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Soluzioni per la stampa a bobina a formato variabile da Müller Martini

Sensibile riduzione dei costi, maggiore molteplicità nelle varie tipologie di substrato, migliore impatto ambientale: la macchina da stampa offset a formato variabile VSOP di Müller Martini è una vera e propria alternativa nell’ambito della stampa di imballaggi.
Sensibile riduzione dei costi, maggiore molteplicità nelle varie tipologie di substrato, migliore impatto ambientale: la macchina da stampa offset a formato variabile VSOP di Müller Martini è una vera e propria alternativa nell’ambito della stampa di imballaggi.

Ricca l’offerta di Müller Martini per la produzione di etichette, shrink sleeve e confezioni flessibili. In mostra a Labelexpo esporrà le molteplici opzioni della propria gamma di macchine da stampa. In particolare, sarà possibile ricevere le informazioni più aggiornate sugli ultimi sviluppi delle macchine da stampa offset VSOP e Alprinta V, con particolare attenzione non solo al processo di stampa vero e proprio, ma anche alle fasi di prestampa e di confezionamento. Una serie di campioni innovativi e interessanti mostrerà la gamma di substrati stampabili, come per esempio il polietilene.

Entrambe le macchine da stampa a formato variabile assicurano un’elevata varietà nella stampa offset. È inoltre possibile integrare stampa digitale, flessografia e rotocalco, così come i più svariati processi di confezionamento inline per l’affinamento degli stampati. Müller Martini illustrerà inoltre ai visitatori dello stand le possibili combinazioni di layout con puzzle delle macchine da stampa.

VSOP: una stampa offset di formato variabile per una perfetta flessibilità

La rotativa offset VSOP (Variable Sleeve Offset Printing) di Müller Martini, grazie alla nuova tecnologia, risulta particolarmente adatta per la stampa di materiali flessibili, etichette, pellicole e imballi di cartone. Grazie alla tecnologia sleeve è possibile modificare i formati di stampa in modo rapido e semplice, senza sostituire inserti completi. Ciò risulta particolarmente vantaggioso e conveniente dal punto di vista economico nel caso di lunghezze di stampa variabili.

Pratiche sleeve

Nell’unità di stampa VSOP i cilindri porta-lastra e porta-caucciù sono concepiti come pratiche sleeve. Grazie al peso estremamente ridotto, questi risultano particolarmente ergonomici e maneggevoli. Possono essere sostituiti in modo semplice e rapido, senza dover sostituire inserti completi. In questo modo, le unità di stampa VSOP possono essere regolate in continuo su formati di qualsiasi lunghezza. La modifica della commessa e del formato può avvenire in pochi minuti. Inoltre, la sostituzione della sleeve avviene in modo estremamente semplice, senza l’utilizzo di attrezzi e dal lato azionamento.

Per la massima produttività della macchina è possibile preparare qualunque commessa di stampa anche offline e a macchina in funzione. Un rapido sistema di ripreparazione con preregolazione automatica esegue autonomamente tutte le impostazioni necessarie. Le regolazioni della macchina possono anche essere memorizzate in una banca dati integrata, mediante la quale è possibile in ogni momento stampare nuovamente le stesse commesse.

Qualità di stampa di prima categoria

La rotativa VSOP dispone anche di un gruppo inchiostratore particolarmente performante con rulli macinatori climatizzati. In questo modo le unità di stampa riescono a raggiungere una qualità di alto livello, rispondendo alle importanti richieste della stampa delle confezioni. Con la standardizzazione della tecnologia della stampa offset e l’elevato grado di automazione, è possibile ottenere un’esatta riproduzione dei colori, cosa molto importante per i fornitori di grandi marche.

Grazie ai servo-azionamenti singoli è possibile modificare singolarmente per ogni unità di stampa il numero di giri dei cilindri di contropressione, telo gommato e porta-lastra. Diventa così possibile stampare perfettamente su materiali particolari, come alluminio, pellicole sottili, oppure strati spessi come imballi di cartone.

Integrazione di diversi processi di stampa

I punti forti della stampa offset nella rotativa VSOP vengono rafforzati grazie all’integrazione di altri processi di stampa. È infatti possibile integrare le unità di stampa digitale, flessografia, rotocalco e serigrafica e le stazioni per la finitura, la laminazione, la fustellatura e il taglio trasversale. La VSOP può quindi essere configurata in base alle necessità del singolo cliente.

Per l’asciugatura degli inchiostri di stampa viene utilizzato un sistema di essiccazione UV o a raggi elettronici (EB) e per questo la VSOP è adatta anche alla produzione di imballaggi per alimenti. Mediante l’asciugatura degli inchiostri di stampa in un’ambiente inerte, quindi privo di ossigeno, si impedisce la formazione di forti odori.

Costi minimi per formati di stampa, brevi tempi di reazione

Un grande vantaggio delle stampe offset sono i costi minimi per i formati di stampa. Se vengono utilizzate lastre standard di stampa offset, il risparmio è notevole rispetto ad altri processi come la stampa flessografica o rotocalco.

L’era della comunicazione multicanale. Carta e digitale: sfruttare nuovi strumenti per un risultato più efficace.

Il giorno 9 maggio 2013 si è tenuta nella cornice di Grafitalia la tavola rotonda intitolata «Carta e digitale: crescere insieme si può!» a cura del Gruppo Innovazione di Assografici e della rivista Italia Grafica.

All’interno di questo evento sono stati dapprima analizzati dei case study di prodotti basati sul binomio carta, internet e media digitali per poi aprire un dibattito sui dati emergenti nella tavola rotonda conclusiva che ha avuto come protagonisti Carlo Emanuele Bona (Promedia Solutions), Giovanni Olivotto (L.e.g.o Group), Edoardo Morso (Stcc) ed Enrico Barboglio, segretario Argi.

La stampa digitale, momento chiave di una comunicazione multicanale

Prima di analizzare questi case study è importante porre la nostra attenzione su alcuni cambiamenti paradigmatici del settore: partiamo da Intergraf che ha cambiato il proprio nome, interpretando in questo senso un segnale di evoluzione e, da International confereration for printing and allied industries, si è rinominata in European Federation for Print and Digital Communication.

Anche Ipex ha cambiato la sua formula per il 2014 divenendo il primo e più importante appuntamento al mondo di Digital, Print & Marketing Communications, trasformandosi da una fiera generalista per gli stampatori a un evento fortemente focalizzato sulla multimedialità che nel contempo promuove il ruolo essenziale della stampa.

Questi cambiamenti si verificano in un quadro che vede segnali di ripresa, come mette in evidenza Darryl Danielli, editor di Printweek nell’analizzare la realtà U.K. in cui il valore medio delle vendite nel 2012 è cresciuto del 9% rispetto al 2011.

