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Con Heidelberg più applicazioni, più clienti

Privilegiando il rapporto con Heidelberg, la campana Effegi ha installato una macchina da stampa UV LED estremamente personalizzata, conquistando clienti di tutta Italia grazie ad applicazioni contraddistinte da qualità e sostenibilità.

Nata nel 2002, la tipografia Effegi di Portici taglia il traguardo dei vent’anni di attività all’insegna della creatività. Guidata dal titolare Francesco De Felice, l’azienda campana ha sempre puntato sull’innovazione e sul desiderio di stupire i clienti con applicazioni originali prodotte con tecnologie allo stato dell’arte. Proprio per questo motivo, a un certo punto del suo cammino, l’incontro con la tecnologia UV LED è parso più che naturale, inserita in azienda grazie alla stretta collaborazione di Heidelberg, fornitore estremamente apprezzato da De Felice.

«Abbiamo sempre investito in macchinari innovativi», racconta il titolare di Effegi. «Sei anni fa abbiamo sentito parlare della nuova tecnologia UV LED e così abbiamo girato l’Europa tra Svizzera, Austria e Germania, per conoscere e approfondire l’esperienza degli stampatori che già la utilizzavano. A quel punto abbiamo sviluppato internamente un’idea tecnologica che rispondesse alle nostre specifiche esigenze e l’abbiamo consegnata ad Heidelberg che, in circa dodici mesi, l’ha trasformata in realtà, costruendo per noi una macchina ad hoc secondo le nostre indicazioni».

Inserendo la tecnologia UV LED al proprio interno, Effegi ha progressivamente ampliato la propria offerta di prodotto, ha conquistato nuove tipologie di clientela ed ha allargato il proprio giro di affari dall’ambito locale a quello nazionale. «I vantaggi della stampa UV Led sono innumerevoli», sottolinea De Felice. «Innanzitutto si è rivelata decisiva per differenziarci sul mercato con una tecnologia innovativa che ci consentisse di offrire ai nostri clienti delle applicazioni originali e di qualità, per esempio grazie alla possibilità di valorizzare i prodotti con la stampa del bianco o di lavorare su supporti considerati difficili».

Di opportunità in opportunità, Effegi è arrivata anche a costruire un rapporto speciale con Fedrigoni, per avere acquisito la capacità di esaltarne le carte speciali.

Un fornitore di riferimento

La scelta di rivolgersi immediatamente ad Heidelberg per soddisfare la propria esigenza di inserire la tecnologia UV Led in azienda, si spiega con la passione e l’alta considerazione di Effegi per lo storico brand. «Heidelberg rappresenta un must nel mondo delle arti grafiche e la sua proposta tecnologica ci ha sempre affascinato», sottolinea De Felice. «Di fatto è la nostra azienda di riferimento, da cui acquisire ogni tipologia di prodotto – software, hardware, macchine e consumabili -, implementandone e seguendone al 99 per cento la tecnologia».

D’altra parte, secondo De Felice, quando si decide di effettuare un investimento, bisogna necessariamente rivolgersi a un fornitore affidabile. «In questo siamo davvero rigidi, non considerando affatto la possibilità di rivolgerci al migliore offerente».

Brand del livello di Heidelberg, infatti, oltre alla tecnologia, forniscono allo stampatore i servizi necessari per implementare e approfondire la conoscenza dei nuovi macchinari inseriti, allo scopo di impiegarli al meglio e con tutte le competenze del caso. «All’inizio c’è stato un via vai di tecnici Heidelberg non indifferente, poiché la macchina inserita presso la nostra sede rappresentava qualcosa di nuovo anche per loro, considerata la sua estrema personalizzazione», prosegue De Felice. «Inoltre, il rapporto con gli specialisti di chimica e di sala stampa di Heidelberg è stato continuo e costante, proprio perché il bisogno di confronto era davvero alto».

Il dialogo tra Effegi e Heidelberg è stato particolarmente intenso, poiché l’obiettivo di De Felice, fin dal principio, era quello di esplorare nuove opportunità applicative, oltrepassando i confini della classica quadricromia. «Parliamo di tutti quegli effetti con il bianco, il lucido, l’opaco, le vernici e così via, sperimentazioni a cui all’inizio dedicavamo un paio di ore al giorno».

Dopo un anno di scoperta della tecnologia e un altro di preparazione e formazione su di essa, da quattro anni la macchina UV LED di Heidelberg si può considerare pienamente operativa in Effegi. «I prodotti che oggi offriamo ai clienti sono stampe su carte naturali perfettamente inodore e asciutte», racconta De Felice. «Da noi si servono ora anche coloro che si occupano di allestimenti e confezioni, con la richiesta di carte da rivestimento. Inoltre, i lavori sono stampati e lavorati nella stessa giornata, abolendo i tempi morti. Oggi si rivolgono a noi anche realtà di interior design, scatolifici e agenzia di moda».

Crescere durante la pandemia

La stampa UV LED, aggiunge De Felice, è perfettamente allineata alle esigenze sempre più spinte di eco-sostenibilità, oltretutto fortemente sollecitate dal legislatore. «Anzi, possiamo dire che è persino superiore alle altre tecniche di stampa», rimarca il titolare di Effegi: «è carbon-free, ozone-free e gli inchiostri non hanno composti organici volatili. Gli stampatori possono tranquillamente lavorare con il camice bianco, poiché le stampe sono perfettamente asciutte: non si sporcano né le mani, né le divise».

Un altro punto da sottolineare, in riferimento al tema della sostenibilità, riguarda il risparmio energetico. «Nel caso della stampa UV LED è superiore rispetto alle tradizionali lampade UV», afferma De Felice.

L’inserimento in azienda di queste caratteristiche ha reso Effegi un’azienda capace di raccogliere l’interesse di aziende di tutta Italia, consentendole di ampliare il proprio raggio di azione oltre il proprio territorio di riferimento, a sua volta servito oggi con qualche asso nella manica in più.

