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La finitura delle stampe inkjet

Alla domanda se ci sono dei sistemi di finitura ad hoc per la stampa digitale inkjet la risposta è che non dipendono dalla tecnologia, bensì dal formato e dalle produzioni

Uno dei grandi vantaggi della stampa inkjet è che, una volta ben asciugato, è possibile procedere alla fase dell’allestimento con le macchine già in possesso. Ecco perché il formato B2 è quello di preferenza per le macchine a foglio completamente digitali e tenderà ad aumentare in dimensione per coprire aree di produzione al limite della sostenibilità economica. Il tema della finitura sui sistemi di stampa digitali è legato ai formati adottati, ai volumi di produzione, alla necessità di automatizzare per non ampliare errori e costi di stampa, perché tutte le macchine per allestimento sono legate al mondo della stampa offset, flexo e rotocalco e i relativi volumi di stampa. Le medesime lavorazioni devono essere portate su una scala più bassa in termini di pezzi e velocità e anche l’investimento economico deve essere correlato affinché il prezzo del prodotto finale sia in linea con il mercato. Tuttavia, ci sono alcune aree dove sono stati sviluppati sistemi di finitura dedicati o particolarmente adatti a questo tipo di produzione.

Il taglio delle etichette

Nel settore delle etichette sono state sviluppate molte macchine da stampa che rispondo a esigenze produttive differenti e tutte hanno avuto la necessità di trovare un sistema di taglio adatto. Nelle macchine per micro-produzioni è adottato un sistema di taglio a utensili che permette di effettuare il mezzo taglio in diverse sagome; ha una bassa produttività perché i tempi del taglio sono lunghi e dipendono dalla complessità del prodotto, ma hanno l’indubbio vantaggio di essere economici e facilmente impiegabili. Nella media e alta produzione, sempre inkjet, sono adottate fustelle rotanti o semi rotanti che prevedono la realizzazione di un cliché oppure sempre di più il taglio laser. Quest’ultimo è quello che più segue la flessibilità della stampa digitale in quanto unisce la velocità e precisone alla possibilità di cambiare sagoma sulla stessa bobina, permettendo la possibilità di fare la raccolta lavori in produzione e di aumentare la produttività delle macchine. È necessario avere chiaro quali materiali si stamperanno e quale tecnologia di stampa si adotta perché la potenza del laser deve essere modulata proprio per questi parametri. Inoltre, il laser può essere utilizzato per operazioni come la marcatura e la microperforazione aumentando di fatto l’efficienza produttiva. Sono stati sviluppati anche ribobinatori con taglio ad hoc per i volumi del digitale, necessari per poter inserire le etichette sulle linee di applicazione automatica.

Dalle bobine di carta al prodotto finito

La stampa digitale a bobina guarda quasi sempre a un’integrazione di processo che tenda a diminuire le operazioni di spostamento e intervento manuale. Per queste macchine sono sviluppati sistemi ad hoc che consentono di arrivare alla consegna del prodotto finito come nel caso di libri e depliant. Adottare una linea completa vuol dire verticalizzare la produzione e quindi avere ben chiari i numeri che ruotano intorno a quel prodotto. La sfida è ottimizzare la banda di stampa, ma ciò deve essere supportato dalle linee di taglio finale ed è su questo che lo stampatore deve concentrare l’attenzione. Il sistema deve essere in grado di eseguire tagli differenti sul nastro stampato e di impilarli correttamente per le successive fasi di piega e cucitura o brossura; per farlo è necessaria anche una forte integrazione software che intervenga nella fase di preparazione delle plance definendo tagli e tolleranze necessarie (dipende dal numero e dalla configurazione degli elementi presenti) e inserendo i codici di controllo necessari per lo smistamento e le successive lavorazioni. Dopo questa fase le linee passano ai gruppi di allestimento finale utilizzando percorsi che consentono di mantenere la velocità di stampa.