Il nuovo paradigma emergente per il mondo della stampa pone la stampa digitale al centro del mondo della comunicazione in un’ottica multicanale.

Chi si occupa di stampa digitale non perde la propria identità e non deve rinunciare a ciò che sa fare, ma deve tuttavia inserire nel proprio ciclo di produzione ulteriori competenze sempre più spesso derivanti dal mondo della comunicazione.

Se il mondo della comunicazione cambia dobbiamo giocoforza adattarci, ma adattarci significa accogliere, interpretare ed essere parte del mutamento senza stravolgere o rinnegare la propria identità: Havard Grjotheim, Presidente di Intergraf (Federazione delle Associazioni Grafiche Europee), in un recente intervento ha infatti ribadito come la concorrenza sui prezzi non possa rappresentare essa stessa la sola risposta a questo cambiamento paradigmatico.

Gli esempi che andremo ora ad affrontare dimostrano quanto il cambiamento determinato e da internet e dai social media non debba essere temuto, ma possa essere accolto e integrato in nuovi prodotti e nella rivisitazione in chiave evolutiva di prodotti esistenti.

QR Code, realtà aumentata e interconnessione con internet e i social media

Il packaging rappresenta un ottimo trait d’union tra processi di stampa tradizionale e strategie basate su internet e sui media digitali.

Iniziamo questo ciclo di case history occupandoci dei mattoncini Lego e del loro packaging: Lego ha infatti introdotto una sperimentazione molto interessante che lega la realtà aumentata alle confezioni di giocattoli1.

Come si vede dall’immagine, avvicinando una confezione di Lego a un chiosco dotato di apposita telecamera e display, è possibile vedere un’anteprima animata del prodotto in essa contenuto.

Questo tipo di packaging ha un notevole impatto comunicativo in quanto consente un alto grado di coinvolgimento da parte degli utenti: il fatto stesso di vedere un prodotto già montato e di poterne – tramite le animazioni – intuire le possibili modalità di gioco e di creatività determina, non solo un più alto grado di soddisfazione del cliente e una maggiore opportunità di scelta, ma anche una maggiore attrattività ed efficacia del prodotto stesso.

In questo senso il packaging unito alla realtà aumentata si arricchisce sempre più nella sua funzione esplicativa delle caratteristiche e dei benefit di un prodotto e non lo si può più concepire esclusivamente come un prodotto di design grafico.

Il QR Code è un codice a barre composto da moduli disposti all’interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per collegare documenti cartacei a pagine di siti Web tramite smartphone o altro dispositivo mobile.

I biglietti da visita sono un esempio veramente efficace: è possibile inserire un QR Code all’interno di un biglietto da visita che permetta a chi lo riceve, di connettersi direttamente al profilo di LinkedIn dell’intestatario, oppure – nel caso di aziende – alle mappe per raggiungere le varie sedi aziendali, oltre ad altri possibili utilizzi con le pagine aziendali presenti su Facebook, Google+ e LinkedIn.

Il settore di applicazione dei QR code può inoltre estendersi anche ai gadget trasformandoli in questo senso in oggetti in grado di interconnettersi a internet e a i social network: è il caso di questi oggetti in grado di indirizzare i propri fan a fornire un like sulla pagina di Facebook.

Manifesti pubblicitari e comunicazione multicanale

I QR Code consentono inoltre di arricchire di efficacia i classici cartelloni pubblicitari stradali, con statistiche quantitative sul loro utilizzo. Questa campagna pubblicitaria multicanale di Calvin Klein Jeans è basata su QR Code integrandolo in un’efficace strategia creativa il cui claim è: «get it uncensored».

Il cartellone pubblicitario si compone di un gigantesco QR Code su cui è posta un’immagine «censurata». Per visionare questo video è sufficiente leggere il QR con il proprio smartphone. Il video è inoltre condivisibile in modo virale nei principali social network.

Due fattori sono interessanti: da un lato il classico cartellone pubblicitario conserva il proprio ruolo cardine della campagna: è infatti il manifesto pubblicitario che innesca un articolato meccanismo comunicativo «a più voci» tra carta, Web mobile e social network.

Dall’altro lato, il QR Code consente di misurare il numero esatto di persone che hanno visionato la campagna. È interessante notare quanto queste forme di misurazione statistica possano dare importanti informazioni quali dati geografici (in quale parte di una città viene maggiormente cliccata la campagna), fattori inerenti il target della campagna (chi la guarda), e sull’ora e sulle abitudini di chi ne fruisce i contenuti.

Un altro esempio di uso creativo della stampa digitale viene dal Monmouthpedia Project (la rilevanza di questo progetto ha determinato la creazione di un’apposita voce sulla versione inglese di Wikipedia. Monmouth è una antica città del Regno Unito che ha dotato i propri siti di interesse storico/artistico di cartelli contenenti un QR Code linkato all’equivalente voce su Wikipedia.

I vantaggi sono decisamente interessanti: i viaggiatori di passaggio possono, tramite il loro cellulare, approfondire su Wikipedia le proprie conoscenze storiche. E le voci di Wikipedia possono nella maggior parte dei casi essere lette nelle lingue nazionali dei viaggiatori sfruttando appunto la valenza internazionale e la localizzazione delle proprie voci in differenti lingue.

Il binomio carta più internet: il caso dei produttori di birra

Due esempi estremamente innovativi in cui la stampa digitale riesce a creare delle strategie inedite di comunicazione è provengono dai produttori di birra, in particolare Budweiser e Guinness.

Budweiser ha sperimentato in Brasile la Buddy Cup, un innovativo esempio di bicchiere di carta che diventa un oggetto interconnesso al social network Facebook e che tramite questa interconnessione è in grado di rivoluzionare l’antico rituale del brindisi. Le Buddy Cup sono dei bicchieri di carta contenenti al loro interno un circuito elettronico e sulla cui superficie è stampato un QR Code. Il funzionamento è decisamente semplice: per prima cosa chi vuole utilizzarla deve registrarla al proprio profilo Facebook, facendo leggere il QR Code al proprio smartphone. Terminata la registrazione, la Buddy Cup è immediatamente operativa: ogni volta in cui – tramite un brindisi – due Buddy Cup si toccano, questo brindisi viene registrato nei diari delle persone che lo hanno compiuto.

Tramite la Buddy Cup, Budweiser è riuscita a dare una valenza di socialità al proprio brand e legarlo tramite Facebook ai vissuti e alle storie delle singole persone.

Vuoi vedere il video della Buddy Cup?

http://www.youtube.com/watch?v=xTFoq-4IHD0

Se la Buddy Cup è una soluzione molto articolata che si basa su circuiti elettronici dentro bicchieri di carta, l’approccio di Guinness è al contrario connotato dalla semplicità tecnologica.

