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Cecilia Montalbetti nuova exhibition manager di Viscom Italia

Viscom Italia, fiera internazionale dedicata al mercato della comunicazione visiva, ha una nuova exhibition manager.

Cecilia Montalbetti dal 1 febbraio è entrata nell’azienda Reed Exhibitions Italia – parte del gruppo RELX Group.

Milanese, 39 anni, 3 figli, vanta una lunga esperienza professionale nel mondo fieristico. Nel 2007 comincia la sua carriera presso la rappresentanza italiana di Messe München International, approda nel 2011 come project manager nella filiale italiana di NürnbergMesse Gmbh per poi lavorare in Fiera Milano come sales manager di Bit, borsa internazionale del turismo di Milano.

«Sono molto orgogliosa di entrare a fare parte di un gruppo prestigioso come Reed Exhibitions. Viscom Italia è sicuramente un’ottima piattaforma per il mondo della comunicazione visiva, con ancora spazi di crescita anche in ambito internazionale. Questa è l’entusiasmante opportunità che ho deciso di accogliere puntando sul gioco di squadra con un team competente e affiatato».

Una (ri)soluzione pacifica

Ponendo idealmente l’occhio al centro di un cerchio di raggio 1 m è facilmente calcolabile la dimensione dell’arco corrispondente all’ampiezza di 1’ di grado, il valore che ho usato come riferimento per indicare il potere risolvente della visione umana media. Considerando le piccole dimensioni in gioco possiamo approssimare l’arco a un segmento trascurando lo scarto.

Dopo aver trattato le bellicose questioni su DPI e PPI, daremo una risposta che dovrebbe mettere d’accordo tutti.

Questi tipici interrogativi legati al rapporto dimensioni/risoluzione magari si risolvono comprando sempre quella più grande così si limitano i danni (e si spende in modo sconsiderato), ma dal momento che nessuno sano di mente cuoce mezzo kg di pasta se deve mangiarne 1 hg, tanto vale capire cosa serve e perché.
Prima di tutto cerchiamo di circoscrivere meglio l’interrogativo, dato che così è malposto: che valore di risoluzione di Output è opportuno usare (o che dimensioni in pixel è opportuno avere) per una data immagine X che debba essere vista a una distanza minima Y e che venga stampata/visualizzata su un dato supporto Z?
X,Y e Z sono le tre incognite che, una volta correttamente identificate, ci faranno arrivare a una soluzione soddisfacente.
Una doverosa premessa: quanto segue pone l’accento più sulla struttura logica che sulla precisione matematica, non me ne vogliano quindi i puristi o i super tecnici, la rete offre diverse trattazioni molto approfondite a riguardo e considerando l’ambito grafico in cui ci muoviamo in questa sede tali approfondimenti sono decisamente «troppo» e senza alcun valore aggiunto finale. La trattazione più completa di cui io sia a conoscenza potete trovarla nel libro Misurare il Colore del Prof. Claudio Oleari (attenzione! Perché richiede solide basi di matematica e non solo!)

X, Y, Z sono le tre variabili che, una volta identificate correttamente, ci porteranno a una risoluzione soddisfacente.

 

L’immagine X

Riassumendo, le immagini con molti dettagli sottili (microdettaglio o alte frequenze se preferite) richiedono più attenzione delle immagini con prevalenza di volumi (o basse frequenza). Forti contrasti sulle piccole dimensioni evidenzierebbero subito eventuali aliasing (seghettature) da pixel «troppo» grandi, motivo per cui la valutazione della risoluzione ottimale non può prescindere dal soggetto presente sulla foto.

In base a questa premessa ricordiamoci quindi che il valore di risoluzione ottimale, che andremo a calcolare nel corso di questo articolo, potrà essere ragionevolmente aumentato di circa un 10-15% in presenza di immagini con molto microdettaglio, o ragionevolmente ridotto di pari percentuale per immagini con poco o nullo microdettaglio.

Due immagini con caratteristiche opposte, a sinistra molti dettagli sottili con contrasto massimo (bianco e nero), a destra invece campiture con dettagli morbidi, quindi basse frequenze per lo più.
A fronte di un medesimo fattore di ingrandimento (400%) i pixel nativi non sono sufficienti per una buona resa nell’immagine di sinistra, sono invece accettabili per quella di destra.
Dopo aver calcolato la risoluzione di riferimento in base alle dimensioni fisiche necessarie per questi due casi si dovrà tener conto delle diverse caratteristiche per ritoccare il valore di conseguenza, per esempio considerano una risoluzione limite più alta per quella di sinistra.

La distanza Y

Questo è il discriminante più importante dei tre.
L’occhio umano medio risolve un certo dettaglio, che statisticamente possiamo indicare con buona approssimazione pari all’ampiezza di un arcominuto, cioè un primo di grado, cioè un sessantesimo di grado. Misure molto precise su casi specifici possono essere fatte a partire da:

1 Distanza minima dei fotorecettori nella fovea;

  1. Usando formule trigonometriche anziché approssimazioni lineari (comefaremo in questa sede)
  2. Considerando il caso di contrasto massimo offerto da linee alterne bianche enere con illuminazione ottimale;

Tutta questa precisione per noi non ha molto senso, perché:

1  Anche se la distanza minima dei fotorecettori è sostanzialmente uniforme tra i vari individui, le grandezze in gioco sono estremamente piccole, ed eventuali difetti di visione dovuti a miopia, presbiopia, ipermetropia, criticità dovute all’età o alla stanchezza, o alla genetica, o al sesso (le donne sembra siano statisticamente leggermente più sensibili anche in questo contesto) creerebbero variazioni tutt’altro che trascurabili sul risultato preciso dei calcoli.

2 Proprio per le piccole dimensioni in gioco le misure dei segmenti circolari che prenderemo in considerazioni potranno essere tranquillamente approssimate a segmenti lineari con uno scarto irrisorio, a tutto vantaggio dei calcoli da fare senza scomodare la pur più precisa trigonometria (o altro).