Plotter da taglio

Lo sviluppo maggiore nella finitura è stato nei plotter da taglio che sono diventati il vero valore aggiunto nella produzione inkjet. La versatilità di queste macchine è data dal numero di utensili che permettono diversi tipi di taglio, cordonatura, abbellimenti come embossing e marcature. Anche in questi casi la scelta degli strumenti è data dal tipo di lavorazione si pensa di realizzare, quali materiali e spessori trattare. Infatti le diverse inclinazioni di taglio servono per rispondere alle esigenza di creare packaging o strutture espositive complesse con diversi materiali. La velocità di queste macchine dipende dai motori che muovo gli strumenti e dalla complessità delle lavorazioni da compiere, che aumentano il numero dei movimenti. Possono essere dotate di piani di carico e scarico automatico e nel caso di operazioni manuali possono prevedere anche il carico di più fogli scaricabili e caricabili in modo continuo.

Nobilitazione e sicurezza

Anche in questo caso molti sviluppi sono fatti per il settore delle etichette che tende ad avvantaggiarsi della stampa inkjet proprio per aumentare la flessibilità produttiva e di vestire in modi differenti i prodotti finali. L’applicazione delle vernici avviene tramite teste di stampa dedicate che possono anche realizzare spessori necessari; l’applicazione del foil è di tipo cold e per l’adesione è stesa, sempre da una testa di stampa, un’adesivizzante. Questi processi sono di solito in linea con i processi di stampa e possono essere utilizzati anche per la stampa di colori speciali o l’applicazione di vernici di sicurezza.

Di fatto il più grande vantaggio della stampa inkjet è che non necessita di particolari accorgimenti in post stampa. Il sottile film d’inchiostro perfettamente adesso non interferisce con i sistemi di presa carta e la resistenza alla cordonatura, piega e taglio permettono di essere più efficienti nella realizzazione del prodotto finale. Questo vale sia per la carta sia per i film rendendo questo processo di stampa valido anche nell’accoppiamento con diversi materiali.


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Opificio Arte Stampata a servizio dell’illustrazione d’arte: il Calendario Epson 2021

Creatività e tecnologia: il digitale conferisce potenza espressiva a ogni forma d’arte.

Grafica e artigianato di alta qualità si incontrano sapientemente nel calendario Epson 2021, dai disegni di Gianluca Folì alla stampa dell’Opificio Arte Stampata di Edo Bertona.

Il Calendario Epson è dal 2000 il risultato unico di un progetto che unisce il talento di artisti italiani di prestigio a un’esecuzione artigianale ad alta precisione, con l’obiettivo non solo di trasmettere emozioni per tutto l’anno, ma anche di dare un esempio concreto della qualità ottenibile con i sistemi di stampa Epson.

Con “Colorseeker: l’origine dei colori”, si è concluso un ventennio di edizioni dedicate ai grandi protagonisti della fotografia e si è aperto un nuovo percorso, quello degli autori italiani dell’illustrazione, con un protagonista di primo piano, Gianluca Folì, artista riconosciuto e premiato a livello internazionale. Cambiata la forma d’arte, è rimasta salda la cura artigianale posta nella sua realizzazione, affidata quest’anno all’Opificio Arte Stampata di Edo Bertona, che ha un laboratorio certificato Digigraphie by Epson.

«Dal punto di vista dello stampatore – ci ha detto Edo Bertona – il Calendario Epson 2021 è la festa del colore, l’esaltazione delle sfumature, la precisione dei dettagli. È un progetto artigianale perché viene stampato un foglio alla volta con la stampante inkjet Epson SureColor SC-P6000: ogni singola stampa viene controllata attentamente per assicurare la corrispondenza perfetta dei dettagli e dei colori con quelli presenti nel lavoro originale dell’artista».

Da quest’anno anche parte del processo produttivo è stata rivisitata: ogni pagina del Calendario – con una complessa calibrazione di parte grafica e cromatica – è stata interamente stampata, con tecnica fine art, su carta Epson Fine Art Cotton Smooth Natural, finale, a differenza del passato quando le stampe delle foto venivano incollate sul supporto stampato in offset, con l’obiettivo di rendere ancora più unico e prezioso il risultato finale.

Il progetto del calendario Epson 2021, ha ribadito e consolidato l’expertise di Opificio Arte Stampata nella produzione di illustrazioni d’arte: «Quando arrivano da noi, molti artisti si aspettano unicamente una buona stampa e spesso rimangono stupiti perché oltre a questo servizio cerco di consigliarli, ad esempio proponendo carte diverse oppure soluzioni di tarature che possano migliorare ulteriormente le loro opere. Anche per questo progetto è stato così e si è creato un legame tra stampatore e illustratore molto più forte: un rapporto di fiducia che va dall’artigiano all’artista».

