Il 24 giugno scorso Omet ha inaugurato l’Innovation Park, uno showroom permanente di 1500 metri quadrati a Molteno (LC), e ha presentato ufficialmente la nuova linea KFlex, macchina da stampa flessografica dal design ergonomico e flessibile, in grado di essere riconfigurata in ogni momento dallo stampatore.
Oltre 150 operatori del settore hanno partecipato all’inaugurazione ufficiale del nuovo Omet Innovation Park. In una cornice spettacolare, il Ceo di Omet Antonio Bartesaghi ha accolto gli invitati presentando l’esponenziale crescita del Gruppo Omet negli ultimi dieci anni, culminata nel 2021 nel trasferimento presso la nuova sede di Molteno e nella realizzazione del progetto Innovation Park nel 2022.
L’Innovation Park è uno spazio di 1500 metri quadrati che l’azienda ha allestito con l’obiettivo di permettere l’incontro e la collaborazione fra stampatori, converter, fornitori di materiali e di tecnologie, e per ospitare dimostrazioni di stampa, test o prove di nuovi materiali sulle macchine Omet. Tutto è teso a migliorare non solo il processo d’acquisto, ma soprattutto il processo produttivo, rafforzando un rapporto di fiducia tra venditori e acquirenti.
Marco Calcagni, direttore marketing&vendite Omet, ha spiegato le ulteriori potenzialità dell’Innovation Park, in particolare la possibilità per gli stampatori di utilizzare le macchine presenti nello showroom per supportare la loro produzione, realizzando non solo campionature ma veri e propri lotti produttivi che non riescono a produrre presso le loro sedi.
La gamma di macchine Omet a nastro stretto e medio si arricchisce ora di una nuova linea da stampa: la KFlex, presentata ufficialmente durante l’inaugurazione dell’Innovation Park il 24 giugno.
La nuova macchina, studiata su misura per le esigenze dello stampatore, ha un design che permette una totale accessibilità e una manutenzione facilitata, un nuovo gruppo di stampa flexo con lampada UV su contrasto e soprattutto, novità assoluta, lo Switch System: la possibilità di cambiare o intercambiare qualsiasi modulo della macchina (gruppi stampa, fustella estraibile, print-bar digitale, hotfoil, serigrafia) in un minuto e in modo estremamente semplice. Moltissime le altre novità presentate su questa linea, che è oltretutto estremamente scalabile nell’offerta per incontrare le diverse necessità degli stampatori.
Nella seconda parte dell’evento, i partecipanti sono stati suddivisi in gruppi per la visita dell’Innovation Park, dove erano in dimostrazione anche una ibrida Omet XJet e una Omet iFlex ed era presente un desk con il personale tecnico di RibesTech, la start-up del gruppo Omet che si occupa di elettronica stampata, in particolare etichette intelligenti (smart label), e propone soluzioni integrate per l’IoT.
L’Innovation Park sorge a pochi passi dai nuovi headquarter situati a Molteno. È stato così possibile per gli ospiti visitare anche la nuova sede, inaugurata nel 2021 per consentire un’ulteriore crescita alla realtà produttiva dell’azienda, che si estende su una superficie di più di 30mila metri quadrati di cui oltre 20mila dedicati interamente alla produzione delle macchine per la stampa di etichette ed imballaggi flessibili. Gli Omet headquarter rappresentano l’inizio di un percorso di cambiamento che punta all’aumento della capacità produttiva e all’efficientamento dei processi, fattori indispensabili per un cambio di passo in termini di crescita e innovazione.
Il caldo non ha scoraggiato il centinaio di partecipanti che si è dato appuntamento nella prestigiosa aula delle lauree del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Salerno per assistere al convegno tecnico “Obiettivo Qualità”, organizzato da Atif in occasione dell’annuale Assemblea dei Soci.
Aperto dal presidente Marco Gambardella, l’incontro ha rappresentato l’occasione per fare il punto su Matespack – Materiali e tecnologie sostenibili per packaging polimerici e cellulosici, il corso universitario di UNISA che Atif ha patrocinato dal suo esordio, con Loredana Incarnato, direttrice del Master, che ha illustrato finalità e risultati di questo percorso che forma figure ad elevata qualificazione per l’industria del packaging, in particolare quello alimentare. Innovativo l’intervento del Comitato tecnico di Atif, introdotto da Michela Corbetta (Cartastampa), che ha visto alcuni dei suoi componenti alternarsi sul podio come in una staffetta per illustrare, ciascuno per il proprio ambito di competenza, gli step necessari a garantire la migliore qualità nella stampa di una commessa. E così sul palco si sono passati il testimone Stefano d’Andrea, Fabio Cavazzi, Tito Lopriore, Nicolò della Torre, Alessio Polastro, Gianni Romano, Angela Conti, Paolo Festa, Silvano Tamai, Ferdinando Ranzanici, Corrado Bianchi e Gianluca Lodigiani, colleghi nel comitato tecnico Atif e concorrenti sul mercato, che hanno presentato focus su supporti, inchiostri, anilox, racla, matrici, montaggio, maniche e cilindri, spiegando agli addetti ai lavori presenti cosa verificare nella fase di avviamento e come gestire al meglio le componenti del sistema flessografico per garantire la qualità di stampa. Ha concluso i lavori Gerardo Budetti (Antonio Sada), referente e anima coordinatrice del comitato tecnico che, intervistato da Michela Corbetta, ha spiegato come è organizzato e come lavora il Comitato tecnico, cuore pulsante dell’Associazione, e quali ragioni lo motivano a dedicare volontariamente parte del suo tempo a quest’attività che, ha evidenziato “contribuisce ad ampliare le mie conoscenze a beneficio anche del lavoro in azienda”.
Al termine dell’evento, che ha visto come partner i Soci Atif Antonio Sada, Bioplast, I&C Gama, Inciflex, Lohmann, Mavigrafica e Simec, è stato distribuito ai partecipanti l’ultimo documento prodotto dal comitato tecnico, un prezioso manuale sui retini e la microretinatura in flessografia (DOC 16).
Nel primo pomeriggio l’assemblea dei soci Atif ha fatto il punto sulle attività svolte dall’Associazione nel 2021 e inizio 2022 con i contributi dei referenti dei principali gruppi di lavoro, oltre a Gerardo Budetti (Comitato tecnico) e Michela Corbetta (Commissione Marketing) anche di Ira Nicoletti (Diaven) per la Commissione Education.
Le circostanze della pandemia hanno pesantemente colpito tutti i settori economici e si sono evidenziate difficoltà in molteplici attività industriali e commerciali.
Fattori legati al Covid-19, come le chiusure degli stabilimenti e le difficoltà nel settore dei trasporti internazionali oltre alla recente situazione bellica tra la Federazione Russa e l’Ucraina, hanno portato a una carenza di materie prime e servizi con pesanti impatti sui tempi di consegna dei prodotti per numerose aziende in tutto il mondo, comprese quelle del comparto rappresentato da ASSOIT.
