per garantire competitività, è necessario raggiungere un livello di efficienza in grado di ottimizzare i tempi di produzione, organizzando le varie fasi in modo tale da eliminare inutili perdite di tempo. E per sopravvivere è necessario raggiungere un livello di efficienza in grado di comprimere i tempi di produzione. È solo così che riusciamo a tenere testa ai nostri competitor, per lo più distribuiti nella Regione, attivi in una nicchia, quella dei volumi di pregio dedicati alla fotografia e all’arte, che mantiene nonostante la crisi un certa vitalità».

Landa annuncia beta tester per la S10 Nanographic Printing

Quasi cinque anni dopo la presentazione della tecnologia a drupa 2012, Landa ha annunciato oggi la serie definitiva di clienti beta per il 2017 che per primi utilizzeranno la S10 Nanographic Printing.

La prima macchina  sarà consegnata nel luglio 2017 a Graphica Bezalel, converter israeliano del settore del cartoncino teso, imballaggi ed etichette.

Nel novembre 2017, Landa consegnerà la prima macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing in Nord America a Imagine!, azienda che produce soluzioni nel POP, ubicata negli Stati Uniti.

Nel dicembre 2017, Edelmann, l’azienda tedesca specialista in soluzioni di imballaggio per i settori sanità, estetica e prodotti di consumo, diverrà il primo cliente beta europeo della macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing.

Graphica Bezalel è il primo cliente beta di Landa S10

Graphica Bezalel, azienda di stampa offset tradizionale, ha optato per la macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing come sua prima soluzione digitale che garantisce l’esclusivo vantaggio competitivo della produzione digitale di alta qualità ed elevata velocità su cartoncino teso.

Eyal Harpak, Director, Graphica Bezalel e Yishai Amir, CEO, Landa.

Questo il commento di Eyal Harpak, Direttore di Graphica Bezalel: «Nanography è la prima tecnologia che è riuscita a spingerci verso il mondo della stampa digitale. Finché non abbiamo comprovato quanto è in grado di produrre Landa S10, non credevamo che una macchina da stampa digitale potesse raggiungere i livelli di qualità della stampa offset, e con l’alta velocità necessaria per introdursi nel mercato delle medie tirature in cartoncino teso. Siamo rimasti stupiti dai risultati ottenuti da Benny Landa e dal team.»

«Lavoriamo con aziende leader come Calvin Klein, Carlsberg, Nestlé, Coca-Cola, SodaStream e altre ancora, e sappiamo bene che i marchi sono sempre alla ricerca di novità per aumentare l’attrattiva del prodotto e le vendite. Grazie all’incredibile palette di colori del processo di stampa Nanographic (colori che fanno veramente la differenza) i clienti saranno entusiasti di quanto potrà essere ottenuto con Landa S10. La maggiore flessibilità di produzione di Landa S10 garantisce la straordinaria capacità di ridurre i costi di magazzino per via di tirature più basse, di reagire più rapidamente alle esigenze dei clienti e di realizzare versioni ancor più personalizzate di imballaggi e promozioni speciali», ha concluso Eyal Harpak.

Landa e Graphica Bezalel organizzeranno un evento mondiale, nella settimana del 12 settembre 2017, per mostrare Landa S10 negli ambienti di produzione tipici dei clienti.

Imagine! è il primo cliente beta di Landa S10 per l’America settentrionale

Come annunciato in occasione di drupa 2016, il fornitore per la cartellonistica e gli espositori nel punto vendita, Imagine!, diventerà il primo beta site in America settentrionale per Landa S10 Nanographic Printing.

«Abbiamo comprato la macchina da stampa consapevoli della lunga esperienza di Benny Landa nello sviluppo di tecnologie innovative, in grado di trasformare il settore», ha affermato Bob Lothenbach, fondatore di Imagine!. «In genere non andiamo dietro alle tendenze tecnologiche, però crediamo in Nanography e vogliamo partecipare in modo determinante alla svolta rivoluzionaria del digital-for-mainstream. Nanography è la prima soluzione per la stampa digitale dotata della velocità e delle dimensioni di formato che ci permetteranno di distaccarci dall’offset. I costi di preparazione ridotti e i tempi di produzione migliorati garantiranno una significativa crescita della nostra attività.»

