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Webinar HP: come ottenere un vantaggio competitivo con l’inchiostro bianco HP Latex White Ink

Si avvicina il prossimo webinar a livello europeo di HP. L’appuntamento da non perdere è fissato il 25 gennaio 2022 alle 11:00. L’evento si concentrerà sulla tecnologia dell’inchiostro bianco HP Latex e su come dare impulso alle aziende con nuove applicazioni redditizie.

L’incontro parlerà dell’integrazione dell’inchiostro bianco come parte di un’offerta di servizi di stampa e di come questo può offrire alle aziende un vantaggio significativo sui loro concorrenti. Ascolteremo le testimonianze di diversi clienti che utilizzano direttamente l’inchiostro bianco HP, che ci aiuteranno a sviluppare una visione di come la tecnologia può essere utilizzata per una serie di nuove applicazioni redditizie.

Il webinar, che sarà ospitato in inglese, sarà anche completamente accessibile per gli stampatori italiani e stranieri, grazie alla possibilità di traduzione simultanea del contenuto.

Il fornitore di servizi di stampa britannico PressOn, l’azienda di stampa russa Zeytz e lo studio spagnolo di design grafico, marketing e pubblicità Print Zone mostreranno come l’uso della tecnologia dell’inchiostro bianco di HP li abbia aiutati ad andare avanti rispetto alla concorrenza nei loro rispettivi mercati.

La sessione includerà anche una dimostrazione dal vivo delle stampanti HP Latex serie R e HP Latex 800W e mostrerà le applicazioni per le quali l’inchiostro bianco può essere utilizzato, come la grafica per finestre, la segnaletica e le applicazioni decorative.

Inoltre, i partecipanti avranno l’opportunità di discutere direttamente con gli esperti di HP durante una sessione di Q&A dal vivo alla fine del webinar.

Secondo Vesela Asenova, webinar&event planner di HP: “Abbiamo formulato questo webinar per mostrare come l’ultima tecnologia e l’innovazione all’avanguardia di HP possono aiutare i PSP. Raggiungendo risultati sorprendenti, l’inchiostro bianco HP Latex permette ai PSP di distinguersi dalla folla con un bianco ad alta opacità che resiste all’ingiallimento nel tempo per applicazioni su supporti sia trasparenti che colorati. Questa tecnologia permette alle aziende di stampa di creare grafiche che lasciano un impatto duraturo e forniscono il potenziale per margini migliori”.

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Caro energia, i settori energivori a rischio chiusura chiedono al Governo misure immediate

I settori manifatturieri italiani si trovano a fronteggiare un drammatico aumento dei costi delle commodity energetiche, che sta mettendo a rischio la sopravvivenza di molte imprese. Il prezzo dell’energia elettrica continua a registrare valori record: nelle prime due settimane di dicembre ha raggiunto il picco storico di 374 €/MWh (+280% rispetto al valore di gennaio 2021; +650% rispetto a gennaio 2020). Anche le quotazioni del gas naturale stanno registrando degli andamenti di crescita esponenziale: il prezzo della commodity in Italia è cresciuto di oltre il 671% da novembre 2020 a novembre 2021, e le quotazioni al principale hub europeo hanno superato negli ultimi giorni i 180 €/MWh.

Questa situazione comporta per la manifattura italiana un drastico incremento dei costi per la fornitura di energia, che impatta principalmente sui settori ad alta intensità energetica: le industrie dell’acciaio, della carta, del cemento, della ceramica, della chimica, delle fonderie e del vetro e della calce sono nella concreta impossibilità di proseguire con le attività produttive.

Una situazione paradossale, considerando che gli ordinativi sono ai massimi degli ultimi anni e ben oltre i livelli immediatamente pre-pandemia. A questo si aggiunge il fatto che i margini sono erosi completamente da costiche non possono essere trasferiti a valle sui clienti.

Le industrie energivore hanno lanciato il loro grido d’allarme in occasione di una conferenza stampa svoltasi il 27 dicembre 2021, presso Fonderia di Torbole, in provincia di Brescia.

Il fronte imprenditoriale era rappresentato da Fabio Zanardi ed Enrico Frigerio (rispettivamente presidente e vicepresidente di Assofond), Roberto Vavassori (vicepresidente di Anfia), Michele Bianchi (comitato presidenza di Assocarta) e Franco Gussalli Beretta (presidente di Confindustria Brescia), cui si sono aggiunti in collegamento Giovanni Savorani (presidente di Confindustria Ceramica), Roberto Pierucci (comitato presidenza di Assovetro) e Davide Garofalo (consigliere di Assomet).

Il mondo della politica e delle istituzioni ha visto invece la presenza del sen. Matteo Salvini e degli assessori allo Sviluppo Economico di Regione Lombardia, Guido Guidesi, e (in collegamento) di Regione Emilia-Romagna Vincenzo Colla.

Le imprese dei settori energivori hanno un ruolo chiave nel tessuto industriale italiano: generano 88 miliardi l’anno di valore aggiunto, con una forte vocazione all’export che vale circa il 55% del loro fatturato, e sostengono 350.000 posti di lavoro diretti, numero che raddoppia a 700.000 persone calcolando anche l’indotto. La prospettiva per queste imprese è di non riuscire più a garantire ai clienti semilavorati e prodotti e aprire per un gran numero di lavoratori la prospettiva della cassa integrazione. Un rischio ulteriore è che rallenti e fermi l’economia circolare: molti dei settori energy intensive sono, infatti, anche riciclatori di rifiuti e di materie prime secondarie.

Al di là della semplice constatazione di una situazione insostenibile, le associazioni imprenditoriali hanno anche elencato le possibili soluzioni, sia congiunturali sia strutturali, che potrebbero permettere alle imprese per lo meno di non dover affrontare un ulteriore peggioramento nel 2022, dato che lo scenario relativo ai prezzi delle commodity energetiche si annuncia ancora più complesso nei prossimi mesi.

In un momento così straordinario le imprese chiedono interventi immediati. Per mitigare gli effetti devastanti del costo impazzito del gas naturale sui mercati mondiali occorre valorizzare la risorsa del gas nazionale, sia come risposta congiunturale, mediante una procedura di gas release per il periodo invernale, sia creando un meccanismo temporaneo che allochi quote del gas estratto in Italia in sostituzione di gas importato alle imprese a ciclo termico, impegnate nella decarbonizzazione dei loro processi.