ASSOIT comunica che l’attuale carenza riguarda tutte le tipologie di materie prime, quali componenti elettrici ed elettronici (semiconduttori), plastica, componenti chimici e servizi come i trasporti e la logistica. Ne risulta colpita la catena di produzione e distribuzione di soluzioni ad alti contenuti tecnologici inclusi i sistemi di stampa, digitalizzazione e gestione documentale, oltre che i materiali di consumo quali cartucce per la stampa. Si evidenziano perciò ritardi nelle consegne.
Questi molteplici fattori avversi nella catena di approvvigionamento non erano prevedibili, sono al di fuori del nostro controllo e possono essere equiparati a un evento di forza maggiore, con le naturali conseguenze relative alle applicazioni delle normative previste. È anche il parere di ANAC che, nella recente Delibera N. 227 dell’11 maggio 2022, ha preso atto delle difficoltà di ottemperanza agli obblighi di fornitura di materiale informatico nell’ambito di contratti pubblici e raccomanda alle stazioni appaltanti di inserire nei nuovi contratti clausole elaborate ad hoc per la disciplina di forza maggiore, nonché di valutare l’opportunità di integrare i contratti in corso di validità con tali clausole.
ASSOIT fa sapere che insieme ai suoi associati sta monitorando la situazione. Le tredici aziende produttrici di soluzioni di stampa che operano in Italia affrontano quotidianamente una situazione difficile, poiché i tempi di consegna per la maggior parte dei componenti essenziali per la produzione vengono ripetutamente estesi, e le quantità ridotte o modificate con preavvisi molto brevi. Ben consapevoli dei disagi che questa situazione arreca ai clienti, le aziende associate sono profondamente dispiaciute se in alcuni casi non saranno in grado di rispettare gli accordi stipulati con i loro clienti. L’associazione assicura che ognuna di loro sta lavorando intensamente con la propria casa madre per prendere tutte le contromisure possibili per mitigare gli effetti negativi di queste circostanze critiche. Tutte lavorano ogni giorno per ridurre al minimo ogni possibile inconveniente.
Acimga ha riunito gli associati per eleggere il nuovo Consiglio Generale, tracciare il bilancio del settore del 2021 e discutere delle prospettive dei prossimi due anni. L’Assemblea torna in presenza dopo i due anni di pandemia, ed è la prima con la nuova direzione di Enrico Barboglio, entrato in carica nel maggio di quest’anno.
A sedere nel Consiglio Generale di Acimga sarà da oggi Simone Bonaria, Chief Operation Officer di BFT Group, neo-membro eletto che si aggiunge al presidente Daniele Barbui e ai vicepresidenti Giorgio Petratto, Matteo Cardinotti, Emilio Della Torre e Giulia Rossini, oltre ai 3 past president Ugo Barzanò, Marco Calcagni e Aldo Peretti e ai rappresentanti dei gruppi merceologici, Gianmatteo Maggioni per il Gruppo Rotocalco e Alfio Brandi per il Gruppo Cartone Ondulato.
L’industria italiana delle macchine grafiche, cartotecniche e di trasformazione ha chiuso il 2021 con un fatturato di 2,7 miliardi di euro, in aumento del 15% rispetto al 2020. Le esportazioni hanno trainato la crescita, +16%, a fronte di una minore espansione, +13%, delle consegne domestiche, che superano di poco il miliardo di euro. In aumento anche le importazioni pari a 476 milioni (+9%), per un saldo commerciale in netto miglioramento, passato da +950 milioni del 2020 a +1.1 miliardi a fine 2021. Numeri che confermano l’industria italiana terzo produttore al mondo nel settore, con una quota di mercato a livello globale di circa il 10% e una leadership consolidata in tutta l’area UE, dove con 592 milioni di euro (+18% rispetto al 2020) detiene una quota del 37%. A livello produttivo, i segmenti che hanno maggiormente inciso sulla crescita dell’export sono i macchinari per converting (+18% sul 2020), che pesano per quasi il 57% del totale; aumento ancora più marcato per le macchine per legatoria (+34%), mentre sono aumentate di meno le macchine cartotecniche (+16%) e le macchine da stampa (+13%).
Nel primo trimestre 2022 l’indice degli ordini di macchine per l’industria grafica ha registrato un valore pari a 260 milioni di euro, con un lieve calo del 3% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale risultato è stato determinato dalla crescita registrata sul mercato interno (+4,5%) mentre i mercati esteri sono diminuiti del 6,4%. Secondo le previsioni congiunturali degli ordini, le esportazioni cresceranno fino ad un valore di 2 miliardi di euro nei prossimi tre anni.
Questi dati di mercato si riflettono anche nel successo della seconda edizione di Print4All, tenutasi dal 3 al 6 maggio scorso a Fiera Milano, che si è conclusa con 21.000 visitatori e 246 aziende, confermando l’appuntamento fieristico come punto di riferimento in Europa per i professionisti del printing e del converting.
«Lo sviluppo della manifestazione fieristica è uno dei progetti cardine su cui Acimga ha già iniziato a lavorare per la prossima edizione. – racconta il presidente di Acimga Daniele Barbui – Print4All ha nuovamente rinnovato la sua adesione al format di The Innovation Alliance anche per il 2025, e l’appuntamento si terrà con la stessa composizione, insieme a Ipack-Ima, Greenplast e Intralogistica Italia dal 27 al 30 maggio, sempre a Fiera Milano. Proseguendo nell’ottica di collaborazione sinergica continueremo a impegnarci consolidando relazioni e progetti con i partner di filiera a livello nazionale ed internazionale e sviluppando e promuovendo le nostre tecnologie attraverso i gruppi di specializzazione. Ringrazio tutti i soci Acimga che mostrano sempre grande partecipazione e impegno nella vita associativa, e faccio i miei migliori auguri al nuovo consigliere che si unisce a un Consiglio Direttivo fortemente motivato a lavorare per il bene del settore”.
Dalla questione dell’approvvigionamento delle materie prime alle sollecitazioni che giungono dalle sempre più consolidate tendenze “green”, sono molteplici i fattori che stanno rimodulando l’offerta di supporti per la stampa inkjet, allo scopo di garantire agli end-user applicazioni di qualità ad hoc per le loro più diverse esigenze.
Costi energetici in crescita, nuove sfide nella reperibilità delle materie prime e crisi geopolitiche rappresentano oggi purtroppo emergenze di strettissima attualità per la crescita e lo sviluppo di ogni mercato. Da questo punto di vista, il settore dei supporti per la stampa inkjet non si sottrae alle enormi difficoltà che la cronaca presenta purtroppo quotidianamente, come un conto salato presentato a ogni operatore economico.
Tuttavia, anche in uno scenario tanto complesso, il settore dei supporti per la stampa inkjet si sta mostrando capace di evidenziare dei segnali di vivacità e novità davvero importanti, grazie alle sollecitazioni provenienti da tendenze come la sostenibilità, fautrice di una nuova generazione di media di stampa eco-friendly, e la digitalizzazione, motore di modelli di business innovativi basati su tirature ridotte e soluzioni personalizzate, che aprono all’individuazione e alla conquista di nuovi segmenti e nicchie di mercato tramite offerte ad hoc e time-to-market. Anche in questo caso, l’esplorazione di nuovi supporti diventa la chiave per ideare e realizzare applicazioni originali e di qualità al giusto prezzo.