3 Le immagini di cui parliamo nel contesto grafico, e in generale tutto il mondo visibile, (emesso, trasmesso o riflesso che sia) offrono una variabilità di fattori di contrasto pressoché infinita, e raramente è solo composta da elementi solo bianchi e neri. Quindi se una serie di linee bianche e nere sottilissime risultano distinguibili, altrettanto non si può dire di un’analoga serie con linee sottilissime verdi/rosse o blu/azzurre ecc…

3 bis. Un conto è riuscire a distinguere perfettamente dei dettagli, un altro è distinguerli quel tanto che basta per mettere in moto i meccanismi percettivi ben delineati dalla Gestalt, sulla base dei quali anche un’identificazione parziale è sufficiente per generare nella nostra mente il contesto completo.

Un classico esempio ce l’abbiamo nella lettura: una volta identificate le lettere chiave di una parola il nostro cervello automaticamente assembla la parola completa e ci permette di scorrere velocemente. A volte questo genera errori di associazione, per esempio con parole che vediamo la prima volta, e quindi ci troviamo a leggere con attenzione le singole lettere finché la parola non risulta acquisita.

Il supporto Z

Il tipo di supporto, non necessariamente carta, così come la tipologia di stampa o di riproduzione video, creano una certa variabilità sulla definizione dei dettagli originari.
Il nostro occhio vede in modo continuo, analogico, ma la quasi totalità dei sistemi di riproduzione è discreta e si basa su retini, dithering e lineature.
Tali combinazione di inchiostri o pixel, associati a supporti più o meno omogenei, permettono al nostro occhio di vedere «bene» l’immagine rappresentata grazie alla sintesi additiva in media spaziale.
Gli esempi di questo sono molteplici:
◗ una foresta da lontano ci sembra circa verde, man mano che ci avviciniamo e riusciamo a distinguere più dettagli possiamo osservare tronchi, alberi, foglie ecc… Le onde luminose riflesse a distanza dalla foresta arrivano al nostro occhio che per quello che riesce ne fa una media e ci restituisce l’informazione «la foresta è verde».

◗ Il retino di stampa visto al lentino è un insieme di punti Cmyk, visto da una certa distanza il nostro occhio ne fa una media e «sintetizza» i vari colori.

◗ Sfumature di grafite su una carta ruvida viste da vicino mettono in evidenza la trama della carta, da una certa distanza invece la combinazione di striature di carta bianca e grafite restituisce nella nostra testa un’idea generale di «sfumatura» continua.

◗ Un videowall gigante, da stadio, visto da vicino presenta grossi elementi luminosi RGB (probabilmente pallini ma non solo), visti dalla curva opposta al nostro occhio arriva invece l’immagine continua.

Gli esempi potrebbero continuare all’infinito. Una volta compreso che queste tre variabili possono interagire e rendere quindi parzialmente interpretabile il risultato numerico finale, andiamo ora a calcolare la risoluzione che ci serve.

Un esempio di quanto cambi la capacità di risolvere dettaglio con l’aumentare della distanza. Questi valori vanno naturalmente intesi come ordine di grandezza più che come valori assoluti, anche in virtù del fatto che l’imperfetta risolvenza di un dettaglio lontano non significa non vederlo affatto bensì non riuscire a metterlo perfettamente a fuoco.
Nell’esempio ho ignorato problematiche reali come l’atmosfera che interferisce non poco con la visioni a distanza.
Il problema della foschia generalmente con le stampe non lo abbiamo…

E allora risolviamo

Assumendo con buona approssimazione che il nostro occhio risolva mediamente un dettaglio ottimale pari a un arcominuto andiamo a calcolare qual è il più piccolo dettaglio che siamo in grado di risolvere alla distanza di 1 metro, con la matematica più spicciola possibile.

Un arcominuto è un primo, cioè un sessantesimo di grado, e in un cerchio i gradi sono 360.
Se poniamo quindi l’osservatore al centro di un ipotetico cerchio di raggio 1 metro è sufficiente sapere la lunghezza di un arco ampio un sessantesimo di grado per avere ciò che cerchiamo.

In ultima analisi, come anticipato prima, il nostro arco lo approssimeremo per semplicità a un tratto lineare. La circonferenza è pari a 2 π r quindi 2×3,14×1=6,28 m.
Dividiamo 6.280 mm (6,28 m) per 360 per trovare la lunghezza di un arco di ampiezza un grado e poi dividiamo ulteriormente per 60 per la lunghezza dell’arco di ampiezza 1 primo.

6.280/360=17,44 mm
17,44/60=0,29 mm
L’ampiezza che ci serve è 0,29 mm, che potremmo tranquillamente assimilare a 0,3 mm.

A un metro di distanza l’occhio umano medio in condizioni di illuminazione e contrasto ottimali risolve un dettaglio pari a 0,3 mm (circa un terzo di millimetro in pratica).
Dato che il più piccolo dettaglio determinato in un’immagine digitale è dato dalla grandezza del singolo pixel che la compone, questo significa che l’immagine vista a un metro di distanza dovrà avere un pixel di riferimento grande non più di 0,3 mm. Se è maggiore di questa dimensione aumenta rapidamente il rischio di percepire aliasing.

Tradotto in Pixel Per Pollice vuol dire trovare quanti pixel da 0,3 mm stanno in un pollice, ossia 2,54 cm, e risulta circa 85 PPI.

Ponendo idealmente l’occhio al centro di un cerchio di raggio 1 m è facilmente calcolabile la dimensione dell’arco corrispondente all’ampiezza di 1’ di grado, il valore che ho usato come riferimento per indicare il potere risolvente della visione umana media.
Considerando le piccole dimensioni in gioco possiamo approssimare l’arco a un segmento trascurando lo scarto.

