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Come fare in modo che il comando Dimensioni Reali funzioni

Che vuol dire reale (cit.)? … e potremmo proseguire la citazione del celebre film Matrix chiedendo ad Adobe «… dammi una definizione di reale» (magari il tutto in lingua originale, così suona anche meglio).

Da molti anni usiamo le classiche voci di menu che regolano i predefiniti di visualizzazione del documento a schermo, ma quanti si sono mai domandati se e quanto siano coerenti con la loro denominazione?

Questa volta ci siamo adoperati per fare le pulci a queste voci nei consueti programmi di DTP: Photoshop, Illustrator, Indesign e Acrobat, includendo anche un outsider (Anteprima di Apple), e abbiamo scoperto che non è tutto perfetto.

La realtà secondo Photoshop

Uno degli ultimi aggiornamenti, quello di ottobre 2020, ha finalmente affrontato e risolto una delle mancanze più pesanti nell’ambito della rappresentazione WYSIWYG (what you see is what you get): l’utilizzo delle informazioni hardware dello schermo per calcolare correttamente lo zoom da usare per simulare la dimensione fisica del documento.

Tradotto in parole più essenziali: visualizzare a schermo un’immagine A4 con la grandezza effettiva di un A4 reale.

Questo è ora possibile selezionando la nuova voce “Dimensioni reali”, che manda definitivamente in pensione la voce “Dimensioni stampa” di cui 99 operatori su 100 non sapevano che farsene.

Mentre tutti abbiamo provato negli anni a selezionarla aspettandoci un ingombro plausibile con il mondo reale, pochi sapevano come fare in modo che questo comando funzionasse davvero, e cioè usandolo dopo aver configurato correttamente le preferenze in funzione del monitor usato.

Le preferenze di Photoshop con le impostazioni della risoluzione schermo, fondamentali per far funzionare correttamente il comando Visualizza>dimensioni stampa

Il menu con le varie scelte di visualizzazione, tra cui anche la nuova “Dimensioni reali”

Il valore di risoluzione monitor richiesto nella scheda Unità di misura e righelli delle Preferenze è quello del monitor che stiamo usando, e andrebbe, anzi, va inserito dall’utente dopo aver consultato la relativa documentazione tecnica, oppure dopo averlo calcolato come nell’esempio che segue.

Calcoliamo la risoluzione del display

Uno schermo da 27” FHD (quindi proporzioni pari a 16:9) ha circa una base di 23,5” ed un’altezza di 13,2”.

Per calcolare le misure scomodiamo il teorema di Pitagora:

(16x)2 +(9x)2 = 272

256×2+81×2=729

337×2=729

x=(sqr)729/337=1,47

quindi:

la base è                    1,47*16=23,52”

l’altezza è                                   1,47*9=13,23”

da cui consegue una risoluzione video effettiva pari a:

1920/23,52=81,63 ppi

1080/13,23=81,63 ppi

Inserendo il valore appena trovato nelle preferenze di Photoshop a quel punto funziona correttamente anche la voce Dimensioni di stampa, restituendo una visualizzazione pressoché identica a quella data da Dimensioni reali.

Quel valore di risoluzione non modificherà la risoluzione di partenza dei nuovi documenti predefiniti per il web, che restano a 72 ppi, mentre, pur non avendo alcun impatto pratico, ce la ritroveremo nei nuovi documenti Film e Video.

Nel caso ormai comune di più monitor collegati non si potranno inserire le eventuali risoluzioni specifiche di ciascuno, per questo l’aggiornamento di ottobre scorso è quanto mai benvenuto visto che fa tutto da solo senza chiedere nulla all’utente, che può quindi continuare ad ignorare la soluzione manuale spostando i documenti su uno schermo qualunque e facendo ricalcolare lo zoom a Photoshop di volta in volta.

La realtà secondo Indesign

La voce equivalente in questo caso è Dimensioni effettive, e lavora correttamente anche in ambiente multidisplay restituendo anteprime in tutto e per tutto coerenti con la dimensione fisica dell’elaborato.

Non ho ricordi di un funzionamento diverso da questo, non posso escludere che andando indietro con gli anni ci possano essere state criticità in ambiente multischermo, ma da che ho memoria la dimensione fisica a video è sempre stata simulata correttamente.

Diversa è la questione nel caso di documenti definiti in pixel, supponiamo 1920×1080, con l’intento di creare ad esempio delle slide per una presentazione. Non c’è modo di intervenire sulla risoluzione del documento, che resta quindi a 72 ppi, ed il comando Dimensioni effettive, con queste premesse, continua a considerare solo i cm che ne derivano (circa 67×38 cm).

