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Conai: rimodulati i contributi ambientali per carta, legno e vetro

CONAI, dopo confronto con i Consorzi Comieco, Rilegno e Coreve, valutato lo scenario attuale della filiera del riciclo degli imballaggi ha rimodulato nuovamente il contributo ambientale (o CAC) per gli imballaggi in carta, legno e vetro.

Gli imballaggi in carta

Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in carta e cartone passerà da 5 euro/tonnellata a 35 euro/tonnellata.

Tra luglio 2020 e luglio 2022 il contributo per la carta si è progressivamente ridotto da 55 a 5 euro/tonnellata. Ciò grazie all’incremento dei valori della carta riciclata sul mercato e alla condizione delle riserve economiche di Comieco.
La rimodulazione del contributo, oggi, è dovuta a diversi fattori.

Rispetto alle previsioni per il 2023, si sono ridotti i ricavi dalla vendita del materiale. Sono inoltre diminuiti i volumi degli imballaggi immessi al consumo e assoggettati al CAC; questo decremento è dovuto principalmente alla contrazione della produzione industriale nelle principali economie mondiali, per le note congiunture internazionali. Il tutto in un contesto di aumento delle quantità di raccolta in convenzione.

Le riserve patrimoniali di Comieco si sono quindi ridotte sensibilmente al di sotto della soglia voluta e necessaria per garantire la continuità rispetto agli impegni di raccolta e riciclaggio.

Non cambiano i valori degli extra CAC da applicare agli imballaggi poliaccoppiati a base carta idonei al contenimento di liquidi, a quelli di tipo C (con componente cellulosica superiore o uguale al 60% e inferiore all’80%) e a quelli di tipo D (con componente cellulosica inferiore al 60% o non esplicitata).

I valori del CAC per la carta saranno quindi i seguenti:

Gli imballaggi in legno

Dal 1° gennaio 2024, il contributo per gli imballaggi in legno passerà da 8 euro/tonnellata a 7 euro/tonnellata.

Il decremento è correlato a diversi fattori, tra cui un aumento dell’immesso al consumo nel 2021 e 2022 che ha determinato una situazione economica positiva.

Gli imballaggi in vetro

Dal 1° ottobre 2023, il contributo per gli imballaggi in vetro passerà da 23 euro/tonnellata a 15 euro/tonnellata.

Una variazione al ribasso che è conseguenza di diverse situazioni congiunturali. La continua crescita dei prezzi del materiale ceduto in asta, che nella prima parte del 2023 si sono mantenuti superiori a quelli già molto alti del 2022. E la riduzione dei costi di gestione legata al diminuire delle quantità conferite al sistema consortile. Anche per COREVE, inoltre, le riserve patrimoniali si mantengono sufficientemente alte per permettere una diminuzione del CAC.

Le procedure semplificate per l’import

Le rimodulazioni avranno effetti anche sulle procedure forfettarie/semplificate per importazione di imballaggi pieni.
Il contributo mediante il calcolo forfettario sul peso dei soli imballaggi (tara) delle merci importate (peso complessivo senza distinzione per materiale) passerà dagli attuali 59 a 70 euro/tonnellata dal 1° ottobre 2023 e a 69 euro/tonnellata dal 1° gennaio 2024.

L’aliquota da applicare sul valore complessivo delle importazioni (in euro) diminuirà da 0,12 a 0,11% per i prodotti alimentari imballati, a decorrere dal 1° ottobre 2023; resterà invece invariata quella relativa ai prodotti non alimentari imballati (0,6%).

I contributi forfettari/aliquote saranno quindi i seguenti:

I nuovi valori delle altre procedure semplificate saranno a breve disponibili sul sito Conai.

Auroflex potenzia la propria tecnologia con HP Indigo

Grazie alla tecnologia HP Indigo, l’azienda siciliana ha incrementato la produttività, accelerando il time-to-market e assicurando ai propri clienti maggiore affidabilità.

Auroflex nasce ad Alcamo negli anni 70, a opera dei fratelli Butera, come azienda serigrafica di prodotti di lusso dedicata alla commercializzazione di gadget ed articoli pubblicitari personalizzati per grandi marchi e aziende prestigiose. L’abilità e la raffinatezza nella personalizzazione portano negli anni ‘80 l’azienda a investire nelle più avanzate tecnologie di stampa su bobina allora disponibili specializzandosi, in modo pionieristico, nella produzione di etichette autoadesive in bobina per marchi dei settori del Wine & Spirits, Food, Beer, Home Care, Beauty & Personal Care rappresentativi del Made in Italy ed esportati in tutto il mondo.

Il crescente apprezzamento da parte della clientela e il know-how maturato negli anni consentono ad Auroflex di affermarsi nel segmento della produzione di etichette di lusso, di qualità ed ecosostenibili, oggi core business dell’azienda che rappresenta circa l’80% del fatturato. Auroflex, guidata e rappresentata dalla seconda generazione Butera, continua a cavalcare l’onda dei rapidi progressi tecnologici e della digitalizzazione che contraddistinguono il mondo delle arti grafiche.

Il credere fermamente nell’innovazione tecnologica e nel contributo che le nuove tecnologie possono apportare al business, proprio e dei clienti, porta l’azienda all’incontro con HP, partner di riferimento, di cui è recentemente diventato DScoop Ambassador. Nel 2005 la prima macchina da stampa HP Indigo 4500 viene installata nella sede di Alcamo, sostituita poi con la più evoluta HP Indigo 6800 nel 2016.

