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NTG apre il 2015 con una nuova sede in Lombardia e un ritorno importante

Ignazio Binetti torna in NTG Digital nella posizione di Direttore Vendite e Marketing: insieme al team tecnico e commerciale, si pone l’obiettivo di trasferire le nuove conoscenze e portare vantaggi produttivi ed economici sia per chi fornisce le nuove tecnologie di stampa, sia per chi le utilizzerà nella propria produzione.
Ignazio Binetti torna in NTG Digital nella posizione di Direttore Vendite e Marketing: insieme al team tecnico e commerciale, si pone l’obiettivo di trasferire le nuove conoscenze e portare vantaggi produttivi ed economici sia per chi fornisce le nuove tecnologie di stampa, sia per chi le utilizzerà nella propria produzione.
Ignazio Binetti torna in NTG Digital nella posizione di Direttore Vendite e Marketing: insieme al team tecnico e commerciale, si pone l’obiettivo di trasferire le nuove conoscenze e portare vantaggi produttivi ed economici sia per chi fornisce le nuove tecnologie di stampa, sia per chi le utilizzerà nella propria produzione.
Ignazio Binetti torna in NTG Digital nella posizione di Direttore Vendite e Marketing: insieme al team tecnico e commerciale, si pone l’obiettivo di trasferire le nuove conoscenze e portare vantaggi produttivi ed economici sia per chi fornisce le nuove tecnologie di stampa, sia per chi le utilizzerà nella propria produzione.

«L’obiettivo del rilancio di NTG Digital – afferma Carlo Alberto Di Noi – è di offrire nuove soluzioni tecnologiche in tutto il territorio nazionale, e con l’apertura di una nuova sede a Milano e l’importante sostegno di Ignazio Binetti per lo sviluppo commerciale nei mercati delle etichette autoadesive e del packaging flessibile.»

Ignazio Binetti riapproda infatti in NTG Digital nella posizione di Direttore Vendite e Marketing, ruolo che già ricopriva ai tempi della precedente sede di Assago, per offrire una presenza sempre più vicina agli operatori della stampa flexo e del converting, per cui oggi NTG Digital offre attrezzature e macchine di alto livello qualitativo e produttivo con le due prestigiose rappresentanze della svizzera Lüscher Technologies AG e dell’olandese SPGPrints meglio nota come Stork e a breve un’altra rappresentanza sarà comunicata sempre per il settore delle etichette.

Queste due innovative aziende ci guidano l’una verso soluzioni per il settore flessografico con CTP multifunzione della Lüscher, fortemente richiesto dal mercato, mentre la SPGPrints con soluzioni inkjet sempre più numerose nel panorama tecnologico della stampa in generale e non solo.

Già presente in Lombardia fin dagli anni ‘80 con la sede di Assago, dal 1° gennaio 2015 NTG Digital apre la nuova sede operativa a Legnano, in Corso Sempione 215, che si affianca alla sede di Roma. L’apertura dei nuovi uffici, con magazzino ricambi e assistenza tecnica, insieme al ritorno di una figura di alta competenza nel mondo delle arti grafiche, sono operazioni che dimostrano la determinazione dell’azienda, con la sua lunga esperienza nel campo dalla prestampa fino alla stampa digitale, nell’assumere una valenza fondamentale nei due settori attualmente in maggiore espansione del mercato, quelli delle etichette autoadesive e del packaging flessibile.

Nell’ambito della tecnologia di stampa digitale nel mercato italiano, Ignazio Binetti è una figura con una lunga e notevole esperienza, avendo vissuto fin dall’inizio la trasformazione del mercato da analogico a digitale, maturando nuove esperienze presso HP prima e Fujifilm successivamente. In Fujifilm ha affinato la sua esperienza ed è il primo a introdurre sul mercato nazionale la Jetpress 720, la prima macchina da stampa digitale in formato 50×70 (B2) alla più alta definizione oggi disponibile, superando anche la qualità offset, grazie a una tecnologia di teste di stampa con un drop size di soli 2 picolitri, la più piccola goccia presente sul mercato.

La nuova brossuratrice nel settore delle basse e medie tirature by MM

Muller Martini presenterà in anteprima mondiale la sua nuova brossuratrice allo stand S3 agli Hunkeler Innovationdays 2015.
Muller Martini presenterà in anteprima mondiale la sua nuova brossuratrice allo stand S3 agli Hunkeler Innovationdays 2015.

La nuova brossuratrice, il cui nome verrà rilevato in occasione della fiera, segna l’ingresso di Muller Martini in un nuovo segmento di mercato. Adatta per le medie e basse tirature, fino alla produzione di una sola copia, la brossuratrice a tutto tondo assicura una qualità perfetta, indipendentemente dal fatto che gli opuscoli vengano prodotti utilizzando una tecnologia di stampa offset o digitale.

L’ampia gamma di caratteristiche tecniche permette che questa brossuratrice compatta venga utilizzata con estrema flessibilità. Libri fotografici, cataloghi personalizzati e opuscoli di alta qualità possono essere prodotti con un’elevata efficienza di costi grazie ai brevi tempi di messa a punto e di produzione, indispensabili per tirature molto piccole e produzioni book-of-one, come verrà dimostrato nella lavorazione di quattro differenti prodotti sullo stand Muller Martini S3.

Accavallatura-cucitura di prodotti in stampa digitale

Muller Martini presenterà inoltre una soluzione innovativa per l’accavallatura-cucitura. La Presto II Digital verrà presentata con una piegatrice Heidelberg Stahlfolder TH 56 con mettifoglio a pila piana. Il sistema completo assicura nuove opzioni per il confezionamento industriale di prodotti stampati in digitale.

L’accavallatrice-cucitrice Presto II Digital non solo lavora contenuti di stampa digitale da foglio o da bobina, ma può essere anche utilizzata per prodotti lavorati con l’utilizzo di metodi di stampa tradizionale. Ciò significa che le aziende grafiche sarebbero equipaggiate sia per l’offset che per il digitale, garantendo loro un livello particolarmente alto di protezione dell’investimento. Tre differenti prodotti verranno lavorati in continuo e dal vivo sullo stand S3 di Muller Martini agli Hunkeler Innovationdays 2015.

Muller Martini presenterà in anteprima mondiale la sua nuova brossuratrice allo stand S3 agli Hunkeler Innovationdays 2015.
Muller Martini presenterà in anteprima mondiale la sua nuova brossuratrice allo stand S3 agli Hunkeler Innovationdays 2015.

Fespa lancia Printeriors, dedicato alla decorazione di interni

Fespa lancia il nuovo evento Printeriors dedicato alla decorazione di interni.
Printeriors è l'evento Fespa dedicato alla decorazione di interni.
Fespa lancia il nuovo evento Printeriors dedicato alla decorazione di interni.
Fespa lancia il nuovo evento Printeriors dedicato alla decorazione di interni.

Il primo evento Printeriors avrà luogo parallelamente a Fespa 2015 dal 18 al 22 maggio 2015 presso la Koelnmesse, l’area fieristica di Colonia, in Germania.

Questo nuovo evento, focalizzato sulle applicazioni, sarà destinato alla comunità dei designer di interni e cercherà di mettere in luce le possibilità creative dell’utilizzo della stampa per la realizzazione di progettazioni di interni per i settori commerciale, aziendale e alberghiero.

Printeriors offrirà ai visitatori un’esperienza visiva e tattile mediante un’esposizione fisica di applicazioni stampate per interni, presentate per mezzo di una serie di ambientazioni rappresentanti diverse tipologie di interni, sia commerciali che domestici. Le ambientazioni verranno realizzate da fornitori di servizi del settore della stampa e/o dai loro clienti, cercando di evidenziare in particolar modo la creatività e l’innovazione rispetto alla tecnologia o al processo di realizzazione.