Durst: progetto di ricerca in collaborazione con Libera Università di Bolzano e TechnoAlpin

Durst ha dato vita al progetto PREMISE in collaborazione con la Libera Università di Bolzano (unibiz) e TechnoAlpin, protagonista nella produzione di impianti di innevamento. Diretto dal prof. Johann Gamper, vice rettore per la ricerca presso la Facoltà di Scienze e Tecnologie Informatiche dell’ateneo altoatesino, il progetto biennale ha l’obiettivo di effettuare la manutenzione predittiva degli impianti di produzione sfruttando i vantaggi dell’intelligenza artificiale.

“Nell’ambito del progetto PREMISE costruiremo algoritmi in grado di effettuare previsioni sulle esigenze di manutenzione degli impianti di produzione, anche per specifiche sotto-aree”, spiega Johann Gamper. “Attraverso questo progetto possiamo testare le tecnologie che abbiamo analizzato per anni in collaborazione con i nostri partner industriali, elaborando i dati emersi da differenti casi di studio e adattando i risultati a specifiche esigenze. Stiamo così contribuendo al trasferimento di tecnologia, che rappresenta un’importante missione di unibz”.

“Vendiamo i nostri sistemi di stampa digitale in tutto il mondo e per questo li dotiamo di avanzati software di analisi”, afferma Christian Casazza, direttore del servizio clienti del Gruppo Durst. “La combinazione di sensori intelligenti e l’analisi effettuata dai software sui dati rilevati dai singoli componenti delle macchine costituisce la base per la manutenzione predittiva. Questo permette infatti di anticipare il verificarsi di stati di errore, le richieste di assistenza o le necessità di sostituzione di parti di ricambio, garantendo il continuo e regolare svolgimento dell’attività produttiva. Con il progetto PREMISE facciamo ora un ulteriore passo avanti utilizzando modelli di intelligenza artificiale per rendere queste previsioni ancora più efficienti, applicandole anche a interazioni complesse. Si tratta di un vantaggio fondamentale, soprattutto in tempi in cui gli spostamenti internazionali sono limitati”.

Nelle stampanti Durst sono integrati sensori che forniscono informazioni sul funzionamento e sulle condizioni dei singoli componenti. I dati raccolti da questi sensori permettono di prevenire i fermo macchina. Tuttavia il funzionamento e i cicli di manutenzione di ogni singola macchina sono determinati da diversi fattori legati alla produzione e/o carichi di lavoro che ne influenzano la produttività e i tempi operativi. Per questo motivo, sono necessari algoritmi più complessi in grado di effettuare previsioni sulle necessità manutentive anche in sotto-aree fuori standard. Tutto questo contribuirà ad aumentare la disponibilità dei sistemi anche in luoghi di produzione remoti e renderà più efficiente la pianificazione produttiva.

“Il progetto PREMISE è un ulteriore componente della nostra visione di fabbrica intelligente, in cui infrastrutture in rete, sistemi di produzione intelligenti e software innovativi consentono un processo aziendale automatizzato”, afferma Michael Deflorian, Business Unit Manager Software & Solutions del Gruppo Durst. “Con la manutenzione predittiva sviluppata nel progetto e le tecniche di apprendimento automatico utilizzate, in futuro sarà possibile attivare la manutenzione dei sistemi di stampa in modo indipendente per garantire un funzionamento prevedibile e senza problemi”.

Il progetto di ricerca biennale PREMISE (Predictive Maintenance for Industrial Equipments) è finanziato dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR 2014-2020) e dalla Provincia Autonoma di Bolzano. PREMISE proseguirà fino a luglio 2022 e potrà essere ulteriormente esteso fino a fine anno in base allo stato di avanzamento delle attività.

