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Papkot lancia coadiuvanti di processo che riducono del 20% il costo della fibra, testati con Fedrigoni

Papkot presenta Papkot PA (Processing Aids), una nuova linea di coadiuvanti di processo a base minerale per carta e cellulosa termoformata. I test industriali con Fedrigoni, presso gli stabilimenti di Cordenons e Fabriano, confermano che l’aggiunta dell’1% di Papkot PA al mix di fibre permette di ridurre fino al 20% l’uso del materiale, mantenendo le prestazioni dei tradizionali contenitori. Per una cartiera da 280.000 tonnellate, il risparmio lordo stimato raggiunge 12,6 milioni di dollari all’anno.

Prestazioni e vantaggi economici

Le nanostrutture inorganiche di Papkot PA aumentano rigidità e resistenza delle fibre, consentendo:

  • Riduzione del costo della fibra tramite minore uso di legno duro e aumento delle cariche.

  • Risparmio energetico grazie a disidratazione più rapida e minore raffinazione.

  • Prodotti più leggeri, ottimizzando la logistica e riducendo i costi di trasporto.

  • Miglior ritenzione delle fines e rigidità superiore.

Innovazione nella circolarità

Con solo l’1% di Papkot PA, Fedrigoni ha realizzato contenitori termoformati ad alte prestazioni utilizzando fino al 100% di scarti di glassine siliconata, ridando valore a materiali fino ad oggi considerati rifiuti. Il prodotto è validato a TRL 7, confermando l’efficacia in ambiente industriale operativo.

Espansione e sostenibilità

Papkot amplia la sua piattaforma con Papkot Adhesives (sistemi a base d’acqua, privi di plastica) e Papkot PA. Tutte le tecnologie sono biodegradabili, riciclabili e idonee al contatto alimentare.

Micaela Di Trana, VP Group Innovation & Sustainability di Fedrigoni, afferma: “La sostenibilità diventa un motore di redditività. Chi adotterà Papkot PA otterrà un vantaggio competitivo significativo.”

Guardando al futuro

Papkot sta sviluppando nuovi gradi di PA con maggiore allungamento e flessibilità, capaci di rendere competitive fibre corte e riciclate rispetto alle fibre lunghe premium, riducendo quasi della metà il costo delle materie prime. La capacità produttiva prevista è di 20.000 tonnellate l’anno, con focus sulle partnership con i leader del settore.

Papkot, fondata nel 2020 da Manuel Milliery, sviluppa tecnologie per eliminare la plastica dagli imballaggi, trasformando silicio e cellulosa in materiali nanostrutturati ad alte prestazioni.

Quando il software diventa il cuore della produzione grafica

Edigit, punto di riferimento per i software gestionali del settore grafico e oggi parte dell’ecosistema Tikappapi, sta accompagnando le aziende della stampa verso un futuro più digitale, integrato e sostenibile grazie a soluzioni che uniscono tecnologia, visione strategica e capacità di adattamento ai nuovi scenari.

Negli ultimi anni la stampa industriale ha visto crescere rapidamente l’interesse per soluzioni software integrate, capaci di dare risposte concrete a esigenze di efficienza, controllo e agilità. Gabriele Montanari, direttore operativo di Edigit in TiKappaPi group, osserva come questo trend stia ridisegnando l’intero comparto: «La richiesta di soluzioni software integrate è in forte crescita. Le aziende della stampa industriale cercano efficienza, controllo dei costi e agilità nei processi, puntando su piattaforme capaci di gestire tutte le fasi operative: preventivi, commesse, produzione, magazzino, fatturazione, controllo e analisi dati. La digitalizzazione, l’automazione e l’adozione di software Erp/Mis stanno favorendo questa transizione. Piattaforme come Edigit .Net offrono un approccio modulare e scalabile che copre l’intero flusso aziendale, integrando anche strumenti per l’interconnessione 4.0 e l’evoluzione verso l’Industria 5.0. Le principali richieste del mercato oggi sono: automazione e integrazione dei processi, maggiore personalizzazione degli stampati, efficienza e sostenibilità, uso di tecnologie avanzate come AI e Industry 4.0/5.0)».

In questo scenario diventa decisivo il collegamento tra flussi amministrativi e produttivi, un aspetto che Montanari considera ormai imprescindibile: «Le soluzioni Edigit integrano in modo nativo i flussi amministrativi e produttivi, centralizzando i dati e riducendo errori e ridondanze. Ogni fase — dal preventivo alla produzione fino alla contabilità — è interconnessa. La commessa attinge automaticamente i dati dal preventivo confermato; le schede prodotto sono collegate a distinte, materiali e risorse. Il sistema gestisce gli ordini d’acquisto per le materie prime, aggiornando in tempo reale le giacenze e garantendo tracciabilità dei lotti, utile per certificazioni come Fsc. La produzione è schedulata in base a priorità e risorse, con monitoraggio live dell’avanzamento. I dati raccolti (tempi, costi) vengono confrontati con le previsioni per evidenziare scostamenti e ottimizzare le performance. Il tutto è integrato con la contabilità, compresa la fatturazione elettronica e il controllo del credito. Grazie alla Business Intelligence, i dati sono sempre disponibili per analisi e decisioni strategiche».

