PTE – Promotion Trade Exhibition, la manifestazione dedicata a oggettistica pubblicitaria, regalistica, tessile promozionale e tecnologie per la personalizzazione, in programma nel mese di gennaio, si terrà a Fiera Milano, dal 9 all’11 marzo 2022.
Una nuova collocazione in prossimità della primavera, identificata grazie al confronto continuo con il mercato, che consentirà di svolgere l’appuntamento in un clima di maggiore serenità per tutti gli attori della filiera.
La manifestazione si prepara dunque a proporre il meglio di oggettistica, tessile e tecnologie per la personalizzazione, con rinnovata attenzione a sostenibilità e proposte made in, caratteristiche peculiari di tutte le novità in mostra.
In attesa di reincontrarsi, PTE continuerà a interagire con il mercato attraverso il suo sito, con aggiornamenti sul progetto, gli approfondimenti di PTE news – sezione dedicata a imprese e professionisti, che raccoglie interviste, novità di prodotto, storie e informazioni – e i contenuti di #PTEpeople, la community digitale attiva tutto l’anno.
L’appuntamento con PTE – PromotionTrade Exhibition è dunque a Fiera Milano, dal 9 all’11 marzo 2022.
Promotion Trade Exhibition cambia data, appuntamento a marzo
Federazione Carta Grafica: 22 miliardi di Euro di PIL a rischio per il caro energia. Gas +600%
A margine dell’evento organizzato da UGL “Indipendenza energetica e sviluppo sostenibile” a Roma, Massimo Medugno direttore di Assocarta e Federazione Carta Grafica ha illustrato le due richieste urgenti per contrastare il caro energia non solo nel settore della produzione di carta (153 siti produttivi e 19mila addetti), ma per tutta la filiera che è pesantemente colpita, direttamente o nell’incremento esponenziale del costo della materia prima. Una filiera che vale l’1,4% del PIL e muove il Made in Italy nel mondo, coi suoi 3,5mld di euro di saldo positivo della Bilancia Commerciale.
“La prima misura è trovare un modo per utilizzare le riserve strategiche nazionali di gas per affrontare questa emergenza. La seconda: lavorare a livello europeo affinché il mercato possa aumentare la liquidità, perché del gas a prezzi convenienti consente alle imprese di reinvestire per il miglioramento energetico e per raggiungere il traguardo della decarbonizzazione” spiega Medugno. “Il prezzo del gas è aumentato del 600% e per le cartiere è la materia prima principale che incide per il 30% sui costi complessivi. Fino a un anno fa il gas costava 20 euro al Megawattora, ieri è arrivato a 90 euro. Pesantemente colpite anche le aziende energivore della stampa rotocalco e i grandi impianti della trasformazione”.
L’Italia è il terzo produttore cartario in Europa dopo Germania e Svezia e il settore vale circa 7 miliardi, ma la filiera, dalle cartiere fino ai produttori di imballaggio, agli stampatori ai produttori di macchinari per la stampa e il converting, crea un fatturato di 22 miliardi di euro, l’1,4% del PIL ed esporta circa il 45% della produzione. È la filiera che ha l’onere e la responsabilità di veicolare nel mondo il Made in Italy. I nostri prodotti vengono inscatolati qui, vengono movimentati, accompagnati e protetti proprio grazie ai nostri imballaggi. Carta vuol poi dire anche prodotti igienici sanitari. Carta è anche cultura e informazione: la produzione di libri e giornali è ha rischio tenuta per i costi della materia prima e le difficoltà a reperirla.
Non è solo la produzione di carta a soffrire, quindi, ma l’intera filiera della grafica, stampa e trasformazione, che sta subendo i colpi della congiuntura, con i rincari dei costi energetici che prosciugano i margini delle aziende che producono stampati, packaging e macchinari per printing e converting.
LUT be or not LUT be?
A 5 anni dalla loro introduzione in Photoshop le LUT, o Look Up Table, tradotte in italiano con Consultazione colore, restano poco conosciute e poco utilizzate. Da dove spuntano? Come sfruttarle in modo utile?
Proviamo a sintetizzarne pregi e difetti dando qualche orientamento chiave.
Cosa sono le LUT?
Le tavole di consultazione colore sono essenzialmente delle tabelle di conversione, dove sono conservate le istruzioni di regolazione da usare per rimappare i colori iniziali di un’immagine o un video sorgente.
