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Il digitale incontra la flexo con la XJet di Omet

Si conclude oggi l’open house che Omet dedicata alla stampa ibrida flexo+digitale che si è tenuta presso il suo nuovo Parco dell’Innovazione, showroom permanente, a Molteno (LC). When Digital Meets Flexo è il primo di una lunga serie prevista per l’anno 2023: la stampa flexo+digitale è un trend di attualità nel mercato e la Omet XJet incarna il potenziale di questa tecnologia ibrida. Si tratta di una soluzione di stampa ibrida completa in grado di fornire risultati interessanti grazie alla combinazione della qualità flessografica di Omet e della tecnologia di stampa a getto d’inchiostro digitale di Durst.

Questo connubio ha portato alla creazione di una soluzione di stampa ibrida capace di raggiungere il massimo livello di produttività per ogni tipo di tiratura. La Omet XJet associa in un’unica macchina i vantaggi della stampa tradizionale flexo con quelli della stampa digitale fornendo la flessibilità necessaria per rispondere a tutte le esigenze del mercato come la personalizzazione della stampa, la riduzione dei tempi di consegna, l’attribuzione di valore aggiunto al prodotto finito.

Grazie all’integrazione nella rinomata piattaforma X6, la tensione bobina e il registro di stampa vengono gestiti facilmente attraverso l’automazione Omet lavorando come un’unica macchina, riducendo così al minimo i tempi di set up e gli scarti. Xjet è l’unica macchina dotata di un concetto multiprocesso completamente in linea, in grado di combinare tutti i vantaggi delle due tecnologie di stampa in un’unica piattaforma ibrida per consentire la produzione di etichette ad alto valore aggiunto in un singolo processo. Inoltre, grazie al modulo digitale, i lavori che normalmente non sarebbero convenienti se stampati su una macchina ad alta produttività diventano convenienti.

Hunkeler Innovationdays, Burgo Group in partnership con HP presenta EVO Coated

Burgo Group lancia sul mercato la nuova carta full-coated progettata con HP per presentare una nuova generazione di carte inkjet concepite per la tecnologia di stampa inkjet ad alta velocità.

EVO Coated verrà presentata agli Hunkeler Innovationdays, che si terranno dal 27 febbraio al 2 marzo 2023 a Lucerna, in Svizzera.

Il nuovo prodotto è certificato ColorPRO, non necessita di primer per la stampa ed è compatibile con tutte le stampanti inkjet HP, incluse quelle di ultima generazione.

Il lancio di EVO Coated arricchisce l’offerta Burgo dedicata al segmento di mercato inkjet più alto in termini di qualità, garantendo eccellente riproduzione dell’immagine unita a ottima produttività e qualità costante.

“Burgo Group sta facendo notevoli sforzi e investimenti per la creazione di nuovi prodotti cartacei che vengano incontro a tutti i clienti pronti alla transizione verso i metodi di stampa digitale. Le tecnologie di digital printing sono sempre più diffuse e il nostro obiettivo è di essere presenti in questo mercato come un partner di riferimento” afferma Tomaso Esposito, head of marketing and sales Europe di Burgo Group. “Sviluppare un nuovo prodotto richiede la conoscenza della carta e anche delle tecnologie di stampa: la partnership con HP permette a tutti i nostri prodotti di essere in prima linea, sempre pronti a garantire la soddisfazione del cliente”.

“HP si impegna ad apportare innovazione d’avanguardia al settore della stampa inkjet”, afferma Bret Funke, global head of HP media supplies&solutions. “Il mercato sta crescendo rapidamente di anno in anno ed è entusiasmante vedere il nostro partner, Burgo Group, lanciare una nuova linea di carte patinate con tecnologia HP ColorPRO per soddisfare la crescente domanda dei nostri clienti interessati alla stampa di applicazioni di alto livello per la loro clientela e i loro brand”.

Liyu a Mecspe 2023, stampa diretta su materiali rigidi con produttività industriale

Liyu riconferma la partecipazione a Mecspe 2023 (Bologna, 29-31 marzo) dove presenterà la vasta gamma di sistemi di stampa ingegnerizzati per specifici mercati industriali verticali.