Edelmann, il primo cliente beta di Landa S10 per l’Europa

Edelmann vanta impianti di produzione in nove paesi e vendite superiori ai 300 milioni di euro. Ogni anno produce 5,5 miliardi di confezioni e materiali pubblicitari, ed è uno dei produttori di imballaggi e fornitori di sistemi più importanti del mondo.

Yishai Amir, CEO, Landa e Dierk Schröder, Managing Director, Edelmann.

Dierk Schröder, Presidente di Edelmann, ha affermato: «Il fulcro della nostra attività è il servizio alla clientela. Essere sempre in sintonia con il mercato e fornire ciò di cui ha bisogno, ma anche prevedere, innovare e proporre attivamente quanto il mercato ancora non pensa di necessitare. Siamo entusiasti di collaborare con Landa; è una partnership di grande valore che porterà a rapporti duraturi con i clienti finali. Inoltre, Nanography è una tecnologia rivoluzionaria con le potenzialità di trasformare i mercati della stampa, degli imballaggi e della comunicazione.»

Ecco il commento di Oliver Sattel, Direttore tecnico di Edelmann: «I marchi cercano attivamente di ottimizzare le operazioni, in modo che siano sempre snelle ed efficienti, ma non a scapito della qualità o del prezzo. Landa S10 garantisce tutto questo. Rimuove le precedenti limitazioni in fatto di ordinativi minimi, e libera quindi il denaro che altrimenti rimarrebbe vincolato in materiali stampati e stoccaggi inutili. Questa flessibilità senza precedenti interesserà sicuramente non solo l’ufficio Acquisti dei nostri clienti, ma anche i loro team creativi. Abbiamo già suscitato molto interesse per questo nuovo servizio, e confidiamo sul fatto che Landa sia il partner giusto e Nanography l’unica tecnologia in grado di garantire questa capacità.»

Questo il commento del Presidente di Landa, Benny Landa: «Dopo tanti anni di sviluppo, è finalmente giunto il momento cruciale di consegnare la nostra prima macchina da stampa Landa Nanographic Printing ai clienti. Siamo veramente orgogliosi che queste aziende leader di settore, e tante altre che condividono la loro visione, abbiano scelto di essere i nostri partner beta in questo programma. Come promesso, la stabilità della macchina, la qualità e la velocità di stampa di Landa sono ora a livelli costantemente elevati. È esaltante pensare che fra pochissimi mesi la stampa nanografica sarà sul mercato, e rappresenterà un cambiamento di paradigma nell’economia della stampa, garantendo ai marchi capacità mai possedute prima», ha concluso Benny Landa.

In produzione in Rotolito Lombarda la nuova Kba Rapida 145

A sinistra Emanuele Pogliani di KBA Italia, responsabile vendite. Con Davide Dei Rossi di Rotolito Lombarda.
A sinistra Emanuele Pogliani di KBA Italia, responsabile vendite. Con Davide Dei Rossi di Rotolito Lombarda.

«Sono sempre stato convinto che la Rapida 145 fosse una gran macchina, ma sono rimasto colpito da una produttività così elevata, più del doppio superiore alle altre macchine» ha detto Davide Dei Rossi, responsabile del progetto presso Rotolito Lombarda, che ha seguito l’installazione e la messa in funzione della nuova macchina.

La nuova RA 145-5+L SPC ALV3 (5 colori più vernice e uscita tripla), è una delle macchine più complete al mondo, disponendo di: immissione con squadra elettronica, cambio lastre simultaneo su tutti i gruppi stampa, contemporaneo ad altri processi di avviamento, paper strech, plate ident, tiraggio delle lastre, stiratura pneumatica delle lastre per compensare i fogli piegati, lavaggi sincroni e simultanei (cilindro stampa, caucciù e rulli), Qualitronic Color Control con rilevamento inline di ogni singolo foglio.

«Avviamento in pochi minuti e velocità elevata sono impressionanti, un complimento a KBA per la tecnologia e per la professionalità e flessibilità di tutto lo staff commerciale e tecnico» chiude Dei Rossi, che concllude «se non fosse stato per lo spazio, avremmo installato anche la logistica perché qui si parla di più 10.000 fogli vendibili all’ora inclusi gli avviamenti che, per lavori editoriali di qualità, è veramente impressionante».