Personalmente lo trovo poco congruo, e volendo avere un’idea di come si presenta nella modalità a pixel reali (cioè un pixel del documento corrisponde ad un pixel logico sullo schermo, per dirla alla Photoshop) devo ricorrere ad Adatta pagina a finestra. Non sarebbe esattamente la stessa cosa, ma ci andiamo vicini.

Il menu con le varie scelte di visualizzazione di Indesign, con “Dimensioni effettive”

La realtà secondo Illustrator

Qui iniziano le discrepanze più “fastidiose”: dopo due contesti tutto sommato funzionali, qui la voce Dimensioni reali funziona correttamente solo nello schermo principale, nel caso di un secondo monitor non c’è lettura dei dati interni né possibilità di inserirli manualmente.

Anche in questo caso l’uso dei pixel per la definizione delle dimensioni documento viene ignorata nel calcolo dello zoom, con la stessa logica usata da Indesign.

Se da un lato questo funzionamento può essere comprensibile dato l’orientamento a oggetti di entrambi i programmi, trovo un peccato non poterlo differenziare in alcun modo.

Il menu con le varie scelte di visualizzazione di Illustrator, con “Dimensioni reali”

La realtà secondo Acrobat

… e qui le cose si complicano, dai test effettuati su diversi schermi è evidente che ci sia una lettura dei dati del display principale (nel mio caso attuale un macbook pro con 2880×1800 pixel fisici), ma nel caso in cui abbiate impostato una risoluzione logica diversa da questa, come succede di default usando Big Sur sui Mac più recenti, Acrobat non si capisce più e continua a vedere solo i 2880×1800 pixel fisici (invece dei 3360×2100).

Ne consegue che sullo schermo principale la visualizzazione reale di Acrobat risulta così circa l’85% di quella corretta, mentre sul secondo “ragiona” come Illustrator, con l’aggiunta che sarà anche qui all’85% del dovuto (cioè è comunque sbagliata, ma più piccola).

Nei casi analizzati precedentemente è chiaro quanto venga considerata, anche nella peggiore delle ipotesi, la configurazione del sistema operativo se prevale su quella fisica, ma qui non è accettabile che non ci sia modo di avere almeno una visualizzazione corretta se non modificando le impostazioni lato sistema.

Il menu di Acrobat con la voce Zoom>Dimensioni reali

La realtà secondo Anteprima

In modo abbastanza inaspettato ho trovato un miglior supporto su questi aspetti con Anteprima: la visualizzazione di un PDF formato A4 viene correttamente simulata con Vista>Dimensioni reali sia nel caso del monitor principale che nel secondario.

Curiosamente lo stesso file esportato in formato JPG anziché PDF non viene visualizzato allo stesso modo, ed analizzando i metadati si trova che il PDF viene considerato a 72 ppi (pur mantenendo correttamente le immagini in alta al suo interno) e vengono rispettate le dimensioni fisiche, mentre con l’immagine raster, in questo caso a 300 ppi (la stessa usata per fare il pdf) viene ignorata la dimensione fisica e considerato solo l’ingombro in pixel, analogamente al comando Visualizza>100% di Photoshop.

DS Smith introduce le Circular Design Metrics per la valutazione del design circolare

DS Smith ha incorporato in tutti i suoi stabilimenti italiani le Circular Design Metrics, i parametri per la valutazione del design circolare, per sostenere la transizione verso l’economia circolare e aiutare i clienti a raggiungere i loro obiettivi di sostenibilità.

Per la prima volta nel settore, DS Smith può ora misurare e quantificare le prestazioni di sostenibilità di ciascuno dei suoi progetti di packaging attraverso otto diversi indicatori chiave: emissioni di anidride carbonica, design per il riutilizzo, ottimizzazione della catena di fornitura, riciclabilità, sicurezza del pianeta, utilizzo dei materiali, fonti rinnovabili e presenza di materia prima da riciclo.

L’introduzione di questi nuovi parametri è affiancata da una approfondita attività di formazione sull’applicazione dei principi di design circolare alle soluzioni di imballaggio che ha coinvolto i quasi 100 designer DS Smith in tutta Italia.

Dato che più dell’80% dell’impatto ambientale di un prodotto avviene nella fase di progettazione, i dati del Circular Design Metrics consentono ai marchi e ai rivenditori di confrontare diverse soluzioni di progettazione, aiutandoli a ridurre i rifiuti e l’inquinamento e a mantenere i materiali e i prodotti in uso più a lungo.