“HP si è dimostrata la scelta vincente per poter soddisfare al meglio le esigenze di un mercato molto complesso nonchè sfidante dal punto di vista della frammentazione della domanda – ha dichiarato Fabio Butera, presidente Auroflex – . Inoltre HP è sempre stata accanto ad Auroflex in tutte le attività correlate promosse dalla nostra azienda.”

L’elevata frammentazione del mercato, che richiede piccoli lotti di produzione, e l’avvio di un nuovo canale di vendita che necessitava di una tecnologia adatta, portano nel 2020 all’introduzione di HP Indigo 6900. Questa soluzione, insieme a HP Indigo 6800, ha consentito ad Auroflex di velocizzare il  time-to-market e offrire ai propri clienti una maggiore affidabilità.

L’acquisizione del sistema di stampa digitale HP Indigo 6900 ha permesso all’azienda di raggiungere un maggior numero di clienti consentendo loro di stampare solo la quantità di etichette necessarie in quel momento. I piccoli lotti non sono infatti una prerogativa delle piccole aziende, ma un’esigenza sempre più spesso sentita anche da aziende di medie dimensioni che necessitano di piccoli lotti per i clienti che sono nelle fasi iniziali (es. private label) o per nuovi prodotti.  Il software HP SmartStream Designer di HP Indigo consente di realizzare lavori sofisticati e personalizzati attraverso un semplice ed economico strumento per i dati variabili ottimizzato per le macchine da stampa digitali HP Indigo. HP SmartStream Designer include infatti plug-in esclusivi come HP Collage e HP Mosaic che consentono di realizzare una varietà di design praticamente illimitata, creando infinite variazioni, giocando con le cromie, gli elementi grafici, le dimensioni di immagini e testi e così via. Senza la necessità di avere un file grafico per ciascuna variante e senza l’esigenza di lavorare su tirature con numeri rilevanti.

La stretta collaborazione con HP ha dato vita a una serie di importanti progetti, come ad esempio  “Insuperlabel”, un concorso creato per mettere alla prova la capacità dell’azienda di stampare etichette complesse. Riconosciuto ed apprezzato in Italia e alla sua seconda edizione, verrà esteso anche all’estero. Un concorso che vede Auroflex e HP sfidare il mondo dei designer nella realizzazione di progetti complessi da stampare utilizzando strumenti specifici HP, come ad esempio Mosaic + Collage o inchiostri speciali come rosa e invisibile. Prima che venga decretato il vincitore, gli 8 finalisti selezionati da una giuria composta da designer italiani, potranno assistere dal vivo al processo di stampa della loro Insuperlabel presso l’HQ di Auroflex. Un altro progetto di cui HP è partner è l’e-commerce Auroflex, un ecosistema dove designer e clienti possono comunicare e avere un’anteprima molto realistica dell’etichetta finale stampata.

“HP è sempre al nostro fianco non solo per proporci soluzioni tecnologiche avanzate, ma soprattutto per migliorare le nostre capacità di stampa. – ha affermato Claudia Fuschi responsabile marketing Auroflex – Il caso di Insuperlabel è sicuramente l’esempio più lampante di questo processo dove non si è cliente e/o fornitore ma veri e propri compagni di squadra.”

L’attenzione alla sostenibilità, come per HP fa parte anche del Dna di Auroflex, sempre in prima linea per la tutela e il rispetto del pianeta. Per questo motivo utilizza esclusivamente carte FSC, cioè provenienti da foreste certificate da regolamentazioni internazionali che ne garantiscono una gestione rispettosa dell’ambiente, socialmente utile ed economicamente sostenibile. Le etichette prodotte da Auroflex possono infatti essere certificate FSC, su richiesta, Un percorso orientato alla sostenibilità a 360°, quello intrapreso dall’azienda, che consiste non solo nella sostenibilità ambientale, ossia nella riduzione degli sprechi e nell’impiego di supporti e materiali ecosostenibili, ma che abbraccia la sostenibilità economica, fondata su un’organizzazione lean dei processi produttivi, e la sostenibilità sociale, che porta l’azienda ad intraprendere iniziative e collaborazioni con enti ed istituzioni che operano nel sociale, contribuendo attivamente al benessere del territorio.

Infine, la maggiore efficienza e il maggior controllo sui processi sono garantiti da HP PrintOS, il sistema operativo basato su cloud in grado di favorire la produttività grazie ad una suite esclusiva di applicazioni. HP PrintOS consente infatti di monitorare da remoto la produzione, consultare e scaricare le informazioni sui lavori e prendere decisioni efficienti basate su dati precisi e aggiornati, oltre a poter configurare da remoto le stampanti per grandi formati in qualsiasi momento.