Mercato ortofrutticolo: packaging di nuova generazione

Entrerà quest’anno sul mercato un nuovo packaging alimentare che promette di ridurre di almeno il 10% gli scarti di frutta e verdura senza ricorrere ad additivi chimici.

di Simone Montonati (si ringrazia Macchine Alimentari)

Il consorzio Bestack (un’organizzazione no-profit di ricerca che fa capo ai produttori italiani di imballaggi in cartone ondulato per ortofrutta), in collaborazione con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroalimentari di Cesena dell’Università di Bologna, ha messo a punto un imballaggio attivo che utilizza solamente composti naturali. Dopo cinque anni di studi, i ricercatori hanno messo a punto una miscela di oli naturali che, aggiunta al cartone ondulato, permette di realizzare innovative confezioni in grado di rallentare significativamente il processo di deterioramento dei prodotti ortofrutticoli.

«Si tratta del primo studio in assoluto di questa portata», spiegano i rappresentanti del consorzio i quali hanno svolto il test finale su fragole, albicocche e nettarine per tre mesi consecutivi durante i quali hanno effettuato 200 campionamenti in sei punti vendita e 4.500 analisi. I risultati della ricerca, presentati a dicembre alla Camera dei deputati hanno messo in evidenza un’elevata capacità del packaging attivo di contrastare il deperimento dei prodotti “in tutte le condizioni di temperatura ma specialmente nei periodi più caldi”: la frutta confezionata con questo nuovo imballaggio ha prodotto quantità di rifiuti inferiori allo standard in ogni punto vendita, con percentuali di scarto che si sono ridotte dal 13 all’8% per le fragole, dal 18 al 13% per le albicocche e dal 25 al 20% per le nettarine. In termini di quantità di prodotto, si tratta di un risparmio quantificabile in 1-1,6 tonnellate di fragole, 2,8-3,9 tonnellate di albicocche e 4,5-5,6 tonnellate di nettarine. I prodotti ortofrutticoli, con questa soluzione, estendono la propria shelf life di 1-1,5 giorni rispetto agli imballaggi di cartone ondulato non attivi che, di per sé, offrono già due-tre giorni di vita supplementari a frutta e verdura rispetto agli altri tipi di packaging. Risultati importanti che, se proiettati su scala nazionale, equivarrebbero a risparmi per 8.300 tonnellate di fragole (pari a un valore di 29,1 milioni di euro), 12mila tonnellate di albicocche (€ 27,9 milioni) e 84mila tonnellate di pesche (€ 134 milioni). Estesa all’intero mercato ortofrutticolo italiano, spiegano ancora i ricercatori, questa soluzione consentirebbe di evitare sprechi fino a 850mila tonnellate di prodotti con un risparmio economico pari a circa 1 miliardo di euro. Nel 2017 gli imballaggi in cartone ondulato attivo verranno applicati in molteplici modalità distributive e a diversi livelli: distribuzione estera, export verso il far east, mercati generali, piccoli rivenditori nazionali e perfino e-commerce. È un progetto che, pur non essendo ancora giunto alla fase di commercializzazione, sembra aver già suscitato l’interesse del mercato soprattutto in seguito all’approvazione della legge 166/2016 sulla riduzione degli sprechi alimentari.

Questo anche grazie alle caratteristiche innovative di questa soluzione, come ha spiegato in un’intervista Claudio Dall’Agata, direttore del consorzio Bestack, di cui qui riportiamo degli stralci.

«Il cartone ondulato è per proprie caratteristiche un materiale composto di fibre naturali termoregolatrici in grado mitigare gli sbalzi di temperatura e umidità che accelerano i processi di marcescenza di frutta e verdura. Sullo stesso principio si è pensato di partire dagli imballaggi in cartone tradizionale e di aggiungere a questi ultimi, attivandoli, una miscela di olii essenziali naturali che rallentano i processi degradativi e mantengono per più tempo frutta e verdura ad un livello di maturazione ottimale. In questo senso sono certamente imballaggi in cartone ondulato speciali. Da tanto la ricerca si era concentrata sull’utilizzo degli oli essenziali per regolare i processi di conservazione dei prodotti alimentari, prima sui trasformati, come per esempio succhi di frutta e conserve, e poi sui freschi in atmosfera modificata, come la IV gamma. Questa è certamente la prima applicazione sul frutta e verdura fresca tal quale.»

Quali sono le funzioni principali svolte dagli oli naturali?