Giusto per riportare alcuni contesti affini, e considerate le opportune differenze, operano in modo analogo a:
– i profili ICC usati nella gestione del colore.
– le mappe sfumatura del menu Immagine>Regolazioni
– le tavole colore delle immagini in metodo Scala di colore, come le Gif o le PNG-8
Possiamo quindi considerarlo come un predefinito di conversione colori che ne coinvolge sostanzialmente tutte le caratteristiche (tonalità, saturazione e luminosità), utile per interventi di color correction o, molto più frequentemente, di color grading.
In ambito video sono molto diffuse e utilizzate già da una ventina d’anni, sia per conversioni tecniche che per ottenere effetti visivi specifici, e quelle di cui stiamo parlando in questo articolo sono in prevalenza legate a quest’ultimo aspetto.
Le LUT generate in Photoshop sono esportabili in 4 formati diversi (3DL, CUB, CSP, ICC) e risultano quindi
comodamente importabili nei programmi di editing video come Premiere o After Effects.


Come creare una LUT
Il comando di cui abbiamo bisogno si trova nel menu File>Esporta>Tavole di consultazione colore… ma prima di selezionarlo dobbiamo preparare un file di base che contenga delle indicazioni sulle correzioni da applicare.
Va bene una qualunque quantità di livelli di regolazione, di cui si possono modificare a piacere anche i valori di opacità, riempimento, i metodi di fusione e la fusione condizionale presente nella schermata delle Opzioni di fusione.
Il vantaggio di creare una LUT a partire da combinazioni multiple di livelli di regolazione è contemporaneamente il suo stesso svantaggio: l’applicazione diventa molto rapida perché fa la summa di tutte le regolazioni che contiene, per contro non si possono modificare parametri o caratteristiche di nessuno dei livelli di regolazione da cui siamo partiti.

Come applicare una LUT
Questa sezione può inizialmente apparire banale, dal momento che l’applicazione di una LUT ad un file passa semplicemente per la voce Carica tavola colori 3D… dal menu a tendina File3DLUT.
In realtà in questa sede vorrei sintetizzare le necessarie premesse per ottenere buoni risultati nella loro applicazione, che possiamo ricondurre a due aree principali: l’intensità delle regolazioni applicate e i file di base su cui vengono applicate.
A. I valori di regolazione
Variazioni numeriche molto aggressive, specialmente se contrastanti e applicate su intervalli tonali attigui, possono generare effetti di posterizzazione spiacevoli, con banding e clipping evidenti (in parte risolvibili con l’uso su file a 16 bit nativi anziché 8).
B. Il file di base
Le immagini (o i video) a cui si applica una LUT devono avere una forte coerenza di fondo, in termini di contrasti e di cromia.
Normali fluttuazioni determinate dalle diverse scene sono considerabili normali e sono generalmente risolvibili con interventi manuali da parte del colorist, così da restituire un look coerente.
Invece immagini di partenza con caratteristiche iniziali molto diverse restituiscono inevitabilmente “sapori” diversi, esattamente come in cucina non si può replicare una ricetta di cottura per la costata di manzo se stiamo preparando una crostata di mele.
L’applicazione su un secondo soggetto della LUT creata sulla prima immagine può restituire un riscontro coerente se le condizioni tonali e cromatiche di partenza sono ragionevolmente simili. Parte del successo dipende anche da quali istruzioni vengono salvate nella LUT ma tenere presente questo aspetto aiuta a non prendere cantonate.
(Si ringrazia Francesco Volpe per la concessione d’uso dell’artwork)
L’applicazione della LUT su un’immagine “distante” dalla prima crea un look poco coerente. In questo caso i contrasti possono essere considerati accettabili ma la variazione cromatica sul verde giallastro non ha molto a che vedere con le tinte malva della prima immagine.
Direct marketing, comunicazione personalizzata
In un mondo sempre più attento a valori quali la personalizzazione estrema e la sostenibilità ambientale ed economica, la stampa dei dati variabili presenta una molteplicità di sfide emergenti. Per orientarsi nel nuovo scenario, abbiamo scelto come guida una realtà di riferimento come Addressvitt, forte di un’esperienza pluridecennale maturata operando in più settori di mercato.