Guinness ha creato la Guinness Cup, un bicchiere in vetro su cui è stato serigrafato un QR Code che consente alla persona di condividere la sua degustazione di birra su Facebook.

Guinness ha usato una tonalità di bianco nello stampare il QR Code in modo tale che sia attivabile solo quando il bicchiere è effettivamente riempito di Guinness e non di altre marche di birra.

Il volantino digitale

Il volantino digitale è l’evoluzione naturale del volantino cartaceo: è formato dal volantino tradizionale che rappresenta il fulcro della comunicazione pubblicitaria, al quale viene affiancato di rimando il proprio equivalente per i browser Web dei computer tradizionali e il proprio equivalente per i dispositivi mobile.

I tre prodotti, volantino cartaceo, volantino Web e volantino per dispositivi mobile, si integrano l’uno con l’altro consentendo una forma pervasiva di comunicazione multicanale.

Per capire le potenzialità di questa evoluzione del volantino tradizionale, immaginiamo questa situazione: un utente che viene coinvolto da un prodotto presente su un volantino cartaceo può approfondire sul Web la propria conoscenza del prodotto visto su carta e può continuarne l’approfondimento sul mondo mobile, per esempio, quando si sposta in metropolitana.

L’integrazione tra stampa, Web e mondo mobile permette quindi nuove forme e possibilità di coinvolgimento del target.

Questo modello di comunicazione ha dei benefit decisamente interessanti. In primo luogo si possono fare aggiornamenti in tempo reale sulla parte digitale per esempio per correggere errori, per fare degli aggiustamenti di strategia e altro.

Inoltre la parte del volantino digitale consente di avere dei dati preziosi sull’interazione che gli utenti hanno con i prodotti.

In questo senso il volantino MediaWorld è un caso emblematico di come si possa attuare questa strategia in modo efficace.

Social Printing: prodotti nuovi e inediti

Fino a ora abbiamo analizzato esempi di prodotti che hanno trovato nella loro interconnessione con internet e i social network un uso incrementale che ne ha aumentato l’efficacia comunicativa e le potenzialità.

Esiste un settore di prodotti del tutto nuovi, che hanno quasi totalmente perso i legami con eventuali prodotti precedenti e che non potrebbero esistere senza l’interconnessione tra stampa digitale, internet e social network.

Uno di questi servizi è rappresentato da Postagram, risorsa di cui abbiamo già avuto modo di occuparci in un precedente articolo di Italia Grafica, che consente di creare e inviare cartoline cartacee generate da fotografie scattate con il proprio smartphone.

Un altro case study paradigmatico è rappresentato dai Social Album fotografici generati dalle foto presenti in vari social network dell’utente creatore: caso emblematico di azienda di questi prodotti è Pastbook, di cui ci siamo occupati nel numero di maggio di Italia Grafica con un’intervista al suo co-fondatore Giuseppe Prioriello.

La dimensione stessa del social printing dimostra come dall’unione dei media digitali, di internet e dei social network alla carta possano nascere prodotti nuovi e inediti come le cartoline 2.0 e i Social Album che coniuga in un mix innovativo valenze del passato associandole aspetti inediti ed estremamente innovativi.

Integrazione tra processi di comunicazione e strategia creativa

Durante la tavola rotonda successiva all’analisi di questi case study è emerso come Intergraf e Ipex abbiano lanciato dei messaggi precisi sul ruolo attuale della stampa e della comunicazione multicanale. Gli esempi dimostrano quanto vi siano nuove opportunità e nuove richieste latenti da parte degli utenti a cui rispondere con nuove tipologie di prodotti e anche attraverso la rivisitazione di prodotti esistenti.

Emerge quante persone abbiano bisogno di identificarsi in prodotti da loro personalizzabili (come cartoline postali personali e album fotografici sociali) che di fatto diventano pezzi unici. Occorre pertanto ripensare i modelli di business: le prospettive sono positive purché non si basi solo sulla concorrenza sul prezzo.

Emerge anche quanto il mondo della stampa stia cambiando e in questo senso allungando il proprio ciclo di produzione: non soltanto vengono stampati dei contenuti elettronici sui pezzi di carta, ma addirittura lo stampatore deve ora proporsi come parte attiva e come autore di contenuti e strategie di marketing.

Il digitale apre ora possibilità veramente inedite al mondo dell’industria grafica, come evidenziato dagli esempi, ma servono tuttavia professionalità aggiuntive alla nuova catena del valore che si sta delineando.

Il valore dei dati diventa ora fondamentale nei processi di stampa digitale. Nell’utilizzare il dato servono delle tecnologie non solo di stampa, ma di processo. Perciò oggi il dato deve essere gestito globalmente e il vero valore per lo stampatore è di collettare questi dati.

Il tema della gestione del singolo dato diventa infatti fondamentale per personalizzare i prodotti o i servizi per la clientela, ma per fare questo, l’organizzazione deve essere capace di gestirlo con costi sostenibili. Si tratta quindi di strutturare un percorso tale per cui l’elemento fondamentale è il contenuto a prescindere dal media erogato.

Le soluzioni di MACtac Europe per le etichette autoadesive

MACTac presenta a Bruxelles le nuove versioni di noti adesivi destinati alle etichette per il settore farmaceutico.

 

MACTac presenta a Bruxelles le nuove versioni di noti adesivi destinati alle etichette per il settore farmaceutico.

MACtac Europe si presenta a Labelexpo con tre tecnologie che permettono di realizzare etichette personalizzate con adesivi hot melt, a base solvente e acqua.

Non mancheranno alcune novità, come le nuove versioni dei noti adesivi MPO318N e MP318N UV, già conformi alle normative Reach che entreranno in vigore a breve, destinati alle etichette per il settore farmaceutico o la nuova costruzione TLL2511 recentemente testata con successo sugli pneumatici più performanti ma adatta a numerose applicazioni. Per il settore food, la società ripropone il polietilene con adesivo hotmelt MP710N che si è dimostrata la migliore soluzione per l’etichettatura di alimenti sottoposti a processo di pastorizzazione mentre per le confezioni richiudibili per le salviette umidificate presenta il nuovo adesivo hotmelt MR709 a integrazione della nota gamma di adesivi a base solvente MR980. Non mancheranno inoltre soluzioni interessanti per le etichette stampate in digitale.

 

Da Kodak soluzioni per diverse applicazioni flessografiche

Kodak Flexcel Direct Imager.
Kodak Flexcel Direct Imager.