Giovedì 21 maggio 2015, Printeriors offrirà ai delegati una conferenza mirata di un giorno su applicazioni per interni, materiali, design, tecniche, trend e case study. Le sessioni saranno tenute da designer europei che utilizzano la stampa attivamente per dare vita alle proprie idee.

Roz McGuinness, Divisional Director di Fespa, spiega la logica dietro al lancio di Printeriors: «La stampa sta compiendo importanti incursioni nei campi del design architettonico e della decorazione d’interni, dai rivestimenti per pareti e pavimenti, tessuti e superfici decorative ai mobili e agli accessori. Con Printeriors, desideriamo illustrare il potenziale decorativo della stampa a designer di interni, architetti e altri esperti in decorazione d’interni. L’evento cercherà di informare, educare e ispirare la comunità di designer, aumentando la consapevolezza sulle potenzialità della stampa e stimolando la domanda di decorazioni d’interni stampate».

Roz McGuinness continua: «Naturalmente, anche il pubblico principale di Fespa, composto da professionisti della stampa e produttori di insegne, trarrà notevoli benefici da Printeriors. Un gran numero di espositori di Fespa 2015, Fespa Fabric e European Sign Expo stanno già offrendo soluzioni specifiche per applicazioni per il design di interni, pertanto numerosi fornitori di servizi nella nostra comunità sono già coinvolti attivamente in questo segmento o stanno comprendendo il suo potenziale. Svolgendosi in parallelo a Fespa 2015 Global Expo, Printeriors è il perfetto ambiente per i professionisti della grafica per esplorare le applicazioni per la decorazione di interni come nuova via per una possibile diversificazione. L’opportunità di ascoltare direttamente le parole dei designer consentirà ai PSP di comprendere le motivazioni commerciali e creative di questi clienti e adattare i propri servizi di conseguenza. Inoltre, potendo visitare Fespa 2015, Fespa Fabric, European Sign Expo e Printeriors sotto lo stesso tetto alla Koelnmesse, i visitatori potranno tornare facilmente al piano principale della fiera per scoprire tecnologie, inchiostri e substrati».

Tutti i numeri dell’inkjet: una panoramica dei player del mercato

Canon ImageStream 3500 Image.
Canon ImageStream 3500 Image.

di David Serenelli

Nel panorama delle tecnologie di stampa senza impatto, cioè dove non abbiamo un trasferimento dell’elemento di contrasto (inchiostro) dalla matrice al supporto, senza una forza meccanica che lo determina, la stampa digitale inkjet è quella che oggi ha una campo di applicazione decisamente diversificato. In virtù probabilmente della semplicità del processo, semplicità in termini di principio di funzionamento, non certo di tecnologia impiegata, che permette, a seconda del campo di applicazione, di utilizzare soluzioni e materiali adattabili a svariate esigenze produttive. La troviamo così impiegata in molteplici aree della comunicazione stampata, dalla stampa domestica, per passare alla stampa editoriale e transazionale, per arrivare all’extra wide format, passando per i materiali più disparati, dalla carta alla ceramica, ai materiali commestibili.

Le applicazioni possibili

La stampa inkjet ad alta velocità su carta dopo essersi affermata nel corso degli ultimi sette-otto anni nella produzione dei documenti transazionali classici (fatture, bollettini postali preintestati, estratti conto ecc.), tipicamente in bianco e nero, è approdata recentemente anche sulle bianche pagine dei libri, delle riviste e dei prodotti «più nobili». Il salto dal bianco e nero a colore ha ovviamente permesso di ampliare l’offerta e oggi a tutti gli effetti è un procedimento che in certi segmenti produttivi, come quello librario, paralibrario, e anche commerciale, compete, con la «cugina» stampa digitale laser e con la «aristocratica» stampa offset e roto offset. Compete ma anche, come si vedrà, fornisce opportunità per aprire nuovi mercati, inarrivabili dall’offset. La possibilità di stampare con questo processo ad alta velocità, è forse superfluo ricordarlo, è garantito dalla disposizione in parallelo delle teste di scrittura, che gettano l’inchiostro sul supporto: differentemente da quanto accade nella stampa inkjet small o wide format, le teste sono ferme e distribuite su tutta la larghezza della banda di carta e il supporto score sotto di esse.

La stampa inkjet hi-speed roll-to-roll sebbene si ponga come complementare all’offset per le applicazioni citate in precedenza, va ricordato, è pur sempre stampa digitale, e in quanto tale gode del vantaggio base di tutti i processi digitali: l’assenza di una matrice di stampa fisica e per tanto immutabile. Questo, che sembra un dettaglio semplicemente tecnologico, è la reale differenza che apre a queste soluzioni opportunità prima precluse. Non a caso Jim Hamilton di Info Trends afferma che l’inkjet hi-speed sta producendo prodotti come stampati transazionali, direct mailing o libri non perché è più conveniente dell’offset, ma perché l’offset non li può produrre. Se nel caso dei prodotti transazionali e del direct marketing è una verità auto evidente (non si può in offset fare una copia differente dalla successiva), nel caso di libri e giornali è più sottile e articolato il ragionamento; la tiratura gioca un ruolo, ma anche la possibilità di personalizzazione della copia o la copia singola, una diversa dall’altra, anche in termini di dimensioni e foliazione, sono confini inaccessibili all’offset.

Dalla velocità alla stampabilità

Facendo un’analisi del progresso di questa tecnologia nel corso degli ultimi sette-otto anni, vediamo che le direttrici in cui si è orientato lo sviluppo dei sistemi inkjet continuous feed ad alta velocità, è stato in primo luogo sulla larghezza della banda di stampa e parallelamente sulla velocità. Due parametri fondamentali per poter garantire la competitività in quelle produzioni massive che alcuni stampati transazionali richiedono. Un obiettivo non banale se pensiamo alla mole di dati che una tiratura di stampa inkjet ad alta velocità deve elaborare. Non a caso, in questo ambito, linguaggi di descrizione della pagina alternativi al PDF e più inclini all’implementazione di streaming di dati variabili sono stati e sono ancora ampiamente utilizzati (AFP, IPDS, PPML).

Ora lo sviluppo, a mio modo di vedere, ha preso una piega diversa e va nella direzione della versatilità degli impianti e nella diversificazione dei materiali. In un certo senso è una promessa che è nell’aria già da diversi anni ma che ancora non vede per la verità novità sconvolgenti. Sta di fatto che ora tutti i player del mercato puntano allo sviluppo di inchiostri maggiormente concentrati che consentano di essere usati in quantità inferiori, che abbiano un ancoraggio migliore sulla carta, sia in termini di penetrazione nelle fibre che di adesione alla patinatura. Sul versante carta, un paio di anni or sono, sembrava che la diffusione dei sistemi inkjet hi-speed avrebbe stimolato i produttori di carta nello sviluppare prodotti specifici, abbattendo di parecchio i prezzi. Questo pur essendo un trend interessante non sembra avere i tempi di risposta previsti, e ancora oggi le carte per inkjet hanno costi decisamente superiori alle rispettive carte per offset. Inoltre a mio avviso in ambiti quali l’editoriale e il commerciale su carta patinata, sia richiesto di poter usare li stessi supporti impiegati nei processi tradizionali, anche nelle produzioni inkjet. A maggior ragione quando queste macchine sono inserite in realtà produttive tradizionali (offset o Weboffset) come complemento alla produzione, o addirittura come spesso avviene, nell’ibridazione di prodotti realizzati con processi di stampa tradizionali a cui vengono aggiunti inserti o sovrastampe ottenute con dispositivi di stampa inkjet. A partire da questo punto, le case produttrici stanno orientando la propria strategia con diversi approcci. Chi come HP e Fuji persegue la strada di migliorare il rapporto carta/inchiostro a base acqua mediante l’uso di primer, o chi come Canon Océ, Ricoh, Xerox, Kodak, punta più sull’inchiostro per ovviare alle problematiche di accettazione sulle carte patinate.