“Le potenzialità applicative della stampa digitale sono in continua evoluzione, tanto da rendere le nostre tecnologie sempre più interessanti per i settori più disparati, dall’industria del mobile a quella del vetro, dall’elettronica al fashion”, commenta il management Liyu. “I sistemi sviluppati dal nostro R&D, in particolare, consentono di stampare direttamente su un ampio range di materiali, con una versatilità e una produttività industriale senza precedenti”. Ad oggi, infatti, il catalogo Liyu offre un range completo di soluzioni per applicazioni industriali che comprende sistemi di stampa in piano, roll to roll, ibridi e plotter da taglio in grado di assicurare performance elevate per rispondere alle esigenze di molteplici settori. Una gamma in continua evoluzione, recentemente ampliata dalla presentazione della nuova linea Pro XL: stampanti in formato Extra Large dalle prestazioni ulteriormente incrementate in termini di qualità e produttività per soddisfare le richieste di industrie di vari settori merceologici. Inoltre, tutte le soluzioni Liyu sono conformi agli standard dell’Industry 4.0 e possono essere upgradate nel tempo, aumentando il numero delle teste di stampa in base alla crescita dei volumi e del business.

I visitatori di Mecspe avranno la possibilità di toccare con mano la versatilità e le potenzialità applicative della gamma Liyu, grazie a una vasta gallery di campioni realizzati su materiali differenti con le diverse tecnologie. Un vero e proprio campionario a 360° pronto per essere illustrato dal team tecnico-commerciale di Liyu Italia che per tutta la durata della kermesse sarà a disposizione per consulenze personalizzate alla scoperta della soluzione di stampa più adatta alle singole necessità.

In rappresentanza della gamma, nell’area espositiva Liyu a Mecspe ci sarà il sistema in piano KC 2512 con tecnologia UV LED, capace di stampare con qualità elevata e senza l’utilizzo di primer su materiali rigidi quali legno, alluminio, vetro, plexiglass e ceramica fino a 25 cm di altezza. Il processo è facilitato dal piano di lavoro aspirato dotato di motore inverter che permette di spostare agilmente i materiali più pesanti o delicati, mantenendoli ben fissati durante la stampa vera e propria. Le lampade UV garantiscono un’asciugatura immediata per poter passare alla lavorazione successiva. Con Liyu KC 2512 è possibile quindi realizzare in tempi rapidi anche pezzi singoli o piccole campionature, con la garanzia di un processo efficiente anche da un punto di vista economico. Altro plus, la possibilità di ottenere stampe spessorate con effetti materici visivi e tattili che simulano la tridimensionalità dei materiali naturali e texture in rilievo ad elevata velocità di esecuzione. Come tutti i sistemi Liyu, anche KC 2512 è certificata per l’Industria 4.0 e può essere configurata e upgradata on demand per rispondere perfettamente alle specifiche esigenze produttive del singolo cliente.

Una guida per la riproduzione del colore

Un appuntamento da non perdere giovedì 23 febbraio alle ore 17:30, quando sarà presentata la versione in italiano della guida “Project BBCG – A Better Brand Color Guide”, un progetto realizzato da Denis Salicetti e Manuel Trevisan grazie al supporto di Comunico Italiano (l’Associazione che riunisce le realtà imprenditoriali italiane del mondo della comunicazione) e alla disponibilità di Eddy Hagen, per promuovere in Italia il progresso tecnologico e culturale nel settore delle arti grafiche.

La guida è stata scritta da tecnici autorevoli per sopperire all’eliminazione delle librerie Pantone dalla Adobe Creative Cloud 2023 e per cercare di risolvere le ricorrenti incomprensioni tra committenti e stampatori sulla riproducibilità delle tinte piatte. L’incontro in streaming è rivolto principalmente ai brand owner, ai creativi e alle agenzie di comunicazione, ma sarà molto utile anche agli stampatori (in particolare quelli del settore packaging ed etichette).

Di seguito il link per partecipare gratuitamente al webinar: Project BBCG

Fespa 2023, aperti a nuove prospettive

Cresce l’attesa per una Fespa 2023 all’insegna di un’integrazione tra temi trasversali. Sostenibilità e personalizzazione guadagnano sempre più spazio, a partire dall’interior decoration.

Se l’edizione 2022 di Fespa ha sancito il ritorno a una partecipazione diffusa, mirata soprattutto a prendere atto di persona dei nuovi scenari, quella in programma dal 23 al 26 maggio a Monaco di Baviera si presenta come un momento imprescindibile.

La voglia di passare all’azione sembra non mancare. Già tre mesi prima della manifestazione gli espositori hanno superato quota trecento, mentre dal canto suo l’organizzazione si è subito messa al lavoro per assecondare la domanda di novità e dare l’esempio in materia di impegno e messa a fuoco di nuove sfide.

