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Edigit International, Sapio nuovo Group Sales manager

È Maurizio Sapio il nuovo Group Sales manager di Edigit International Srl.
Forte di un’esperienza ultradecennale in ruoli manageriali presso realtà di rilevanza internazionale, Maurizio Sapio in qualità di ingegnere informatico, ha maturato una lunga esperienza nell’esercizio di funzioni commerciali nell’industria informatica, presso aziende quali Oracle, PeopleSoft, IBM, Lectrà, società di riferimento a livello mondiale nelle soluzioni tecnologiche di software integrati (PLM) e nei sistemi CAD/CAM, ed è stato Professional Printing Division Sales director della struttura commerciale dedicata ai sistemi per la stampa professionale e industriale in Konica Minolta.

Come utilizzare al meglio i Font Pack della Creative Cloud

A distanza di 8 anni dall’introduzione, e di circa un anno dal cambio di nome, Adobe Font si conferma un servizio maturo e di enorme utilità per tutto il mondo della creatività tipografica (e non)

Un “patrimonio” ad oggi di oltre 17 mila font per tutti gli abbonati a Creative Cloud, di cui 1.300 font gratuiti per tutti, è molto più di quanto possa servire anche a un professionista della comunicazione, figuriamoci per un utilizzatore digitale medio.

Ho chiamato in causa anche l’utilizzatore medio perché, con la vasta diffusione delle app Creative Cloud, questi font sono diventati fruibili su tutti i dispositivi mobile e i tablet (dal 1 novembre scorso anche sui device iOS), sia per uso commerciale sia per uso personale.

In aggiunta, nell’ultimo anno sono state rimosse anche le limitazioni al numero di font attivabili (quelle relative all’uso web/desktop) e sono stati introdotti i Font Pack.

L’evoluzione

Nato con il nome di Typekit nel 2009, questo servizio venne acquisito da Adobe nel 2011 diventando ben presto una risorsa di riferimento, sia per l’integrazione con la suite Adobe sia per la sua effettiva rapidità di fruizione.

Con il passare degli anni il servizio passò da una semplice utility di gestione dei font, con opzioni diversificate a seconda degli utilizzi (web/desktop), a un vero e proprio sistema di gestione font on demand con accurati filtri di ricerca e catalogazione.

L’accesso

L’integrazione di Adobe Font in tutte le applicazioni dov’è presente è armonica e naturale, già nei pannelli di gestione testo sono disponibili le principali funzioni che trovano poi completa espansione nella versione web.

Le icone a fianco del menu del filtro famiglie permettono di filtrare i font provenienti dall’universo Adobe Font, quelli che abbiamo contrassegnato come Preferiti e quelli simili al font correntemente in uso, mentre all’estrema destra troviamo il pulsante per l’accesso alla versione web.

Già dal classico pannello Carattere (in figura quello di Photoshop, per Illustrator e Indesign la struttura è analoga) abbiamo accesso alle utility di Adobe Font: il filtro dei font Adobe attualmente attivati, gli eventuali preferiti indicati dall’utente, i font simili a quello selezionato e il pulsante di accesso alla versione web
Anche dall’app Adobe Creative Cloud si può accedere alla versione web di Adobe Font, questa app è stata di recente rinnovata e potenziata, assumendo dimensioni e caratteristiche molto simili a quelle di un portale grafico-creativo multiservizio

La consultazione

Una volta avviata la schermata web abbiamo a disposizione accurati sistemi di filtratura (sulla colonna di sinistra) e un’area di anteprime font in cui personalizzare la formattazione del testo di esempio ed eventualmente accedere a tutte le variazioni legate alla specifica famiglia.

Nel momento in cui identifichiamo un font di nostro interesse lo possiamo attivare totalmente o parzialmente tramite l’interruttore a switch posizionato a fianco, in base alla velocità della nostra connessione internet la sincronizzazione con le nostre applicazioni è pressoché istantanea.

La sezione di consultazione della vasta libreria di font è chiara e ben organizzata: l’area di lavoro offre rapido accesso ai filtri di selezione e alle anteprime testuali con relativi parametri di formattazione

 

L’attivazione dei font è istantanea, può riguardare il font nella sua totalità di stili e varianti, oppure ridursi alla scelta di una o alcune di esse. Da questa finestra, tra le altre cose, è immediatamente accessibile anche l’aggiunta a un progetto web

I Font Pack

I Font pack sono una delle introduzioni dell’ultimo anno, si tratta di pacchetti tematizzati di font che si abbinano bene tra loro, sia per stile che leggibilità, preparati dal team di designer Adobe.

Hanno una durata di attivazione di 180 giorni (senza costi extra), rinnovabile alla scadenza, in pratica una buona soluzione per mantenere ordine all’interno del proprio elenco Font una volta terminate le varie commesse.

