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La richiesta di Cepi e Integraf per emendare l’allegato dell’Eutr includendo i prodotti stampati

Il rapporto sullo stato di attuazione del regolamento europeo sul commercio del legno (Eutr) pubblicato lo scorso 18 febbraio è una occasione mancata poiché non raccomanda l’inclusione dei prodotti stampati. Le opinioni di Assocarta e Assografici.

«L’esclusione dei prodotti stampati dal campo di applicazione del regolamento è una grave mancanza. I prodotti in carta stampati e prodotti in Europa sono conformi alla normativa UE che impone la verifica dell’origine legale del legno mentre quelli prodotti e stampati al di fuori dell’Europa non sono sottoposti ad alcuna verifica. Questo è molto strano dal momento che il rischio di taglio illegale è molto più alto nei paesi in cui la norma non si applica. In questo modo la UE promuove la stampa extra europea esportando posti di lavoro. Incomprensibile!» Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.

Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.
Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.

«Il taglio illegale compromette la reputazione dei prodotti stampati. L’Unione Europea deve assicurare che tutti i prodotti sul mercato Europeo siano estranei al taglio illegale degli alberi e l’unico modo è l’inclusione dei prodotti stampati nel regolamento europeo sul taglio illegale (EUTR)» Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.

Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.
Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.

L’allegato dell’EUTR contiene una lista di prodotti ottenuti dal legno che rientrano nel campo di applicazione del regolamento stesso ma non contiene il capitolo 49 della Nomenclatura Combinata, ovvero i prodotti stampati. Questa è una grave lacuna del regolamento e il rapporto della Commissione avrebbe dovuto evidenziarla. Per questo Cepi e Intergraf hanno sollecitato la Commissione Europea ancora una volta per emendare l’allegato del regolamento europeo sul commercio del legno includendo i prodotti stampati (capitolo 49 della Nomenclatura Combinata).

Nel 2014 il valore dei prodotti stampati importati nella UE è stato di 3 miliardi di Euro e ha avuto un forte impatto sull’industria Europea in termini competitivi. La non inclusione dei prodotti stampati implica il forte rischio che il legno tagliato illegalmente venga messo in commercio in Paesi dove sono in vigore regole meno stringenti sulla legalità per poi giungere sul mercato UE come prodotto stampato.

L’industria della carta e della stampa concorda che sia necessario operare verso una più omogenea applicazione del regolamento negli Stati membri e su una maggiore chiarezza delle regole. È però sconcertante che la Commissione UE dedichi solo un vago accenno alla possibile estensione del campo di applicazione ai prodotti stampati.

L’evoluzione del mercato flessografico negli Stati Uniti e l’importanza della First

Al Flexo Day 2015 Mark Cisternino, presidente di FTA (l’americana Flexographic Technical Association), massimo organismo tecnico del settore a livello mondiale, ha messo in evidenza il fatto che negli USA la stampa flessografica è di gran lunga il processo dominante per il packaging, con numero di commesse e tirature in continua crescita che alimentano un mercato dinamico e competitivo. In questo quadro l’automazione dei processi di stampa e converting è una priorità mentre assumono grande importanza gli standard accreditati Ansi, Cgats, ISO ecc. Dal canto loro, i print buyer e i proprietari di marche puntano a due obiettivi fondamentali: il risparmio economico e il rispetto dell’ambiente. A spingere la crescita del mercato contribuisce la favorevole congiuntura economica con l’alto valore del dollaro, i bassi tassi d’interesse, il prezzo del petrolio in caduta e la disoccupazione inferiore ai livelli del 1999.

Analizzando il comparto del packaging stampato risulta che il suo valore è intorno a 440 miliardi di dollari e le previsioni di crescita per i prossimi quattro-cinque anni indicano un ottimistico target di vendite annue di circa un trilione di dollari; ovviamente, ciò comporta un notevole impegno sul piano dell’innovazione tecnologica. Lo stimolo a innovare nasce dalle pressanti esigenze dei proprietari di marche e della Grande Distribuzione Organizzata con precisi obiettivi quali la sicurezza e tracciabilità dei prodotti, la riduzione dei costi di trasporto, pallettizzazione e stoccaggio, le soluzioni di confezionamento innovative con particolare attenzione agli aspetti estetici in grado di aumentare l’appeal sui banchi di vendita.