Carta e cellulosa percepite con impatto minore sulle foreste

Il recente rapporto di ricerca di Two Sides Europe, il “Trend Tracker Survey 2023″, cerca di comprendere le mutevoli percezioni dei consumatori nei confronti della stampa, della carta e degli imballaggi a base di carta, esaminando in particolare le loro percezioni ambientali, le abitudini di lettura, le preferenze di imballaggio e gli atteggiamenti nei confronti dei prodotti tissue.
Quali sono gli impatti maggiori sulle foreste?
L’industria della stampa e della carta è circondata da miti, molti dei quali sono radicati ma privi di fondamento scientifico sull’impatto della carta sulle foreste. Al contempo all’industria non è riconosciuta pienamente la sua capacità di riciclare. La necessità di sfatare questi miti e aumentare la consapevolezza della sostenibilità della carta è ora più importante che mai. Quando ai consumatori è stato chiesto di valutare diversi settori/attività e quale, a loro avviso, ha il maggiore impatto sulle foreste, la carta e la cellulosa sono risultate le meno dannose.
L’impatto maggiore sulle foreste secondo il 49% dei consumatori europei è dovuto al combustibile legnoso (rispetto al 47% nel 2021). Per il 47% allo sviluppo urbano (costruzione di case o città), per il 45% alle piantagioni di olio di palma e costruzioni/legname e, infine, per il 37% all’agricoltura/allevamento/allevamento del bestiame.
In confronto, solo il 36% dei consumatori europei ritiene che la carta e la cellulosa abbiano avuto impatto sulle foreste, con un calo rispetto al 45% nel 2021. I cittadini che non riconoscono l’impego dell’industria cartaria nella tutela delle foreste sono quindi solo un terzo dei cittadini, ma comunque ancora troppi.
L’agricoltura è la principale causa di deforestazione, che si verifica principalmente nelle regioni tropicali e subtropicali del mondo. Infatti, il 73% della deforestazione in queste regioni è dovuto all’agricoltura. Al contrario, le foreste europee, che forniscono la quasi totalità del legno per la produzione di carta, imballaggi a base di carta e molti altri prodotti, sono aumentate in superficie netta a un tasso equivalente a 1.500 campi da calcio al giorno.

Come affrontare le preoccupazioni dei consumatori sulla carta

Il principale ingrediente della carta, la fibra di legno, è una risorsa naturale e rinnovabile.
In Europa, dove quasi tutte le foreste primarie sono protette, la carta proviene da foreste gestite in modo sostenibile dove il ciclo di semina, crescita e rigenerazione è attentamente controllato.
Il 67% dei consumatori europei concorda sull’importanza di utilizzare prodotti in carta provenienti da foreste gestite in modo sostenibile e il 37% presta attenzione alle etichette di certificazione forestale quando acquista prodotti a base di carta. Il 67% dei consumatori ritiene che solo la carta riciclata debba essere utilizzata per realizzare nuovi prodotti di carta, e la maggior parte non comprende questa impossibilità pratica.
Sebbene il 49% della fibra utilizzata nell’industria europea della cellulosa e della carta provenga da carta riciclata e le fibre vengano riciclate in media 3,5 volte, non possono essere riciclate all’infinito poiché si degradano al punto da non poter più legarsi insieme per creare nuova carta. Pertanto, nel ciclo di produzione è sempre richiesto un input di fibra vergine proveniente da foreste gestite in modo sostenibile.
Oltre la metà dei consumatori intervistati (56%) ritiene che la produzione di carta e imballaggi in carta utilizzi una quantità eccessiva di acqua. Nel 2021, circa il 90% dell’acqua utilizzata per produrre carta e cartone in Europa è stata depurata e restituita all’ambiente, mentre il resto è evaporato o trattenuto nel prodotto fabbricato3. “Sebbene sia positivo vedere che ci sono stati alcuni miglioramenti nella percezione dei consumatori, questo rapporto mostra che permangono molti falsi miti sui prodotti cartacei e stampati e sul loro impatto sull’ambiente”, afferma Jonathan Tame, amministratore delegato di Two Sides Europe. “Questi falsi miti rendono vitale il lavoro che svolgiamo con Two Sides e Love Paper”.

GR Group sceglie Zünd

La crescita e le ambizioni di GR Group hanno portato a investire in un plotter da taglio Zünd per migliorare produttività e qualità dei progetti.

La crescita di un’azienda passa necessariamente per investimenti anche nei momenti di maggior incertezza del mercato. Una strategia la cui validità è stata dimostrata a più riprese da GR Group. Dell’originaria azienda di sola stampa oggi è infatti rimasto ben poco, lasciando spazio a una realtà grande e organizzata capace di prendersi carico totalmente di un progetto, svilupparlo e consegnarlo a un cliente, in linea con le aspettative di tempi e qualità. Lucrezia Rampinini, terza generazione dell’azienda in qualità di Business partner Developer, si presta a raccontare i passi più recenti di questo percorso dai quali è scaturito anche l’ultimo importante investimento in tecnologia Zünd.

Come siete evoluti negli ultimi anni e come vi siete adattati a tanti cambiamenti imprevedibili?

La nostra attività si è sviluppata sempre più incentrata sull’ufficio tecnico, al servizio del cliente. Il nostro interlocutore è ormai di regola un designer, un architetto o un’agenzia, di conseguenza la consulenza deve essere un primo fattore utile per distinguerci.

Cosa comporta per voi questa evoluzione?