Diverse le linee guida proposte. Tra temi classici, rivisitati e nuovi, le premesse per un’edizione dall’elevato interesse ci sono tutte. Con un potenziale stimolo in più, pronto a trasformarsi in sfida. Non si parla più infatti di settori od opportunità della stampa da scegliere e seguire. Inizia a farsi strada la prospettiva di un impegno più trasversale, dove la capacità di saper trovare la giusta combinazione sulla quale investire può rivelarsi decisiva.

«Chi è riuscito  superare la pandemia ha avuto modo di capire quanto siano importanti aspetti come agilità e flessibilità – spiega Michael Ryan, head of Fespa global print expo -. Per loro, è arrivato il momento di affrontare nuove sfide, muovendosi alla ricerca di diverse possibili strade per tornare verso ricavi più stabili. Da qui, la decisione di improntare l’edizione 2023 all’insegna di ‘Nuove prospettive’. L’invito è ad arrivare a Monaco con la mente più aperta possibile, a guardare i problemi e sfide da diverse angolazioni».

Spazio alla personalizzazione

Tra le novità, Personalisation Experience. Tema attuale ormai da anni, ora entra pieno titolo tra gli eventi di Fespa. Un’area dedicata, nel cuore della manifestazione. Prima di tutto, a dimostrazione di quanto sia ormai diventato argomento importante, sia per quanto riguarda la necessità di assecondare le richieste del mercato sia per la necessità di organizzarsi di conseguenza. Inoltre, un messaggio di come tutti gli altri orientamenti, più o meno recenti, ruotino intorno a questo.

Al riguardo, è in programma ina serie di appuntamenti con addetti ai lavori. Analisti e produttori, ma anche tanti protagonisti, in grado di portare testimonianze importanti e raccontare le svariate opportunità in diversi settori, a partire dagli ormai consolidati moda e sport fino al più recente marketing, passando per il sempre più richiesto interior decoration. In totale, saranno oltre cinquanta i contributi previsti.

In particolare, durante i quattro giorni della rassegna saranno raccontati ed evidenziati i vantaggi della personalizzazione sia come fattore per distinguersi dalla concorrenza, mettendo alla prova anche le proprie capacità creative e comunicative, sia per la sempre importante prospettiva di chiamarsi fuori da confronti diretti limitati al prezzo.

Printeriors, una certezza di Fespa

Intorno a questo, o insieme a questo, si sviluppano gli altri temi portati di Fespa. A partire dall’ormai caratteristica area Printeriors. Non a caso, uno dei settori dove la personalizzazione trova maggiori spazi, in combinazione con creatività e design. Riproposta naturalmente anche in questa edizione, è pronta a offrire ancora una volta non solo una superficie puramente espositiva, ma anche una zona da testare in prima persone.

Gli allestimenti di Printeriors rappresentano infatti un’area rivolta al relax, per provare praticità e comodità degli arredi oltre alle soluzioni estetiche, e all’occorrenza anche un punto di ritrovo dove dialogare o anche discutere i dettagli di un contratto in un’atmosfera diversa da quelle a volte un po’ asettiche degli stand.

L’allestimento dell’area è affidato a Debbie McKeegan, textile ambassador di Fespa. Piccola novità rispetto agli anni passati, nei singoli arredi saranno a disposizione anche dei campioni sui materiali e le lavorazioni eseguite.

Non mancherà naturalmente un altro dei punti fermi. Non solo di Fespa, ma ormai di qualsiasi manifestazione nel mondo della comunicazione visiva. Ancora una volta, World Wrap Masters metterà a confronto i più abili decoratori di automezzi. Una vera e propria gara, dove tra l’altro si cimenteranno i sette finalisti selezionati dalle rassegne europee tenute durante l’anno.

Sostenibilità senza compromessi

Un ulteriore elemento trasversale si aggiunge a rendere ancora più interessante lo scenario. Parlare di sostenibilità oggi è un dovere anche per il mondo della comunicazione visiva. Dai materiali ai processi, fino allo smaltimento, scelte, strategie e soprattutto comunicazione in questo senso sono ormai fondamentali.

In aiuto di chi vuole approfondire l’argomento, torna la zona a tema Sustainability Spotlight. L’occasione per raccogliere idee su come organizzarsi per orientare al meglio il proprio impegno e le proprie risorse in modo da coniugare sostenibilità con opportunità, senza necessariamente dover aumentare gli investimenti.

Corsi di formazione Atif 2023

Il supporto formativo di Atif non si ferma mai. E anche quest’anno ritornano le giornate formative in presenza aperte a tutti gli operatori dell’industria flessografica. Ecco la pianificazione degli incontri e i temi trattati.