I segmenti chiave del mercato

L’analisi di Cisternino si è quindi addentrata nei diversi comparti che costituiscono il grande contenitore dell’industria del packaging: l’imballaggio flessibile, le etichette e il cartone ondulato.

Il Flexible Packaging coinvolge negli USA circa 400 aziende, delle quali le dieci maggiori producono il 47% del totale in un mercato in crescita annua del 4% per raggiungere nel 2019 l’obiettivo di 25 miliardi di dollari.

I settori che presentano volumi in crescita per il flessibile sono l’alimentare, il farmaceutico e il cibo per animali domestici. Questo trend positivo è determinato dalla sostituzione di scatole, lattine e bottiglie con imballi a sacchetto in film plastico, mentre giocano a favore dell’imballo flessibile l’introduzione di film più sottili e più performanti e le soluzioni innovative con l’uso di pellicole biodegradabili.

Etichette e targhette sono prodotte da 2.500 stampatori/converter che usano linee flexo e/o ibride a banda stretta per un mercato che cresce annualmente del 3,8 % e punta a raggiungere nel 2019 un fatturato di 19,7 miliardi di dollari. Ogni anno vengono installate in Nord America circa 100 macchine a banda stretta con larghezza nastro inferiore a 22” (55 cm). Si usano in prevalenza inchiostri a base acqua (80%) e in questo settore la flexo copre il 65 % dell’intera produzione costituita per il 39% da etichette a colla e per un altro 39% da autoadesive; le sleeve sono al 15% e le etichette a inclusione (in-mold) al 2%; targhette e cartellini 5%. L’analisi ha anche fornito dati interessanti sul mercato globale delle etichette così ripartito: Asia e Pacifico 34%, Europa 29%, Nord America 22%, Sud America 10%, Africa e Medio Oriente 5%.

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L’imballaggio in cartone ondulato detiene ancora il primato per la stampa flessografica con circa 1.500 stabilimenti in Nord America e un tasso di crescita annuo del mercato (gagr) stimato al 2,9% fino al 2019; gli investimenti nel settore sono cospicui, ma a breve termine si registra anche un aumento della stampa digitale. Gli elementi che favoriscono la crescita dell’imballaggio in cartone ondulato sono principalmente i prodotti alimentari e le bevande (51%), gli scatoloni per immagazzinamento, i cibi economici di largo consumo, gli acquisti on-line, l’impiego di cartoni più leggeri.

L’apertura del mondo flexo alla complementarità tecnologica combinando la stampa flessografica con gli altri processi (offset, rotocalco, serigrafia e stampa digitale) è sicuramente vincente.

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Le novità di First 5.1

Joe Tuccitto, direttore della didattica in FTA, è intervenuto per spiegare come le specifiche First contribuiscono in modo determinante al miglioramento qualitativo della stampa flexo e quali sono le novità apportate alla versione 5.1. Per coloro che non conoscono ancora le specifiche in questione diffuse nell’industria flessografica da circa 18 anni, il relatore ha descritto così le Flexographic Image Reproduction Specifications & Tolerances: «First punta a comprendere le esigenze grafiche dei clienti relative alla riproduzione e trasformare tali esigenze estetiche in specifiche per ogni fase del processo di stampa flexo, comprendendo i clienti, i designer, gli esecutori della prestampa, i fornitori di materiali e attrezzature e gli stampatori.» Egli ha quindi portato avanti il suo intervento puntualizzando che il tentativo di molti stampatori di creare le loro singole specifiche ha prodotto inefficienza e confusione nell’industria ed ha spinto i partner di FTA e i maggiori fornitori di prodotti di consumo a realizzare una serie universale di specifiche per la flessografia. La metodologia applicata nelle First si basa sull’approccio metodico indicato dalla norma Cgats Tr012-2003 e costituito da cinque fasi operative: ottimizzazione, Fingerprint (impronta digitale), controllo di processo, caratterizzazione, miglioramento continuo. Ogni fase viene quindi analizzata dettagliatamente per fornire una guida sicura alla sua implementazione.