«Addressvitt è uno dei più consolidati player del direct marketing italiano», racconta Sergio Pilu, marketing&special projects director. «Siamo nati nel 1956 come piccola azienda specializzata nella gestione delle banche dati e siamo cresciuti ininterrottamente fino a divenire, oggi, una delle più importanti e apprezzate agenzie di direct marketing italiane. In questi decenni di attività nel mondo del marketing diretto a ciclo completo, abbiamo maturato moltissime esperienze, in Italia e all’estero, in ogni settore di attività economica: in particolare Banking, Finance, SGR, Editoria e Retail».
Oggi Addressvitt opera nel settore con l’ambizione di fornire delle risposte ad hoc alle richieste che giungono dal mercato. «La nostra missione è quella di offrire ai nostri clienti la miglior soluzione di direct marketing su misura per le loro esigenze. Per i nostri clienti vogliamo essere l’one stop shop, il punto di riferimento unico dove trovare tutte le competenze necessarie per sviluppare in modo efficace le loro attività di comunicazione e internazionalizzazione».
Cosa sono i dati variabili
Grazie alla sua storia ed esperienza, Addressvitt ha le idee molto chiare su cosa siano i dati variabili e su come abbiano cambiato – e stiano ancora oggi cambiando – il mondo della stampa. «Partiamo dal presupposto che il concetto di dato, oggi, copre una gamma di elementi veramente enorme, andando dalle informazioni di natura “amministrativa” (pensiamo a tutte le informazioni relative a un individuo o un’azienda che permettono l’emissione di una bolletta) a quelle di marketing (comportamentali, da elenco pubblico, di terza parte, raccolte attraverso form e landing page e così via) che, unite ai dati anagrafici di contatto, consentono di produrre una comunicazione personalizzata. Fatta questa premessa», prosegue Pilu, «in termini concettuali il dato variabile ha profondamente cambiato il mondo della stampa, ormai da molto tempo: la sfida di oggi è quella di rendere il più possibile economica la gestione personalizzata di testi, grafiche e immagini per consentire a qualsiasi cliente, che abbia degli esperti di comunicazione attenti e consapevoli, di utilizzarli al meglio. Nel passaggio da campagne tra loro tutte identiche, con la sola differenza dell’indirizzo del destinatario, a campagne realmente personalizzate, nelle quali il contenuto di ciò che ricevo io e ciò che riceve il mio vicino di casa si differenzia in base all’analisi e all’utilizzo dei dati di prima e terza parte, ci sono dei limiti di tecnologia ed economicità che impattano sulle tirature, sulle capacità produttive e, in ultima analisi, sul ROI come elemento decisionale».
La stampa dei dati variabili rappresenta uno scenario che apre opportunità interessanti agli stessi stampatori, in termini di mercati e applicazioni. «Gli stampatori, in qualità di esecutori, se adeguatamente attrezzati, possono cogliere l’occasione di integrare e fare crescere fatturato e margini», conferma Pilu. «Ovviamente, sono però necessari investimenti in professionalità e tecnologie dedicate, che possono variare in modo anche sensibile, a seconda delle applicazioni previste, perché non è la stessa cosa lavorare sulla personalizzazione di una bolletta e su quella di una campagna di loyalty nel settore fashion. L’apporto consulenziale offerto dallo stampatore non può limitarsi alla realizzazione fisica della campagna, ma deve estendersi all’area marketing per affiancarsi al cliente, aiutandolo a trovare il modo migliore di usare i dati che possiede».
Opportunità e sfide
A questo punto, può risultare utile approfondire quali siano le modalità di lavorazione della stampa del dato variabile, descrivendo almeno i passaggi principali. «Direi che in prima battuta, restando nell’ambito delle tecnologie a maggiore diffusione, distinguiamo tra la stampa in inkjet (nero) e quella in laser nero o full color», racconta Pilu. «La prima consiste nell’uso di un getto di inchiostro normalmente nero (a parte rari casi di colori diversi utilizzabili attingendo a una palette di disponibilità piuttosto modesta), mentre la seconda applica la tecnologia laser affiancando al solo nero l’opzione full color. Quest’ultimo caso è, ovviamente, molto interessante quando la tecnologia di stampa (intesa come combinazione di hardware e software) consente di variare tutta la grafica o parti importanti di essa a seconda del destinatario, andando ad attingere ai database relazionali che contengono i dati, dove questi includono le stesse immagini e grafiche che vanno considerate alla stregua dei dati di contatto. In termini di tecnologie di stampa, queste possono essere a foglio o rotative a seconda delle quantità e delle fasi di confezionamento successive».