Con il leitmotiv «Do more with less» (ottenere di più con meno, nda), Kodak mette al centro della sua presenza a Labelexpo il sistema Kodak Flexcel NX per la stampa flessografica ad alta definizione e il Flexcel Direct, l’ultimissima novità proposta da Kodak nell’ambito della tecnologia laser per l’incisione diretta. In più sarà possibile toccare con mano le prestazioni offerte dalla soluzione flessografica Kodak Spotless che offre grande flessibilità ed efficienza nella stampa di packaging ed etichette riducendo nel contempo la necessità di spot color. Per quanto riguarda la gestione del flusso di lavoro sarà possibile vedere al lavoro il Kodak Prinergy Powerpack che aumenta l’efficienza produttiva grazie a strumenti di integrazione, automazione e funzioni di editing. Completa l’offerta il software per la retinatura Maxtone e l’HyperFlex per la retinatura flessografica.

 

Mettersi le mani nei capelli. Qualche semplice consiglio per affrontare una sfida piuttosto comune.

I tre canali di colore sono sostanzialmente equivalenti se consideriamo il contrasto con lo sfondo bianco, quindi come base di lavoro potremmo rivolgerci a quello con il maggior dettaglio (tipicamente il verde) o a quello leggermente più scuro (generalmente il blu).

L’immagine presenta le difficoltà tipiche dei capelli: tanti dettagli fini e una commistione più o meno evidente con lo sfondo. Con queste premesse dobbiamo eliminare dal nostro arsenale tutti gli strumenti di selezione e, peggio che peggio, i tracciati.

L’immagine che abbiamo preso per esempio è una classica foto da stock: per facilitarne l’utilizzo i fotografi mantengono uno sfondo di colore uniforme, tipicamente bianco ma non esclusivamente, così da permettere al grafico uno scontorno «agevole» per un successivo reinserimento.

Un’eccezione potrebbe essere costituita dallo strumento Selezione rapida in combinazione con il comando Migliora Bordo, ma con la tecnica che vedremo possiamo relegarla a tecnica di contorno, forse accessoria e certamente non definitiva.

Dimentichiamoci anche di qualche rimedio grossolano basato sulla sfumatura dei contorni, il risultato lascia aloni mistici che non sono gradevoli nemmeno sui santini.

Un ingrandimento che mostra la criticità di questo scontorno: i numerosi dettagli fini in parte sfocati e quindi fusi con lo sfondo.

Analisi dei canali

Dovendo ottenere una maschera di livello (quindi un canale a tutti gli effetti) è obbligatorio rivolgere la nostra attenzione ai canali colore, l’immagine è in RGB come la maggioranza di quelle scaricabili dai siti di stock e per le nostre necessità i canali CMYK (soprattutto) o Lab (dipende) sono poco utili.

I capelli sono marrone scuro per cui mi aspetto di avere dei canali molto simili, quello che mi interesserà di più sarà quello con il maggior contrasto con lo sfondo bianco.

I tre canali di colore sono sostanzialmente equivalenti se consideriamo il contrasto con lo sfondo bianco, quindi come base di lavoro potremmo rivolgerci a quello con il maggior dettaglio (tipicamente il verde) o a quello leggermente più scuro (generalmente il blu).

Il meglio da ogni canale

In questa occasione, anche se non strettamente indispensabile, faremo ricorso al comando Applica Immagine per sommare le componenti più scure di ogni canale e recuperare così una maschera ottimale.

Nel pannello Canali duplichiamo il canale Rosso, selezioniamo il Rosso copia e dal menu Immagine selezioniamo “Applica Immagine” con le seguenti impostazioni:

  • Sorgente: la nostra immagine (troverete il nome del file)
  • Livello: Sfondo (non ci dovrebbero essere altri livelli al momento)
  • Canale: Verde
  • Fusione: Scurisci

Ripetete la stessa trafila applicando anche il canale del Blu.

Una volta composti i tre canali colore in questo modo, tornate un’ultima volta nel comando Applica immagine per applicare il Rosso copia su sé stesso in Fusione Moltiplica.

Se tutto è andato per il meglio dovreste riuscire a vedere distintamente capelli che nella foto originale erano appena visibili.

La finestra di dialogo Applica Immagine con le impostazioni per comporre tra loro i tre canali.

Rifiniture globali e locali

Dato che l’intento è ottenere una maschera di livello in cui sfondo e capelli siano perfettamente definiti da campiture bianche e nere dobbiamo ora scurire i riflessi sui capelli cercando di non rendere troppo «aggressivo» l’intervento.

Siamo molto liberi in questo, le Curve possono dare indubbiamente una mano (se volete il mio consiglio spassionato), ma per quanto riguarda gli interventi locali consiglio caldamente un pennello in modalità Sovrapponi usato alternativamente con Nero o Bianco.

Con questo sistema potrete scurire (col nero) le zone più scure lasciando pressoché intatte quelle bianche, allo stesso modo potrete schiarire (col bianco) le zone più chiare lasciando stare quelle scure.

L’operazione non è priva di rischi: i mezzi toni possono bruciarsi rapidamente e snaturare la buona maschera fin qui ottenuta, un po’ di pratica vi farà prendere le debite misure.

Il pennello Nero in modalità Sovrapponi scurisce localmente le aree diverse dal bianco e permette di intervenire manualmente in quelle zone (per esempio i riflessi sui capelli) dove dobbiamo avere nero pieno. Il rischio di farsi prendere la mano è però dietro l’angolo.

La maschera di livello

È giunto il momento di mascherare la nostra immagine con il canale fin qui elaborato, posizioniamo quindi la ragazza su uno sfondo a piacere (nel nostro caso una spiaggia), e duplichiamola.

Nel pannello Livelli abbiamo un livello di sfondo e due livelli uguali della ragazza.

Sul livello più alto creiamo una maschera di livello (Livello>Maschera di livello>Mostra tutto), assicuriamoci che sia attiva (doppia cornice intorno alla maschera, nel pannello Livelli) e con Applica immagine ci mettiamo il canale fin qui elaborato (Immagine>Applica Immagine).

Ci sono varie possibilità che la maschera di livello risulti ora persino troppo dettagliata ma in questo caso si potrebbe scomodare il comando Migliora Maschera nel pannello Proprietà e far rientrare lievemente i contorni troppo evidenti.

Il livello duplicato che al momento dovrebbe trovarsi tra quello mascherato e lo sfondo deve essere messo in Moltiplica, e a questo punto avete recuperato anche quei capelli più trasparenti che neppure la nostra maschera era riuscita a rispettare.

La nostra immagine scontornata e posizionata su uno sfondo diverso, i capelli semitrasparenti sono verosimili e l’inserimento risulta plausibile.

Trionfo di etichette per il Gruppo Lecta

La collezione esclusiva Labels to Celebrate del gruppo Lecta comprende le etichette autoadesive del brand Adestor per il settore Food&Beverage.
La collezione esclusiva Labels to Celebrate del gruppo Lecta comprende le etichette autoadesive del brand Adestor per il settore Food&Beverage.