I font pack tematizzati sono delle soluzioni utili ed efficaci che fanno risparmiare tempo ottimizzando i risultati. Anche la disattivazione del pacchetto font così attivato è temporizzata, così, qualora ci si dimenticasse di rimuoverlo una volta terminato il progetto per cui è servito, non appesantiremo inutilmente il sistema

Trova il Font

E quando dobbiamo fare una ricerca inversa? Abbiamo una parziale soluzione anche per questo: apriamo in Photoshop l’immagine dove sia (ragionevolmente) ben visibile la scritta di cui vogliamo identificare il font e selezionato la voce Trova font simile… nel menu Testo. A quel punto sarà sufficiente isolare con un riquadro l’area da analizzare e il motore di Adobe Font farà il resto, attenzione però: i font trovati saranno identificati all’interno dei font installati sulla nostra piattaforma, e a seguire verranno proposte le alternative che possiamo scaricare rapidamente da Adobe Font. Qualora questo non fosse ancora sufficiente a trovare la soluzione adatta dobbiamo rivolgerci altrove, a servizi web come WhatTheFont, LikeFont o Matcherator, ma tutto sommato direi che già così non ci possiamo lamentare.

Il ben noto problema di riconoscere un font da un’immagine ha parziale soluzione già da Photoshop CC 2015.5, troverete così dei font simili a quello riquadrato tra quelli già presenti sul vostro computer o su Adobe Font. Per tutto il resto c’è sempre qualche comodo servizio online che chiude il cerchio

Asher Levy active chairman di Landa Digital Printing

Benny Landa, presidente del Gruppo Landa, ha annunciato in data odierna la nomina di Asher Levy alla carica di presidente attivo di Landa Digital Printing, la maggiore fra le diciotto società del Gruppo.

Landa Digital Printing (LDP), costituita dieci anni fa come società spin-out di Landa Labs, ora impiega circa 600 persone e registra attualmente una forte crescita grazie all’aumento delle consegne in tutto il mondo delle sue macchine da stampa Nanographic Printing®.

«Il 2019 è stato un anno fondamentale per Landa Digital Printing: le prime installazioni delle macchine da stampa sono state accolte con grande entusiasmo dai clienti», ha dichiarato Benny Landa, presidente del Gruppo Landa. «La società possiede ora tutte le condizioni per una crescita senza precedenti, e merita di avere un presidente attivo che vi si dedichi pienamente. Di conseguenza, sono estremamente lieto di annunciare che ho invitato Asher Levy a collaborare con me e con i miei colleghi del consiglio d’amministrazione, come active chairman di Landa Digital Printing. Asher è un dirigente affermato la cui carriera pluridecennale ha aiutato Orbotech a diventare leader di mercato mondiale nel suo campo. Nella sua veste di amministratore delegato, Asher ha fatto crescere Orbotech fino a farla diventare un’azienda da oltre un miliardo di dollari. Ora, Asher apporta proprio le competenze, l’esperienza e la leadership necessarie per guidare LDP e la sua direzione in una fase di rapida crescita. A nome mio e dei miei soci azionisti, ALTANA e SKion, diamo un caloroso benvenuto a bordo a Asher Levy».

Asher Levy ha dichiarato: «Sono entusiasta di entrare a far parte del consiglio di Landa Digital Printing come active chairman. Sono sorpreso dal livello dei prodotti e della tecnologia della società, che hanno già iniziato a sconvolgere il mercato della stampa. Sono impaziente di contribuire all’eccellenza e al talento del team di Landa Digital Printing per realizzare la visione della società di guidare il settore della stampa nell’era digitale, un settore che vale mille miliardi di dollari».

Landa ha inoltre comunicato le dimissioni di Yishai Amir, amministratore delegato di LDP negli ultimi quattro anni. Amir ha dichiarato: «Negli scorsi quattro anni sono stato alla guida di Landa Digital Printing. In questo periodo, vi è stato il passaggio da una società dotata di eccellente tecnologia a una società con eccellenti prodotti. Sono orgoglioso di aver contribuito a questa trasformazione. E ora ho deciso che è il momento migliore per passare a nuove sfide e per dare spazio al mio successore nella società».

 

Fedrigoni perfeziona l’acquisizione di Ritrama

Marco Nespolo, amministratore delegato di Gruppo Fedrigoni.

Fedrigoni ha perfezionato l’acquisizione del gruppo Ritrama, multinazionale italiana di prodotti autoadesivi con stabilimenti in Italia, Spagna, Regno Unito, Cile e Cina. Il preliminare di compravendita era stato firmato a ottobre 2019.

Con il perfezionamento della transazione nasce il terzo player europeo nel settore Pressure Sensitive Labels, un punto di riferimento unico per etichette autoadesive ad alto contenuto tecnologico ed estetico, con un’offerta estremamente capillare e diversificata che da oggi unisce l’eccellenza delle etichette Arconvert e Manter, realizzate con carte speciali, all’alta tecnologia di Ritrama applicata ai film plastici autoadesivi.

«La nostra divisione Pressure Sensitive Labels, che sta già registrando performance molto positive, sarà ora più grande, completa e competitiva – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni – in un mercato in continua crescita in tutti i settori di sbocco e tutte le geografie, a livello mondiale. Ritrama ha un DNA sano, italiano e di vocazione internazionale, come noi».

Il Gruppo Fedrigoni continuerà a investire nei prodotti autoadesivi ad alto valore aggiunto di Arconvert e Ritrama, arricchendo l’offerta di soluzioni che verranno presentate già a drupa 2020, la più importante fiera al mondo di Printing Technologies.