Sul fronte dell’energia elettrica deve essere rinviato il capacity market (un nuovo onere che dal 1° gennaio 2022 porterà un aggravio pari a 39,799 €/MWh nelle 500 ore di picco, quelle in cui il sistema ha la maggiore congestione di consumo, e pari a 1,296 €/MWh nelle altre ore) e deve essere data la più ampia applicazione possibile all’art. 39 elettrico. Con uno sguardo di medio periodo serve riformare il mercato elettrico nazionale. I costi energetici crescono e impoveriscono le imprese, produttori e grandi venditori di energia continuano a fare profitti al di sopra di qualsiasi logica di mercato.

In materia di ETS servono i correttivi, anche temporanei, per limitare la possibilità si spinte speculative causate da investitori non industriali. Inoltre va sbloccata la compensazione dei costi indiretti che in Italia sembra essersi arenata.

Crescono i rischi per la tenuta della filiera italiana della carta e della grafica

Nel primo semestre 2021 tutti i valori del complesso dei settori appartenenti alla Federazione Carta Grafica si sono collocati abbondantemente sopra i valori dello stesso periodo del 2020, caratterizzato dagli effetti più pesanti della pandemia, ma restano al di sotto dei risultati del biennio pre-Covid-19.

La ripresa del fatturato (+10,8%), pur apparendo principalmente trainata dalle vendite sul mercato interno (+11,1%), ha potuto contare dal secondo trimestre anche sul recupero di vivacità dell’export (+10,3%), ancora in riduzione nel corso dei primi tre mesi dell’anno. In aumento anche il saldo positivo della bilancia commerciale (+10,5%) che nel 2° trimestre registra il valore massimo dal 2016. Indicazioni generalmente positive, pur con diverse modulazioni, circa gli andamenti del terzo trimestre 2021.

“Nonostante i numeri del 2021 siano nel complesso positivi è forte l’allarme per il rallentamento nelle forniture che frenano la produzione di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e di trasformazione mentre il costo del gas – che incide fino al 40% – per i produttori di carta, settore energy-intensive, in questi giorni registra quotazioni di 180 euro al MWh! Non solo prezzi insostenibili per le cartiere, ma anche oscillazioni nelle quotazioni che possono variare anche del 20% dalla sera alla mattina, a causa della speculazione finanziaria” afferma il Direttore di Federazione Carta Grafica Massimo Medugno ”Ciò si riflette sul costo della carta e sull’approvvigionamento della stessa, che si aggiungono a rialzi delle materie prime in genere, degli additivi e dei trasporti in un contesto di perdurante crisi della stampa periodica e commerciale”.

Dalle ultime analisi del Centro Studi di Confindustria riferite allo stesso periodo, emerge un andamento della produzione industriale in rallentamento, seppur consolidando un trend positivo, a causa di alcuni fattori riconducibili ai fattori di produzione e non alla domanda. Anche la Federazione Carta e Grafica sottolinea come, al di là dei processi inflattivi globali sulle materie prime, ci siano ad oggi forti ritardi nelle forniture, ovvero stiano concretizzandosi gravi fattori limitativi della produzione con conseguenti rallentamenti produttivi che portano ad eventuali ritardi nelle forniture.

Situazione che oggi mette nella condizione le aziende della filiera, al di là della volontà aziendale di rispettare gli obblighi assunti dai contratti di fornitura, a non essere sempre nella condizione di organizzare la produzione in funzione degli stessi tempi formalizzati nelle forniture. A questo proposito, una soluzione potrebbe essere quella di organizzare centrali di acquisto, contrattualizzabili da forme snelle quali i contratti di rete, con garanzie Statali, per aumentare il potere negoziale sulle forniture di un tessuto produttivo fatto di piccole e medie aziende.

Intanto il costo del gas rende la gestione d’impresa così difficile che l’imprenditore cartario si trova spesso a valutare anche sospensioni temporanee della produzione. “La fermata degli impianti è un rischio oggettivo che stiamo correndo ma cerchiamo di resistere pur nella progressiva riduzione di marginalità e nell’incertezza di una politica industriale e soprattutto energetica che, purtroppo, ora ci fa navigare solo a vista” aggiunge Medugno. “In questo contesto l’Europa decide di non decidere sui temi energetici e, intanto, il regolatore italiano segue percorsi pauperistici solo nei confronti dei servizi resi dall’industria alla rete nazionale. Ripartono, nel frattempo, le centrali a carbone abbondantemente ripagate dai consumatori italiani”.

Il gas naturale – è bene ricordarlo – rimane l’unica possibilità – a basso impatto ambientale- nella transizione energetica. Le cartiere italiane negli anni hanno investito in impianti di cogenerazione che consentono risparmi importanti in termini di emissioni di CO2 tanto che il 70% delle cartiere che riciclano sia in Italia che in Europa sono alimentate da gas naturale. Il settore potrebbe utilizzare nelle attuali infrastrutture anche biometano e biogas ottenuto sia dai propri scarti di lavorazione sia da quelli provenienti da altre filiere come quella agroalimentare.

Rischiare il fermo, quando non manca la domanda è un paradosso” conclude Medugno “Soprattutto, con l’entrata in vigore, il prossimo 14 gennaio, della Direttiva Plastica Monouso che spingerà verso imballaggi rinnovabili e più sostenibili, grazie all’ottimo recepimento fatto dal Governo Italiano”.

Dato variabile: scarica lo speciale gratuitamente!

Stampa dati variabili: è tutto chiaro? A questa domanda, speriamo di dare una risposta ampia e articolata negli articoli dello speciale di dicembre dedicato a un mondo in grande fermento.

Da una parte ci sono le tante richieste dei brand owner che hanno la necessità di personalizzare la comunicazione verso i propri clienti variando di copia in copia i testi e le immagini avendo, allo stesso tempo, la garanzia di un’ottima qualità di stampa a dei costi sostenibili. Dall’altra ci sono i fornitori di tecnologia che di anno in anno propongono nuove macchine e nuovi software allargando così il ventaglio di possibili applicazioni.

Ne è un esempio la nobilitazione, che evolvendo verso il digitale, consente di realizzare prodotti fino a poco tempo fa impensabili; per il grande evento del Super Bowl, sono stati realizzati biglietti nobilitati e sempre nel campo del collezionismo delle figurine esistono applicazioni in cui la personalizzazione è stata realizzata mediante l’applicazione del foil.