(RI)Soluzione

Per un’immagine che vada vista a un metro di distanza la risoluzione di Output di riferimento è di 85 PPI a dimensioni fisiche reali, da aumentare se l’immagine in questione è ricca di dettagli (magari a 100 PPI), anche 70 ppi se si tratta di un’immagine senza particolari dettagli, come un tramonto.
Le dimensioni fisiche sono secondarie, può trattarsi di una cartolina 13×18 come di un manifesto 100×140 cm, il discriminante è la distanza di osservazione, non la grandezza del supporto. Poi va da sé che è estremamente improbabile che una cartolina sia da guardare da lontano o un manifesto 100×140 sia da guardare molto da vicino, ma questo riguarda la tipologia dell’elaborato grafico e le regole di composizione grafica, secondarie rispetto all’argomento dell’articolo.
Volendo realizzare un cartellone da 6×3 metri andrà più che bene un’immagine da 15 PPI, invece per un stampa fotografica da interni di 2×3 metri a soggetto beauty visibile potenzialmente anche a distanze intorno ai 50 cm non è il caso di scendere sotto ai 150 ppi, sempre a dimensioni reali (e in casi come questo le immagini necessarie avrebbero più di 200 Megapixel…)

Conclusioni ragionate

Una volta compresi i meccanismi di visione che stanno alla base dei processi percettivi possiamo inquadrare problema e soluzione con ottimi risultati. Se serve una formula ancora più spicciola potreste usare questa:
Risoluzione di Output = 80/d,
dove d è la distanza dell’osservatore espressa in metri.
Con un veloce ragionamento possiamo anche trovare una buona motivazione ai classici 300 ppi consigliati per le stampe in alta risoluzione: a una distanza di circa 25-30 cm, tipicamente la distanza media di lettura di riviste o libri, la risoluzione consigliabile risultante sarebbe di 80/0,25 e 80/0,30, i cui risultati danno 320 e 266 PPI.

Come ordine di grandezza direi che ci siamo, no?

La creatività di Konica Minolta agli Hunkeler Innovationdays

Konica Minolta Europe sarà presente alla fiera Hunkeler InnovationDays a Lucerna, dal 25 al 28 febbraio per presentare gli ultimi sviluppi tecnologici nell’ambito della stampa digitale. Creatività e potenza della stampa digitalmente migliorata, insieme ai sistemi live-running saranno i temi centrali che verranno affrontati perseguendo l’approccio customer centric che caratterizza Konica Minolta. Allo stand sarà possibile toccare con mano il sistema di stampa digitale per etichette AccurioLabel 190, sviluppato e prodotto in collaborazione con la società danese Grafisk Maskinfabrik (GM). Si tratta di un sistema di stampa toner digitale all-in-one con sistema di guida del nastro integrato, area di controllo della qualità con luci di visualizzazione e possibilità di collegarsi alle apparecchiature di finitura in linea. Proprio per queste sue qualità AccurioLabel 190 conta ormai oltre 250 installazioni in tutto il mondo da quando Konica Minolta è entrata nel mercato delle etichette nell’autunno del 2015.

Un altro highlight riguarderà le dimostrazioni dal vivo del dispositivo di stampa a fogli singoli AccurioPress C83hc che utilizza toner High Chroma di Konica Minolta, in grado di produrre stampe di qualità fotografica con una riproduzione dei colori più nitida e fedele. Questo sistema integra anche l’unità di controllo del colore IQ-501, che consente di ottimizzare i tempi di produzione attraverso funzionalità quali la registrazione automatica fronte-retro e la creazione automatica dei profili di stampa.

Non solo, ma Mark Hinder, head of market development di Konica Minolta Europe, mostrerà gli ultimi campioni di stampa realizzati con la macchina a getto d’inchiostro AccurioJet KM-1: un innovativo sistema inkjet UV dotato di testine a getto d’inchiostro ad alte prestazioni e avanzate tecnologie di elaborazione, in grado di gestire supporti fino al formato B2+. Ultima novità in questo ambito, la tecnologia brevettata da Konica Minolta DFT – Dot Freeze Technology che ha superato una delle sfide fondamentali della stampa a getto d’inchiostro: movimento dei punti di inchiostro incontrollato che riduce la qualità di stampa e i materiali lavorabili.

Infine, anche la gamma di sistemi di nobilitazione Konica Minolta sarà rappresentata in fiera: impressionanti stampati brillanti e con effetti tattili realizzati con i sistemi Konica Minolta MGI saranno esposti al pubblico. «Oggi gli stampatori richiedono idee e strumenti di business che possano aiutarli a catturare nuove opportunità di mercato e aumentare la loro redditività. Noi di Konica Minolta ci impegniamo a supportare queste esigenze critiche, anticipando le richieste dei clienti e trasformando le nostre idee in soluzioni innovative attraverso un approccio collaborativo e di partnership, che riteniamo sia quello giusto per fornire ai nostri clienti una base strategica e tecnologica solida. La nostra missione è aiutare i nostri clienti a far conoscere il potenziale della stampa digitale e della nobilitazione, così da ottenere risultati di maggior valore e incrementare la redditività. Hunkeler InnovationDays rappresenta per noi un’importante occasione di incontro per mostrare le nostre capacità di leader nel settore e di azienda che continua a mettersi in gioco, aumentando la propria presenza all’interno del settore della stampa professionale ed industriale. Ma non si tratta solo di prodotto. Nel corso dell’evento si potranno anche ricevere consulenze personalizzate da parte dei nostri esperti, ci saranno testimonianze dei nostri clienti e numerose presentazioni». Ha affermato Charles Lissenburg, general manager divisione stampa professionale di Konica Minolta Europe.  

Il nuovo anno di Digital Flex

Dopo aver chiuso un anno ricco di successi, Digital Flex si appresta a raccogliere le sfide del nuovo anno con grande fiducia. Andrea Vergnano, senior executive vice president, sottolinea che «gli investimenti tecnologici fatti nel 2018 si sono dimostrati vincenti e il nuovo impianto Lead Lasers Flexostar per l’incisione diretta di sleeve in elastomero nonché il nuovo sistema Esko CDI Crystal + espositore XPS ci permettono oggi di offrire una scelta tecnologica ancora più ampia».

La conferma dell’alto livello qualitativo della produzione realizzata da Digital Flex è stata la premiazione in quasi tutte le categorie del concorso Best-in-Flexo 2018 organizzato da ATIF, con ben 11 premi ricevuti (di cui 3 primi posti), e il successo ottenuto in Brasile durante l’evento AB Flexo (organizzato da FTA) dove Digital Flex ha ritirato i premi per il primo, secondo e terzo classificato.