«Siamo molto orgogliosi del fatto che la combinazione delle competenze di Arconvert e di Ritrama fornirà ai nostri clienti una gamma impareggiabile di soluzioni, che consentirà loro di offrire prodotti autoadesivi di nuova generazione per ogni esigenza di etichettatura e di packaging – aggiunge Fulvio Capussotti, executive vice president Pressure Sensitive Labels Business Unit del Gruppo Fedrigoni – La divisione PSL di Fedrigoni è leader nelle soluzioni di etichettatura a valore aggiunto, e con l’acquisizione di Ritrama stiamo facendo un ulteriore passo avanti in questa direzione».

Ritrama ha registrato ricavi di circa 400 milioni di euro al 31 Dicembre 2018 che si aggiungeranno ai circa 1,2 miliardi di euro di ricavi del Gruppo Fedrigoni nello stesso periodo; a seguito dell’operazione, il fatturato del Gruppo Fedrigoni raggiungerà circa 1,6 miliardi di euro, posizionandolo tra i big mondiali del settore carte speciali per packaging e Pressure Sensitive Labels.

 

Durst, novità per il textile printing

Stefan Kappaun è il nuovo segment manager della divisione Textile Printing di Durst. A lui è affidato il nuovo orientamento strategico per l’industria del tessile, declinata nei suoi comparti home, fashion & accessories. Inoltre, avrà l’incarico di lavorare sinergicamente con il segmento Large Format, nel quale è confluito il settore Soft Signage/Fabrics di Durst.

Già membro dell’Executive Team di Durst Group, Kappaun ricopre il ruolo di executive vice president Inks & Fluids dirigendo la vendita di inchiostri per tutti i segmenti in cui opera il Gruppo Durst. Diplomato in economia aziendale e laureato in tecnologie chimiche con specializzazione in scienza dei polimeri, è esperto in scienze dei materiali, nonché nello sviluppo e nella commercializzazione di sistemi d’inchiostro per i processi di stampa inkjet digitali.

Un bagaglio di competenze e conoscenze che Kappaun intende mettere a frutto nel suo approccio alla stampa tessile industriale. Rispetto ad altri settori, infatti, nella produzione tessile digitale la varietà di materiali, i pre-trattamenti e post-trattamenti, nonché gli influssi di processo su larga scala, rappresentano una sfida quotidiana. Al tempo stesso, la stampa tessile digitale è uno dei mercati in cui si registra un utilizzo crescente delle tecnologie inkjet, che aumenta ulteriormente se si considerano, oltre alle tradizionali industrie tessili, anche gli stampatori di materiale pubblicitario e gli specialisti del large format printing votati alla sperimentazione e allo sviluppo di nuove applicazioni tessili. Durst risponde alle esigenze di questi operatori con la serie Alpha, che comprende sistemi di stampa industriale con inchiostri reattivi, pigmentati, dispersi e base acqua. Inoltre, la strategia Pixel-to-Output di Durst completa la fornitura di hardware con soluzioni software end-to-end che assicurano massima efficienza e trasparenza dei costi nei processi produttivi.

«Il digital textile printing è un mercato frammentato, che registra nei diversi comparti differenti modalità e velocità di evoluzione», afferma Stefan Kappaun. «Anche i service di stampa più esperti in ambito digitale non sempre hanno esperienze e competenze specifiche in ambito tessile. Al contrario, i produttori tradizionali sono dei veri e propri maestri in fatto di finissaggio dei tessuti, ma riscontrano difficoltà nel trasferire le fasi di lavorazione analogiche al processo di stampa tessile digitale. Durst dispone di un sistema ecologico completo per far fronte alle diverse esigenze e accompagnare i clienti nella fase di passaggio al digitale. I nostri sistemi di stampa sono orientati alla produttività industriale, pur assicurando margini di profitto fin dal primo metro lineare. Fondamentale in tal senso è la perfetta gestione dei processi di pre-trattamento e post-trattamento, nonché del flusso di lavoro digitale. Per questo motivo Durst punta sui servizi di consulenza e formazione a disposizione dei clienti presso il nuovo Customer Experience Center di Bressanone».

Kappaun subentra in qualità di segment manager Textile Printing a Martin Winkler, futuro global sales manager Textile Printing. Tra le altre novità dalla divisione Textile Printing, l’arrivo di Martin Oberparleitner, nuovo junior product manager Textile Printing che porta con sé una grande esperienza da tecnico del servizio assistenza. Presto Durst Group annuncerà l’implementazione di nuovi organigrammi Sales & Service anche per altre Business Unit.

 

Macchine da stampa e packaging: fatturato in leggero calo

il presidente di Acimga Aldo Peretti

Leggero calo di fatturato per il settore italiano delle macchine da stampa, per il converting e il packaging nel 2019. Secondo i dati preconsuntivi di Acimga (l’associazione confindustriale del comparto), i produttori di macchinari hanno fatturato il 2,4% in meno rispetto al 2018, per un totale di 2 miliardi e 810 milioni di euro.

A far invertire la rotta, dopo anni di crescita, soprattutto la flessione dell’export (-9,3%, per un totale di un miliardo e 680 milioni di euro). L’Italia, infatti, è il secondo esportatore al mondo di macchine per il printing, il packaging e il converting e deve alle vendite all’estero circa il 60% dei ricavi. In calo anche le importazioni (-14,5%), mentre aumentano le vendite dei produttori italiani sul mercato interno (+9,9%) con il consumo apparente in leggera crescita a +1,1%.