Oltretutto la configurazione della macchina UV LED di Effegi è davvero particolare. «Praticamente, per ragioni di spazio, abbiamo optato per una unità estremamente compatta, caratteristica che la rende un prodotto pressoché unico», osserva De Felice. «In generale sono molto spinte le caratteristiche di automatismo e sono sufficienti tre minuti per gli avviamenti».

Per utilizzare al meglio la tecnologia UV Led la stessa Effegi ha costantemente accresciuto le proprie competenze interne. «Per conquistare una piena confidenza con la macchina, è stato richiesto circa un anno di prova. Oggi i risultati applicativi che siamo in grado di raggiungere sono davvero notevoli e apprezzati da un numero crescente di utenti», conferma De Felice.

Per questo motivo, il bilancio di Effegi è indubbiamente positivo e l’azienda si dichiara assolutamente soddisfatta dell’investimento effettuato un lustro fa circa. «L’unico rovescio della medaglia è che tutte queste opportunità hanno un costo in termini di gestione tendenzialmente più alto», commenta De Felice. «Tuttavia, oggi ci avvaliamo di una macchina all’avanguardia realizzata ad hoc per noi, in grado di garantirci una varietà e flessibilità produttiva che si rivela vincente e che ci permette di rivolgerci ad un target di clientela sempre più ampio. Questa si sta mostrando capace di apprezzare la creatività dei nostri lavori e, di conseguenza, è disponibile a comprare applicazioni di qualità al giusto prezzo».

Potendo stampare su molti materiali, la scelta di investire nelle tecnologie ha consentito ad Effegi di superare i due anni della pandemia. «Durante i lockdown abbiamo stampato molto su plastica e pvc adesivo, per esempio per realizzare cartelli e avvisi, creando una serie di applicazioni che si sono rivelate un business importante nei periodi di chiusura», aggiunge De Felice.

Per il futuro Effegi, seguendo l’orientamento generale del mercato, punterà sulle piccole quantità ben realizzate. «Il 2022 si annuncia come un anno complesso. Sicuramente, però, prevediamo di effettuare altri investimenti, come nostro costume, in modo particolare per il dopo stampa e, auspicabilmente, sempre con Heidelberg», conclude De Felice.

Efficienza energetica, tecnologie, norme, blockchain, AI e network

Una cooperazione energetica comporta un percorso a step, dice Eleonora Annunziata, assistente professore di Management presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa

Ricerca e innovazione, ma anche nuove tecnologie stanno già delineando i contorni del futuro sviluppo del settore energetico. L’efficienza energetica è il primo strumento per raggiungere gli ambiziosi obiettivi europei, in grado di rispondere a due accezioni della sostenibilità, quella ambientale e quella economica.

L’Europa stessa con il principio dell’“Energy efficiency first” la pone al primo posto, considerandola la più efficace e più economica forma di riduzione dei consumi. Ma l’efficienza energetica non può esistere senza due elementi: la ricerca e l’innovazione.

Si è parlato anche di questo durante la “XII Giornata sull’efficienza energetica nelle industrie”, organizzata Fondazione Megalia insieme a CTI (Comitato termotecnico italiano)  e Politecnico di Milano che ha ospitato l’evento presso la propria struttura a fine 2021.

Il nuovo volto della supply chain

La ricerca e l’innovazione sono gli strumenti per concretizzare e attuare il futuro. Le sessioni tecnologiche che, seguendo la consueta ma efficace organizzazione dell’incontro, hanno cadenzato il congresso milanese hanno dato spazio ad alcuni tra i più interessanti sviluppi del settore.

La prima a intervenire è stata Valeria Portale, direttrice dell’Osservatorio Blockchain e Distributed Ledger del Politecnico di Milano, descrivendo la blockchain.

La blockchain, spiega, è una tecnologia utile in quanto crea meccanismi di scambio di informazioni in modo trasparente, completo e garantito. La gestione della catena di distribuzione trae da questo strumento particolari vantaggi in quanto, mentre in genere all’interno di una supply chain gli attori possono vedere solo le informazioni relative ai propri fornitori e ai propri clienti, e si può avere accesso quindi solo a una parte delle informazioni, la blockchain permette di avere una visibilità completa di prodotti e dati dei vari attori. Ma soprattutto la blockchain costituisce una fonte di verità, comune e unica. E se è vero che, come precisa la direttrice, le informazioni necessarie per far funzionare il processo sono in genere nelle mani di un unico operatore che controlla il sistema, a ogni attore sono comunque garantite informazioni corrette e attendibili.

La tecnologia si basa sull’utilizzo di piattaforme di registri distribuiti (DTL, Distributed Ledger Tecnology), strutture in cui è possibile aggiungere informazioni secondo regole condivise e con accesso controllato. Ogni attività all’interno della blockchain, quindi, è assolutamente tracciabile e trasparente.

Nei progetti blockchain i diversi attori collaborano alla creazione di piattaforme orientate alla creazione di valore tramite la costruzione di applicazioni. L’insieme di piattaforme e applicazioni costituisce gli “Ecosistemi blockchain”. Il settore dell’energia, spiega Portale, ad oggi ha la possibilità di fare ricorso a piattaforme esistenti, applicandole al mondo delle imprese, oppure di crearne di proprie.

L’Osservatorio Blockchain e DL del Politecnico milanese si occupa anche di monitorare l’andamento della diffusione di questa tecnologia. Ad oggi, ha analizzato a livello mondiale 1.242 casi studio di aziende che fanno ricorso alla blockchain per la gestione della propria documentazione. Si tratta per la maggioranza di imprese del settore della finanza (40%) seguite dalla pubblica amministrazione (18%) e dal settore agroalimentare (7%), ma vi sono casi applicativi anche nel settore delle utility o dell’energia. L’Italia, dice la direttrice, da questo punto è all’avanguardia: si trova tra le prime dieci nazioni con maggior numero di progetti implementati. Mentre a livello comunitario la Commissione europea se ne sta interessando con l’“European blockchain service infrastrutcture”, una blockchain rivolta alle PA, ma destinata a essere allargata alle aziende private.