Francesco Barsanti, sales marketing e innovation director South Europe di DS Smith Packaging dichiara: “L’esigenza dei nostri clienti, unitamente alla nostra capacità di ridefinire l’imballo come tale, la dobbiamo trasformare in un’opportunità concreta per diffondere il valore e la cultura di un’economia circolare dove la sostenibilità trova il suo punto di convergenza. Le nostre Circular Design Metrics, ci permettono di capire e misurare quanto il packaging sia circolare”.

Il lancio della Circular Design Metrics segue il lancio dei Circular Design Principles l’anno scorso, sviluppati in collaborazione con la Ellen MacArthur Foundation.

L’economia circolare è al centro della strategia Now and Next di DS Smith, che si concentra sulla fase di riciclo e riutilizzo attraverso una migliore progettazione, sulla protezione delle risorse naturali sfruttando al meglio ogni singola fibra di carta e sulla formazione delle persone per guidare la transizione verso un’economia circolare. Entro il 2023, DS Smith produrrà il 100% di imballaggi riutilizzabili o riciclabili.

Bestinflexo: completata la selezione delle nomination 2021

Si è conclusa anche la seconda sessione della Giuria BestInFlexo che ha completato l’elenco delle nomination del concorso 2021.

“Per noi giudici diventa sempre più difficile scegliere i migliori, perché la qualità dei lavori continua a crescere notevolmente da un’edizione all’altra del premio e spesso si classificano lavori con pochissimi punti di scarto” dichiara Silvia Proscia, purchasing manager di Bonduelle. “Segno che la competizione è sempre più sfidante e beneficia della crescita costante del livello qualitativo dell’intero settore, anche in periodi piuttosto delicati come quello vissuto di recente”.

Con l’ultimo gruppo di aziende selezionate le nomination del concorso BestInFlexo 2021 sono:

Acm – Sit Group, Antonio Sada&Figli, Aro, Auroflex, BKP Packaging, Cartotecnica Postumia, Effegidi International, Europoligrafico, F.lli Magro, Flessofab, Flex Packaging Al, Florio Carta, Gamma Plastic, Grafiche Pradella, International Paper Italia (Stab. Bellusco), IPV Pack, Masterpack, Minova Labels, Mondi Padova, Pagani Print, Plastik, Scatolificio Ceriana, Scatolificio Ondulkart, Scatolificio TS, Sidac Schur Flexibles Group, Simplast, Sititalia, Tech It Packaging, Tonutti Tecniche Grafiche, Toppazzini, Trevikart – Progest Group.

Le aziende in nomination 2021 saranno premiate insieme alle candidature selezionate del concorso 2020. Quest’anno la cerimonia BestInFlexo, prevista il 17 novembre a Bologna, oltre a sancire il ritorno in presenza vedrà salire sul palco le aziende vincitrici di ben due edizioni.

Formazione e social: parola a Roba da Grafici

Lombardo

Un claim che la redazione di Italia Grafica sente suo è “la formazione non conosce pause”. Questo è un mantra che da sempre accompagna lo spirito dei nostri articoli e che abbiamo ribadito sui nostri canali durante il lungo periodo di pandemia. È proprio in questo tempo che abbiamo notato quanto la formazione sia importante, parallelamente all’aumento della richiesta degli utenti di contenuti tecnici ad alto valore formativo. Non è passata inosservata, quindi, una collaborazione che ormai va avanti da anni e che vede Roba da Grafici, una delle più importanti community social italiane, collaborare con Job Formazione, azienda specializzata in formazione a diversi livelli. La loro offerta va a coprire una richiesta di formazione verticale studiata proprio sulle esigenze degli utenti, con obiettivi chiari e subito raggiungibili. Abbiamo intervistato le persone che sono dietro questo progetto partendo da Marco Lombardo, admin di Roba Da Grafici.

Chi c’è dietro a Roba da Grafici?

Robadagrafici è diretto da Marco Lombardo, graphic designer e specialista della comunicazione. Il team dietro RDG è ricco di professionisti del settore grafico, stampa e marketing che hanno sposato il progetto e sono direttamente coinvolti nelle attività social. RDG nasce nel lontano 2010, agli albori di Facebook. All’inizio era un semplice raccoglitore di meme per alleggerire la pausa caffè. Da subito ci rendemmo conto che il panorama italiano della creatività necessitava di una community digitale in cui, professionisti e non, potessero confrontarsi liberamente anche su temi tecnici con un tono leggero e comprensibile, sfruttando le potenzialità che Facebook metteva a disposizione.