3 marzo 2023

La stampa del packaging in flessografia

Evoluzione storica dell’imballaggio e analisi delle caratteristiche e necessità collegate alla riproduzione stampata del packaging.

Caratteristiche dei sistemi di stampa del packaging, con particolare attenzione a offset, rotocalco e digitale, e confronto con la flessografia in base alle differenze di trasferimento inchiostro e riproduzione dei grafismi.

Evoluzione della flessografia, delle principali innovazioni di tecnologie e componenti e strutture di macchina che hanno caratterizzato l’evoluzione del sistema fino ai giorni nostri.

Infine una sessione totalmente dedicata alla diagnosi dei problemi di stampa più ricorrenti che possono verificarsi nel processo flessografico. Ogni difetto viene illustrato in dettaglio spiegando le possibili cause che l’hanno generato e le possibili azioni correttive.

5 aprile 2023

Il sistema di inchiostrazione in flessografia

Anilox, racla e inchiostro: caratteristiche dei componenti del sistema di inchiostrazione che caratterizzano e determinano la qualità del sistema di stampa flessografico. Come funziona il rullo anilox e come gestire le specifiche di incisione per ottenere la massima efficacia di inchiostrazione.

Il dosaggio dell’inchiostro nei diversi sistemi di raclatura aperta o in camera chiusa: impostazioni e regolazioni per il corretto utilizzo del sistema racla.

Gli inchiostri flessografici: strutture e caratteristiche dei sistemi a solvente, all’acqua e a indurimento.

Gestione delle variabili del processo collegate a temperatura, viscosità, concentrazione, migrazione e altri parametri per garantire stabilità nella produzione, inclusa la formulazione dei colori speciali in sala stampa.

3 maggio 2023

Il pacchetto lastra e la compressione di stampa in flexo

Cliché e sistemi di montaggio della matrice, cilindri e maniche porta-matrice e stampabilità dei supporti.

Tipi, caratteristiche, tecnologie di scrittura e metodi di preparazione delle matrici per flessografia.

Caratteristiche e proprietà dei diversi sistemi di montaggio adesivi delle matrici per le applicazioni flessografiche e loro influenza sulla compressione di stampa.

Cilindri e maniche per il montaggio della matrice: parametri, dimensionamenti e tolleranze nei sistemi a ingranaggi e gearless.

Classificazione e caratteristiche dei supporti di stampa e loro stampabilità in funzione del contatto con l’inchiostro e aspetti fisici e meccanici del materiale da stampare.

24 maggio 2023

Colore e prestampa in flessografia

I principi di riproduzione grafica e la loro applicazione nel processo flessografico.

Gestire la riproduzione dei valori tonali della grafica tramite la retinatura delle immagini, le forme di punto, gli angoli e i tipi di retino.

Percezione, misurazione e gestione del colore nell’intero processo di produzione: dai modelli ai profili colore, tutto ciò che occorre alle attività di design, prestampa e controllo di qualità in stampa.

Tecniche di prestampa per migliorare la qualità e limitare possibili problemi di stampa. Gestire la palette fissa in CMYK o in gamut esteso per migliorare la produttività e l’efficienza del sistema flessografico.

14 giugno 2023

Come calibrare un sistema di stampa flessografico

Conoscere e gestire il processo di calibrazione del sistema di stampa flessografico seguendo le fasi di ottimizzazione, fingerprint, controllo del processo, caratterizzazione e miglioramento.

Norme ISO, linee guida e pubblicazioni internazionali che riguardano la  flessografia: aspetti salienti, parametri di riferimento e tolleranze.

Concetto di qualità nella produzione stampata in funzione di risoluzione e colore per ottenere stabilità, ripetibilità e prevedibilità nel risultato.

Esempio passo-passo delle operazioni da svolgere per eseguire un intero processo di calibrazione del sistema di stampa.

Per iscriversi è necessario compilare il seguente modulo.

Offset, le competenze dello stampatore

Le macchine da stampa offset adottano il principio del “push to stop”, ossia gestiscono in modo automatico la produzione e la sequenza delle commesse di lavoro, senza necessariamente l’intervento dell’operatore. Questi controlla, interagendo con il software della macchina e con il sistema gestionale dell’azienda, verificando che i risultati siano quelli attesi. Diventano importanti, oltre alle competenze tecniche specifiche sulla stampa, tutta una serie di competenze trasversali per misurare, comunicare, risolvere problemi e acquisire informazioni da fonti diverse

Il binomio uomo-macchina è oggi imprescindibile: se non si ha fiducia che il mezzo meccanico sia in grado di auto-gestirsi utilizzando gli stimoli e feedback necessari per analizzare in tempo reale tutte le variabili, non si possono ottenere i risultati attesi.