Spesso il cliente arriva da noi con un semplice bozzetto. Il nostro compito è tradurlo in realtà, eseguendo tutte le valutazioni, le verifiche e all’occorrenza le autorizzazioni del caso. Per esempio, in occasione del recente Fuorisalone a Milano, abbiamo realizzato negli uffici di Studio Lombardini22, una grande balena lunga una decina di metri, appesa al soffitto, rappresentazione di un ritrovamento di scheletro di balena fatto nel 2006 a Orciano, ma conservato a Firenze e regalo da parte dello Studio alla città di origine del ritrovamento. Il nostro compito è stato ingegnerizzarla, trasformando un disegno in una serie di sezioni in policarbonato compatto, stampate, tagliate e montate con estrema precisione e garantendo la sicurezza.

Quanto è cambiato lo scenario della comunicazione visiva in questi anni?

Per quanto ci riguarda, molto. Siamo chiamati anche a una maggiore responsabilità nei confronti di un cliente che si sposta dalle decorazioni più classiche per abbracciare installazioni architettoniche e di design di interni sempre più complesse in cui certificazioni, documentazione e sicurezza diventano la quotidianità. La nostra capacità di adattarci, di fornire corsi di formazione sui materiali e di supporto anche nelle questioni più burocratiche si sta rivelando importante.

Quanto vi è tornata utile l’abitudine ormai consolidata di seguire per intero un lavoro in prima persona?

Sicuramente, tanto. Poter contare su tutte le competenze e lavorazioni in prima persona ci permette di acquisire progetti più ampi. Per esempio, dove parliamo di interior design, per noi significa ridisegnare un ambiente nel vero senso della parola, con tanti elementi. Non parliamo solo di stampa, ma anche di sartoria, falegnameria, o rifacimento di intere facciate. Sono lavori complessi, con tanti elementi chiamati a interagire, dove serve anche molta flessibilità. Il cliente chiede sempre meno un oggetto e sempre più un progetto.

Salto di qualità con precisione

Progetti grandi, articolati e complessi richiedono inevitabilmente attrezzature all’altezza. Quando cambiano le esigenze, siamo chiamati ad adeguarci. In pratica questo significa investire, conseguenza certamente scontata, ma spesso più in teoria che in pratica, dove però GR Group non ha voluto esitare. Nel già ricco parco macchine dell’azienda di Legnano è così entrato e compie da poco un anno un nuovo plotter da taglio Zünd G3 3XL-3200, fondamentale per reggere il passo del mercato e delle proprie ambizioni. Affidato all’esperienza del Responsabile di produzione, Juriy.

Quando avete capito che era necessario allargare il vostro parco macchine?

Sfruttiamo un plotter da taglio Zünd già da diversi anni e siamo sempre rimasti soddisfatti. Era però arrivato il momento di integrarlo con uno più moderno, per adattarci meglio alle nuove esigenze di mercato. Quando abbiamo comprato il G3 3XL-2500, si trattava soprattutto di lavorare su materiali come i supporti vinilici, mentre ora parliamo di una estrema varietà e quindi serviva qualcosa di più versatile.

Quali erano le necessità alla base della ricerca?

Oggi trattiamo regolarmente materiali tra loro molto diversi e più grandi, dove spesso serve anche estrema precisione. Parliamo di pannelli e bobine anche fino a 3,20 metri. L’unico plotter sul quale potevamo contare era ormai diventato un collo di bottiglia. In pratica, serviva prima di tutto aumentare la produttività.

Cosa vi ha guidato verso la conferma della fiducia a Zünd?

Ci siamo sempre trovati bene, e l’idea di proseguire con la stessa tecnologia è ovviamente funzionale. Abbiamo comunque valutato alternative, ma alla fine ci è sembrata la scelta più affidabile. Inoltre, aspetto non trascurabile, gli utensili della taglierina esistente possono essere usati anche su quella nuova. Infine, ora possiamo contare su una  fresa con mandrino da 3,6 kW, il cui  piano aspirato e la maggiore potenza comportano una maggior precisione. Significa aumentare la velocità, minore presidio e migliore qualità del lavoro risultante.

Come è andata la fase di messa in opera?

Senza problemi di rilievo, direi. Consegna e installazione hanno rispettato i tempi, mentre per la formazione eravamo già preparati almeno in parte. È stato necessario concentrarsi solo sulle nuove funzioni. Tra l’altro, vorrei sottolineare la disponibilità sempre totale del personale di Zund Italia, anche solo per una consulenza sui materiali. All’occorrenza, li mandiamo al loro laboratorio, dove li testano e ci restituiscono le direttive su come trattarli.

Avete già avuto modo di toccarne con mano i benefici?

Sì. Appena messa in opera, la produzione è risultata snellita. La maggiore potenza del motore significa anche maggiore stabilità del supporto durante le operazioni. Quindi, minori interventi di finitura, operazione per la quale serve una buona manodopera, e maggiore certezza di ottenere il prodotto desiderato nei tempi previsti.

Per quali applicazioni l’avete già messo alla prova?

Lavoriamo pannelli, anche molto grossi. Ci garantisce il supporto che cercavamo nella produzione di insegne luminose e soprattutto lavori con incastri particolari. Prima erano operazioni a parte, a carico di un reparto ora invece sgravato da questa mansione.

C’è un passaggio particolare ad avervi colpito?

Ho trovato molto interessante la lavorazione a intarsi. La facevamo anche prima, ma ora il livello di precisione è decisamente maggiore. L’intero processo risulta più agevole, anche con materiali rigidi. L’efficacia del piano aspirato permette lavori di maggiore precisione e alla fine la migliore qualità del taglio è evidente.