Il Gruppo Lecta si presenta in grande stile a Bruxelles con numerose novità. Si comincia con «Labels to Celebrate», una collezione esclusiva di etichette autoadesive del brand Adestor per il settore delle bevande e dell’alimentazione. La gamma comprende carte goffrate, patinate e metallizzate, adesivi permanenti oltre ai nuovi frontali Adestor: Matt WS 90, Gloss WS 80, Snow Digital WS e Embossed Toile WS, specifici per le etichette di vini, spumanti, liquori, acqua e prodotti alimentari di alta qualità.

I visitatori troveranno inoltre i supporti più noti per realizzare tutti i tipi di etichette dalle tradizionali alle più glam: Eurokote, la carta patinata a elevata lucentezza (cast coated) estremamente bianca; Creaset, la gamma di monopatinate in cui spicca Creaset Suit, carta brillante a elevato volume specifico e alta opacità, pensata per la stampa a colori di qualsiasi genere di etichette e imballaggi flessibili e Metalvac, la metallizzata sottovuoto al 100%. In particolare per quest’ultima, il gruppo Lecta presenterà il nuovissimo campionario suddiviso in 3 volumi (etichette acqua e colla, etichette autoadesive, sigarette e imballaggi). Infine, per le applicazioni che richiedono la stampa termica diretta, Lecta ha creato la gamma Termax che garantisce una perfetta definizione dei codici a barre e offre vari livelli di durabilità e sensibilità nella funzione dell’applicazione finale. Usata per ricevute, biglietti di trasporto, ticket e tagliandi, la carta Termax è utilizzata anche per la realizzazione di etichette autoadesive.

Offset fuori, digitale dentro. Installata in Italia la nuova Jet Press 720.

Installazione della Jet Press 720 presso Faservice.

Correva l’anno 2010 quando Fujifilm Europa annunciava alla fiera Ipex una rivoluzionaria tecnologia di stampa digitale inkjet per il formato 50×70 (B2). In realtà il vero debutto risale a un paio di anni prima. All’edizione 2008 di Drupa, infatti, il costruttore nipponico aveva esposto una versione Beta e i visitatori avevano avuto la possibilità di osservare alcuni fogli stampati.

È sufficiente dare uno sguardo al comunicato stampa diramato in quell’occasione per capire che Fujifilm aveva previsto con largo anticipo come sarebbe stato l’attuale mercato della stampa offset. Un errore però l’ha commesso: le prestazioni della JetPress 720 sono andate ben oltre il proprio posizionamento sul mercato che ne limitavano l’utilizzo alla stampa di prodotti commerciali tradizionali.

Abbiamo visto la macchina in produzione presso l’azienda grafica Faservice di San Martino Buon Albergo e dopo aver osservato gli stampati realizzati per alcuni clienti, test e numerose prove di stampa, possiamo affermare che le possibilità di impiego sono orientate alla produzione di piccole tirature di altissimo livello qualitativo. La macchina della Fujifilm si posiziona di conseguenza in una specifica nicchia di mercato che – a nostro parere – non è quella commerciale.

Installazione della Jet Press 720 presso Faservice.

Non siamo ancora in grado di pubblicare i prezzi relativi alla macchina (poiché non ancora ufficialmente dichiarati), al liquido di pulizia teste di stampa, al primer e agli inchiostri in quadricromia utilizzati dalla «720», ma è facile intuire che l’insieme sia piuttosto costoso. A conferma della nostra supposizione, il management della Faservice ha dichiarato di non disporre di un listino prezzi per questa specifica tecnologia e che il prezzo per ogni singolo lavoro varia a seconda della copertura di inchiostro. Va sottolineato in ogni caso che la macchina è appena entrata in produzione in Italia, con altre 23 installazioni nel mondo, 20 delle quali in produzione da tempo.

Una macchina molto simile a una offset non per l’estetica ma per il sistema di alimentazione della carta (mettifoglio) che permette di mantenere il registro in modo che tutti i fogli stampati siano allineati al momento del taglio. Il mettifoglio deve essere regolato sia in caso di cambio di formato della carta ma anche qualora dovesse variare la posizione del foglio: operazione indispensabile quando i due lati (bianca e volta) devono combaciare in modo che i segni di taglio siano perfettamente a registro poiché non è possibile stampare in contemporanea la bianca e la volta.

L’entrara della carta, identica alla macchina offset.

Altra curiosità tecnica per una macchina da stampa digitale è l’utilizzo del Primer a coagulazione rapida (RPC – soluzione acquosa) che si deve stendere su tutto il foglio prima della stampa. Un cilindro Anilox provvede a spalmare il foglio con un Primer a base acquosa. Operazione indispensabile per poter controllare la gocciolina di inchiostro nella sua naturale tendenza che la porterebbe ad allargarsi appena si deposita su un foglio. Il primer permette la formazione di punti di inchiostrazione ben definiti e quindi garantisce alta definizione di stampa.

Caratteristiche generali

La macchina da stampa digitale Jet Press 720 produce 2.700 fogli/ora in formato 50×70 cm e stampa su carte patinate offset (patinata lucida, opaca, uso mano) ma anche su substrati scelti dal cliente che è necessario testare prima di entrare in produzione.

Utilizza teste di stampa Samba di Fujifilm Dimatix con tecnologia MEMS (Micro Electro Mechanical System) montate su barre con una larghezza di 733 mm.

Ogni barra è costituita da 17 teste di stampa, ognuna delle quali conta 2.048 ugelli per un totale di 34.816 che a 100 kHz producono delle goccioline di inchiostro di 2 pl di dimensione.

Ulteriori vantaggi qualitativi si ottengono con la tecnologia VersaDrop che permette di aumentare il dettaglio in presenza di grafismi (caratteri in corpi piccoli, linee sottili, ecc.) che a differenza delle immagini fotografiche hanno esigenze di una maggiore precisione a garanzia di una migliore leggibilità.

Alcune immagini catturate al microscopio sui fogli stampati: testo in corpo 2 e 4 pt, in positivo e negativo.

La possibilità di stampare a 1.200×1.200 dpi con quattro livelli in scala di grigio consente una stampa ricca di dettaglio: un risultato molto apprezzabile nel caso si debbano riprodurre immagini fotografiche per cui è richiesta la simulazione di una stampa fotografica (tono continuo). Osservando le scale di controllo si nota la presenza di un inquinamento dei colori primari, nel rispetto delle normative Fogra (ISO 12647) attraverso il color management Fujifilm, con profili adeguatamente preparati in modalità collegamento dispositivo, ossia DLP.

Lo stampato può essere trattato come un normale foglio prodotto in offset se è richiesto un percorso di finitura allo scopo di nobilitarlo (plastificazione, verniciatura, stampa a caldo, rilievo, ecc.).

Scale di controllo dei valori 10 e 90% nei quattro colori. I colori primari sono inquinati nel rispetto delle normative fogra (ISO 12647).