Quali sono allora le competenze che deve possedere oggi un addetto agli impianti di stampa?

Secondo gli studi di settore l’innovazione tecnologica e il progresso scientifico e organizzativo dei processi produttivi determineranno un cambiamento anche in quelle che sono le competenze richieste per stare nel mondo del lavoro con successo. Si ipotizza che oltre un terzo delle attuali figure professionali saranno fondamentalmente cambiate nel giro di pochi anni.

Nei processi produttivi, quella che viene considerata la Quarta Rivoluzione Industriale, connotata dall’apprendimento automatico, dalle biotecnologie, dall’intelligenza artificiale, influenzerà sempre di più l’organizzazione degli ambianti di lavoro e con questi il profilo professionale degli operatori. Saranno sempre più indispensabili quelle che vengono definite “competenze trasversali”, per muoversi e interagire in sistemi produttivi costituiti da sofisticati livelli di comunicazione e interazione tra uomo e macchina.

Come cambiano allora le competenze che deve possedere un addetto agli impianti di stampa oggi, e naturalmente, domani?

Le moderne attrezzature del nostro settore della stampa, già da qualche anno rispondono a quelli che chiamiamo requisiti dell’Industria 4.0, sono quindi impianti in grado di relazionarsi con il mondo interno e esterno all’azienda, di ricevere e fornire input e feedback dagli altri centri produttivi, di dialogare in definitiva, con i sistemi informativi aziendali. Le macchine da stampa inoltre hanno oggi una serie di automatismi che limitano fortemente la necessità di intervenire manualmente sugli organi della macchina per effettuare le regolazioni o per attrezzare l’impianto per la produzione (montaggio e smontaggio lastre, caricamento inchiostri, regolazioni del passaggio carta e controllo qualità). Le abilità manuali e fisiche, che un tempo erano una peculiarità dello stampatore, come saper maneggiare con destrezza chiavi inglesi, chiavi dinamometriche e altri attrezzi, sapersi intrufolare nei meandri dei gruppi stampa per pulire i cilindri di pressione, e cose del genere, oggi non rappresentano più il cardine imprescindibile del profilo. Quale può essere quindi l’identità dell’odierno stampatore e a cosa devono puntare scuole e aziende nel formare o riqualificare gli addetti alle macchine da stampa? Alcuni giorni fa mi trovavo in una grande azienda di stampa nel settore del packaging e, con una certa meraviglia ho assistito alla presentazione che un direttore faceva di un impianto di stampa da 3 milioni di euro condotto da un capo macchina di soli 25 anni. Operatore che non possiede certo l’esperienza che un tempo si richiedeva a un capo macchina, ma che si è formato in una scuola, per acquisire le competenze di base che ha poi perfezionato con abilità specifiche direttamente sull’impianto aziendale. Rispetto a questo aspetto mi viene una riflessione che porta inevitabilmente alla conclusione: per poter pensare di condurre un impianto del genere in autonomia, l’addetto deve avere una fiducia assoluta nella macchina che sta “guidando”. È come il pilota di Formula 1: deve essere assolutamente confidente che il mezzo reagirà nel modo previsto per poterlo condurre in sicurezza al limite delle prestazioni. Si parla appunto di binomio uomo-macchina; se non si ha fiducia che il mezzo meccanico sia in grado di auto-gestirsi utilizzando gli stimoli e feedback necessari per analizzare in tempo reale tutte le variabili, non si possono ottenere i risultati attesi. Se penso a questo “feeling”, a questa “chimica” che si deve instaurare tra operatore e mezzo, vedo gli operatori giovani di oggi realmente più predisposti. Sovente ho osservato stampatori di indubbia capacità ed esperienza, considerare l’impianto da stampa, un animale da dominare, con cui combattere per ottenere il risultato voluto, che spesso è quello che lo stampatore ha nella propria mente, risultato delle mille esperienze pregresse, ma talvolta anche del proprio gusto personale. La macchina da stampa veniva considerata come un “apparato ignorante” da addestrare guidare passo dopo passo. Le macchine da stampa di oggi al contrario, (e chissà come saranno quelle di domani), hanno iniziato a sfruttare le scoperte che l’intelligenza artificiale (AI) mette a disposizione, aiutando l’operatore e il processo di stampa in tutte le fasi, dall’organizzazione della sequenza di messa in macchina, all’avviamento, alla tiratura e controllo della qualità. Si dice che il processo è “push to stop” anziché “push to start”; la macchina si gestisce in modo autonomo fino a che l’operatore non la ferma.  Questo cambia il paradigma della stampa, da un processo operato dall’uomo a un processo “controllato” dall’uomo. Risulta evidente che anche le competenze debbano adeguarsi, sia sotto il profilo “tecnico” che “attitudinale”. L’operatore deve assecondare la logica che il software di controllo della macchina utilizza per organizzare e gestire il processo, ponendosi nel ruolo di supervisore del centro produttivo, partendo dal presupposto che esistano buone probabilità che la macchina “conosca” la migliore soluzione da adottare.