Avete incontrato difficoltà a integrarla nei vostri processi?

Anche in questo caso, senza imprevisti. Utilizziamo un software di impaginazione e stampa già compatibile con sistemi Zünd. In pratica, il file mandato in stampa contiene già anche le informazioni per la fase di taglio e non serve una procedura dedicata.

Sembrate quindi soddisfatti del nuovo acquisto…

Assolutamente, sì. Siamo riusciti a ottimizzare il nostro processo produttivo esattamente come volevamo. Anche sugli stessi materiali, il tempo di lavorazione è diminuito. Inoltre, la maggiore precisione si traduce in un minore numero di errori. Quindi, risparmio di tempo e materiale, con meno sprechi.

Efi, workflow veloci, efficienti e remunerativi

Tutti i livelli di automazione raggiungibili con Fiery JobFlow

I flussi di lavoro in prestampa sono sempre stati oggetto di continue implementazioni per quanto riguarda l’automazione dei processi. E mai come in questo momento, nell’era delle piccole tirature e dei tempi di consegna ultrarapidi, si fa sentire l’esigenza di workflow veloci, efficienti e soprattutto remunerativi.

Tuttavia gli stampatori sono spesso preoccupati dell’investimento da sostenere per ammodernare il proprio workflow di stampa o per crearne uno ex novo. Abbiamo chiesto allora ad Alessandro Bellotti, senior sales development manager di Fiery, di spiegarci come è cambiato il mercato negli ultimi anni e quali opportunità si possono sfruttare oggi per avvicinarsi senza troppi scossoni il complesso tema dei flussi di prestampa.

Il valore cruciale della prestampa automatizzata

Esistono infatti molti percorsi per fare comprendere alle aziende il valore aggiunto di queste implementazioni e come l’investimento sostenuto possa essere rapidamente ammortizzato. «È vero, c’è una certa diffidenza tra gli stampatori», esordisce il manager Fiery. «E questo è dovuto principalmente al fatto che esiste ancora un grande asimmetria informativa su questo tema complesso. Un recente sondaggio di InfoTrends condotto su più di 200 fornitori di servizi di stampa mostra che circa il 50% dei rispondenti è convinto che il ritorno sull’investimento di un workflow sia poco chiaro o impossibile da quantificare mentre il 45% ritiene che l’automazione dei flussi di lavoro sia una scelta troppo costosa mentre. A questo si aggiunga il fatto che oltre il 23% del campione pensa di non avere le competenze necessarie per implementare una maggiore automazione. Tutto ciò dimostra che il mercato non è ancora pronto e che c’è ancora molto diffidenza verso un mondo altamente digitalizzato che non si conosce. E che quindi intimorisce».

«Se si parla di hardware il cliente è ben preparato e sa valutare e anche apprezzare le singole soluzioni, ma quando si tratta di flussi di lavoro le cose stanno diversamente perché lo stampatore, anche quello più grande, non ha una piena dimestichezza con questi argomenti. Si nutre quindi di atteggiamenti e abitudini del passato. Tuttavia, quando si comincia a proporre argomentazioni legate al contenimento dei costi e alla ricerca di marginalità dell’azienda, allora tutto cambia», sostiene Bellotti. «I manager iniziano a drizzare le orecchie e ad apprezzare le dinamiche produttive che portano a una riduzione dei costi di processo. Non solo, la possibilità di ridurre gli errori nascosti nei file, e al tempo stesso correggerli, aumentando quindi l’efficienza dei processi, inizia a insinuarsi nella mentalità degli stampatori e a incoraggiarli a fare delle prove, se non proprio dei tentativi».

Dall’acquisto all’ammortamento

Ogni stampatore pensa inoltre di avere un’esigenza personale di workflow che necessiti di un percorso molto customizzato, forse troppo. Molto spesso si tratta invece di un iter di sviluppo standardizzato che i produttori di soluzioni di prepress automation conoscono bene sulla scorta di implementazioni già fatte con precedenti clienti.

Di tutt’altro tipo è invece l’approccio che Fiery ha introdotto con il lancio sul mercato del flusso di lavoro Fiery JobFlow: «Abbiamo deciso di raggiungere i clienti in maniera indiretta attraverso l’inserimento del flusso di lavoro JobFlow Base all’interno di tutti i nostri sistemi Fiery esterni. In tal modo gli stampatori già hanno la piattaforma Fiery disponibile di default e, se vogliono, possono decidere di implementarla a piacimento, in piena libertà. In ogni caso possono utilizzarla in modalità “free” perché è già presente nella sua versione base gratuita. Questo offre l’opportunità di imparare da soli a gestire i flussi di lavoro su un livello di automazione minimo per poi procedere, una volta acquisito un minimo di dimestichezza, verso l’upgrade di soluzioni più sofisticate e integrate», spiega Bellotti.

In questo modo, senza fare alcun investimento, i clienti possono installare facilmente e provare JobFlow Base senza chiedere nulla a nessuno, riuscendo anche a lavorare con qualsiasi sistema operativo. «Con questo metodo stiamo lentamente conquistando la fiducia degli stampatori, anche quelli più scettici e resistenti. E i risultati si vedono già».