Ugelli, inchiostri e retini

Oltre alla macchina da stampa, indispensabile per ottenere una qualsiasi tipologia di stampa digitale, particolare importanza rivestono gli ugelli, i retini e gli inchiostri che combinati adeguatamente consentono di ottenere stampati di qualità. Grazie al controllo automatico degli ugelli e degli inchiostri, la Jet Press assicura una costante qualità di stampa e un’ottima ripetibilità garantita attraverso una fase di calibrazione veloce eseguita a ogni accensione macchina.

Inoltre, un sensore CCD scansiona la scala di controllo posizionata su ogni singolo foglio stampato apportando in tempo reale le eventuali correzioni alle teste di stampa in modo che la forma di «retino» sia regolare su tutto il foglio. Questo controllo si attiva, per esempio, nel caso in cui un ugello sia otturato facendo entrare in funzione gli ugelli adiacenti. In questo modo la stampa può continuare senza interruzioni e con la garanzia di una tiratura omogenea.

Confronto della qualità e del dettaglio che si ottiene in stampa di una immagine con quattro differenti risoluzioni: 100, 150, 200, 300 dpi.

Un ruolo di primo piano rivestono senza dubbio gli inchiostri Vividia, prodotti dalla Casa nipponica che vanta un’esperienza di 75 anni nello sviluppo di prodotti chimici, studiati in modo specifico per la tecnologia di stampa utilizzata dalla Jet Press. La piccolissima goccia di inchiostro lanciata a forte velocità sul foglio non permette la formazione del retino in quanto mantiene sempre la stessa dimensione. Per ottenere aree più sature o meno sature si infittiscono o si diradano le gocce di inchiostro. In questo modo è difficile riscontrare imperfezioni determinate dalla retinature, per esempio il moiré, perché non ci sono conflitti tra gli angoli dei quattro retini in presenza di immagini con soggetti di moda, arredamento ecc..

Specifiche tecniche

Produttività: 2.700 fogli/ora

Risoluzione: 1200×1.200 dpi, 4 livelli nella scala dei grigi

Dimensioni carta: 542×382 mm (min), 750×530 mm (max) – Supporta 4 formati predefiniti: 640×450, 700×500, 720×520, 650×480. In caso di formati di substrati particolari che si stampano frequentemente, si possono realizzare altre «camicie» posizionate sul cilindro stampa che servono per far aderire alla perfezione il foglio in fase di stampa.

Area non stampabile: lato pinza 13 mm, retro pinza 2 mm, bordi laterali 2 mm.
In presenza della scala di controllo sul lato retro pinza non stampa 10 mm.

Spessore e grammatura substrato: varia da 0,105 mm a 0,34 mm – da 125 a 300 grammi utilizzando carte «particolari» nelle grammature pesanti (esempio, circa 260 gr o di spessore 0,2 mm), si deve rispettare il senso della fibra che deve essere longitudinale.

Quantità carta in entrata (mettifoglio) indipendentemente dalla grammatura: in altezza la misura massima è di 800 mm.

Quantità carta in uscita indipendentemente dalla grammatura: in altezza la misura massima è di 600 mm.

Possibilità di stampa di dati variabili tramite una unità specifica aggiuntiva XMF Fujifilm (flusso di lavoro) per la preparazione e il rapido cambio delle immagini.

Faservice

Opera nel settore delle arti grafiche proponendo alla propria clientela (stampatori, editori e print buyer), innumerevoli soluzioni per la nobilitazione dello stampato: dalle più tradizionali lavorazioni come plastificazione, stampa a caldo, serigrafia, verniciatura UV, la società veronese propone anche il rilievo a secco, il colore trilaterale e alcuni servizi di prestampa.

La stampa offset non è mai stata una peculiarità di questa azienda grafica che oggi, grazie all’installazione della Jet Press 720, fa il suo ingresso nella stampa digitale di qualità integrando così la propria offerta con la possibilità di realizzare applicazioni di alto livello.

Volume di grande dimensione e fogliazione realizzato in piccola tiratura del Bhagavad Gītā. Un libro di contenuto religioso di circa 700 versi diviso in 18 canti, contenuto nel VI parvan del grande poema epico Mahābhārata.

 

Durst lancia la inkjet Tau 330UV con sistema di finishing in-line

Il sistema di stampa digitale per etichette Tau 330.
Il sistema di stampa digitale per etichette Tau 330.

Insieme al sistema di stampa digitale per etichette Tau 330, equipaggiato con l’innovativa tecnologia per il taglio laser Spartanics, Durst propone anche i nuovi inchiostri UV Tau a bassa migrazione Sunjet (<10 ppb). Grazie a questa combinazione il sistema Tau 330 amplia ora il ventaglio di applicazioni consentendo, per esempio, di stampare confezioni blister e coperchi per gli yogurt.

Roland sponsor della manifestazione Fab9 in Giappone

Il plotter per il taglio vinile GX-24, installato nei diversi Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti.

Roland DG sponsorizzerà e parteciperà direttamente all’evento FAB9 in qualità di Vision Sharing Partner e Platinum Sponsor.

Il FAB9 è il nono forum annuale mondiale dei Fab Lab che riunisce i gestori dei Fab Lab, i soci, i ricercatori dei vari laboratori e i professionisti che lavorano nei Fab Lab a livello globale. L’evento, della durata di una settimana, avrà luogo a Yokohama in Giappone dal 21 al 27 agosto 2013.

Il Fab Lab (letteralmente laboratorio di fabbricazione) è un laboratorio aperto alle persone che offre a tutti la possibilità di fabbricare oggetti utilizzando la tecnologia digitale e quella analogica. Il motto è proprio quello che in un Fab Lab, si può fare «almost everything» (quasi tutto). Il concetto Fab Lab, originariamente proposto dal prof. Neil Gershenfeld, Direttore del Centro di Atomi e Bits (CBA) del Massachusetts Institute of Technology (MIT), è diventato subito popolare nel mondo.

Oggi i Fab Lab sono diffusi dagli Stati Uniti all’India, dal Sudafrica all’Europa, fino a contare circa 200 laboratori nel mondo in rapidissima crescita, frequentati da tantissime persone interessate alla fabbricazione digitale e all’uso degli strumenti creativi, con un importante risvolto sociale ed educativo.

Il Fab9 di Yokohama è organizzato con diverse attività quali sessioni di dialogo, workshop pratici e un simposio della durata di un giorno offerto dal Global Fab Lab Network e basato sul tema di «Fabbricazione personale come l’alba del nuovo Rinascimento».