«Il 2019 era iniziato discretamente bene, ma già dal secondo trimestre abbiamo visto un calo di ordini – spiega il presidente di Acimga Aldo Peretti -. A penalizzarci è stata soprattutto l’incertezza internazionale con la Brexit e la guerra dei dazi tra Cina e Usa, oltre al rallentamento dell’economia tedesca. Anche sul piano interno, poi, la plastic tax non è stata certo uno stimolo agli investimenti. Come associazione di categoria continueremo a investire nella formazione 4.0, nell’assistenza all’internazionalizzazione delle aziende e nel fare squadra con le altre associazioni della filiera (Assocarta e Assografici) con cui ci siamo unite nella Federazione Carta e Grafica. In questo modo continueremo a offrire macchine all’avanguardia, in Italia e all’estero, e a soddisfare le richieste di stampatori e converter quando il mercato ricomincerà a crescere».

La gestione dei dati: il cuore del labelling

Nel mondo del labelling, la gestione dei dati è cruciale. Dalla corretta lettura dei file all’integrazione tra i principali workflow di prestampa, dall’utilizzo dei dati variabili al monitoraggio dei feedback del cliente, dal monitoraggio dei dati generati in produzione alla gestione del magazzino.

E infatti quello della gestione dei dati, nella sua accezione più ampia, è stato un mantra comune in molti stand dell’ultimo Labelexpo. Web approval e variable data, ad esempio, sono due declinazioni di questo tema molto vicine ai reparti di progettazione e prepress. Ma esistono anche i dati di gestione, quelli archiviati nei sistemi SAP o quelli legati ai magazzini dei converter. Una pluralità di informazioni, di diversa natura e utilizzo, che dimostrano quanto cruciale e delicata sia, nel mondo del labelling, la gestione dei dati. Per natura e caratteristica, le etichette hanno diverse esigenze tecniche da rispettare e controlli più rigorosi che nella stampa commerciale ed editoriale: basti pensare alle sovrastampe dei colori speciali o alla gestione del bianco su supporti trasparenti per farsene un’idea.

Quali sono quindi gli spunti discussione e di approfondimento che i tecnici hanno portato a casa da questa manifestazione? Una sintesi è quella proposta di seguito, con i contenuti divisi in cinque categorie differenti.

Apertura file in PDF nativo

Parte tutto da qui, dalla corretta apertura di un file grafico. Se il vostro software supporta la gestione del PDF nativo e di tutte le informazioni in esso contenute, siete già un passo avanti. Una delle difficoltà che riscontrano gli operatori intervistati a Labelexpo risiede proprio nella corretta lettura dei file: le informazioni contenute nei PDF generati dai software non professionali richiedono uno sforzo di interpretazione sia degli applicativi sia del personale addetto alla verifica, con un rallentamento notevole in tutte le fasi di lavorazione. Anche i metadati interni possono essere analizzati in maniera errata e non essere utili per le lavorazioni e automazioni successive; il consiglio dei product manager delle principali software house è quello di non lesinare su questa fase e investire nella migliore soluzione possibile software/flusso.

Dati variabili

Informazioni sulla scadenza, numeri sequenziali, piccole variazioni nella grafica sono alcuni degli elementi che accompagnano il concetto di dato variabile. CSV e XML i due formati di interscambio informazioni più comuni. Le tecnologie di stampa e embellishment digitale hanno aperto la porta a applicazioni del dato variabile impensabili con le tecnologie tradizionali. Spesso però i dati oggetto di variazione sono contenuti in file che nulla hanno a che fare con il mondo grafico: sono archiviati in database strutturati, in sistemi di gestione o, nella forma più semplice, in un foglio di calcolo. Questo il motivo per cui diverse aziende hanno proposto soluzioni software che integrano i sistemi gestionali agli applicativi grafici, in modo da lavorare su singoli file e lasciare a comandi in batch la personalizzazione delle varianti.

Tinte piatte e sovrastampe

L’elaborazione di elementi con colori speciali e con sovrastampa è un altro dei temi caldi della gestione dei file. La complessità nasce dalla molteplicità di tecnologie disponibili sul mercato che influenzano inevitabilmente la struttura dei documenti. Si pensi alle vernici: la loro differente applicazione (con stampa classica UV, digitale, con sistemi in linea o con attrezzature specifiche) condiziona le operazioni da eseguire sin dalla progettazione. E i controlli successivi devono necessariamente essere rigorosi. In questo senso, al Labelexpo sono stati presentati strumenti di preflight di ultima generazione, aggiornati con i più recenti standard ISO. Sono stati introdotti strumenti intelligenti anche nell’uso del trapping, ad esempio, strumenti che non prendono in considerazione solo gli aspetti legati alla luminosità delle tinte, ma che possono seguire delle regole ad hoc o preimpostate dall’operatore.

