Nell’ambito delle iniziative volte a rafforzare il legame tra Museo e Scuola quale momento integrante del processo formativo, l‘Associazione Italiana dei Musei della Stampa e della Carta Aimsc, in collaborazione con l’Enipg Ente Nazionale per l’Istruzione Professionale Grafica e l’Associazione Francesco Griffo da Bologna sono liete di invitarvi a partecipare al Bando di Concorso per l’ideazione di un manifesto mirato a valorizzare l’opera di Francesco Griffo da Bologna, figura importante nella storia del disegno dei caratteri da stampa, e la progettazione di un gadget originale, in carta e/o cartone, di dimensioni contenute, che i Musei potranno distribuire in occasione di manifestazioni ed eventi.
Il concorso, alla sua terza edizione, è aperto alle Scuole Grafiche, Licei Artistici, Istituti Tecnici e Professionali a indirizzo grafico. Possono partecipare studenti singoli o in gruppo di classe. In ogni caso vincerà la classe o la scuola di appartenenza. Gli elaborati dovranno essere inviati alla Segreteria Aimsc entro il 20 aprile 2016, unitamente al modulo d’iscrizione e alla liberatoria, debitamente compilati. La spedizione dovrà essere fatta per posta.
Il Concorso è dotato di premi per un totale di 1.600,00 € che saranno consegnati alle classi o agli Istituti vincitori per l’acquisto di materiale didattico. Quattro menzioni speciali saranno assegnate ai migliori lavori. La Giuria, composta dagli organizzatori e da esperti di Comunicazione e Design, sceglierà a suo insindacabile giudizio i vincitori in base alla pertinenza del tema, eleganza, estro, riconoscibilità e riproducibilità del design in relazione al suo utilizzo nelle diverse applicazioni. I risultati del concorso saranno comunicati direttamente al vincitore e resi noti tramite i media di settore. La proclamazione del vincitore avverrà durante l’annuale Assemblea di primavera di Aimsc.
Ulteriori dettagli sono indicati nel Bando Aimsc da scaricare qui. In particolare, a pagina 9, è presente un link che avvia lo scaricamento di una cartella di 46,9 MB contenente la biografia di Griffo e una serie di immagini di caratteri, illustrazione di libri, informazioni su Aldo Manuzio e strumenti per l’incisione e la composizione a mano, utili per progettare il manifesto e/o il gadget.
Per ogni eventuale ulteriore informazione, vi invitiamo a contattare la Segreteria Aimsc e/o la segreteria dell’Associazione Francesco Griffo da Bologna.
Scarica anche la Lettera per le Scuole_BandoGriffo2016!
Rafforzare il legame tra Museo e Scuola
Rotolito Emiliana prossima alla chiusura?
Lo scorso 7 gennaio si è riunito il Tavolo di Salvaguardia per affrontare la situazione di Rotolito Emiliana, azienda grafica presente da oltre vent’anni sul mercato nazionale nel settore della stampa editoriale e commerciale con sede a Malabergo, comune a nord di Bologna. Il confronto che ha visto anche la partecipazione del primo cittadino di Malabergo è nato dalla necessità di far fronte alla volontà dei rappresentanti dell’azienda di cessare l’attività.
Preso atto di queste intenzioni (che sembrano purtroppo definitive), le Istituzioni ritengono che tale decisione crei un rilevante problema occupazionale e impoverisca il sistema produttivo. Con i rappresentanti dell’azienda e le organizzazioni sindacali si è convenuto quindi di individuare nel Tavolo di Salvaguardia il luogo di informazione puntuale su ogni possibile evoluzione della situazione aziendale, comprese eventuali possibilità di proposte di subentro che ridiano slancio al business della Rotolito Emiliana. L’obiettivo ultimo è quello di proteggere la continuità aziendale e, ovviamente, l’occupazione.