La personalizzazione dei workflow e la sfida delle pmi

Con la crescente complessità delle richieste dei clienti, anche la personalizzazione dei workflow è diventata un fattore competitivo cruciale. «È fondamentale. Le richieste di prodotti sempre più complessi impongono workflow configurabili e adattabili. Edigit consente di gestire kit di prodotti, sfridi, materiali e processi in modo preciso. Lo schedulatore Gantt è altamente personalizzabile e permette anche modifiche in corso d’opera. Questa flessibilità aumenta l’efficienza, migliora l’uso delle risorse e incrementa i margini. Inoltre, la personalizzazione permette un controllo qualità più puntuale, la gestione delle Non Conformità e la tracciabilità completa delle commesse, elementi essenziali per soddisfare le esigenze dei clienti e mantenere alti standard produttivi».

Ma le aziende grafiche sono pronte a questo salto digitale? Secondo Montanari il processo è ormai avviato anche tra le realtà di dimensioni ridotte: «Nonostante risorse IT spesso limitate, l’urgenza di digitalizzazione e gli incentivi fiscali stanno spingendo molte pmiI verso l’adozione di gestionali evoluti. Edigit è stato progettato proprio per rispondere a questa esigenza, con soluzioni flessibili, intuitive e supportate da un’infrastruttura IT seguita da esperti. La nostra Business Intelligence è accessibile anche a piccole realtà e consente di monitorare costi, ricavi e processi in modo immediato. Sempre più giovani imprenditori, protagonisti del passaggio generazionale, stanno scegliendo soluzioni complete come Edigit per modernizzare le aziende di famiglia e affrontare il mercato con strumenti avanzati».

Le tecnologie abilitanti e la visione futura

La trasformazione digitale si fonda su strumenti tecnologici sempre più sofisticati, che permettono di ottimizzare i workflow e migliorare le performance. Montanari elenca i principali driver: «I cambiamenti sono abilitati da diversi fattori: Erp/Mis integrati semplificano gestione e controllo delle commesse; interconnessione 4.0/5.0 per il monitoraggio e la raccolta dati da tutta la produzione; schedulazione avanzata (Gantt) per ottimizzare in base a priorità e vincoli; Business Intelligence e 4D Total Factory Control, per analisi di produttività, consumi e impatto ambientale; Digital Manufacturing per automazione, manutenzione predittiva e ottimizzazione dei processi. Queste tecnologie consentono di avere visibilità completa su stabilimenti e attività, facilitando l’identificazione di inefficienze e l’adozione di azioni correttive».

In ogni caso, l’interoperabilità resta un fattore chiave, soprattutto in contesti dove convivono sistemi e macchinari diversi: «L’interoperabilità è un valore fondamentale. Edigit integra in modo nativo un sistema Mes proprietario e offre piena compatibilità con macchinari e software di prestampa e stampa digitale presenti sul mercato. Inoltre, include un kit per il monitoraggio dei consumi energetici, utile per accedere alle agevolazioni Industria 4.0. L’integrazione consente una pianificazione precisa anche per lavorazioni rapide tipiche della stampa digitale. Le soluzioni verticali Edigit per offset, packaging, etichette e stampa digitale lavorano in sinergia, adattandosi anche a contesti tecnologicamente eterogenei. La piattaforma è multi-produzione e multi-linea, ideale per le esigenze delle aziende moderne».

Fondamentali diventano anche gli strumenti di analisi predittiva e i controlli adattivi, che consentono di ottimizzare decisioni e processi: «La piattaforma 4D Total Factory Control, integrata con Edigit, permette il monitoraggio in tempo reale e abilita strumenti di controllo adattivo. Non è solo un modulo di analisi: gestisce la sicurezza del personale, i consumi energetici, le manutenzioni predittive, la tracciabilità dei materiali, e persino la gestione ESG e la cyber security. Integra anche il controllo di pannelli solari, domotica aziendale e navigazione temporale, offrendo una visione dettagliata dell’intera attività produttiva. Questo livello di controllo supporta decisioni più rapide e precise, orientate all’efficienza e alla sostenibilità».

Lo sguardo si rivolge infine alle prospettive future, che disegnano un comparto in rapida trasformazione: «Il domani della stampa industriale si muove verso l’Industria 5.0, con focus su automazione responsabile, sostenibilità e centralità dell’uomo; l’AI e i Big Data, per l’ottimizzazione energetica, manutenzione predittiva e qualità; le smart factory estese, ambienti produttivi flessibili e interconnessi; i workflow altamente personalizzati, adattabili a cliente e tipologia di produzione; l’automazione della progettazione, grazie ad algoritmi intelligenti e robotica».

Il settore grafico italiano, insomma, sta vivendo una stagione di profondo cambiamento. Le tecnologie gestionali, sempre più integrate e intelligenti, stanno diventando l’ossatura portante delle aziende, grandi e piccole, che vogliono restare competitive. Con il supporto di soluzioni avanzate come quelle sviluppate da Edigit, la stampa industriale può abbracciare un modello produttivo più efficiente, sostenibile e innovativo, pronto a raccogliere le sfide dell’Industria 5.0.

Manutenzione predittiva e controllo qualità in tempo reale

L’automazione e l’intelligenza artificiale non sono più elementi di frontiera, ma strumenti centrali per aumentare efficienza, ridurre sprechi e migliorare la qualità di stampa.