Quanto incide la formazione nel lavoro del grafico/creativo?

Per diventare grafico occorre avere passione, creatività e tanta curiosità. Doti essenziali per poter proporre soluzioni innovative e seguire le mode che cambiano in maniera frenetica. Serve conoscere  diverse tecniche e strumenti, a seconda del progetto a cui si lavora e del campo in cui si sta agendo. In un panorama così vasto e mutevole occorrono competenze specifiche che solo con un’adeguata, completa e continua formazione si può dare per rimanere competitivi. In sostanza: non ci si può improvvisare esperti della comunicazione.

Parlando di formazione, quali sono gli argomenti più richiesti dalla community?

La community ha una forte varietà di utenti, dai neofiti alle prime armi a scafati professionisti, utenti che lavorano solo in digitale e altri che sono solo esecutivisti del mondo della stampa. Con un pubblico così vasto è chiaro che le domande sulla formazione siano le più diverse. A mio parere, le più interessanti, sono quelle relative ai cambiamenti dei trend del design e alle tecniche per creare applicazioni coinvolgenti.

A proposito di stampa, quali sono i temi più ostici?

Buona parte dei grafici di oggi è davvero competente nella progettazione e nell’utilizzo delle tecnologie per fare grafica, meno su quello pratico. Il mancato approccio alle attrezzature, una volta percorso obbligato per chi studiava design, ha creato un divario ancora maggiore tra i professionisti che sono competenti sui processi di stampa e chi no. I profili colore, le sovrastampe e la corretta gestione del file di stampa sono i grandi temi ostici, oltre a una poca dimestichezza con i supporti e formati di stampa meno comuni e fuori dai circuiti di tipografie digitali low cost.

Heidelberg, Ludwin Monz nuovo CEO da aprile 2022

Il Supervisory Board di Heidelberg ha nominato Ludwin Monz nuovo CEO che succederà a Rainer Hundsdörfer. In particolare, Monz subentrerà a Rainer Hundsdörfer all’inizio del nuovo anno finanziario, il 1° aprile 2022.

“Il Supervisory Board di Heidelberg desidera ringraziare Rainer Hundsdörfer per il suo straordinario impegno come CEO dell’azienda. È riuscito a guidare con successo l’azienda attraverso la crisi del Covid-19, e allo stesso tempo ha tracciato il percorso per l’ulteriore sviluppo strategico dell’azienda e per la creazione di nuovi business”, ha detto Martin Sonnenschein, presidente del Supervisory Board.

“Con la nomina di Ludwin Monz, Heidelberger Druckmaschinen AG guadagna un volto adatto a portare avanti il suo riallineamento strategico”, sottolinea Sonnenschein. “È un esperto di alta tecnologia e innovazione con grande esperienza”.

Guardando al suo nuovo ruolo, Monz commenta: “Per me, Heidelberg è un fiore all’occhiello dell’ingegneria meccanica tedesca. Vedo un enorme potenziale per il futuro nella grande competenza dei suoi dipendenti, nella sua organizzazione globale ampiamente ramificata e nel suo brand di lunga data”.

Inoltre, si prevede di estendere il contratto del consiglio di amministrazione con il CFO Marcus A. Wassenberg fino al 2027 come previsto. Con questa decisione, Heidelberg conta sulla continuità per quanto riguarda la stabilità finanziaria raggiunta e il riallineamento strategico di successo.

 

Comieco, riduzione per il CAC degli imballaggi

Buone notizie per gli utilizzatori di packaging in carta e cartone. Il Consiglio di amministrazione Conai, Consorzio Nazionale Imballaggi, sentito il parere di Comieco, Consorzio Nazionale per il Recupero e il Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica, ha deliberato la riduzione del Contributo Ambientale Conai per la carta – da 25 €/tonnellata a 10 €/tonnellata – a partire dal 1 gennaio 2022.

Ed è la seconda buona notizia nel giro di pochi mesi: già a luglio il CAC carta era stato più che dimezzato passando da 55€ a 25€ a tonnellata,in virtù dell’aumento dei valori di mercato della materia prima seconda.

La nuova riduzione deliberata si inserisce all’interno di un percorso di sostegno, rivolto alle aziende e al sistema imprenditoriale del mondo cartario, avviato da diverso tempo e non incide sulle operazioni di raccolta riciclo della carta e del cartone che Comieco continuerà a garantire su tutto il territorio nazionale con le consuete modalità.