Il mercato è in recupero
Le indicazioni positive sull’andamento del mercato dei supporti per l’inkjet sono confermate da Canon. «Questi primi mesi dell’anno il settore della stampa digitale inkjet di grande formato (roll to roll) è tornato con vigore a produrre volumi significativi ed in crescita rispetto il pari periodo dello scorso anno», spiega Massimiliano Klimciuk, sales manager di Canon Italia.
Massimiliano Klimciuk, sales manager di Canon Italia
Tuttavia, non si può ancora parlare di una piena ripresa del mercato che, naturalmente, dopo due anni di pandemia, richiederà più tempo per recuperare il terreno perduto. «Si tratta, infatti, pur sempre di una domanda ancora convalescente, per effetto delle restrizioni in ambito sanitario che hanno limitato moltissimo gli investimenti nei settori commerciali della stampa per il visual communication», prosegue Klimciuk.
D’altra parte, negli ultimi mesi, altre sfide di portata globale hanno aumentato la complessità del mercato, esacerbando le incertezze degli operatori. «In questo scenario non vanno poi messi in secondo piano altri fenomeni, quali l’incremento dei costi energetici come delle materie prime, che nel settore della stampa in generale stanno creando notevoli difficoltà a livello di reperibilità di molti semi lavorati e prodotti finiti per la stampa digitale inkjet», segnala Klimciuk.
Certamente una realtà di livello internazionale come Canon ha le spalle sufficientemente larghe per rassicurare il mercato sulla sua capacità di affrontare le difficili sfide di oggi. «Canon Europa come gruppo e la sua Business Unit Imaging Supplies cercano di differenziare il più possibile la propria offerta, contando su molteplici partnership con le principali cartiere europee. Questo ci permette, non senza difficoltà, di mantenere un adeguato livello di stock come semi lavorato e prodotto finito», assicura Klimciuk.
La sostenibilità è il nuovo must
In realtà la crisi strutturale di oggi sta comportando una riorganizzazione del mercato, che si manifesta peraltro con un vero e proprio cambio di paradigma dei modelli di business. Lo dimostra l’avanzare di nuove esigenze e sensibilità da parte dei consumatori, andando ad alimentare una domanda che si rivolge sempre a nuove tipologie di applicazioni, i cui valori di riferimento si confermano giorno dopo giorno la sostenibilità, la qualità e la personalizzazione, la cui espressione è garantita da processi di stampa flessibili e supporti di nuova generazione.
Proprio per questo motivo, secondo Canon in questo momento è possibile individuare alcune evoluzioni particolarmente significative anche nel caso dei supporti per l’inkjet. «In assoluto, sono le applicazioni che guidano i produttori nello sviluppo ed evoluzione dei supporti per stampa inkjet», afferma Klimciuk. «In questo senso, la personalizzazione per decorazione murale continua a mantenere un trend in costante crescita; ma, in generale, direi che sono la richiesta di supporti green e sostenibili ad essere il must più gettonato».
Da questo punto di vista, Canon si sta muovendo a sua volta in tale direzione. «Dai supporti pvc-free, a tessuti riciclabili fino a supporti in finta pelle a base di resina poliuretanica. Questi sono i trend sui quali, anche noi come Gruppo e livello europeo, stiamo investendo per offrire ai nostri clienti una proposta sempre più mirata e specialistica», aggiunge Klimciuk.
Proprio recentemente Canon ha colto l’occasione di presentare pubblicamente alcuni suoi prodotti, combinando valori “green” e caratteristiche tecniche di assoluto spessore. «In occasione dell’ultima manifestazione Print 4 All, abbiamo presentato la gamma delle nostre pelli sintetiche (100% PU) dedicate alla tecnologia di stampa UVgel C1650, oltre al supporto in bobina fino al formato W1600; IJM817 MC Self Adhesive Paper Silk 130 gr pvc-free. Con la stampa diretta UVgel, in abbinamento alla gamma Canon Synthetic Leather, offriamo ai nostri clienti un prodotto con elevate performance di resistenza meccanica (abrasione, flessione e sfregamento) per il settore contract arredo e accessori di pelletteria», ricorda Klimciuk.
La collaborazione tra fornitori
A proposito di prodotti, sono diversi i fornitori pronti a catturare l’attenzione del mercato con una offerta rinnovata e specificamente indirizzata al settore dei media inkjet. Tra questi spicca il nome di Fedrigoni, realtà anch’essa pronta a cogliere le opportunità di mercato offerte da una domanda dinamica e vivace. «Per Gruppo Fedrigoni, tra i principali operatori al mondo nella produzione e vendita di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging di lusso e altre applicazioni creative e per materiali autoadesivi premium, quello delle stampe digitali inkjet è un segmento estremamente interessante, per il quale sta sviluppando un’offerta di prodotti completa e specifica da presentare prossimamente al mercato», racconta Marta Franceschi, product manager Fedrigoni Paper.
Marta Franceschi, product manager Fedrigoni Paper
La scelta di Fedrigoni è di muoversi in ogni direzione, puntando sulle competenze interne, così come su sinergie e collaborazioni con le altre realtà del mondo della stampa, sempre con l’obiettivo di arrivare a proporre supporti di qualità in grado di soddisfare ogni tipologia di aspettativa degli utenti finali.
«Sul fronte delle tecnologie UV, tutti i supporti ideati e prodotti da Fedrigoni risultano già perfettamente adeguati a tutte le macchine da stampa, con rese ottimali con alcuni modelli come ad esempio la KM1 di Konika Minolta o la JPress di Fujifilm», prosegue Franceschi. «Sul fronte invece delle tecnologie “ad acqua”, o water-based, dove spesso viene richiesto un primer, Fedrigoni sta collaborando con tutti i principali player del settore, da Canon a Mgi, a Fujifilm, per testare la compatibilità dei propri prodotti con le loro macchine ed eventualmente sviluppare gamme ad hoc».
La sfida dell’approvvigionamento
Certamente le sinergie costruite da Fedrigoni con gli altri attori del settore, oltre che foriere di preziose opportunità di business, nell’immediato rappresentano ciascuno una sfida diversa, dovendosi di volta in volta misurare con tecnologie differenti. «Tutte le ricerche di mercato danno la tecnologia inkjet tra quelle in maggiore crescita nel settore della stampa digitale», conferma Franceschi, che aggiunge: «Fedrigoni sta dunque ideando e sviluppando un’offerta specifica in grado di coprire tutte le esigenze, una sfida non banale perché la complessità e la diversificazione delle macchine e degli inchiostri richiedono substrati con caratteristiche tecniche e formati molto diversi tra loro».