I player del mercato

Il panorama dei player che su questo mercato operano proponendo soluzioni è abbastanza variegato e senz’altro in crescita. Vi sono vendor storicamente consolidati che possono vantare parecchi anni di attività nell’ambito dell’inkjet roll-to-roll e che hanno percorso tutte le tappe, dal bianco e nero, al colore, dal transazionale al transpromo verso l’editoriale e il commerciale, e altri che stanno approcciando o hanno da poco approcciato questo segmento di mercato, con soluzioni interessanti.

Canon/Océ

Il marchio Canon con l’acquisizione di Océ è di fatto il leader del mercato inkjet transazionale avendo un istallato veramente importante. Il parco delle macchine da stampa continuous feed parte dalla JetStream Compact 1000 da 75 m/minuto, con larghezza di banda da 20’’ e un singolo motore di stampa, per arrivare alla JetStream Wide 5500 da 254 m/minuto e 30’’ di banda, full color. A fianco della serie JetStream, la ColorStream 3000 con doppio motore da 48 a 127 m/minuto.

Canon ImageStream 3500 Image.
Canon ImageStream 3500 Image.

Come si vede una gamma molto estesa di soluzioni che possono essere declinate a varie velocità di produzione (upgradando l’impianto) in grado di fornire una risposta alle svariate tipologie di applicazioni. Fin dal 2008 Canon Océ, come tutti gli altri vendor (ad esclusione di HP e Kodak) adotta la tecnologia Drop on demand piezoelettrica (nelle Canon le teste a 40 KHz sono fornite da Kyocera). La goccia prodotta da queste teste è multilevel, ossia con due diversi volumi da 7 e da 12 pl (1 picolitro equivale a 10-12 litri). La scelta del piezoelettrico è motivata dalla durata prevedibile delle teste di scrittura (vengono date per 3000 ore di stampa), scaldando meno delle teste termiche hanno infatti un ciclo di vita maggiore. Nella serie ColorStream che appartiene alla gamma Twin, una caratteristica utile nelle applicazioni sia editoriali che transazionali, consiste nella possibilità di stoppare i tre colori e trasformare la macchina in una monocromatica pura. Questo aumenta la versatilità dell’impianto. Sempre ColorStream, può stampare in qualità già dai primi metri, ossia in fase di accelerazione e decelerazione. In tal modo è possibile tra l’altro un controllo visivo del risultato in fase di avviamento.

Da settembre di quest’anno dovrebbe essere disponibile il nuovo prodotto di Canon Océ, la ImageStream 3500, con la quale si punta a fornire un prodotto pensato per il mercato editoriale. Il formato è il B2 equivalente, è sempre una macchina continuous feed, con la configurazione twin, cioè con i due motori di stampa in serie e la possibilità di riavvolgere la bobina stampata oppure, collegabile in linea con il sistema di finishing ritenuto più appropriato. La novità annunciata dalla casa di Poing è strettamente collegata agli sviluppi attesi sugli inchiostri, che dovrebbero consentire di andare a stampare su carte patinate standard per offset, principale scoglio nell’impiego di queste tecnologie nei prodotti editoriali e commerciali. In cantiere, per i prossimi anni, ma un progetto pilota in Germania presso l’azienda d’imballaggi Joh. Leupold è già attivo, Canon Océ dovrebbe aggredire il mercato del packaging, nel segmento delle basse tirature, con una macchina a bobina elettrofotografica a toner liquido e stampa indiretta, con cui produrre imballaggi fino a 600 micron di spessore è in formato massimo fino al 70×100 equivalente. Allo studio anche una macchina inkjet a foglio in formato B3 (35×50), al momento denominata Niagara.

Quindi nell’obiettivo di Canon Océ, oltre al mantenimento e all’ulteriore sviluppo del mercato transazionale e transpromo, in cui tra l’altro le macchine inkjet in bianco e nero giocano ancora un ruolo importante, ci sono le arti grafiche legate al mondo degli stampati editoriali, commerciali del packaging.

Ricoh

La storia di Ricoh nel mondo dell’inkjet risale a oltre 30 anni fa per quanto riguarda le teste di stampa mentre, per quanto concerne l’adozione dell’inkjet al modulo continuo a bobina, risale al 2007 con l’entrata prima in InfoPrint Solutions (joint alliance Ricoh – IBM nel printing) e poi con la successiva acquisizione nel 2010 della stessa divisione printing di IBM.

Con questa mossa Ricoh acquisisce il know how relativo al getto di inchiostro per stampanti a modulo continuo quale è la InfoPrint 5000, introdotta nel mercato nel 2007 e sviluppata sulla base del motore Screen con teste Epson e sull’unità di controllo del sistema (RIP e Controller) sviluppata da IBM.

Infoprint 5000 oltre a gestire il PDF è in grado anche di gestire il protocollo di stampa AFP (Advanced Function Presentation),riferimento di mercato nella stampa a dato variabile (VDP) ad altissima velocità, inventato da IBM nel 1984 e da qualche anno diventato uno “standard aperto”. Oggi tutti gli upgrade degli impianti sono sviluppati internamente da Ricoh.

Ricoh Inforpint 500 VP.
Ricoh Inforpint 500 VP.

La gamma delle soluzioni inkjet è basata sul motore InfoPrint 5000 declinato su tre modelli e upgradabile in termini di velocità di stampa, MP (Multi Purpose) in versione B/N e colore, GP (General Production) full color con inchiostri dye e a base di pigmenti e VP (Volume Platform) full color con inchiostri dye, fino a 220 m/minuto di velocità. La larghezza massima della banda di carta è per tutti i modelli 52 cm (20’’). Da sempre la caratteristiche della tecnologia impiegata da Ricoh per la stampa inkjet è il controllo delle dimensioni della goccia su due livelli (Multilevel dynamic drop size), che consiste nella possibilità in ogni punto della pagina di indirizzare gocce d’inchiostro a dimensione variabile, a vantaggio dell’accuratezza del dettaglio, soprattutto nei tratti fini e sui bordi rastremati (con curve) degli oggetti (caratteri di grandi dimensioni per esempio). Delle tre linee, la GP sembra quella maggiormente indicata per le produzioni editoriali di qualità, l’unica che può utilizzare inchiostri a base pigmento e con risoluzione 720×720 dpi. Lo sviluppo di Ricoh punta molto sugli inchiostri di terza generazione che sono stati introdotti negli ultimi mesi, che offrono un gamut colore più ampio, soprattutto nei rossi (tasto dolente) e in neri più profondi, con la possibilità di stampare su carte naturali standard e trattate e su carte patinate opache e lucide specifiche. Il focus dello sviluppo degli inchiostri è nello studio di inchiostri ad altissima concentrazione che consentano un consumo minore, quindi un’asciugatura più rapida dovuta alla minore penetrazione nel supporto e conseguentemente, un consumo energetico inferiore. Quest’ultimo è tra l’altro un aspetto in cui le InfoPrint già eccellono.

HP

Da sempre il marchio americano è legato alla tecnologia di stampa inkjet thermal drop on demand, che è esclusiva per queste macchine e a cui resta fedele, anche nelle ultime realizzazioni. Il concetto di base nell’ingegnerizzazione di questa tecnologia di teste di stampa sta nella scalabilità delle configurazioni, per cui mediante l’accoppiamento di più teste è possibile incrementare le prestazioni della soluzione, migliorandone l’efficienza (più colori o più larghezza di banda). La criticità della durata delle teste termiche rispetto alla tecnologia piezo, viene sopperita da HP con la semplicità della sostituzione (due minuti per un operatore addestrato). Un altro concetto base di HP è la ridondanza degli ugelli di stampa, controllato con un sistema intelligente di monitoraggio della qualità di stampa, basato sulla lettura ottica delle barre poste tra un frame e l’altro di stampa, oppure o attraverso la dispersione di micropunti all’interno del lavoro (quando non vi sono zone da refilare, come nel caso delle applicazioni newspaper). Nell’istante in cui un ugello viene valutato non funzionante, il suo posto viene preso da un altro situato sulla stessa linea di stampa, che lo rimpiazza. Sulla console di controllo lo stato degli ugelli tiene informato l’operatore della situazione.