Ci sono poi campi dove il dato variabile non svolge più la funzione di semplice grafismo comunicativo ma assume il ruolo di mezzo per certificare l’autenticità di un prodotto. Combinando tra loro stampa digitale, dato variabile, inchiostri invisibili e qrcode è possibile aumentare il controllo dell’etichettatura dei prodotti di marca al fine di contrastare il fenomeno della contraffazione.

Ma se le tecnologie ci sono, e l’aspetto economico lentamente sta rendendo la stampa dei dati variabili accessibile a una vasta platea di clienti, la vera sfida sembra giocarsi sull’utilizzo dei dati e sulla capacità degli attori coinvolti, brand owner – agenzie – stampatori, di creare campagne realmente personalizzate, nelle quali il contenuto di ciò che si riceve nasce da una attenta analisi dei comportamenti dei consumatori.

Insomma tante novità e opportunità per tutti coloro che abbiamo in mente una strategia e l’intenzione di investire in formazione per restare al passo con una tecnologia sempre in evoluzione.

Confindustria Toscana Nord, prezzi energetici fuori controllo

Le proiezioni del mercato del gas sono chiare e, nonostante una certa volatilità, danno indicazioni univoche: i già elevatissimi prezzi attuali, che si collocano per la materia prima intorno a 1,20 euro al metro cubo, sono destinati a crescere a gennaio di un ulteriore 40%. Quanto accaduto, con l’ennesima impennata dovuta alla contrazione dei flussi provenienti dal gasdotto Yamal-Europe, è una drammatica conferma di un quadro che era comunque già evidente. Per comprendere la gravità della situazione si consideri che prima dell’inizio di questa galoppata dei prezzi la quotazione del gas era intorno ai 20 centesimi al metro cubo, vale a dire 8 volte di meno di quanto si prospetta nelle prossime settimane.

Soprattutto nel caso dell’Italia, che produce gran parte dell’energia elettrica in centrali a gas, il prezzo elevato di quest’ultimo trascina con sé anche la bolletta dell’elettricità, per la quale si registra un incremento di prezzo da gennaio ad oggi del 130% nonostante l’intervento del governo sugli oneri di sistema.

“La situazione è sempre più pericolosa per le aziende ad alta intensità di consumi energetici – commenta con preoccupazione il presidente di Confindustria Toscana Nord Daniele Matteini -. Il rischio che corriamo, e che già oggi è una pesante realtà, è di una ripresa senza margini o addirittura in perdita. In sostanza le aziende lavorano sì, anche intensamente, ma rischiano di avere bilanci con segno meno anche consistente, fino al punto di destabilizzarle in maniera irreversibile. Una prospettiva di eccezionale gravità, non sempre ben capita dalle autorità e dall’opinione pubblica. Le soluzioni sono impervie, ma imprescindibili: in prospettiva assumere la questione energetica come priorità assoluta nelle politiche del paese, aumentando il più possibile la produzione nazionale di gas e gestendo la necessaria transizione ecologica con pragmatismo ed efficienza. Fondamentale anche il ruolo, economico e politico, dell’Unione Europea nelle sue relazioni con i paesi produttori. Nel frattempo comunque occorre tamponare l’emergenza in atto alleggerendo il più possibile la pressione sulle aziende ad alta l’intensità di consumi energetici e in generale su tutte le aziende, che, praticamente senza eccezione, risentono negativamente di questa situazione. Un obiettivo, questo, a cui possono concorrere sia i decisori pubblici, ad esempio mettendo a disposizione gli stoccaggi di riserva del gas e riducendo le imposizioni fiscali a carico delle aziende sull’energia elettrica, sia il contesto economico, dalle filiere in cui le aziende si collocano al mercato, che in molti casi non potrà non farsi carico di questi aggravi. Occorre insomma che gli aumenti siano assorbiti in maniera diffusa e non concentrati sulle sole aziende energivore, pena gravi dissesti dell’intero sistema produttivo e della situazione occupazionale”.

Assemblea d’autunno Gifasp 2021: rispondere alla crisi

All’interno del settore degli astucci e delle scatole pieghevoli in cartoncino, rappresentato da Gifasp, le migliori performance nel pieno del difficile periodo pandemico sono appannaggio del segmento del general packaging e delle medie imprese, come dimostrano i dati 2020 presentati all’ultima Assemblea d’autunno del gruppo. Nei prossimi mesi si lavorerà al recupero dei volumi di fatturato del comparto cosmetico e al problema del reperimento della materia prima cellulosica.

Intanto prosegue il successo di Gifasp Academy con l’obiettivo di formare i soci e di allargare la base associativa.

La particolarità del periodo che stiamo vivendo impone uno sguardo diverso anche alle dinamiche economiche di settore. Accade quindi che se, in contingenze normali, una notizia sarebbe stata poco confortante, nel pieno degli effetti di una crisi pandemica la stessa diventi positiva. Concludere il 2020 con un -2% rispetto all’anno precedente significa avere ottenuto risultati decisamente migliori rispetto all’industria manifatturiera italiana, che ha chiuso l’anno a quasi -13%.

È quanto accaduto al settore degli astucci e delle scatole pieghevoli in cartoncino, rappresentato in Assografici dal gruppo Gifasp.

Diventare più resilienti

L’Assemblea d’autunno Gifasp 2021, che si è tenuta lo scorso novembre a Bologna, è stata l’occasione per fare il punto sull’andamento del settore. La relazione economico finanziaria, presentata da StudiaBO e basata sull’analisi dei bilanci delle principali aziende associate, ha evidenziato come tutti i cluster merceologici analizzati – ovvero il general packaging, il farmaceutico e il comparto cosmetico – abbiano mostrato performance economiche superiori alla media della manifattura nazionale.

Dunque una buona risposta, nonostante il periodo difficile, ma con differenze a seconda del segmento. In base ai dati dell’analisi, il comparto del general packaging ha saputo preservare i livelli di attività, dimostrandosi in grado di affrontare gli effetti della pandemia e del conseguente lockdown che, al contrario, ha fortemente penalizzato altre realtà. Diverso il caso del segmento cosmetico che è stato maggiormente colpito, subendo una riduzione del giro d’affari a due cifre percentuali.

Si dovrà quindi agire su alcuni comparti più che su altri. «Rispetto a quanto emerso nell’ultima analisi dei bilanci» spiega in merito Fabio Panetta, segretario generale di Gifasp, «occorrerà sicuramente recuperare i volumi di fatturato del comparto cosmetico che sono andati persi per colpa delle perdite sperimentate l’anno scorso durante i diversi lockdown in corrispondenza di un contesto di domanda avverso».