In senso assoluto, ad agio degli stampatori, secondo Pilu diventa piuttosto complicato indicare la fase di stampa maggiormente critica. «Anche in questo caso la risposta è “dipende”», assicura il manager di Addressvitt. «Generalizzando, le maggiori criticità sono rappresentate dagli eventuali scarti di lavorazione che richiedono il trattamento della reintegrazione nel flusso e il matching, l’abbinamento all’interno dello stesso package inviato a un unico destinatario di più elementi personalizzati. Sono problematiche che si affrontano con una combinazione di esperienza degli operatori e software ad hoc».
In riferimento alle aziende clienti, è invece possibile identificare alcune problematiche da vagliare con attenzione nel preparare i dati per grandi tirature di stampa. «L’aspetto fondamentale, che purtroppo è anche molto spesso quello più trascurato, è la qualità del dato sorgente da mandare in output, che ovviamente dipende dalla corretta gestione del database ed eventualmente di un CRM: un dato non aggiornato oppure “sporco”, come frequentemente capita di dover trattare, rappresenta talvolta un rischio e in ogni caso un fattore di costo, perché obbliga a trattamenti aggiuntivi di data quality che impattano sull’intero processo che porta alla stampa e al confezionamento. È il motivo per cui molti clienti si avvalgono di professionisti con specifiche competenze di questo tipo di attività, come ad esempio Addressvitt».
In questo contesto, il tema della nobilitazione si erge come una opportunità e una sfida. Analizzando il suo rapporto con la stampa di dati variabili, secondo Pilu, «la logica e il buon senso suggeriscono di valutare, di volta in volta, il rapporto tra rischio e beneficio e gli eventuali ritorni di impresa. Le piccole tirature, proprio per gli importi minori generati, danno spazio a nobilitazioni maggiori, che possono essere usate come area test o per operazioni mirate a una fascia ristretta e top class della clientela».
Uno sguardo al futuro
D’altro canto, la tecnologia continua a evolvere per affrontare gli aspetti di preparazione dei dati. «Le applicazioni sono veramente moltissime e le soluzioni devono essere valutate a seconda del settore che si vuole fornire», suggerisce Pilu. «Direi che un trend al quale stiamo già in parte assistendo, e sul quale mi sento di scommettere, è quello che riguarda l’utilizzo del dato variabile basato in modo estremamente rilevante sugli elementi geografici: ritengo che buona parte del futuro si giocherà su un tendenziale abbandono delle grandi tirature di stampa in favore di campagne di location marketing e proximity marketing medio-piccole, quando non addirittura molto piccole ad alto valore aggiunto. Il tutto motivato da una sempre maggiore ricerca di precisione della targetizzazione, di bontà della personalizzazione e di generale sostenibilità – economica ma anche ambientale – delle campagne di comunicazione».
In riferimento a quanto raccontato, i prossimi obiettivi di Addressvitt spaziano in più direzioni. «Stiamo lavorando molto proprio sulla combinazione dei due elementi di cui parlavo: da una parte il rafforzamento della nostra business unit dati per offrire ai clienti capacità analitiche e di clusterizzazione sempre più avanzate, dall’altra abbiamo realizzato un importante investimento nella tecnologia di confezionamento postale in carta, quello che nei mercati stranieri viene conosciuto come paper wrap, che, da una parte, garantisce ai nostri clienti la massima sostenibilità ambientale delle loro operazioni e, dall’altra, gli offre spazi di comunicazione finora non disponibili, all’interno dei quali il dato variabile giocherà un ruolo sempre più importante», conclude Pilu.
Quadient: dalle parole ai fatti, tutti i benefici dell’integrazione
Quando si parla di ridurre i costi o migliorare l’efficienza di un processo produttivo, l’integrazione è una delle soluzioni indicate più di frequente. Spesso, quasi come una sorta di parola magica, senza sufficienti idee utili a tradurla in pratica.
Nei flussi di lavoro post stampa però, oggi tutto questo si può concretizzare. Aspetto ancora più interessante, senza necessariamente dover mettere in preventivo investimenti. Su macchinari e software di ultima generazione, tecnologie e competenze possono essere infatti già disponibili. L’unico impegno richiesto, è capire come adattarli ai propri flussi di lavoro.