HP T260 è una macchina compatta in bianco e nero, studiata appositamente per il mercato librario.
HP T260 è una macchina compatta in bianco e nero, studiata appositamente per il mercato librario.

Per quando concerne la gamma di prodotti, HP parte con la T200 da 20’’ di stampa e struttura compatta con i due archi di stampa in un unico blocco, fino ad arrivare all’ultima T410 con 42’’ utili di stampa (106 cm) e velocità fino a 183 m/minuto full color. A fianco di queste, la nuovissima T260, una macchina compatta in bianco e nero, la prima con una larghezza di 26’’ (65 cm) e una velocità di 244 m/minuto, studiata appositamente per il mercato librario. La risoluzione lineare delle teste è sempre di 1200 ugelli per pollice. La goccia di inchiostro è a volume fisso di 6 picolitri. Anche Hp come gli altri vendor, superata la fase in cui il miglioramento ha riguardato principalmente dimensioni e prestazioni, ha lanciato nel recente maggio, una nuova soluzione HP Priming, con la quale vuole ampliare la gamma di supporti patinati stampabili in tutti i suoi inkjet Web press system. Si tratta di due nuovi prodotti di priming, uno sviluppato da HP stessa, l’altro da un’azienda specializzata, la Epic Product International, che affiancano il ben noto bonding agent, utile soprattutto per la stampa su carte naturali molto assorbenti.

Xerox

La storia della stampa inkjet roll-fed di Xerox è iniziata da pochi anni, attraverso l‘adozione del principio di stampa che era già delle stampanti Tektronix, una marchio acquisito nel 2000. La serie CiPress di Xerox, nelle due versioni 325 e 500, si differenzia da tutti gli altri sistemi per la natura dell’inchiostro usato, non a base di acqua, ma a base di resine plastiche, tenute allo stato liquido nel circuito di alimentazione dell’inchiostro e gettato sulla carta da teste piezoelettriche a 39 KHz con una risoluzione di 600 dpi lineari e 400 in senso longitudinale alla massima velocità di 152 m/minuto. Un sistema che offre senz’altro buone prerogative per la stampa su carte ultraleggere (non c’è penetrazione dell’inchiostro), che fornisce una saturazione nei colori alta rispetto al consumo, oltre che una prerogativa di prodotto green per la facile deinchiostrabilità. Per contro, l’effetto visivo superficiale “toner”, ossia un’apparente lucidità della stampa, può non piacere su certi prodotti. Come la stampa a toner solido, l’inchiostro fuso sulla carta, può subire screpolatura in corrispondenza di cordonature. Veramente impressionante per contro, il risultato su carta tipo “riso”, non stampabile con inchiostri a base acqua.

La seconda linea di prodotti che Xerox offre al mercato dell’inkjet è con il marchio Impika acquisito nel 2013, una società specializzata in soluzioni inkjet, che il 12 giugno ha inaugurato ad Aubagne in Francia il nuovo Centro di Innovazione inkjet di Impika, un allestimento interattivo di 8.454 metri quadrati nei quali renderà possibile ai propri clienti toccare con mano la tecnologia inkjet. I prodotti esposti includono la linea iPrint Compact, iPrintReference, iPrint eVolution ed iPrint eXtreme che hanno nella scalabilità ed ugradabilità, oltre che nella qualità dichiarata, il loro punto di forza. Si parte dalla Compact, che come dice il nome è veramente molto contenuta negli ingombri, composta da un unico gruppo stampa, per arrivare alla Evolution con doppio motore di stampa. Con tutta una serie di variazioni intermedie, per la stampa 1-up o 2-up con motore singolo o doppio e la possibilità di installare fino a due teste aggiuntive per un quinto e sesto colore. La larghezza carta è 51 cm e le velocità passano dai 40 m/minuto a 1.200×600 dpi di risoluzione fino ai 254 m/minuto a 1.200×360 dpi. Le teste piezoelettriche sono in grado di produrre un volume di goccia variabile da 3 a 12 picolitri (5 livelli) a seconda delle esigenze di qualità del prodotto. Se con la CiPress Xerox sta tentando di aggredire il mercato del transazionale e del direct marketing, la serie Impika sembra poter ambire anche al segmento commerciale, delle etichette e del packaging.

Kodak

Kodak è presente nella stampa inkjet ad alta velocità da parecchi anni. Anche se talvolta in modo un po’ «nascosto», la troviamo presente in molti stabilimenti Weboffset, con le «teste» Versamark o Prosper per la personalizzazione di prodotti stampati in offset, l’indirizzamento di stampati destinati alla spedizione, o alla realizzazione del dato variabile in produzioni massive.

Da sempre la principale caratteristica di queste teste è la velocità. Con la tecnologia proprietaria «Stream Inkjet Technology», le nuovissime teste presenti sulla Prosper 6000C (o 6000P), eredi delle affermate Versamark, consentono di stampare a 300 m/minuto, velocità da rotooffset, irraggiungibile da qualsiasi altra tecnologia al momento, soprattutto su carte patinate. La semplicità di funzionamento e l’affidabilità rende superflua l’adozione di ridondanza di ugelli di stampa, tipico delle tecnologia DoD (drop on demand). Per queste caratteristiche Kodak le propone come possibilità di ibridazione di macchine da stampa offset, sia a foglio che a bobina. Ed è questo al momento il campo di impiego principale. Tornando alla serie Kodak Prosper, la tecnologia caratterizzante, oltre al sistema di stampa inkjet in continuo (Stream Inkjet Technology), è il controllo qualitativo in linea, che ispezione il risultato stampato, interagendo con i parametri di stampa per garantire il massimo risultato in termini di stabilità; anche alcuni difetti tipici dell’inkjet sulla conduzione del nastro di carta umido, che possono causare imperfezioni meccaniche (grinze), sono in questo sistema combattute con rulli dal design innovativo, che tendono a minimizzare il difetto.

Insomma un progetto che sulla carta è molto innovativo e dalle potenzialità sicuramente importanti, che in Italia non vede ancora installazioni, ma che si propone di allargare il campo di applicazione della tecnologia inkjet nelle arti grafiche.

Kodak Prosper 6000.
Kodak Prosper 6000.

Fujifilm

Il progetto Fuji nell’inkjet è senz’altro molto ambizioso, in quanto vuole competere con la stampa offset a tutti i livelli, anche sul piano qualitativo. Vediamo come intende farlo… Il lavoro parte dal cuore della tecnologia, dalle teste di stampa. Fujifilm adotta le teste Samba di Dimatix, una società del settore, che guarda caso è stata acquisita da Fujifilm, che con questa operazione intende garantirsi lo sviluppo e l’implementazione continua del prodotto. Questa testa, che va precisato è montata sulla Jetpress 720, macchina a foglio in formato B2, (non sulla cugina bobina), ha caratteristiche davvero interessanti; si potrebbe dire che rappresenta un ideale connubio dei vantaggi di ogni singola tecnologia inkjet: compattezza e basso costo del termico, velocità del continuous inkjet, e possibilità di modulazione del piezoelettrico. Risultato: una testa da 1.200 dpi reali, con piezo a frequenza di 100 KHz e droplet modulabile fino a 2 picolitri in 4 livelli. Per garantire qualità costante, un sistema di ispezione degli ugelli (ILS), in caso di ugello otturato, non ferma la produzione ma compensa con gli ugelli vicini la mancanza, avvisando all’occorrenza per un ciclo di pulizia. Producendo di fatto teste e inchiostri, Fujifilm punta molto sullo sviluppo di questi per implementare nuove soluzioni, che in futuro potrebbero portare anche all’adozioni di nuovi prodotti come gli inchiostri UV (che troviamo già presenti nel progetto Konica KM-1). Questa tecnologia adotta un primer che viene steso sulla superficie del supporto prima della stampa, che ha un effetto coagulante (coalescenza) per le gocce di inchiostro, evitando che queste mischiandosi e diffondendosi nel supporto creino un effetto di leggera sfuocatura del punto. Le prestazioni dichiarate da Fuji sono presto dette: gamut più esteso del Fogra39, 2700 fogli ora in formato B2, carte patinate offset da 127 a 300 g/mq.