Il settore delle arti grafiche — dalla stampa offset al digitale, dal packaging al grande formato — sta attraversando una profonda trasformazione tecnologica grazie a digitalizzazione, connettività, sensoristica, big data e AI.

Due aree chiave di applicazione stanno emergendo come pilastri della nuova produttività:

  • manutenzione predittiva, per garantire continuità e ridurre fermi imprevisti;

  • controllo qualità in tempo reale, per intercettare difetti e deviazioni cromatiche durante la produzione.

A queste si aggiunge il workflow software integrato, il vero “collante” digitale che coordina l’intero processo produttivo.

Manutenzione predittiva: come prevenire i guasti e ridurre i fermi macchina

La manutenzione predittiva (Predictive Maintenance, PdM) sfrutta i dati provenienti da sensori, log e registri macchina per anticipare i guasti e pianificare gli interventi solo quando realmente necessari.

Grazie ad algoritmi di machine learning e regole statistiche, vengono monitorati elementi come sistemi di lubrificazione, azionamenti, rulli e dispositivi di cambio lastra, per prevedere anomalie prima che diventino guasti reali.

I vantaggi principali:

  • Riduzione dei fermi non pianificati

  • Maggiore disponibilità delle macchine

  • Manutenzione ottimizzata nelle fasce non produttive

  • Minori costi operativi e migliori prestazioni complessive

I dati raccolti vengono analizzati in cloud per il monitoraggio attivo e il confronto delle prestazioni tra impianti. Tuttavia, serve personale formato e macchine dotate di sensori adeguati: la trasformazione è tecnologica, ma anche culturale.

Controllo qualità in tempo reale: garanzia di precisione e stabilità cromatica

Il controllo qualità in tempo reale (inline o online) permette di eseguire verifiche durante la produzione, senza interrompere la stampa.
Telecamere ad alta risoluzione, spettrofotometri inline e sistemi di visione automatica monitorano:

  • registro di stampa e finitura;

  • stabilità del colore;

  • testi e codici variabili;

  • difetti fisici del substrato.

Molte macchine digitali integrano già questi sistemi, assicurando qualità costante e riduzione degli scarti, con un feedback immediato che migliora il controllo del processo produttivo.

Workflow integrato: l’intelligenza organizzativa della stampa

Il workflow management è ciò che collega prestampa, stampa, finitura e logistica.
Un sistema automatizzato consente di:

  • gestire approvazioni e revisioni;

  • coordinare risorse e pianificazione macchine;

  • monitorare ordini, qualità e performance;

  • applicare regole automatiche con Rules Based Automation (RBA);

  • integrare dati da sistemi MES / MIS / ERP.

L’obiettivo è un flusso di lavoro end-to-end completamente digitale, con riduzione di errori, tempi morti e duplicazioni.

Le nuove tendenze: digital twin, edge computing e automazione adattiva

Il futuro delle arti grafiche è già tracciato da tecnologie che rendono i processi sempre più intelligenti e sostenibili:

  • Edge computing: elaborazione dei dati direttamente in macchina, per ridurre la latenza e proteggere la privacy.

  • Digital twin: gemelli digitali delle macchine per simulazioni e test di scenario in tempo reale.

  • Automazione adattiva: regolazione automatica di registro, flusso inchiostro e tensione dei substrati durante la stampa.

  • Visione artificiale e deep learning: rilevamento di difetti non standard e ottimizzazione continua della qualità.

Queste innovazioni contribuiscono a una maggiore sostenibilità, con minori sprechi di materiali, energia e ricambi.

Conclusione: un’industria grafica più efficiente e intelligente

Automazione e AI stanno già ridefinendo la stampa e la produzione grafica.
Dalla manutenzione predittiva al controllo qualità in linea, fino al workflow integrato, le aziende che investono in queste tecnologie ottengono vantaggi concreti in termini di produttività, competitività e sostenibilità.

L’obiettivo è chiaro: unire il know-how umano all’intelligenza digitale per creare valore, innovazione e qualità reale in ogni fase della produzione.

Processi intelligenti, impatto minimo

La sostenibilità economica e ambientale come parametro tecnico nel controllo di processo: tracciabilità dei consumi e ottimizzazione nella stampa e nel packaging.

Negli ultimi anni il tema della sostenibilità è passato da elemento di marketing a parametro tecnico fondamentale nella gestione industriale. Nel settore della stampa e del packaging, tradizionalmente caratterizzato da consumi elevati di energia, materiali e inchiostri, la sfida è duplice: da un lato ridurre l’impatto ambientale, dall’altro garantire la sostenibilità economica, in un mercato sempre più competitivo e regolamentato.

Le esperienze più recenti mostrano che trattare la sostenibilità come variabile di controllo di processo, anziché come KPI (Key Performance Indicators) di reporting a posteriori, consente di ottenere risultati concreti: riduzione degli scarti, risparmio energetico, ottimizzazione dei lotti e maggiore trasparenza lungo la catena di fornitura. In altre parole, le metriche ambientali ed economiche devono diventare parte integrante degli algoritmi di scheduling, delle logiche di set-up e delle procedure operative quotidiane.

Sostenibilità come parametro tecnico

Quando un tipografo o un converter di packaging valuta il consumo di inchiostro per metro quadrato, o i kWh necessari per un lotto di stampa, quei dati diventano variabili di processo. Integrare anche l’impatto ambientale — espresso, ad esempio, in kg di CO₂ equivalente per unità prodotta — significa portare dentro il perimetro del controllo industriale indicatori che fino a pochi anni fa restavano confinati ai report di sostenibilità.

