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La lente lenticolare di grande formato di DPLenticular sarà presentata a drupa

Focus sulla stampa lenticolare - Padiglione 7, stand 70F09 al drupa innovation park (DIP).
Focus sulla stampa lenticolare - Padiglione 7, stand 70F09 al drupa innovation park (DIP).

Come unico produttore europeo di lenti di grande formato, DP Lenticular darà grande risalto alla presentazione del nuovo 3D 28 LPI UV-MF. Con uno spessore di 2,15 mm e un angolo di visione di 37°, è la soluzione per applicazioni lenticolari tridimensionali stampate su sistemi digitali di medio formato. Questo prodotto va a unirsi al 3D 20 LPI UV-LF di grande formato. Entrambi sono estrusi in Europa con resina PETG-UV, che li rende ideali per l’uso in ambienti interni quali gli aeroporti, metropolitane, stazioni ferroviarie e per l’uso esterno come per esempio le pensiline degli autobus. Il PETG-UV viene estruso con una resina di protezione UV appositamente sviluppata per preservare i colori, ed è anche resistente al fuoco e offre una trasparenza molto migliore rispetto ad altre resine.

Daniel Pierret, amministratore delegato di DP Lenticular dichiara: «Questo tipo di lente non esiste da nessun’altra parte al mondo e il suo sviluppo è la risposta diretta a una lacuna che abbiamo individuato nel mercato del flatbed di medio e grande formato.»

Focus sulla stampa lenticolare - Padiglione 7, stand 70F09 al drupa innovation park (DIP).
Focus sulla stampa lenticolare – Padiglione 7, stand 70F09 al drupa innovation park (DIP).

Dai francobolli ad applicazioni pubblicitarie di grande formato

A drupa, DP Lenticular sarà partner di KBA per realizzare una dimostrazione live dedicata al mercato offset. Verranno realizzate delle spettacolari stampe usando la nuova macchina da stampa KBA di formato intermedio e i fogli lenticolari Lenstarplus® 75 LPI : è un prodotto Pacur creato appositamente per la stampa diretta della lente, che fornisce luminosità, durezza, chiarezza, resistenza ai graffi e tagliabilità insuperabili.

Tutti i prodotti Lenstar ed EcoLens sono estrusi da Pacur a Oshkosh, Wisconsin (Stati Uniti).

Sviluppate espressamente per applicazioni di autenticazione del marchio, e rivolte ai mercati della sicurezza, della filatelia e ai mercati dell’etichetta flessibile di fascia alta, le etichette MicroFlex saranno anch’esse protagoniste dell’esposizione in fiera. Prodotta da Forward Optics (Stati Uniti), è una pellicola ultra-sottile a matrice di lenti, e la prima etichetta in assoluto di questo spessore, in grado di produrre accattivanti profondità, dimensioni ed effetti di movimento. Questo esclusivo substrato contiene una matrice di microscopiche lenti distribuite sulla superficie, che hanno l’effetto di ingrandire gli elementi grafici incorporati nella seconda superficie stampa. A differenza del tradizionale materiale lenticolare che è troppo rigido per la maggior parte delle applicazioni di etichettatura, MicroFlex è una miscela brevettata di uno strato base di polipropilene con doppio orientamento (per garantire la stabilità di stampa) e un secondo rivestimento in polipropilene (per dare flessibilità).

Tutti i prodotti sono progettati e fabbricati per far sì che le stampanti possano stampare l’immagine interlacciata (e invertita) direttamente sulla superficie lucida del foglio lenticolare (retro) utilizzando inchiostri tradizionali o UV.

Pierret aggiunge: «La capacità della stampa lenticolare di creare animazioni accattivanti o effetti 3D mettendo le immagini stampate dietro a lenti orientate in parallelo, è diventata sempre più poolare nell’ultimo decennio. Questo è il risultato della sempre maggiore facilità nel realizzare questi effetti grazie alle fotocamere digitali, e ai programmi di progettazione e produzione che facilitano il compito. Per offrire un’eccezionale risoluzione di stampa, forniamo agli stampatori un foglio lenticolare perfettamente chiaro e stabile, che consente di mantenere un registro ottimale.»