Le competenze necessarie

Quali possono essere quindi le competenze utili allo stampatore 4.0? La capacità di interagire con l’interfaccia digitale e utilizzare gli strumenti dell’informatica è indispensabile. Sembra banale ma la vera confidenza con questi apparati non si acquisisce senza formazione. Oggi tutti usiamo apparati digitali, computer e smart device, ma li usiamo appunto, che non significa avere competenza. Per sfruttarli appieno bisogna conoscerne il sistema operativo, l’organizzazione dei dati all’interno e la modalità di trasferimento e condivisione degli stessi tra gli apparati. Mi capita spesso di vedere giovanissimi, anche generazione Z, in difficoltà nel gestire le operazioni di base sui sistemi operativi dei computer. Per non parlare degli operatori di stampa più avanti con l’età.  Questa carenza, spesso fa sì che gli impianti, del valore di milioni di euro, vengano sotto sfruttati, per scarsa conoscenza del framework digitale di controllo. Ed è pacifico che nelle aziende moderne, la figura dell’IT manager, un tempo sconosciuta, deve entrare a pieno titolo nell’organico. Sul piano delle competenze specialistiche, lo stampatore moderno, a mio avviso, deve conoscere molto bene il processo di stampa e come le variabili del processo, interagendo, influenzano il risultato. Significa avere una conoscenza dei materiali di consumo, degli apparati della macchina e i risultati che da questi ci si può attendere. Significa avere la capacità di sperimentare tra soluzioni diverse per trovare le combinazioni che meglio funzionano. Significa mettere le macchine nella migliore condizione per apprendere. Le macchine moderne apprendono dall’esperienza dei lavori fatti, e grazie all’intelligenza artificiale, riescono a operare delle scelte basate su un albero delle decisioni, che grazie all’algoritmo che le governa, dovrebbe garantire la scelta più efficace. Compito dell’operatore è interpretare queste decisioni e intervenire nel caso si rivelino inappropriate. Un algoritmo di intelligenza artificiale può basare le proprie decisioni su una massa di dati immagazzinati in tutta la storia produttiva, infinitamente superiore a quello che può fare un operatore, mettendo assieme tutti gli stimoli provenienti dai sensori della macchina. Sulla base di questi può apprendere quale combinazione statisticamente può garantire il risultato atteso. L’addetto deve essere consapevole dell’aiuto che da questo “collaboratore” può derivare, non ponendosi in antagonismo con esso ma in sinergia. È chiaro che negli obiettivi dei costruttori di impianti questo processo di automazione viene promosso come una soluzione alla necessità di abbattere il costo del lavoro che storicamente nella stampa impatta fortemente. Soprattutto oggi dove la concorrenza proveniente dal digitale ha nel costo della mano d’opera un’arma particolarmente affilata. Poter affidare una macchina con una produttività spaventosa a un solo operatore rappresenta senz’altro un plus importante. Meno operatori e meno skillati quindi? Questa sembra essere lo slogan che commercialmente si legge e si sente nella proposta delle macchine da stampa. Io non credo al “meno skillati”, con meno esperienza sì, con competenze diverse però. È difficile pensare a un operatore che non conosce la stampa in grado di controllare se l’impianto sta facendo quello che deve. La macchina è in grado di raggiungere un target qualitativo in autonomia, grazie ai controlli in linea, ma il definitivo OK lo deve dare lo stampatore, misurando con strumenti in grado di fare una rilevazione più precisa e in condizioni standard, valutando anche l’apprezzamento visivo del prodotto. Conoscere come si comporta il colore lungo il processo di riproduzione, dalla prestampa alla stampa, deve far parte delle competenze di uno stampatore. Oggi sempre più la filiera tra designer e stampa si accorcia, sempre meno sono i controlli intermedi tra le fasi. Capire quali dati ci sono nel PDF, qual è l’intento di output, può evitare tante perplessità e controversie tra i reparti e con il cliente. Eppure, ancora oggi tra operatori di prestampa e stampa, la competenza di Color Management rappresenta un limite importante.