I progetti di cooperazione

Qualsiasi sia il livello di gestione ed efficientamento della propria industria e per quanto in Italia i trend sull’efficienza energetica nelle imprese – grandi e piccole – stiano migliorando, le maggiori difficoltà si incontrano nella piccola e media impresa. In queste realtà spesso l’efficienza energetica è sì presa in considerazione, ma non è prioritaria negli investimenti. Un modo di supportare anche queste realtà sono i progetti di cooperazione energetica, di cui parla Eleonora Annunziata, assistente professore di Management presso la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Si tratta di progetti per favorire gli investimenti in efficientamento energetico in cui cooperano più attori industriali, appartenenti a uno stesso territorio – come possono essere le aziende dei distretti produttivi. Gli strumenti di cooperazione sono svariati, possono essere azioni manageriali, strumenti contrattuali, infrastrutture energetiche, ma anche tecnologie – come la blockchain – o strumenti legati alla logistica a e alla mobilità.

Un esempio è il progetto europeo S-Parcs, parte di Horizon 2020, che si è posto l’obiettivo di trovare soluzioni cooperative di efficienza energetica nei parchi industriali, consentendo risparmi significativi e il conseguente aumento della competitività delle aziende partecipanti.

È stata implementata una piattaforma per fare una prima valutazione su consumi, caratteristiche del settore, individuare dati di benchmark ecc. Si è così potuto mettere in relazione i diversi soggetti, individuando domanda e offerta; visionare le buone pratiche ed elaborare quindi gli indicatori di prestazioni (KPI, Key Performance Indicators). Il progetto in sostanza ha analizzato in maniera sistematica ogni tipo di ostacolo alla progettazione e all’implementazione delle misure di efficientamento, che fosse tecnico, economico, normativo, organizzativo ecc., arrivando a realizzare modelli di business condivisi in grado di superarli. Si è trattato di un percorso a step, spiega Annunziata, costituito dalla fase di raccolta delle informazioni, identificazione delle soluzioni e realizzazione dei modelli di business. In particolare sono state individuate tre macro classi di business model: per ridurre la domanda, per recuperare il calore e per utilizzare l’energia prodotta da fonti rinnovabili.

La cooperazione energetica è certamente una strada percorribile, conclude Annunziata, ma necessita di un supporto tecnologico ed economico, una capacità di risoluzione delle problematiche legate alla gestione dati e un facilitatore per la negoziazione tra le imprese.

AI, visione europea

Un’altra possibile freccia all’arco dell’efficienza energetica nell’industria è l’intelligenza artificiale (AI). Rappresenta un modello cooperativo con l’essere umano, spiega Rita Cucchiara, professoressa presso il Dipartimento di ingegneria dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. È un sistema formato da diverse tecnologie in grado di analizzare l’ambiente circostante, raccogliere, immagazzinare dati e, attraverso comportamenti intelligenti, agire di conseguenza e in maniera pressoché autonoma – il possibile intervento umano è sempre previsto – adottando soluzioni a eventuali problemi.

La stessa Commissione europea sta lavorando all’“IA Act”, una proposta di futuro regolamento europeo per codificare l’utilizzo e l’applicazione dell’intelligenza artificiale. E sempre in ambito europeo, Cucchiara ricorda il rapporto della Commissione su “Il ruolo dell’Intelligenza Artificiale nel Green Deal europeo”. Due documenti che testimoniano l’estrema attualità dei temi legati all’AI e l’attenzione che vi sta ponendo l’Europa.

L’efficienza energetica e l’AI

All’interno delle strutture industriali l’AI può rappresentare, prosegue la professoressa, un ottimo strumento per crescere anche dal punto di vista dell’efficienza energetica. Grazie a sistemi di intelligenza artificiale si possono effettuare analisi predittive sul funzionamento e la gestione degli impianti industriali, anticipare possibili variazioni nella domanda energetica, ottimizzare i settaggi e le attività di manutenzione, diminuendo il rischio di guasti o fermi macchina, e risparmiando energia e risorse.

L’AI opera con quattro diversi strumenti: l’intelligenza aumentata, l’intelligenza autonoma, l’intelligenza distribuita e la data intelligence ovvero l’elaborazione in tempo reale dei dati. In ogni caso il suo ricorso comporta la necessità di avere alcuni elementi di base, che sono strutturali all’intelligenza artificiale stessa e al suo funzionamento: la raccolta dati – dati umani, delle attività umane, del contesto e dell’ambiente –; una notevole potenza computazionale – GPU, server HPC –; modelli, algoritmi e architetture specifiche. La stessa Università di Modena e Reggio Emilia, racconta Cucchiara, sta lavorando a una nuova architettura pensata anche per il mondo industriale.

Il ricorso a sistemi di intelligenza artificiale presenta però anche un rovescio della medaglia, che stride proprio con i principi di efficientamento e risparmio energetici, ovvero l’elevato consumo di energia che spesso grandi sistemi computazionali comportano. Aspetti che non possono essere ignorati ma sui quali si può comunque agire. Un esempio in questo senso arriva da DeepMind, la divisione di Alphabet – l’azienda a cui fa capo Google – che si occupa di intelligenza artificiale e che è riuscita a diminuire del 30% il consumo energetico del server Google. Impresa non da poco, se si considera che nel 2019 tali consumi sono stati pari a 12,7 Twh.

I margini di miglioramento quindi sono molti, dice in ultimo Cucchiara, e le prospettive di sviluppo interessanti.

Normare l’innovazione

Di innovazione e tecnologia si occupano anche i tavoli della normazione tecnica, sia italiani sia europei. CEN e Cenelec, spiega Antonio Panvini, direttore generale di CTI, stanno già affrontando temi quali l’intelligenza artificiale e la blockchain applicate al settore energetico.