Integrazione e Roi

Con livelli upgradati di JobFlow è possibile integrare le macchine fuori linea con un semplice click, che può essere veicolato semplicemente via web. Ma non è finita. È infatti possibile pilotare altre tipologie di macchine, come ad esempio quelle di verniciatura Uv, integrando queste soluzioni in un flusso di lavoro automatizzato. Si tratta quindi di una soluzione pressoché generalista, nel senso che può essere allacciata e interconnessa a tantissimi altri sistemi e software, ma nello stesso tempo è possibile personalizzarla al massimo a seconda delle specificità del suo utilizzo settoriale. Comprendo quindi molte fasce di prezzo.

«In realtà il posizionamento di prezzo si pone in una fascia medio-bassa andando a intercettare la vasta platea di quegli stampatori sempre più consapevoli del risparmio dei costi e soprattutto del recupero dell’investimento», spiega il manager Fiery. «Queste soluzioni di automazione, oltre a elevare il livello di produttività ed evitare spiacevoli sorprese, permettono infatti di eliminare i colli di bottiglia ed evitare lunghe attese nell’elaborazione dei lavori. Ma soprattutto consentono di impiegare meglio i propri addetti impegnandoli in altre operazioni che hanno un margine di profitto maggiore».

«Abbiamo inoltre messo a disposizione dei clienti un calcolatore del ritorno dell’investimento. Si chiama Roi Calculator e permette a qualsiasi azienda di inserire i propri dati per ottenere un calcolo di quanto tempo occorre, in termini di mesi, per avere un ritorno dell’investimento», conclude Bellotti. «E da quel momento in avanti la marginalità è assicurata».

Mondi investe nella carta funzionale con effetto barriera Ultimate

Mondi sta investendo 16 milioni di euro nella nuova tecnologia che servirà a produrre la gamma di imballaggi Ultimate, realizzata con carta funzionale con effetto barriera. Questa soluzione in base carta ed estremamente protettiva per gli alimenti soddisfa la crescente domanda dei clienti in quanto a imballaggi sostenibili che contribuiscono all’economia circolare.

Una nuova integrazione che amplia il portfolio Mondi di carta funzionale con effetto barriera, poiché fornisce una soluzione di imballaggio in base carta altamente protettiva per alimenti, siano essi cibi essiccati o latte in polvere, ma anche per applicazioni destinate al settore della casa e della cura personale. Questi prodotti necessitano infatti di un imballaggio che offra la giusta protezione da vapore acqueo e ossigeno e che possa garantire una durata maggiore. Gli attuali standard industriali per raggiungere questo livello di protezione sono permeati da soluzioni non riciclabili fatte in plastica o rivestite in alluminio. La gamma “Ultimate” Mondi di carta funzionale con effetto barriera è progettata per essere riciclata nei flussi di riciclo della carta esistenti in tutta Europa, mentre fornisce la necessaria protezione del prodotto.

Le prime prove svolte con la gamma di carta funzionale con effetto barriera Ultimate hanno mostrato risultati positivi sia per i clienti sia per i consumatori, il che indica che questa soluzione in base carta è ampiamente accettata e preferita rispetto all’alluminio non riciclabile e alle alternative in base plastica.

L’investimento presso l’impianto di Solec in Polonia consente a Mondi di produrre carta funzionale con elevato effetto barriera in larga scala, utilizzando tecnologia all’avanguardia e processi efficienti. Grazie alla catena di valore integrata ed esclusiva dell’azienda, Mondi può occuparsi internamente di tutte le fasi: dalla produzione al rivestimento, fino alla stampa e alla conversione nel prodotto di imballaggio finale. Questo consente ai clienti di usufruire di una soluzione efficiente per le loro necessità di imballaggio.

L’inizio della produzione in scala industriale della carta funzionale con effetto barriera Ultimate è previsto per il primo trimestre del 2024.

Le innovazioni di Durst in anteprima a Labelexpo Europe 2023

Il settore delle etichette e degli imballaggi flessibili riveste un’importanza sempre più strategica per Durst Group che, con i sistemi di stampa in bobina della famiglia TAU RSC, offre una gamma completa di soluzioni all’avanguardia disponibili in differenti versioni, per adattarsi specificatamente alle necessità produttive del singolo cliente.

Il principale plus riconosciuto alle stampanti TAU RSC è la produttività paragonabile a quella della flessografia, anche in ambienti operativi 24/7, con TCO competitivo anche per la realizzazione di progetti complessi. Particolarmente apprezzata anche la gamma di inchiostri UV proprietari, tutti certificati Greenguard Gold, che assicurano massima versatilità applicativa, ampio color gamut ed eccellente resistenza all’abrasione su diverse tipologie di supporti.

“Dopo il vero è proprio exploit conosciuto durante gli anni della pandemia, nel corso dei quali ha fatto da traino all’intero mercato della stampa digitale, il comparto del label continua a dimostrarsi particolarmente dinamico”, afferma Alberto Bassanello, direttore Vendite Italia di Durst Group. Grande attesa quindi per la partecipazione di Durst a Labelexpo Europe 2023, dove il gruppo altoatesino presenterà in anteprima assoluta importanti novità tecnologiche messe a punto per incrementare ulteriormente le performance dei sistemi TAU RSC, non solo a livello di hardware, ma anche in ambito di software ed elettronica. Innovazioni sviluppate appositamente dal reparto R&D interno di Durst in risposta alle più recenti tendenze del mercato, che vanno dalla produttività alla sensibilità ambientale, fino alla massima automazione di processo. Richieste emerse anche nel corso di eventi esclusivi di networking come Durst Beyond, che lo scorso aprile ha chiamato a raccolta, presso l’headquarter di Bressanone, leader del settore, clienti e partner provenienti da tutto il mondo.