Un’altra competenza che a mio parere deve essere presente nei moderni operatori di macchina da stampa è quella che l’Unione Europea (Parlamento e Commissione) ha individuato come una delle 8 competenze chiave, cioè la capacità di imparare (capacità di organizzare le informazioni e il tempo, di gestire il proprio percorso di formazione e carriera). Se un tempo un operatore di macchina, imparato l’uso dell’attrezzatura, poteva vivere di rendita fino al cambio con una nuova attrezzatura, oggi gli apparati si aggiornano più velocemente, soprattutto nel software, richiedendo un continuo aggiornamento degli addetti. Senza dire che spesso queste attività portano a interagire in una lingua che non è l’italiano.

Volendo tracciare quindi un profilo professionale sintetizzando in una battuta, l’odierno stampatore deve essere meno “meccanico”, meno “istintivo”, più in grado di applicare logiche di problem solving interagendo con algoritmi software, maggiormente competente sull’intero processo con più capacità di astrazione sui concetti. Cosa che a mio avviso va un po’ in controtendenza con quello che osservo nel profilo dei giovani che si stanno formando nei percorsi professionali, dove prevale una propensione a guardare al risultato immediato piuttosto che alla pianificazione. La sfida per le scuole è aperta. Per le aziende, la capacità di attrarre talenti capaci di far fruttare al massimo gli investimenti passa anche da una nuova comprensione di quelle che possono essere le priorità dei giovani, dall’ambiente di lavoro al welfare dei dipendenti, non dando per scontato, come poteva essere vero un tempo, che la passione per il lavoro sia una caratteristica scontata.

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Federazione, presentato il nuovo metodo Aticelca 502 sulla separabilità degli imballaggi

Si è tenuto il 16 febbraio presso l’Istituto Tecnico di San Zeno a Verona, la presentazione del nuovo metodo Aticelca 502 con il patrocinio di Federazione Carta Grafica e Comieco. Il primo metodo – a livello italiano ed europeo – per verificare se un componente di un imballaggio o un prodotto in carta sia effettivamente separabile manualmente da parte del consumatore, è stato sviluppato in collaborazione con Chelab-Merieux Nutriscience, Centro Qualità Carta-Lucense, Ecolstudio e Innovhub-Stazioni Sperimentali per l’Industria.

“L’impegno allo sviluppo del metodo Aticelca 502 nasce da una indagine condotta insieme a Doxa che ha registrato un’ampia propensione dei cittadini ad avere un ruolo attivo nella separazione dei componenti di un imballaggio per poi avviarli al riciclo” afferma Massimo Ramunni segretario di Aticelca e vice direttore di Assocarta nell’introdurre l’evento.

Andrea Vittadello – sustainability project Manager di Merieux NutriSciences ha quindi illustrato alle aziende e ai ricercatori coinvolti nel design, nella produzione, nell’utilizzo e distribuzione dei packaging in carta e cartone presenti il metodo sulla separabilità della carta e i potenziali vantaggi in applicazioni Food Contact.

Luca Dal Dosso R&D packaging developement di Bauli, azienda italiana leader nel settore dolciario fondata nel 1922 a Verona, ha raccontato come Bauli investe nell’innovazione del packaging alimentare, favorendo l’utilizzo di materiale ecocompatibile, o perseguendo la riduzione del consumo di materiali, confezioni e imballaggio.

L’impegno attivo del consumatore viene dalla sua preferenza per l’imballaggio in carta grazie alle caratteristiche di rinnovabilità, biodegradabilità e riciclabilità del materiale (Fonte: TwoSides). “L’imballaggio” afferma Lorenzo Bono – responsabile Area Ricerca e Sviluppo di Comieco “è sostenibile quando il consumatore è messo in grado di effettuare una corretta raccolta differenziata senza difficoltà ed incertezze, questo grazie ad una progettazione attenta al fine vita del packaging che, però, deve essere adeguatamente comunicata”.

“Se la propensione del consumatore alla carta e gli investimenti delle aziende vanno nella direzione giusta, al contrario gli indirizzi della direttiva imballaggi UE vanno verso il riutilizzo senza fare distinzioni fra i materiali” afferma il vice direttore generale di Assografici Italo Vailati nel suo intervento sull’impatto della direttiva UE nel mondo della carta.