Questa trasformazione ha due conseguenze principali, a livello decisionale, la scelta in tempo reale di avviare un lotto, di unire ordini simili o di adottare una ricetta di inchiostro meno impattante può essere guidata da vincoli ambientali oltre che economici, mentre sul piano dell’ottimizzazione i sistemi di controllo (anche di tipo Model Predictive Control) possono minimizzare simultaneamente il costo e l’impatto ambientale, mantenendo i vincoli di qualità e di tempo di consegna.

Portare all’interno del perimetro del controllo di processo gli indicatori relativi alla sostenibilità significa dotarsi di metriche integrate: ambientali ed economiche

Le metriche più utili per il settore stampa/packaging possono essere:

•               Energia per unità prodotta (kWh/unità o kWh/kg), fondamentale per l’efficienza e per ridurre la bolletta energetica.

•               Emissioni di CO₂ e per SKU (per tipologia di prodotto), calcolate attraverso LCA (Life-Cycle  Assessments) semplificate e aggiornate con dati reali di consumo.

•               Scarto di produzione (kg di rifiuto/kg prodotto), spesso connesso a set-up lunghi o a prove multiple.

•               VOC e solventi emessi per tonnellata stampata, con impatti sia ambientali sia sulla salute dei lavoratori.

•               Cost-to-produce per unità, che include costo energia, materiali e costo dello scarto.

Queste grandezze, se monitorate in tempo reale, diventano parametri di ottimizzazione: un sistema MES (Manufacturing Execution System) può decidere ad esempio di accorpare due ordini per ridurre il numero di cambi colore, oppure di anticipare la manutenzione preventiva di una macchina quando l’efficienza energetica scende sotto soglia.

Tracciabilità dei consumi

La tracciabilità dei consumi è il prerequisito per qualsiasi approccio strutturato. Oggi le tecnologie digitali (sensori IoT, energy meters, sistemi di dosaggio connessi) permettono di misurare con granularità molto elevata energia, acqua, aria compressa, inchiostro e solventi.

Un aspetto decisivo è l’integrazione con il gestionale: associare i consumi a un lotto specifico, a un cliente o a un’unità di prodotto (SKU). Questo consente non solo di identificare inefficienze puntuali, ma anche di costruire una base dati per calcolare analisi del ciclo di vita (LCA) dinamiche e Environmental Product Declarations (EPD) affidabili.

Nei progetti più avanzati, la tracciabilità non si limita ai consumi energetici interni, ma si estende a materiali e fornitori delle materie prime, carte, cartoni supporti plastici ecc. “Passaporto digitale del prodotto” e blockchain vengono sperimentati per certificare il contenuto riciclato o l’origine sostenibile delle fibre cellulosiche e dei polimeri. In particolare il Passaporto digitale dei prodotti (DPP) è uno strumento che nei prossimi anni probabilmente interesserà decisamente il settore del packaging: è stato introdotto dalla Commissione Europea all’interno del Regolamento Ecodesign, noto anche come ESPR (Ecodesign for Sustainable Products Regulation). Entrato in vigore il 18 luglio 2024, il regolamento definisce nuovi criteri di progettazione per quasi tutte le categorie di beni fisici immessi sul mercato dell’UE.

Come si evince, l’approccio sistemico alla sostenibilità dei processi produttivi necessita di un requisito fondamentale, il controllo e la gestione integrata dei dati aziendali che provengono da tutti i processi interni e esterni connessi alla produzione.

Come integrare la sostenibilità

Una volta disponibili i dati, il passo successivo è integrare la sostenibilità nelle logiche di controllo.

Alcuni esempi applicativi nel settore:

Scheduling green: pianificazione degli ordini per minimizzare cambi colore e set-up, riducendo scarti e consumo di inchiostro. Certo questo principio si scontra spesso con la logica della produzione “just in time”, che vincola la programmazione delle messe in macchina a una logica focalizzata più sui tempi che sulla complementarità delle commesse, ma come sempre la mediazione produce la maggior efficacia.

Controllo predittivo: algoritmi MPC (Model Predictive Control) che tengono conto non solo della velocità e della qualità, ma anche dei consumi energetici. Il processo di stampa è, come noto, intriso di molte variabili che concorrono a determinare il risultato finale. Sebbene la stampa rotocalco e il digitale siano i processi più stabili, nessuno è esente da derive e deterioramenti delle prestazioni dovuti all’interazione delle variabili in gioco. Diventa quindi importante e strategico modellizzare un processo e calcolarne in tempo reale lo scostamento dai target fissati, applicando di conseguenza i correttivi necessari. Se la rilevazione dei dati dai sensori viene estesa anche alle variabili energetiche e di efficienza, il beneficio finale si estende coprendo anche la sfera della sostenibilità oltre che all’efficacia.

Feedback LCA → produzione: se l’analisi del ciclo di vita mostra che un certo coating peggiora la riciclabilità e l’impatto, questa informazione può essere tradotta in regola tecnica: ad esempio, rivalutarne l’uso su determinate tipologie di prodotto o limitarlo a segmenti specifici.

La logica è spostare la sostenibilità dal “report” alla “ricetta di macchina”.