“I sistemi della gamma TAU rispondono già efficacemente a requisiti fondamentali come produttività, qualità di stampa e affidabilità a 360°, come ci riconoscono i clienti di tutto il mondo”, commenta Bassanello. “Allo stesso modo, il tema della sostenibilità rappresenta da tempo un fil rouge che permea la nostra attività, sia a livello corporate, sia di produzione. I nostri sistemi, infatti, sono progettati per ridurre al minimo l’impatto ambientale dei processi, così come gli inchiostri proprietari, formulati per rispettare le più rigide certificazioni in ambito di ecocompatibilità e sicurezza”.

Saranno dunque l’automazione e l’ottimizzazione dei processi a essere al centro della partecipazione di Durst a Labelexpo Europe, con soluzioni che permetteranno di raggiungere livelli ancora superiori in termini di performance. Una delle richieste più rilevanti nel settore della stampa digitale di etichette è, infatti, la possibilità di far lavorare i sistemi di stampa in sincronia con altre tecnologie, al fine di aumentare la produttività e l’efficienza, riducendo i tempi di fermo macchina necessari per il set-up e il cambio di materiali e inchiostri.

Il Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara riceve i vertici di ENIP-GCT

Un piacevole incontro durante il quale il Presidente ENIP-GCT Marco Spada e il direttore Tommaso Savio Martnico sono stati ricevuti dal Ministro Valditara presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito per parlare di Istruzione Professionale e Formazione, presente anche Carmela Palumbo, Capo Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e di formazione del Ministero di Viale Trastevere.

Sono state presentate le attività dell’ente e la sua importante storia di quasi 70 anni.

Si è parlato di grafica ma anche e soprattutto di cartotecnica e della sua crescita, che negli ultimi anni ha raggiunto numeri importanti: la filiera vanta oltre 146.000 addetti, per un totale di circa 17.000 imprese, con numeri in salita anche su fatturato, produzione ed export ed incidendo con un PIL dell’1.4.

Marco Spada ha chiesto espressamente al Ministro che venga inserita anche la disciplina di indirizzo cartotecnico accanto alla grafica e comunicazione tra gli indirizzi tecnologici della prossima Riforma degli Istituti Tecnici (si ricorda che la cartotecnica era già stata inserita già nel 2019 all’interno della Riforma degli Istituti Professionali).

Durante l’incontro con il Ministro si è parlato anche dei 3 Protocolli d’Intesa firmati in questi anni tra l’ENIP-GCT e MIM, volti a favorire una maggiore interazione tra mondo della Scuola e sistema Lavoro, soffermandosi in particolar modo sulle attività sviluppate in seno all’ultimo Protocollo. Particolarmente apprezzato dal Ministro il Programma «OrientaGiovani», che partirà in ottobre insieme ad Assografici e alle Federazioni sindacali, per presentare nelle Scuole Medie ai ragazzi e alle loro famiglie il mondo della grafica-cartotecnica e incentivare i giovani a iscriversi nelle scuole a indirizzo grafico-cartotecnico, rispondendo alla necessità che hanno le aziende di reperire personale sempre più qualificato.

I Vertici ENIP-GCT hanno presentato al Ministro anche il “Progetto Scuole” ENIP-GCT – ARGI, progetto in piedi da alcuni anni che permette di far dialogare le più blasonate case costruttrici di settore con le Scuole riconosciute dall’ENIP-GCT, con l’obiettivo di fornire gratuitamente materiale e macchinari per migliorare la dotazione dei loro laboratori.

Questo importante progetto è strutturato su tutto il territorio nazionale e in particolar modo nel ultimo periodo nel Sud, dove l’ENIP-GCT ha intenzione di ampliare la famiglia accreditando nuovi Istituti ad indirizzo grafico e comunicazione.

Indagine 4Graph, la trasformazione digitale dell’editoria italiana

Il mercato editoriale è interessato da modifiche strutturali che partono dalle abitudini dei consumatori portando cambiamenti lungo tutta la filiera: dai processi di stampa all’evoluzione dei canali di vendita, passando per la logistica. In Italia l’editoria, prima industria culturale con oltre 200 milioni di copie stampate nel 2021 per un valore di 3,9 miliardi di euro (fonte Istat), annovera complessivamente oltre 5.000 realtà, confermandosi comparto polarizzato composto da migliaia di operatori di piccole e piccolissime dimensioni e da un nucleo ristretto di medi e grandi marchi. Oggi, la metà del valore di mercato viene realizzato da case editrici che non fanno parte dei grandi gruppi; questo è uno degli effetti dell’e-commerce che permette a marchi e progetti editoriali di ricevere negli store online la visibilità e il servizio che difficilmente avrebbero nei negozi fisici.