Benefici immediati a portata di mano
Una soluzione molto più semplice ed efficace di quanto si possa pensare. Per dimostrarlo, si può guardare a uno scenario molto comune, come la lavorazione di piccolo e medio formato a colori con dei semplici biglietti da visita. Una delle operazioni più importanti anche dal punto di vista del tempo necessario è l’imposizione. In genere, svolta a mano da un operatore esperto e poi inviata al sistema di post stampa.
Da qui, un addetto dovrà prelevare i fogli per trasferirli a una taglierina e successivamente a un modulo di finitura. Il tutto, con una serie di prove per verificare la corretta esecuzione di ogni passaggio ed eventuali ripetizioni, con prospettiva di scarti di produzione.
Uno scenario completamente diverso da quello reso possibile da un software di integrazione. In questo caso infatti, i macchinari interessati sono collegati direttamente al software di imposizione, quindi, una volta stampati i supporti, sarà sufficiente inserirli nel vassoio di entrata del dispositivo di finitura, meglio ancore se un multifunzione, per eseguire il lavoro in automatico, senza necessità di controlli e presidio.
Il valore del tempo
Facile a questo punto inquadrare i benefici. Prima di tutto, in termini di tempo di produzione drasticamente ridotto e riduzione degli sprechi dovuti alla minore esigenza di eseguire prove di stampa.
Soprattutto però, un utilizzo migliore delle risorse e delle competenze. Non è più necessario dedicare personale a mansioni manuali, permettendogli di concentrarsi sulle attività più remunerative, dallo sviluppare un progetto a seguire un nuovo cliente.
La notizia migliore di tutte però è come questo possa costare poco se non addirittura niente.
Esistono infatti dispositivi il cui software a corredo di serie è già in grado di gestire l’integrazione. Il salto di qualità in termini di efficienza e riduzione di costi è quindi solamente una decisione sul quando metterla in pratica.
Un passo reso ancora più semplice grazie all’iniziativa congiunta di Italia Grafica e Quadient per guidare questa importante transizione.
Raggiungere gli obiettivi, il nuovo libro di Sergio Casella edito da Tecniche Nuove
“È semplice rendere le cose complicate, ma è difficile renderle semplici”. (F. Nietzsche)
Viene spesso da chiedersi perché esistono organizzazioni, aziende, squadre, persone che raggiungono risultati in tempi brevi con poche risorse e risolvono problemi complessi mentre altri non sono in grado?
La tesi sostenuta dal nuovo lavoro “Raggiungere gli obiettivi” di Sergio Casella, edito da Tecniche Nuove, con l’ausilio di molti esempi applicativi derivanti dalla sua attività manageriale, è quella che i processi lineari funzionano per risolvere problemi semplici.
Il concetto di causa-effetto, tanto utilizzato per la soluzione di problemi, lavora bene su sistemi creati dall’uomo che nascono con quella logica. Problemi semplici, appunto, lineari, che risultano essere una minoranza.
Le aziende sono composte da persone ed ognuna di queste è di per sé un sistema complesso che funziona in minima parte con logiche razionali ed in gran parte con paradossi, contraddizioni, credenze, legate a sensazioni ed emozioni.
Il volume insegna come abbandonare il consueto modo di pensare. Volare “controvento” è spesso una condizione necessaria al raggiungimento degli obiettivi che ci si prefigge.
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Sergio Casella
Laureato in Chimica e Tecnologie Farmaceutiche, coach e formatore, è presidente di divisione di una multinazionale leader mondiale nel settore dei macchinari per la produzione di carta. La sua attività manageriale e la sua concezione di leadership sono sempre legate al coinvolgimento dei collaboratori, aspetti confluiti nei due precedenti volumi pubblicati in questa collana: La morale aziendale (2014) e Vincere la paura in azienda (2019).
Perché il dato variabile è un mercato in espansione
Ogni studio sulla comunicazione, qualsiasi sia il mezzo utilizzato, concorda sempre su un punto: se il messaggio è rivolto a noi, se possiamo sentirci parte di quel messaggio allora gli prestiamo un frammento di attenzione. Quel frammento è tempo prezioso e per questo motivo il contenuto del messaggio deve avere un valore chiaro, commisurato e significativo per chi lo riceve, perché sprecare il tempo in cose per noi inutili ci infastidisce.