L’adozione di tecniche analitiche e strumenti digitali rappresenta il catalizzatore principale:

Data analytics e machine learning: rilevano anomalie (es. picchi anomali di consumo inchiostro), prevedono trend e suggeriscono interventi correttivi.

Nell’era della trasformazione digitale, i digital twin stanno rivoluzionando il settore industriale, offrendo una rappresentazione virtuale dinamica e costantemente aggiornata degli asset produttivi. Non si tratta di semplici copie statiche, ma di modelli intelligenti capaci di simulare in tempo reale il comportamento di macchinari, impianti e processi, consentendo di prevedere guasti, ottimizzare prestazioni e migliorare l’utilizzo delle risorse.

Il concetto, introdotto nei primi anni Duemila da Michael Grieves nell’ambito del Product Lifecycle Management, ha trovato oggi la sua piena realizzazione grazie alle tecnologie abilitanti dell’Industria 4.0. Sensori e sistemi IoT permettono la raccolta continua dei dati, mentre l’integrazione di big data e cloud computing garantisce la gestione e l’elaborazione di enormi volumi di informazioni. L’intelligenza artificiale e il machine learning analizzano questi flussi per ottimizzare i processi e prevenire malfunzionamenti, mentre la simulazione tridimensionale consente di testare scenari e soluzioni prima di applicarli sul campo.

Per le imprese, il digital twin rappresenta un vantaggio competitivo concreto. La possibilità di monitorare e simulare in tempo reale le performance produttive riduce i costi di manutenzione e i tempi di fermo, migliora l’efficienza operativa e favorisce una gestione più razionale delle risorse. Allo stesso tempo, la capacità di sperimentare nuove configurazioni senza rischi accelera i processi di innovazione e permette di prendere decisioni strategiche fondate su dati oggettivi.

Il gemello digitale si configura dunque come uno strumento chiave per rendere la produzione industriale più intelligente, predittiva e sostenibile. Integrando le principali tecnologie digitali, trasforma la digitalizzazione in un processo di reale creazione di valore, capace di rendere le aziende più resilienti e competitive nei mercati globali.

Anche in ambito di Analisi del ciclo di vita (LCA) sta prendendo piede un approccio più olistico a questa metodica che estende il campo di azione dell’analisi anche a sfere non direttamente legate al ciclo di produzione ma che impattano sugli aspetti sociali e economici indotti dalla produzione stessa. L’LCSA (Life Cycle Sustainability Assessment) è quindi un’estensione della LCA che incorpora anche costi economici e aspetti sociali, utile per decisioni strategiche di investimento.

Questi strumenti permettono di valutare trade-off complessi, come riduzione del peso dell’imballaggio vs. maggiore danno al prodotto trasportato.

A braccetto con l’automazione

Questi aspetti sono confermati anche dalle indicazioni che una manifestazione come Labelexpo Europe 2025 ha messo in evidenza come assi strategici che guideranno il settore nei prossimi anni: automazione e sostenibilità. Temi sempre più intrecciati, sia per la pressione normativa (PPWR e legislazioni globali su riciclo e riuso), sia per l’esigenza di rendere le aziende più efficienti e competitive.

PPWR e l’economia circolare

Il nuovo regolamento europeo Packaging and Packaging Waste Regulation (PPWR) mette la sostenibilità al centro dell’industria. Nello specifico del settore delle etichette questi driver diventano un elemento critico per:

•               garantire riciclabilità e upcycling, attraverso adesivi e inchiostri che si separino facilmente dai supporti;

•               fornire informazioni sulla riciclabilità dei componenti e sulla compostabilità in base alle infrastrutture locali;

•               attivare sistemi automatici di sorting post-consumo grazie a codici leggibili da macchine;

•               supportare il Digital Product Passport (DPP), che richiederà QR code o RFID per tracciare materiali, filiere e modalità di smaltimento.

Anche per i futuri packaging multi-trip ricaricabili, le etichette dovranno garantire sia la removibilità al lavaggio, sia la presenza di identificatori permanenti per la tracciabilità dei cicli.

Nell’ambito dei materiali l’innovazione come già diverse volte trattato sulle pagine di Italia Grafica, il passaggio a mono-materiali con coating barriera al posto di laminazioni complesse sarà una sfida che interesserà il mondo delle etichette come quello del packaging in generale alla ricerca di nuove soluzioni che ottimizzino la shelf-life del prodotto senza compromettere la circolarità.

L’automazione rappresenta ormai una leva imprescindibile per le aziende che vogliono coniugare efficienza operativa e sostenibilità ambientale. La capacità di raccogliere in modo automatico i dati relativi ai consumi e alle emissioni costituisce il primo passo di questo percorso: sensori installati su motori, lampade UV e altri impianti ad alto consumo energetico permettono di monitorare costantemente le prestazioni, inviando le informazioni a piattaforme cloud integrate con sistemi blockchain per garantirne l’affidabilità e la tracciabilità. Questo flusso di dati non rimane confinato all’interno dell’azienda, ma viene condiviso lungo l’intera supply chain, aspetto oggi fondamentale per rispondere alle richieste sempre più stringenti dei brand owner in termini di trasparenza e conformità ambientale. Parallelamente, l’automazione contribuisce ad affrontare un’altra sfida cruciale per il settore: la carenza di manodopera qualificata. Sistemi intelligenti che gestiscono il set-up delle macchine e il controllo qualità riducono la necessità di intervento umano, liberando risorse e competenze da dedicare ad attività di maggior valore.