Conclude: «Posizionata come eccellente strumento di marketing, la stampa lenticolare è ideale per dare impulso all’immagine aziendale e alla redditività commerciale ed è adeguata per l’utilizzo con un vasto numero di applicazioni quali grafica per punti vendita, packaging, direct mailing, promozioni e diversi formati di cartoline, dal francobollo alla pubblicità di grande formato.»

A drupa, DP Lenticular presenterà anche la terza edizione dei Lenstar Lenticular Print Awards, sponsorizzato dalla drupa stessa. Creato per mettere in luce le possibilità di questa tecnologia, l’evento attrae più di 150 partecipanti provenienti da 40 paesi, e la cerimonia di premiazione si terrà il 2 giugno alle 17 presso il padiglione 7 del DIP. Ci si può iscrivere sul sito per sei diverse categorie applicative.

Idee ben chiare per una innovazione continua in Tecnografica

Franco Rossi di Tecnografica.
Franco Rossi di Tecnografica.

«Innovazione, qualità e attenzione al cliente – spiega Franco Rossi, titolare di Tecnografica – sono aspetti per noi fondamentali. Siamo alla costante ricerca di soluzioni grazie alle quali proporre applicazioni nuove, diversificare l’offerta e garantire a chi si rivolge a noi possibilità sempre più ampie anche in un’ottica di printing on demand».

Ed è con queste premesse che Tecnografica ha deciso di installare Ricoh Pro C9100, soluzione digitale a colori a foglio singolo, avvalendosi del supporto specialistico di Gamma Ufficio spa, partner Ricoh di riferimento del triveneto per il segmento Commercial Printing. Pronti per affrontare nuove sfide Franco Rossi prosegue: «Cercavamo una soluzione che riuscisse a soddisfare le nostre necessità di produttività, qualità e versatilità, tutte caratteristiche imprescindibili per mantenere la competitività. Abbiamo analizzato diverse proposte disponibili sul mercato, effettuato test di stampa e scelto Ricoh Pro C9100. Siamo stati positivamente colpiti dalla qualità dell’output e dalla flessibilità. Inoltre, la soluzione Ricoh stampa su supporti fino a 70×33 cm in fronte/retro, per cui ora possiamo produrre depliant oppure album in un formato che prima non riuscivamo a gestire. La grammatura dei supporti arriva fino a 400 g/m2 e anche questo amplia le possibilità applicative. Siamo molto soddisfatti della rapidità dei tempi di produzione e del fatto che Ricoh Pro C9100 è più semplice da utilizzare rispetto ad altre soluzioni che avevamo precedentemente installato e questo agevola molto il lavoro dell’operatore. Attualmente produciamo circa 200.000 stampe al mese. Abbiamo installato Ricoh Pro C9100 nell’ottobre 2015 e possiamo già tracciare un bilancio positivo per quanto riguarda sia la soluzione e le nuove possibilità sia l’aspetto dei servizi e del supporto pre e post vendita da parte di Gamma Ufficio e di Ricoh».

Nata nel 1995 come studio di grafica, Tecnografica si è nel tempo specializzata nella stampa professionale offrendo servizi basati su tecnologie innovative che le permettono di stare al passo con l’evoluzione del mercato e delle esigenze dei clienti. Negli ultimi anni l’azienda ha sviluppato competenze nell’ambito della stampa digitale e ora propone applicazioni prevalentemente rivolte al mercato corporate (brochure, biglietti da visita, poster, cataloghi, calendari…) e a quello dell’editoria (libri, dispense, manuali…). Per migliorare l’interazione con il mercato l’azienda di Vicenza ha sviluppato un sito di e-commerce (www.tecnograficarossi.it) grazie al quale i clienti di tutta Italia possono ottenere preventivi ed effettuare ordini online caricando i file da stampare.

Franco Rossi di Tecnografica.
Franco Rossi di Tecnografica.

Aggiornare i contenuti in tempo reale, tramite una app

È stata da poco rilasciata la app The Local realizzata con il tool Semble, attualmente in fase di prelancio, sviluppato dalla svedese Mag+, nel mercato del publishing digitale a livello internazionale. Semble è una soluzione facile da usare che non richiede nessuna conoscenza tecnica o di programmazione e consente la creazione di App graficamente coinvolgenti, con contenuti aggiornabili in tempo reale.