Guandong, nuova app per stampatori, designer e architetti

In un mondo sempre più digitalizzato sono necessari strumenti di lavoro altrettanto semplici e immediati. Proprio da questo presupposto nasce la nuova App di Guandong, già scaricabile gratuitamente per smartphone e tablet. Non una semplice vetrina prodotti, ma una vera e propria porta di accesso al mondo degli “Specialisti delle specialità”. Punto di forza della app, la possibilità di accedere con grande agilità a una vastissima gallery di immagini e video che illustrano le applicazioni dei materiali Guandong.

“Un tassello che completa il flusso di comunicazione tra Guandong e tutti gli attori della filiera in ottica di collaborazione, creatività e visione futura”, spiega Daniele Faoro, team principal di Guandong. Il lancio della app arriva a poche settimane dalla presentazione della Collection MM21, per la prima volta in versione digitale interattiva multilingue, e si rivolge non solo ad agenti, rivenditori e stampatori, ma anche ad architetti e designer, spesso alla ricerca di idee e soluzioni innovative.

Proprio da questi ultimi arrivano già i primi apprezzamenti. “Ho iniziato a utilizzare la nuova app e ne ho apprezzato da subito la praticità e l’immediatezza”, racconta l’architetto Aldo Cantone, Ceo di Oniion, specializzato nello sviluppo e nella gestione di esclusivi progetti di comunicazione con un focus particolare su allestimenti per il mondo retail. “Avere a portata di mano un’intera gallery di soluzioni applicative mi permette di mostrare direttamente al mio cliente finale le effettive modalità di utilizzo di uno specifico materiale. Le stesse immagini, inoltre, possono diventare fonte di ispirazione e sperimentazione per prodotti che conosciamo a volte solo sulla carta e che in questo modo abbiamo la possibilità di vedere all’opera”.

Dalla app, inoltre, è possibile accedere ai servizi esclusivi offerti da Guandong, quali la campionatura, che agevola la valutazione tecnica da parte degli addetti ai lavori, i sample roll, campioni confezionati in bobine marchiate pronte per essere testate, e il servizio G5 Factory, che permette di ordinare materiali customizzati in termini di personalizzazione, mezzo taglio, adesivizzazione, fustellatura e assemblaggio. Servizi già apprezzati da stampatori del calibro di Colorzenith, come conferma il responsabile commerciale Alessandro Fieschi. “Da tempo utilizziamo i materiali Guandong che apprezziamo per la specificità, le prestazioni tecniche e l’elevata qualità. I servizi che Guandong ci offre sono sicuramente un valore aggiunto a cui oggi possiamo accedere ancora più rapidamente attraverso la nuova app. La possibilità di disporre di un immenso archivio di foto e video relativi alle applicazioni rappresenta inoltre una fonte inesauribile di idee”.

Attraverso la app si può accedere anche ai servizi finanziari, che comprendono soluzioni quali la Trust Card e la rateizzazione. Attenzione anche ai temi green, come le certificazioni e le schede tecniche relative alla riciclabilità dei materiali Guandong. A completare il contenuto della app, le sezioni dedicate alle promozioni in corso, alle news e agli eventi aziendali, oltre alla chat “Parla con noi”, che permette di interagire direttamente con il servizio clienti di Guandong per ricevere in tempo reale informazioni tecniche, quotazioni o per fissare appuntamenti.

Premio internazionale alla qualità flessografica Sérgio Vay: anche la 28° edizione ha un podio tutto italiano