Nella versione roll-fed la banda di carta è di 20’’, e vi sono 20 teste sui due lati della banda di carta, con goccia sempre a volume controllabile ma fino a 6 picolitri; la velocità è in funzione della risoluzione di stampa: 80 m/minuto a 1.200 dpi, 100 m/minuto a 600 dpi e 127 m/minuto a 480 dpi.

Entro fine anno Fuji dovrebbe inoltre proporre una novità nell’ambito del packaging di qualità, con un sistema di finitura in linea per la verniciatura a spessore.

Fujifilm jetpress720.
Fujifilm jetpress720.

Un effetto «ice» alle decorazioni, grazie a MACTac

Reception in modern hotelL’interior decoration è in continua evoluzione. Le esigenze cambiano a seconda dei clienti e degli ambienti che si devono personalizzare. Con il nuovissimo PermaFun Frost di MACtac sarà possibile dare spazio alla creatività: combinando questo film dalla texture trasparente con la serie JT5900 infatti le decorazioni si caratterizzeranno per una speciale finitura «ghiacciata». Questo vinile può essere inoltre abbinato alle gamme MACal 9800 Pro, 8900, 8300 e 8200 nelle diverse varianti di colore.

PermaFun Frost, con uno spessore di 150 micron e una durata in esterno di tre anni, è particolarmente indicato per quanti operano nei settori dell’interior design, della decorazione outdoor, nel rimodernamento di hotel, ristoranti, boutique o anche per la decorazione dei mobili. Le caratteristiche specifiche di questo materiale lo rendono infatti adatto all’applicazione su superfici piane o curve, per una copertura totale o parziale. PermaFun Frost è inoltre il prodotto ideale per tutti gli appassionati di tuning che desiderino regalare un aspetto «iced» unico e originale alle loro macchine e moto.

Ma le novità non sono finite. A partire dal mese di dicembre infatti MACtac Italia ha lanciato i Minirotoli nella dimensione 1,37×5 metri. Il nuovo formato è disponibile per tutte le finiture della linea PermaFun:

  • PermaFun Brushed Metal (finitura metallo spazzolato)
  • PermaFun Carbon Clear (finitura carbonio trasparente)
  • PermaFun Crystal Gloss (finitura «glitter»)
  • PermaFun Frost (finitura cristalli di ghiaccio)
  • PermaFun Leathertex (finitura pelle)
  • PermaFun Peach Skin (finitura pelle di pesca)
  • PermaFun Coarse Wood Grain (finitura legno grana grossa)

Come realizzare stampe di alta qualità in modo più efficiente ed economico

Thomas Valjak, General Manager e Vice President, HP Large Format Design Business EMEA.
Thomas Valjak, General Manager e Vice President, HP Large Format Design Business EMEA.
Thomas Valjak, General Manager e Vice President, HP Large Format Design Business EMEA.
Thomas Valjak, General Manager e Vice President, HP Large Format Design Business EMEA.

I laboratori reprografici svolgono un ruolo cruciale nella riproduzione di disegni tecnici di alta qualità e altri documenti per i clienti dei settori AEC. Tra questi, progetti e rendering architettonici e ingegneristici, nonché documentazione piegata e finita per gare di appalto, contenente tutti i disegni e gli studi necessari per il completamento di un progetto.

Negli ultimi anni, il settore reprografico ha incontrato non poche difficoltà, come fusioni aziendali e competizione serrata su prezzi, qualità e assistenza clienti. Nonostante le prime avvisaglie di ripresa economica (Technavio prevede un CAGR del 7,84% nel periodo 2013-2018 – Global Architecture, Engineering, and Construction (AEC) Market 2014-2018 Pubblicato il 23 maggio 2014 http://www.giiresearch.com/report/infi248663-global-architecture-engineering-construction.html) le società reprografiche devono riuscire ad adattarsi continuamente alle mutevoli esigenze dei clienti.

Benché tradizionalmente la grande maggioranza dei documenti tecnici AEC sia prodotta in bianco e nero, la stampa a colori è sempre più richiesta. Il passaggio al colore può essere attribuito alla convinzione che favorisca la comunicazione, l’utilizzabilità e, indirettamente, faccia risparmiare tempo e denaro in fase di presentazione dell’offerta, progettazione e costruzione.

Cosa possono fare i laboratori reprografici per un futuro migliore?

Molti utilizzano una stampante LED per la stampa monocromatica e una inkjet per le stampe a colori. Se si devono gestire stampe sia in bianco e nero che a colori di documentazione di progetto contenente fogli sia di piccole che di grandi dimensioni, i laboratori reprografici devono affidarsi a una vasta gamma di software e hardware di stampa. Spesso questo causa inefficienza nei processi, costi più elevati e flussi di lavoro costituiti da un numero crescente di passaggi.

Dato che i clienti AEC si trovano a far fronte a tempi di completamento dei progetti sempre più serrati, i laboratori reprografici devono fare il possibile per fornire piccole tirature di alta qualità in tempi rapidissimi.

L’automazione è uno dei fattori principali per rendere possibile un processo di stampa più fluido e rapido. Le tecnologie, tra cui software end-to-end per il flusso di lavoro e periferiche come le piegatrici in linea, rendono più efficiente la gestione delle stampe. In più, il rilevamento e la correzione automatica dei PDF corrotti, la selezione automatica della pagine di piccolo o grande formato e gli strumenti per le prove colore a video possono aiutare a ridurre fino al 50% i tempi di preparazione dei lavori. Così si ha più tempo a disposizione per gestire un maggior numero di lavori. Gli strumenti di facile utilizzo per il flusso di lavoro, come il recente software HP Designjet SmartStream, consentono ai laboratori reprografici di gestire meglio eventuali avvicendamenti nel personale, in quanto riducono al minimo la formazione necessaria per abilitare i nuovi assunti allo svolgimento di operazioni complesse.

Quando la velocità conta!

La semplificazione dei flussi di lavoro è uno dei modi per velocizzare i tempi di consegna, ma è determinante anche una maggiore velocità delle stampanti. HP ha annunciato a metà 2014 l’intenzione di portare la velocità record della tecnologia HP PageWide anche nel settore della stampa di grande formato. La tecnologia HP PageWide che impiega decine di migliaia di ugelli su una barra di stampa fissa, anziché su una testina di stampa in movimento, consentirà alle stampanti dotate di questa innovativa tecnologia digitale di stampare a una velocità doppia rispetto alle stampanti LED. Ciò significa che sia le stampe in bianco e nero che quelle a colori possono essere prodotte in modo più rapido ed efficiente: anziché utilizzare due dispositivi separati, è possibile installare un’unica stampante sia per il monocromatico che per il colore. È così che i laboratori reprografici possono produrre stampe a colori allo stesso costo di quelle in bianco e nero. Inoltre, grazie alla tecnologia HP PageWide, essi possono anche ampliare la loro offerta di servizi con nuove applicazioni grafiche, quali poster temporanei per il settore retail e mappe.