La stampa flexo, ad esempio, si avvale oggi di soluzioni che monitorano e correggono automaticamente pressione, registro e colore, rendendo possibile l’adozione dell’Extended Color Gamut per ridurre i cambi di inchiostro e, di conseguenza, gli sprechi di materiale. L’offset, a sua volta, integra modelli predittivi basati sull’intelligenza artificiale per bilanciare in modo ottimale il rapporto inchiostro-acqua, con l’obiettivo di ridurre i tempi di avviamento e limitare gli scarti. Anche le fasi di converting stanno vivendo una profonda trasformazione: il taglio, l’applicazione di vernici, il controllo ottico e il riavvolgimento su torrette vengono oggi automatizzati, mentre robot dedicati alla gestione di bobine e rotoli migliorano la continuità e la sicurezza delle operazioni.

L’impiego di teste inkjet UV consente di realizzare verniciature, applicazioni foil e finiture tattili senza la necessità di impianti fisici, riducendo tempi e costi di set-up e aprendo la strada a una maggiore personalizzazione delle etichette e degli imballaggi. La qualità diventa sempre più una responsabilità delle macchine: sistemi di visione artificiale e algoritmi di intelligenza artificiale presidiano il controllo qualità, gestiscono la produzione a livello di fabbrica e ottimizzano il workflow in modo automatico attraverso standard come JDF e JMF, indirizzando i job in base a tiratura, materiali impiegati e disponibilità delle risorse.

La robotica si sta affermando progressivamente anche nel converting, con applicazioni che spaziano dal confezionamento delle bobine al montaggio automatico di sleeve e utensili. Questo sviluppo accompagna l’evoluzione verso la smart factory, dove la convergenza tra intelligenza artificiale e automazione permette di immaginare flussi produttivi completamente digitali. In questo scenario, gli impianti vengono gestiti da remoto e le risorse allocate in maniera dinamica in funzione delle esigenze produttive, riducendo al minimo tempi morti e inefficienze.

Il punto di arrivo di questo percorso è la vera convergenza tra AI e automazione, che trasforma radicalmente il modello di business delle aziende del settore stampa e packaging. Riducendo la dipendenza da operatori altamente specializzati, le imprese hanno la possibilità di concentrare il capitale umano su attività di maggiore valore aggiunto, come l’analisi dei dati e l’innovazione di processo. Le conseguenze sono duplici: da un lato un miglioramento tangibile dell’efficienza operativa e ambientale, grazie alla riduzione degli sprechi, al minor consumo di energia e alla diminuzione dei fermi macchina; dall’altro una maggiore sostenibilità economica, poiché aziende più snelle, resilienti e profittevoli possono affrontare con maggiore sicurezza le sfide di un mercato globale in continua evoluzione.

In definitiva, l’automazione non è soltanto uno strumento per semplificare e velocizzare i processi, ma si afferma come una vera e propria strategia per costruire un futuro industriale più sostenibile, competitivo e capace di rispondere alle esigenze di innovazione e responsabilità ambientale che la società contemporanea richiede.

Adobe rientra nel Ghent Workgroup

Il Ghent Workgroup (GWG) ha annunciato il ritorno di Adobe tra i propri membri. Dal 1982, Adobe è protagonista nello sviluppo dei flussi di lavoro digitali per la stampa e, con l’invenzione del PDF nel 1993, ha rivoluzionato l’intero settore della stampa e dell’editoria. Oggi il PDF è uno standard ISO e rappresenta la base del lavoro del Ghent Workgroup.

«La stampa è parte del DNA di Adobe» afferma Mike Scrutton, Director of Print Technology and Strategy di Adobe. «Dall’invenzione della stampa digitale negli anni ’80 all’innovazione nei flussi di lavoro creativi e produttivi, Adobe ha sempre guidato il progresso. Il nostro ritorno nel Ghent Workgroup riflette l’impegno nel promuovere l’evoluzione degli standard industriali, in particolare nei settori del finishing e del tessile».

Dave Zwang, presidente del GWG, sottolinea: «La missione del Ghent Workgroup è far progredire l’industria della stampa attraverso standard pratici e concreti. Il supporto dei principali fornitori del settore è essenziale, e pochi sono così centrali quanto Adobe. Siamo quindi molto felici di accogliere nuovamente Adobe nel gruppo».

A Ecomondo Federazione Carta e Grafica guida il dibattito sul packaging sostenibile con il Paper District

Due appuntamenti dedicati a innovazione, sostenibilità e filiera cartaria nel segno del nuovo Regolamento europeo sugli imballaggi (PPWR).

Il packaging a base carta sarà protagonista a Ecomondo 2025 con il ritorno del Paper District, spazio promosso dalla Federazione Carta e Grafica e punto di riferimento per la filiera cartaria e grafica impegnata nella transizione verso un’economia circolare.

Dal 4 al 7 novembre a Rimini, il Paper District ospiterà due momenti di confronto dedicati al ruolo del packaging sostenibile e alle innovazioni nella value chain dell’industria alimentare, con la partecipazione di rappresentanti istituzionali, associazioni e imprese leader del settore.