“I premi possono essere virtuali, ma le emozioni sono sempre reali”. Questo il claim di lancio della 28° edizione del premio alla qualità flexo intitolato alla memoria del Professor Sergio Vay, riconoscimento dell’industria flessografica brasiliana, assegnato annualmente da AB Flexo – Associazione tecnica brasiliana per la flessografia.
La pandemia ha fatto slittare l’edizione 2020 e la cerimonia di consegna degli ambiti premi, abitualmente assegnati alla fine di ogni anno solare alle migliori realtà locali e internazionali dell’industria del packaging. Quest’anno la cerimonia si è tenuta, per la prima volta nella storia del premio, in forma virtuale il 21 gennaio 2021, con la trasmissione in streaming aperta a tutti tramite il canale Youtube di AB Flexo.
L’eccellenza della qualità di stampa flessografica delle aziende italiane trova ancora una volta conferma con la conquista di tutti e tre i gradini del podio nell’unica categoria riservata agli stampati internazionali.
Una categoria, denominata International Print, che vede in gara stampatori da ogni parte del mondo, con qualsiasi supporto e tipologia di stampa, pertanto altamente competitiva.
Oltre 60 i lavori inviati con ben 40 dall’Italia: si sono classificati nell’ordine il Gold (1° classificato) Scatolificio Antonio Sada&Figli, in gara con un espositore formato maxi realizzato su cartone patinato in post-print; il Silver (2° classificato) Imball Center, che ha presentato un elaborato in quadricromia, stampato in flexo su film flessibile con effetti paragonabili alla offset e alla rotocalco; e il Bronze (3° classificato) Scatolificio Medicinese, in concorso con una wine box nobilitata da un gioco di luci mediante l’utilizzo di verniciature lucida e opaca.
A seguire la diretta dell’evento streaming del 21 gennaio scorso c’erano anche i vertici di Atif – Associazione tecnica Italiana per la Flessografia e di FTA Europe – Associazione tecnica Europea per la Flessografia in virtù anche dello stretto legame con l’associazione brasiliana AB Flexo, che si mantiene solido e proficuo in un’ottica di reciproco scambio per la crescita del movimento flessografico globale.
A conclusione dell’evento, Sante Conselvan, nella duplice veste di presidente FTA Europe e vice presidente ATIF, ha riservato doverose parole d’elogio per le aziende italiane vincitrici e ha voluto infine idealmente raccogliere il testimone della sfida in vista del prossimo grande appuntamento della comunità flexo, gli FTA Europe Diamond Awards, che avranno luogo il 22 aprile 2021 sempre in diretta streaming.
“L’industria flessografica italiana non perde occasione per confermare il livello di eccellenza raggiunto. Un livello che si eleva di anno in anno, anche nelle difficoltà, e che ci consente di raggiungere risultati che ci riempiono di orgoglio e testimoniano la sconfinata passione che alimenta costantemente il lavoro delle nostre aziende. Il movimento della flexo, in Brasile, come in Europa e in Italia, dà ancora una volta prova di grande resilienza, spirito di adattamento e vivacità. E dimostra di essere sempre pronto a porsi nuovi traguardi, sempre più ambiziosi e sfidanti. Dopo questa bellissima e particolare edizione del Premio Sergio Vay, aspettiamo quindi con ansia la data del 22 aprile prossimo, quando a gareggiare per l’eccellenza saranno le aziende in nomination per gli FTA Europe Diamond Awards”.

Ricoh Europe e Zebra per la stampa su etichette

Ricoh Europe ha siglato un accordo con Zebra Technologies grazie al quale estenderà i propri Managed Print Services diventando così il punto di riferimento anche per le esigenze legate alla stampa su etichette.

In particolare, Ricoh metterà a disposizione le proprie competenze nell’ambito del service management e la propria rete di assistenza per offrire supporto e servizi post-vendita per le soluzioni Zebra installate in tutta l’area Emea.

Tra i settori che trarranno maggior vantaggio dalla sinergia tra le due aziende vi sono quello della logistica, del retail, la sanità e il manufacturing.

Le stampanti per etichette sono fondamentali per le attività di molte imprese. I barcode e i tag RFID consentono infatti di identificare e tracciare in tutto il mondo merci e pacchi. La collaborazione con Zebra consente a Ricoh Europe di ampliare la propria offerta di servizi gestiti ad un portafoglio più ampio di soluzioni per la stampa.

David Mills, Ceo di Ricoh Europe, commenta: “Questo annuncio porterà notevoli vantaggi alle aziende che scelgono i Managed Print Services di Ricoh. Oltre a confermare la nostra posizione di azienda di servizi digitali, la collaborazione dimostra la nostra capacità di aiutare i clienti a gestire gli ambienti di lavoro in modo integrato e a implementare modalità operative innovative ed efficaci”.