Web approval

Tutte le modifiche apportate a un file spesso richiedono una continua verifica da parte del committente. Questa parte di gestione porta via molto tempo agli operatori, che devono aggiungere alle loro mansioni anche il monitoraggio dei feedback del cliente. Nel mondo del labelling, i tempi di reazione devono essere ridotti all’osso e le risposte immediate. Per questo, avere un sistema integrato nel flusso, che possa anche comunicare con i gestionali aziendali e i mezzi di comunicazione (e-mail, telefono, ecc.), diventa fondamentale e strategico. Le soluzioni software non mancano: le applicazioni light contemplano semplici, ma funzionali strumenti di invio file direttamente dal gestionale o dai software grafici, sia tramite mail sia ftp e una serie di notifiche personalizzabili che aggiornano lo stato del lavoro in tempo reale. Le alternative più strutturate invece possono inviare comunicazioni di vario genere con link a viewer in HTML5, consultabili da qualsiasi dispositivo e qualsiasi piattaforma, con render 3D fotorealistici e una serie di tool utili per l’annotazione delle modifiche da apportare. Livelli di accesso a differenti strati, infine, aiutano nella gestione degli utenti e delle responsabilità in fase di approvazione.

Gestione dei processi

Fondamentali sono anche tutti i dati generati dalla produzione: fermi macchina, tempi di avviamento o consumo dei materiali sono informazioni sempre disponibili (anche da smartphone) ai responsabili di reparto, che possono monitorare e intervenire sulla produzione anche in remoto. La possibilità di archiviare e disporre in un secondo momento di questi dati consente all’ufficio tecnico di ottenere un consuntivo preciso su ogni lavoro, a vantaggio dell’analisi di ogni singolo processo aziendale.

Il progetto di Epson per la formazione comincia dai banchi di scuola

“Epson: palestra creativa con i designer di domani” è il progetto lanciato da Epson in collaborazione con l’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco di Milano per sostenere la formazione dei designer di domani, supportarne la conoscenza delle nuove tecnologie e stimolarne la creatività, simulando tra i banchi di scuola un ambiente di lavoro reale.

Focalizzato sulla personalizzazione di prodotti promozionali, il progetto prevede il lancio di una sfida tra studenti che si affronteranno a colpi di creatività. Ogni studente dovrà lavorare come un vero e proprio grafico di un’agenzia creativa e i finalisti avranno a disposizione una stampante Epson SureColor SC-F500 per dare vita al proprio lavoro.

Il progetto coinvolgerà circa 30 studenti della classe IV del Corso di Grafica dell’Istituto Salesiano Sant’Ambrogio – Opera Don Bosco e sarà parte della regolare attività curriculare.

Tema del progetto è la sostenibilità, concetto chiave della filosofia innovativa di Epson, che gli studenti saranno chiamati a interpretare nel modo più originale e creativo possibile. Ogni grafica non dovrà solo essere unica, ma anche idonea alla riproduzione su oggetti diversi, da tazze e borracce fino alle posate o alle bacchette cinesi, senza perdere in qualità e resa grafica. Ad aiutare gli studenti in questo percorso è Fabio Paracchini, chief strategy & innovation officer di The Embassy, con la collaborazione dell’art director Silvia Confalonieri, che dal briefing al successivo workshop forniscono ai giovani creativi le indicazioni per iniziare il loro percorso. Toccherà poi agli studenti sviluppare il tema, declinandolo nelle categorie dell’innovazione, della tecnologia e dell’ambiente e personalizzandolo anche con l’aggiunta di elementi di connessione con il Giappone, sede della casa madre di Epson.

A marzo 2020 una giuria di esperti valuterà ciascun lavoro e, dopo una prima selezione online dei disegni grafici proposti, tre studenti finalisti potranno vedere realizzate le loro grafiche sugli oggetti selezionati con Epson SureColor SC-F500 e la collaborazione di Shadow, società specializzata in sublimazione 3D.

«Il tempo è la risorsa più preziosa che oggi un’azienda può mettere in campo per far crescere nella passione e nella consapevolezza gli studenti. Epson ha creato con grande generosità e lungimiranza questa occasione, che i nostri allievi hanno accolto con entusiasmo. Accompagnando la classe durante l’intero percorso con i suoi professionisti – dice Dario Panciera, coordinatore del settore grafico dell’Istituto Don Bosco di Milano – Epson ci offre anche dei modelli da seguire, degli esempi da imitare, degli autorevoli “compagni di viaggio” (in “carne e ossa”, non virtuali) per raggiungere al meglio gli obiettivi comuni. Ci auguriamo che in questo percorso la nostra Quarta ITT Grafica e Comunicazione sappia esprimere con tutto il proprio entusiasmo, talento e originalità, valide proposte grafiche».

La scelta del tema della sfida creativa rispecchia perfettamente la filosofia del rinnovamento tecnologico costante di Epson. Fin dalle sue origini, Epson si è concentrata nell’attuazione del concetto giapponese di “Sho Sho Sei” (efficienza, compattezza e precisione) e del tradizionale principio di “Monozukuri” (l’arte e la scienza della produzione), sviluppando tecnologie e prodotti compatti, precisi e a elevato risparmio energetico.

«Da sempre Epson sviluppa tecnologie che hanno l’ambizione di ispirare le persone e dare concretezza alle loro ispirazioni. Questo è quello che ci auguriamo accada agli studenti coinvolti in questo progetto», commenta Renato Sangalli, Pro-Graphics manager di Epson Italia. «Questi ragazzi potranno sperimentare una tecnologia che non solo è all’avanguardia ma risponde anche ai criteri di compattezza e precisione che sono tra i principi ispiratori di Epson».