“Ridurre il contributo ambientale di oltre l’80% nell’arco di poco tempo, significa supportare concretamente le aziende utilizzatrici di packaging, ancora profondamente colpite dalla pandemia, aiutandole a ripartire. I risparmi già calcolati da inizio anno ammontano a 135 milioni di euro, ai quali aggiungere quelli stimati pari a 67,5 milioni di euro, a fronte di questa ulteriore riduzione”, afferma Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco.

Benefici economici sostanziosi che possono rappresentare un driver importante per orientare le aziende ad utilizzare sempre più il packaging in cartone per i loro prodotti e allo stesso tempo contribuire a consolidare i buoni risultati di raccolta differenziata e riciclo sin qui raggiunti. L’Italia è tra i Paesi più ricicloni d’Europa: nel 2020 sono state raccolte circa 3,5 milioni di tonnellate di carta e cartone eil tasso di riciclo degli imballaggi cellulosici ha raggiunto l’87,3%, superando con ben 10 anni di anticipo i target UE al 2030. Una filiera efficiente che fa della circolarità il fiore all’occhiello: il 60% della produzione cartaria avviene infatti a partire da fibre di recupero.

La diminuzione del CAC non è l’unica novità in vigore dall’1 gennaio 2022. A questa si accompagnerà anche l’introduzione della diversificazione contributiva degli imballaggi in materiale composito, diversi da quelli per liquidi, allo scopo di rendere il ciclo del riciclo di carta e cartone ancora più efficiente, stimolando gli utilizzatori di packaging a scegliere per i loro prodotti imballaggi sostenibili e riciclabili all’insegna della transizione verso un’economia sempre più circolare.

 

Roto4All 2021, la community della rotocalco si incontra

Un’intera giornata dedicata alla stampa rotocalco: Roto4All è andata in scena venerdì 22 ottobre, con una prima edizione in presenza che ha riunito a Firenze oltre 100 persone. Dopo l’edizione streaming del 2020, che ha raggiunto 500 persone collegate da remoto, di cui un quarto dall’estero, Roto4All 2021 è stata una preziosa occasione per connettere dal vivo tutta la community rotocalco, veicolando le esperienze e i progetti dei diversi player di settore.

Moderato da Andrea Briganti, direttore di Acimga, Roto4All ha visto il palco del Cinema Odeon diventare il fulcro della tecnologia rotocalco: a Daniele Barbui, presidente di Acimga, l’onore di aprire i lavori, mentre Gianmatteo Maggioni, responsabile del Gruppo Rotocalco di Acimga, ha fornito una panoramica delle future attività del Gruppo, presentando il prossimo corso di formazione dedicato alla Sostenibilità, che andrà in onda tra novembre e dicembre.

Nel corso della giornata si sono alternati contributi da parte di produttori di tecnologia, stampatori, brand owner, esponenti di associazioni italiane ed internazionali, esperti di marketing, e rappresentanti dai consorzi, in un momento di scambio e dialogo costruttivo continuo all’interno di una tecnologia di stampa che si dimostra ancora estremamente vivace e dalla forte spinta innovativa.

Lo dimostrano le case history presentate durante la giornata, esempi virtuosi di sperimentazione in ambito rotocalco e di collaborazione tra interlocutori diversi: Sacchital Group e Terre Ducali hanno presentato un vassoio take away in carta riciclabile progettato secondo i principi dell’ecodesign; Bobst, Ticinoplast e Sunchemical hanno raccontato l’ambizioso lavoro di R&D, sottolineando il valore della partnership, per la creazione di un imballaggio monomateriale BOPE; Kaspar Walter e Rossini hanno portato sul palco innovative soluzioni alternative all’uso del cromo esavalente, ad ulteriore testimonianza della vitalità del mondo rotocalco, che guarda al futuro nello sviluppo di nuove direttrici possibili. Non sono mancate le testimonianze dirette delle industrie di filiera verso gli specifici approcci alla sostenibilità: Gualapack, Di Mauro Group, SIT Group, ma anche Uteco Group, Bobst, ICR e Inci-flex, che insieme a Italo Vailati, direttore di Giflex, e Anna Paola Cavanna, presidente della Fondazione Carta Etica del Packaging hanno illustrato un vasto ed interessante panorama in continuo sviluppo. Giulia Picerno, dal Centro Studi per l’Economia Circolare di Conai ha mostrato come il packaging si adegui alle esigenze della società che evolve, arricchendo le sue funzioni e vada di conseguenza ripensato in ottica circolare, mentre Giuseppe Stigliano, Global CEO di Spring Studios, docente di Retail Marketing e co-autore di “Retail 4.0: 10 Guiding Principles for the Digital Age” con il guru Philip Kotler, ha stimolato nuove riflessioni sulla digitalizzazione, secondo i principi di invisibilità, utilità e sostenibilità. GAA, Gravure Aimcal Alliance, ha chiuso la giornata illustrando trend ed evoluzioni in ambito rotocalco direttamente dal mercato USA.

«Il settore rotocalco italiano resta un riferimento internazionale di eccellenza e know-how tecnologico, modello per la qualità della stampa, per le caratteristiche del prodotto offerto e per la resa stessa dei macchinari, e queste qualità ci vengono riconosciute sul mercato, dove da vent’anni le macchine italiane si posizionano in una fascia di prezzo medio alta. Il ritorno ai livelli di export pre-Covid resta però purtroppo lontano – spiega Andrea Briganti, direttore di Acimga. – Il mercato mondiale della tecnologia rotocalco vale 189 milioni di euro: senza dubbio il 2020 è stato gravemente condizionato dalla pandemia, tanto che a livello globale gli scambi hanno subito una contrazione di quasi il 20%. Nonostante ciò, le previsioni globali per i prossimi tre anni danno segnali positivi che ci fanno ben sperare».

Adobe MAX 2021, la prossima generazione della Creative Cloud

Dal palcoscenico virtuale dell’evento digitale MAX 2021 Adobe ha annunciato una serie di importanti aggiornamenti e condiviso la sua visione sulla prossima generazione della suite di prodotti e servizi Creative Cloud.

Sono due gli obiettivi principali su cui Adobe ha lavorato per questi update: rendere più produttivo ed efficace il lavoro creativo e potenziare gli strumenti di collaborazione in team.

La prima notizia di grande interesse è che Adobe ha svelato la versione per il web dei due prodotti di punta della Creative Cloud: Photoshop e Illustrator.

Photoshop e Illustrator per il web sono al momento in versione beta. Consentono di accedere ai progetti ovunque, ma non sono pensati tanto per eseguire il lavoro di fotoritocco e illustrazione online in un browser, quanto per servire da strumenti di collaborazione.

Consentono di invitare chiunque a visualizzare e commentare un file di Photoshop o Illustrator e per fare la revisione non occorre scaricare alcun software né avere un abbonamento a Creative Cloud. I commenti appaiono direttamente nelle app desktop e iPad di Photoshop e Illustrator.

Si tratta dunque principalmente di una funzione di condivisione e collaborazione, ma gli abbonati a Creative Cloud possono anche fare leggere modifiche ai file di Photoshop o Illustrator direttamente nel browser. Photoshop per web è in beta pubblica, mentre Illustrator sul web è in beta privata ad accesso limitato.

Non è questa l’unica novità per Photoshop e Illustrator. Creare maschere degli oggetti in Photoshop diventa ancora più semplice e preciso, grazie alla funzione Hover Auto-Masking che consente di farlo in modo del tutto automatico, grazie all’intelligenza artificiale Adobe Sensei. È anche possibile selezionare automaticamente tutti gli oggetti di una immagine.

Adobe ha anche espanso e migliorato i Neural Filters e aggiunto una funzione per editare le immagini di paesaggi.

In Illustrator per iPad arriva la technology preview di Vectorize, funzione di tracciamento che consente di convertire qualsiasi immagine in una grafica vettoriale, con maggiore precisione e controllo. E ci sono miglioramenti per l’app desktop di Illustrator, per quel che riguarda gli effetti e i materiali 3D.

Rimanendo in tema, la Adobe Substance 3D Collection include sia strumenti che risorse per la creatività in tre dimensioni.

Per quanto riguarda la fotografia professionale, Lightroom permette ora di fare selezioni precise in modo semplice e di applicare correzioni specifiche solo a una parte dell’immagine. E con la funzione Community Remix è possibile condividere un’immagine e vedere come altri fotografi e artisti la modificano.

Adobe InDesign è ora ottimizzato per l’esecuzione nativa sui Mac basati sul nuovo chip Apple Silicon, secondo Adobe con un miglioramento delle prestazioni del 59 per cento rispetto alle build Intel.

InDesign ora si integra con Adobe Capture, funzione che permette ai designer di creare temi di colore e forme vettoriali così come avere suggerimenti sui font direttamente in InDesign, per trovare un’ispirazione da qualsiasi immagine all’interno del documento.

Inoltre, Adobe sta portando alcune funzioni di editing online anche per InDesign, al momento in una versione beta privata. In particolare, e sempre con l’obiettivo di migliorare la collaborazione, le funzioni online riguardano il copy-editing.

I designer possono condividere in modo facile e sicuro i documenti online, e assegnare brani a copywriter e redattorianche se questi non hanno InDesign, controllando quali sezioni dei file sono in grado di modificare.

I redattori possono quindi modificare il testo direttamente nel browser e vedere in anteprima le loro modifiche nel contesto del layout e del design. Le modifiche al testo si sincronizzano automaticamente con i file originali e ritornano in InDesign, mentre gli elementi del design grafico rimangono bloccati.

Negli ultimi aggiornamenti ai prodotti e servizi di Adobe Creative Cloud ci sono molte altre novità, ad esempio nelle applicazioni professionali per il video, negli strumenti per le animazioni, nell’ambiente di prototipazione Adobe XD, e altro ancora.

Ma desideriamo sottolineare altre due nuove funzionalità interessanti che Adobe sta introducendo per la collaborazione in team: Creative Cloud Spaces e Canvas.

Si tratta di due funzioni che, in un periodo di ampia diffusione del lavoro ibrido e remoto, aiuta i team creativi a far sì che più persone possano collaborare e rimanere allineati sulle risorse e sui progetti in corso.

La funzione Creative Cloud Spaces offre dei repository condivisi in cui tutti i membri del team possono accedere e organizzare file, librerie e link, in modo da poter gestire facilmente l’accesso e la collaborazione in una posizione centrale, chiaramente virtuale.

Creative Cloud Canvas è descritto da Adobe, invece, come un nuovo modo per mostrare e visualizzare tutto il lavoro creativo all’interno di un progetto, per poterlo rivedere con i collaboratori ed esplorare le idee insieme, il tutto in tempo reale e nel browser.

Creative Cloud Spaces e Canvas debuttano ora in beta privata e – ha annunciato Adobe – saranno rilasciati in modo più ampio il prossimo anno.

Infine, in occasione del MAX 2021 Adobe ha condiviso un aggiornamento sullo stato della Content Authenticity Initiative, un’iniziativa nata due anni fa che lavora per promuovere l’adozione di uno standard aperto per garantire l’autenticità e la provenienza dei contenuti.

È ora in fase di rilascio la possibilità di allegare Content Credentials in applicazioni come Photoshop. Queste credenziali sicure includono informazioni come chi ha creato un’immagine e quando e dove una foto è stata scattata.

 

 

 

 

 

Nico Rosberg diventa brand ambassador di Jungheinrich

JungheinrichNico Rosberg saranno impegnati congiuntamente per sostenere la mobilità elettrica per un futuro più sostenibile.

L’imprenditore della sostenibilità, che è stato anche campione del mondo di Formula 1 nel 2016, sarà il nuovo ambassador del brand, rappresentando il principale fornitore globale di soluzioni per il settore dell’intralogistica.

“Nico Rosberg non è solo una icona dello sport automobilistico, ma in qualità di investitore e visionario condivide la passione di Jungheinrich per le tecnologie sostenibili per la protezione climatica“, afferma il Dr. Lars Brzoska, presidente del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Jungheinrich. L’ex pilota di Formula 1 è co-fondatore del Greentech Festival, una piattafoma globale per tecnologie orientate al futuro nei settori della mobilità, della nutrizione, dell’agricoltura, della finanza, della moda e dell’energia. Dal suo ritiro, Rosberg è stato un importante sostenitore della mobilità elettrica e dell’imprenditorialità sostenibile. “Abbiamo bisogno di nuove visioni e tecnologie intelligenti per il nostro pianeta. Ciò significa portare avanti l’elettrificazione e la decarbonizzazione in tutti i settori della nostra economia, in particolare nella mobilità”, spiega Rosberg: “Al fine di spingere ulteriormente la mobilità elettrica, sto entrando in pista insieme a Jungheinrich”.

Jungheinrich si è concentrata sulla mobilità elettrica sin dalla sua fondazione ed è un pioniere e un motore di innovazione della tecnologia agli ioni di litio. Esattamente dieci anni fa, Jungheinrich è stato il primo produttore di mezzi di movimentazione al mondo, a lanciare un carrello elevatore prodotto in serie con una batteria agli ioni di litio.