Tra i tavoli internazionali che il Comitato termotecnico italiano sta seguendo, Panvini ricorda quello della ISO 50009 e della ISO 50010.

La prima – la nuova norma ISO 50009 – rappresenta una delle novità più interessanti in termini di normazione tecnica, in quanto consente lo sviluppo di sistemi di gestione dell’energia per organizzazioni multiple, ovvero gruppi di aziende, distretti produttivi e filiere produttive. Nel caso di queste organizzazioni l’obiettivo di efficienza energetica non è più dei singoli bensì del gruppo. La seconda norma in lavorazione, la ISO 50010, ha in progetto invece di definire le linee guida per sistemi a ZNE, “zero net energy”.

Panvini ricorda infine come le norme possano costituire le fondamenta per lo sviluppo di nuovi strumenti e cita la futura EN 17669 nella quale sono definiti i contenuti minimi degli EPC – ovvero i Contratti a garanzia di risultato – che potrebbero favorire un domani lo sviluppo di applicativi gestionali basati sulle blockchain.

Progetto Sostenibilità della Federazione: presentazione in webinar

Accompagnare le imprese a rispettare gli obblighi e indicazioni sulla crescita sostenibile previste delle nuove regole di Tassonomia dell’Unione Europea, ma soprattutto fornire gli strumenti per fare della sostenibilità una vera leva di crescita. Sono gli obiettivi del Progetto Sostenibilità della Federazione Carta e Grafica che sarà presentato il prossimo 1 marzo, alle ore 15, attraverso l’incontro webinar “Federazione per la Sostenibilità: una metodologia e un software per tutte le aziende“.

Il “Progetto Sostenibilità” della Federazione, come da titolo dell’incontro, fissa una metodologia – fondata sugli standard internazionali di rendicontazione e coerente con tutti gli obiettivi europei richiamati dalla Tassonomia – e rende disponibile un software attraverso il quale le imprese potranno eseguire la preventiva autovalutazione degli impatti e del relativo grado di sostenibilità, quindi accedere al livello di rendicontazione più appropriato in base alla tipologia dell’attività e delle dimensioni aziendali.

Le nuove Direttive, in base alle proposte della Commissione UE, dovrebbero entrare in vigore dal prossimo anno. Le scelte metodologiche del Progetto Sostenibilità della Federazione Carta e Grafica anticipano la previsione dell’estensione della rendicontazione alle PMI: al di là dell’obbligatorietà, le aziende della filiera sono chiamate alla sfida della sostenibilità e della transizione ecologica in quanto parti integranti di supply chain complesse, che costituiscono un settore vitale per il sistema Italia. Il Progetto Sostenibilità è stato avviato agli inizi del 2020, coinvolgendo le aziende delle Associazioni costituenti la Federazione, Acimga, Assocarta e Assografici, con il sostegno del socio aggregato Comieco e di Unisalute, con la consulenza di BDO ed in confronto continuo con il Forum per la Finanza Sostenibile.

L’incontro del 1 marzo sarà introdotto da Carlo Emanuele Bona, presidente della Federazione Carta e Grafica e da Cristina Piovesana, vice presidente per l’Ambiente, la Sostenibilità e la Cultura di Confindustria. La presentazione del “FpS Tool”, lo strumento software per la Sostenibilità sviluppato ad hoc, sarà curata dai referenti del Progetto Elisabetta Bottazzoli, Italo Vailati e Massimo Ramunni. Sono previsti interventi di Massimo Baldelli di Unisalute e di Lorenzo Bono, responsabile dell’area ricerca e sviluppo di Comieco. Le conclusioni dell’incontro, moderato dal direttore della Federazione Carta e Grafica Massimo Medugno, sono affidate al direttore di Acimga Andrea Briganti.

Canon, nuova soluzione di verniciatura UV LED per varioPRINT iX-series

Canon annuncia che la stretta collaborazione con Plockmatic, fornitore di soluzioni di finitura per aziende di stampa e spedizione in tutto il mondo, ha portato all’integrazione in linea della stampante inkjet digitale a foglio singolo Canon varioPRINT iX-series con la verniciatrice Plockmatic DigiCoater Pro 400 HD LED.

L’integrazione con il sistema DigiCoater Pro 400 HD LED incrementa ulteriormente la flessibilità applicativa, rendendo la stampante una soluzione ancora più interessante. La combinazione delle due tecnologie consente ora ai clienti varioPRINT iX-series nell’area EMEA non solo di realizzare applicazioni con verniciatura UV di alta qualità ma anche di farlo alla velocità nominale del motore in un unico flusso di lavoro automatico.
Gli utenti varioPRINT iX-series che operano nel settore della stampa commerciale e desiderano produrre biglietti da visita, cartoline, materiale fotografico, copertine di libri e riviste e altre applicazioni in cui la verniciatura rappresenta un’aggiunta di valore, possono ora massimizzare la produttività collegando DigiCoater Pro 400 HD LED in linea. L’integrazione tra i due sistemi elimina sia l’esigenza di interventi manuali sia il rischio di una limitazione della capacità produttiva e consente agli stampatori commerciali di realizzare prodotti con una finitura lucida di pregio e di soddisfare l’esigenza di tempi operativi rapidi. La scelta di utilizzare una vernice per la produzione di queste applicazioni permette di ottenere risultati di grande effetto. Inoltre, la verniciatura protegge i materiali stampati da usura, acqua, sporco e cibo.