È indubbio che sarà necessario cambiare e adeguarsi a un mercato ormai mutato anche nelle necessità. «Più in generale, il settore dovrà dimostrare di essere resiliente rispetto a probabili future contrazioni dei consumi del commercio al dettaglio e nella grande distribuzione, ovvero quei consumi maggiormente legati e che più risentirebbero di possibili nuovi lockdown dovuti all’epidemia mondiale di coronavirus».

Le sfide

Dalla relazione economico finanziaria di StudiaBO emergono anche altri elementi interessanti. I margini operativi del settore si sono mantenuti su livelli di massimo. Gli analisti non hanno evidenziato differenze significative a livello di specializzazioni merceologiche, mentre, considerando le dimensioni delle aziende, sono state le medie imprese a registrare un migliore andamento rispetto alle piccole. In tutti i casi però le imprese del settore degli astucci e delle scatole pieghevoli in cartoncino hanno avuto nel 2020 livelli di redditività superiori a quelli che mediamente caratterizzano l’industria manifatturiera italiana. La gran parte delle imprese analizzate (88%) ha evidenziato ROI– indici di redditività della gestione caratteristica – positivi.

In definitiva, all’interno del settore, le migliori performanti del 2020 sono state appannaggio del segmento del general packaging – per quanto riguarda il cluster merceologico – e delle medie imprese – per quanto riguarda quello dimensionale.

Chiediamo quindi a Panetta quali siano le sfide che attendono il settore per il 2022. «Dal punto di vista della gestione dei processi produttivi» spiega, «la sfida principale che il settore cartotecnico sta già affrontando da diversi mesi e che sicuramente proseguirà anche all’inizio del 2022 è la difficoltà di reperimento della materia prima cellulosica – senza contare i relativi incrementi dei prezzi – che rende complicata la pianificazione aziendale. Soprattutto in questa fase storica in cui il consumatore finale, e quindi il mercato, richiede imballaggi sempre più sostenibili come quelli in carta e cartone».

Focus formazione

Il congresso bolognese è stato anche l’occasione per presentare il primo documento tecnico nato in seno alla Gifasp Academy. Questa, precisa il segretario generale del gruppo, nasce da un’idea e da un’iniziativa fortemente voluta da Alessandro Tomassini, il presidente di Gifasp. «Il Comitato Tecnico Gifasp, organo incaricato dello sviluppo delle attività tecniche a beneficio delle aziende cartotecniche associate, aveva già iniziato con la presidenza di Emilio Albertini a realizzare proattivamente dei seminari di approfondimento tecnico» prosegue «ed è proprio in tale contesto che nasce la Gifasp Academy: lo strumento con il quale vengono oggi organizzati seminari e webinar intesi a dare formazione alle nuove maestranze in azienda e aggiornamenti agli operatori delle aziende associate su temi legati al processo produttivo degli astucci».

Un progetto che sta dando buoni risultati e che le aziende del gruppo dimostrano di apprezzare. «Il favorire un collegamento tra aziende associate e aziende fornitrici che producono tecnologie, materie prime e offrono consulenze tecniche, sta determinando il successo dell’Academy».

Chiediamo quindi a Panetta di spiegarci cosa le imprese chiedano e cosa gradiscono dell’Academy. «Gli aspetti più apprezzati sono certamente la relazione costruttiva tra le aziende, la possibilità di avere uno spazio formativo di approfondimento, scambio e confronto per le proprie maestranze, l’opportunità di essere proattivamente informati sui temi di maggior interesse del momento». Del resto, aggiunge, «questo è quello che i nostri associati ci chiedono con forza e a cui noi da tempo abbiamo deciso di dedicare tempo e risorse perché crediamo che, assieme ovviamente ad altri servizi, sia la base del valore di un’associazione».

Il primo documento, che è stato presentato al congresso, è destinato alle maestranze delle aziende associate e verte sulle tematiche del rilievo – sia a caldo sia a freddo – e della fustellatura contemporanea con rilievo.

Il temi caldi del 2022

Si attende quindi un 2022 ricco di progetti e di un nuovo ciclo di webinar tecnici. «Proprio in occasione dell’ultimo incontro a Bologna dello scorso novembre» prosegue Panetta «abbiamo relazionato agli associati su quanto realizzato durante il 2021 e chiesto loro quali fossero i bisogni formativi più importanti in questo momento, al fine di realizzare un calendario di seminari per il 2022 sulla base di questi feedback».

Il primo documento tecnico – Vers. 0.1 – che è stato prodotto sulla base di uno degli argomenti approfonditi nel corso del 2021 – ovvero la nobilitazione in cartotecnica – è solo, spiega Panetta, «il primo fascicolo che comporrà la biblioteca formativa che costituiremo in associazione, e sarà nel tempo uno strumento importante per tutti i nostri soci».

Sicuramente tra i temi che il gruppo affronterà nel corso del nuovo anno ci saranno «la fase produttiva della prestampa con approfondimenti sull’evoluzione della sua tecnologia e la gestione dell’immagine. Uno spazio lo dedicheremo alle materie prime per il packaging, con un approfondimento sui prodotti barriera. Parleremo poi di sicurezza informatica e tutela degli artwork».

«Da ultimo, “ma non ultimo”» conclude Panetta «è importante menzionare come, da tutte queste attività rivolte ai soci, nascerà a breve un’ulteriore mission per l’Academy: promuovere questa attività e la nostra associazione in generale presso le aziende che ancora non ci conoscono, ma da cui stiamo già avendo dei ritorni di interesse e desiderio di partecipazione».

I numeri internazionali

Le aziende Gifasp fanno parte del più ampio settore cartotecnico trasformatore nel quale, nel corso degli ultimi anni, l’industria italiana è riuscita a mantenere e confermare la seconda posizione tra i produttori europei, eccellendo anche a livello internazionale nella produzione di cartone ondulato, imballaggi stampati, carte da parati e oggettistica da regalo.

Secondo quanto emerge dal “Report economico statistico 2020-2021” curato dal Centro Studi di Assografici, dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea, a febbraio del 2020, le prime cinque posizioni nel settore, per quota percentuale di fatturato sul totale dell’Ue – dei 27 Paesi –, sono occupate da Germania, Italia, Francia, Spagna e Polonia (figura 1).

In totale l’industria cartotecnica trasformatrice europea fattura circa 104,4 miliardi di euro ed è rappresentata da circa 16.500 imprese, con 464.700 addetti (fonte Eurostat).