“Il tema della rinnovabilità delle nostre materie prime nella direttiva imballaggi non sono messi in adeguata evidenza e, dopo gli obiettivi di riciclo UE che la filiera ha ampiamente raggiunto (Obiettivo UE al 2030 dell’85% di riciclo negli imballaggi) l’inversione di rotta della direttiva verso il riutilizzo preoccupa fortemente le nostre aziende perché rischia di vanificare i risultati ambientali di un sistema industriale che ha investito negli impianti di riciclo e nella raccolta differenziata” sottolinea il direttore della Federazione Carta Grafica Massimo Medugno a margine dell’evento.

Al termine dell’evento, organizzato grazie al contributo di Chelab-Merieux Nutriscience, sono stati inoltre consegnati i diplomi del 27° corso per tecnici cartari dal Presidente di Assocarta e AD di Cartiere Saci Lorenzo Poli.

Seri-Art sceglie Durst P5 210, soluzione ibrida per la stampa di materiale rigido e in bobina

Con una storia di oltre 55 anni alle spalle, Seri-Art propone un’offerta completa per la stampa, la decorazione e la personalizzazione dei più svariati supporti, puntando sull’interconnessione tra serigrafia e stampa digitale. Per potenziare il reparto dedicato al digital printing, Seri-Art ha scelto di fare il grande passo installando la stampante ibrida Durst P5 210.
Caratterizzata da un approccio fortemente consulenziale, Seri-Art punta a mercati di nicchia dove la cura dei dettagli e la consulenza grafica/progettuale fanno ancora la differenza. Oltre al mondo della visualcomm, l’azienda di Cremona si rivolge a specifici settori industriali, come quello dei kart e dei toys. Applicazioni particolari, che da oggi Seri-Art realizzerà sfruttando la versatilità e l’affidabilità della tecnologia Durst. La ibrida P5 210, infatti, permette di stampare con agilità materiali rigidi e flessibili, che spaziano dalle lastre di alluminio utilizzate da Seri-Art per segnaletica e insegne, a supporti in bobina, come vinili e banner, impiegati per l’allestimento di camion, automezzi commerciali ma anche store e GDO.
“Abbiamo testato accuratamente le prestazioni della stampante Durst con prove effettuate in più occasioni, sia presso il demo center di Bressanone, sia direttamente da noi in azienda”, racconta Valter Galbignani, CEO di Seri-Art. “Uno step fondamentale non solo per la scelta di acquistare il sistema, ma per definire insieme al team di Durst la configurazione più idonea alle nostre esigenze”. Da qui la decisione di configurare P5 210 con 4 colori + bianco + light magenta + light ciano + varnish, inchiostri con il valore aggiunto della certificazione Greenguard Gold. “Questo acquisto rientra nel percorso orientato alla sostenibilità che abbiamo intrapreso come azienda investendo in energie rinnovabili, nel valore del carbon footprint e utilizzando inchiostri certificati, proprio come quelli della tecnologia Durst P5”.
Altro aspetto fondamentale per Seri-Art è l’automatizzazione dei processi secondo gli standard dell’’industria 4.0. “Tutti i macchinari del nostro reparto digitale sono interconnessi per garantire la massima efficienza produttiva”, spiega Matteo Galbignani, sales&marketing manager di Seri-Art. “Durst P5 210 si inserisce perfettamente nella ricerca di ottimizzazione, migliorando ulteriormente l’interconnessione uomo/macchina grazie all’integrazione dei software Durst per la gestione e il controllo analitico del flusso di lavoro”. Le prestazioni di P5 210, infatti, sono incrementate dall’utilizzo della suite di software proprietari, come Durst Workflow, che include le funzionalità di prestampa e ripping assicurando un flusso di lavoro ancora più efficiente, massima qualità nella gestione del colore e ottimizzazione dei costi.
La nuova collaborazione è stata accolta con entusiasmo anche in casa Durst, come conferma Alberto Bassanello, direttore vendite Italia di Durst Group: “Seri-Art è una realtà consolidata in grande espansione in grado di rispondere alle esigenze di un mercato vasto e variegato. Siamo orgogliosi che Seri-Art abbia scelto di puntare sulla qualità e sulla flessibilità della tecnologia P5 e siamo certi che le prestazioni della nostra ibrida consentiranno all’azienda di ampliare il ventaglio di applicazioni e gli ambiti di intervento”.