La Federazione Carta Grafica in audizione alla Camera sul PNRR

“La filiera della carta e del cartone è un campione nazionale che garantisce il riciclo, immette sul mercato imballaggi rinnovabili e sostenibili e già usa la digitalizzazione. Attraverso le risorse del Recovery Fund dedicate alla transizione ecologica abbiamo una opportunità storica: far compiere al Paese i passi necessari a ottimizzare ulteriormente la filiera del recupero di materia, con ciò ampliando i risparmi energetici e riducendo le emissioni derivanti dal riciclo. Inoltre, sostenendo la conversione energetica dal gas al biometano, potremo lavorare alla creazione di nuovi prodotti bio-based, rinnovabili e riciclabili, in particolare nel settore degli imballaggi e dei prodotti monouso. La carta è biodegradabile, riciclabile, compostabile, rinnovabile. Ha un tasso di circolarità di oltre il 60% e registra performance da record nel riciclo degli imballaggi a oltre l’80%. La carta è un attore essenziale nella transizione ecologica”. Lo afferma Amelio Cecchini, presidente del Consorzio Comieco, dopo l’audizione sul PNRR in Commissione Ambiente, alla Camera, della filiera che produce, trasforma, recupera e ricicla la carta.

“Ogni punto percentuale di riciclo corrisponde a 84.000 tonnellate di carta da riciclare che viene sottratta alla discarica, ma viene nei processi produttivi” aggiunge Massimo Medugno direttore generale di Assocarta e rappresentante di Federazione Carta Grafica presente in audizione. “Con 5 punti percentuali in più di riciclo produrremmo 400 mila tonnellate in più di carta (con un corrispondente vantaggio nella diminuzione del conferimento in discarica) in sostituzione di materiali fossili e migliorando la sostenibilità nel campo dell’imballaggio” precisa Medugno.

Federazione Carta e Grafica e Comieco hanno sviluppato una posizione comune sul Recovery Plan nella certezza di poter supportare lo sforzo richiesto all’Italia sulle questioni cruciali evidenziate in audizione: l’applicazione del digitale alla gestione e alla tracciabilità dei materiali destinati ad assumere nuova vita come Materia Prima Seconda; lo sviluppo di una impiantistica che sia finalmente adeguata a diminuire drasticamente il tasso ancora troppo elevato di conferimento in discarica; un quadro normativo che dia certezza e prospettiva agli investimenti della filiera nella valorizzazione, anche energetica, dei rifiuti e degli scarti derivanti dai processi di recupero e riciclo; il passaggio della logistica dalla gomma al ferro.

Su ognuno di questi punti Federazione Carta e Grafica e Comieco hanno sviluppato delle proposte, tutte finalizzate a raggiungere obiettivi che sono realistici e a portata di mano quale quello dell’abbattimento al 10 per cento, quindi su livelli europei, del tasso di conferimento in discarica dei rifiuti prodotti dall’industria cartaria. Tale obiettivo è stato oggetto di attenzione dell’On. Tullio Patassini presente all’Audizione che ha sottolineato l’importanza di supportare la filiera a livello impiantistico. L’abbattimento al 10% del tasso di conferimento in discarica dei rifiuti e il contestuale aumento del recupero energetico degli stessi porterebbe l’Italia sulla media europea come Francia e Germania dove il recupero energetico dei rifiuti è del 50%.

Ghelfi Ondulati, la forza del digitale nell’imballaggio

L’azienda valtellinese ha scelto di affiancare, nella produzione di imballi in cartone ondulato, alla stampa flessografica, la stampa digitale ad alta velocità. Con risultati decisamente soddisfacenti dal punto di vista della flessibilità, della qualità e dell’innovazione dell’offerta. Li abbiamo sentiti per saperne di più.

Ottanta milioni di metri quadri. È la quantità di cartone prodotto all’anno da Ghelfi Ondulati, azienda con un insediamento produttivo di 32.000 metri quadrati a Buglio in Monte (SO), 170 dipendenti e 96 milioni di euro di fatturato, specializzata nella produzione di qualunque tipo di imballaggio in cartone ondulato. Vassoi, vaschette, scatole americane ed espositori, studiati per accogliere prodotti alimentari e non, dalla produzione al punto vendita con attenzione a ogni passaggio della filiera, per preservare il prodotto integro fino a destinazione. Imballaggi stampati sia in digitale sia con la tradizionale stampa flessografica a sette colori, una tecnologia che ad oggi copre ancora una larga fetta del fatturato di Ghelfi Ondulati. Concentriamoci comunque, in questa occasione, sulla stampa digitale.