Per quanto riguarda i dati di produzione, sempre considerando l’Ue27, nel 2020 si è registrato un calo del 3,9% rispetto al 2019, mentre il fatturato è sceso in maniera più consistente, ovvero del 7,9%. Se la Germania e la Spagna hanno sofferto una diminuzione del giro d’affari più forte, pari per entrambe al 8,2%, la Francia ha segnato un -7,3% e l’Italia si è assestata al -3%, l’unica nazione ad avere segno positivo, tra le maggiori del settore, è stata la Polonia, con un +0,4% (figura 2).

Il Regno Unito, invece, ormai extra Ue, ha registrato una diminuzione del fatturato nel 2020 pari al 6,8%.

 

Come ottimizzare la finitura, multifunzione e cucipiega protagonisti

Codici a barre, software Rip, automazioni. Quando si parla di dato variabile, in riferimento al settore della finitura e della nobilitazione, sono molte le tecnologie che salgono sul palco e guadagnano un ruolo di protagonista. Oltretutto semplificando enormemente il lavoro degli operatori e, di conseguenza, consentendo alle aziende di stampa di ottimizzare al massimo l’impiego delle proprie risorse. Nell’insieme, lo scenario migliore per gli stampatori per avere qualità ed efficienza come ali.

Queste riflessioni nascono spontaneamente pensando all’esperienza di Quadient, che è attiva sul mercato come distributore unico delle macchine per finitura e nobilitazione targate Duplo. «Come azienda possiamo parlare di dato variabile sotto due aspetti», spiega Davide Messina, product specialist graphics. «Da un lato, attraverso le attrezzature che chiamiamo multifunzione, ovvero taglio, rifilo, cordonatura e perforazioni in unico passaggio; dall’altro, quando prendiamo in considerazione ciò che le nostre attrezzature possono fare per libretti punto metallico ovvero cucitura».

Nel primo caso – quello dei multifunzione –, Quadient gestisce il dato variabile con un codice a barre che la macchina può leggere e, sulla base delle informazioni così acquisite, può andare a settare i parametri di lavoro. «Le informazioni scritte sul codice a barre non sono altro che un richiamo a un canale della macchina», illustra Messina. «Lo stampatore, perciò, può impostare un lavoro, dando alla macchina caratteristiche e input relativi al formato di lavoro iniziale, al formato di lavoro finito e alle lavorazioni da fare. Queste informazioni sono contenute all’interno di un canale della macchina. Quello che si va a fare in modo automatico con il codice a barre, che in questo caso possiamo definire una sorta di dato variabile, è far sì che su ogni lavoro ci sia un codice a barre diverso: prima di eseguire il lavoro, la macchina legge il codice a barre e va a settare conseguentemente tutti gli utensili».

Domina la stampa commerciale

Di fatto, le informazioni contenute all’interno dei codici a barre sono le informazioni dei canali relativi ai diversi lavori che, nel loro insieme, la macchina esegue in modo automatico. «Lo chiamiamo dato variabile in riferimento alla capacità di effettuare lavori diversi in sequenza», dichiara Messina.

In termini di applicazioni, le macchine multifunzione Duplo oggetto delle riflessioni di Messina, rispetto al tema dei dati variabili, sono indirizzate prevalentemente agli stampatori di stampa commerciale. «L’esempio più classico per fare capire le potenzialità della macchina multifunzione Duplo è il biglietto da visita, considerata la serie di tagli necessari. Possiamo però citare anche prodotti come brochure e coupon, così come cartoline di invito e pieghevoli».

La forza dei multifunzione Duplo proposti da Quadient è di garantire una estrema semplicità. «Una sola risorsa può occuparsi sia della stampa che della finitura, controllando in modo intuitivo ed immediato tutti i parametri della macchina dal pc controller», aggiunge Messina.

La stessa dotazione software offre un contributo fondamentale. «Tutto quello che l’operatore deve fare per produrre e finire un lavoro è dare i parametri alla macchina. Siccome questa può eseguire diverse lavorazioni, è necessaria anche una parte di intervento manuale da parte dell’operatore, precisamente in relazione al cambio fisico degli utensili. Tuttavia, l’utilizzo della macchina Duplo passa al 90 per cento per software e pc».

A ciò si aggiunge un ulteriore aspetto particolarmente interessante, per chi deve fare stampa e finitura: riguarda l’integrazione delle macchine Duplo con il software Rip Fiery di Efi. «In questo modo si può by-passare tutto il lavoro di programmazione, il quale, per quanto semplice e foriero di pochissimi scarti, richiede il suo tempo. Viceversa, utilizzando Fiery di Efi, lo stampatore può inserire direttamente le informazioni necessarie all’interno del software Rip per inviare i file in stampa e le informazioni dei job direttamente alla macchina multifunzione Duplo. Perciò, l’operatore non deve neppure programmare i parametri necessari alla macchina per tagliare. In questo modo chi si occupa della finitura, può essere la stessa persona che ha stampato in precedenza il lavoro o che ha gestito la fase di prestampa».

In qualità di distributore unico delle macchine multifunzione Duplo, Quadient può immaginare ulteriori evoluzioni tecnologiche per queste attrezzature. «Pur garantendo prestazioni davvero importanti, con livelli altissimi di efficienza, precisione e automazione, i multifunzione Duplo possono ancora migliorare. Crediamo che potranno esserci ulteriori incrementi delle velocità e delle precisioni dei tagli, già oggi al decimo di millimetro».

I cucipiega oggi e domani

L’altra tecnologia distribuita in modo esclusivo da Quadient che contempla i dati variabili sono i cucipiega Duplo. «Proponiamo soluzioni di tre diverse fasce a seconda della velocità e dei formati», riprende Messina. «Possiamo fare un discorso sul dato variabile quando parliamo di alimentazione digitale. In questo caso, la cucipiega può gestire, sempre attraverso i codici a barre, una serie di lavori dello stesso formato, ma composti da un diverso numero di quartini, l’uno diverso dall’altro per il contenuto».

Oltre che con il codice a barre, ciò può avvenire anche in un secondo modo. «Se lo stampatore non ha un software Rip che gestisce il codice a barre, può inserire dei segni neri che la macchina va a leggere come segnale per chiudere il libretto».

Anche in questo caso, le applicazioni possibili fanno riferimento essenzialmente al campo commerciale e a ciò che può essere contenuto in un libretto punto metallico, come brochure, white paper e cataloghi.