A proposito di sfide, Fedrigoni si è fatta trovare pronta rispetto alla questione della reperibilità delle materie prime, probabilmente il tema più complesso da affrontare per numerosi operatori, considerate le tensioni internazionali che sembrano riportare il mondo ad una divisione in blocchi, con le conseguenti ricadute sulle catene di fornitura internazionali. Fedrigoni ha però implementato per tempo una strategia che le ha consentito di adottare contromisure vincenti. «Quanto agli approvvigionamenti, grazie all’impegno e alla disponibilità di tutti Fedrigoni è riuscita a non farsi condizionare dalla carenza di materie prime, garantendo in tutti i segmenti la piena continuità del business», afferma Franceschi. «Il Gruppo è intervenuto in maniera preventiva su tutta la supply chain proprio per evitare interruzioni nella fornitura, diversificando il panel dei fornitori laddove possibile, pianificando acquisti e facendo scorte, e anche riformulando i prodotti in modo da essere meno dipendenti da certi materiali».
In questo momento, per quanto riguarda la possibilità di individuare alcune evoluzioni significative dei supporti per l’inkjet, lo scenario appare ancora piuttosto liquido, nel senso che di fronte agli operatori si stendono molti sentieri allettanti da percorrere, tuttavia bisognerà capire quali tra di essi potranno davvero fare la differenza per la crescita del settore. «Si tratta di un mercato molto variegato», spiega infatti Franceschi, «dove non c’è ancora uno standard e i vari OEM si stanno specializzando ognuno in tecnologie specifiche e proprietarie. Occorrerà quindi essere più flessibili possibile e sviluppare supporti per tutte le soluzioni, finché non emergerà quella più promettente, più produttiva e di maggiore qualità».
Puntare su ricerca e sviluppo
Quando si parla di supporti per la stampa inkjet, Edoardo Elmi è riconosciuto dal mercato tra i maggiori esperti di materiali plastici per la stampa. Il presidente di Guandong esordisce spiega: «Sono oltre 30 anni che ci interfacciamo con l’ink-jet printing technology, prima con Caledonia poi con Guandong». Grazie alla sua lunga esperienza sul campo, negli anni Edoardo Elmi si è misurato con molteplici evoluzioni del mercato, dove tecnologie diverse hanno conosciuto fortune alterne o sono state riscoperte nel tempo, dopo un debutto incerto. «Come sempre i produttori di stampanti, quando studiano un nuovo sistema, pensano sempre ai grandi volumi, quindi alla carta e all’inchiostro a base acqua. Correva l’anno 1992 quando veniva presentato il primo plotter ink-jet in Italia, ovviamente con inchiostri a base acqua», racconta Elmi. «Non ebbe un grande successo, fino a quando i produttori di media presentarono i supporti coatizzati atti a ricevere anche l’inchiostro a base acqua. A questi seguirono stampanti ink-jet che operavano con inchiostri a base solvente, poi eco-solvente, poi UV, poi latex».
Edoardo Elmi, presidente di Guandong
In questa direzione, per Edoardo Elmi diventa decisiva la collaborazione tra i diversi operatori per fare sbocciare definitivamente le nuove opportunità che mostrano di affacciarsi sul mercato. «Le mie aziende, prima Caledonia, oggi Guandong, hanno sempre lavorato a fianco dei produttori di impianti e di inchiostri, realizzando supporti compatibili con tutte le tecnologie di stampa e con tutti i tipi di inchiostro per ink-jet e non solo. Per tanti anni il nostro reparto R&D ha lavorato per affinare, da un lato, le formulazioni e la compaudizzazione dei polimeri; dall’altro, i trattamenti superficiali dei supporti per essere stampati con tutti i tipi di inchiostro per ink-jet, toner liquido e solido e inchiostri ossidativi. Tecnologie sviluppate per andare oltre il plotter ink-jet, arrivando al foglio nel formato adatto a stampanti laser e impianti offset.
Ma tutto questo è il passato. Tutto questo è il bagaglio di conoscenze su cui si fonda la nostra consolidata reputazione di azienda capace di produrre supporti sintetici per la stampa: ogni tipo di stampa, con ogni tipo di tecnologia», rimarca Elmi.
Applicazioni su misura
Edoardo Elmi conferma a sua volta come tendenze che caratterizzano in modo particolare il mercato di oggi la sostenibilità e le soluzioni personalizzate. «A livello europeo Guandong è riconosciuta dal mercato come lo“specialista delle specialità”. Un titolo che nasce dalla nostra capacità di pensare ai bisogni degli stampatori sviluppando linee di prodotto per soddisfare specifiche applicazioni e specifici bisogni. Un esempio sono i supporti delle linee NANO TACK (Wally, Dotty, Nano-TaCar ecc.) basati sull’utilizzo della nanotecnologia applicata ai materiali per la stampa».
Per quanto riguarda la tematiche “green”, Edoardo Elmi conferma l’impegno di Guandong anche su questo versante. «Oggi viviamo un momento di forte sensibilizzazione rispetto ai temi legati alla sostenibilità ambientale. E Guandong da anni sta già lavorando proprio in questa direzione. Al prossimo Fespa presenteremo ufficialmente in anteprima altre novità».
Edoardo Elmi passa dunque la parola a Fabio Elmi, responsabile ricerca e sviluppo di Guandong, che segnala le evoluzioni più significative dei supporti per l’inkjet. «Un esempio su tutti è TRIO, un prodotto di nuova generazione, super green, con nell’anima il 76% di materiale riciclato e compaudizzato, riciclabile al 100%. La superficie di questo materiale viene realizzata con resine multistrato atte a ricevere tutti i tipi di inchiostro per ink-jet, toner e inchiostri ossidativi per offset. Riteniamo che TRIO, idoneo anche per il contatto con alimenti, traccerà un solco profondo in tutto il comparto della stampa digitale in generale».
Fabio Elmi è positivo anche in merito all’andamento del mercato dei supporti per l’inkjet, così come in riferimento alla questione della reperibilità delle materie prime. «Per le resine sintetiche non esiste un problema di disponibilità di materie prime. Tutte le materie plastiche sono realizzate utilizzando i by-product derivanti dalla raffinazione del petrolio. Finché nel mondo continueremo a muoverci utilizzando mezzi con motori a scoppio avremo abbondanti disponibilità di materie prime di base (Etano e Propano) per la realizzazione delle materie plastiche. Semmai, il problema potrebbe derivare dai tempi di produzione sempre più lunghi e dalla logistica internazionale sempre più complicata. Va da sé che assisteremo ad importanti lievitazioni dei listini derivanti dalle fluttuazioni dei prezzi del greggio e dei trasporti».
La spinta della stampa commerciale
Un’altra realtà che propone supporti per la stampa inkjet è Sappi, che ha saputo rinnovare la propria offerta seguendo con attenzione le evoluzioni del mercato. «Abbiamo molti prodotti nel nostro portafoglio che sono adatti per la stampa inkjet», interviene Nicola Tisi, Managing Director di Sappi Papier Holding in Italia. «Negli ultimi anni le macchine inkjet per la stampa commerciale sono state sviluppate in modo tale – inchiostri, essiccazione, primer, ecc. – che spesso è possibile utilizzare carte offset standard e Sappi ha ottimizzato alcuni prodotti per l’idoneità all’inkjet. Le carte che possiamo consigliare includono le gamme Magno, Galerie e Raw».
Nicola Tisi, managing director di Sappi Papier Holding in Italia
Per quanto riguarda l’andamento del mercato, Sappi fornisce anch’essa un riscontro positivo, guardando i nuovi orientamenti della domanda. Proprio su questo versante, infatti, alcune sollecitazioni da parte degli utenti consentono di guardare con fiducia al futuro. «Nel mercato della stampa digitale, la tecnologia inkjet è quella in più rapida crescita. Soprattutto per la stampa commerciale, dove i clienti si stanno muovendo sempre di più in questa direzione», osserva Tisi.
Per quanto riguarda la reperibilità delle materie prime, secondo Sappi la questione va inquadrata in un discorso più ampio, che va oltre la stampa a getto di inchiostro. D’altra parte, se è vero che nello scenario globale attuale la questione rappresenta una sfida pressante e complessa, è altrettanto vero che realtà con la storia e la struttura di Sappi sono perfettamente in grado di implementare strategie di business in grado di adottare le corrette contromisure. «La disponibilità delle materie prime è al momento un argomento generale per l’industria della carta e non specificamente correlato alla tecnologia inkjet», argomenta Tisi, che aggiunge: «Per essere più vicini ai nostri clienti e offrire loro un servizio “just in time”, Sappi ha deciso d’investire sui mercati locali mettendo a disposizione dei magazzini di merce pronta e/o appoggiandosi a dei grossisti specializzati nel dare un servizio celere ai clienti dal loro stock».
Effetto Wow
In virtù della crescita del mercato, i supporti per la stampa inkjet stanno conoscendo una evoluzione costante, dove produttori e distributori, in virtù di una domanda sempre più consapevole e attenta, sono chiamati ad alzare puntualmente l’asticella della qualità della propria offerta.
«Lo sviluppo principale è che i supporti per la stampa inkjet stanno diventando più “tradizionali”», sostiene Tisi. «Sappi, in qualità di punto di riferimento del mercato, sta sviluppando ottimizzazioni sui prodotti per renderli sempre più “compatibili” per tutte le tecnologie digitali, inkjet incluso. Oltre a questo aspetto puramente tecnologico, stiamo lavorando anche sugli imballaggi e distribuzione, per soddisfare la crescente domanda».
A proposito di operatori impegnati a fare crescere il mercato, Tisi ricorda il ruolo anche di altri attori, facendo ancora meglio emergere il concerto di realtà impegnate nella medesima direzione. «I Digital Oem (Official Equipment Manufacturer) hanno a loro volta sviluppato la tecnologia delle loro macchine inkjet, per renderle più adatte alle qualità offset standard (tutte le superfici e le grammature). Questa è una richiesta che arriva anche dai loro clienti. Chi decide d’investire nel mondo del digitale e dell’inkjet in particolare, vuole avere la possibilità di attingere ad un ampio portafoglio di prodotti adatti alle proprie macchine», conclude Tisi, ricordando come, anche nell’era delle molteplici incertezze, il mercato sia costantemente orientato dalla puntuale ricerca della qualità e della ricchezza dell’offerta. Due valori che concorrono verso lo stesso fine, ovvero rispondere alle richieste più personali e specifiche di ogni singolo cliente, preferibilmente sorprendendolo con il famoso “effetto wow”.
Una delle più grandi problematiche nell’adozione di tecnologie complesse, nel settore delle arti grafiche è che spesso gli operatori hanno la sensazione di non capirle. A tal proposito è stata appena pubblicata la versione in italiano della guida “PDF Standards FAQ” un progetto realizzato in collaborazione con Faenza Printing (una delle realtà di stampa più amate dentro e fuori i confini nazionali) e alla disponibilità del Ghent Workgroup, per promuovere nel nostro territorio il progresso tecnologico e culturale. Il documento è stato scritto per chiarire le terminologie che si potrebbero incontrare, demistificare alcune delle frasi comuni che si potrebbero sentire e fornire spunti per aiutare a navigare nel meraviglioso mondo degli standard PDF. Di seguito andremo a scoprire come il GWG ha cercato di chiarire alcuni aspetti in modo che fossero di più facile comprensione e come ha intenzione di semplificare ulteriormente la vita degli operatori grafici con il rilascio di nuove specifiche tecniche.
Se si lavora con dei documenti PDF, è probabile che ci si sia imbattuti con gli standard PDF. Si potrebbe volontariamente salvare un PDF conforme a questo o a quello standard, ma si potrebbe usarne anche altri senza esserne consapevole. Perché? Perché molti produttori che creano software, implementano gli standard salvando un file PDF per un uso specifico, direttamente dalle funzionalità non espressamente dichiarate dal software. È sempre meglio essere a conoscenza di cosa si sta facendo. Usare gli standard PDF correttamente è importante e conoscere cosa possono o non possono fare per noi può fare la differenza per ottenere il risultato che stai cercando.
Il PDF (acronimo di Portable Document Format) è stato inventato da Adobe nel 1993 e a quel tempo non era certamente uno standard, poi è stato preso in gestione da ISO (Organizzazione Internazionale per la Standardizzazione) ed è diventato uno standard internazionale. Il suo numero è il 32000 e ci sono al momento due versioni: 32000-1 usato quasi ovunque e 32000-2 che è in divenire. Quindi sì, oggi il PDF è ufficialmente uno standard. Dato che il PDF è stato standardizzato, non significa che tutte le sue funzionalità siano appropriate per essere utilizzate in ogni situazione. Dal momento che fu inventato, ebbe un utilizzo molto ampio che non è cambiato con il passare degli anni. Il documento ufficiale dello standard PDF di ISO è di oltre mille pagine; molte implementazioni hardware e software supportano solo in parte le funzionalità possibili. L’obiettivo fondamentale di ogni PDF standard è quello di eliminare le incertezze e tutti seguono essenzialmente lo stesso principio; proibire l’utilizzo di certe funzionalità o parti di esse e imporre l’utilizzo di altre funzionalità in modo deciso. Questo significa che gli standard PDF sono un sottogruppo del PDF, mirati a essere utilizzati in specifiche e controllate circostanze. Generalmente, si definiscono standard PDF quelli che sviluppa ISO e specifiche PDF quelle proposte dal Ghent Workgroup. Realisticamente entrambi cercano di incrementare la standardizzazione e l’affidabilità dei documenti PDF: l’organizzazione internazionale per la standardizzazione (ISO) crea gli standard per l’intera industria delle arti grafiche con il PDF/X, mentre il GWG crea sul PDF/X standard delle proprie specifiche. Questo significa che la principale differenza tra i due è che il PDF/X è molto più generico (poiché è indirizzato a tutto il settore delle arti grafiche) mentre il Ghent Workgroup crea delle specifiche basate sul PDF/X per diversi segmenti di mercato all’interno del settore delle arti grafiche denominato PDF/X-Plus, che viene utilizzato per definire le restrizioni addizionali che vengono aggiunte al PDF/X standard, attraverso le specifiche del Ghent Workgroup. In altre parole, le specifiche del Ghent Workgroup contengono tutte le restrizioni del PDF/X con in più requisiti addizionali. Il PDF/X si definisce come un sottoinsieme di PDF “sicuro”, cioè un elenco di quali funzionalità possono essere usate in sicurezza, senza causare incertezza o confusione. La “X” sta per “Blind eXchange”. È utile sapere che questa definizione di “scambio cieco” sta al centro dello standard. Il pensiero dietro al PDF/X è che, “se io sono un creativo e tu sei uno stampatore, io dovrei essere in grado di creare un file PDF/X, mandarlo senza troppe spiegazioni e tu dovresti essere in grado di stamparlo esattamente come io l’ho progettato”. Scambiando dei documenti PDF generici, questo risulta essere molto difficile poiché il PDF è un formato molto ampio. Lo standard PDF/X proibisce tutte quelle funzionalità dei PDF (o parti di funzionalità) che renderebbero il concetto di scambio cieco impossibile e impone l’utilizzo di altre funzionalità per aumentarne l’affidabilità. Spesso viene chiesto se è ancora possibile avere dei problemi utilizzando il PDF/X. Sì, è possibile. Prima di tutto, il PDF/X riduce la complessità del PDF, limitando l’utilizzo delle sole funzionalità consentite. Ciò non toglie il fatto che anche il PDF/X rimane tecnicamente complesso. Siccome nessun software è perfetto e lavorare con formati di file complessi è difficile, ci potrebbero comunque essere cose che vanno storte. La cosa più importante e fondamentale è che il PDF/X è uno standard ISO generico per le arti grafiche. Se ci si pensa, questo settore è straordinariamente ampio: per esempio le caratteristiche tecniche per stampare un biglietto da visita sono molto diverse da quelle utilizzate per stampare un manifesto. Per cui il PDF/X deve rimanere generico per alcuni aspetti. Nello standard PDF/X non si troveranno limiti alla sommatoria degli inchiostri, alla dimensione minima dei testi o alla risoluzione delle immagini. Questo significa che il PDF/X è inutile? Niente può essere più lontano dalla verità. Di certo non è perfetto, ma è sicuramente meglio che usare un PDF generico. Si immagini una scala progressiva; scambiarsi file generati da applicazioni native non è ideale, usare invece il PDF è già meglio, utilizzare il PDF/X è ancora meglio.
Il PDF/X fu originariamente inventato nel 2001 e da allora, diversi tipi di standard sono stati creati per differenti ragioni (buone e meno buone). Comunque, chi è consapevole dei processi interni nello sviluppo degli standard ISO, potrebbe far riferimento a diverse “parti” dello standard PDF/X, piuttosto che a tipologie o versioni. Sono tutte equamente importanti? Difficile arrivare ad una risposta obiettiva. L’importante è che si sappia che esistono queste versioni: PDF/X-1a, PDF/X-4 e PDF/X-6. Perché la numerazione non è consecutiva? Diciamo che la storia è una severa insegnante e con il senno di poi quello che sembrava una buona idea (gli standard intermedi PDF/X-3 e PDF/X-5) non ha avuto il successo sperato. Inoltre, queste sono le versioni più importanti del PDF/X, ma è possibile che ti possa imbattere in altre versioni meno diffuse per specifici flussi di lavoro, come ad esempio il PDF/X-4p, il PDF/X-5g o il PDF/X-6n. Ma quale versione di PDF/X dovrei utilizzare? Questa è una domanda alla quale non c’è un’unica risposta possibile. Sembra crescere l’opinione che sia meglio usare il PDF/X-4 se non ci sono buone ragioni per cui si è legati al PDF/X-1a. Dal punto di vista teorico il PDF/X-4 è chiaramente meglio, ma nella pratica si devono considerare le differenti parti coinvolte nel flusso di lavoro e le relative dotazioni hardware e software utilizzate. A seconda del flusso di lavoro, ci potrebbero essere problemi di produzione (chi si assume le responsabilità per cosa) che necessitano di essere presi in considerazione. Se fosse possibile, ci si dovrebbe interfacciare con la persona successiva a se stessi nel flusso di lavoro. Se si creano dei contenuti che devono essere stampati, si dovrebbe parlare con lo stampatore con cui si dovrà lavorare. Bisogna scoprire quale standard usano, come vorrebbero ricevere i documenti PDF, con quali profili di verifica preliminare lavorano. Questa è la raccomandazione numero uno. Se questa non è una possibilità, è necessario guardare alle specifiche GWG e utilizzarne una che sia conforme al tipo di lavoro che si sta creando. Il GWG ha impostazioni predefinite e profili di verifica preliminare che si possono usare per le più diffuse applicazioni software. Si possono usa queste gratuitamente dal sito. Se per qualsiasi ragione non è possibile utilizzare le specifiche del GWG, prova con il PDF/X. Se anche quello non è possibile (solo se c’è davvero una buona e motivata ragione), bisogna usare il PDF standard. Essenzialmente il rischio di problemi accresce a ogni passaggio. I file conformi alle specifiche del Ghent Workgroup sono più affidabili rispetto al PDF/X, che a sua volta è più affidabile rispetto al PDF standard. Utilizzare gli standard forniti dal proprio stampatore è sempre la cosa migliore da fare.
Senza dubbio il GWG mette sempre a disposizione delle guide di ottima qualità tecnica e questa è sicuramente una delle migliori disponibili gratuitamente sul mercato, insieme a quella pubblicata qualche anno fa su come preparare correttamente un PDF/X per la stampa, denominata “GWG PDFX-4 Workflow”.
Fedrigoni tra i campioni della sostenibilità. Il Gruppo ha ottenuto il massimo riconoscimento, Platino, da Ecovadis, l’agenzia internazionale di rating ESG che ogni anno esamina 75.000 aziende di tutte le dimensioni e di 200 settori produttivi nel mondo, valutandone le attività e i sistemi di gestione sotto il profilo dell’attenzione all’ambiente e della responsabilità sociale. Questo risultato colloca il Gruppo nell’1% delle imprese della stessa industria a livello mondiale per performance ESG.
Fedrigoni, player globale nella produzione e vendita di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging e altre applicazioni creative, e di etichette e materiali autoadesivi premium, ha ottenuto l’ambizioso punteggio di 85/100, ma sulle politiche di riduzione dell’impatto ambientale la valutazione è salita addirittura a 100/100. Diversi i fattori che hanno influenzato quest’ultimo punteggio: la comunicazione trasparente, negli anni, di obiettivi e risultati tra cui la riduzione delle emissioni, approvata dalla Science Based Target Initiative, il consumo di acqua e la gestione dei rifiuti; un piano d’azione chiaro per raggiungere i target ESG nel 2030; e una responsabilizzazione diffusa di tutti i manager in azienda, legando una quota significativa degli MBO al raggiungimento dei target ESG (tra il 15% e il 25% a seconda del ruolo).
Un percorso lungo, spesso complicato, mirato a fare progressi ogni giorno, insieme a tutti gli attori della filiera packaging-autoadesivo-stampa. I numeri dimostrano la rilevanza per Fedrigoni delle tematiche ESG, che pervadono l’intera strategia di crescita: le emissioni assolute di CO₂ sono calate dell’1,5% a fine 2021 a fronte di un aumento dei volumi prodotti del 5% (dal 2019); l’acqua pulita restituita all’ambiente ha superato l’obiettivo fissato al 2030, confermando una gestione responsabile del cosiddetto oro blu quanto mai importante in questo periodo di estrema siccità (97% contro il 95% del target). L’azienda ha scelto un approccio concreto e misurabile che prevede un percorso di miglioramento continuo, senza interruzioni. E infatti i risultati a maggio 2022 confermano il trend positivo: i rifiuti recuperati in ottica circolare e non mandati in discarica sono arrivati all’89% (dall’84% di fine 2021) e i fornitori selezionati secondo criteri ESG sono saliti all’88% (dall’81% di fine 2021), con un incremento del 100% negli ultimi 12 mesi (44% a maggio 2021), avvicinandosi all’obiettivo 2030 del 95%.
“Se l’Oro ottenuto nel 2021 certificava l’impegno strutturato e primi buoni risultati raggiunti – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni – il Rating Platino, con un punteggio così alto, mostra che il cammino intrapreso sta portando ottimi frutti e ci pone nel top 1% del mercato mondiale con riferimento alle nostre industrie. La Medaglia di Platino rappresenta un importante traguardo, che è per noi motivo di orgoglio. Non è però un punto d’arrivo, bensì uno stimolo a migliorare ancora”
“Sono vent’anni che investiamo per rendere sempre più sostenibili i nostri processi, i prodotti e le relazioni con le nostre persone e con i territori in cui operiamo – aggiunge Chiara Medioli Fedrigoni, chief Sustainability&Communication Officer di Fedrigoni Group – e negli ultimi due anni abbiamo impresso un’accelerazione ulteriore al nostro impegno ESG. Siamo molto consapevoli delle sfide che il Paese affronta, sia a livello energetico e di riduzione delle emissioni di CO2, sia nell’uso delle risorse ambientali: lavoriamo con molti partner tecnologici internazionali e con due centri di ricerca per migliorare le nostre performance e dare sia ai clienti che ai cittadini soluzioni sostenibili”.
In ambito sociale, l’azienda è impegnata a creare un ambiente lavorativo sempre più sicuro e inclusivo. Un risultato rilevante riguarda gli infortuni sul lavoro, che un’attenta politica di sensibilizzazione dei comportamenti corretti ha portato a migliorare più rapidamente del previsto: dal 2020, infatti, l’indice di frequenza degli infortuni è diminuito del 35% (maggio 2022), rendendo più che raggiungibile l’obiettivo a dieci anni del -67%. Il target 2030 di 30% minimo di donne in posizione manageriale verrà aumentato, visto che già ora la percentuale è al 27% (maggio 2022).
Si è tenuta, presso Associazione Civita a Roma, l’Assemblea Annuale di Assocarta dal titolo Energie per la transizione. Lorenzo Poli presidente Assocarta ha illustrato l’andamento del settore cartario italiano nel 2021-2022 con un focus sulle richieste del comparto al Governo per poter allineare l’industria cartaria italiana a quella europea sui temi della transizione ecologica ed energetica. Con la partecipazione di Laura D’Aprile – capo dipartimento per la transizione ecologica e gli investimenti verdi del MITE, Alessia Rotta – presidente Commissione Ambiente della Camera dei Deputati, Giorgio Zampetti – direttore di Legambiente, Chicco Testa – presidente di Assoambiente e Giovanni Baroni – vice presidente Confindustria e vice presidente Piccola Industria.
“Nel 2021 la produzione italiana di carte e cartoni si attesta a oltre 9,6 milioni di tonnellate (+12,5% dopo il -4,1 % del 2020) che, per la prima volta, pone l’Italia al 2° posto in Europa, dopo la Germania” afferma Poli all’Assemblea. “Se, poi, guardiamo i risultati ambientali ci rendiamo conto del doppio dividendo: gli obiettivi economici sono stati conseguiti insieme a quelli ambientali. Il settore utilizza il 90% di fibre vergini certificate PEFC e FSC ed è il 2° secondo riciclatore in Europa, dopo la Germania, oltre ad aver ridotto le emissioni di CO2 del 30% dagli anni ’90 ad oggi” spiega Poli.
L’andamento del settore cartario italiano è trainato dagli sviluppi del comparto dell’imballaggio (+14,7%), anche per effetto di nuove capacità entrate in attività tra fine 2020 e inizio 2021. In recupero anche la produzione di carte per usi grafici (+21,4%) dopo le riduzioni registrate nel 2020 (-26,5% sul 2019) per l’effetto combinato delle misure adottate per arginare la pandemia. Positivo anche il trend presentato dalle altre specialità (+13,5% dopo il -3,5% del 2020). Dopo le espansioni sperimentate nel 2020 (+3,3% sul 2019), trainate dal segmento domestico, la produzione di carte per usi igienico-sanitari non ripete, invece, l’incremento.
Nel 2021 il consumo di carta da riciclare è aumentato di oltre il 16% rispetto al 2020, collocandosi a oltre 6 milioni di tonnellate. Con tale livello di consumo, l’Italia è il secondo utilizzatore di carta da riciclare a livello europeo (era terza nel 2020), dopo la Germania, seguita da Spagna e Francia. Il settore della carta, grazie al sistema consortile e al ruolo delle cartiere nel riciclo finale, ha già raggiunto l’obiettivo di riciclo del’85% al 2030.
“Risultati economici e ambientali positivi ma l’attuale situazione di emergenza continua legata ai costi energetici causa forti preoccupazioni nel settore. I prezzi del gas, dopo il record di dicembre (oltre 113 €/Mwh) e i leggeri allentamenti di gennaio e febbraio (86 e 81 €/Mwh), a marzo hanno raggiunto quota 126,6 €/Mwh, che vuol dire in media 6 volte di più rispetto ai prezzi di giugno 2021 (ma in una giornata si è arrivati a 15 volte in più). E a seguito delle riduzioni delle forniture di Gazprom a Italia e Germania, si attendono nuovi rialzi” prosegue Poli.
Inoltre, le quotazioni dei crediti di emissione di CO2 sono in salita pressoché continua da marzo 2020. Il nuovo record assoluto è dell’8 febbraio 2022: 96,38 €/ton. Da una media di 25 €/ton del 2019-2020 questa voce di costo si è attestata su quasi 54 €/ton nel 2021, per arrivare in questi primi mesi 2022, in prossimità di 83 €/ton, senza alcun vantaggio in termini di raggiungimento di obiettivi di riduzione.