L’azienda

L’azienda è stata fondata nel 1952 come scatolificio da Giuseppe ed Elsa Ghelfi nel cuore della Valtellina. Nel 1975 ha registrato il suo primo brevetto e ad oggi ne conta 28, pensati e studiati dal suo ufficio tecnico con il duplice obiettivo di creare imballaggi che combinano la massima protezione e alte performance di resistenza del prodotto. L’anno dopo l’azienda di Sondrio ha investito nella sua prima stampate flexo a quattro colori, integrata successivamente da altre stampanti. Nel frattempo, è stato potenziato il reparto di ricerca e sviluppo, è stato dato corso a collaborazioni con le università italiane e aperta una divisione (Ghelfi 1905) dedicata alla ricerca di base. La spinta verso la stampa digitale ad alta velocità è avvenuta nel 2016, con l’investimento in una HP PageWide T400S Press, sostituita successivamente dalla HP PageWide T1170S Press,attualmente operativa. L’introduzione del digitale ha permesso di ottenere una drastica riduzione dei tempi di stampa rispetto alla tecnologia flexo, passando direttamente dal file grafico al foglio stampato con livelli di produttività di oltre 180 metri al minuto.  «Abbiamo profondi legami con il nostro territorio, la Valtellina, pur essendo la nostra azienda una presenza consolidata nel settore degli imballaggi sia in Italia che in Europa» ci racconta Luca Simoncini, responsabile per la stampa digitale di Ghelfi Ondulati. «Siamo un’impresa di persone che ha trasformato il cartone ondulato in un’idea, facendo qualità e innovazione con uno sguardo sempre attento all’ambiente e all’uso di materie prime totalmente riciclabili. Investiamo in tecnologia, ricerca e conoscenza per garantire innovazione continua nell’ambito del packaging».

L’offerta

Le esigenze di mercato richiedono di rendere più accattivante il prodotto e di “vestirlo” con maggior accuratezza grazie alla presenza di immagini, fondi sfumati, testi e texture così da attirare l’attenzione del consumatore. «Insieme al cliente – afferma Simoncini – studiamo soluzioni ideali per ogni sua esigenza e progettiamo imballaggi perfettamente integrati nel suo processo produttivo. Offriamo supporto tecnico e grafico: sviluppiamo comunicazioni mirate e integrate sul prodotto. Disponiamo di più di 50 centri di assemblaggio  dislocati su tutto il territorio italiano ed estero. Il nostro cartone viene stampato sia con la tradizionale stampa flessografica a 7 colori sia con la nuova stampante digitale a bobina HP T1170S che offre personalizzazione, tracciabilità, sicurezza e altissima qualità su tutti i supporti».

La stampa digitale

Simoncini ha così introdotto l’impiego della stampa digitale in Ghelfi Ondulati, ritenuta valida perché, grazie all’impiego di inchiostri all’acqua, è in grado di soddisfare ampiamente le normative più restrittive in fatto di sicurezza riguardo alla produzione di imballi primari per alimenti. L’azienda di Sondrio ha scelto un sistema roll to roll HP T1170S a sei colori (CMYKOV), con larghezza della bobina fino a 2.800 millimetri, una velocità di linea di 183 metri al minuto a l’impiego di carta da 80 a 400 grammi al metro quadrato. La stampa digitale permette l’ottimizzazione del time to marketing e dei costi, una personalizzazione infinita del packaging e una qualità di stampa mai vista finora. Consente di cambiare, sperimentare e aggiornare frequentemente gli imballaggi senza particolari oneri economici, passando dalla progettazione al punto vendita in un tempo minimo. È possibile aggiornare la grafica a ogni produzione e gestire lotti che permettono di segmentare il prodotto. La stampa digitale ci consente anche una facile personalizzazione del packaging: per campagne pubblicitarie, edizioni limitate o particolari ricorrenze, per produrre differenti versioni di imballo per il prodotto, per la localizzazione nei mercati esteri o per composizioni a mosaico».