Come nel caso dei multifunzione, anche per quanto riguarda i cucipiega, la filosofia di Duplo è quella di garantire la massima semplicità di utilizzo. «Tutte le macchine Duplo hanno un pc controller dal quale lo stampatore può gestire tutti i parametri da inserire: formato del libretto, numero di quartini che lo compongono, fino alla copertina. Grazie al pc controller lo stampatore può anche andare a controllare tutti quei parametri che assicurano che il lavoro sarà ultimato a regola d’arte».

Pure per i cucipiega si prospetta l’introduzione di ulteriori migliorie. «Possiamo anche qui immaginare ancora più velocità, così come la gestione di ulteriori formati. Tutto ciò dipenderà», conclude Messina, «da come uno stampatore andrà a concepire un determinato libretto». Qualunque sia lo spunto, la buona notizia è che la tecnologia consentirà agli stampatori di trasformare qualsiasi idea in realtà.

Le emozioni tra tecnologia e marketing

Hermann Hesse diceva che in natura non esiste nulla di così perfido, selvaggio e crudele come la gente normale. A questo aforisma possiamo aggiungere che non esiste niente di più crudele che un oggetto normale. Ecco perché è importante rendere unici gli oggetti. Vediamo come.

Giovanni Re, community manager Roland DG Mid Europe

Oggi l’unica modalità per poter emergere in questo mondo di distrazione è quella di catturare l’attenzione. Bisogna distinguersi per non estinguersi. Quante volte siamo andati in un supermercato alla ricerca di un bene e siamo rimasti attoniti davanti una parete di oggetti estremamente simili tra loro, la scelta diventa estremamente complessa e anche la lettura di un’etichetta non restituisce informazioni utili per soddisfare il nostro bisogno. Serve qualcosa di più.

Se andiamo ad analizzare la progressione del valore economico, possiamo partire dal primo livello, il più basso, quello destinato alle commodity. Per commodity intendiamo i materiali fungibili estratti del mondo naturale. Per esempio, è una commodity il grano o il chicco di caffè, come è una commodity il petrolio o altri materiali estratti dal sottosuolo. In questo ambito il prezzo è il fattore chiave per la scelta. Un kg di caffè in cicchi ha un costo medio di 11,69 €. Ogni espresso realizzato con i chicchi di caffè costerà quindi 0,08 €.

Facciamo l’esempio con caffè analizzando la sua evoluzione o meglio l’evoluzione nella progressione del valore economico.

Nel trasformare questa commodity in bene siamo passati dai sacchi di chicchi di caffè a un manufatto tangibile standardizzato e immagazzinabile. Nel nostro caso il sacco si evolve in un pacchetto di caffè che posso comprare al supermercato e contiene anche informazioni sul brand che produce questo bene. L’evoluzione economica è chiara. Dal costo di 0,08 € per caffè passiamo a 0,12 € per la moka o di 0,40 € per le cialde.

Lo step successivo della progressione del valore economico porta il nostro bene a una sua evoluzione ossia in quella dei servizi. riprendendo l’esempio del caffè in questo caso possiamo tranquillamente dire che il suo costo al bar equivale o supera il costo di un pacchetto di caffè comprato al supermercato. Volendo sintetizzare il servizio lo si può declinare come una serie di attività intangibili rivolte a un determinato cliente.

Dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa

Abbiamo altre due evoluzioni da analizzare nella progressione del valore economico: subito dopo i servizi tramite la personalizzazione possiamo parlare di esperienze. L’esperienza è un evento memorabile che coinvolge l’individuo sul piano personale. Proseguendo con l’esempio del caffè, sono certo che nessuno si lamenterà nel pagare anche 10 € per un singolo caffè gustato in un tavolo in Piazza San Marco a Venezia servito da un elegante cameriere mentre si ascolta della musica classica dal vivo.

L’ultima evoluzione della progressione del valore economico verte sulle trasformazioni, cioè sui cambiamenti individuali ed efficaci prodotti sull’individuo. In questo caso se vogliamo chiudere il ciclo di esempi con il caffè potremmo parlare di corsi di degustazione del caffè, destinati alla nicchia degli amanti di questa bevanda che sono disposti a spendere centinaia di euro per ampliare culturalmente la loro passione.

Per quello che ci riguarda, nel nostro mondo di stampatori digitali, andremo ad approfondire l’argomento delle esperienze destinate alla personalizzazione di massa.

Ci sono casi in cui l’etichetta di una bottiglia, per esempio quella della Coca-cola o della Nutella, attrae la nostra attenzione in quanto contiene delle informazioni personalizzate, sia essa il nome la qualifica o la foto di una località a noi nota. Chi di voi è stato a Expo di Milano si ricorderà della fila nello stand della Coca-cola dove personalizzavano l’etichetta con il proprio nome. Ci sono centinaia di altri esempi come le minifigure della Lego e tanto altro che man mano discuteremo in questo articolo.

Il punto chiave è il passaggio dalla produzione di massa alla personalizzazione di massa. Nella curva di distribuzione dei beni ci troviamo davanti una forma a campana dove nel punto centrale andiamo a posizionare i beni considerati come normali. Oggi questa curva si è schiacciata e allungata fornendo nei due estremi una quantità enorme di variabili molto più appetibili a nicchie che richiedono personalizzazione dello stesso bene standardizzato.

Il ruolo della stampa digitale

Il momento storico che stiamo vivendo dove l’industria manifatturiera incontra il digitale ci consente di amplificare e allungare a dismisura la creazione di beni personalizzati per qualsiasi categoria merceologica.

Il moderno artigiano tecnologico è in grado di usare tutto il mondo tecnologico per creare manufatti sempre più personalizzati e unici. Per far questo usa delle tecnologie digitali siano essi dei plotter, frese, stampanti 3D o tutto ciò che la tecnologia offre.

Il punto focale è che la personalizzazione di massa realizzata dai nostri nuovi artigiani tecnologici può partire da semilavorati o da oggetti provenienti dalla produzione industriale. L’oggetto proveniente dalla produzione industriale ha un costo basso in quanto destinato a grandi produzioni. Molti elementi della decorazione derivano da una produzione artigianale. Ed ecco che l’anello di congiunzione del nostro artigiano prende mano il prodotto industriale generico e con velocità e flessibilità genera delle micro produzioni personalizzate. Questo è un cambio epocale in quanto la personalizzazione avviene per esigenze individuali a costi accessibilissimi.