Grafica Veneta potenzia la scolastica con Koenig&Bauer

Dopo la firma dei contratti presso lo stabilimento di Grafica Veneta (da sinistra a destra): Emanuele Pogliani, vendite Koenig & Bauer; Martin Schoeps, responsabile service management, Koenig & Bauer Digital & Webfed; Fabio Francheschi, proprietario di Grafica Veneta; Giorgio Bertan, amministratore delegato, Grafica Veneta; Peter Andrich, amministratore delegato, Koenig & Bauer It; Jochen Schwab, responsabile progetti service e contract management, Koenig & Bauer Digital & Webfed

Grafica Veneta investe nuovamente nella tecnologia di stampa offset di Koenig&Bauer. L’azienda di Trebaseleghe possiede già due macchine da 48 pagine e una terza è in arrivo per questo inizio del 2020. «Da oltre dieci anni abbiamo goduto di una collaborazione professionale basata su grande fiducia con Koenig&Bauer» spiega Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta. «La nostra azienda sta seguendo un percorso di continua crescita e gli ordini completi hanno aggiunto ulteriore urgenza al desiderio già forte di investire di nuovo». La C48 di Koenig&Bauer deve essere installata direttamente accanto alle due esistenti macchine da stampa Compacta 618 presso lo stabilimento dell’azienda in Trebaseleghe, a ovest di Venezia.

Si tratta di un investimento da venti milioni di euro per aumentare del 50% la produzione di libri scolastici con un’attenzione particolare ai Paesi del Nord Africa che con Italia, Francia, Inghilterra e Spagna sono tra i maggiori clienti di Grafica Veneta. Nello stabilimento di Trebaseleghe, in provincia di Treviso, dove si stampano anche gli Harry Potter, sono stati aperti i cantieri per fare spazio alla terza macchina da stampa Kba destinata alla produzione di scolastica. «L’acquisto di questa nuova tecnologia prevede anche il potenziamento dell’area dedicata alla legatoria» spiega Franceschi. «I sussidi didattici in mano agli studenti devono essere indistruttibili, per cui dotarsi di impianti con elevati standard qualitativi di servizio è una priorità per la nostra azienda». La nuova linea di stampa è operativa dal febbraio 2020 e va a rafforzare la nostra capacità di garantire un rifornimento di volumi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.  La nuova macchina da stampa è stata configurata con il sistema di gestione bobine Patras A, un reelstand automatico, quattro unità di stampa con cambia-lastre completamente automatico, un essiccatore ad alte prestazioni di Contiweb e una cartella V5 variabile per la produzione sia a grana lunga che corta. Un sistema di misurazione e controllo del colore in linea garantisce la massima stabilità del processo, mentre il sistema di gestione della produzione LogoTronic gestisce lo scambio digitale di dati di preselezione, insieme al monitoraggio e alla valutazione della produzione.

All’interno della strategia di crescita di Grafica Veneta è centrale il mercato africano che dovrebbe assumere un ruolo di traino perché è in grado di offrire grandi commesse (a partire dalla stampa degli elenchi telefonici) come quelle che sono arrivate dalla Libia. L’ingresso in questo mercato è stato pianificato attraverso una ricognizione delle opportunità e della concorrenza proveniente soprattutto da stampatori indiani e libanesi. Il risultato è la presenza importante nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo e poi in Senegal, Costa d’Avorio, Etiopia. Infine, c’è il Niger dove è stata aperta la prima succursale.

Convegno Tecnico Gipea

Vari i temi di grande attualità trattati per i produttori di etichette. Dalla sostenibilità, plastic strategy, economia circolare e inchiostri compostabili, alle novità e agli orientamenti del mercato della stampa osservati in LabelExpo 2019, fino ad arrivare alle limitazioni in materia di carte termiche. Lo stato dell’arte del settore.

A metà novembre scorso si è svolto il Convegno Tecnico Gipea 2019, un appuntamento, tenutosi a Milano, che ha visto la presenza di 120 partecipanti tra soci effettivi, relatori e simpatizzanti. Elisabetta Brambilla, presidente di Gipea, nella relazione di apertura, ha evidenziato le novità, non poche per un settore tuttora in crescita nel nostro Paese, quarto in Europa, consapevole che la crisi e le voci sulla plastic tax, non sono certo favorevoli all’aumento della produzione di etichette. Se i consumatori non sono correttamente informati si allarmano, creando un danno economico non solo a chi stampa le etichette. Aggiorna i presenti che il contributo Comieco (Consorzio Nazionale Recupero e Riciclo degli Imballaggi a base Cellulosica) da gennaio 2020 modificherà le tariffe, previsto un costo di 35 euro a tonnellata per i materiali da riciclare. Idem per il contributo Corepla (Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclaggio e il Recupero degli Imballaggi in Plastica) che diversifica le fasce dei materiali e i relativi costi.

Crescita del mercato italiano in confronto al resto d’Europa
Costi applicati per il recupero e riciclo dei materiali a base cellulosa e plastica

Scorrendo le slide ha evidenziato i tre punti di maggiore interesse che Gipea vuole affrontare nel 2020: la formazione tecnica, un censimento delle aziende italiane che stampano etichette, l’implementazione dell’attività social e di comunicazione.