Oggi tutta l’industria editoriale è interessata da una trasformazione digitale che ne sta innovando i processi che ha diverse espressioni, tra cui, lato consumatori, la fruizione digitale (e-book, audiolibri e lettura in streaming), lato produttori, la digitalizzazione del catalogo e l’utilizzo del print on demand. Proprio su questo tema si basa l’Indagine indipendente “La stampa online di libri come fenomeno emergente della nuova organizzazione del mercato editoriale” condotta dalla tipografia online 100% sostenibile 4Graph su un campione di oltre 2.200 operatori e professionisti del mondo dell’editoria.

I risultati dell’indagine offrono una visione aggiornata delle tendenze emergenti nell’industria editoriale, tra cui la crescente attenzione e sensibilità ecologica da parte degli operatori del settore che si traduce in processi più sostenibili, nell’utilizzo di carte provenienti da foreste gestite in modo corretto e responsabile (FSC) e nel ricorso alla stampa online. In particolare, nei processi produttivi si sta affermando un nuovo ecosistema digitale dove la stampa online offre inedite opportunità e vantaggi per gli editori, essendo sempre più integrata con la filiera distributiva, consentendo di ottimizzare la tiratura ed eventuali ristampe. A questo proposito Biagio di Mambro, amministratore di 4Graph, commenta. “Operando da diversi anni come tipografia online, possiamo confermare che l’integrazione tra print on demand e logistica distributiva ha permesso di mantenere in vita commerciale titoli che vendono poche centinaia di copie all’anno, creando maggiore movimentazione del catalogo e della coda lunga”.

I risultati dell’Indagine condotta da 4Graph confermano un aumento dell’utilizzo del print on demand con volumi in crescita che passano da qualche decina di copie a tirature medie vere e proprie (1.000 o più). Un trend che interessa sicuramente l’editoria di varia, così come quella scolastica, scientifica e letteraria. Tra gli utilizzatori dei servizi di stampa online anche le librerie che apprezzano la possibilità di ristampare anche la singola copia, così come gli e-shop che avviano la produzione solo a libro venduto.

Secondo l’Indagine, gli editori dimostrano di ricorrere sempre più frequentemente al print on demand per stampare piccoli stock di titoli a bassa rotazione, ristampare just in time i titoli richiesti dalle librerie, mantenere vivo un titolo allungandone il ciclo di vita, evitando allo stesso tempo stampe inutili per rendere i processi più sostenibili in chiave green. In particolare, i professionisti coinvolti nell’Indagine di 4Graph hanno dichiarato di ricorrere al print on demand principalmente per la stampa di prime edizioni e titoli inediti (68,12%). Seguono titoli minori in piccole tirature (23,19%), titoli on demand venduti tramite e-commerce a parimerito con le ristampe (4,35%). “L’utilizzo del print on demand consente di stampare libri anche solo quando sono già stati venduti, con vantaggi in termini economici, logistici (ottimizzazione del magazzino) e ambientali (minore spreco di carta)”, aggiunge Di Mambro.

Il mondo dell’editoria, infatti, si sta rivelando sempre più attento all’ambiente, anche in risposta a una sensibilità green sempre più diffusa tra i consumatori come dimostra l’incremento della domanda di libri stampati su carta FSC. Come sta avvenendo in altri comparti industriali, anche alcuni player dell’editoria stanno perseguendo politiche finalizzate alla riduzione dell’impatto ambientale delle proprie attività produttive. Una risposta a queste esigenze è sicuramente la stampa on demand che, oltretutto, porta con sé una riduzione dei costi di produzione pur garantendo elevata qualità del prodotto finale.

Lecta pubblica il suo primo Rapporto sulla Sostenibilità

Lecta presenta il suo primo Rapporto sulla Sostenibilità che integra le tre aree essenziali – ambiente, ambito sociale e governance – per valutare la performance sostenibile dell’organizzazione.

Nel 2022, Lecta ha formalizzato una strategia ESG come pilastro fondamentale delle proprie attività aziendali di lungo periodo, e in questo primo Rapporto sulla Sostenibilità 2022 specifica gli aspetti più rilevanti e gli ambiziosi obiettivi di miglioramento in vista dell’Agenda 2030. Anche gli indicatori chiave di prestazione (KPI) sono stati ben definiti per misurare i continui progressi in questo impegno.

“Da tempo lavoriamo sui temi della sostenibilità e ora abbiamo formulato obiettivi chiari e una roadmap verso il 2030,” afferma Gilles Van Nieuwenhuyzen, CEO di Lecta.

Pienamente allineata con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDG) delle Nazioni Unite, Lecta ribadisce il suo contributo a 11 di essi, identificati come i più importanti per il Gruppo. Con la protezione dell’ambiente come principio di base, concentra i propri sforzi in quest’area ed è responsabile dei risultati delle migliori pratiche e degli investimenti per ridurre il consumo d’acqua, garantire e aumentare l’acquisto di legno e cellulosa certificati e continuare a migliorare in efficienza energetica, aspetto quest’ultimo che ha portato al lancio di oltre 25 progetti nel 2022.

Questo primo Rapporto sulla Sostenibilità include anche informazioni sul calcolo dell’impronta carbonio aziendale e di prodotto e un preciso obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 in linea con l’ambizioso piano di decarbonizzazione dell’azienda, sempre basato sulla metodologia SBTi (Science Based Targets Initiative), uno standard-setter globale per la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio.