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Un nuovo paradigma nella stampa delle etichette

Dalla digitalizzazione incalzante alla sostenibilità ineludibile, dal controllo di processo all’analisi dei dati: una discussione a 360° con alcuni dei maggiori protagonisti del settore fotografa le più recenti tendenze tecnologiche del settore della stampa di etichette.

Quando si parla di tecnologie, il mercato delle etichette può fare affidamento a qualche solida certezza, davvero una buona notizia in un periodo quanto mai incerto a livello economico come l’attuale. Una in particolare sembra spiccare e riguarda la diffusione della tecnologia inkjet, nel suo ruolo riconosciuto di motore dei prossimi sviluppi del settore, con la sua capacità di soddisfare la domanda di tarature limitate e prototipazioni, accordandosi sapientemente alle specifiche richieste di volta in volta provenienti dai singoli clienti.

D’altra parte, come gli stessi operatori possono facilmente immaginare in virtù della propria esperienza quotidiana, le sfide tecnologiche non mancheranno, su tutte la necessità di allinearsi a nuove normative che richiederanno un aggiornamento delle competenze e degli strumenti di lavoro nella gestione dei file e nell’elaborazione dei processi software di stampa. La stessa digitalizzazione, oltretutto, non potrà essere confinata alla macchina in sé, allo scopo di coglierla pienamente come nuova opportunità, ma può rappresentare una effettiva chiave di volta soprattutto se arriva ad informare di sé l’intera azienda di stampa, nell’ottica del paradigma di Industria 4.0 e della conseguente gestione intelligente dei dati e degli strumenti di analisi.

La svolta digitale

Sono questi i temi tecnologici principali portati all’attenzione da una tavola rotonda di esperti del settore, organizzata da Italia Grafica all’inizio di marzo. «La tecnologia inkjet è quella che riesce ad essere più trasversale in tutti i settori delle arti grafiche e dove sono più attive, in termini di sviluppo, le società produttrici», ha spiegato Ettore Maretti, amministratore di Rem, che distribuisce la nipponica Screen in Italia con macchine da stampa inkjet industriali roll to roll. «Per quanto riguarda gli etichettifici, vi è stato sicuramente un avvicinamento anche da parte loro, tanto da essere sempre più diventata un must have. La tecnologia del futuro sarà sempre più ibrida, a discapito delle macchine flexo pure».

Per quanto riguarda il mercato, gli etichettifici si stanno sì misurando con diverse sfide come la reperibilità dei materiali autoadesivi, tuttavia, dal punto di vista delle opportunità di lavoro, lo scenario si conferma positivo. «La tecnologia inkjet consente di affrontare la frammentazione del lavoro, aspetto chiaramente complesso da gestire, così come di attingere a delle competenze più facili da reperire sul mercato», ha argomentato Maretti. «La ripetibilità e la stabilità, infatti, sono due caratteristiche intrinseche della tecnologia inkjet».

Inoltre, grazie alla tecnologia digitale, per usufruire di una continua efficienza del macchinario, il mercato ora è abituato ad avvalersi di contratti di assistenza e di manutenzione ordinaria. «Questa è eseguita indipendentemente dalla presenza reale di un dato problema, al fine di prevenirlo e non permetterne la trasformazione in manutenzione straordinaria», ha raccontato Maretti. «Chiaramente, avendo la possibilità di condurre un’assistenza programmata sulle macchine, sapendo quali sono i punti che più possono usurarsi o portare ad un malfunzionamento, si avrà una riduzione degli eventi straordinari e l’assicurazione di una maggiore costanza della produzione».

Appare infatti lontano il tempo in cui le aziende di stampa storcevano il naso rispetto all’idea di avere un costo fisso legato ai contratti di assistenza. «Nel tempo hanno capito il vantaggio, adottandolo anche sulle linee analogiche, richiedendo anche qui manutenzione preventiva e la presenza di tecnici on-site nel corso dell’anno, per evitare gli onerosi fermi macchina», ha assicurato Maretti.

Dal punto di vista della raccolta dati, si sta digitalizzando grazie anche al paradigma di Industry 4.0, che sta favorendo i grossi investimenti delle aziende italiane. «Inizialmente, si guardava più al beneficio economico, però con il tempo le aziende hanno cominciato ad implementare effettivamente con il proprio gestionale le funzionalità di raccolta dati, ottenendo una migliore contezza dei propri processi e arrivando ad aumentare i guadagni», ha aggiunto Maretti. «Questo approccio alla tecnologica e al business sta cominciando a diffondersi anche nelle realtà aziendali di medie e piccole dimensioni. Sicuramente, la sua adozione dipende più dalla predisposizione all’innovazione delle persone, che dalle dimensioni di un’azienda. Infatti alcune, seppure molto piccole, sono fortemente tecnologiche, con competenze e idee all’avanguardia. Nell’insieme delle realtà che operano sul mercato, certamente, la tendenza ad investire nella digitalizzazione, nella raccolta dati e nell’analisi è evidente».

Di certo oggi un etichettificio, piccolo o grande che sia, deve avere in casa tutte le tecnologie, sia analogiche che digitali: macchine a toner, inkjet, offset e flexo. «Le realtà oggi si stanno strutturando in questa maniera perché solo così, in effetti, si può essere efficienti in riferimento a quanto chiede il mercato, valutando di volta in volta la tecnologia più adatta per ogni singolo lavoro», ha suggerito Maretti. «In riferimento alla velocità della stampa digitale, oggi le macchine inkjet da bobina per le etichette vanno tranquillamente a 60 metri al minuto, con un uptime di oltre il 90 per cento. Il break even è dato proprio dalla convenienza, per esempio dalla quantità di inchiostro richiesta dal file, per questo è molto importante sapere prima, in base alla tipologie di etichetta e alla quantità da stampare, su quale tecnologia di stampa indirizzarsi. Oggi tanta stampa digitale è inkjet standalone, che consente una efficienza senza pari fino alle medie tirature, mentre in futuro, se si realizzerà la progressiva diminuzione del costo degli inchiostri, si potrebbero vedere incrementate anche le soluzioni ibride per le alte tirature».

La chiave è la specializzazione

Certamente, come è vero che l’orientamento principale riguarda la stampa inkjet, di fatto in continua crescita in qualità di tecnologia estremamente intuitiva ed immediata dal punto di vista dell’utilizzo, allo stesso modo essa deve essere ben guidata per raggiungere i risultati attesi. «In questa direzione, il tema delle competenze è ancora più cruciale, perché il mondo dell’inkjet ha la necessità di arrivare in macchina con il lavoro già pronto in tutti i suoi aspetti tecnici, da quelli legati al consumo di inchiostro a quelli relativi i tempi di asciugatura», è intervenuto Alessandro Mambretti, presidente di Taga Italia. «È una puntualizzazione che considero importante, perché negli ultimi due anni il mercato ha registrato un aumento molto forte delle soluzioni inkjet e digitali in genere, tanto che gli stessi converter hanno sviluppato macchine specifiche per ottimizzare una parte della filiera».

Negli ultimi due anni l’etichetta ha assunto e rafforzato il suo ruolo importante, ha confermato Mambretti. «Mi riferisco a quello di arricchimento, comunicazione e completamento di packaging di vario tipo, che è cresciuto assieme all’imballaggio flessibile ed alla necessità di personalizzazione, che parli al mercato di riferimento e in base a dove il prodotto è localizzato».

Di conseguenza, procedendo con una lettura tecnica, in questo momento stanno emergendo macchine da stampa digitali specializzate per determinate settori e per specifiche applicazioni, indirizzate a quei clienti che richiedono prodotti molto veloci da realizzare a vantaggio del time-to-market. «Questo fa sì che molte macchine siano specializzate nella formulazione degli inchiostri, in merito alla disponibilità dei materiali su cui si andrà a stampare, con profili colore dedicati e con aspetti legati al finissaggio del prodotto», ha spiegato Mambretti.

In questo senso, ha proseguito Mambretti, le macchine a toner non hanno potuto offrire grandi risposte. «Parliamo di una tecnologia matura, con caratteristiche che non le consentono di spaziare oltre le tipologie di applicazioni note, dove di contro garantisce ottimi risultati. Inoltre, il toner evidenzia un limite fisico che non gli consente di superare determinate velocità, mentre l’inkjet consente di spaziare sia come applicazioni sia come velocità».

Riguardo alle manutenzioni e alla distribuzione dei materiali, anche secondo Mambretti le macchine inkjet in generale presentano l’enorme vantaggio, se ben studiate, di garantire un’elevata stabilità e un uptime veramente alto. «Di contro, questo fa sì che si debba lavorare per mantenerle sempre produttive, ottimizzando il processo di stampa e i file, proprio perché, più la macchina conduce le sue operazioni in modo sistematico, meglio risponde. Su questo approccio alla tecnologia digitale, purtroppo, le aziende sono ancora un po’ lontane, in virtù della logica attualmente ancora predominate, per cui si tende ad utilizzarle in modo versatile su più tipologie di applicazioni, cercando di volta in volta i migliori compromessi, a discapito della realizzazione di produzioni più consapevoli».

Oltretutto, le etichette sono molto preziose dal punto di vista della preparazione. «Ad oggi si è digitalizzata la produzione, ma ancora poco si è fatto sulla parte di workflow e di interscambio dati, per allinearsi debitamente alle specifiche richieste del cliente e alla disponibilità dei relativi materiali in magazzino», ha ricordato Mambretti. «La produzione di etichette, infatti, è molto legata all’immissione sul mercato di una specifica merce. Le richieste, perciò, sono parcellizzate e, di conseguenza, risulta fondamentale, in termini produttivi, avere sotto controllo l’intera filiera, dall’approvvigionamento dei materiali alle tempistiche di lavoro, allo scopo di non interrompere la velocità e ridurre i tempi tipici del processo digitale».

La macchina da stampa, perciò, va considerata nella sua interezza, contemplando anche gli aspetti software, per un suo impiego che possa effettivamente fare la differenza. «Realizzare una etichetta in digitale significa disporre di strumenti per realizzare un processo realmente efficiente. Se ciò non avviene, si continuerà ad avere una crescita azzoppata. D’altra parte l’etichetta è quanto di più immediato, visibile e leggibile ha di fronte a sé ogni singolo consumatore. Ecco perché è richiesta grande attenzione al controllo di ogni aspetto del processo», ha rimarcato Mambretti.

Migliorare la cultura tecnologica

Per certi aspetti, la cultura delle aziende di stampa, rispetto alle opportunità offerte dall’evoluzione tecnologica, deve ancora crescere, soprattutto in riferimento al quarto paradigma industriale e al tema dell’interconnessione. «I finanziamenti e le agevolazioni fiscali hanno sicuramente catalizzato l’attenzione verso nuove macchine e installazioni», ha segnalato Ester Crisanti, direttore tecnico di Italia Grafica. Tuttavia, le esperienze sul campo, tendenzialmente in misura maggiore da Roma in giù, mostrano che molte aziende, in realtà, stanno investendo non con la consapevolezza reale delle potenzialità della macchina acquistata. Spesso si cerca, fondamentalmente, di ottimizzare il ritorno fiscale e, solo in un secondo momento, si tenta di capire come la nuova linea di produzione possa effettivamente entrare all’interno del proprio workflow, allo scopo di migliorare i processi.

D’altra parte, secondo un’indagine dell’Osservatorio del Poligrafico, risulta che sono al massimo sei le tipologie di dati che le piccole e medie imprese utilizzano per analizzare il proprio lavoro. Solitamente sono dati anagrafici, preventivo, consuntivo e poco più. In generale, perciò, in Italia si evidenzia ancora una scarsa cultura dell’analisi dei dati e, soprattutto, una bassa predisposizione a modificare la propria visione sulla loro base.

Tuttavia, tra coloro che investono nelle nuove tecnologie, considerandole strategiche al di là del vantaggio prettamente fiscale, molte stanno guardando le etichette come primo passo verso un mondo sicuramente molto grande di opportunità. «Queste realtà optano per macchine che possono fare piccole e medie produzioni o prototipazioni», ha aggiunto Crisanti. «Questo perché, tra i vari motivi, dal 1° gennaio 2023 sarà attivo un nuovo regolamento su come dovranno essere le etichette in Italia, di conseguenza tantissimi committenti, proprio in questo periodo dell’anno, stanno già cominciando a ripensarle per soddisfare quei requisiti che tra non molto diventeranno obbligatori, mostrando così la necessità di avere tirature più basse, campionature e prototipazioni. A tal proposito, sul sito di Conai è presente tutta una parte di linee guida sulle etichettature e sugli aspetti ambientali, sicuramente utile per entrare nel merito, in modo più specifico, nelle scelte tecnologiche degli imprenditori».

Per quanto riguarda le macchine da stampa, l’inkjet rappresenta sicuramente una opportunità molto concreta, tuttavia pare altrettanto certo che serva un approccio più consapevole alla tecnologia. Diversi operatori cercano, infatti, una soluzione che consenta di lavorare in modo trasversale sulle etichette e sulla stampa tradizionale, anche scendendo a qualche compromesso in termini di prestazioni nella realizzazione delle applicazioni. Per certi aspetti è un atteggiamento comprensibile, poiché naturalmente la macchina in grado di realizzare ogni tipologia di lavoro non esiste. Tuttavia si tratta di un approccio strategico discutibile, che sarà reso definitivamente inopportuno dal 1° gennaio 2023, in virtù del nuovo regolamento sulle etichette.

Anche in riferimento all’utilizzo dei software, per certi versi va ancora sollecitata maggiore attenzione alle opportunità tecnologiche realmente offerte. Certamente i software sono già presenti nella grande maggioranza delle aziende, tuttavia non di rado vanno ancora utilizzati con maggiore contezza, al fine di gestire e organizzare i flussi di lavoro per le etichette. È anche vero, però, che oggi gli investimenti sui software sono diventati più accessibili, evidenziando anche la possibilità di ottenere recuperi fiscali con pacchetti che guardano all’automazione e al paradigma 4.0.

A proposito di criticità rispetto all’impiego delle tecnologie e alle sue evoluzioni, Giovanni Daprà, consulente specializzato nell’organizzazione aziendale in ambito grafico con particolari competenze nella gestione del colore, ha sottolineato come, al di là delle dimensioni aziendali, grandi e piccoli stampatori attualmente si stanno tutti misurando con problemi relativi alla gestione dei file PDF che dovrebbero essere pronti per la stampa. «Per esempio, i colori Pantone non saranno più inseriti nei software di Adobe dall’anno prossimo, lo stesso vale per le Font Type 1 che non saranno considerate in InDesign, Illustrator, ecc. Sono cambiamenti problematici su cui non si avverte, a mio avviso, un’adeguata consapevolezza sul mercato, anticipando i problemi tecnici che questi cambiamenti generano a chi non ne ha consapevolezza».

In modo particolare, grazie alla sua esperienza sul campo e allo stretto contatto con il mondo delle aziende, Daprà avverte soprattutto la mancanza di competenze tecniche adeguate nella gestione dei file sia nella preparazione come nella valutazione tecnica dei contenuti in prestampa. «Il rallentamento in produzione è determinato dal dovere intervenire a monte, situazione che può essere risolta grazie a software specifici e RIP performanti e costantemente aggiornati che richiedono alte competenze oppure in virtù di operatori in grado di usare i programmi con rara disinvoltura e abilità».

Altri temi su cui Daprà ha richiamato con forza l’attenzione riguardano la corrispondenza dei formati di salvataggio, alla luce della disponibilità di soluzioni software di nuova generazione, così come le norme recentemente entrare in vigore, che coinvolgono le aziende di stampa stesse nelle contestazioni. «L’attenzione riservata a questi temi, purtroppo non ancora sufficiente, è decisiva per la sostenibilità e la crescita futura del mercato e dei margini di guadagno che le aziende grafiche lamentano, non sempre trovando opportune soluzioni».

La sostenibilità come driver tecnologico

Oltre alla digitalizzazione, un tema di grande attualità per l’economia nel suo complesso è la sostenibilità ambientale, un orientamento sempre più percepibile e in grado di ridefinire gli sviluppi e le nuove proposte tecnologiche, comprese quelle dedicate al settore della stampa.

Da questo punto di vista, Maretti ha approfondito la dimensione green delle macchine digitali inkjet, confrontandola con la tecnologia flexo. «Per quanto riguarda la sostenibilità, nel confronto tra una macchina digitale inkjet e una macchina flexo, la prima ha un footprint minore per quanto concerne lo spreco di suolo. Passando al consumo energetico, la stampa flexo presenta un diverso numero di cappe di asciugatura, Led e motori. Questi elementi rendono il consumo di energia elettrica su una macchina inkjet di un quinto, rispetto alla flexo. A ciò si aggiungano le caratteristiche avanzate dalle macchine inkjet in termini di avviamento, aspetto che si declina in un ulteriore vantaggio rispetto agli scarti maggiori generati dalle macchine convenzionali. Oltre a ciò, la stampa inkjet azzera anche gli sprechi di inchiostro, elemento fondamentale nell’ottica della sostenibilità».

Proprio al tema degli inchiostri si è agganciato Alessandro Mambretti. «Dal punto di vista della sostenibilità, la formulazione degli inchiostri vede una componente acquosa senza pari nella stampa digitale. Un altro aspetto, proprio del digitale e del mondo dell’etichetta, può aprire una visione differente del settore: infatti, uno dei grandi vantaggi di lavorare a stretto contatto con il mercato, come avviene proprio in questo settore, è quello di ridurre lo spreco generale. Riuscire ad essere efficienti nella produzione, significa produrre lotti ridotti ogni volta che è necessario e possibile».

A sua volta Giovanni Daprà ha segnalato il tema degli scarti legati a tutti i materiali, compreso il foil. Una osservazione opportuna, che ha consentito a Maretti di ricordare che, in riferimento al foil, vi sono tecnologie per ottimizzarne il consumo nel contesto analogico, mentre è appena nata la tecnologia EcoLeaf del gruppo Actega, che permette di utilizzare il metallo solo laddove serve.

A proposito di scarti, a chiudere la tavola rotonda è stata una considerazione finale sulla parte di recupero del liner. «Una volta applicata, una parte dell’etichetta infatti diventa scarto», hanno convenuto i relatori. In più, quando si parla di nobilitazione dell’etichetta, hanno aggiunto, le scelte tecniche e di workflow impattano anch’esse la parte ambientale. La sfida green, insomma, richiede ancora una quantità non indifferente di impegno e cultura aziendale per essere percorsa con piena consapevolezza, così come ulteriori confronti e approfondimenti. Chiusa una tavola rotonda, già se ne annuncia una seconda.

La versatilità dei sistemi Liyu protagonista a Print4All 2022

Partecipazione, interesse e volontà di guardare avanti nonostante il contesto generare: questo il bilancio tracciato dal management di Liyu Italia commentando la presenza a Print4All. “Durante la manifestazione abbiamo incontrato numerosi clienti e prospect del mondo della cartotecnica, ma anche operatori della visual communication interessati a potenziare i propri reparti produttivi con sistemi di taglio e finitura per espandere il business in un settore in crescita come quello del packaging”.

Tre i sistemi esposti allo stand Liyu, che durante tutta la kermesse hanno dato prova delle proprie potenzialità in dimostrazioni live. Da un lato, la flatbed Platinum KC-R Led 2512, dotata di piano aspirato in grado di supportare materiali fino a 300 kg e 250 mm di spessore e di sistema di pinza-squadra automatico per il perfetto allineamento dei supporti; dall’altro, il nuovo plotter ibrido Liyu Platinum EQ2 con tecnologia UV Led, dotato di un esclusivo meccanismo che facilita il passaggio da roll to roll a flatbed, ampliandone le potenzialità applicative. Al loro fianco, il plotter da taglio piano Platinum Q-Cut con possibilità di cambio automatico degli utensili, che ha catalizzato l’attenzione dei visitatori per la sua elevata versatilità per tagliare, fresare e cordonare un’ampia varietà di supporti.

Proprio la versatilità è uno dei plus riconosciuti all’ampia gamma Liyu, che comprende sistemi di stampa digitale in grado di soddisfare le esigenze di molteplici settori, dalla cartotecnica alla visual communication, fino ai diversi comparti dell’industria. Ingegnerizzate per specifici mercati verticali, le tecnologie Liyu consentono, infatti, di operare direttamente su un vasto range di materiali, grazie alle dotazioni messe a punto dall’R&D interno e a una gamma di inchiostri appositamente formulati per le diverse tipologie di supporto. Tra i vantaggi di questi sistemi che maggiormente hanno attratto l’attenzione dei visitatori di Print4All, anche l’estrema semplicità di utilizzo, che li rende facilmente implementabili all’interno di qualsiasi realtà produttiva.

A dimostrazione della poliedricità delle soluzioni Liyu, la gallery di applicazioni in mostra allo stand: dai pack più creativi alle stampe su pelle, dalla decorazione di superfici in vetro stratificato ad EVA fino alle inedite stampe materiche e lenticolari con effetto 3D. Quest’ultima, in particolare, è una tecnologia che permette di creare immagini che ingannano l’occhio, dando l’illusione della profondità, o che mostrano differenti figure quando l’immagine viene vista da diverse angolazioni. Molto utilizzata nel marketing e nella pubblicità, la stampa lenticolare si sta rivelando uno strumento interessante anche per gli architetti in ambito di interior decoration. Fino a qualche anno fa la stampa lenticolare era possibile esclusivamente su piccolo formato. Oggi, grazie all’evoluzione tecnologica dei sistemi digitali, questa tecnica è applicabile anche al grande formato. In particolare, parliamo di sistemi flatbed come Liyu Platinum KC-R Led, che consentono di ottenere effetti lenticolari stampando direttamente su materiali rigidi di vari spessori e dimensioni, anche large format.

Innovazione e sostenibilità: i protagonisti di Packaging Première e PCD Milan

L’appuntamento dedicato al packaging per il settore del lusso che valorizza tutta la filiera: materie prime e lavorazioni intermedie, prodotti finiti, complementi e guarnizioni, servizi. In programma presso il Padiglione 4 di Fieramilanocity dal 24 al 26 maggio, Packaging Première e PCD Milan accoglieranno oltre 270 espositori provenienti da oltre 24 Paesi.

Pier Paolo Ponchia, founder e director di Packaging Première, commenta: “Siamo pronti per questa edizione, all’insegna dell’innovazione e della sostenibilità. I nostri espositori presenteranno prodotti unici, realizzati con un approccio eco-friendly e altamente creativo. La qualità sarà il filo conduttore, che si intreccerà con l’arte e il design”.

Durante i tre giorni di manifestazione verrà dedicato spazio a conferenze che tratteranno i temi principali della manifestazione: gli espositori avranno la possibilità di presentare i propri progetti appartenenti alla sezione Avant-Garde, che gli ha coinvolti direttamente, invitandoli a presentare le più sorprendenti innovazioni. Verrà inoltre trattato il tema del packaging sostenibile applicato al settore del lusso e, in partnership con Esxence – The Art Perfumery Event – si parlerà di bellezza digital, ovvero di quali caratteristiche deve avere il packaging di un prodotto beauty per colpire nel segno. Nell’ultima giornata di manifestazione si svolgerà il Designers Day by Pentawards: Pentawards, riconoscimento nel settore packaging, porterà sul palco innovatori creativi che parleranno del valore del packaging.

Imballaggio flessibile: cosa fare per uno sviluppo sostenibile

Creare un momento e uno spazio di confronto con gli opinion maker è diventato un appuntamento importante per Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, per anticipare i contenuti degli eventi associativi più significativi, come nel caso dell’imminente congresso di primavera, a Roma il 18 e 19 maggio.

Molti e complessi i temi al centro del programma “Imballaggio flessibile in equilibrio nell’era della discontinuità”: dalla situazione congiunturale agli accadimenti internazionali, dal rincaro e scarsità di approvvigionamento delle materie prime all’impatto dei costi energetici con il rischio di interruzione delle forniture, sino alle sfide per la riciclabilità.

Alberto Palaveri, presidente di Giflex, spiega: “A Roma racconteremo le nostre priorità in 4 punti: dialogare con la politica per essere driver del cambiamento e non subirlo, misurare e sistematizzare la sostenibilità, adottare nuovi modelli interassociativi come nel caso del protocollo di filiera siglato con Ucima e Unione Italiana Food; promuovere il valore identitario di imballaggio leggero, altamente tecnologico, sicuro e a ridotto impatto e consumo di materiale”.

Nonostante la complessità del momento, si compra sempre più flessibile. I dati di settore confermano un andamento delle vendite positive, un livello occupazionale in costante crescita e un buon andamento dell’export a significare che l’imballaggio flessibile mantiene salda la sua essenza e la sua storia di valore.

“È importante continuare a informare sul perché facciamo quello che facciamo – continua Palaveri – e per farlo dobbiamo partire dai nostri valori. Per questo abbiamo commissionato una ricerca mirata a definire il profilo identitario e valoriale dell’imballaggio flessibile basato sugli elementi di innovazione e gli impatti positivi che questi hanno sulla vita delle persone e sull’ambiente”.

“I materiali innovativi e tradizionali svolgono un ruolo importante e dimostrano che il futuro potrà essere multiforme e multidirezionale. Ma questo lo deciderà il consumatore. A noi industria spetta fare sintesi!”, conclude il presidente.

La società turca Perfektüp acquisisce il Tubettificio Favia

Renato Favia, Ceo del Tubettificio Favia e Livio Manzini, presidente di Bell Holding

La società turca Perfektüp, tra le più importanti del settore packaging in area Emea, acquisisce il 100% delle quote del Tubettificio Favia.
Una svolta decisiva, che apre alla storica azienda lombarda una nuova prospettiva di consolidamento internazionale. Perfektüp, infatti, è parte del gruppo Bell Holding, di proprietà della famiglia italiana Manzini, che, partendo dalla Turchia, ha creato una realtà riconosciuta in tutta Europa nella fornitura di soluzioni di imballaggio e servizi per l’impresa con oltre 100 milioni di Euro di fatturato, più di 1.000 dipendenti e 11 unità produttive in Turchia e in Europa.

Il gruppo è partner prescelto dalle principali aziende FMCG internazionali e multinazionali a cui fornisce soluzioni di packaging diversificate: tubetti e bombolette in alluminio, tubetti in laminato, bottiglie e contenitori in plastica, vaschette e coperchi IML (in-mold-labeling) oltre a tappi e chiusure per i più svariati settori: cura e igiene personale, oral care, alimentari, farmaceutica.
Attualmente Bell Holding sta investendo in Italia per espandere il proprio network: il Tubettificio Favia è stato scelto in quanto centro produttivo di eccellenza, in particolare nel packaging farmaceutico. L’azienda vanta effettivamente una lunga esperienza come partner di importanti società farmaceutiche internazionali, sin dalla sua fondazione, nell’ormai lontano 1934. La profonda conoscenza del settore ha permesso a Favia di anticiparne i bisogni proponendo soluzioni innovative, come il tubetto in alluminio con bocchello morbido o la stampa digitale su tubetto, fino all’integrazione tra stampa e app mobile che trasforma il packaging in uno strumento di comunicazione 2.0.

Attraverso l’alleanza con Perfektüp, il Tubettificio Favia rafforza ulteriormente la propria posizione come società di riferimento nel packaging farmaceutico: l’azienda turca vanta infatti a sua volta oltre 65 anni di presenza sul mercato europeo, che l’ha vista protagonista di una crescita costante, da azienda locale a leader nella produzione di tubetti in alluminio, in laminato e bombolette spray. Perfektüp è presente in Turchia con tre impianti operativi, oltre a uno in costruzione; in aggiunta, 10 anni fa l’azienda ha aperto anche un ulteriore impianto in Bulgaria. Perfektüp ha complessivamente 460 dipendenti e un fatturato di quasi 50 milioni di euro.

Lecta espande la gamma di film autoadesivi Adestor

Con il lancio della nuova gamma di film autoadesivi Adestor Standard Films Lecta amplia la gamma e il servizio di materiali autoadesivi.

La nuova offerta di prodotti standard comprende sia polipropileni, che offrono rigidità e alta trasparenza, sia polietileni, materiali che si adattano agli imballaggi flessibili o comprimibili, in varie finiture e spessori in grado di coprire un ampio range di applicazioni.

Questo lancio rafforza anche lo sviluppo del servizio per i prodotti in bobina, aggiungendo le qualità più richieste al programma “Taglio Netto”, che consente di ordinare il prodotto nell’altezza richiesta e con una lunghezza di bobina prestabilita.

L’intera gamma Adestor è prodotta secondo gli standard di gestione ambientale ISO 14001 ed EMAS, efficienza energetica ISO 50001, qualità ISO 9001 e salute e sicurezza sul lavoro ISO 45001.

FTA Europe Diamond Awards 2022: brillano le aziende flexo italiane

Assegnati i premi alle eccellenze della stampa flexo europea, nel corso di una serata internazionale che ha visto le aziende italiane del packaging distinguersi tra i gradini più alti del podio e ha posto l’accento ancora una volta sull’impronta vincente delle sinergie di filiera tra stampatori, prepress e brand owner.

Circa 370 gli addetti ai lavori dell’industria flessografica europea presenti alla cerimonia di premiazione degli Fta Europe Diamond Awards, svoltasi a Milano il 5 maggio scorso in concomitanza con le fiere Ipack Ima e Print4All.

12 le categorie in concorso, riferite ad altrettanti segmenti di mercato, che hanno visto la premiazione di 36 aziende provenienti da diversi Paesi europei, una categoria internazionale con premiazioni di aziende di Brasile, USA e Australia e il Best in Show, il premio assegnato all’azienda scelta dalla giuria come la migliore a prescindere dalla categoria di riferimento.

Presenti anche le principali Associazioni aderenti a FTA EUROPE come ATIF, ATEF (Spagna), ATF (Francia) EFTA BENELUX e FIA UK.

Durante la serata di gala le aziende italiane hanno fatto la parte del leone, con 12 aziende premiate sul totale, portando a casa 5 ori, 3 argenti e 4 bronzi e aggiudicandosi il Best in Show.

Nel dettaglio, il gradino più alto del podio è stato conquistato per l’Italia da: Formbags, nella categoria Flexo Print on Paper, Medium Web; Grafiche Pradella, nella categoria Flexo Print on Film and Labels – UV Ink Narrow Web; BPK Packaging per Flexo Print on Film Laminated; Trevikart Progest Group per Corrugated Post Print, Coated; dulcis in fundo, Scatolificio Ceriana che oltre al primo posto per la categoria Corrugated Post Print, Uncoated, si è aggiudicato anche il Best in Show come miglior lavoro di questa edizione.

A un soffio dal gradino più alto del podio, tra le aziende italiane seconde classificate figurano Effegidi, Flex Packaging Al e Minova Labels.

Da segnalare infine quattro ottimi terzi posti anche per le “nostre” Cartotecnica Postumia, Imball Center, Scatolificio Ondulkart e Tonutti Tecniche Grafiche.

L’appuntamento è per il prossimo evento, fra due anni, in occasione di Drupa: le aziende italiane che vogliono cimentarsi e raccogliere la sfida lo possono fare candidandosi al Bestinflexo 2022, che avrà luogo a Bologna il prossimo 15 novembre.

L’elenco di tutti i vincitori è scaricabile qui.

Assemblea Pubblica Federazione Carta Grafica: fatturato 2021 in forte ripresa (+15,7%)

Si è svolta presso la Fiera Milano Rho, in occasione della prima giornata della manifestazione fieristica Print4all, l’Assemblea Pubblica della Federazione Carta Grafica.

L’evento è stato aperto dalla relazione del presidente della Federazione Carlo Emanuele Bona che ha illustrato i dati di consuntivo della filiera e dei settori coinvolti: complessivamente il segmento vale 25,3 miliardi di Euro, pesa l’1,4% del PIL italiano, e vanta 4 miliardi di euro di saldo positivo della bilancia commerciale. Una crescita del 15,7% pari a 3,4 miliardi di euro rispetto al 2020, che riporta il settore sopra i livelli pre-pandemici. Un risultato trainato dalla crescita record del settore cartario, da un ottimo andamento della trasformazione e della produzione di macchine per la stampa e il converting e anche da una buona ripresa del settore grafico editoriale.

“Tale incremento – ha chiarito subito Bona nella sua relazioneè frutto certamente di una reale crescita produttiva, ma va interpretato anche tenendo conto del forte aumento dei prezzi che ha caratterizzato tutto il 2021, soprattutto nei mesi finali dell’anno. Incrementi che hanno riguardato in particolare il settore cartaio, che ha tentato di recuperare parte degli ingenti rincari delle materie prime fibrose e soprattutto degli importanti aumenti dei costi di gas ed energia”.

La soddisfazione per gli ottimi dati di mercato è certamente mitigata dalle forti preoccupazioni legate allo scenario di mercato: “Rincari energetici, rincari delle materie prime e difficoltà di reperimento delle stesse e, soprattutto, l’incertezza quotidiana in cui ci troviamo ad operare rendono veramente difficili per ciascuno di noi le condizioni per fare impresa. Nel primo trimestre del 2022 la situazione è peggiorata e si è complicata ulteriormente, come conseguenza anche del drammatico conflitto in Ucraina. La soluzione, in alcuni casi e per garantire l’economicità delle nostre aziende, è fermare la produzione. Sempre che la causa del fermo non sia la mancanza di materie prime. Un fatto nuovo e mai visto prima, che però ben evidenzia la gravità di ciò che sta accadendo” ha affermato Bona.

Le considerazioni sullo scenario hanno portato poi il presidente di Federazione Carta Grafica a illustrare le richieste della Federazione Carta Grafica in termini di politiche industriali del Governo in merito a tre specifici temi.

Questione energetica: “Bene le misure emergenziali, fondamentali e necessarie per garantire la continuità operativa alle nostre imprese, ma occorrono scelte strategiche di politica energetica per creare condizioni competitive nel medio periodo: abbattere, per esempio, le barriere che ancora impediscono di avere in Europa un mercato del gas unico, con accessi a pari condizioni” ha illustrato Bona.

Sviluppo dell’economia circolare: “In Italia abbiamo già superato gli obiettivi 2030 di riciclo degli imballaggi in quasi tutti i materiali. Nella carta, il tasso di riciclo negli imballaggi è oltre l’85% e quasi il 63% delle carte e cartoni prodotti in Italia è realizzato a partire da carta riciclata e nella produzione di cartone ondulato la carta da riciclare è l’unica materia prima. In Europa, occorre far conoscere sempre meglio il nostro modello e difenderlo, evitando che le nuove direttive attese su rifiuti e imballaggi siano in contrasto con l’approccio italiano di politica industriale all’economia circolare che spinge sul riciclo. Come avvenuto con la direttiva sulla plastica monouso, basata su divieti, restrizioni e demonizzazione dei prodotti monouso, anche quelli a base cellulosica, e opportunamente recepita in Italia con giusti correttiviha sottolineato Bona sul tema dell’economia circolare.

Sostegno a filiera editoriale e dell’informazione: “Storicamente si è operato in questi settori per sostenere la domanda, ma oggi le tensioni energetiche e di approvvigionamento mettono in crisi il sistema produttivo. Occorre, con urgenza, reintrodurre un credito d’imposta sugli acquisti di carta finalizzata alla produzione di libri e riviste specializzate” ha concluso il Presidente della Federazione.

Una prima risposta è arrivata dal ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti che, intervenendo video, ha sottolineato il compito del Governo di accompagnare le imprese in questa fase di forte cambiamento: “Siamo pronti ad affrontare politiche pubbliche per chi ha voglia di fare impresa. Le istituzioni sono consapevoli che tutti i cambiamenti in atto non possono essere a vostro esclusivo carico. In particolare, il tema energia e materie prime deve essere frutto di scelte condivise con costi egualmente ripartiti, non possono essere tutti a carico di chi produce. Un impegno per la sostenibilità e costi suddivisi fra tutti gli attori del sistema”.

Le dinamiche dei singoli comparti della filiera e le strategie adottate da alcune aziende leader del settore, anche in termini di transizione green, sono state oggetto della tavola rotonda, moderata da Rita Querzè de Il Corriere della Sera.

La discussione ha visto la partecipazione di Isabella Bussi, head of Group Sustainability Fedrigoni che ha sottolineato come la carta sia un materiale bio per eccellenza e che il settore cartario favorisce la riforestazione ed è – da tempo – impegnato nel rendere la produzione sempre più sostenibile e nella riconversione energetica; Gianluca Castellini CEO Smurfit Kappa Italy e Antonio Marchi chief Strategy Officer Palladio Group hanno, invece, illustrato le potenzialità del packaging a base cellulosica, sia cartone ondulato o cartoncino teso, che oggi dispone di importanti spazi di mercato, grazie allo sviluppo dell’e-commerce e alla sostenibilità e riciclabilità della carta.

Velleda Virno AD Di Mauro Flexible Packaging ha introdotto il tema del packaging flessibile, il più leggero ed efficace nella conservazione degli alimenti, che contribuisce in modo fondamentale alla sostenibilità. Paolo Bandecchi presidente e CEO di Rotolito Spa ha relazionato sul settore della stampa grafica in grande difficoltà. “È infatti urgente il credito d’imposta sulla carta per stampare i libri. Il rientro di alcune produzioni dal far East è l’unica nota positiva della congiuntura” ha affermato Bandecchi. Davide Garavaglia AD Bobst Italia Spa ha infine messo in luce le difficoltà nel reperimento di materie prime e componentistica che rallentano l’evasione delle commesse sottolineando che la tecnologia di stampa e le innovazioni dell’Industry 4.0 possono dare un importante contributo alla sostenibilità dei processi produttivi e di stampa della filiera.

Alberto Marenghi, vice presidente di Confindustria ha concluso l’evento sul tema delle misure urgenti e straordinarie per affrontare l’emergenza, sia in sede UE che da parte del Governo italiano. Serve, in questa direzione, un’iniziativa concertata comunitaria o bitaliana per un prezzo regolato del gas, che tuteli industria e occupati da prezzi folli e molto diversi dai reali contratti di approvvigionamento in essere”.

Graphicmasters entra nel packaging con Easymatrix 106 CS di MK-Heidelberg

Da sinistra a destra Enzo Guazzarini (socio); Lorenzo Ariberti (business driver postpress Heidelberg Italia); Luca Gallo (responsabile divisione dopostampa); Cellini Giuseppe (socio)

Graphicmasters punta al settore cartotecnico con la fustellatrice Easymatrix 106 CS di MK-Heidelberg.“Ogni immagine impressa in un foglio è il frutto non solo di un processo chimico/tecnologico, ma di una vocazione. Non certo una questione di soldi. È il frutto di un’alchimia fatta di tradizione, passione,cura per i particolari, ricerca della perfezione e competenza”.
Questa bellissima realtà che impersona l’alchimia è Graphicmasters. Nata nel 1990 opera nel settore della stampa di elevata qualità offrendo ai propri clienti attraverso il supporto e il know-how un’ampia gamma di servizi e prodotti.
Negli anni Graphicmasters ha avuto il privilegio di essere partner di Heideleberg ottenendo il certificato “technology by Heidelberg” che gli ha permesso di evolversi tecnologicamente e qualitativamente.
L’ultimo investimento riguarda il settore cartotecnico, grazie all’arrivo di una fustellatrice Easymatrix 106 CS di MK-Heidelberg.
Questa macchina permetterà a Graphicmasters di compiere un salto di qualità significativo, infatti potrà realizzare internamente astucci e scatole per il mercato cartotecnico.
La facilità di utilizzo e la rapidità di avviamento, sono le peculiarità principali della Easymatrix 106 CS, è una macchina dotata di fustellatura ed estrazione dei rifili su un formato 75 x 106 cm. Macchina molto stabile ed affidabile che può lavorare carta, cartoncino teso che ondulato fino a 4 mm.
La macchina, molto sicura nell’operatività, infatti è l’unica fustellatrice nel mercato italiano che ha la doppia certificazione CE e GS e si abbina con i prodotti che Graphicmasters realizza.
Inoltre, in collaborazione con laboratori di analisi certificati, Graphicmasters ha studiato e brevettato un sistema di stampa antibatterica e antifungina, Happy Touch, che garantisce massima sicurezza e salubrità agli stampati creando una barriera protettiva ad ampio spettro inospitale per batteri, particelle infettive e spore, con risultati ampiamente al di sotto del valore medio di 30 ufc/g (Unità Formanti Colonie per gr.).
Oggi più che in passato è forte la necessità di rimettere al centro dell’attenzione il benessere e la sicurezza delle persone ecco perché MK Heidelberg Easymatrix 106 CS è la macchina giusta per Graphicmasters.

Speciale etichette: mercato, supporti e tecnologie

In un celebre film (nda Forrest Gump) a un certo punto uno dei protagonisti elencava in un susseguirsi di scene tutte le possibili ricette realizzabili con un solo ingrediente principale. Ecco, quando parliamo di etichette siamo in una situazione per un certo verso simile: un solo prodotto, dalle mille sfaccettature con un elenco interminabile di funzioni a cui assolvono, di substrati su cui sono stampate, di tecnologie impiegate per la produzione, di forme e dimensioni tra cui scegliere, di funzioni a cui devono assolvere, di regole e normative che devono rispettare.

Le etichette possono essere dotate di intelligenza grazie a dei microchip, possono restituire dati per svariate applicazioni dalla tracciatura all’anticontraffazione, sono prodotte con un occhio attento ai temi del riciclo e dello smaltimento, fanno da ponte verso il web se dotate di qrcode e possono essere un formidabile strumento di marketing.

Ed è proprio da questa varietà di prodotti che il settore tra vantaggio anche in questo momento di incertezza, con i costi dell’energia in aumento e la scarsità di materie prime, tutte le aziende a cui abbiamo dato voce nello speciale mostrano un cauto ottimismo.

La tecnologia digitale, sempre più presente negli etichettifici in affiancamento alle tradizionali offset/flexo e rotocalco, aiuta a dare risposte concrete anche alle richieste di piccole e medie produzioni, alla necessità di personalizzazione e agli ordini just in time che per alcuni settori merceologici sono diventati una costante.

Buone notizie anche dai fornitori di tecnologia che non si sono mai fermati nella ricerca e sviluppo di nuove macchine e nella proposta di servizi innovativi per una migliore gestione dell’assistenza capace di evitare i temuti fermi di produzione.

Insomma, quello delle etichette si riconferma un mondo in pieno fermento con un futuro che ci riserverà molto probabilmente tante altre interessanti novità. Per questo, lo speciale diventa non solo una lettura consigliata ma anche un indispensabile strumento di valutazione e aggiornamento, in pieno spirito Italia Grafica.

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