Le imprese grafiche puntano sull’innovazione come strategia anti-crisi
I principali risultati della ricerca «I fabbisogni formativi e professionali del settore grafico», realizzata dal Censis in collaborazione con Cnos-Fap, presentata ieri a Torino nell’ambito del convegno «Carta Bianca» presso la Sala Multimediale della Regione Piemonte da Claudia Donati, ricercatrice del Censis, e discussi, tra gli altri, da don Enrico Peretti, Direttore generale Cnos-Fap, Giovanna Pentenero, Assessore all’Istruzione, lavoro e formazione professionale della Regione Piemonte, Pietro Lironi, Presidente nazionale Assografici, e Matteo Dittadi, Segretario nazionale settore grafico Cnos-Fap.
Anche il nostro direttore era presente! Ed ecco per sommi capi cosa è emerso.
La spinta all’innovazione come strategia anti-crisi
Il 26,9% delle imprese grafiche ha registrato una crescita negli ultimi tre anni nonostante la crisi e l’11,9% dichiara di essere in fase di ripresa. Moltissime quelle che hanno investito sull’innovazione dei servizi alla clientela (50%), del processo produttivo (44,2%), dei sistemi informatici e delle tecnologie (43,9%), dei servizi e prodotti offerti (43,8%). È quanto emerge da una indagine sui fabbisogni formativi e professionali delle imprese del settore realizzata dal Censis in collaborazione con Cnos-Fap. Negli ultimi tre anni, il 75,4% delle aziende ha fatto innovazione creando nuovi prodotti e servizi, il 70,5% ha introdotto nuove tecnologie e macchinari funzionali al miglioramento dei processi di lavoro, più della metà (il 52,7%) ha esplorato settori alternativi di attività, il 48,1% ha migliorato i canali di vendita e la funzione commerciale.
I fabbisogni di competenze. Per accompagnare l’innovazione, il 54,9% delle imprese grafiche ha dovuto acquisire nel triennio nuove professionalità o ha dovuto aggiornare le competenze presenti in azienda. Le aree funzionali per cui c’è bisogno di introdurre nuove professionalità o di rafforzare le competenze sono, in primo luogo, quella commerciale e del marketing (secondo il 51,9% delle imprese), poi quella della produzione (49%), della ricerca e sviluppo (37,3%). Tra le figure professionali necessarie ci sono soprattutto quelle legate all’informatica e al web. Al primo posto il web/mobile designer (44,6%), seguito dal programmatore (39,2%) e dal web producer (23%). Più in basso si collocano figure più tradizionali, quali il prestampatore (14,9%), lo stampatore tradizionale (13,5%) e lo stampatore in ambito digitale (12,2%).
Nel prossimo futuro stampanti 3d, ambienti social e mobile design. Molto significativo dell’evoluzione del settore è il dato relativo ai servizi che si intendono attivare nei prossimi due anni. Ai primi posti si collocano servizi correlati alle tecnologie digitali o alle tecnologie più avanzate, spesso con una forte impronta commerciale. Il 20,5% delle imprese intende attivare un servizio di stampa 3d, il 15,9% pensa di cimentarsi nelle attività di Seo o social media marketing, una quota analoga nel web marketing. Seguono web design (13,6%) e mobile design (12,5%).
Le competenze dei grafici di domani
Il 68,9% delle imprese si aspetta dalle nuove leve la conoscenza del settore grafico a livello complessivo, conoscenze informatiche (63,5%), familiarità con la lingua inglese (45,9%) e con il marketing (36,5%). In relazione alle competenze tecniche, per il 56,8% degli intervistati è necessario che i futuri assunti abbiano competenze di gestione del flusso di lavoro e, con la medesima percentuale, le competenze nel web, web marketing e social media marketing.
L’importanza dell’aggiornamento. Nel 29,1% delle aziende l’aggiornamento del personale è considerato strategico e i dipendenti sono annualmente coinvolti in percorsi di formazione. Per il 33,6% si tratta di un aspetto importante, ma che andrebbe implementato. Nel 21,6% delle aziende, invece, sono stati effettuati tagli a questa voce di spesa a causa della difficile situazione di bilancio.
«A fronte di una domanda che cambia, il Cnos si sta interrogando sul futuro assetto della formazione triennale degli operatori grafici», ha detto Matteo Dittadi, Segretario nazionale settore grafico Cnos-Fap. «La ricerca che abbiamo svolto in collaborazione con il Censis ci dà qualche conferma e molti spunti di riflessione su come innovare la proposta formativa e sugli obiettivi formativi del percorso di base».
Fespa Digital: Brett Martin presenta la sua gamma di substrati
Brett Martin presenterà al settore della stampa e dell’esposizione la sua più recente gamma di lastre piane. I visitatori potranno così toccare con mano i substrati prodotti dall’azienda, come per esempio la gamma in schiuma di PVC (Foamalux White, Foamalux Colour, Foamalux Ultra e Foamalux Xtra) e la gamma di lastre trasparenti (Marlon FS Polycarbonate, Marpet-g FS PETg, Marpet-a FS aPET e Marcryl Acrylic), una delle più ampie e assortite disponibili in Europa.
Uno dei principali marchi di lastre in schiuma di PVC, la gamma Foamalux, occuperà un posto d’onore nello stand Brett Martin. Leggere, versatili e altamente resistenti, si sono guadagnate un’ottima reputazione grazie alla grande qualità dimostrata in un’ampia gamma di applicazioni nel settore della cartellonistica, dell’esposizione e della stampa.
La gamma include quattro opzioni diverse: Foamalux White, un substrato in PVC per la stampa diretta di colore bianco brillante, disponibile in spessori da 1 a 24 mm, con un’eccellente stabilità ai raggi UV per la stampa digitale; Foamalux Colour, disponibile in una gamma di 15 colori brillanti che include gli innovativi rosa neon, verde neon, lampone e nero lucido; Foamalux Ultra, una resistente lastra rigida in schiuma di PVC con una finitura a brillantezza elevata e disponibile in bianco e in altri 6 colori per un effetto finale incredibilmente sofisticato; e Foamalux Xtra, prodotta in schiuma di PVC riciclata, che include un’anima nera compressa tra due superfici di PVC vergine bianco che consente di ottenere finiture sensazionali, anche grazie alle nuove versioni che includono il nero e il bianco-nero-bianco, entrambe da 19 mm.
Il primo prodotto della gamma è Marlon FS Polycarbonate, una lastra termoplastica dalla lunga durata. Disponibile in spessori da 0,75 fino a 15 mm e dimensioni fino a 2.050 mm, queste lastre forniscono una resistenza agli impatti 200 volte superiore a quella del vetro, ma alla metà del peso. Il carattere flessibile e l’eccezionale trasparenza ottica di Marlon FS Polycarbonate rendono questo prodotto ideale per la realizzazione di espositori, coperture di poster e insegne luminose.
Marpet‐a FS aPET è la nuova linea di lastre in poliestere amorfo a elevato grado ottico lanciata da Brett Martin. Combinando elevata trasparenza e solidità a resistenza chimica e proprietà antincendio, queste lastre sono il prodotto ideale per applicazioni piane e con piegatura a freddo. Le lastre sono disponibili in spessori da 2 a 4 mm e trovano applicazione in moltissimi settori, dal commercio al dettaglio (cartellini dei prezzi, espositori POP, elementi per negozi), alla cartellonistica (coperture di poster, light box).
Un altro substrato per cartellonistica, espositori ed elementi per negozi è Marpet‐g FS PETg, un poliestere amorfo e non cristallizzante, che consente una grande facilità di fabbricazione, riscaldamento e formatura sotto vuoto, senza sbiancarsi o produrre crepe. La versatilità di questo substrato (può essere facilmente tagliato, perforato, stampato digitalmente o serigrafato) consente la creazione di innumerevoli forme ed è disponibile in spessori da 0,75 a 12 mm.
Marcyl FS Acrylic è infine una lastra con finitura ad alta brillantezza e dall’aspetto simile al vetro, caratteristiche che la rendono idonea per le applicazioni in cui è richiesta una finitura impeccabile che aumenti il valore aggiunto del prodotto. Disponibili in spessori da 2 a 10 mm, le lastre sono ideali per la realizzazione di espositori, porta opuscoli e sistemi per punti vendita, oltre a elementi per negozi e light box.
«Allargare gli orizzonti della quotidianità per realizzare prodotti originali e all’avanguardia»

La XII edizione del progetto Culturale Artintype: un evento diventato un must legato alla presentazione del Calendario delle Grafiche Martintype che quest’anno, in pieno stile talk show, ha raccontato «l’Arte e l’Industria» come nuovo modello di sviluppo aziendale attraverso le parole degli attori principali, Giuseppe Damaini delle Grafiche Martintype, Carlo Tagliaferri della Selta, Sabatino Faraone del Gruppo Faraone, Giovanni Re della Roland, ovvero i rappresentanti delle aziende, attraverso la contaminazione delle opere dei ragazzi dell’Accademia Dell’Aquila.
Punto centrale del progetto Artintype è da sempre la collaborazione con le più prestigiose Accademie e Scuole d’Arte d’Italia. Sono stati invitati, lo scorso 16 gennaio, i ragazzi dell’Accademia di Belle Arti de L’Aquila che, dopo l’eccezionale esperienza del progetto «Sismografie» legata al terremoto del 2009, tornano con nuovi, intriganti lavori. «La scelta si riallaccia alla tematica di quest’anno, in quanto le opere riprodotte sono calcografie e come tali riassumono, in una sorta di compendio riepilogativo, quanto di più rappresentativo ci possa essere del connubio tra creatività artistica e pratica produttiva. I lavori di Chiara Salvini, Alexandra Koroleva, Luca Eleuteri, Zhang Yuru, Lorenza Cialini, Grazia De Laurenriis, Monica Di Felice, Gino Chiarizia e Alessandro Paolone sono quanto di meglio l’Accademia propone in fatto di artigianalità e di creatività» spiega il Prof. Valter Battiloro e il Prof, Fabio di Lizio, docenti di incisione che hanno invitato gli stessi artisti a parlare e a illustrare le loro opere esposte per l’occasione nella sala.
Un progetto nato 12 anni fa con uno scopo: quello di ricerca e valorizzazione nuovi protagonisti e caratteri dell’arte contemporanea e metterli in relazione con la realtà produttiva del territorio. Questo obiettivo l’ha raggiunto diventando ogni anno sempre più un evento di spessore e di contenuto. Giuseppe Damiani parte da queste riflessioni per annunciare come Artintype da protagonista è diventato promotore del rapporto tra Arte e Industria «vogliamo coinvolgere attivamente le aziende in questo progetto, in questo percorso di crescita, allargare e rendere Arte in Type, un progetto “itinerante” sviluppando la nascita di tanti “Arte in …”, per una comunicazione sempre più coinvolgente. L’azienda che vuole emergere, ha il dovere di fare comunicazione, ed è ancora più significativo poterlo fare attraverso l’arte e la cultura […]».
Sabatino Faraone, amministratore sottolinea come «è difficile trovare il connubio tra Arte e Industria perché sono due realtà con tempi ed esigenze diverse, ma noi del Gruppo Faraone vogliamo fondere queste realtà realizzando prodotti di design che creano emozioni. Le nostre architetture vengono installate in ambienti d’arte proprio perché non esiste forma più pulita e originale di una opera d’arte che quindi si può abbinare a un manufatto che enfatizza la trasparenza».
«Il programma Artintype 2016 trova nella sensibilità di Selta un interlocutore attento e interessato per varie ragioni. Il design si è storicamente fatto carico di affrontare questa difficile battaglia, e l’artigianato artistico può trovare in questa frontiera produttiva nuovi spazi operativi e grandi possibilità strategiche». Questo il pensiero del dott. Carlo Tagliaferri della Selta, il quale, nonostante fosse impossibilitato a essere presente, ha condiviso il suo pensiero attraverso la voce del giornalista Tony Zitella che ha moderato il dibattito e gli interventi.
Giovanni Re della Roland ha focalizzato l’attenzione su come oggi sia sempre più richiesto un prodotto unico e personalizzato e che questa unicità del prodotto sia possibile solo attraverso la fusione tra industrialità e l’artigianato: «allargate gli orizzonti della quotidianità per realizzare prodotti originali e all’avanguardia». È questo il consiglio che il Manager della Roland ha dato ai ragazzi presenti che si affacciano al mondo del lavoro.
Enrico Damiani, Responsabile Commerciale dell’azienda Martintype, spiega come è cambiato il modo di fare comunicazione, come sia sempre più necessario per un’azienda realizzare progetti di comunicazione integrata, una metamorfosi che porta a sviluppare un marketing fatto di relazioni e di identità. «Arte, industria, innovazione sono le parole chiave che contraddistinguono il progetto Artintype 2016. Un connubio possibile e Artintype l’ha concretizzato mettendoli in dialogo in questa XII edizione».
Quest’anno ha incontrato anche il favore di molte istituzioni, tra le quali il Comune di San Benedetto del Tronto, Colonnella, Martinsicuro, Unione di Comuni della Val Vibrata e la provincia di Ascoli Piceno i quali hanno accordato il Patrocinio in virtù del valore culturale e sociale dell’iniziativa e dimostrando come il progetto sia sempre di più radicato nel territorio.
BBM prima in Italia a installare una Kolbus DA 270
Bookbinder’s Board Manufactors di Rho (Mi), azienda fondata 40 anni fa da Giuseppe Locatelli e produttrice di copertine per il libro cartonato, ha concluso di recente l’installazione di una copertinatrice Kolbus DA 270 da 65 batt/min. Si tratta della terza macchina di questo tipo acquistata da BBM dal 2011 e in questo caso è stata unita anche una solcatrice NM 100, dedicata alla preparazione dei cartoni destinati alla realizzazione dei box nel packaging di qualità. La DA 270 consegnata a BBM, oltre alle usuali caratteristiche, presenta un nuovo interessante accessorio, confidenzialmente chiamato in Kolbus “Ines”. Si tratta di un dispositivo che taglia automaticamente in macchina gli angoli della tela a 45 gradi per la preparazione delle copertine convenzionali oppure fustellandoli per la produzione di copertine ad angoli tondi. «La macchina» spiega Tiziano Locatelli, figlio di Giuseppe e con lui alla guida dell’azienda insieme alla madre, Maria, e alla sorella Serena «ha la peculiarità di fustellare direttamente la carta per l’esecuzione di copertine con angoli tondi direttamente in un passaggio. Non è la nostra prima Kolbus, ma di certo questa è la prima macchina per noi attrezzata con una stazione in più in grado di svolgere tale tipologia di lavoro. Inoltre rappresenta la prima installazione in assoluto in Italia, mentre a livello europeo solo un’altra azienda tedesca l’ha opzionata».
Tipografia San Martino: una Kodak Nexpress al momento giusto per costo e qualità
Nata nell’82 in provincia di Reggio Emilia, Tipografia San Martino è un’azienda che nel tempo ha saputo coniugare abilmente l’evoluzione tecnologica e i cambiamenti del mercato proponendo, grazie a un team aggiornato e professionale, servizi di stampa a tutto tondo. In questi giorni l’azienda è salita agli onori della cronaca perché di recente ha messo a regime una nuova Kodak Nexpress SX3300, un importante investimento che segna l’inizio di un nuovo modo di pensare la produzione, un investimento che permette alla tipografia di commutare la stampa dall’offset al digitale delle tirature comprese tra le 1.000 e le 1.500 copie. Senza perdere in alcun modo in qualità. «Al nostro interno» spiega a Italia Grafica Stefano Caffagni, socio imprenditore insieme all’amico Alfredo Lugli «avevamo già piccole macchine digitali a integrazione dell’offset e quindi per noi questa tecnologia ha sempre rappresentato una prospettiva importante. Qualcosa insomma da tenere d’occhio. Fino a oggi però non eravamo riusciti a concretizzare l’acquisto di una macchina digitale da produzione principalmente per una questione di convenienza economica: il rapporto tra costo della macchina e costo dei materiali e costo delle tirature permetteva la produzione al massimo di 300 copie. E quindi la stampa in offset risultava di gran lunga più conveniente. Oggi, invece, la Kodak Nexpress, ma anche gli altri modelli suoi concorrenti (si pensi a Xerox o Hp) riesce a essere performante perché ha innalzato il punto di rottura tra l’offset e il digitale, collocandosi tra le 1.000 e 1.500 copie, mentre si è ridotto al contempo il costo della macchina stessa e dei consumabili».