Un’altra soddisfazione per Digital Flex è arrivata, completamente inaspettata, quando, durante la premiazione Best-in-Flexo, è stato assegnato il premio alla carriera, conferito dai giornalisti di settore a Renato Vergnano, presidente e co-fondatore dell’azienda. Renato Vergnano, emozionato, non ha mancato di ricordare che fu uno dei soci fondatori di ATIF nel lontano 1982. La carriera di Renato ebbe inizio nel ’65 quando diede vita alla Nuova Roveco, prima azienda italiana di pre-stampa a dedicarsi esclusivamente alla flesssografia. Nei sui 53 anni di lavoro, Renato Vergnano ha potuto assistere alla crescita dell’azienda, ai suoi cambiamenti, alle sue innovazioni continue, che l’hanno portata oggi ad essere il punto di riferimento del settore.

Con il nuovo anno Digital Flex inserisce una marcia in più, con una grande novità: l’apertura di un ufficio commerciale in Veneto, con l’obiettivo di presidiare ancora meglio il nord-est del mercato italiano. Nell’ufficio di Pozzoleone, Vicenza, è già operativo Giosuè Veggian, che vanta un’esperienza ventennale nel settore del packaging, e renderà la presenza di Digital Flex più vicina ai suoi clienti stampatori e brand owner in una zona molto strategica per il mercato dell’azienda.

Uteco Group e Kodak consolidano la loro collaborazione per il packaging

Uteco Converting ha siglato un accordo con Kodak per l’acquisto dei più recenti sistemi di stampa a getto di inchiostro di Kodak dotati di tecnologia Kodak Ultrastream. La tecnologia Kodak Ultrastream ha esordito come dimostrazione concettuale in occasione della fiera drupa 2016 con programmi di sviluppo per renderla disponibile ai partner OEM nel 2019.

L’esclusiva tecnologia a getto d’inchiostro continuo Ultrastream di Kodak offre una risoluzione di 600 x 1.800 dpi con velocità di produzione fino a 150 mpm utilizzando unicamente inchiostri a base d’acqua ecocompatibili ed economicamente convenienti sia su plastica sia su carta.

Uteco ha presentato per la prima volta le soluzioni Sapphire Evo a giugno 2018, calamitando l’interesse del settore in termini sia di prestazioni sia di sostenibilità e continua a essere una componente fondamentale della loro linea di prodotti per la stampa digitale. Uteco sarà tra i primi produttori a utilizzare la tecnologia Kodak Ultrastream per ampliare la sua linea di macchine da stampa digitale ad alta produttività per packaging flessibili nel 2020.

Aldo Peretti, CEO di Uteco Group, commenta: «I nostri clienti ricercano soluzioni produttive digitali ibride favorite dalla sostenibilità per poter stampare su basse tirature in maniera redditizia. Queste soluzioni, che uniscono tecnologie di stampa flessografica e rotocalco tradizionali e di stampa digitale a getto d’inchiostro, ottimizzano il trattamento delle pellicole, il priming, la prepatinatura e l’essiccazione per rispondere ai requisiti prestazionali del mercato dei packaging. Il sistema a getto d’inchiostro continuo brevettato di Kodak continua a essere la tecnologia prescelta che assicura qualità, produttività e costi di esercizio eccezionali per queste soluzioni per il packaging leader nel settore».

Randy Vandagriff, vicepresidente della divisione Sistemi a getto d’inchiostro aziendali di Kodak, aggiunge: «Siamo felici che Uteco continui a collaborare con Kodak nello sviluppo di soluzioni per il mercato dei packaging. I vantaggi unici offerti dalla soluzione Sapphire Evo evidenzieranno il modo in cui la tecnologia Kodak Stream Inkjet tratta l’uso della stampa digitale per le soluzioni per packaging flessibili. Guardando avanti a drupa 2020 e oltre, siamo entusiasti che Uteco integri le soluzioni basate sulla tecnologia Kodak Ultrastream nella sua linea di prodotti per offrire ancora più opzioni per i packaging flessibili sia ai convertitori che ai marchi. L’approccio proattivo di Uteco nel portare avanti il cambiamento nel mercato della stampa di packaging rispecchia l’esigenza di soluzioni esclusive in tutto il mondo».

 

La Federazione Carta e Grafica in audizione alla Commissione Cultura del Senato

Si è tenuta a Roma l’audizione della Federazione Carta e Grafica in Commissione Cultura del Senato: tema il Bonus cultura per i diciottenni e le misure a sostegno della lettura e dei consumi culturali.

In questa occasione la Federazione è tornata a sottolineare l’importanza di:

– rendere strutturale il Bonus Cultura per i diciottenni, (correttamente rinnovato per il 2019) incrementandone gli sforzi di comunicazione, allargando le categorie di spesa all’acquisto di abbonamenti a giornali, analizzando a fondo i dati per migliorare, anche sul fronte dell’offerta, le opportunità di acquisto rivolte ai diciottenni;

– riconoscere una detrazione dai redditi delle persone fisiche delle spese in acquisto di libri e abbonamenti a giornali, con un meccanismo in tutto corrispondente a quello previsto per altri tipi di spese (farmaci, istruzione secondaria e universitaria). La lettura è un Bene Pubblico di uguale rilevanza.

«Siamo soddisfatti dell’interesse riscosso in merito all’estensione del bonus cultura a quotidiani e periodici. È stata un’occasione di confronto e ascolto molto utile – ha dichiarato Maurizio D’Adda, direttore di Assografici,a margine dell’audizione – abbiamo avuto modo non solo di esplicitare il nostro parere sul Bonus Cultura, ma anche di sottolineare come la richiesta di sostegno alla nostra filiera non sia un tentativo anacronistico di difesa della carta verso il digitale, bensì un’esigenza strategica a supporto di un settore d’eccellenza della nostra economia e a favore dello sviluppo culturale e sociale del Paese. Quanto alla “carta”, abbiamo ricordato semplicemente che la dematerializzazione non è certo garanzia di minor spreco di risorse, soprattutto per usi prolungati e ripetuti, come nei libri di studio, e soprattutto a fronte di un materiale di origine naturale, rinnovabile, riciclabile e biodegradabile».