Basate sulla tecnologia HP Thermal Inkjet, le testine di stampa HP PageWide sono progettate per durare a lungo. L’affidabile processo di eiezione delle gocce riduce i difetti di stampa causati dalla fuoriuscita fortuita di inchiostro dagli ugelli. La manutenzione e la calibrazione automatizzata della testina, con tanto di compensazione degli ugelli, assicurano continuità di funzionamento e interventi di assistenza ridotti al minimo.

Stampe a colori alla velocità del bianco e nero? Presto sarà realtà. Preparatevi!

I progetti edilizi che utilizzano disegni dettagliati a colori e documentazione CAD offrono un notevole potenziale di riduzione dei costi nelle fasi di stima, presentazione dell’offerta e costruzione. Secondo il white paper di Lyra “Colour Construction Documents: A simple way to reduce costs A Simple Way to Reduce Costs”, 2010 http://media.cygnus.com/files/cygnus/whitepaper/CGN/2011/JUN/howcolordocumentsreducecosts_10285091.pdf,) ogni euro investito nella stampa a colori può rendere quattro volte tanto in potenziali risparmi su un determinato progetto, grazie alla riduzione dei margini di incertezza sui preventivi, delle richieste d’informazioni e delle modifiche nelle commesse.

Stampate il vostro futuro

Per i laboratori reprografici che desiderano soddisfare le richieste di clienti esigenti nei settori AEC, non è più tempo di stampanti LED e inkjet in parallelo. Sono in arrivo tecnologie innovative, in grado di fornire soluzioni complete che offrono molto di più sia in termini di velocità che di riduzione della manodopera richiesta. Le stampe sia a colori che in bianco e nero saranno realizzabili a un costo molto inferiore rispetto al passato. Sarà quindi più facile soddisfare le sempre più elevate aspettative dei clienti, ottenendo nel contempo benefici economici tangibili. I clienti AEC potranno contare su documenti di alta qualità e su una comunicazione davvero efficace, fattore essenziale nel loro ambiente, così competitivo.

Photoshop CC2014: i nuovi pattern con script nel menu Filtro>Rendering

Un esempio di come coordinare il filtro con una qualità Bozza, quindi quasi geometrica, a un tracciato ricavato da un testo. I tempi di calcolo non sono definibili «stretti» ma il risultato è interessante.
Un esempio di come coordinare il filtro con una qualità Bozza, quindi quasi geometrica, a un tracciato ricavato da un testo. I tempi di calcolo non sono definibili «stretti» ma il risultato è interessante.
Un esempio di come coordinare il filtro con una qualità Bozza, quindi quasi geometrica, a un tracciato ricavato da un testo. I tempi di calcolo non sono definibili «stretti» ma il risultato è interessante.
Un esempio di come coordinare il filtro con una qualità Bozza, quindi quasi geometrica, a un tracciato ricavato da un testo. I tempi di calcolo non sono definibili «stretti» ma il risultato è interessante.

Con l’ultimo aggiornamento di Photoshop CC2014, quello di ottobre, nel menu Filtro>Rendering hanno trovato spazio nuove opzioni, costituendo di fatto un nuovo nucleo di filtri basati sugli script e aprendo nuovi orizzonti produttivi e creativi.

Poco più di un anno fa (Tips&Tricks Italia Grafica di ottobre 2012) vi abbiamo parlato dei pattern con script, un tipo di riempimento introdotto in Photoshop CS6 che consentiva di variare sensibilmente la consueta modalità di riempimento pattern a cui eravamo abituati fino ad allora.

Da allora Adobe ha lavorato per sviluppare in più direzioni quella logica di riempimento procedurale (cioè parametrica e dinamica), e nei successivi aggiornamenti quell’elenco nella finestra di dialogo Riempi si era via via arricchito delle seguenti voci:

  • inserisci sul tracciato
  • cornice immagine
  • albero

Il filtro Fiamma

Come è facile intuire dal nome stesso, questo filtro è un vero e proprio generatore di fiamme digitali. A partire da un qualunque tracciato, disegnabile a piacere dall’utente con tutte le modalità offerte da Photoshop (attenzione: tracciato, non livello di forma) questo filtro applica delle fiamme artificiali seguendone l’andamento.

Le opzioni sono molteplici e consentono una buona varietà di soluzioni, a partire dal primo menu in alto da cui si sceglie il tipo di fiamma, per poi proseguire con i vari parametri che condizionano le dimensioni, la densità, l’intensità, il colore e la qualità.

Il posizionamento delle nuove funzioni nei menu a seconda della versione di Photoshop, CC a sinistra e CC 2014 a destra (il nuovo filtro Fiamma è solo qui). Figura 2. La finestra di dialogo del filtro Fiamma, ricca di parametri piuttosto intuitivi e con una anteprima in tempo reale (sempre attiva).
Il posizionamento delle nuove funzioni nei menu a seconda della versione di Photoshop, CC a sinistra e CC 2014 a destra (il nuovo filtro Fiamma è solo qui). La finestra di dialogo del filtro Fiamma, ricca di parametri piuttosto intuitivi e con una anteprima in tempo reale (sempre attiva).

Non descriveremo in questo breve articolo ogni singola voce, l’approccio pratico è molto intuitivo e qualora voleste approfondire nel dettaglio potete farlo a questo link. Tuttavia fate inizialmente attenzione a un paio di aspetti: la lunghezza del tracciato di base e la qualità del render.

Per quanto riguarda il tracciato iniziale meglio che non sia eccessivamente lungo, oltre i 3.000 pixel di lunghezza l’anteprima interna al filtro si ferma e un messaggio di avviso ve lo farà notare prima di entrare nella gestione dei parametri. Da una parte questo non è vincolante, niente vi impedisce di avere tracciati lunghissimi e complessi nel file di lavoro, ma i tempi di render si allungano notevolmente pertanto per le prime prove cercate di utilizzare tracciati brevi.

Il tracciato di partenza (1) a cui è stata applicata una fiamma di candela (la numero 6 del menu Tipo) e ne è stata cambiata la qualità del render: nella 2 è Bozza, nella 3 è Media, nella 4 è Superiore. I tempi variano sensibilmente.
Il tracciato di partenza (1) a cui è stata applicata una fiamma di candela (la numero 6 del menu Tipo) e ne è stata cambiata la qualità del render: nella 2 è Bozza, nella 3 è Media, nella 4 è Superiore. I tempi variano sensibilmente.
In questa casistica abbiamo tutte le sei tipologie di fiamma che è possibile generare. Per praticità sono stati mantenuti, nei limiti del possibile, gli stessi parametri numerici. A. Una fiamma lungo il tracciato B. Più fiamme lungo il tracciato C. Più fiamme in una direzione D. Più fiamme nella direzione del tracciato E. Più fiamme a varie angolazioni F. Fiamma di candela
In questa casistica abbiamo tutte le sei tipologie di fiamma che è possibile generare. Per praticità sono stati mantenuti, nei limiti del possibile, gli stessi parametri numerici.
A. Una fiamma lungo il tracciato
B. Più fiamme lungo il tracciato
C. Più fiamme in una direzione
D. Più fiamme nella direzione del tracciato
E. Più fiamme a varie angolazioni
F. Fiamma di candela

Il filtro Cornice Immagine

Questo filtro farà felici tutti gli amanti delle decorazioni e dei motivi floreali, anche qui la finestra di dialogo è articolata ma intuitiva e l’anteprima in tempo reale aiuta a orientarsi tra i vari cursori a scorrimento.

Tralasciando la traduzione dall’inglese Frame (cornice) che una volta entrati nella finestra di dialogo diventa magicamente «Fotogramma», i risultati sono molto gradevoli. A differenza del filtro precedente qui si gioca sempre e solo su una forma rettangolare, non c’è modo di veicolare forme diverse, una cornice ovale per esempio.