L’interfaccia presenta all’utente un tavolo di montaggio dentro cui si possono trascinare i vari elementi grafici e testuali che andranno a comporre ciascuna pagina della app. I contenuti che si possono integrare tramite il drag&drop sono testi, immagini con effetto parallasse, video, gallery e blocchi di contenuti provenienti da feed RSS. Al termine della fase di creazione con pochi passaggi si ottiene l’eseguibile della app da sottomettere agli Store Apple e GooglePlay.

The Local, la cui redazione italiana è basata a Roma, è una testata digitale in lingua inglese nel settore delle news, con più di 300.000 lettori al mese. Con Semble, la nuova App di The Local si costruisce in automatico, grazie ai feed RSS generati dai siti sparsi sui nove stati in cui sono presenti le redazioni. Nel momento stesso in cui viene pubblicato un nuovo articolo nei siti, la app viene aggiornata in automatico, portando le notizie sui device mobili dei lettori, con una grafica accattivante e mantenendo una facilità di lettura e navigazione sorprendenti.

«Abbiamo sempre raccontato l’Europa dal punto di vista delle differenti redazioni locali e ora avevamo la necessità di riunire tutte queste informazioni in un unico posto. Grazie a questa App, ora possiamo raggiungere i nostri lettori dove si trovano (grazie al loro smartphone) coinvolgendoli e fidelizzandoli sempre di più» ha detto James Savage, fondatore ed editor responsabile di The Local.

«Dal un punto di vista degli investimenti, sviluppare questa App internamente ci sarebbe costato almeno 50.000 $ (45.000 € circa, ndr). Semble ci ha consentito di ridurre i costi così drasticamente che ci ha piacevolmente stupito. A parte un limitato lavoro di design e sviluppo interno, la nostra App ci costa 39 $ al mese (35 € circa, ndr). Possiamo sicuramente dire che si tratta di un tool semplice e super efficiente. Il fatto che la nostra App si aggiorni automaticamente grazie ai feed RSS, ha fatto sì che il suo mantenimento non comporti lavoro extra per il nostro staff.»

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HP annuncia PrintOS, piattaforma per la gestione della produzione di stampa

In attesa degli annunci di prodotto che si susseguiranno nelle prossime settimane, HP ha presentato, nel corso della Pre-Drupa International Media Conference, PrintOS, una piattaforma open, sicura e integrata per la gestione della produzione di stampa. è un sistema operativo cloud-based ideale per i PSP di tutti i segmenti e le dimensioni del settore, per l’uso di HP Indigo, HP PageWide Web Press, HP Scitex e della tecnologia di stampa digitale HP Latex.

PrintOS dispone di una serie di applicazioni intuitive, mobile e web-based e semplifica e automatizza i processi di stampa, consentendo ai clienti di stampare più velocemente. La connettività cloud, inoltre, permette di monitorare a distanza lo stato della stampa, così come di tracciare e migliorare la performance di produzione nel tempo.

PrintOS include anche

  • Box, un tool che semplifica l’acquisizione del lavoro attraverso canali non automatizzati, come email e servizi di trasferimento file. Spesso si investe una quantità incredibile di tempo e di energie nella gestione dei lavori precedenti alla produzione. Grazie a processi standardizzati, Box riduce il lavoro preparatorio, aumentando così la capacità e migliorando i profitti.  
  • Site Flow, che combina la sottoscrizione di ordini automatici, la gestione pre-stampa e lo shop floor management per rispondere ai bisogni dei PSP che lavorano sui mercati business-to-business e business- to-consumer. L’applicazione permette ai PSP di offrire costi accattivanti e livelli di servizio più alti per soddisfare ogni giorno gli ordini di stampa di centinaia, migliaia o decine di migliaia di individui, inclusa la spedizione ai clienti finali.  

Gli utenti di HP Indigo e HP PageWide Web Press potranno iniziare a usare PrintOS dal 31 maggio 2016. Molte app saranno disponibili gratuitamente per chi è già cliente con un contratto di servizio, mentre altre saranno soggette ad abbonamento mensile e costi di utilizzo.

Giacomo Rocchi nominato Marketing Manager di Konica Minolta Business Solutions Italia Spa

Giacomo Rocchi nominato nuovo Marketing Manager di Konica Minolta Business Solutions Italia Spa.

Konica Minolta Business Solutions Italia Spa è lieta di annunciare l’ingresso nella propria organizzazione del Dott. Giacomo Rocchi, che assume la direzione della Divisione Marketing.
50 anni, laureato in Economia Internazionale, Giacomo Rocchi è stato chiamato da Konica Minolta per contribuire in maniera significativa al consolidamento della strategia del gruppo giapponese finalizzata alla leadership nel business delle soluzioni e dei servizi a valore per le imprese.
Rocchi vanta infatti una consolidata e affermata esperienza nello sviluppo e nel marketing di queste innovative modalità di offerta, costituite da una gamma che parte da servizi evoluti mirati a ottimizzare i flussi documentali e l’infrastruttura di stampa per arrivare ai servizi di comunicazione e di gestione dei processi di business aziendali.
Il suo percorso professionale comprende importanti esperienze in ambito marketing presso i più importanti player del settore dell’imaging e dell’office automation, quali Xerox, dove dal 2007 ha ricoperto il ruolo di Marketing e Sales Support Manager di Xerox Global Service Italia e Canon, dove dal 2012, in qualità di Service Line Manager Emea, ha avuto la responsabilità in ambito europeo delle attività di marketing e dello sviluppo della linea di servizi di Document Outsourcing.

 

Premio Pro Carton Ecma 2016: le iscrizioni entro il 19 maggio

Vincitore della categira «beauty & cosmetics» Pro carton 2015.

Quest’anno il premio Pro Carton Ecma celebra la sua 20a edizione! Cosa aspettate? È rivolto a tutti gli attori della filiera, dall’industria cartaria ai progettisti, ai designer, ai proprietari di marchi e al mondo del retail: iscrizioni sul sito entro il 19 maggio 2016.

Al premio Pro Carton Ecma verranno presentate le migliori soluzioni per il confezionamento e l’imballaggio in cartone di tutta Europa. L’intento del concorso è mettere in risalto le soluzioni più originali ed efficaci che sono state introdotte sul mercato negli ultimi tre anni.

Come negli anni passati, i componenti della giuria provengono da tutta la filiera. Dall’anno scorso è composta da cinque persone; oltre al presidente Satkar Gidda (SiebertHead, Marketing & Design) e ai giurati Wilfried Duivenvoorden (di Unilever), Lotte Krekels (di Carrefour Belgio) e Suzanne Lippitsch (Design), quest’anno il nuovo membro sarà Peter Strahlemann (della rivista New Business). Inoltre Peter Klein Sprokkelhorst continuerà a prestare la sua preziosa consulenza professionale.

I premi saranno consegnati con un’apposita cerimonia di gala il 15 settembre durante il Congresso Ecma ad Antibes, in Francia.

L’80% dei cittadini è ben disposta verso le certificazioni, lo dichiara Ipsos

Oltre 450 nel mondo a cui si affiancano 12 new entry l’anno. È l’universo delle certificazioni e dei marchi ambientali, fatto di sigle semplici ed efficaci ma anche di poco comprensibili. Un mare magno composto da strumenti rigorosissimi che convivono con operazioni di puro greenwashing. In cui nuotano tante delle nostre imprese. Con oltre 24mila certificazioni siamo il secondo paese al mondo per numero di certificati ISO 14001. Il primo per numero di certificazioni di prodotto EPD, il terzo per Ecolabel ed Emas. E siamo il quinto paese del G20 per certificazioni forestali di catena di custodia FSC.