Consideriamo la rapida evoluzione e trasformazione del mercato e delle conseguenti richieste da parte delle aziende quali pressioni generano sui responsabili del marketing; a loro è delegato il compito di trasmettere messaggi complessi a un pubblico diversificato, su un numero sempre crescente di canali, raggiungere rapidamente il mercato e produrre risultati commerciali misurabili; sanno che devono continuamente fornire contenuti di qualità e trovare idee creative perché hanno un forte impatto sul modo in cui una campagna viene percepita dal pubblico di riferimento al quale è destinata; devono fare letteralmente i conti con l’attenzione rivolta alla gestione dei costi complessivi e con la misurazione in termini di ritorno dell’investimento.
Questo mix ha progressivamente portato a semplificare le proprie proposte di mix marketing, spostando l’attenzione sui canali digitali tramite i quali è possibile comunicare direttamente e in modo personalizzato con un vasto pubblico in tempi rapidi e con misurazioni immediate. Ma i risultati dicono che le campagne di e-mail di massa non producono la risposta attesa sui tassi di conversione e che il coinvolgimento degli utenti nel mondo digitale è basso e sporadico. D’altronde l’iperstimolazione e l’iperspecializzazione delle informazioni ha portato molti utenti a iscriversi a siti, newsletter, community che dopo un iniziale tensione partecipativa vedono il progressivo scemare del coinvolgimento degli utenti; così quello che per un azienda può essere un canale attrattivo per veicolare il proprio messaggio rischia di entrare nelle frustrazioni dell’utente che vede progressivamente riempirsi la casella di posta e aumentare i feed di segnalazione, ma si trova impossibilitato a seguirle per mancanza di tempo.
Anche il medium non aiuta perché se è indubbia la versatilità nel veicolare scrittura, elementi visivi animati, grafiche, possibilità di approfondimento e collegamento, costruire velocemente documenti raccogliendo informazioni e fonti, lo stesso mezzo limita il tempo utilizzabile; lo stesso strumento di consultazione è al tempo stesso strumento di lavoro, di comunicazione e svago e come tale aperto alle molteplici sollecitazioni provenienti da questi ambiti, di cui ognuno prende il suo frammento di tempo.
Di fronte a un gigante di opzioni come la comunicazione in digitale, la stampa per comunicare ha subito un impatto senza precedenti che ha portato a una progressiva e costante riduzione degli investimenti da parte delle strutture marketing. Limiti tecnici, ridotta flessibilità, un quadro costi/diffusione inadeguato, difficoltà nel calcolare la giusta misurazione di efficacia della campagna sviluppata, bassa interazione con i destinatari. Sono questi alcuni degli elementi che hanno progressivamente allontanato le società di comunicazione dal considerare la produzione stampata un mezzo di reale investimento per costruire relazioni con i propri e futuri clienti.
Tuttavia, i dati legati alla comunicazione digitale parlano di un crescente numero di richieste di annullamento della sottoscrizione alle newsletter, sempre maggiore ricorso a sistemi digitale di ad-blocking, filtri antispam restringenti, e si registra la necessità di ridurre il numero di e-mail e feed che si ricevono. Allo stesso tempo gli attori della comunicazione sanno che il digitale ha uno spazio ridotto a poche righe di titolo o di body per far aprire la comunicazione e sanno che le campagne di e-mail marketing e social a tappeto hanno e avranno numeri sempre più ridotti di conversione. E questo sta progressivamente riportando interesse all’utilizzo della stampa come veicolo per ampliare lo spazio di comunicazione.
Emerge chiaramente che la personalizzazione è il passaggio chiave che rende efficacie la comunicazione, portando al cliente contenuti mirati e specifici; il semplice incorporare il nome del destinatario in varie parti di una comunicazione aumenta certamente la lettura, ma manca dell’elemento di coinvolgimento reale, del senso di “utilità” che un potenziale cliente nominato si aspetta. I clienti sono consapevoli che hanno fornito e fornisco una grande quantità di informazioni a cui le aziende hanno accesso e per questo si aspetta una comunicazione che rifletta questo livello di conoscenza, che faccia un uso efficace dei dati le sono stati affidati.