Grazie alla bassa copertura della verniciatura richiesta per completare il processo di polimerizzazione UV (solo 2 – 4 g/m2 di vernice), la nobilitazione della stampa è molto più economica rispetto alle tecnologie tradizionali che utilizzano 15 – 30 g/m2 di vernice. Poiché entrambi i sistemi funzionano alla stessa velocità, è possibile stampare il materiale quindi trattarlo con DigiCoater senza compromettere le prestazioni o la velocità della stampante varioPRINT iX-series. Inoltre, le stampe verniciate vengono consegnate a temperatura ambiente, per cui i fogli sono immediatamente pronti per essere sottoposti a ulteriori processi di finitura.
Grazie alla connessione tramite interfaccia SFD aperta, la comunicazione bidirezionale tra varioPRINT iX- series e Plockmatic DigiCoater Pro 400 HD LED si traduce in un flusso di lavoro end-to-end particolarmente efficiente. L’interfaccia assicura un livello di compatibilità e automatizzazione tale che il controller PRISMAsync del motore di stampa può rilevare facilmente eventuali errori di stampa e consentire a varioPRINT iX di ristampare automaticamente solo le singole pagine interessate e non l’intero lavoro.
Hayco Van Gaal, vice presidente della divisione Sales and Service, Commercial Printing EMEA di Canon Europe, ha commentato: “Ancora una volta, Canon ha consentito ai propri clienti di raggiungere tassi di produttività più elevati e tempi operativi più rapidi utilizzando l’automazione resa possibile dall’integrazione in linea. L’elevata qualità di stampa di varioPRINT e le funzionalità di nobilitazione di Plockmatic DigiCoater Pro 400 HD LED rappresentano un’abbinata vincente per qualsiasi stampatore commerciale che desideri trarre vantaggio dalla crescente richiesta di stampe nobilitate. Abbiamo trovato un modo per consentire ai nostri clienti di ampliare il loro portfolio di prodotti e incrementare i margini di profitto, ottimizzando al tempo stesso l’impatto delle applicazioni e riducendo al minimo i costi di produzione”.
Parlando della collaborazione con Canon, Johan Mikaelsson, Plockmatic Group’s VP Business Unit Inline&Group Technical Support, afferma: “La tecnologia innovativa di DigiCoater Pro 400 HD LED consente agli stampatori commerciali di incrementare il valore delle applicazioni stampate e abbattere il costo della produzione. Pensiamo che l’integrazione di DigiCoater Pro 400 HD LED con la stampante Canon varioPRINT iX-series rappresenti un abbinamento perfetto che promuoverà la crescita del business e della soddisfazione del cliente.”

Stampa digitale UV, analisi di settori e applicazioni

Il vantaggio sull’utilizzo dell’UV nel digitale è la possibilità di stampare su molteplici materiali grezzi con colori consistenti, rapida asciugatura e alta resistenza all’usura. Indipendentemente dalle formulazioni sono ancora i fattori richiesti e garantiti.

È da alcuni decenni che gli inchiostri UV sono utilizzati nella stampa digitale; partendo dalle tecnologie grande formato, hanno preso piede prima nel mercato dell’imballaggio flessibile, delle etichette fino ad arrivare alle macchine a foglio di formato 50×70 e oltre.

Una tecnologia che agli esordi, nel settore delle arti grafiche, era considerata molto costosa sia per gli inchiostri sia per il costo delle lampade, dovuto alla usura e necessaria sostituzione. Prima dell’avvento delle lampade led UV la polimerizzazione era possibile solo tramite lampade ad arco. Queste hanno una emissione di energia potente e stabile per l’intera produzione, ma hanno una vita espressa in ore di lavoro e numero di accensioni, oltre ai tempi di avvio e di spegnimento. Questi fattori facevano fatica a sposarsi con l’idea corrente di stampa digitale, su richiesta e immediata, perché presupponevano che ci fosse una attività di organizzazione e raccolta dei lavori da eseguire; all’opposto il settore industriale ed il mondo legato al punto vendita ne hanno colto subito le possibilità di crescita data dalla possibilità di stampare su materiali grezzi, rigidi, nuovi che fino a quel momento potevano essere stampati solamente in serigrafia.

Oggi l’uso degli inchiostri UV nel digitale è riconosciuto come uno dei più affidabili driver di crescita per chi offre servizi di stampa a valore aggiunto e per parlarne dobbiamo riferirla ai campi di applicazione.

Stampa largo formato

La stampa roll to roll e flatbed multipass è stata la prima tecnologia che ha adottato questi tipi d’inchiostro. La capacità dell’inchiostro polimerizzato di aggrapparsi a molte superfici grezze ha da subito attirato l’interesse di diversi comparti produttivi che hanno visto in questa tecnologia potenzialità di crescita. Stampa diretta su legno, vetro, alluminio e varie resine plastiche ha generato un connubio che ha aperto subito alle applicazioni industriali e para-industriali di stampatori al di fuori della filiera delle arti grafiche. È proprio da queste esperienze esterne alle arti grafiche che sono state fatte formulazioni di inchiostri sempre più specifici per i materiali e, soprattutto, capire l’importanza di pretrattamenti prima e dei primer poi per poter aumentare il range di materiali e migliorare la stampabilità.

L’accresciuta affidabilità delle teste, la viscosità controllata degli inchiostri per una continua e costante emissione delle gocce, il miglioramento delle lampade e l’introduzione della tecnologia LED, hanno permesso di costruire gruppi stampa efficienti e flessibili. Sulle teste di stampa possono essere previsti slot per la stampa bidirezionale costruito con un primer, steso in riserva, parte stampante e un finisher protettivo post stampa, e gruppo luce UV per il fissaggio finale.  Per l’utilizzo del bianco è previsto la stesura multistrato con polimerizzazione per ogni passata prima della stesura degli inchiostri, garantendo in questo modo diversi gradi di copertura ed elevata precisone di registro.

L’uso modulato del primer in riserva può servire nel caso sia richiesta una maggiore “forza” nell’inchiostro o di aggrappo, oltre alla possibilità di agire sulla potenza (tempo di apertura/accensione) delle lampade/LED; in questo modo una stessa macchina può stampare in modo efficiente su più materiali sempre con gli stessi inchiostri, memorizzando i diversi setup di macchina.