Tre attività che devono coinvolgere non solo gli associati Gipea, ma tutti gli stampatori indipendentemente dai mercati di loro pertinenza, dai fatturati, dalle tipologie di stampati realizzati, ecc., rendendo il settore consapevole delle esigenze dei clienti. Sempre più sono richiesti non solo stampati sofisticati a livello creativo e tecnico, ma ecocompatibili, più tecnologici con ologrammi/anticontraffazione, RIFD, e l’integrazione di applicazioni software/app per la tracciabilità, ecc. Le aziende di stampa necessitano di personale professionalmente preparato e attento ai cambiamenti, gli operatori faticano a gestire le nuove tecnologie solo con la loro esperienza acquisita in anni di lavoro. Gli imprenditori hanno difficoltà a trovare giovani con una preparazione almeno di base sulla stampa, facilitando in questo modo l’integrazione in azienda, pertanto sensibilizzare le scuole su questi argomenti è un dovere. Si è consapevoli che le nuove generazioni di studenti sono maggiormente interessate ai computer e ai software e forse non vogliono sporcarsi le mani con inchiostri e rulli. Chi fa formazione deve sensibilizzare gli allievi in modo che siano consapevoli che sono maggiori le richieste di personale nei reparti stampa. Sono stati stanziati finanziamenti per attivare corsi di formazione ITS, da parte di Assografici e dell’ente Enipg.

La formazione

Il piano di formazione, Gipea prevede due fasi distinte: promuovere relazioni con il mondo accademico e sviluppare progetti formativi su temi tecnici agli associati. Si è deciso di supportare economicamente un master di 1° livello sul tema etichette autoadesive in collaborazione con il Politecnico di Torino, sponsorizzando una tesi di laurea. Sono previsti corsi di aggiornamento per i tecnici che operano nelle aziende su alcuni argomenti; prestampa/gestione del colore considerando le varie tipologie di substrati e le differenti tecnologie di stampa. Altri progetti sulle norme che coinvolgono il settore alimentare, la preventivazione e l’analisi dei costi. Non essendoci dati certi, ma solo ipotesi sul numero di aziende di prestampa, stampa, converting in Italia (si ipotizza siano circa 500), serve attuare un censimento non solo per capire dove sono ubicate e cosa fanno, ma con l’obiettivo di coinvolgerle. Con i tempi che corrono noi crediamo che da soli non si vada da nessuna parte. Se pur con fatica, già da questo convegno si possono vedere la crescita del sito web e Linkedin. Un appello è rivolto ai presenti sollecitando la collaborazione su queste iniziative utili a tutti, che permettono anche di farsi conoscere dai brand owner, facilitando l’individuazione delle tipologie di prodotti realizzati. La signora Brambilla plaude per l’iniziativa promossa da Assografici che coinvolge in alcuni incontri, tutte le Associazioni per discutere sugli argomenti che sono trasversali. Conclude con l’annuncio del prossimo convegno previsto il 22 e 23 maggio 2020 a Bologna, suggerendo a tutti di partecipare, non solo delegare ai consiglieri le scelte dell’Associazione.

La parola ai relatori

Argomenti più trasversali sono la sostenibilità, economia circolare, plastica, riciclo, affrontati nel primo intervento da Italo Vailati. Fare chiarezza è un obbligo, troppa la confusione o in molti casi l’inganno sulle definizioni materia plastica, polimero, 100% plastica biodegradabile, ecc. Elogio alla plastica, invenzione italiana del premio Nobel Giulio Natta consapevoli che il problema esiste e resta, va solo affrontato nei modi corretti, la plastica è onnipresente, ma in moltissimi casi è insostituibile. Se per esempio tutti gli imballaggi fossero di vetro, che peso dovremmo portare, senza la possibilità di compattarli e con un grande ingombro. Per tutti i materiali, l’importante è la loro corretta gestione. Interessanti i numeri della ricerca effettuata da Ceflex, consorzio indipendente che opera a livello europeo nel fine vita degli imballaggi flessibili, che ha coinvolto 150 aziende di imballaggi flessibili, dai produttori ai distributori. La figura 6 evidenzia le leggi che in soli dieci anni si devono attuare sull’argomento plastica e ambiente, una accelerazione mai vista in così pochi anni e che coinvolge tutta Europa. Entro il 2030 tutti i prodotti, non solo per il packaging, devono essere realizzati con plastica riciclabile. Consapevoli che la plastica è un problema, nulla cambia se invece della plastica troviamo in strada, sulle spiagge nei boschi, prodotti alternativi (vetro, metallo, ecc.), si deve cambiare la cultura delle persone e anche delle amministrazioni che non gestiscono la raccolta differenziata in modo corretto, vanificando le buone intenzioni delle persone che già oggi credono nell’importanza del riciclo.