I campi di applicazione

Per poter realizzare questo sogno abbiamo bisogno di dati. Dati che possiamo prendere da CRM o da form online o con altri mille stratagemmi che il nostro marketer digitale riesce a elaborare. Il design grafico, realizzato con i tipici tool di lavoro come Illustrator, Indesign, Coreldraw, Inkscape, conterrà degli elementi che verranno interpretati dal software che gestisce il dato variabile. L’apertura del file grafico e l’aggancio con il database genererà le singole varianti altamente personalizzate. Non è una novità. Il dato variabile l’abbiamo conosciuto addirittura con Word sotto il nome “stampa unione” dove potevamo inviare la stessa lettera a più destinatari con elementi personalizzati. L’abbiamo vissuta con la posta con buste personalizzate e il proprio nome a caratteri cubitali con l’annuncio di aver vinto un super premio. Anche il direct mail marketing usa un database per inviare e-mail o newsletter in maniera personalizzata. Il nostro cervello ha iniziato a non poterne più di queste e-mail e abbiamo iniziato a ignorarle.

Quello che è diventato indispensabile è il passaggio dall’ordinario a momento memorabile.

Tante eccitanti variazioni sul tema, ognuna per una nicchia specifica. Analizzando per esempio il settore dello sport con il dato variabile potremmo realizzare delle pettorine per eventi come la maratona o delle magliette da calcio personalizzate col nome e col numero per ogni giocatore e anche i pantaloncini, le scarpe, i borsoni. E perché non a questo punto personalizzare i cuscini dello stadio o creare degli adesivi della squadra?

Possiamo inoltre decorare le bici delle squadre con i dati degli sponsor oltre che l’abbigliamento del ciclista che gli adesivi per le loro ammiraglie. Anche le automobili fanno parte di questo meraviglioso mondo personalizzato dove gli adesivi per le moto o le auto da corsa diventano non solo elementi decorativi, ma anche elementi altamente personalizzati. Un ultimo trend sono le palline da golf personalizzate per ogni evento sportivo. Quella che la fa da padrona nell’ambito sportivo è tutto ciò che riguarda la premiazione quindi coppe medaglie con non solo il logo della società sportiva o dell’evento ma con il nome del vincitore inciso o stampato utilizzando le tecniche del dato variabile.

Nel mondo dell’abbigliamento, quello da lavoro, ottiene un beneficio non indifferente dalla personalizzazione dei capi per operai o impiegati o addetti alla vendita. Che sia il nome decorato con un plotter da taglio su un termotrasferibile o una stoffa stampata con le proprie decorazioni in sublimatico e cucita nel laboratorio di produzione. Come si può ben comprendere il campo lo si può espandere includendo scarpe, cappellini, sciarpe e tutto ciò che è accessorio moda.

Uno dei campi che può beneficiare al massimo della creazione di manufatti con il dato variabile è quello legato agli eventi. In pratica ci ritroviamo già con un database dei partecipanti, ottimo punto di partenza per andare a declinarlo in badge, certificati o attestati, bandane, inviti, sottobicchieri o segnaposto.

Un altro campo che richiede la realizzazione di oggetti con codici numeri progressivi è il comparto industriale. Le etichette con numero seriale per il prodotto, ma anche le etichette sulla scaffalatura nonché la campionatura per i punti di vendita al quale potremmo aggiungere anche la creazione di etichette vino ad hoc per clienti specifici.

La tecnologia che dà valore

Chi utilizza un plotter piano UV come la serie Roland VersaUV è molto incline alla realizzazione di oggetti personalizzati per il mondo del promozionale. In questo caso le penne per un convegno potranno riportare su un lato il nome del partecipante al convegno. Utilizzando lo stesso database possiamo realizzare una cover per lo smartphone, un righello o la personalizzazione di una chiavetta USB con gli atti del convegno.

Le tecnologie utilizzate per soddisfare questa e le altre sfumature di personalizzazione si possono raggruppare in quattro macroaree. La Stampa e taglio, perfetta per la realizzazione di etichette, adesivi e decorazioni personalizzate su superfici curve. La potenzialità di questa tecnologia è derivata dall’alto grado di resistenza degli inchiostri e dall’altissima varietà dei materiali stampabili; ad oggi parliamo di 4000 tipologie di materiali tra i quali magneti o Floor Graphics e tanto tanto altro.

Un’altra tecnologia utilizzata nell’ambito della personalizzazione è la sublimazione nel mondo tessile. Il capo di abbigliamento sportivo viene disegnato con le misure del cliente nonché con la grafica sfruttando eventuali configuratori che velocizzano il processo di creazione.

Come detto prima, la stampa UV, con le sue altissime possibilità creative di stampa su oggetti fisici è perfetta per dare aumento di valore agli oggetti industriali. Macchine desktop consentono di adottare questa tecnologia anche su piccoli laboratori che stanno producendo categorie di prodotti altamente personalizzati che non necessitano di magazzino in quanto realizzati quasi automaticamente dalla commessa ricevuta in forma digitale.

Un’ultima categoria tecnologica per la personalizzazione con il dato variabile è l’incisoria. In questo caso il laser, una fresa CNC o un incisore consentono di andare a graffiare o scavare materiali anche molto duri come metalli, anche in questo caso per personalizzare sia oggetti industriali già confezionati che semplici fogli sagomati e decorati con la tecnologia stessa.

Un’emozione tutta per me

Come diceva Pirandello: «Un oggetto può piacere anche per se stesso, per la diversità delle sensazioni gradevoli che ci suscita in una percezione armoniosa; ma ben più spesso il piacere che un oggetto ti procura non si trova nell’oggetto per se medesimo. La fantasia lo abbellisce cingendolo e quasi irraggiandolo d’immagini care. Né noi lo percepiamo più qual esso è, ma così, quasi animato dalle immagini che suscita in noi o che le nostre abitudini vi associano. Nell’oggetto, insomma, noi amiamo quel che vi mettiamo di noi, l’accordo, l’armonia che stabiliamo tra esso e noi, l’anima che esso acquista per noi soltanto e che è formata dai nostri ricordi».

Lo scopo finale è sempre quello di emozionare, qualsiasi sia la tecnologia che adotteremo per disegnare la nostra sfumatura di dato variabile. Il risultato che dobbiamo cercare è quello emotivo in quanto la personalizzazione è quanto di più vicino ci sia alla nostra esigenza di unicità, perché la nostra unicità e il dono più prezioso che abbiamo.

di Giovanni Re

Cambio al vertice di Canon Italia

Massimo Macarti, amministratore delegato e presidente di Canon Italia dal 2017, ha deciso di ritirarsi e contestualmente di iniziare un periodo di affiancamento e transizione che si concluderà con la nomina del nuovo amministratore delegato Andrea Di Santo.