4 novembre | Ore 14.00–15.30 | Sala Circular Lab – Hall B2

L’imballaggio sostenibile: il PPWR ridisegna il futuro degli imballaggi

Il nuovo quadro normativo europeo (PPWR) chiama le imprese a ripensare il valore e le funzioni dell’imballaggio. Il convegno – moderato da Massimo Medugno, Direttore Generale di Assocarta e Federazione Carta e Grafica – approfondirà come l’imballaggio a base cellulosica rappresenti una soluzione concreta per coniugare sostenibilità, sicurezza e funzionalità.

Intervengono:

  • Andrea D’Amato, Presidente Federazione Carta e Grafica

  • Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile – MASE

  • Valeria Frittelloni, Capo Dipartimento Valutazione, Controlli e Sostenibilità Ambientale – ISPRA

  • Stefano Ciafani, Presidente Legambiente

  • Jori Ringman, Direttore Generale CEPI

5 novembre | Ore 14.30–15.30 | Sala Circular Lab – Hall B2

Innovazione e sostenibilità del packaging nella value chain dell’industria alimentare

Il settore alimentare evolve e richiede imballaggi più sostenibili e performanti. Gli imballaggi a base carta si confermano protagonisti di un futuro più circolare, in grado di ridurre l’impatto ambientale e garantire sicurezza e qualità dei prodotti.

Intervengono:

  • Laura D’Aprile, Capo Dipartimento Sviluppo Sostenibile – MASE

  • Andrea D’Amato, General Manager – Seda International Packaging Group

  • Paolo Maggi, Managing Director – Tetra Pak South Europe

Modera Maurizio D’Adda, Direttore Assografici.
Evento organizzato in collaborazione con Seda International Packaging Group e Tetra Pak.

La presenza del Paper District a Ecomondo 2025 ribadisce il contributo decisivo della filiera cartaria e grafica alla transizione ecologica: ricerca, innovazione tecnologica e responsabilità ambientale sono oggi leve strategiche per un packaging competitivo e sostenibile in Europa.

Argi nuove nomine e progetti per innovazione e formazione nel settore grafico

Argi, l’Associazione Italiana Fornitori Industria Grafica, annuncia nuove iniziative per sostenere innovazione, formazione e sviluppo nel settore della stampa e della comunicazione visiva.

Il Consiglio Direttivo ha nominato Marco Dusi (Canon Italia) nuovo vicepresidente di ARGI. “L’obiettivo è accompagnare le imprese nella trasformazione del comparto, promuovendo innovazione, sostenibilità e formazione,” ha dichiarato Dusi.

Si amplia inoltre l’attività dell’Osservatorio Argi, che introdurrà un nuovo segmento dedicato al mercato delle macchine da stampa di grande formato. Il gruppo di lavoro, guidato da Roberto Giorgio (HP) e Paolo Organo (Canon), presenterà la prima analisi dei dati nel marzo 2026.

Argi rinnova infine la collaborazione con ENIP-GCT, rafforzando l’impegno nella formazione tecnico-professionale e nel collegamento tra scuola e impresa. Tra le iniziative congiunte, le Olimpiadi della Stampa 2026 (16-17 maggio) e la partecipazione al XII Convegno Nazionale delle Scuole Grafiche e Cartotecniche.

HP presenta la nuova Latex FS70 W e amplia l’ecosistema PrintOS

HP annuncia il lancio di tre importanti innovazioni nel grande formato: la stampante HP Latex FS70 W, il Kit di produttività HP Latex e un HP PrintOS Production Hub migliorato.

L’attenzione di HP alle crescenti esigenze in tema di produttività e gestione dei processi si traduce in un aggiornamento dell’offerta della linea Latex, nella quale entra la Latex FS70 W, indicata come successore della serie 3X00. A questa si affiancano il Latex Productivity Kit, pensato per potenziare i sistemi esistenti, e un aggiornamento di PrintOS Production Hub a supporto dei flussi di lavoro.

Dopo i lanci primaverili delle Latex R530, Latex 730 e Latex 830 Series, HP conferma la volontà di consolidare la posizione conquistata nella stampa di grande formato e la competitività invariata della propria tecnologia Latex, capostipite di una nuova generazione.

Queste novità si rivolgono soprattutto ai fornitori di servizi di stampa di medie e grandi dimensioni, sotto pressione per ottimizzare i margini, migliorare l’efficienza e ampliare l’offerta verso applicazioni a maggior valore aggiunto. Si tratta di realtà che affrontano costi di produzione elevati, flussi di lavoro frammentati e scalabilità limitata, dove è indispensabile una piattaforma in grado di garantire costantemente qualità cromatica accurata, velocità e resistenza ai picchi produttivi più intensi.

La Latex FS70 W è la stampante Latex più produttiva di HP fino a oggi, in grado di assicurare prestazioni fino a 117 m²/h per applicazioni outdoor e 91 m²/h per l’indoor, con una velocità massima di 162 m²/h. L’aggiunta di una cartuccia di inchiostro bianco da 6 litri consente di realizzare applicazioni a margine più elevato e di gestire produzioni di lunga durata, comprese le ore notturne, riducendo la necessità di presidio.

Grazie all’HP PrintOS Configuration Center e allo spettrofotometro integrato, è possibile garantire una coerenza cromatica uniforme, mentre il Configuration Center fornisce una piattaforma cloud per la gestione delle operazioni di stampa, assicurando che profili e impostazioni colore vengano applicati in modo uniforme ovunque.