L’edizione giapponese FAB9 è ospitata dal Fabrication Social Laboratory presso la Keio University SFC in Giappone, in collaborazione con il CBA del MIT, il Creative Center a Yokohama (YCC) e la rete globale dei Fab Lab (incluso il Fab Lab Network in Giappone). Si prevede che più di 200 rappresentanti di Fab Lab provenienti da paesi di tutto il mondo parteciperanno all’evento.

Scopri che cos’è un Fab Lab.

L’esperienza di Roland nei sistemi digitali 3D

Ispirata da sempre dalla visione di «trasformare l’immaginazione in realtà», Roland DG sviluppa da oltre 25 anni sistemi proprietari digitali 3D. Tali sistemi includono modellatori tridimensionali, scanner laser 3D e incisori basati su tecnologie elettroniche di movimento XYZ, che sostituiscono le operazioni manuali e ripetitive portando i vantaggi della digitalizzazione agli artigiani e creando nuovi spazi per i momenti di creatività e di ricerca.

Questi prodotti 3D condividono tutti le stesse caratteristiche: dimensioni compatte, facilità di utilizzo e accessibilità. Sin dal 1986 Roland promuove il concetto di fabbricazione digitale che permette agli utenti di trasformare con facilità le immagini in oggetti reali collegando le periferiche ai computer, anche senza una conoscenza specialistica della modellazione digitale.

Il plotter per il taglio vinile GX-24, installato nei diversi Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti.

Sin dalla prima apparizione dei Fab Lab nel 2002, sia il modellatore 3D da tavolo MDX-20 che il plotter per il taglio vinile GX-24, sono stati installati nei vari Fab Lab per la creazione di oggetti e finalizzazione di progetti. Al FAB9 verrà allestito uno speciale spazio espositivo dove i visitatori potranno vedere le soluzioni artigianali, inclusi i sistemi di creazione digitale e di desktop fabrication Roland per il taglio vinile, lo stampa&taglio e la modellazione 3D. Roland DG continuerà a supportare in futuro le attività dei Fab Lab, sviluppando al tempo stesso strumenti digitali volti ad ampliare le potenzialità dell’artigianalità digitale.

In Italia Roland, sin dal 2004, promuove la comunità degli Artigiani Tecnologici che ha come missione principale il coniugare la manualità propria dell’Artigiano con le tecnologie di creazione digitale Roland.

Creatori di social memory. Intervista a Giuseppe Prioriello

«Nell’era pre internet le nostre memorie erano affidate alle fotografie su carta. Oggi questo scenario è cambiato: le nostre memorie sono sui social Network e il peso della dimensione sociale rappresentata dai commenti di amici o parenti diventa una variabile sempre più importante. Se è facile condividere su vari social network le proprie foto con gli amici, il punto dolente diventa dare a queste foto un filo logico e fissarle su un supporto fisico. L’Idea di PastBook è proprio quella di ridare un filo logico ai nostri ricordi riconducendoli a un periodo temporale e fissarli in un album fotografico su carta.»

Così Giuseppe Prioriello – co-fondatore insieme a Stefano Cutello di PastBook – sintetizza, nella intervista che ci ha concesso, la mission della loro StartUp che fin dalla propria nascita ha riscosso un interesse internazionale su testate quali Wall Street Journal Business Insider Wired, The Next Web e TechCrunch.

PastBook è una StartUp molto particolare poiché nasce da imprenditori con un background professionale molto specifico: Giuseppe Prioriello proviene da significative esperienze nel mondo dell’IT, della microelettronica, della grafica, della stampa digitale e del business management, mentre Stefano Cutello proviene da significative esperienze nel Web development, nel project management e nel product development di applicazioni Web.

Stefano Cutello proviene da significative esperienze nel Web development, nel project management e nel product development di applicazioni Web.

Giuseppe, ci racconti che cos’è e come nasce PastBook?

«PastBook è la soluzione per raccogliere le proprie foto, spesso disperse in vari social network, per trasformarle in modo rapido e veloce in un foto album da sfogliare online, scaricarlo in PDF oppure averlo stampato e consegnato a casa propria.» È estremamente facile e veloce creare un proprio album fotografico: basta infatti dare accesso a PastBook ai propri social network (Instagram e Facebook) per creare il proprio foto album con la possibilità di scegliere le foto, di decidere se includere o meno i commenti che gli utenti hanno inserito nei vari social network, e avere libertà di modifica del layout, dei colori e dello sfondo del proprio libro. Utilizzando un approccio freemium, permette all’utente di crearsi un foto album gratuito in formato file PDF, oppure crearsi il proprio libro fotografico su carta, a pagamento.

PastBook nasce nel 2011 e ha sede ad Amsterdam: nel 2012 siamo entrati nel programma dell’acceleratore d’impresa olandese RockStart e siamo andati online con la prima beta basata su Instagram.

Ci tengo a sottolineare che il binomio delle nostre esperienze professionali ci ha permesso di creare un prodotto che unisce una dimensione riferita alla vendita online, un prodotto pregiato su carta e una dimensione riferita ai valori sociali della rete.»

Quali benefit vi hanno dato le vostre esperienze professionali nel settore della grafica digitale e dell’informatica/eCommerce?

«Il lato strategico di questo progetto è legato a due aspetti fondamentali: il Printing, aspetto che curo in modo particolare io attraverso le mie competenze legate alla stampa digitale, e l’infrastruttura informatica e logistica che è curata dall’esperienza in campo e-commerce/informatico di Stefano Cutello.

Sostanzialmente l’unione mia e quella di Stefano è stata vincente poiché nello stesso tipo di business è necessario avere persone con esperienza nella grafica, nel printing, nella infrastruttura informatica, nell’ecommerce, nella distribuzione e nella logistica.

Stefano è molto preparato nella parte internet e insieme a me, con le mie esperienze di grafica, siamo complementari.

Siamo in grado di creare un file di altissima qualità nonostante le foto arrivino dal Web, per portare dei risultati veramente sorprendenti.

Ci tengo a mettere in evidenza un fatto: la qualità della stampa è un fattore importantissimo in quanto noi non creiamo un prodotto in serie, ma ogni volta dobbiamo creare un singolo prodotto personalizzato per ogni nostro cliente che ce lo richiede, e in questo senso si aspetta la massima accuratezza in ogni particolare.

Giuseppe Prioriello proviene da esperienza nel mondo dell’IT, della microelettronica, della grafica, della stampa e del digital business management.

Da tutto questo nasce PastBook e – mi fa piacere ricordarlo – dalla propria nascita, la nostra struttura si è arricchita di otto dipendenti. Tutto questo, in meno di un anno.»

Ci parli in dettaglio della logistica? Come fate a spedire in tutto il pianeta?