Una macchina completa
«Quindi» prosegue Caffagni «nella primavera del 2015 abbiamo scelto la Kodak Nexpress SX 3300 perché la qualità di stampa è davvero vicina a quella dell’offset: oltre alla quadricromia, Kodak offre il quinto colore Light Black HD che garantisce una qualità tale da rendere superfluo per noi specificare nei preventivi se la stampa sia realizzata in offset o in digitale. Anzi, in certi casi la qualità è addirittura superiore: per esempio nelle carte naturali e non patinate, attualmente molto richieste dalle agenzie e dagli studi grafici, la Nexpress stampa con un gamut colore molto vicino a quello delle carte patinate e allo standard Iso europeo di riferimento per l’offset. Questo significa che possiamo servire l’esigente clientela del settore dell’abbigliamento e delle ceramiche (l’azienda in effetti sorge tra i rispettivi distretti industriali di Carpi e Sassuolo, n.d.a.), oltre che soddisfare la domanda proveniente dall’ambito biomedicale e meccanico-agricolo. E se fino a ieri era per noi impensabile stampare su supporti particolarmente materici e al tatto molto gradevoli, oggi grazie a questa macchina è possibile. Il quinto colore, inoltre, permette di ottenere toni continui più omogenei, toni grigi e neutri più realistici. E così tutte le copie che prima erano lavorate dalle 35×50 offset sono state dirottate su questa macchina. Del resto questo era il nostro progetto da tempo: chiudere definitivamente una parte della produzione offset implementando un sistema digitale competitivo ed eccellente nella qualità di stampa. Inoltre, la Kodak Nexpress SX3300 offre il formato 35×100 cm che ci consente di produrre in digitale molti tipi di stampati: cataloghi in A4 in brossura filo refe, depliant a quattro o tre ante, copertine per cataloghi con bandelle. Insomma, si tratta di un formato versatile che forse ha rappresentato il quid in più di Kodak rispetto ai modelli, pur validissimi, di altri costruttori. Ultima, ma non ultima la precisione di registro: abbiamo utilizzato la Kodak Nexpress SX 3300 per personalizzare alcuni stampati in offset con elementi a incastro lavorati in digitale che dovevano essere a registro perfetto. Ebbene tale perfezione di registro tra offset e digitale è stata ampiamente raggiunta».
Nuove risorse e nuovi progetti
«Nel luglio del 2015» precisa Caffagni «è avvenuta l’installazione, ma la produzione vera e propria è iniziata a settembre. Si tratta di un impianto complesso che richiede in ogni caso la presenza di un professionista. Un personale preparato è l’unico in grado di “estrarre” da questa macchina il vero valore aggiunto con prodotti davvero sorprendenti. Del resto, è necessario modificare anche l’approccio di chi fa questo mestiere al mondo del digitale: parliamo di macchine che offrono una qualità elevata solo se sono affiancate dalla bravura dell’operatore. In altre parole: in tipografia il fattore umano rimane dirimente. Nel nostro caso l’unione del capitale umano e tecnologico ci ha permesso, circa un anno e mezzo fa, di inaugurare un sito e-commerce, mybrochure.it, su cui vendiamo stampati speciali e particolari, prodotti di comunicazione sfiziosi, anche in piccole quantità. Questa iniziativa ci permette di occupare una nicchia interessante con una macchina innovativa (si veda il discorso sul formato di cui sopra), con prezzi super competitivi e con la possibilità di conseguire buoni margini di crescita in assenza di concorrenza. Benché la Kodak Nexpress SX 3300 serva perfettamente anche il progetto e-commerce di mybrochure.it, è bene sottolineare che questo investimento è stato pensato precipuamente per sostituire una parte della produzione in offset. Un investimento che, considerando un arco medio di quattro anni, è stimabile intorno ai 600mila euro tra manutenzione e varie altre voci di costo. Anche in questo caso, è importante sapere che l’investimento nel digitale è ben diverso rispetto a quello su impianto offset: quando si acquista una macchina offset si compra solo la macchina perché tutti gli altri materiali sono gestiti da altri fornitori. Per il digitale non è così: quando si sceglie la stampa digitale si sposa in un certo senso una causa, una modalità diversa di pensare la stampa, in cui è richiesta una diversa cura e attenzione nella gestione dei file e del colore. Ecco perché anche l’ammontare di un investimento deve essere calcolato diversamente».