“Vogliamo creare valore sostenibile – Jungheinrich e Rosberg condividono questo obiettivo” spiega il Dr. Brzoska. “Nico dà un volto al nostro impegno e al nostro lavoro. Allo stesso tempo, vogliamo sviluppare nuove idee insieme e lavorare su soluzioni e applicazioni concrete di elettrificazione, efficienza energetica e sostenibilità per dimostrare ciò che sarà possibile nel magazzino del futuro. Con il nuovo brand ambassador Nico Rosberg, renderemo questo impegno nei confronti dei nostri clienti e del pubblico ancora più centrale nel nostro lavoro”.

Congresso Giflex, parole e orizzonti per un futuro flessibile

Il flessibile è sano. I bilanci dei produttori italiani di packaging flessibile confermano le caratteristiche a-cicliche del settore: nel 2020 il fatturato supera i 3 miliardi di euro con una lieve flessione dell’1.5% contro il -9.1% del manifatturiero. In crescita anche i livelli occupazionali.

Il mercato del flessibile non sconta in modo rilevante gli effetti della pandemia. I bilanci dei produttori italiani confermano le caratteristiche a-cicliche del settore: nel 2020 il fatturato supera 3 miliardi di euro con una flessione dell’1.5% contro il -9.1% del manifatturiero.

Positivi anche i livelli di crescita occupazionale che raggiungono, nel 2020, quasi le 10.000 unità consolidando la tendenza positiva degli ultimi anni (2007-2020 + 17%).

È quanto emerge dall’analisi di Prometeia “I bilanci dell’imballaggio flessibile. Le condizioni economico finanziarie delle imprese italiane nel 2020 e le attese per il futuro”, presentata  a Milano il 18 ottobre in occasione del Congresso Giflex (Associazione Produttori Imballaggio Flessibile) dal titolo: “Parole e Orizzonti per un Futuro Flessibile”.

Le imprese italiane del flessibile, dunque, seppur più piccole rispetto ai competitor internazionali, ma con una produttività per addetto allineata a quella delle imprese tedesche, si confermano in salute.

Soprattutto sul fronte dell’export alla luce di una ripresa dell’economia internazionale che si sta rivelando più vivace delle attese. Nei primi 6 mesi del 2021, le vendite estere di Flessibile sono aumentate di oltre il 16% recuperando ampiamente la flessione del 2020 e confermando un’evoluzione più vivace della media UE.

In crescita tutti i principali mercati di sbocco con tassi tra il 21 e il 31% in Polonia, Belgio e Spagna. Ottime performance anche per Germania e Francia.

Registrano vendite a doppia cifra i prodotti di specializzazione dell’export italiano: film (+22%) e flessibile per trasporto, ma mostrano andamenti positivi anche le esportazioni di flessibile in carta (+8,6%) e in alluminio (2,5%).

Sul mercato interno la crescita appare condizionata dall’incertezza che ancora domina le scelte dei consumatori. Le preoccupazioni sulle prospettive occupazionali, unite al permanere di restrizioni alla socialità, mantengono prudenti e selettivi i consumatori; la propensione al risparmio si mantiene elevata e permarrà anche il prossimo anno.

I mercati di sbocco del flessibile – alimentare, farmaceutica, igiene e i settori della chimica per il consumo – che nel 2020 avevano mantenuto un’evoluzione meno penalizzante della media, mostreranno dinamiche positive seppur inferiori alla media manifatturiera (con andamenti differenti a livello microsettoriale). Da segnalare il recupero del canale Ho.Re.Ca. che però non ritornerà ai livelli pre-crisi, dato il lento recupero del turismo e dei viaggi d’affari, e le modificazioni (in parte) strutturali delle modalità di lavoro e di socialità.

Forti mutamenti si segnalano sul fronte distributivo causa la polarizzazione fra i format di vendita, con lo sviluppo dell’on-line e dei discount; le piccole superfici alimentari (grazie alla localizzazione di prossimità e al veloce riadattamento del servizio) hanno invece ritrovato vitalità nel 2020.

A fronte di scenari di ottimismo sull’andamento del settore e sulla ripresa economica del Paese, gravanosulle imprese i prezzi di gas ed energia elettrica saliti alle stelle, di logistica, il brusco aumento dei prezzi delle commodity e le problematiche di approvvigionamento di materie prime (più intensi per le plastiche ma difficile reperire anche carta e alluminio).