“Se aggiungiamo inflazione, crescita dei tassi d’interesse, inversione nei consumi a seguito del conflitto russo ucraino, l’incertezza cresce ancora e viene ulteriormente accentuata dalla minor efficienza della nostra macchina amministrativa” evidenzia Poli. “I dati dei primi quattro mesi del 2022 non rilevano ancora l’impatto di questi fattori in quanto la produzione è in aumento del 3,4% rispetto ai volumi di crescita dello stesso periodo 2021 (+7,1% sul 2020). La produzione di carte per usi grafici ha fatto rilevare un incremento del 4,5% rispetto ai livelli del gennaio-aprile 2021. In aumento anche i volumi dei prodotti destinati all’imballaggio (+4,9%), per le buone dinamiche presentate dalle carte e cartoni per cartone ondulato (+4,4%) e dai più contenuti volumi di altri cartoni da imballaggio (+5,9%) e di altre carte per involgere ed imballo (+5%). In riduzione, invece, la produzione di carte per usi igienico-sanitari (-1,4%) e di altre specialità (-3,2%)” conclude Poli.
“Non possiamo più permetterci una minore efficienza amministrativa a causa dell’emergenza geo-politica e delle decisioni della bio-politica, che chiede di andare sempre più veloci sulla strada della decarbonizzazione, con l’obiettivo di incassare un doppio dividendo” afferma Poli.“Le politiche energetiche e la decarbonizzazione devono seguire un’equazione che tenga in considerazione le filiere industriali e i lavoratori – sottolinea ancora – altrimenti c’è il rischio che si riducano a una forma di giardinaggio”.
“È fondamentale, oggi più che mai, far comprendere al decisore politico che i settori energivori, come quello della carta, sono anche i campioni di sostenibilità. Penso all’impegno messo in campo per far sì che un Paese come il nostro, povero di materie prime, possa recuperarle dagli scarti di lavorazione e dai rifiuti per reimmetterle nei processi produttivi, con effetti positivi sia in termini di riduzione della CO2 e minor impatto sulle matrici naturali, sia in termini di riduzione della dipendenza dalle importazione estere. Bisogna portare avanti con decisione ogni proposta che consenta alle imprese di resistere all’onda d’urto del rincaro dei prezzi delle commodity e la scarsità di materie prime. Su questo fronte ci giochiamo davvero la sopravvivenza stessa di parti importanti del nostro tessuto produttivo” afferma Giovanni Baroni vice presidente Confindustria e presidente Piccola Industria nel suo intervento conclusivo.
In questa ottica occorre, secondo Assocarta, lavorare su cinque proposte operative oltre all’estensione del credito d’imposta al terzo trimestre per l’acquisto di gas (inclusa la cogenerazione) e di energia elettrica, misura non prevista nel DL Bollette approvato mercoledì scorso, ma che deve essere assolutamente considerata, fintanto che ne sussisteranno le condizioni.
1) attuazione della gas release già adottata dal Governo Italiano;
2) attuazione alla Direttiva RED II con il decreto che prevede la promozione dell’uso del biometano nei settori energivori e nelle cogenerazioni industriali;
3) estendere l’istituto della Comunità Energetica all’industria, togliendo innanzi tutto il limite di 1 MKw e il vincolo di essere sotto la stessa cabina elettrica;
4) promuovere gli investimenti privati nell’incremento e nella gestione della forestazione che consentano la “cattura” di carbonio, da parte dei soggetti industriali che si impegnino in progetti in tali ambiti e cosi aggiungano nuova potenziale disponibilità di biomassa all’interno del mix energetico;
5) migliorare ancora l’Economia Circolare con una dichiarazione che attesti che la spedizione e il trattamento dei rifiuti al di fuori dell’Unione avviene in condizioni equivalenti agli obblighi previsti dal diritto ambientale UE.
Infine, ma non meno importante, in linea con la legislazione vigente, tra i contenuti obbligatori del Piano Nazionale Gestione dei Rifiuti e dei Piani Regionali, accanto al recupero di materiale e di energia, l’inclusione del recupero e dello smaltimento dei rifiuti che ne derivino, quindi anche degli scarti del riciclo della carta.
Soddisfare al meglio le richieste dei clienti intercettando le esigenze sempre più sofisticate e creative dei progettisti, con un occhio attento alla parte economica e alla sostenibilità dei materiali impiegati sono alcune delle tematiche che agitano il mercato e a cui la tecnologia inkjet può dare risposte concrete.
Forte di una costante crescita, che spazia dalla stampa commerciale a quella editoriale, dal packaging alle etichette fino ad arrivare all’out of home l’inkjet continua ad attrarre l’attenzione di tutti gli addetti ai lavori.
Lo si evince anche dalle pagine di questo speciale che propone oltre alle testimonianze degli stampatori che hanno affiancato l’inkjet alle macchine da stampa tradizionali, quelle dei fornitori di supporti e dei tecnici del settore.
In particolare è da segnalare come il settore dei substrati, pur nonostante la crescita dei costi energetici, le difficoltà legate alla reperibilità delle materie prime e all’instabilità geopolitica, continui a dimostrare di saper intercettare i bisogni dei clienti e le istanze dei consumatori che orientano le proprie scelte verso materiali a basso impatto ambientale.
Per chi volesse togliersi ogni dubbio sul tema degli inchiostri consigliamo la lettura del relativo articolo; in esso vengono analizzati dal punto di vista tecnico tutti i tipi di inchiostri (UV, solvente, a base acqua, Latex) per poi essere messi in relazione con temi più legati alla conduzione dell’impianto produttivo, alla preparazione del supporto di stampa e allo stoccaggio.
Ci piace chiudere questa breve introduzione allo speciale citando le parole dell’autore dell’articolo «la sfida della stampa inkjet è quella di riuscire a fare volare» le micro-goccioline di inchiostro sul supporto e poi di «fermarle lì, esattamente dove devono stare, perfettamente asciutte e resistenti agli agenti esterni». Buona lettura!
Scarica gratuitamente lo speciale compilando il form di seguito!
Una serata in libertà tra musica, arte, colori e carte organizzata da Mondi presso lo Spazio Cernaia a Milano il 21 giugno per festeggiare Pergraphica la carta che soddisfa i severi standard internazionali stabiliti da FSC (FSC-C015522), EU Ecolabel e altre certificazioni. Una occasione che ci ha permesso di tornare bambini osservando il volume illustrato da Suzy Lee, artista coreana pluripremiata e vincitrice dell’ultimo premio Andersen. Il suo silent book “Estate” edito in Italia da Corraini Edizioni, è un’esplosione di colori impressi dalle grafiche Esperia (Lavis, TN) su carta Pergraphica. Una serata di festa, accompagnati dalla musica “dal vivo” ispiratrice anche del volume di Antonio Vivaldi che ha permesso a cinque invitati di ricevere tramite sorteggio, una copia di “Estate”. Riscoprire passioni e ispirazioni per dare forma alle emozioni: Pergraphica ha realizzato un volume per condurci attraverso sei sensazioni di “viaggi” immaginari in collaborazione con Adobe Stock dal titolo “Catching Feels”. Immagini esaltate da tecniche e finiture di stampa applicati a differenti tipologie di carte che aggiungono profondità ed espressività all’opera.