Per dare a consumatori e imprese strumenti utili per orientarsi nel vasto mondo delle certificazioni ambientali è nato il rapporto Certificare per competere di Fondazione Symbola e Cloros, presentato a Milano in una conferenza stampa in collaborazione con Accredia. Un rapporto unico nel suo genere, che esamina a fondo marchi e certificazioni amiche dell’ambiente portando alla luce la solida correlazione che esiste tra queste certificazioni e competitività delle aziende che le adottano. Le certificazioni ambientali aiutano la qualità delle imprese e l’innovazione, spingono le esportazioni, il fatturato e l’occupazione, indirizzano alla green economy.

Prendendo in considerazione i quattro settori tradizionali del made in Italy, automazione, abbigliamento, arredocasa, alimentari – le cosiddette 4A – Symbola e Cloros hanno messo a confronto le perfomance delle aziende certificate con quelle delle non certificate. Con risultati eloquenti. In piena crisi, tra il 2009 e il 2013, le imprese delle 4A amiche dell’ambiente hanno visto i loro fatturati aumentare, mediamente, del 3,5%, quelle non certificate del 2%: le certificazioni portano in dote, cioè, uno”spread” positivo di 1,5 punti percentuali. Ancora meglio nell’occupazione, dove lo spread arriva a 3,8 punti percentuali: le aziende certificate hanno visto crescere gli addetti del 4%, le altre dello 0,2%. Con vantaggi particolarmente spiccati nell’abbigliamento (spread nel fatturato +3,6) e nell’automazione (spread per gli addetti +3,9). Determinante essere attenti alla sostenibilità anche sul fronte export: le imprese delle 4A con certificazione ambientale esportano nell’86% dei casi, mentre le non certificate nel 57%. E se le certificazioni giovano a tutte le imprese, alle aziende medio piccole mettono il turbo: le PMI (fino a 50 addetti) con certificazione ambientale registrano uno spread di +4 punti nel fatturato (contro un +1,1 delle medie, fino a 250 addetti, e un +0,6 punti delle grandi) e di 1,2 punti negli occupati (contro lo 0,6 o 0,7 delle altri classi).

Performance che si spiegano anche con la sempre maggiore sensibilità degli italiani verso la sostenibilità. Come testimonia un sondaggio Ipsos curato per questo studio, infatti, i nostri concittadini dimostrano un discreto interesse verso il green, buona familiarità e fiducia nelle certificazioni ambientali: l’80% degli intervistati le ritiene affidabili. C’è dunque una generale aspettativa positiva, ma c’è notevole differenza tra questa familiarità e la conoscenza reale delle certificazioni. Se chiediamo di indicare spontaneamente i marchi di certificazione conosciuti sa dare una risposta il 39% degli intervistati. E tra questi meno della metà, ossia il 15% degli italiani, indica nomi di certificazioni ambientali esistenti. Segno che la strada verso una corretta e ampia conoscenza di queste certificazioni e di tutti i vantaggi che portano è ancora lunga.

«Le certificazioni ambientali – spiega il presidente di Symbola Ermete Realacci – sono uno strumento che aiuta crescita, innovazione ed export. Non vanno considerate come una pratica burocratica da adempiere, ma come un elemento determinante nel cammino delle aziende di tutti i settori, e del Paese, verso la qualità. Una certificazione ambientale porta con sé vantaggi nei bilanci, più qualità, migliori rapporti con i consumatori, il territorio, la società e la Pubblica amministrazione; rafforza quella tensione innovativa che è il cuore della sostenibilità e della green economy. Marchi e certificazioni amici dell’ambiente aiutano anche a contrastare i mutamenti climatici e spingono l’Italia nella direzione indicata dalla Cop21 di Parigi.»

La diffusione delle certificazioni ambientali purtroppo è tutt’altro che capillare e le potenzialità di questo sistema non sono sfruttate al meglio. Questo nonostante l’attenzione crescente degli italiani alla sostenibilità e la tensione del nostro settore produttivo verso la green economy – il 24,5% delle nostre imprese dall’inizio della crisi ha fatto investimenti green con vantaggi competitivi in termini di export, il 43,4% delle imprese manifatturiere eco-investitrici esporta stabilmente contro il 25,5% delle altre, e ricadute positive anche sull’occupazione, hanno infatti a che a fare con l’ambiente il 59% dei nuovi posti di lavoro prodotti nel 2015.