La Federazione Carta e Grafica (costituita da Assocarta, Assografici e Acimga), che rappresenta i settori cartario, grafico/cartotecnico trasformatore e macchine per grafica/cartotecnica, ha generato un fatturato di 24,3 miliardi di Euro nel 2017 (1,4% PIL) e un saldo positivo della bilancia commerciale di 3,6 miliardi di Euro, grazie all’attività di circa 170.000 addetti attivi in oltre 18.000 impreseRappresenta quindi anche la filiera produttiva dei libri e dei giornali, a monte del comparto editoriale: un settore che, come noto, conosce da anni elementi di crisi strutturali, sia legati all’evoluzione del mercato, sia alla scarsa propensione alla lettura degli italiani.

Un gap culturale che rappresenta per il Paese un elemento di debolezza competitiva rispetto agli altri Paesi evoluti e sul quale è sempre più necessario un piano nazionale di interventi strutturali a sostegno.

 

La tecnologia HP Latex R2000 al Muba di Milano

Per trasformare un’idea in una mostra serve un allestimento scenografico e di grande impatto, che sappia coinvolgere i sensi e la fantasia accarezzando la sfera emotiva. Il Muba – Museo dei Bambini di Milano, è il palcoscenico scelto per la mostra “La Natura” inaugurata il 24 gennaio 2019 e aperta al pubblico fino al 6 gennaio 2020. Si tratta di una mostra-percorso dedicata ai più piccoli che fornisce strumenti per esplorare la natura invitandoli a giocare e scoprirla con occhi nuovi.

In linea con il concept della mostra, i materiali utilizzati per l’allestimento sono stati stampati con processi eco-friendly. In particolare, la sezione «Prato smisurato», installazione che riproduce un manto erboso con fiori e insetti, è stata realizzata in cartone alveolare stampato con l’innovativa tecnologia HP Latex R2000. Un sistema all’avanguardia che la società Newlab, azienda bresciana specializzata in stampa digitale incaricata della commessa, ha acquistato lo scorso dicembre da MCA Digital, rivenditore per eccellenza della tecnologia HP Latex. HP Latex R2000 è un sistema ibrido che permette di stampare direttamente su supporti rigidi o flessibili con una resa colore nitida e brillante, anche grazie all’inchiostro HP Latex White che assicura un vero bianco lucido anche su materiali come legno e acrilico. Il tutto va poi a sommarsi ai plus ecocompatibili che contraddistinguono la tecnologia HP Latex, quali assenza di odori e di emissioni nocive che rendono gli stampati particolarmente idonei per contesti come un’esposizione museale.

«Siamo un’azienda che investe in tecnologie di ultima generazione per poter offrire il meglio ai nostri clienti e ci posizioniamo come una delle realtà più complete nel panorama nazionale in termini di parco macchine», commenta Giuliano Goffi – titolare di Newlab. «La nuova tecnologia HP Latex R2000 va a potenziare ulteriormente la nostra capacità produttiva, ampliando il ventaglio di applicazioni che siamo in grado di offrire». Il sistema, già operativo dal primo giorno di installazione, si è dimostrato subito la risposta vincente per la realizzazione degli stampati destinati alla mostra “La Natura”, soprattutto per la sua capacità di garantire la sostenibilità del processo in chiave green.

Per l’acquisto delle tecnologie HP Latex, da anni l’azienda bresciana si affida a MCA Digital che vanta numerose installazioni su tutto il territorio nazionale e un team di tecnici in grado di offrire consulenza specializzata pre e post vendita. Ed è proprio dal rapporto consulenziale tra le due aziende che è maturata la scelta di puntare sul rivoluzionario sistema ibrido HP Latex R2000. «Già una decina di anni fa, Giuliano e il suo team aveva creduto nella tecnologia HP Latex acquistando la prima Latex per proseguire negli anni in questa collaborazione con l’implementazione di altri sistemi Latex, puntando sul costante potenziamento e aggiornamento tecnologico del parco installato. Per noi Newlab rappresenta un cliente innovativo e attento alle richieste del mercato che pone sempre più l’accento sugli aspetti ecologici di inchiostri, materiali e tecnologie», commenta Cristina Del Guasta titolare di MCA Digital.«Una fetta di mercato sempre più importante, che coinvolge anche brand a livello internazionale, chiede stampe green e inchiostri certificati atossici. Dal nostro ampio osservatorio, possiamo certamente prevedere che nei prossimi anni questa sensibilità continuerà a consolidarsi, diventando sempre più un must have». Un trend in linea con il credo di MCA Digital fortemente orientata alla sostenibilità che viene perseguita dall’azienda padovana adottando standard ambientali e impegnandosi a minimizzare l’impronta ambientale nei processi e prodotti. «La nuova HP Latex R2000 e tutte le tecnologie Latex, grazie alle prestazioni green, sono sicuramente conformi a questo nostro obiettivo» conclude Cristina Del Guasta.

 

PressUP: per emergere bisogna differenziare

Da un lato la continua espansione dell’e-commerce, dall’altro la crescente propensione all’acquisto online da parte di privati e aziende. Uno scenario che preannuncia interessanti opportunità anche per chi opera nel mondo del web-to-print.

«Siamo in un momento economico e culturale particolarmente favorevole per chi come noi offre servizi professionali online. Ma la dimestichezza agli acquisti sul web non è l’unico prerequisito per crescere con successo. Il mercato si sta affollando e la battaglia non si vince con promozioni e offerte sottocosto», così afferma determinato Vincenzo Cirimele CEO di PressUP, eccellenza dei servizi di stampa online in Italia. Considerazioni che rappresentano la premessa per l’annuncio di una nuova strategia triennale: «Intendiamo sostenere gli obiettivi di crescita che ci siamo posti con un progetto che prevede interventi su diverse leve, tutte riconducibili alla filosofia client-oriented che contraddistingue il nostro approccio al business», spiega Cirimele. «L’omologazione dei vecchi cataloghi prodotto online implica un appiattimento dell’offerta. Per emergere bisogna differenziare». Vendere online porta con sé un’impersonalità del rapporto commerciale che PressUP valica in modo distintivo grazie all’attitudine consulenziale che offre tramite il customer care e la gestione personalizzata di richieste speciali che vanno oltre il catalogo.

Il 2019 si preannuncia l’anno della svolta per PressUP, con interventi lungo tutto la filiera: dall’utilizzo della piattaforma di cloud computing di Microsoft Azure, al potenziamento del reparto produttivo con inedite tecnologie per nuovi prodotti, fino all’innovativa strategia di comunicazione olistica orientata all’engagement.