Alcune aziende stanno imparando come sfruttare questa conoscenza per creare comunicazioni veramente personalizzate che riflettano le preferenze, i bisogni e i comportamenti dei consumatori, creando relazioni one-to-one di fiducia con ciascuno di loro clienti perché forniscono valore al tempo che il cliente ha “speso” per leggere quella comunicazione. Questo risultato è ottenuto lavorando su un mix di canali di comunicazioni che usano sia il canale digitale (e-mail marketing, social, video, ecc…) sia la stampa massiva e infine la stampa personalizzata. La scelta del mix e il peso dei canali è legato al target di riferimento, all’oggetto della comunicazione, ai budget disponibili, ma tutti sono accomunati da un alto livello di personalizzazione.
Questo sviluppo della comunicazione va sotto il nome di omnicanalità e multicanalità ed è tale la loro necessità e complessità nella gestione che hanno richiesto lo sviluppo di figure professionali con competenze tecniche dedicate in grado di far interagire e operare l’intero mix.
Il problema e l’opportunità della stampa
Dal punto di vista degli operatori della comunicazione il limite della stampa verso il digitale è dato dalla misurabilità e dalle evidenze di efficacia. Pur essendo consapevoli che le campagne stampa hanno la loro efficacia i tempi di rilevamento e il portato numerico di queste campagne è sempre distante da quanto può fornire una qualsiasi strumento digitale. È nel mix di canale che la stampa si avvalora e che supera in efficacia tutti gli altri canali perché ha un ruolo chiave legato alla sua fisicità e immediatezza di lettura. Il 60% delle persone che riceve una comunicazione stampata personalizzata legge tutto il documento prima di decidere se buttalo mentre per comunicazioni digitali è il 47%. Se per le comunicazioni digitali abbiamo un veloce riscontro di efficacia lo spazio fisico di comunicazione è ridotto la lettura immediata per evitare di essere sommersi dalle molteplici comunicazioni che arrivano; viceversa, il riscontro dell’efficacia della stampa è più lento, ma la fisicità consente sia la lettura differenziata dalla ricezione sia un maggiore spazio per i contenuti che sono il vero valore di utilità. Ai primi posti dei motivi che spingono un cliente a leggere una comunicazione stampata ci sono i contenuti personalizzati e rilevanti (54%), la familiarità e credibilità del mittente (47%), l’importanza del messaggio contenuto (38%), la facilità di lettura (38%), alta qualità di carta, impaginazione e immagini (18%).
L’opportunità data dalla comunicazione stampata, all’interno di un mix di canale, è la risposta alla richiesta delle aziende di trasmettere informazioni complesse e strutturate a un pubblico realmente interessato. Lo stampatore oggi ha la possibilità di offrire molteplici opzioni di stampa personalizzata e deve presentarle con autorevolezza e competenza ai propri clienti e ai nuovi; per farlo vuol dire avere sviluppato competenze nella gestione della stampa dei dati, nella gestione dei supporti, nella gestione della logistica e iniziare a usare appieno le tecnologie già disponibili in azienda sia analogiche sia digitali.
Le tecnologie di stampa digitale oggi consentono di personalizzare prodotti già stampati o produrre da zero stampati su molteplici supporti cartacei e sintetici, in quadricromia classica ed estesa, con colori metallizzati, fluorescenti, su piccolo e grande formato, con nobilitazioni e abbellimenti on demand e che seguono i dati personalizzati, offrendo la possibilità di partire da un direct mailing efficace e arrivare a creare un’identificazione su scatole, manifesti, abbigliamento. Un potenziale di crescita e sviluppo ampio che può soddisfare le richieste di mittenti e destinatari della comunicazione e che rappresenta uno sviluppo e una produzione continua con contenuti sempre nuovi.
Adecco organizza Rotolito Academy
Adecco, società specializzata nello sviluppo e valorizzazione del capitale umano, e Rotolito, azienda attiva a livello europeo nella stampa di libri, riviste e cataloghi, hanno organizzato la prima edizione della “Rotolito Academy”, un corso di formazione di 80 ore, completamente gratuito, per tutti coloro che sono interessati a lavorare nel mondo delle arti grafiche, ma non dispongono di competenze sufficienti.