Gli effetti di questi sviluppi tecnologici sono una raggiunta affidabilità e precisione che permette di realizzare effetti come le stampe a “sandwich” (colore+bianco+colore) su trasparenti e avere colori intensi e resistenti anche su supporti come legno, ceramica, cartone alveolare e ondulato, pellicole d’applicare che hanno allargato le possibilità creative e aperto nuovi settori produttivi come, ad esempio, gli allestimenti per punti vendita e i packaging a bassa produzione su materiali alternativi alla carta.

Stampa roll to roll

Durante l’ultimo Labelexpo 2019 avevamo parlato proprio dell’incremento delle soluzioni di stampa full inkjet e ibride per la stampa di imballaggi flessibili ed etichette. L’intera evoluzione in questo comparto passa dalla adozione di inchiostri UV che aderiscono ai film mantenendo sia vivacità di colore sia stabilità. Al contempo la velocità delle teste di stampa è cresciuta, la dimensione delle gocce si è ridotta, le nuove formulazioni degli inchiostri permettono di polimerizzare più velocemente. Questo mix ha consentito di raggiungere gli standard richiesti dal mercato dell’imballaggio flessibile con una velocità media di produzione oltre i 50 metri/minuto, rendendole una valida opzione per gli stampatori; valide anche per l’integrazione con macchine flexo che utilizza questi gruppi stampa sia per realizzare personalizzazioni sia per la stesura di colori speciali o bianco in riserva.

Le richieste dei diversi settori merceologici toccati hanno richiesto e richiedono molta ricerca sulla formulazione gli inchiostri, al fine di essere in linea con le normative e le pratiche di lavoro. La più recente, anche se ha qualche anno, è l’adozione di molti produttori di inchiostri a bassa migrazione in grado di soddisfare la maggior parte delle richieste del settore alimentare

Stampa  commerciale

Per quanto siano da diverso tempo in commercio macchine da stampa a foglio inkjet UV, sono da considerarsi la più recente introduzione sul mercato. Sono macchine nate per unire produttività e flessibilità, in grado di stampare prodotti commerciali in breve tempo e subito lavorabili per l’allestimento finale.

La scelta di andare su UV per queste macchie non è per niente scontata, perché per sfruttare le performance degli inchiostri UV sono stati adottati molti accorgimenti tecnici per renderla produttiva secondo il benchmark di mercato. Ad esempio la necessità di fare un pinning tra un colore e un altro affinché non ci siano fenomeni di inquinamento tra i colori durante la stampa, o agire sulla formulazione per abbassare il film d’inchiostro e bilanciare la penetrazione per togliere la sensazione di sabbiato. Soluzioni tecniche che richiedono un test continuo tra inchiostro e supporto al fine di trovare il giusto bilanciamento qualitativo.

Oggi queste macchine uniscono setup veloci e flessibilità dei substrati stampabili proprio grazie alla qualità raggiunta dagli inchiostri UV; colori saturi e vibranti, gamma colori ampia su qualsiasi supporto hanno fatto si che queste macchine siano sempre più oggetto d’interesse per molti stampatori che vogliono ampliare e migliorare il servizio che oggi propongono ai loro clienti, cambiando anche l’approccio di produzione più orientato a logiche di ridotto tempo di produzione.

Quali scenari futuri

La stampa digitale inkjet UV ha trovato subito i suoi settori di produzione e già si conoscono i pregi e difetti di questi inchiostri. Come tutto il comparto inkjet, le formulazioni degli inchiostri devono necessariamente considerare la viscosità richiesta dalle teste di stampa affinché l’emissione delle gocce abbiamo un costante volume in funzione della frequenza, ed al tempo stesso le dimensioni restino fini, anche di 2 pl, per una maggiore finezza dei dettagli. La riduzione dei VOC (Composti organici volatili) e degli odoranti hanno reso sempre l’utilizzo sempre più interessante per applicazioni come l’arredamento e l’allestimento; mentre la riduzione delle dimensioni di alcune macchine e l’inserimento di piani di appoggio personalizzati per oggetti hanno ampliato la gamma di stampa di oggetti tridimensionali e di prodotti finiti.

Guandong, la nuova Collection 2022

“Benvenuto 2022, l’anno dell’eccellenza al quadrato”. Con queste parole Guandong presenta la nuova Collection 2022. Una raccolta dal titolo quanto mai evocativo, che dall’anno espresso in numeri romani diventa MMXX2, Excellence squared. “Eccellenza per noi significa fornire sempre i migliori strumenti per far crescere il business dei nostri clienti”, spiega Daniele Faoro, team principal di Guandong. Per questo lo Specialista delle Specialità ha messo a punto un’ampia collezione di soluzioni e servizi innovativi, sviluppati per rispondere alle più recenti esigenze della visualcom e dell’interior decoration. Proposte quasi sartoriali, racchiuse non più in un semplice catalogo, ma in un vero e proprio strumento di lavoro rivolto a tutti gli interlocutori della filiera, dai rivenditori agli stampatori, dagli architetti agli installatori, fino ai clienti finali.

Una finestra sul vasto e articolato mondo di Guandong, realtà in costante evoluzione come testimoniano le numerose novità della Collection 2022. A partire dalla rinnovata veste grafica, moderna e accattivante, e dall’organizzazione dei contenuti. Tutte le proposte sono infatti suddivise per tipologia di applicazione, rendendo la ricerca più immediata anche ai non addetti ai lavori. Le schede, semplici e intuitive, includono una breve descrizione di ogni item e sono corredate da foto di realizzazioni, informazioni tecniche e di stampabilità e certificazioni. Su ogni pagina, inoltre, i QR code danno accesso a schede informative aggiuntive, ma anche consigli applicativi, ricche gallery di immagini e listini aggiornati, per un’esperienza ancora più multimediale.