Se il potenziale delle certificazioni amiche dell’ambiente non è pienamente sfruttato lo si deve a diverse concause tra cui: inadeguata conoscenza delle certificazioni e dei loro benefici da parte delle imprese che potrebbero adottarle, un deficit dell’azione pubblica in sostegno a questi strumenti e la scarsa alfabetizzazione dei consumatori finali. C’è ancora da lavorare e sia la politica, che enti certificatori e aziende devono fare di più per raggiungere una maggiore diffusione delle certificazioni ambientali così da renderle un fattore strutturale nella crescita qualitativa del sistema produttivo italiano.

A lezione di colori tra arte e tecnica

La percezione del colore è oggettiva o soggettiva? Chiunque, per lavoro o per passione, utilizzi i colori sa bene che il risultato finale sulla carta è influenzato da tantissime variabili – percettive e pratiche, che solo un esperto del settore può essere in grado di controllare e prevedere con una certa sicurezza.

Dal 2 al 30 maggio, ogni lunedì, dalle 18 alle 21, l’IsiaA di Faenza, in collaborazione con Fedrigoni SpA, propone il workshop Il colore e la colorimetria: l’arte e la tecnologia.

Quindici ore tra esercizi pratici, prove colore e stampe al torchio al fine di elaborare e verificare concretamente il comportamento del colore.

Il corso è tenuto da professionisti del settore: Enrico Versari, artista, laureato in filosofia estetica, docente di Teoria Della Percezione all’Isia di Faenza e Adalberto Monti, consulente e formatore stampa che da oltre quarant’anni lavora nel settore e che all’Isia insegna Tecnologie della comunicazione.

Il corso è rivolto a tutti con l’obiettivo particolare di formare studenti di grafica, tecnica, designer, operatori di prestampa e stampa, ma anche artisti e incisori, a comprendere come si comporta il colore.

Con un approccio innovativo il corso approfondisce due percorsi paralleli, in apparenza contraddittori, ma in verità complementari: il primo filosofico – artistico e il secondo tecnologico e scientifico.

Quindi sarà analizzato il colore non solo come valutazione visiva, sensazione soggettiva percepita dagli occhi e influenzata anche da altri sensi, ma anche come valutazione oggettiva che porta a una condivisone univoca.

Si passerà dalla psicologia della percezione alle teorie della simbologia del colore, fino ad arrivare a individuare le caratteristiche oggettive del colore mediante la rilevazione spettrofotometrica identificandone la chiarezza, la saturazione, la tinta, verificando le iterazioni tra differenti fonti luminose e tipologie di carta diversificate.

Ai corsisti saranno forniti materiali e colori e avranno la possibilità di trattenere gli elaborati realizzati durante le lezioni. Alla fine del corso verrà rilasciato loro un attestato di frequenza Isia.

Il termine ultimo per l’iscrizione è il 22 aprile 2016.

Le lezioni si svolgeranno dal 2 al 30 maggio, ogni lunedì, presso l’Isia di Faenza (corso Mazzini 93, aula 18) dalle 18 alle 21.

Il corso partirà al raggiungimento di un numero minimo di 18 iscritti.

Il costo di iscrizione è di 140 euro.

Per informazioni e iscrizioni: 0546 22293.

La richiesta di Cepi e Integraf per emendare l’allegato dell’Eutr includendo i prodotti stampati

Il rapporto sullo stato di attuazione del regolamento europeo sul commercio del legno (Eutr) pubblicato lo scorso 18 febbraio è una occasione mancata poiché non raccomanda l’inclusione dei prodotti stampati. Le opinioni di Assocarta e Assografici.

«L’esclusione dei prodotti stampati dal campo di applicazione del regolamento è una grave mancanza. I prodotti in carta stampati e prodotti in Europa sono conformi alla normativa UE che impone la verifica dell’origine legale del legno mentre quelli prodotti e stampati al di fuori dell’Europa non sono sottoposti ad alcuna verifica. Questo è molto strano dal momento che il rischio di taglio illegale è molto più alto nei paesi in cui la norma non si applica. In questo modo la UE promuove la stampa extra europea esportando posti di lavoro. Incomprensibile!» Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.

Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.
Massimo Medugno, Direttore Generale Assocarta.

«Il taglio illegale compromette la reputazione dei prodotti stampati. L’Unione Europea deve assicurare che tutti i prodotti sul mercato Europeo siano estranei al taglio illegale degli alberi e l’unico modo è l’inclusione dei prodotti stampati nel regolamento europeo sul taglio illegale (EUTR)» Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.

Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.
Claudio Covini, Direttore Generale Assografici.

L’allegato dell’EUTR contiene una lista di prodotti ottenuti dal legno che rientrano nel campo di applicazione del regolamento stesso ma non contiene il capitolo 49 della Nomenclatura Combinata, ovvero i prodotti stampati. Questa è una grave lacuna del regolamento e il rapporto della Commissione avrebbe dovuto evidenziarla. Per questo Cepi e Intergraf hanno sollecitato la Commissione Europea ancora una volta per emendare l’allegato del regolamento europeo sul commercio del legno includendo i prodotti stampati (capitolo 49 della Nomenclatura Combinata).

Nel 2014 il valore dei prodotti stampati importati nella UE è stato di 3 miliardi di Euro e ha avuto un forte impatto sull’industria Europea in termini competitivi. La non inclusione dei prodotti stampati implica il forte rischio che il legno tagliato illegalmente venga messo in commercio in Paesi dove sono in vigore regole meno stringenti sulla legalità per poi giungere sul mercato UE come prodotto stampato.

L’industria della carta e della stampa concorda che sia necessario operare verso una più omogenea applicazione del regolamento negli Stati membri e su una maggiore chiarezza delle regole. È però sconcertante che la Commissione UE dedichi solo un vago accenno alla possibile estensione del campo di applicazione ai prodotti stampati.

L’evoluzione del mercato flessografico negli Stati Uniti e l’importanza della First

Al Flexo Day 2015 Mark Cisternino, presidente di FTA (l’americana Flexographic Technical Association), massimo organismo tecnico del settore a livello mondiale, ha messo in evidenza il fatto che negli USA la stampa flessografica è di gran lunga il processo dominante per il packaging, con numero di commesse e tirature in continua crescita che alimentano un mercato dinamico e competitivo. In questo quadro l’automazione dei processi di stampa e converting è una priorità mentre assumono grande importanza gli standard accreditati Ansi, Cgats, ISO ecc. Dal canto loro, i print buyer e i proprietari di marche puntano a due obiettivi fondamentali: il risparmio economico e il rispetto dell’ambiente. A spingere la crescita del mercato contribuisce la favorevole congiuntura economica con l’alto valore del dollaro, i bassi tassi d’interesse, il prezzo del petrolio in caduta e la disoccupazione inferiore ai livelli del 1999.

Analizzando il comparto del packaging stampato risulta che il suo valore è intorno a 440 miliardi di dollari e le previsioni di crescita per i prossimi quattro-cinque anni indicano un ottimistico target di vendite annue di circa un trilione di dollari; ovviamente, ciò comporta un notevole impegno sul piano dell’innovazione tecnologica. Lo stimolo a innovare nasce dalle pressanti esigenze dei proprietari di marche e della Grande Distribuzione Organizzata con precisi obiettivi quali la sicurezza e tracciabilità dei prodotti, la riduzione dei costi di trasporto, pallettizzazione e stoccaggio, le soluzioni di confezionamento innovative con particolare attenzione agli aspetti estetici in grado di aumentare l’appeal sui banchi di vendita.

I segmenti chiave del mercato

L’analisi di Cisternino si è quindi addentrata nei diversi comparti che costituiscono il grande contenitore dell’industria del packaging: l’imballaggio flessibile, le etichette e il cartone ondulato.

Il Flexible Packaging coinvolge negli USA circa 400 aziende, delle quali le dieci maggiori producono il 47% del totale in un mercato in crescita annua del 4% per raggiungere nel 2019 l’obiettivo di 25 miliardi di dollari.