«Se professionisti e intermediari come pubblicitari e grafici rappresentano storicamente una fetta importante del nostro fatturato, siamo fortemente consapevoli che i prospect del servizio di stampa online in Italia siano tantissimi, tanti quante le Partite Iva», spiega Cirimele. «La vera sfida oggi non è far capire il valore del servizio, ma farlo conoscere a un target così eterogeneo». Da qui la scelta di puntare su una strategia di comunicazione multichannel, che al suo habitat naturale – il web – associa mezzi come radio e tv. E ancora, ampliamento di gamma e soprattutto continuo potenziamento del servizio alla base della differenziazione. «Stiamo conducendo survey su clienti e prospect e il percepito che ne emerge fortifica il nostro credo votato all’umanizzazione del servizio. L’acquisto online ormai è entrato nel nostro quotidiano, non esistono barriere concettuali, solo abitudini consolidate che possono essere superate grazie alla conoscenza: più velocità, più efficienza, più convenienza, più tempo da dedicare al proprio business» illustra Cirimele. Dalle indagini condotte da PressUP si delinea dunque il quadro di un’utenza propensa a comprare prodotti e servizi online, con una forte necessità di sentirsi ascoltata, guidata, consigliata da voci esperte e rassicuranti. Ed ecco che al cuore dell’e-shop PressUP.it c’è un customer care consulenziale, con personale capace di trasferire competenza e tranquillità. «Quando prenotiamo una vacanza, ad esempio, sono tante le variabili che intervengono nella scelta: certamente è importante che il prezzo sia in linea con il nostro budget, ma ci sono motivazioni che afferiscono alla sfera emotiva. Vogliamo essere certi di poterci godere il nostro prezioso tempo libero al meglio, anche se può costare un po’ di più». Un parallelismo che potrebbe celare proprio la chiave per business online profittevoli. «Il prezzo certamente è importante, ma anche nel business si cercano qualità, certezze, tranquillità di affidarsi e fidarsi».

Ed è proprio l’eccellenza, declinata in tutte le fasi del processo d’acquisto, che rende l’esperienza soddisfacente. «Accarezzare la sfera emozionale vendendo online prodotti che per gran parte possono essere considerati delle commodity è sicuramente un obiettivo ambizioso, ma siamo certi che possa fare la differenza soprattutto su quel target di clienti B2B che non sono professionisti della grafica ma che sicuramente utilizzano stampati. Loro cercano partner affidabili e noi siamo pronti a stampare brochure, poster, cartoline e tazze ricordo di una vacanza perfetta», assicura Cirimele.

Makula, amore incondizionato di una carta sensoriale

Profondamente attratti dalla natura e dalla sua travolgente energia, Perego Carta ha deciso di creare e firmare un nuovo prodotto: MaKula. Un progetto che nasce dall’idea di realizzare una linea di carte floccate e sensoriali che celebrino l’amore per gli animali.

Una gamma di pattern estremamente realistici, dalla texture vellutata, in grado di suscitare una sensazione tattile simile a una carezza, con tonalità che variano da quelle più naturali fino ad arrivare a inaspettate e vibranti sfumature metalliche: un progetto firmato Perego Carta, nato dalla passione e l’amore per gli animali. Ce lo racconta l’ideatrice Luisa Inverardi Perego: «MaKula è una mia creatura in tutto e per tutto. Io sono un’amante degli animali, ho sempre avuto cani, sono i miei primi sorrisi mattutini e mi mettono sempre di buon umore. Non chiedono niente e per questo si meritano molto: in primis il mio rispetto. Ecco che da qui ho voluto creare qualcosa che rendesse omaggio al mondo animale: una carta da accarezzare, da toccare, una carta sensoriale».

Luisa Inverardi Perego.

Dall’idea alla realizzazione

«Un giorno in ufficio vedo un bel campionario, è di Icma» ci racconta Luisa. E il gioco è fatto: «le macule nella mia mente prendono forma e le immagino di fiocco: una specie di velluto che dà la sensazione di accarezzare il pelo dell’animale. Così è cominciata questa collaborazione con Icma, una bellissima azienda conosciuta a Luxepack, a cui abbiamo proposto di realizzare una carta Tailor Made che rispondesse alla mia idea già così precisa. Con le persone di Icma tutto è stato facile, il progetto è stato realizzato come desideravo e siamo tutti entusiasti: abbiamo in loro piena fiducia e siamo felici di questa collaborazione, uniti in un percorso di stima reciproca e dalla storicità delle nostre aziende – entrambe di lunga tradizione tutta italiana».

Chi è Perego Carta

Perego Carta spaè un’azienda che fin dal 1895 crea e distribuisce carte e cartoncini di alta qualità per la stampa, la cartotecnica e il packaging di lusso. All’interno del proprio campionario l’azienda annovera anche prodotti in esclusiva di importanti produttori, sia nazionali che esteri. Inoltre, da sempre, Perego Carta unisce alla massima efficienza distributiva il rispetto per l’ambiente e l’ecosostenibilità dei prodotti.

Da sogno a realtà

Marco Nigrelli di Icma ci racconta come è nata la collaborazione con Perego Carta. «Abbiamo conosciuto la famiglia Perego a Luxepack l’anno scorso e abbiamo scoperto di avere in comune una lunga storia di impresa familiare e di trovarci entrambi nella stessa, cruciale, fase della vita dell’azienda, quella dell’ingresso della nuova generazione – la quinta per i Perego, la quarta per Icma. Inoltre abbiamo scoperto delle persone appassionate e serie, e in quell’occasione ci siamo salutati con la convinzione che presto avremmo fatto qualcosa insieme».

Marco Nigrelli di Icma.

Che ruolo ha avuto esattamente Icma nel progetto?