«Il nostro mercato è globale. Noi siamo organizzati per spedire in tutto il mondo con dei tempi di consegna ragionevoli. Abbiamo clienti in Australia, Brasile Stati Uniti, Italia e molte altre nazioni. Il nostro approccio è basato sulla stampa geolocalizzata. E il flusso è il seguente: un cliente crea il proprio PastBook, e quando effettua l’ordine del book, il file viene trasmesso alla printing unit per essere consegnato all’indirizzo prescelto. Ci avvaliamo della tecnologia CIP4 per lo scambio d’informazioni nel printing. Per questo motivo un ordine che arriva dagli USA verrà stampato negli USA.

Il vantaggio della stampa geolocalizzata è triplice sia in termini di costi di logistica, sia in termini di tempi di spedizione, sia ambientale soprattutto distanze e produzione di CO2.

Si crea inoltre un indotto con opportunità di business e di joint venture e accordi con nuove Printing-Unit. Ci tengo a dire che le Printing-Unit devono avere standard di qualità e caratteristiche molto precise per uniformare e standardizzare il processo.»

Diversi device sui quali è possibile fruire dell’album fotografico.

… è evidente che PastBook è una realtà che ha come punto modale la creazione di album fotografici, ed è quindi orientata sul Business to Consumer (B2C). Avete anche servizi specifici per le imprese?

«Stiamo creando dei servizi per le aziende appositamente creati per stabilire engagement con la propria community di riferimento.

La particolarità del nostro prodotto è che può essere un’ottima idea per il Business to Business (B2B): possiamo infatti offrire la nostra tecnologia per essere ospitata in una pagina del sito delle aziende che ce lo richiedono. Essendo la nostra tecnologia in White-Label, le aziende possono personalizzarla con la loro grafica e i loro colori.

Per fare uno dei tanti esempi di utilizzo di PastBook, immaginiamo di organizzare un concerto in cui l’organizzatore vuole permettere alla propria community di crearsi un fotoalbum personalizzato di quell’evento, nel quale si uniscano foto ufficiali a foto personali, consentendo in questo modo alle persone di costruirsi il loro ricordo personalizzato di quel concerto. Tramite PastBook, il sito Web del concerto potrà ospitare in una apposita pagina (Landing Page), la nostra tecnologia, permettendo agli utenti di crearsi il proprio album personalizzato dell’evento.

L’utente ha il suo fotoalbum personalizzato di un evento, il suo ricordo di un concerto e l’azienda ha la possibilità di inserire sponsorizzazioni all’interno dell’evento stesso.

Questo è un modo diverso per fare engagement che può essere sfruttato da ogni brand o da ogni evento e in questo senso i confini tra B2B e B2C qui si interconnettono in una forma estremamente efficace.

Abbiamo appena realizzato un evento per l’insediamento dei nuovi sovrani d’Olanda, Re Guglielmo IV e la Regina Máxima. Per fare il regalo al nuovo Sovrano, vogliamo fare in modo che i cittadini olandesi possano regalare tramite PastBook un fotoalbum al Re con le loro foto. Gli utenti potranno «uploadare» una propria foto con 140 caratteri di commento da regalare al nuovo sovrano.»

Perché in un’epoca digitale la carta riscuote questo grande successo?

«Perché la carta consente di avere qualcosa di fisico che è in grado di resistere all’usura del tempo ed essere quindi tramandabile. La stampa su carta ha inoltre un proprio fascino intrinseco e peculiare. Attualmente, il modo di fotografare è mutato rispetto al passato in quanto, tramite smartphone e fotocamere digitali, disperdiamo le foto in hard disk e vari social network.

Per questo motivo creare un fotoalbum cartaceo è diventato più complesso rispetto al passato, in quanto spesso le foto sono difficili da reperire poiché disperse su diversi social network.

Tramite PastBook, abbiamo sviluppato un sistema in cui abbiamo privilegiato la facilità d’uso e la velocità consentendo in questo modo di creare velocemente un fotoalbum praticamente in pochissimi click. Abbiamo lavorato molto sulla usabilità del sito poiché questa è un’esigenza molto sentita dai nostri clienti.

Una delle peculiarità di PastBook è data dal gifting, ovvero dare la possibilità di regalare i ricordi di infanzia sotto forma di album fotografico su carta ad amici e/o parenti, magari residenti dall’altra parte del mondo.»

Nella creazione di un album, è possibile inserire i commenti di amici e parenti. Qual è il valore e l’appeal rappresentato dai commenti?

«La particolarità di PastBook è proprio questa. Un album prima dell’avvento dei social network conteneva solo foto. Ma oggi le foto non sono solo fine a sé stesse, ma sono arricchite dai commenti e dalle interazione delle persone via social network. Un commento scritto oggi arricchisce la foto, soprattutto quando la si ricorda dopo cinque o dieci anni, diventando così memoria paradigmatica di una specifica epoca. E questa nuova concezione dell’album fotografico noi l’abbiamo chiamata social memory.»

PastBook nasce appoggiandosi agli acceleratori di impresa. Ci parli del ruolo degli acceleratori nella nascita e crescita della vostra StartUp?

«Abbiamo preso parte a un acceleratore di imprese che ha appunto il ruolo di definire, ottimizzare e accelerare i processi delle startup e che ci ha consentito di ottenere una visione più ampia e i suggerimenti per raggiungerla. Abbiamo fatto una submission online in acceleratori negli USA e in Olanda e l’acceleratore olandese RockStart ci ha selezionato su oltre 300 StartUp.

Questa esperienza ha permesso a PastBook di lavorare su tutti gli aspetti di cui un’azienda deve tenere conto per esordire, a partire dal prodotto, alla strategia di marketing, all’aspetto finanziario. Siamo stati circondati da oltre 100 mentor lavorando con orari estremi. Tutto questo ci ha consentito di fare un demo day per presentare PastBook e ottenere quindi un investimento da fondi privati. Ce l’abbiamo fatta e stiamo andando avanti focalizzati sul nostro prodotto.»

Spostiamoci sul versante dei vostri clienti e della vostra community: come gestite questo rapporto?

«La nostra community è estremamente eterogenea e mondiale. Ascoltando i clienti non solo si creano nuovi prodotti, ma si tramutano i contatti in clienti e un cliente soddisfatto genera molti altri clienti. I nostri clienti arrivano dal passa parola sui social network e non da campagne pubblicitarie: tutto questo fa capire il perché per noi l’engagement con gli utenti è fondamentale. Noi siamo nati con Instagram, puntando prima su questo, che si rivolge a utenti più focalizzati sulla foto rispetto al commento. Credevamo che l’utente avesse più la necessità di condividere un fotoalbum. Solo successivamente, dopo pochi mesi, abbiamo aperto a Facebook.

Mi piace sottolineare come sia nata questa scelta: noi abbiamo ascoltato molto la nostra community prima di prendere questa decisione. Abbiamo capito che la richiesta di Facebook era molto presente e per questo motivo lo abbiamo implementato. Per noi ascoltare è fondamentale.»

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