Una delle infinite combinazioni ottenibili con il filtro Cornice, creando diverse versioni su più livelli anche qui è possibile ottenere intrecci vari e originali.
Una delle infinite combinazioni ottenibili con il filtro Cornice, creando diverse versioni su più livelli anche qui è possibile ottenere intrecci vari e originali.

 

Spandex aggiunge un nuovo tessuto murale alla sua gamma di materiali digitali ImagePerfect™

Spandex aggiunge un nuovo tessuto murale alla sua gamma di materiali digitali ImagePerfect™.
Spandex aggiunge un nuovo tessuto murale alla sua gamma di materiali digitali ImagePerfect™.

Spandex, il fornitore completo di soluzioni innovative per il mercato della comunicazione visiva, del design da interno e dell’industria dei display, ha allargato la propria gamma di materiali digitali ImagePerfect con il lancio di un nuovo tessuto murale adesivo.

IP 2324 ImagePerfect tessuto murale adesivo è stato formulato appositamente per creare poster stampati, grafiche murali e decalcomanie. È un tessuto autoadesivo, coprente e impermeabile che offre stampe di alta qualità con una definizione dei testi straordinaria e una gamma colori che assicura immagini eccezionali.

Quest’ultima aggiunta nella gamma digitale dei prodotti ImagePerfect è un prodotto formulato per le stampanti di grande formato ed è adatta per la stampa con inchiostri a solvente, eco-solvente, UV e latex.

Il tessuto murale è ideale per la copertura completa di superfici murali e può essere intagliato o fustellato. Inoltre, può essere utilizzato per molte altre applicazioni da interno ed esterno come per esempio sistemi POS display, poster e manifesti. I poster autoadesivi sono ideali per applicazioni nei negozi di vendita al dettaglio, fiere, uffici e ambienti di questo genere.

Steve Jacques, Category Manager, Spandex, commenta: «IP 2324 tessuto murale autoadesivo è ideale per grafiche murali da interno ed esterno. Possiede alti livelli di stabilità dimensionale quindi non necessita la sovrapposizione dei lembi in fase di applicazione; questo significa che può essere applicato con accostamento al vivo senza il rischio che il materiale si ritiri. L’adesivo utilizzato è formulato perché sia possibile un riposizionamento semplice e una rimozione della grafica pratica e pulita.»

«La nostra gamma di prodotti è in costante revisione: l’intento è quello di offrire sempre le soluzioni migliori ai nostri clienti. Quest’ultima aggiunta al portafoglio prodotti ImagePerfect è ideale per la decorazione di interni, un settore in continua crescita. È un complemento importante nella nostra già ben fornita gamma di tessuti per la stampa digitale.»

Il tessuto murale autoadesivo IP 2324 è l’ultima novità del portafoglio prodotti da stampa digitale ImagePerfect, il quale comprende già più di 160 prodotti inclusi vinili, laminazioni, banner, tessuti e bandiere, carte, backlit, perforati per vetri e altri materiali speciali.

Spandex aggiunge un nuovo tessuto murale alla sua gamma di materiali digitali ImagePerfect™.
Spandex aggiunge un nuovo tessuto murale alla sua gamma di materiali digitali ImagePerfect™.

Ridimensionare un’immagine per adattarla a un determinato contesto

In questa comparativa abbiamo forzato la mano: dal momento che un algoritmo è ottimizzato nell’ammorbidire un ingrandimento (4) e l’altro nel contrastare una riduzione (5), abbiamo scelto un’immagine grafica in cui fossero più evidenti le conseguenze di entrambi. Per la stampa sono stati enfatizzati ma sono facilmente riproducibili in autonomia su qualunque immagine.
In questa comparativa abbiamo forzato la mano: dal momento che un algoritmo è ottimizzato nell’ammorbidire un ingrandimento (4) e l’altro nel contrastare una riduzione (5), abbiamo scelto un’immagine grafica in cui fossero più evidenti le conseguenze di entrambi. Per la stampa sono stati enfatizzati ma sono facilmente riproducibili in autonomia su qualunque immagine.

Con il passare del tempo gli algoritmi di interpolazione (cioè di calcolo) si sono evoluti, di pari passo con le potenze di calcolo del processori e con la diffusione dei sistemi di riproduzione a grande e grandissimo formato.

Anche i sistemi di visualizzazione, in tempi più recenti, sono diventati più «esosi» in termini di pixel, grazie a risoluzioni video sempre più raffinate come il Full HD e l’attualissimo Ultra HD.

Una panoramica sugli algoritmi di Photoshop

Le immagini che abbiamo utilizzato per testare i vari algoritmi di interpolazione. Una è grande circa 5 megapixel ed è un estratto da un originale fotografico piuttosto consistente (da 46 Mpixel), l’altra è un layout Web con molti dettagli grafici e del testo. Le aree che abbiamo ingrandito al 1.000% sono evidenziati dai quadratini.
Le immagini che abbiamo utilizzato per testare i vari algoritmi di interpolazione. Una è grande circa 5 megapixel ed è un estratto da un originale fotografico piuttosto consistente (da 46 Mpixel), l’altra è un layout Web con molti dettagli grafici e del testo. Le aree che abbiamo ingrandito al 1.000% sono evidenziati dai quadratini.

Fino a diversi anni fa (undici per la precisione, fino a Photoshop CS escluso) non c’era possibilità di scegliere granché, gli algoritmi di interpolazione fondamentali erano tre e sono tuttora presenti della finestra di dialogo Dimensione Immagine (Immagine>Dimensione Immagine): Vicino più prossimo, Bilineare, Bicubico.

In origine aveva una sua utilità poter passare da uno all’altro, i mezzi di elaborazione (leggi: computer) erano molto limitati e i tempi di calcolo potevano diventare pesanti anche con immagini di medie dimensioni.

In caso di necessità quindi si poteva scegliere il Vicino più prossimo (Nearest neighbour) che garantiva i tempi più rapidi, con un ingrandimento molto grezzo caratterizzato da forti seghettature in corrispondenza dei dettagli ad alta frequenza.

La finestra di dialogo Dimensione Immagine come si presenta da Photoshop CS fino a Photoshop CS6. Con il passare degli anni non ha mai subito grandi mutamenti, se non l’aggiunta di alcune variazioni nell’algoritmo più potente cioè il bicubico (Photoshop CS, con il bicubico più morbido e il bicubico più nitido).
La finestra di dialogo Dimensione Immagine come si presenta da Photoshop CS fino a Photoshop CS6. Con il passare degli anni non ha mai subito grandi mutamenti, se non l’aggiunta di alcune variazioni nell’algoritmo più potente cioè il bicubico (Photoshop CS, con il bicubico più morbido e il bicubico più nitido).

Quando si poteva puntare più in alto si passava al Bilineare, che dava meno artefatti e lasciava più morbide le campiture di colore campionando più pixel per determinare quelli risultanti, al costo di tempi più alti.

Il top era (e sostanzialmente potremmo dire «è», con qualche appunto che faremo più tardi) l’interpolazione bicubica, ma era anche quella che impiegava più tempo.

Una comparativa della zona ingrandita al 1.000%, con il bicubico (1), il bilineare (2) e il vicino più prossimo (3). Nel 3 sono molto visibili i pixel, nel 2 molto meno, nell’1 gli artefatti sono molto più ridotti.
Una comparativa della zona ingrandita al 1.000%, con il bicubico (1), il bilineare (2) e il vicino più prossimo (3).
Nel 3 sono molto visibili i pixel, nel 2 molto meno, nell’1 gli artefatti sono molto più ridotti.

L’evoluzione del Bicubico

In Photoshop CS vennero introdotte due varianti: il bicubico più morbido e il bicubico più nitido. Da tempo ormai il Bilineare veniva sostanzialmente considerato come un inutile compromesso tra gli altri due, pertanto vennero pensate due evoluzione espressamente dedicate a ingrandimento (il più morbido) e alle riduzioni (il più nitido).