In termini di dotazioni, la Latex FS70 W include un kit per la stampa a doppio rullo su una luce totale di 3,2 metri, serbatoi colore fino a 10 litri a favore della produttività e un sistema di pulizia ottimizzato per lunghe tirature non presidiate. Inoltre, la testina dedicata alla laminazione in linea può essere rimossa quando non utilizzata, riducendo i consumi di materiale. Per chi impiega la stampante in applicazioni tessili, è incluso un raccoglitore d’inchiostrodedicato.

Le innovazioni sono, almeno in parte, accessibili anche a chi ha già investito in una versione precedente di HP Latex. Il Productivity Kit dedicato è infatti progettato appositamente per i clienti della serie Latex FS, offrendo un percorso diretto verso le prestazioni della FS70, senza dover sostituire le stampanti esistenti.

Il kit aggiorna sottosistemi chiave sulle FS50 e FS60, aumentando la produttività fino al 30% nelle applicazioni principali. Con maggiore velocità, manutenzione semplificata e minori tempi di inattività, il kit migliora produttività, scalabilità e robustezza.

Infine, arrivano aggiornamenti anche per HP PrintOS Production Hub. Il software, presentato ufficialmente la scorsa primavera, introduce nuove funzionalità per l’integrazione con ordini di Design & eCommerce, una dashboard centralizzata per la gestione delle vendite online, analisi consolidate e monitoraggio con accesso semplificato ai dati di produzione. Sono stati aggiunti anche strumenti di collaborazione avanzati (ruoli, permessi, commenti, tag, feed attività — in arrivo entro fine anno) e funzioni di preflight automatico dei file, con assegnazione dei lavori alle stampanti e invio diretto al RIP.

Congresso Giflex, “Imballaggio flessibile, minimalista per natura”

“Imballaggio flessibile, minimalista per natura” è il titolo scelto da Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, per il tradizionale congresso d’autunno, in programma a Roma, il 6 e 7 novembre prossimi, presso Hotel Villa Pamphili.

“Un titolo che riflette il valore del nostro packaging. Il minimalismo è una filosofia e uno stile di vita che predilige l’eliminazione del superfluo per concentrarsi su ciò che porta reale valore. Per noi rappresenta la risposta all’innovazione sostenibile. Pesiamo poco, consumiamo poche materie prime, offriamo un rapporto peso imballaggio/contenuto ottimale, produciamo poca CO2”. Con queste parole il Presidente, Alberto Palaveri, anticipa i temi che saranno al centro del congresso che ufficialmente chiuderà i festeggiamenti del 40° anniversario dell’Associazione.

Dunque, il valore del packaging flessibile al centro della scena ma sul palco, come tradizione, non mancherà uno sguardo alto su temi trasversali al settore: la crisi dei modelli globali di convivenza geopolitica, come e con quale mindset governare l’innovazione, quali scenari tracciano consumi e abitudini d’acquisto, come si progetta il packaging del futuro. Infine, a che punto siamo con la legislazione secondaria del PPWR e come influire positivamente sulle scelte politiche che potrebbero impattare sulla filiera del packaging.

Sono attesi, a Roma, oltre 250 operatori della filiera dell’imballaggio flessibile e non mancheranno autorevoli presenze istituzionali.

Be Packaging punta sull’HP Indigo V12 per la stampa digitale di etichette

Be Packaging conferma il proprio ruolo di protagonista nel mercato italiano della produzione di etichette, specializzandosi in etichette autoadesive e shrink sleeves, con un’organizzazione di circa 50 dipendenti e una presenza capillare sul territorio nazionale. L’azienda è strutturata per soddisfare ogni esigenza produttiva, dalle piccole tirature fino alla produzione su larga scala, integrando tecnologie analogiche e digitali.

Storicamente orientata alle micro-tirature digitali, Be Packaging sta ora espandendo il proprio raggio d’azione verso tirature medio-alte grazie all’investimento nella stampa digitale HP Indigo V12. “Fin dal primo momento in cui HP ha presentato questa macchina, il suo potenziale è stato evidente e in linea con la nostra missione di innovare e guidare il settore,” ha dichiarato Andrea Lonardo.

L’HP Indigo V12 utilizza la nuova tecnologia LEPx, progettata per etichette a bobina stretta con produzione ad alta velocità e senza interruzioni, consentendo di soddisfare ordini impegnativi con qualità costante e tempi rapidi. La tecnologia digitale offre inoltre vantaggi concreti nella gestione della forza lavoro, semplificando la formazione degli operatori e attrarre personale giovane, contribuendo a una cultura di innovazione e adattabilità.

“Questa tecnologia ci permette di offrire qualità di stampa eccezionale, massima flessibilità nei volumi e nei tempi di consegna, e un livello di personalizzazione in linea con le esigenze dei clienti. Rappresenta anche un passo verso una produzione più sostenibile ed efficiente,” ha aggiunto Lonardo.

Grazie all’adozione dell’HP Indigo V12, Be Packaging consolida il proprio ruolo di leader nel settore delle etichette, stabilendo nuovi standard di produttività, sostenibilità e servizio, e rafforzando la posizione di partner affidabile per clienti che richiedono soluzioni personalizzate e innovative.