Isia Faenza è in linea con l’Europa: il 92% dei laureati trova lavoro a quattro mesi dal titolo di studio
Si è conclusa l’annuale indagine statistica sulla popolazione dei laureati Isia di Faenza condotta coi dati al 31 dicembre 2014.
I risultati sono davvero incoraggianti, in assoluta controtendenza con i dati divulgati da Eurostat, 15 giorni fa, sui laureati italiani del 2014.
Secondo Eurostat solo un ragazzo italiano su due (il 52%) trova lavoro entro tre anni dalla laurea, mentre tra i laureati di secondo livello Isia di Faenza (cioè quelli che terminano il percorso di studi di cinque anni) trova lavoro ben il 92,3% a un anno dal titolo, con un tempo medio di attesa per arrivare al primo contratto, di soli quattro mesi.
Insomma IsiaA di Faenza sembra essere più in linea con la media europea dei laureati occupati, che è all’80,5% e in particolare con la Germania, la cui percentuale degli occupati laureati è del 93,1%.
Il dato è singolare. Nonostante la crisi economica, l’occupazione dei laureati Isia con il passare degli anni è in aumento. Nel 2012 era all’76%, nel 2013 al 73%.

Altro dato interessante emerso dalla statistica è la tipologia di contratto. Scompare la collaborazione a progetto o occasionale e resistono tre forme: tempo indeterminato per il 42%, tempo determinato per il 33% e libero professionista per il 17%.
I settori sui cui i neodiplomati trovano impiego è per il 33% il design di prodotto, per il 42% il graphic design, per e il 25% altri settori.
Anche le mansioni sono di responsabilità: per il 44% progettano all’interno di un team e il 38% possiede autonomia progettuale. Solo il 19 % svolge attività subalterna con qualche grado di responsabilità.
Il 67% degli impiegati è soddisfatto del suo stipendio e lo considera equo, mentre il 33% lo giudica basso. In generale le previsioni e le valutazioni per il futuro sono abbastanza buone: il 42% sostiene che sono promettenti all’interno dell’azienda, il 25% risponde «promettenti fuori dall’azienda», mentre il 25% pensa che «non ci siano prospettive, ma che andrebbe bene se continuasse così» (sono i casi per esempio degli insegnanti), solo l’8% ha risposto che è un ripiego.
«Questi dati sono naturalmente molto incoraggianti – spiega Roberto Ossani, direttore Isia Faenza – e testimoniano un modello formativo di eccellenza, forse più vicino alle Hochschule tedesche che alle università italiane. Un modello che – se ci guardiamo indietro – non è altro che l’ultima versione della Bottega rinascimentale: gli allievi imparano dai maestri, e imparano facendo sperimentazione e ricerca.»
Gli Isia continuano il loro percorso didattico avvicinandosi sempre più ai temi del design etico invitando a Faenza uno dei massimi esperti in ergonomia e design far all per inaugurare il nuovo anno accademico.

Sarà Luigi Bandini Buti a inaugurare il 21 gennaio, alle 18, il nuovo anno accademico con una conferenza dal titolo «La diversità è una risorsa».
Bandini Buti è docente in Ergonomia in Italia e all’estero. Nel 1996 è stato fra i primi italiani a essere accreditato Ergonomo Europeo dal Cree (Center for Registration of European Ergonomists). Recentemente ha pubblicato tre libri sull’ergonomia applicata alla progettazione di ambienti e prodotti.