«Il progetto MaKula rappresenta l’essenza di quello che Icma si propone di fare nel mondo del packaging di lusso; tradurre i sogni dei clienti in carte uniche. In concreto, a partire dall’idea di Luisa Perego di creare una collezione che si ispirasse agli animali della savana e che desse sensazioni tattili e visive straordinarie, abbiamo realizzato e proposto decine di campioni di laboratorio, combinando basi, colori e fiocchi diversi. Abbiamo lavorato sia in ottica foto-realistica, ossia riproducendo fedelmente la pelle degli animali, sia in chiave “pop”, con accostamenti a contrasto, inaspettati, a volte forse un po’ azzardati, come nel caso di una tigre viola. È stato molto divertente e non è stato facile scegliere le carte da mettere in collezione. A quel punto si trattava “solo” di produrre! Anche sul piano produttivo il progetto è stato impegnativo perché le carte di collezione erano tante, i tempi stretti come sempre e la complessità produttiva delle carte molto elevata. Abbiamo però trovato in Perego Carta un interlocutore ideale; è stato sempre facile trovare il giusto compromesso tra i loro desideri e le potenzialità dei nostri impianti di produzione».

Che tipo di finitura/lavorazione/accoppiamento avete realizzato: può descrivere di cosa si tratta?

«MaKula è stato un progetto sfidante sotto molti punti di vista. Abbiamo usato tanti supporti diversi, avana, colorati in pasta, 100% riciclati, metallizzati. Abbiamo coperto tutto lo spettro delle lavorazioni di Icma in fatto di nobilitazione della carta, dalla tintura del supporto, per creare effetti colorati in pasta a partire da una carta avana (Stone Leopard, carta peraltro 100% riciclata), alla spalmatura superficiale del colore (Ebony Tiger, Curry Giraffe), alla bi-coloritura (Platinum Leopard, la Combo della Curry Giraffe), alla tramatura superficiale ottenuta attraverso alcuni dei nostri 250 cilindri goffratori, fino al floccaggio. Si tratta quindi di carte estremamente pregiate che nella concezione e nella fattura sono una bella espressione di sartorialità Made in Italy».

Un test per la scelta degli animali

Durante i mesi dedicati alla creazione delle carte, Luisa Perego ha sottoposto un simpatico quesito ad alcune persone scelte tra chi poteva essere interessato all’uso di MaKula, la domanda era stampata su un grande foglio colorato a mano: “quale di questi animali ti piacerebbe accarezzare?”. Una tigre, un leone, una zebra, un elefante e una giraffa, piccoli animali di plastica della nostra infanzia, venivano posti sul tavolo tra risate generali e curiosità alle stelle. Seguiva un secondo cartellone sempre rigorosamente colorato a mano dove ogni partecipante al test veniva invitato a mettere un timbro a fianco dell’animale prescelto. Timbrino in legno e inchiostro colorato. Insomma si tornava a essere un po’ bambini e a giocare per un momento! Tutti i partecipanti si sono divertiti con sorridente entusiasmo.

«Fatto questo» racconta Luisa «si è creato intorno a noi un piacevole clima di curiosità e di entusiasmo che mi ha permesso di coinvolgere facilmente queste persone nella libera realizzazione di un oggetto con questa meravigliosa carta, dando così vita a MaKula Art Gallery».

MaKula Art Gallery

È una vera Galleria d’Arte che raccoglie oggetti creati in libertà, di manifattura tutta italiana. Industriali, artigiani, designer e artisti si sono cimentati con un foglio di MaKula lasciando liberi i loro progetti “bestiali”, come scritto sul campionario: anch’esso tutto italiano, un piccolo gioiello di originalità, praticità e bellezza. Un oggetto che sta bene su ogni tavolo e fa bella mostra di sé, sia chiuso a libro che aperto “a stella”.

MaKula ha il proprio sito, anche questo un po’ ludico, dove chi vi accede può vestire il suo animale con makule di colore diverso, cliccando su vibranti cerchietti MaKulati: un’occasione per divertirsi e creare qualcosa di unico nel rispetto del nostro ambiente gioendo della bellezza del manto degli animali.

Un archivio di dee

La sezione “idee” di makulapaper.com è un vero archivio dinamico. Nasce infatti un sito per mostrare a chi si avvicina a MaKula quanto queste carte siano versatili e si prestino a usi svariati: rifascio di scatole; oggetti per l’arredamento (tavoli, sedie); home decor (lampade, candele, cornici); prodotti di cancelleria di lusso (buste, raccoglitori, quaderni, agende); oggettistica varia (gioielli, papillon, cappelli); articoli ludici (puzzle); fino ad arrivare a vere e proprie installazioni artistiche (“Puoi toccare” di Edoardo Casini, “Gipardo Gitigre” dello studio Rovai Weber).

MaKula Art Gallery nella sezione idee raccoglie gli oggetti realizzati dagli ospiti che hanno partecipato all’evento per il lancio ufficiale di MaKula e porta con sé un entusiasmo e una creatività fortissima.

«Una galleria che sarà nuovamente allestita presso i nostri distributori europei, così da comunicare un messaggio Made In Italy che metta in risalto e sia testimonianza della nostra naturale creatività, buon gusto e artigianalità, qualità innate di cui noi italiani dobbiamo essere portavoce nel mondo con orgoglio».

MaKula è punto di partenza di un progetto ad ampio respiro che da qui si svilupperà naturalmente, ma i dettagli sono ancora top secret.

Giraffe, Leopard, Tiger sono le tre tipologie di texture di MaKula.

La sfida agli artisti: scatenate i vostri progetti bestiali

In occasione del lancio ufficiale di MaKula avvenuto lo scorso 22 novembre a Firenze in casa Perego, l’azienda ha lanciato una sfida agli artisti: quella di realizzare oggetti creati in libertà ed esporli in occasione dell’evento. Ogni “autore” è stato felice di “mettersi alla prova” con MaKula creando oggetti ispiranti, unici e personali. Alcuni pezzi sono stati realizzati a mano, e altri industrialmente. «In tal modo» spiega Luisa Perego «mi piace ricordare che la “mano” rimane sempre motivo ispiratore della “macchina”. Del resto noi famiglia Perego siamo fiorentini, nati nella patria del Rinascimento, delle idee, dell’equilibrio del bello, dell’artigianato e non potevamo dunque fare a meno di ricordare l’importanza della manualità e della creatività».

Cinzia Bartoli e le sue cappelliere

Bartoli Packaging srl è un’azienda nata nella metà degli anni 60 – per ragioni di successioni aziendali la ragione sociale è cambiata tre volte, inizio attività con la prima generazione “scatolificio Mini”, seconda generazione “scatolificio Bartoli Vezio” terza generazione Bartoli Packaging srl – e si occupa di produzione di scatole e packaging in carta e cartone.