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Tuccitto è poi passato a illustrare le numerose modifiche apportate nella versione 5.1 inerenti gli aspetti formali e gli ampliamenti di alcune parti sostanziali, specie nei capitoli sulla comunicazione, il design, la prestampa, la stampa e il confronto tra le norme ISO 12647-2 e ISO 12647-6. Dopo un interessante esempio sull’applicazione dei codici QR e DataMatrix, egli ha concluso il suo esaustivo intervento raccomandando alle aziende di operare per ottenere la Certificazione First nella sua duplice tipologia: Certificazione individuale per gli operatori in tutte le aree del flusso produttivo e certificazione aziendale per le imprese che, oltre a fornire ai dipendenti i programmi di certificazione individuale, applicano in pratica la metodologia First.

La stampa ibrida: tra tecniche di stampa tradizionali e digitale

Prima di intraprendere qualsiasi strada un’azienda deve guardare al proprio interno e valutare con obiettività le proprie potenzialità e il proprio livello d’esperienza, coinvolgendo i diversi reparti e i propri clienti.

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Maria Zemira Nociti

Ibridare significa incrociare un animale o una pianta con una o più razze o specie differenti, per ottenere una nuova varietà. Oggi il termine ha assunto accezioni più ampie si pensi per esempio alle auto che sfruttano la potenza del motore a scoppio e di un motore elettrico nell’ipotesi di ottenere minor inquinamento e minor consumo.

Inizialmente, nell’industria grafica, la parola ibrido si riferiva agli inchiostri capaci di coniugare due effetti chimici: essiccare per ossidazione come gli inchiostri convenzionali e reticolare come gli inchiostri UV. Oggi il termine assume un significato più ampio fino a indicare linee di produzione che supportano tecniche di stampa diverse.

Gli inchiostri ibridi

Gli inchiostri ibridi hanno, in molte occasioni, risolto il problema della compatibilità tra inchiostri convenzionali e verniciatura UV in linea; del garantire la massima resa qualitativa degli inchiostri UV sia pur in presenza delle soluzioni di bagnatura utilizzate nella stampa offset; del poter stampare su materiali scarsamente assorbenti.

Le macchine che lavorano con inchiostri ibridi sono equipaggiate con più tipi di essiccatoi (IR, termoventilati e UV) contemporaneamente.

Con gli inchiostri tradizionali la stampa prevede spesso un doppio passaggio: il primo per deporre un colore di fondo, coprente (solitamente bianco); a essiccazione avvenuta, si effettua un secondo passaggio per ottenere il soggetto desiderato.

Utilizzando inchiostri ibridi le due stampe avvengono insieme, con una considerevole riduzione dei tempi.

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La stampa ibrida

Oggi sempre più aziende optano per una linea di stampa combinata (ibrida). Può essere gestita tramite più tecniche di stampa in posizione fissa o allestendo una linea modulare che consente di modificare la sequenza in base alle necessità. La flessibilità del sistema ibrido aperto, soprattutto in caso di inserimento, tra gli altri di un modulo di stampa digitale, porta a risultati grafici eccellenti in quanto somma dei vantaggi di ciascuna delle singole tecniche impiegate.

Fermandosi alle tecniche convenzionali, per esempio, la stampa litografica offset consente di ottenere piccolissimi dettagli tonali, ma non di stampare spessi strati di inchiostro; la stampa serigrafia ammette spessi strati di inchiostro ma non consente di avere piccoli dettagli. La loro combinazione permette di beneficiare di entrambe gli effetti.

In termini di stampa ibrida, il settore più avanzato è quello dell’editoria, comparto che più degli altri ha dovuto innovare per non perdere terreno rispetto alle testate online.

Oggi il lettore si aspetta un mix di notizie locali e internazionali, mentre è interesse degli editori fidelizzarlo stimolando l’interattività.

La sfida si sviluppa proponendo notizie sempre aggiornate, personalizzando i contenuti, ricorrendo a una pubblicità mirata; in sintesi un tipo di offerta che «obbliga» a utilizzare la stampa tradizionale in combinazione con la stampa digitale.

Alla intelaiatura base del quotidiano, stampata con tecniche tradizionali, si sovrappone la stampa digitale portatrice di dati variabili (codici alfa numerici, QR o bar code per concorsi o promozioni), di contenuti mirati e talvolta personalizzati.

Una soluzione che piace ai lettori e ancor più agli inserzionisti convinti di poter raggiungere strategicamente un target in linea con le proprie campagne pubblicitarie.

La macchina digitale, monocromatica o a colori, è integrata nella linea esistente.

Una delle case history di maggior successo è costituita dal quotidiano El Mundo, secondo in Spagna in termini di tiratura. In caso di necessità, l’editore può stampare sulla medesima linea, senza mai fermare le macchine, cinque differenti versioni del quotidiano, con pubblicità, notizie e prima pagina sempre diverse. Una vera e propria fonte di ispirazione per il settore etichette.

Stampa ibrida ed etichette

L’esperimento è replicabile per le etichette composte da una intelaiatura di campi fissi e da un insieme di dati variabili.

Se non fosse per il maggior costo degli inchiostri, queste ultime spingerebbero l’etichettificio a optare per la stampa digitale; chi disponesse di una linea ibrida potrebbe invece stampare il fondo con una tecnica tradizionale e le parti variabili in digitale, con una considerevole riduzione di tempi e costi.

Gli esperti concordano nell’indicare nella stampa digitale delle etichette la tecnologia a maggior potenziale e a maggior tasso di crescita nel settore grafico.

Ad oggi i veri limiti agli investimenti derivano dalla necessità di ammortamento del parco macchine esistenti e dal dover prendere confidenza con la tecnologia.

L’opzione stampa ibrida è ancor più vantaggiosa, ma prevede interfacce complesse, ottimizzazioni e talvolta compromessi derivanti dal dover sincronizzazione i requisiti di componenti digitali con i requisiti dei componenti convenzionali; è necessario integrare i due flussi di lavoro definendo lo spettro di impiego ottimale per il sistema nel suo complesso.

Altrettanto fondamentale è la scalabilità della soluzione scelta.

Il significato di scalabilità varia in funzione dei contesti, per l’idea di un singolo la scalabilità è la capacità di impattante oltre la portata dell’ideatore; in un contesto scientifico è un’idea che fa subito presa ed è adottata da molti; per un’ azienda o un intero comparto produttivo è un concetto replicabile a costi contenuti.

Per esempio mettere a punto una nuova tecnologia e brevettarla è più scalabile che non il semplice utilizzarla.

Si possono inoltre impostare dinamiche del tipo «chi vince prende tutto», la forbice rispetto ai concorrenti più piccoli si allarga e ciò che fa il leader di mercato diventa lo standard di riferimento per l’intero settore.

Chi investe in stampa ibrida, oltre a incrementare il proprio parco macchine e la propria capacità produttiva, acquisisce un rilevante vantaggio competitivo, purché ragioni sempre in termini siano di volta in volta in grado di supportare i nuovi dispositivi aggiunti, vi sia d’interoperabilità tra i sistemi presenti e futuri. Il nuovo workflow deve essere espandibile e in grado di supportare i suddetti costanti sviluppi. Altrettanto cruciale è la possibilità di aggiungere potenza di elaborazione dati per sostenere la possibile crescita dei volumi e di lavorare anche su formati stampa complessi.

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CONSIDERAZIONI SULLA STAMPA IBRIDA

I sistemi ibridi dotano l’etichettificio di una considerevole flessibilità produttiva massimizzando le potenzialità sia della stampa tradizionale, sia della stampa digitale.

I diagrammi di flusso dei primi sono alquanto standardizzati: valutazione del lavoro e conseguente formulazione di una offerta, prestampa, esecuzione.

Affiancandovi la stampa digitale il diagramma raddoppiava e i due processi erano gestiti separatamente.

Oggi l’ibridazione delle due tecniche incrementa la flessibilità, armonizzarle riduce i costi e migliora la produttività grazie all’automazione, incrementa l’efficienza in prestampa, massimizza la capacità della linea permettendo di fare di più in meno tempo e con meno errori, mantiene l’integrità del lavoro, del suo controllo qualità e della sua sicurezza, riducendo tempi di settaggio, di esecuzione e i relativi costi.

Prima di intraprendere questa via, gli etichettifici devono guardare al proprio interno e valutare con obiettività le proprie potenzialità e il proprio livello d’esperienza; devono poi predisporre delle specifiche tecniche redatte in base alle esigenze dei clienti; coinvolgere fin dall’inizio del progetto operatori di prestampa e produzione; marketing, vendite, agenzie grafiche e clienti. Ci sarà un iniziale incremento di costi dovuti a maggiori investimenti in macchine da stampa e parti di ricambio; aumento di complessità in fase di prestampa; formazione del personale; gestione di diverse categorie di inchiostri; formazione dello staff commerciale, chiamato a trasmettere ai clienti i vantaggi della combinazione di più tecniche di stampa e a illustrare al cliente la possibilità di avere etichette a maggior valore aggiunto.

Arti Grafiche Johnson e CPZ danno vita a Johnson-Cpz Distribuzione

Johnson-Cpz Distribuzione Srl nasce dall’unione di due realtà altamente compatibili, la Arti Grafiche Johnson (Arti Group, Bavaria Industries Group) e CPZ Spa (operante dal 1981 nel mercato della stampa litografica e digitale) come perfetta «chiusura del cerchio».

Compito della nuova società, della quale Arti Grafiche Johnson e CPZ sono comproprietarie, sarà quello di commercializzare prodotti quali: agende, calendari, notes e una vasta gamma di altri articoli promozionali.

I punti di forza di Johnson_Cpz Distribuzione saranno:

  • garantire ai clienti (serigrafie, promozionalisti, tipografie e rivenditori) la provenienza e la qualità di una vasta gamma di prodotti, avendo alle spalle le aziende di produzione;
  • commercializzare a mezzo della Baldo Srl i prodotti del catalogo «Notabene», destinati a una clientela più professionale tramite il circuito «cartolerie»;
  • fornire servizi integrati per le attività promozionali;
  • attivare i servizi di e-commerce attraverso il portale j-cpz.com, consentendo ai clienti di avere l’immediata disponibilità dei prodotti;
  • rafforzare la presenza diretta, attraverso una vastissima rete di agenti sul territorio Italiano, dando ai propri clienti la possibilità di acquistare dai produttori.

Il management è così costituito: Presidente Massimo Cattaneo, AD Omar Rota, DG Marzio Carrara.

La sede della società sarà a Bergamo, in via per Zanica 92, all’interno di Niiag – Nuovo Istituto Italiano d’Arti Grafiche.

L’indagine Audipress conferma il ruolo della stampa come fonte di informazione per 45,5 milioni di italiani

Ogni mese l’85,8% della popolazione italiana (di 14 anni e oltre) sceglie almeno un titolo stampa, in un percorso di ricerca e scoperta che coinvolge anche la fruizione della stampa in versione digitale.

Su carta o digitale ogni giorno si raggiungono quasi 29 milioni di letture per i quotidiani (per 18.713.000 lettori), con una quota di 2 lettori su 3 ad alta frequenza di lettura.

Ogni settimana sono più di 28 milioni le letture di testate settimanali (per 16.220.000 lettori) e ogni mese sono quasi 31 milioni le letture di testate mensili (per 15.845.000 lettori), con una quota di lettori di digital edition in aumento (+4,3%) per i periodici nel complesso.

I dati Audipress 2015/III sono il risultato dell’indagine ufficiale per la lettura della stampa quotidiana e periodica in Italia, condotta su un campione rappresentativo della popolazione italiana di 14 anni e oltre. Per questa edizione sono state eseguite 47.410 interviste personali, condotte con il sistema CAPI Doppio Schermo, lungo un calendario di rilevazione di 38 settimane complessive, dal 12 gennaio al 13 dicembre 2015.

Guarda l’infografica! Audipress 2015 III_scenario

Gli Istituti esecutori del field sono Doxa e Ipsos; il disegno del campione e l’elaborazione dei dati sono stati effettuati da Doxa; i controlli sono a cura di Reply.

Per ulteriori dettagli metodologici si rimanda al sito.

Il Digital Publishing Explorers si terrà il 19 marzo

La seconda edizione del DPE affronterà le novità del mondo della creatività e le sinergie con l’attuale mercato dell’editoria digitale: un evento formativo che apre nuovi orizzonti alla creatività.

L’evento live, giunto alla seconda edizione e organizzato da Studio 361° in collaborazione con il Gruppo Colorcopy, è dedicato ad aziende, editori, professionisti e creativi che vogliono affrontare nuove sfide. I partecipanti scopriranno che la creatività non ha confini e che può esprimersi su qualunque supporto ed essere distribuita sotto qualunque forma: carta, Web, gadget, eBook o App. Appuntamento per chi desidera capire e sfruttare le potenzialità del mercato editoriale digitale, Digital Publishing Explorers promette di coinvolgere tutti i sensi: esplorare, ascoltare, condividere. Una vera guida in questo vastissimo mondo di soluzioni.

A sostegno di questo evento, volto a estendere le potenzialità di lavoro verso nuovi orizzonti, non potevano mancare le soluzioni tecnologicamente avanzate del Gruppo Colorcopy. Strumenti all’avanguardia tecnologica firmati Xerox e Roland che permettono di realizzare progetti creativi stampando su supporti inediti e dando vita ad applicazioni originali che rappresentano per gli operatori una concreta opportunità per ampliare le frontiere del proprio business.

«Offrire servizio a valore aggiunto è alla base della nostra filosofia aziendalespiega Mauro Piotti, fondatore di Colorcopy un credo che si declina in consulenza specializzata, servizio pre e post vendita e formazione, che eroghiamo presso i nostri showroom con corsi mirati e sostenendo eventi dall’alto contenuto innovativo». Per questo il Gruppo Colorcopy, realtà di riferimento dal 1991 nel mercato delle arti grafiche, sostiene l’edizione 2016 di Digital Publishing Explorers (19 marzo, Cosmo Hotel Palace, Cinisello Balsamo), un’occasione di formazione unica per chi guarda alle nuove tecnologie considerandole un’opportunità per crescere professionalmente e ampliare il proprio business.

Quando: 19 marzo 2016 – dalle ore 9,00 alle 18,30

Dove: Cosmo Hotel Palace, via Francesco De Sanctis 5, Cinisello Balsamo (Milano)

Guarda il programma e i relatori.

Per le iscrizioni online, clicca qui!

Inchiostro alternativo a base solvente e a basso odore by Sun Chemical

Sun Chemical ha arricchito la propria gamma Streamline di inchiostri alternativi eco-solvent con l’introduzione di una nuova offerta a bassissimo odore. Streamline Ultima HPQ LO presenta i vantaggi della formulazione chimica avanzata a basso odore per offrire un inchiostro a elevate prestazioni che è stato sviluppato per l’utilizzo con le stampanti a elevata velocità per la stampa di ampio formato Mimaki JV300 e JV150.

Formulato con le stesse proprietà fisiche degli inchiostri originali, questo inchiostro per la stampa a getto d’inchiostro OEM compatibile presenta una perfetta corrispondenza cromatica e può essere mischiato con gli inchiostri della gamma SS21 di Mimaki. Ciò consente ai professionisti della stampa di passare da un inchiostro all’altro senza sprechi e ottenere una totale uniformità di colore nonché stampe di elevata qualità anche quando utilizzano diversi inchiostri durante la stessa tiratura di stampa.

Gli operatori beneficiano inoltre della formulazione chimica innovativa di Sun Chemical HPQ-LO (High Print Quality – Low Odour), che consente emissioni di odore significativamente ridotte per ambienti di produzione migliorati, specialmente in ambienti chiusi.

«Tutti i nostri inchiostri Streamline OEM compatibili sono progettati con estrema cura per riprodurre il colore e le proprietà fisiche degli inchiostri originali e sono rigorosamente testati per ottenere prestazioni ottimali. Si tratta pertanto di inchiostri alternativi economicamente vantaggiosi ed efficienti in grado di garantire la più elevata qualità di stampa», ha commentato James Gould, Product Manager, Digital Aftermarket di Sun Chemical.

Gould ha continuato: «L’introduzione del nostro nuovo inchiostro Ultima HPQ LO nel portfolio Streamline estende ulteriormente la flessibilità della nostra gamma di inchiostri alternativi eco-solvent per soddisfare le crescenti responsabilità relative a salute e sicurezza per gli operatori di stampa.

Il nuovo inchiostro Streamline Ultima HPQ LO è attualmente disponibile in CMYK, con opzioni di colore speciali quali arancione e nero chiaro che saranno aggiunti alla serie in seguito durante l’anno.

Streamline

A Fespa Durst presenterà nuovi sistemi di stampa a base acqua per applicazioni LFP

Rhotex 500.
Rhotex 500.

Anche quest’anno la presenza in fiera sarà incentrata sulla «Durst Water Technology», con la presentazione di Rhotex 500, la prima stampante a sublimazione da 5 metri sul mercato per applicazioni soft signage/tessuto di grande formato senza giunzioni e la nuova gamma di stampanti WT con Rho WT 250 HS, per applicazioni pubblicitarie sostenibili e inodore ed espositori per il POS.

Seguendo il trend di Fespa verso la stampa su tessuto, con Alpha 190, Durst presenta anche un nuovo sistema di stampa per il settore Textile Printing tradizionale. Con gli inchiostri pigmentati One-Step e il pretrattamento automatico del materiale, Durst offre una convergenza tecnologica che permette anche agli specialisti del settore LFP di accedere facilmente alla produzione di tessuti per arredo casa, cuscini, abbigliamento e pronto moda.

Anche nella gamma Durst l’automazione è il fattore decisivo che fa crescere ulteriormente l’efficienza generale del sistema. Rho 1312 AF stabilisce nuovi standard grazie all’unità di alimentazione, all’unità di allineamento e allo stacker completamenti automatici sviluppati dall’azienda altoatesina.

Rhotex 500.
Rhotex 500.

Durst sarà aal pad. 1 stand H100 per presentare le novità e gli ultimi sviluppi del segmento Large Format Printing. I dettagli delle novità saranno presentati nella conferenza stampa che si terrà martedì 8 marzo alle ore 15 nella sala amtrium 2 – centro stampa.

Per maggiori informazioni consultare il sito.

Un concorso per la produzione della campagna di promozione dei prossimi DMA Awards Italia

DMA Italia, lo spin-off dell’americana Direct Marketing Association, annuncia il lancio di the call for the call for entry, il contest dedicato ai giovani creativi per la produzione della campagna di promozione dei prossimi DMA Awards Italia: si è aperto venerdì 12 febbraio e si chiuderà venerdì 26 febbraio. Possono partecipare coppie di art+copy nate dopo il 26 febbraio 1986, purché maggiorenni, che dovranno produrre un adv sul tema «Hai generato engagement e puoi misurarlo? Noi ti premiamo».

In palio il viaggio e la permanenza a Los Angeles per &THEN, la Global Conference and Exhibition di DMA il prossimo autunno. Cinque giorni di seminari, workshop e incontri con i protagonisti del marketing di relazione internazionale, che si chiuderanno con il galà di premiazione degli International Echo Awards 2016. Il concept della coppia vincitrice accompagnerà tutta la promozione dei DMA Awards Italia con l’obiettivo di coinvolgere sempre di più le agenzie per far crescere e consolidare la creatività espressa nel Direct e data-Driven Marketing.

Ricoh è partner tecnologico del contest con la sua soluzione Ricoh Pro C7100X, che grazie alla quinta stazione colore per bianco/trasparente offre nuove opportunità per tradurre in immagini l’idea creativa.

Rinnovata la partnership con Depositphotos, che mette a disposizione dei giovani creativi fino a cinque immagini gratuite.

DMA Italia abbraccia questa nuova prospettiva e supporta la formazione delle competenze sempre più specifiche necessarie a chi fa marketing oggi: l’abilità di comprendere i dati, di creare il messaggio giusto scegliendo il media appropriato, di analizzare e interpretare i risultati. Sono queste quindi le principali componenti che verranno giudicate dai DMA Awards Italia: creatività, strategia e misurabilità.

Per la campagna di promozione, l’associazione vuole dare spazio al punto di vista di chi sarà protagonista i prossimi anni, nella convinzione che vada premiato e supportato nel percorso di crescita, formazione e visibilità.

Clicca qui! Per iscriverti scaricando il modulo, il brief e il regolamento.

I consumatori chiedono alle aziende comunicazioni più mirate e personalizzate

Le aziende devono cambiare il modo in cui creano e gestiscono le comunicazioni verso i consumatori che non sono più disposti a tollerare messaggi irrilevanti e non personalizzati. Questo è quanto emerge dallo studio «Communication Crackdown« (Un giro di vite sulle comunicazioni)[1] sponsorizzato da Ricoh Europe e condotto da Coleman Parkes Research.

Le comunicazioni non mirate, online e cartacee, vengono accolte in modo negativo da oltre due terzi dei consumatori, che valutano come spazzatura ben un quarto dei messaggi ricevuti. Sei consumatori su dieci considerano le e-mail spam peggio del tempo perso ogni giorno negli spostamenti casa-lavoro. L’84% del campione d’indagine si dichiara quindi disposto ad agire nei confronti delle aziende che non cambieranno il modo di comunicare.