I settori che presentano volumi in crescita per il flessibile sono l’alimentare, il farmaceutico e il cibo per animali domestici. Questo trend positivo è determinato dalla sostituzione di scatole, lattine e bottiglie con imballi a sacchetto in film plastico, mentre giocano a favore dell’imballo flessibile l’introduzione di film più sottili e più performanti e le soluzioni innovative con l’uso di pellicole biodegradabili.

Etichette e targhette sono prodotte da 2.500 stampatori/converter che usano linee flexo e/o ibride a banda stretta per un mercato che cresce annualmente del 3,8 % e punta a raggiungere nel 2019 un fatturato di 19,7 miliardi di dollari. Ogni anno vengono installate in Nord America circa 100 macchine a banda stretta con larghezza nastro inferiore a 22” (55 cm). Si usano in prevalenza inchiostri a base acqua (80%) e in questo settore la flexo copre il 65 % dell’intera produzione costituita per il 39% da etichette a colla e per un altro 39% da autoadesive; le sleeve sono al 15% e le etichette a inclusione (in-mold) al 2%; targhette e cartellini 5%. L’analisi ha anche fornito dati interessanti sul mercato globale delle etichette così ripartito: Asia e Pacifico 34%, Europa 29%, Nord America 22%, Sud America 10%, Africa e Medio Oriente 5%.

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L’imballaggio in cartone ondulato detiene ancora il primato per la stampa flessografica con circa 1.500 stabilimenti in Nord America e un tasso di crescita annuo del mercato (gagr) stimato al 2,9% fino al 2019; gli investimenti nel settore sono cospicui, ma a breve termine si registra anche un aumento della stampa digitale. Gli elementi che favoriscono la crescita dell’imballaggio in cartone ondulato sono principalmente i prodotti alimentari e le bevande (51%), gli scatoloni per immagazzinamento, i cibi economici di largo consumo, gli acquisti on-line, l’impiego di cartoni più leggeri.

L’apertura del mondo flexo alla complementarità tecnologica combinando la stampa flessografica con gli altri processi (offset, rotocalco, serigrafia e stampa digitale) è sicuramente vincente.

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Le novità di First 5.1

Joe Tuccitto, direttore della didattica in FTA, è intervenuto per spiegare come le specifiche First contribuiscono in modo determinante al miglioramento qualitativo della stampa flexo e quali sono le novità apportate alla versione 5.1. Per coloro che non conoscono ancora le specifiche in questione diffuse nell’industria flessografica da circa 18 anni, il relatore ha descritto così le Flexographic Image Reproduction Specifications & Tolerances: «First punta a comprendere le esigenze grafiche dei clienti relative alla riproduzione e trasformare tali esigenze estetiche in specifiche per ogni fase del processo di stampa flexo, comprendendo i clienti, i designer, gli esecutori della prestampa, i fornitori di materiali e attrezzature e gli stampatori.» Egli ha quindi portato avanti il suo intervento puntualizzando che il tentativo di molti stampatori di creare le loro singole specifiche ha prodotto inefficienza e confusione nell’industria ed ha spinto i partner di FTA e i maggiori fornitori di prodotti di consumo a realizzare una serie universale di specifiche per la flessografia. La metodologia applicata nelle First si basa sull’approccio metodico indicato dalla norma Cgats Tr012-2003 e costituito da cinque fasi operative: ottimizzazione, Fingerprint (impronta digitale), controllo di processo, caratterizzazione, miglioramento continuo. Ogni fase viene quindi analizzata dettagliatamente per fornire una guida sicura alla sua implementazione.

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Tuccitto è poi passato a illustrare le numerose modifiche apportate nella versione 5.1 inerenti gli aspetti formali e gli ampliamenti di alcune parti sostanziali, specie nei capitoli sulla comunicazione, il design, la prestampa, la stampa e il confronto tra le norme ISO 12647-2 e ISO 12647-6. Dopo un interessante esempio sull’applicazione dei codici QR e DataMatrix, egli ha concluso il suo esaustivo intervento raccomandando alle aziende di operare per ottenere la Certificazione First nella sua duplice tipologia: Certificazione individuale per gli operatori in tutte le aree del flusso produttivo e certificazione aziendale per le imprese che, oltre a fornire ai dipendenti i programmi di certificazione individuale, applicano in pratica la metodologia First.