Ad accomunare tutte le soluzioni il concetto di S.O.S.tenibilità. Nella Collection MMXX2 si trovano molte aree dedicate a questo tema ed è possibile scaricare lo speciale Green Revolution Manifesto di Guandong. Un approccio che si traduce non solo nell’impegno a sviluppare materiali di stampa sempre più riciclabili ed ecologici in tutto il loro ciclo di vita, ma anche in attività eco-friendly messe in atto dentro e fuori l’azienda. Tra le novità in chiave green inserite per la prima volta nella collezione, Dotty Satin, la pellicola per decorazione vetri e privacy con adesivo a punti e Scarico d’Aria realizzata con il 74% di PVC rigenerato che coniuga eleganza e sostenibilità; TAP (acronimo di “tessuto adesivo poliestere”), disponibile ora anche in versione riciclata, riciclabile e autoestinguente EN13501 per l’interior decoration, nonché in versione calpestabile certificata R9, riciclata e riciclabile per applicazioni floor graphics fashion e attente all’ambiente. E ancora, i tessuti Naomi, ulteriormente ottimizzati con i nuovi filati di poliestere riciclato, compatibili ora anche con sistemi di stampa digitale tessile a pigmento tipo CreO. Questo binomio permetterà di realizzare una delle soluzioni più sostenibili oggi presenti nel panorama europeo della visual communication, facendo risparmiare quasi 5.000 litri di acqua per ogni 1.000 metri lineari di prodotto stampato totalmente riciclato e riciclabile.

A completare l’offerta il progetto Réclame!, il nuovo servizio di realizzazione di contenuti video e interattivi, che coniuga l’evolversi della comunicazione visiva in chiave multimediale con la decorazione digitale. “Ci sono aziende che alle tradizionali vetrofanie o ai classici roll up preferiscono l’utilizzo di sistemi multimediali come monitor e totem touch screen. Con questo ampliamento di gamma colmiamo il gap tra analogico e digitale con soluzioni di contenuti video come SkIn, per gli schermi interattivi, e VideoWally, la carta da parati 4.0. Réclame! è un team di professionisti e tecnologie all’avanguardia finalmente accessibili a tutte le PMI”, sottolinea Faoro.

La nuova Collection MMXX2 si affianca agli innovativi marketing tools che Guandong ha lanciato nell’ultimo anno. Tra i più apprezzati i Pocket, veri e propri campionari tematici in formato tascabile 14x24cm, per toccare con mano e dimostrare ai propri clienti le effettive opportunità offerte dalle soluzioni Guandong. E ancora, la App, ulteriormente ottimizzata per una fruizione sempre più user friendly, che offre una vastissima gallery di immagini e video che illustrano le possibilità applicative dei diversi materiali con la consulenza degli Specialisti di Guandong sempre a portata di smartphone e in 5 lingue.

La Collection MMXX2 offre infine uno sguardo d’insieme sui touch point che caratterizzano l’attività di Guandong anche in ambito corporate: dalla nascita della divisione Mr Magnus alla creazione di un network di aziende complementari come Oniion e G5 Factory, passando per la consulenza offerta ad architetti, designer, studi grafici ed end-users. Focus anche sull’attenzione alla formazione e alla culturizzazione di tutta la filiera, come testimoniano la presenza fissa in spazi di incontro destinati a esperti della comunicazione e del design come Decor Lab a Milano e Nod Maker Space a Bucarest. E ancora l’annuncio del recente ingresso, in qualità di unico produttore di materiali e supporti in plastica, nel prestigioso Retail Institute. Una vera e propria mappa che delinea strategie, strumenti, servizi, partnership di una customer experience sempre più orientata al futuro: nei corridoi del reparto R&D di Guandong e Mr Magnus infatti già si sente parlare di Metaverso, Wallet ETH…

Durst, P5 TEX iSUB e P5 350 HS premiati con gli EDP Awards

da sin. A. Riccardi head of product management; C. Harder vice president sales Durst Group

Durst si aggiudica due EDP Awards, i prestigiosi riconoscimenti dedicati al mondo della stampa assegnati dalla European Digital Press Association alle migliori tecnologie lanciate nel corso dell’anno. Ad ottenere la vittoria, nelle rispettive categorie, due sistemi della Serie P5: P5 TEX iSUB e P5 350 HS.

Per la giuria, P5 TEX iSUB è risultato il miglior sistema di stampa tessile roll-to-roll con unità di finitura in linea integrata. L’abbreviazione iSUB sta per “Inline Sublimation”, perché questa tecnologia permette la stampa diretta su tessuto in poliestere senza richiedere successive fasi di asciugatura e calandratura. Questo ottimizza le singole fasi di lavoro, con un conseguente significativo aumento della qualità e dell’efficienza dell’intero processo. P5 TEX iSUB, inoltre, può stampare anche su carta transfer assicurando agli utenti un’inedita flessibilità e offrendo una spinta significativa al crescente mercato del soft signage.

Vincitrice del premio “miglior sistema di stampa UV per il mercato degli imballaggi in cartone ondulato” l’ibrida ad alte prestazioni P5 350 HS, progettata per la lavorazione di supporti in bobina e rigidi con una larghezza fino a 3,5 m. Tra i plus apprezzati dalla giuria, l’eccezionale velocità fino a 710 m²/h e l’estrema versatilità nel cambio di materiali garantita da funzionalità esclusive come l’opzione multiroll e multitrack 6 che rendono il processo di stampa ancora più efficiente su qualsiasi tipologia di supporto. La perfetta gestione del flusso di lavoro è inoltre assicurata dall’integrazione dei software proprietari Durst Workflow e Durst Analytics, che contribuiscono a rendere la serie Durst P5 la piattaforma di maggior successo attualmente disponibile sul mercato.