Il perché è presto detto: con gli ingrandimenti si rischia sempre la comparsa di artefatti scalettati e l’ammorbidimento, che altro non è se non una sfocatura locale controllata, attenua la sensazione di «pixellatura».

Con le riduzioni invece abbiamo il problema opposto: l’eliminazione di gran parte dei pixel conseguente alla riduzione delle dimensioni porta a una sfocatura anche brutale dell’immagine di partenza, quindi il Bicubico più nitido aggiunge una Maschera di contrasto controllata che riduce quella sensazione di sfocatura.

In genere è meglio agire manualmente con filtri calibrati ad hoc a seconda delle immagini ma piuttosto di niente…

In questa comparativa abbiamo forzato la mano: dal momento che un algoritmo è ottimizzato nell’ammorbidire un ingrandimento (4) e l’altro nel contrastare una riduzione (5), abbiamo scelto un’immagine grafica in cui fossero più evidenti le conseguenze di entrambi. Per la stampa sono stati enfatizzati ma sono facilmente riproducibili in autonomia su qualunque immagine.
In questa comparativa abbiamo forzato la mano: dal momento che un algoritmo è ottimizzato nell’ammorbidire un ingrandimento (4) e l’altro nel contrastare una riduzione (5), abbiamo scelto un’immagine grafica in cui fossero più evidenti le conseguenze di entrambi. Per la stampa sono stati enfatizzati ma sono facilmente riproducibili in autonomia su qualunque immagine.

L’interpolazione secondo CC

Con Photoshop CC assistiamo a una modifica consistente dell’intera finestra di dialogo: compare una miniatura che dà l’anteprima del risultato di interpolazione (comodo, decisamente) e vengono ridisposti i campi parametrici, che comunque assolvono alle stesse funzioni dei precedenti.

Compare una voce «Adatta a» che mira a velocizzare i ridimensionamenti a formati standard o di uso più frequente (personalmente non mi dispiace).

Negli algoritmi di interpolazione fa la sua comparsa una voce Auto (di facile interpretazione) e un Mantieni dettagli (ingrandimento), che a sua volta determina la presenza o meno di un cursore «Riduci disturbo).

Questa ulteriore evoluzione è molto interessante e segna un buon salto in avanti in termini qualitativi, prevalentemente per gli ingrandimenti come dice la voce stessa, ma non inutile anche per qualche riduzione su immagini particolari, provare per credere.

Nella nuova finestra di dialogo presente da Photoshop CC, è comparso il menu a tendina alla voce «Adatta a» con qualche rapido predefinito di adattamento e, ben più importante, la voce «Mantieni dettagli (ingrandimento» alla voce Ricampiona.
Nella nuova finestra di dialogo presente da Photoshop CC, è comparso il menu a tendina alla voce «Adatta a» con qualche rapido predefinito di adattamento e, ben più importante, la voce «Mantieni dettagli (ingrandimento» alla voce Ricampiona.
Questa è l’immagine comparativa che mette più a dura prova gli algoritmi di interpolazione. Il testo deriva da una struttura vettoriale con linee perfettamente nitide, tornare a creare un vettore a partire da un raster non è impresa da poco e spesso il risultato è impietoso. In questi esempi sono stati mantenuti i numeri delle immagini precedenti di modo da identificare immediatamente l’algoritmo di interpolazione usato: il 6 è il più recente, il 4 è il Bicubico più morbido mentre l’1 è il Vicino più prossimo.
Questa è l’immagine comparativa che mette più a dura prova gli algoritmi di interpolazione. Il testo deriva da una struttura vettoriale con linee perfettamente nitide, tornare a creare un vettore a partire da un raster non è impresa da poco e spesso il risultato è impietoso.
In questi esempi sono stati mantenuti i numeri delle immagini precedenti di modo da identificare immediatamente l’algoritmo di interpolazione usato: il 6 è il più recente, il 4 è il Bicubico più morbido mentre l’1 è il Vicino più prossimo.

Quindi quale è meglio usare?

In linea di massima se avete Photoshop CC o CC2014 lascerete la voce Auto, che nella stragrande maggioranza dei casi sceglierà l’algoritmo «Mantieni dettagli» scegliendo per voi anche il giusto parametro di riduzione del disturbo.

La statistica propone risultati molto buoni nonostante a scegliere sia un computer, poi naturalmente è sempre possibile agire manualmente a propria discrezione.

Di tanto in tanto potreste deviare proprio sul più vecchio di tutti, il Vicino più prossimo, per la riproduzione di quelle grafiche che hanno poco o nessun Anti alias, come la pixel art o svariate schermate di interfacce come shell di sistema ecc.

Si tratta di un calcolo talmente privo di sfocature che riesce a mantenere tutti i contorni netti nel migliore dei modi. Di certo bisogna scegliere fattori di ingrandimento favorevoli, tipo 200% o 300%, ma per molti manuali tecnici questo tipo di algoritmo segna la differenza tra schermate ben ingrandite e schermate impietosamente sfocate.

ReNoir ONE per la stampa a sublimazione su carta e su tessuto

Il Gruppo Reggiani, attivo a livello internazionale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di macchine per la stampa e la nobilitazione di tessuti e filati con i marchi Reggiani Macchine, Jaeggli Meccanotessile, RPR, MTS e Mezzera, lancia ReNoir ONE, la nuova macchina digitale per la stampa a sublimazione su carta e diretta su tessuto.
E’ la soluzione ideale per l’abbigliamento sportivo, la moda e gli accessori e rappresenta la perfetta combinazione tra dimensioni compatte e ottime prestazioni. Produttività, accuratezza ed elevate performance, unite a un basso consumo di inchiostro, rendono ReNoir ONE la macchina digitale con il minor costo di stampa per metro lineare presente sul mercato.
Disponibile con un’altezza di stampa pari a 180 centimetri, da 2 a 8 teste di stampa, garantisce una velocità di oltre 320 mq/h con una risoluzione superiore a 2.400 dpi.
Last but not least, è considerata la scelta migliore per chi ricerca innovazione tecnologica, elevate prestazioni, facilità d’utilizzo e bassi costi di manutenzione. Adatta sia per la campionatura, è la soluzione ideale per qualsiasi applicazione, inchiostro e substrato.

Due parole sul Gruppo Reggiani

Il Gruppo Reggiani è attivo a livello internazionale nello sviluppo, produzione e commercializzazione di macchine per la stampa e la nobilitazione di tessuti e filati, con i marchi Reggiani Macchine, Jaeggli Meccanotessile, RPR,MTS e Mezzera. Il Gruppo, con sede operativa a Grassobbio (Bergamo) e guidato dal Presidente Alfredo Gianetti, può contare su circa 150 dipendenti e uno stabilimento produttivo di oltre 22.000 metri quadri (di cui 16.000 coperti). Reggiani, che disegna, sviluppa e produce le proprie macchine da stampa tradizionali e digitali, oltre a macchine per la tintoria e il finissaggio, completamente in Italia, è oggi presente in tutti i continenti, anche attraverso accordi e partnership. Il Gruppo presidia l’intera catena del valore: dalla stampa, al finissaggio, fino alla nobilitazione di tessuti e filati e si focalizza da sempre sulla R&S, puntando sulla realizzazione di processi eco-compatibili, attraverso l’utilizzo di soli inchiostri base acqua e il minor trattamento di residui. La Società si avvale anche della collaborazione di prestigiosi partners internazionali in campo tecnologico e chimico, oltre che di un consolidato network di relazioni con istituzioni locali, nazionali ed europee e con le principali università italiane.

Rendering di ReNoir ONE, la nuova macchina digitale del Gruppo Reggiani per la stampa a sublimazione su carta e diretta su tessuto.
Rendering di ReNoir ONE, la nuova macchina digitale del Gruppo Reggiani per la stampa a sublimazione su carta e diretta su tessuto.