Il corso si tiene in presenza presso la sede di Rotolito a Pioltello (MI), dal 10 al 21 gennaio 2022 e la docenza è stata interamente aziendale. L’Academy nasce con lo scopo di inserire i giovani nel mondo del lavoro, anche attraverso contratti di apprendistato, e creare sinergie con scuole perché i loro studenti potrebbero ottenere concrete opportunità di lavorare nel settore che preferiscono. Da qui l’incontro e la volontà di collaborazione con l’Istituto Rizzoli per l’insegnamento delle arti grafiche, Artigianelli Piamarta e Salesiani di Milano. «L’implementazione di iniziativa come l’Academy Rotolito hanno il ruolo altamente qualificato per connettere il mondo della formazione e quello del lavoro, colmando così il mismatch che ad oggi ancora persiste. I percorsi di formazione ad hoc costituiscono un canale privilegiato per l’ingresso nel mondo del lavoro e danno così un contributo importante nel contrasto alla disoccupazione giovanile» commenta Chiara Buizza, people advisor di Adecco.
Sappi pubblica i risultati del sondaggio sul marketing Sappi/Kantar 2021 con una rivista full colour
L’anno scorso, Sappi ha incaricato Kantar – società di consulenza globale di analisi dati – di intervistare oltre 1.200 specialisti di marketing per sondare cosa conti davvero nel marketing nell’era post-pandemica.
La ricerca – focalizzata su cinque Paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Italia e Regno Unito) oltre agli Stati Uniti – ha fornito dati fondamentali e informazioni preziose sugli sviluppi del marketing in chiave moderna.
Per Sappi è ora giunto il momento di pubblicare i risultati di questo sondaggio con una pubblicazione destinata ad attirare attenzione: “Uno sguardo sul futuro del marketing (e il ruolo sorprendente della stampa)”.
La lettura fornisce spunti illuminanti per ottenere il massimo dagli ultimi marketing trend, tra cui:
- Come massimizzare il ROI dell’investimento marketing
- Perché, oggi, la fiducia è così importante per i consumatori e come sfruttarla a pieno
- Come impostare efficacemente campagne di Agile Marketing
- Il ruolo dell’economia circolare nel garantire la sostenibilità nel marketing
Conor Evers, responsabile marketing di Sappi Europe, ha commentato: “Siamo certi che la stampa possa giocare un ruolo determinante nel moderno marketing mix. I risultati del nostro sondaggio e le storie di successo che abbiamo raccolto nella nostra pubblicazione lo confermano. È tempo di abbandonare le ormai vecchie e superate credenze del marketing sulla carta stampata e mostrare come invece la stampa possa giocare un ruolo chiave, insieme agli altri media, per promuovere un brand, rendendolo distintivo rispetto alla concorrenza”.
Questa pubblicazione di Sappi è l’ultima di una serie di contenuti aggiornati con cui i professionisti del marketing possono esplorare le infinite possibilità della stampa nel moderno media mix.
Per richiedere una copia: https://www.sappipapers.com/it/futuro-del-marketing
Grafiche Morbegnesi festeggia il nuovo anno con una nuova digitale Heidelberg Versafire 5 colori
Grafiche Morbegnesi è un’azienda grafica con sede a Morbegno che opera attivamente nella provincia di Sondrio e in tutta la Valtellina.
Negli ultimi anni Grafiche Morbegnesi ha continuamente aggiornato il proprio parco macchine che oggi spazia dall’offset al digitale stampando ogni tipo di materiale dalla carta al tessuto.
“L’acquisto di una macchina Heidelberg Versafire EV White&Clear è un investimento che ritengo strategico per completare la nostra offerta digitale che ci consente di proporre alla nostra clientela una vastissima varietà di prodotti – dalle brochure ai libri, dalle etichette alle scatole”, racconta Enzo Salvato, titolare dell’azienda.
Grafiche Morbegnesi vanta una lunga esperienza nella progettazione grafica tanto che il suo motto è “diamo forma alle tue idee anche le più strane” così da aiutare i clienti nella realizzazione dei loghi aziendali, nella pubblicità e nella comunicazione. “Diamo importanza a ogni piccolo particolare, cosicché i prodotti che stampiamo possano meglio valorizzare le richieste dei nostri clienti, oggi ancora di più con l’arrivo della nuova digitale Heidelberg”, aggiunge Salvato.
“Versafire EV di Heidelberg con i suoi colori speciali, che possono essere stampati prima o dopo la quadricromia, amplia notevolmente le applicazioni possibili rilasciando un output molto accattivante che consente di realizzare prodotti unici in un solo passaggio”, commenta Luca Ceriani di Heidelberg Italia.