“Siamo lieti di ricevere questi EDP Awards poiché rappresentano il riconoscimento del nostro impegno nel continuo sviluppo della piattaforma P5. Una tecnologia rivoluzionaria che intende segnare un nuovo percorso di crescita nel settore della stampa digitale, finalizzato all’ottenimento di flussi produttivi sempre più efficienti. Un obiettivo raggiungibile anche grazie all’integrazione di soluzioni software proprietarie Durst sempre più avanzate che mirano al concetto della Smart Factory”, commenta Andrea Riccardi, head of product management di Durst Group. Il prossimo appuntamento con l’innovazione firmata Durst sarà a Berlino, in occasione di FESPA 2022. Qui i visitatori potranno toccare con mano le eccezionali prestazioni dei sistemi di stampa P5 e saranno svelate ulteriori novità tecnologiche al momento ancora top secret.

 

Andreas Pleßke, Ceo di Koenig&Bauer AG, nuovo presidente del comitato drupa

Nell’ambito della riunione costitutiva del Comitato drupa dell’8 febbraio 2022, Andreas Pleßke, Ceo di Koenig&Bauer, è stato nominato presidente. Wolfgang Poppen, managing partner della Freiburger Druck GmbH & Co. KG e presidente della Federazione tedesca delle industrie della stampa e dei media, è stato confermato in carica come vice. Entrambi i candidati sono stati eletti all’unanimità.

Andreas Pleßke succede a Claus Bolza-Schünemann, ex Ceo di Koenig&Bauer, che aveva presieduto il Comitato drupa dal 2012. “È un onore per me succedere a Bolza-Schünemann e desidero ringraziare i membri del Comitato per la loro fiducia”, sottolinea Pleßke e prosegue: “Sono lieto di contribuire attivamente, nella mia nuova posizione, a plasmare l’ulteriore sviluppo e la posizione globale di drupa, al fine di rafforzare la sua proposta unica di fiera leader nel mondo”.
Anche Wolfgang Poppen, felice della sua rielezione come vice, gli ha fatto eco: “drupa è sinonimo di innovazioni e novità tecnologiche e sicuramente si dimostrerà ancora una volta una pietra miliare in un settore in costante evoluzione”.
La prossima drupa si terrà al centro fieristico di Düsseldorf dal 28 maggio al 7 giugno 2024 e sarà incentrata sulle tendenze digitalizzazione e sostenibilità.

Industria 4.0: Federazione Carta e Grafica esprime soddisfazione per l’emendamento al Milleproroghe

La Federazione Carta e Grafica, che rappresenta produttori e trasformatori di carta, ma anche i produttori di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e cartaria esprime soddisfazione per l’emendamento parlamentare, che sarà votato a breve, al Milleproroghe e che prevede il rinvio a dicembre 2022 del termine di consegna degli impianti ordinati entro la fine del 2021 ai fini di “Industria 4.0”.

Nei giorni scorsi Acimga, parte della Federazione Carta e Grafica, aveva diffuso una lettera aperta nella quale evidenziava le difficoltà nelle consegne delle macchine, a causa delle carenze nellai componentistica e di strozzature nella catena della fornitura.

Aie, Anes e Federazione Carta Grafica chiedono al governo un credito di imposta sull’acquisto della carta

La forte impennata dei costi delle materie prime e dell’energia mette a dura prova la tenuta della filiera editoriale: si rischiano una minore offerta di libri e riviste, ritardi nelle consegne, possibili aumenti dei prezzi per il pubblico dei lettori, gravi problemi per l’editoria scolastica.

L’allarme è lanciato congiuntamente dall’Associazione Italiana Editori (AIE), dall’Associazione Nazionale Editoria di Settore (ANES) e dalla Federazione Carta Grafica che, di fronte alla grave emergenza, chiedono al Governo un credito di imposta sull’acquisto di carta grafica per fini editoriali. Una misura urgente a favore della sostenibilità dell’industria editoriale e necessaria per contribuire alla resilienza della filiera, di primaria importanza per il Paese e già faticosamente impegnata a gestire le delicate sfide del mercato.

“L’energia e le materie prime rappresentano il cuore della produttività – afferma Ivo Alfonso Nardella, presidente di Anes – L’aumento di energia e carta mette in seria difficoltà anche il comparto della comunicazione tecnica scientifica e più in generale di settore. Diminuire o peggio interrompere il flusso di informazioni e aggiornamento professionale nuoce gravemente al tessuto industriale e professionale italiano che sta iniziando a riprendersi. Tagliare la cultura significa creare un danno alla produzione interna che ha sempre più bisogno di aggiornamento per affrontare le sfide che questa epoca di transizioni ci impone”.

“I rincari energetici stanno già mettendo a rischio di stop alcuni segmenti produttivi come quello delle riviste stampate in rotocalco. Ma per tutti i settori della stampa editoriale e commerciale l’incremento del costo della carta ha assunto dimensioni tali da erodere ogni marginalità, date le ovvie difficoltà a trasferire a valle tali rincari. A questo scenario si aggiungono le problematiche legate a una scarsa reperibilità della materia prima, anche a causa del processo in atto di riconversione della produzione verso le carte per imballaggi” afferma Emanuele Bona, presidente di Federazione Carta Grafica.

“Dopo due anni molto positivi, l’emergenza carta pesa come una grave minaccia sul mondo del libro – afferma Ricardo Franco Levi, presidente di Aie –. Gli insopportabili aumenti del prezzo schiacciano i margini di tutti gli editori traducendosi per quelli di varia (saggi e romanzi) nel rischio di aumenti di prezzo di copertina, una strada che non è nemmeno percorribile per gli editori scolastici soggetti a tetti di spesa imposti per legge. Agli aumenti del prezzo si aggiungono le difficoltà di approvvigionamento che rendono ancora più difficile programmare la produzione e assicurare una puntuale distribuzione. Di nuovo, con una particolare attenzione per l’editoria scolastica impegnata a garantire alla scuola e alle famiglie la disponibilità dei libri di testo nelle scadenze legate al calendario dell’anno scolastico”.