L’idea di fare cappelliere è nata dal desiderio di implementare il più possibile la varietà di articoli prodotti e traendo ispirazione dalle vecchie cappelliere dei secoli scorsi.

Le dimensioni delle cappelliere o più precisamente “scatole rotonde” sono molte: le medio/piccole vengono prodotte da una linea completamente automatizzata che in Italia pochissime aziende possiedono, mentre le dimensioni più grandi vengono invece prodotte mixando una parte di lavorazione manuale con una parte di lavorazione che utilizza macchinari e attrezzature particolari realizzati esclusivamente dall’officina meccanica interna.

Clienti storici del gruppo Perego hanno accettato la sfida di MaKula, che dà vita a prodotti destinati a tutti i settori di alta gamma del mondo della moda, del design, dell’arte, della cosmesi ecc. «Una carta dal grande impatto visivo che emoziona subito ed è ammiccante al tatto» racconta Cinzia Bartolidi Bartoli Packaging srl«che chiede di essere accarezzata proprio come il maestoso manto delle creature selvagge alle quali si ispira; dal punto di vista tecnico, è una carta perfetta, lavorabilissima, adatta a qualsiasi tipo e forma di packaging, la resa è veramente ottima sotto tutti i punti di vista».

Una carta per l’arte: Edoardo Casini ci racconta

L’opera “Puoi toccare” è realizzata con tecnica mista “olio su carta”, per Perego Carta, sulla nuova collezione MaKula. L’idea nasce dopo un incontro con Luisa Perego la quale, con grande entusiasmo, lo coinvolge nella realizzazione di un’opera per valorizzare le nuove carte da lei ideate, nell’ambito di un progetto più ampio che ha coinvolto altri artisti, designer, artigiani ecc.

«Io sono la quarta generazione di una famiglia di tipografi» racconta Edoardo Casini. «Sono nato letteralmente tra la carta, per me è un habitat naturale nonostante non sia l’abituale supporto per il mio lavoro, in quanto la maggior parte della mia produzione avviene su tela. Per questo la sfida che mi sono posto non era fare coincidere il mio stile con quello delle carte Perego, bensì valorizzare la carta in quanto elemento antico e nobile».

L’installazione “Puoi toccare” ha una dimensione di 100×130 cm e rappresenta una silhouette femminile, lavorata pittoricamente a olio attraverso la tecnica di puntinatura nero su bianco e adagiata su un collage di “strappi cartacei” MaKula, incorniciata poi e protetta da una lastra di plexiglas, con delle fessure sagomate a forma di mano le quali permettono al fruitore dell’opera di poterla letteralmente toccare con mano. Da qui il nome.

Le fenditure a forma di mano, sono il vero gesto artistico di quest’opera, in onore alla carta e con sarcasmo si contrappongono al solito avvertimento che si trova di fronte alle opere d’arte: “non toccare”.

Hunkeler Innovationdays 2019: qualità di stampa e flessibilità allo stand Ricoh

Ricoh dà appuntamento ai professionisti della stampa agli HID 2019 (Lucerna, Svizzera, 25-28 febbraio 2019) per mostrare le potenzialità della stampa digitale inkjet.

I visitatori della fiera troveranno allo stand Ricoh un’ampia gamma di applicazioni realizzate con le soluzioni digitali inkjet modulo continuo che offrono risultati paragonabili a quelli della tecnologia offset. La qualità dell’output mostrerà agli stampatori come il passaggio dall’analogico al digitale sia assolutamente possibile.  Le luci dei riflettori saranno puntate sulle applicazioni realizzate mediante Ricoh Pro VC70000, in particolare: una guida turistica stampata su carta patinata offset Stora Enso LumiSilk da150gsm ad una velocità di 100 metri al minuto e rilegata offline mediante un pinzatore a sella Hohner; il libro fotografico “Wild about Twickenham” realizzato su carta lucida Stora Enso LumiArt da 150 gsm e cucito offline da Meccanotecnica; un’applicazione di direct mailing di 4 pagine che include tre voucher premarcati, le bobine di carta Stora Enso LumiSilk da 150gsm vengono rifinite con sistemi Hunkelere Horizon per lo sbobinamento, il taglio e la piega.

Saranno inoltre a disposizione dei visitatori opuscoli di direct mailing realizzati su carta offset Arctic G-Print matt da 100gsm alla velocità di 150 m/min e completati mediante finitura da Zalsman, la prima azienda in Europa ad aver installato Ricoh Pro VC70000. «Grazie ai nuovi asciugatori integrati nel sistema, gli stampatori possono affrontare il passaggio da tecnologia offset a tecnologia digitale modulo continuo in modo più semplice, poiché non è più necessario utilizzare carta pretrattata», commenta Eef De Ridder, vice president of commercial printing, commercial and industrial printing group, Ricoh Europe. «Questa novità – continua il manager – consente una maggiore flessibilità produttiva e l’utilizzo di una più ampia varietà di inchiostri per risultati di qualità eccellente».

Al fianco di Ricoh Pro VC70000 sarà in azione anche Ricoh Pro V20000 utilizzata per la stampa di:tre libri in bianco e nero di dimensioni differenti su carta UPM Fine da 90gsm (la bobina verrà tagliata con un sistema Hunkeler Generation 8 e finita fuori linea da Muller Martini); un bugiardino su carta Delfort Polar Bright da 50 gsm tagliato da Hukeler e piegato da un sistema GUK.

Infine, verranno realizzati leaflet con differenti tipologie di supporti su Ricoh Pro C9200. All’interno dei leaflet un esempio di tre ante con voucher premarcati. Muller Martini rilegherà i libri stampati con Ricoh Pro VC40000 (carta CVG Matt 90 gsm), veri e propri esempi di stampa on demand a colori. È la prima volta che Ricoh propone al mercato una gamma di applicazioni così ampia, anche grazie alla partnership con i maggiori produttori di sistemi per il finishing. Questo dimostra la capacità di Ricoh di supportare gli stampatori in investimenti a valore aggiunto dall’inizio alla fine del flusso produttivo.