I consumatori stanno pagando le conseguenze della difficoltà di passare al setaccio tutte le informazioni irrilevanti alla ricerca d’informazioni che invece lo sono. A causa di questa difficoltà e del troppo «rumore» un quarto degli intervistati (25%) non ha rispettato la scadenza di un pagamento e più di un terzo non è riuscito a determinare esattamente il costo di un servizio (34%) oppure non si è avvalso di offerte a cui aveva diritto (39%).

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Comunicare in maniera efficace nell’era digitale

Le comunicazioni irrilevanti stanno quindi mettendo a dura prova la fedeltà, la fiducia e gli acquisti dei consumatori. Due terzi degli intervistati (65%) afferma di sentirsi meno legato a una azienda che li bombarda d’informazioni irrilevanti e il 63% dichiara di essere pronto a spendere meno e a rompere del tutto i rapporti (57%). Quasi un quinto degli intervistati si è rivolto a un altro brand, un altro quinto si è lamentato con un fornitore di servizi e 1 persona su 10 ha interpellato un’autorità competente.

David Mills, CEO di Ricoh Europe, commenta: «I consumatori stanno dimostrando una chiara insoddisfazione nei confronti della quantità e dell’irrilevanza delle comunicazioni inviate da aziende e fornitori di servizi. Oggi, nell’era digitale, è molto semplice comunicare in modo immediato con i clienti, ma i brand devono fare molta attenzione a non compromettere l’efficacia dei canali di comunicazione. Di fronte al rischio di pesanti sanzioni e con i consumatori sempre pronti a rivolgersi altrove, è fondamentale comunicare nel modo corretto e nel momento più opportuno. In un ambiente sempre più competitivo, caratterizzato dall’emergere di ambiziose start-up e dalle crescenti aspettative dei consumatori, la qualità e la personalizzazione delle comunicazioni, digitali e cartacee, sono di importanza cruciale».

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I consumatori sono disposti a collaborare

La maggior parte dei consumatori (64%) ritiene che i brand debbano personalizzare le comunicazioni. L’80% degli intervistati è disposto ad aiutare le aziende in questo percorso e si dice disponibile a fornire informazioni personali (occupazione, stipendio, abitudini di navigazione su Internet e aspetti riguardanti la salute) pur di ricevere comunicazioni mirate e rilevanti, meglio ancora se digitali. Infatti, i consumatori considerano le comunicazioni digitali come il metodo migliore per ricevere estratti conto e fatture (67% del campione) e informazioni relative per esempio a offerte e aggiornamenti (74%) nonché a nuovi termini e condizioni contrattuali (64%).

C’è ancora molto da fare

David Mills aggiunge: «I consumatori desiderano che l’azienda dedichi del tempo a conoscerli in quanto individui e non vogliono più essere bombardati da informazioni confuse e generiche. Per rispondere a questa esigenza è di fondamentale importanza per le imprese riuscire ad analizzare i dati dei consumatori in maniera corretta in modo da creare messaggi personalizzati ed efficaci, siano essi cartacei oppure digitali».

Attualmente, i settori che soddisfano maggiormente questa esigenza sono il settore pubblico (indicato dal 42% del campione), i servizi finanziari (39%), i fornitori di servizi pubblici (37%) e la sanità (36%).

Con la sola eccezione dei fornitori di servizi pubblici, questi settori sono considerati anche i più affidabili nella gestione dei dati sui clienti. Tuttavia, nessun settore è giudicato positivamente da più della metà dei consumatori, il che indica come i brand debbano ancora lavorare sodo per ottenere la piena fiducia dei consumatori.

«Per raggiungere questo obiettivo – conclude David Mills – le aziende devono migliorare il modo in cui raccolgono, analizzano e gestiscono i dati, in modo da utilizzarli in modo coerente in tutti i canali di comunicazione. Per esempio, le informazioni fornite dai consumatori per configurare gli account o per ottenere le tessere fedeltà devono essere utilizzate per personalizzare le offerte promozionali adattandole ai singoli casi. Solo in questo modo il consumatore si senta valorizzato e apprezzato».

Per maggiori informazioni, potete visitare questo sito.

[1] Nel corso dello studio, realizzato nel gennaio 2016, sono state intervistate 2.892 persone di Regno Unito, Irlanda, Francia, Germania, Spagna, Italia, Sud Africa, Svizzera, Polonia, Russia, Belgio, Turchia, Paesi Bassi, Emirati Arabi Uniti, Svezia, Danimarca, Arabia Saudita, Norvegia, Qatar, Finlandia e Kuwait.