Un brillante e solido percorso professionale quello di Macarti, che ha avuto inizio nel 1991 nell’area Service, portandolo a ricoprire ruoli di crescente responsabilità a livello nazionale ed EMEA. Professionalità e competenze di ampio respiro, costruite operando in molteplici funzioni aziendali: dalla direzione Service&Support italiana alla guida del dipartimento Marketing per approdare poi alla responsabilità EMEA nella sede londinese, di tutte le attività HR prima e di comunicazione poi.

Un bagaglio di esperienze inestimabile che gli ha consentito di guidare al meglio Canon Italia in uno dei periodi storici più complessi, tenendo sempre lo sguardo focalizzato sulla salvaguardia delle persone, la soddisfazione di clienti e partners e la profittabilità del business.

L’entrata in Canon Italia a partire dal nuovo anno di Andrea Di Santo, laurea in Ingegneria Meccanica e un master in Healthcare Management, segna l’inizio del percorso di affiancamento che si concluderà con il definitivo cambio al vertice. Di Santo ha maturato importanti esperienze professionali in diverse aziende di primaria importanza, sia B2B sia B2C, ricoprendo ruoli a livello nazionale ed europeo come, Siemens Healthcare e Hitachi Industrials. Inoltre, vanta comprovate doti di leadership strategica unitamente a solide ed estese relazioni industriali acquisite attraverso attività di consulenza e partecipazione a vari consigli di amministrazione

Canon LabelStream 4000, prima installazione in Italia

Canon annuncia oggi che Etica’s, parte del gruppo Samorani, ha installato la prima macchina da stampa digitale di etichette LabelStream 4000 in Italia e la prima nel nostro Paese a presentarsi in configurazione ibrida, rendendo la LabelStream una linea di produzione di etichette a passata singola completamente integrata. L’innovativa e consolidata azienda, con sede a Forlì, ha deciso di investire nella macchina da stampa UV inkjet per le etichette di Canon, per ampliare la sua offerta e soddisfare le sempre nuove esigenze del mercato. La flessibilità della Canon LabelStream 4000 consentirà a Etica’s di rispettare scadenze sempre più strette e di rispondere al continuo aumento della domanda di piccole e medie tirature.

Basata sull’affidabile tecnologia inkjet UV, la serie Canon LabelStream è in grado di raggiungere una velocità di output di 1,845 m²/h con una larghezza di stampa di 410 mm e 75 m/min. In configurazione ibrida, la nuova macchina da stampa include due unità flessografiche aggiuntive, la laminazione a freddo e la fustella semirotativa, oltre all’unità di stampa digitale a 5 colori (CMYK+W). Grazie alle funzionalità di finitura e nobilitazione in linea della configurazione, Etica’s può ridurre ulteriormente i tempi di turnaround, con un output qualitativo eccezionale. Maurizio Resca (terzo da sinistra nella foto), Sales Manager di Etica’s, commenta: “Uno dei punti di forza di Etica’s è da sempre la capacità di rispettare le scadenze a breve richieste dai clienti. Aggiungendo la Canon LabelStream in configurazione ibrida al nostro portafoglio riusciremo a ridurre ulteriormente i tempi di consegna, ampliando al contempo la gamma di applicazioni”.

La capacità della LabelStream di ottenere un’opacità dell’inchiostro bianco fino all’80% è stata un altro fattore decisivo per Etica’s, in quanto offre nuove possibilità di applicazione. La decisione è stata anche sostenuta dal fatto che la serie LabelStream di Canon è la prima macchina inkjet a ottenere la certificazione secondo la specifica Fogra Process Standard Digital (PSD) Print Check basata sulla gamma di riferimento Fogra55 a 7 colori nonché la certificazione “Pantone Capable” di Pantone LLC.

Resca aggiunge: “Tramite gli approfonditi test che abbiamo condotto con gli specialisti di Canon prima di decidere di procedere con l’investimento, abbiamo confermato che la qualità di stampa è perfettamente conforme ai nostri elevati standard. La qualità è un aspetto garantito nelle consegne di Etica’s e questa macchina contribuirà certamente a sostenere la nostra mission”.

La Canon LabelStream 4000 va a completare una gamma in essere di tecnologie analogiche del produttore, tra le quali macchine flessografiche, offset rotativo, stampa in rilievo a caldo, serigrafia, in aggiunta a una completa offerta di processi di finitura.

Il gruppo Samorani è stato fondato all’inizio degli anni ’90 come gruppo tipografico. A seguire è stata creata Etica’s con l’obiettivo di specializzarsi nella produzione di etichette autoadesive. La capacità dell’azienda di fornire qualità eccellente unita all’affidabilità ha condotto Etica’s ad affermarsi come risorsa di fiducia per una vasta gamma di clienti, dalle aziende con reti di grande distribuzione fino ai requisiti specifici dei produttori locali.

Per riuscire a fornire ai clienti un servizio d’eccellenza, chi vuole emergere deve assolutamente investire in tecnologie vincenti; è l’opinione di Daniele Samorani (secondo da sinistra nella foto), direttore generale e fondatore del gruppo, che afferma: “Offriamo etichette su misura e personalizzate ai nostri clienti. Il know-how del nostro team di esperti dedicati ci consente di soddisfare anche la richiesta più complicata. Allo stesso modo, Canon ha dimostrato conoscenza e competenza supportandoci lungo il percorso che ci ha condotti fino qui”. Samorani conclude: “L’innovazione è uno dei valori fondamentali del nostro gruppo. Con l’installazione della LabelStream, compiamo fiduciosi un altro passo verso un futuro di successo per i nostri clienti e per noi stessi”.

Walter Vogelsberger, VP e responsabile di Digital Packaging Print, Canon Production Printing, commenta: “Siamo entusiasti di questa collaborazione con Etica’s e di contribuire all’espansione della loro attività grazie alla LabelStream 4000 appena installata. Siamo davvero orgogliosi di questa prima installazione nel mercato italiano e per Canon è un passo importante del nostro cammino e del nostro obiettivo a contribuire alla crescita del segmento delle etichette e del packaging. Ci aspettano tempi stimolanti e siamo lieti di lavorare insieme a un’azienda così innovativa e visionaria”.