Quale sarà il futuro del design e del progetto architettonico? Sarà nell’utilità o piuttosto nello stupore? O non sarà per caso nell’utile stupore?
Da queste domande comincerà la dissertazione di Bandini Buti.
«Il Design for All nasce – spiega – dalle esigenze delle fasce deboli ma si afferma come mezzo per il progetto per tutti: non per i disabili, ma anche per i disabili. Non è quindi uno dei tanti modi per ospedalizzare il mondo, ma è una disciplina che cerca di renderlo più utile e più bello per tutti. Dico che “la diversità è una risorsa” perché è finito il tempo in cui l’esigenza prima della produzione era la standardizzazione più o meno spinta e la diversità doveva essere negata in favore dell’omologazione. Oggi si dà per scontato che l’oggetto funzioni, ma si vuole anche che l’oggetto sia gradevole e sia adeguato ai bisogni, alle esigenze e alle capacità di chi dovrà, potrà, vorrà usarlo. Il Design for All si propone quindi come una disciplina in grado di fornire mezzi e metodi adatti a rispondere all’innovazione, alle esigenze dei tutti e di essere al contempo profondamente etica. In questo è la sua attualità».
L’incontro è aperto a tutti. Introducono Anty Pansera, Presidente Isia Faenza e Roberto Ossani, Direttore.
Lo stesso giorno, giovedì 21 gennaio, dalle 11 alle 13, il direttore, gli insegnanti e gli alunni saranno a disposizione di scuole, studenti e genitori per illustrare l’attività didattica e le opportunità lavorative offerte dall’università faentina.
Gli Isia (Roma, Urbino, Firenze, Faenza, a cui recentemente si è aggiunta Pescara) – concepiti da Carlo Giulio Argan e fondati dalla metà degli anni Settanta – rappresentano gli enti pubblici di formazione, nel campo del design, tra i più qualificati in Italia.
Un particolare modello formativo che mette in relazione l’idea al fare, con una particolare attenzione riservata, da sempre, all’aspetto etico e responsabile della progettazione, attraverso insegnanti che sono professionisti attivi nel mondo del lavoro e scambi diretti con il territorio e le sue aziende. L’Isia di Faenza ha tenuto collaborazioni con imprese ed enti di primo piano del territorio nazionale e ha in attivo scambi Erasmus con più di venti università europee. Questo garantisce ai suoi allievi una elevata percentuale di occupazione professionale, coerente con il corso di studi.
Info: corso Mazzini 93, aula magna, ore 18, ingresso libero. Per informazioni: 0546/22293; www.isiafaenza.it.
Volumi stabili nel primo semestre 2015 di Bobst Group
Bobst Group ha registrato un buon primo semestre 2015, nonostante l’euro debole. Le vendite ammontano a 524,7 milioni di franchi svizzeri (479, 39 milioni di euro) per il semestre, rispetto ai 560,5 milioni di franchi svizzeri (512,9 milioni di euro) dello stesso periodo dello scorso anno. Al netto degli effetti valutari negativi, le vendite sono rimaste stabili. Il risultato operativo (Ebit) è sceso di 9,8 milioni, a 10,3 milioni di franchi svizzeri (9,4 milioni di euro), per effetto della debolezza dell’euro. Il risultato netto migliora a 10,4 milioni, rispetto ai 3,9 milioni dell’anno precedente. Le prenotazioni sono in crescita del 11% e il portafoglio è del 16% superiore rispetto allo stesso anno palco.
Prospettive
Il Gruppo si aspetta di assistere a una buona domanda in Europa e Nord America. L’Asia dovrebbe migliorare dopo un lento inizio anno, mentre il Sud America rimarrà a domanda bassa a causa di un contesto economico difficile. A cambi correnti, e salvo imprevisti, il Gruppo è fiducioso di raggiungere vendite nell’intero anno di 1,25-1,30 miliardi e un risultato operativo margine superiore al 5% e un margine sul risultato netto superiore al 3%. Il Gruppo continua ad attuare la sua strategia: innovare, aumentare la propria presenza nei mercati in crescita, per incrementare le prestazioni dei suoi servizi e per migliorare l’eccellenza operativa.