«L’azione prevalente è quella antibatterica e cioè di controllo dell’incremento della popolazione microbiologica che causa l’accelerazione dei processi degradativi in tutti gli stati della distribuzione del prodotto, dal magazzino di confezionamento alla tavola del consumatore. Di fatto si va al cuore del problema e dell’agente principale che fa marcire la frutta combattendo la proliferazione della carica batterica. Nessun altro agente esterno che interviene sulla riduzione dell’umidità o sulla temperatura ha benefici così diretti sul prodotto.»

La miscela di olii naturali sostituisce integralmente l’impiego di prodotti chimici?

«Qui non c’è nulla di chimico! È tutto naturale, si utilizzano estratti naturali presenti nei vegetali. Funzionano appunto perché vengono inseriti negli imballaggi gli stessi olii che sono presenti nelle piante. Di fatto la frutta nell’imballaggio attivo in cartone ondulato continua a maturare, per usare uno slogan, come se fosse ancora sul ramo. Per altro occorre ricordare che la produzione ortofrutticola ha limitato sempre più l’impiego della chimica di sintesi, la produzione italiana è all’avanguardia in Europa per numero e casi di residui, e che comunque quest’ultima è limitata al periodo pre raccolta, con stringenti periodi di carenza da rispettare, mentre è vietata nel post raccolta nel condizionamento e all’atto del confezionamento.»

In che modo questa soluzione consente processi di conservazione meno energivori rispetto ai tradizionali imballaggi?

«Il metodo più antico del mondo per conservare frutta e verdura utilizza la catena del freddo che costa soldi ed energia. Se si individuano meccanismi di regolazione microbiologica alternativi al freddo ne consegue che il rispetto di temperature basse nelle celle, nei camion frigo, nelle piattaforme, fino ai banchi dei supermercati non è indispensabile e stringente come in precedenza. In pratica possiamo dire che utilizzando gli imballaggi attivi potremmo avere frutta e verdura fresca come oggi ma con una catena del freddo che viaggia da 0,5 a 1 grado in più. Quindi meno energia prodotta e tanti soldi in più risparmiati oppure un enorme polmone energetico potenzialmente allocabile altrove. In ogni caso un enorme beneficio.»

La miscela di oli è già stata brevettata? Quando potrebbe essere immessa sul mercato?

«Il brevetto c’è, è datato novembre 2015 e recentemente è stato esteso a livello internazionale. Nel 2016 abbiamo fatto la prima sperimentazione in scala reale. Nel primo semestre 2017 condurremo 5 test in cinque situazioni diverse molto rappresentative per canale, prodotto, dimensione e distanza senza trascurare l’e-commerce. Contiamo quindi di essere pronti per fine anno.»

Si tratterà di una sostanza applicabile ai tradizionali cartoni ondulati o dovrà essere realizzato un’apposita linea di produzione?

«Di fatto sì. Uno dei punti di forza di questa innovazione è la flessibilità. Non stravolgeremo il mondo da un giorno all’altro. La produzione degli imballaggi in cartone ondulato rimarrà la stessa di oggi, ma da oggi offriremo un accessorio in più. Come l’ABS per le auto che inizialmente è stato testato in F1 poi è diventato prima un optional poi di serie sulle ammiraglie e poi oggi è un prerequisito di serie anche sulle utilitarie.»

In termini economici, qual è il rapporto tra i costi di investimento necessari e i risparmi ottenuti rispetto all’impiego di imballaggi tradizionali?

«Con la premessa che i benefici saranno diversi caso per caso, i dati di oggi ci dicono che la riduzione dello scarto di tutto il prodotto contenuto è sempre stata superiore al 10%, l’elemento fondante è quantificare il valore del prodotto che non viene buttato e quindi venduto e consumato. La sostenibilità economica dell’innovazione, oggi misurata teoricamente, è garantita se il valore del prodotto che non viene buttato ma venduto e consumato è superiore al prezzo commerciale dell’innovazione. I dati di cui disponiamo oggi ci dicono che nelle applicazioni misurate il rapporto economico tra costo dell’innovazione e prodotto in più commercializzato è compreso tra 1/10 e 1/20. In sintesi potremmo dire l’ABS contro la marcescenza della frutta se costasse da 10 a 20 volte in più varrebbe il prodotto che salva e sarebbe quindi conveniente.»

Vi sono degli aspetti critici che avete riscontrato durante il suo utilizzo?

«Per ora no e ma stiamo con le dita incrociate ad ogni sperimentazioni per non trovarli. Se così fosse anche in futuro oltre che attivo e speciale sarebbe anche un imballaggio magico. Noi lavoriamo per questo.»