I numeri della ricerca dell’associazione Ceflex

La legislazione in 10 anni cambierà molte cose nel settore del packaging

Riguardo il progetto comunicazione, Mara Baschieri ha evidenziato la crescita del sito web con le poche informazioni pubblicate in questi mesi. Si sono anche inserite su Linkedin notizie in breve (pillole) che hanno iniziato a movimentare dibattiti. Baschieri ha sondato l’interesse per i social dei presenti in sala, per alzata di mano, con il risultato del 60% coinvolti nei social e il 40% no. Sollecita la partecipazione e il coinvolgimento da parte di tutti, chiede di essere attivi sulle iniziative social Gipea. Ricorda che la pagina Linkedin è aperta a tutte le aziende e vuole essere un punto d’incontro dove chiunque può confrontarsi, porre domande di qualsiasi genere alle quali saranno date le dovute risposte. La provocazione di Giovanni Daprà, coinvolto in questo progetto, con l’intento di sondare da subito quali siano le esigenze, i suggerimenti, le critiche, ecc. dei presenti in sala, non ha trovato partecipazione. Consapevole che non è facile far parlare in diretta i partecipanti durante un convegno, dove ci sono fornitori e concorrenti, ha successivamente avuto qualche soddisfazione ma in forma privata, in quanto alcuni presenti hanno proposto alcuni argomenti, promettendo la pubblicazione su Linkedin.

Affrontato da Michele Libori con slide molto esaustive, l’orientamento del mercato delle etichette e non solo, avendo visitato LabelExpo 2019. Il titolo della presentazione di Libori Un mercato non solo di etichette ha segnalato, senza trarre conclusioni, alcuni argomenti con relativi numeri reperiti direttamente dall’organizzazione della fiera. Numeri e tendenze che fanno riflettere sulle scelte tecnologiche che le aziende di stampa dovranno affrontare in futuro. Tra questi argomenti, inspiegabile la flessione delle vendite o dell’interesse per la stampa digitale, l’aumento dell’interesse per l’offset, il consolidamento della flexo, il tutto confrontando i dati dell’edizione 2017 con quella del 2019. Una fiera che ha presentato innumerevoli tipologie di substrati ecocompatibili e riciclabili, molte aziende coinvolte nel post stampa, sistemi di tracciabilità, nobilitazioni di tutti i tipi, taglio/fustella laser sempre più evoluti.

Confronto tra sei aree in soli due anni, 2017-2019
Differenti interessi tecnologici 2017-2019

Piero Pozzi ha trattato l’argomento inchiostro ambiente – sviluppo sostenibile, un piacere ascoltarlo per il suo modo di coinvolgere i presenti. Evidenzia con delle immagini scattate in Labelexpo e a Lux Pack, come gli argomenti del titolo della sua presentazione siano temi caldi. A Parigi si apre una fiera che tratta il packaging ecologico, si vedrà di cosa si tratta. Inutile chiedere un inchiostro biodegradabile, non esiste, e non si deve confondere la compostabilità con la biodegradabilità. Lo stampato si intende compostabile quando la somma di tutti gli inchiostri, vernici, colle, ecc. messi assieme non superano il limite in peso imposto. Fa presente che esiste un metodo per calcolare la quantità di inchiostro che si consuma sulla tiratura a vantaggio anche di un risparmio economico, evitando di ordinare una quantità in eccesso di colore Spot (Pantone), che se avanza si deve buttare pagando lo smaltimento. La collega Anna Perego, ha trattato argomenti inerenti a leggi e decreti in merito alle materie prime che loro utilizzano per la produzione degli inchiostri. Interessanti le slide sulla disinchiostrabilità, che solo in fase di macero dello stampato può avvenire tramite flottazione. La dottoressa Perego ha descritto le prove di Ingede(International Association of the Deinking Industry) che utilizza il Method 11 informandoci su ricerche di altre aziende (ERPC) sullo stesso tema.

 

I requisiti di compostabilità dell’inchiostro

Alberto Quaglia, ha posto particolare attenzione sulle normative che entreranno in vigore il 2 gennaio 2020, che vietano l’uso di Bisfenolo A (BPA) presente nelle carte termiche; scontrini fiscali di negozi, bar, supermercati, ecc. Sostanza presente anche in molti prodotti che oggi noi usiamo abitualmente: boccioni dell’acqua, rivestimento interno delle scatole di metallo per uso alimentare, CD musicali, ecc. La Francia è la nazione che più di tutte ha bandito l’uso, motivando il fatto che lo scontrino è alla portata di tutti (giovani e meno giovani) in modo particolare coloro che maneggiato quotidianamente gli scontrini, ad esempio le cassiere. Alcune cartiere utilizzano il BPS che potrebbe avere lo stesso profilo tossicologico del Bisfenolo A, ma essendo sul mercato da poco tempo non si sono fatte ricerche in merito. Molte carte termiche sono realizzate con BPA, BP, BH free, seppure il mercato delle carte termiche sia orientato a togliere sia i bisfenoli, come i fenoli.

I dati di tolleranza giornaliera se viene ingerita la carta termica

In chiusura non poteva mancare il tradizionale Osservatorio Economico che esamina ogni anno l’andamento del settore, presentato da Gianluca Cinti (Partners Spa). Giunto all’ottava edizione, permette di rendersi conto del mercato tramite dati ricavati dalle 88 aziende coinvolte con ricavi che variano da 220mila euro a 75 milioni, e un fatturato totale di 714 milioni. Le Figure 17a e 17b, permettono di rendersi conto e capire meglio come sta andando il settore consentendo in questo modo di trovare spunti di riflessione per il futuro. Le slide, molto approfondite sia di numeri, confronti e informazioni, sono a disposizione degli associati Gipea.