La stampa digitale di Ghelfi Ondulati offre anche vantaggi per quando riguarda la sicurezza e il coinvolgimento degli utenti finali. «Ogni imballo potenzialmente può essere unico – sottolinea Simoncini – corredato con un codice visibile o invisibile che può essere collegato al prodotto contenuto, ai flussi logistici e ad esperienze digitali. Ad esempio, si può pensare a contenuti interattivi, ad acquisire dati sui comportamenti d’acquisto o profilare meglio i clienti. Sul versante dalla logistica un imballo personalizzato con tecnologie di stampa digitale consente la gestione automatizzata dei magazzini, l’automazione dei settaggi delle macchine di trasformazione e la riduzione degli smarrimenti. Il digitale rende unico ogni imballo che ha il suo codice, visibile o invisibile, che può essere collegato al prodotto in esso contenuto, ai flussi logistici e ad esperienze digitali.

Anche dal punto di vista puramente della stampa, i vantaggi della soluzione digitale acquisita dalla società valtellinese sono numerosi. Possiamo elencare il flusso di prestampa completamente digitale, la risoluzione fotografia (600 DPI) su tutti i supporti, il registro sempre perfetto, la gestione digitale dei colori e l’uniformità di stampa su tutta la produzione. Abbiamo chiesto a Simoncini anche quali sono gli eventuali limiti e i lati deboli che ha riscontrato nel digitale per quanto riguarda il settore in cui opera. «Ad oggi – afferma deciso – la tecnologia di stampa digitale è una tecnologia matura e affidabile, in grado di offrire grande qualità su tutti i supporti. Non ci sono limiti particolari sono invece enormi i servizi offerti al cliente. Detto ciò, auspichiamo che i costi elevati degli inchiostri possano scendere per poter sfruttare appieno la tecnologia e tutte le sue potenzialità».

Due casi aziendali

Ghelfi Ondulati sta sfruttando bene le possibilità offerte dalla stampa digitale per quanto riguarda la personalizzazione degli imballi. Ad esempio, per la Bianchi di Portanova (AL) ha realizzato imballi personalizzati con cinquanta foto differenti dei lavoratori dell’azienda specializzata nella coltivazione e nella vendita di barbabietole rosse. Le barbabietole rosse di Bianchi ora hanno un volto: grazie alla stampa digitale è stata personalizzata ogni scatola con il volto di chi, con il suo lavoro, permette di realizzare un prodotto unico. Ancora più articolato il packaging che Ghelfi Ondulati ha prodotto e stampato in digitale per il consorzio Melinda che conta 4.000 famiglie di soci produttori raggruppati in 16 cooperativa della Val di Non e Val di Sole. Nell’ambito del progetto 4.000 facce di Melinda sono state scattate mille fotografie che riprendono tutti i frutticoltori del consorzio trentino, stampate poi sulle cassette delle mele Melinda proprio grazie alla personalizzazione digitale.

Giflex 2021: scenari per la ripartenza

Il settore dell’imballaggio flessibile ha davanti a sé numerose sfide per i prossimi anni. A partire dai temi della sostenibilità, dell’economia circolare e del riciclo. Il tutto in un quadro economico definito da un mercato globale ormai definitivamente cambiato. Di questo e dell’impegno del gruppo si è parlato al webinar “Giflex 2021: scenari per la ripartenza”.

Il settore dell’imballaggio flessibile guarda alla nuova attualità dettata da uno scenario economico complesso e mutato nei termini, e ne raccoglie le sfide. Quelle di un’economia mondiale cambiata profondamente, di un mercato con nuovi bisogni e di politiche ambientali che impongono traguardi impegnativi. Ne ha ragionato il Gruppo Imballaggio Flessibile di Assografici organizzando, lo scorso 19 gennaio, il webinar “Giflex 2021: scenari per la ripartenza”.

Dove eravamo rimasti

Sostenibilità, economia circolare, riciclo. Sono queste le nuove esigenze del mercato a cui il settore dell’imballaggio flessibile si è ritrovato a dare risposta, già da qualche anno; trend che Covid-19 ha accelerato. Un compito difficile, una sorta di “labirinto”, come l’ha definito il presidente di Giflex Alberto Palaveri, nel quale è necessario trovare un bilanciamento, non sempre facile, tra diversi driver.

A questo scenario di complessità e incertezza che già interessava il periodo pre Covid, si aggiungono le decisioni prese a livello istituzionale che tengono conto proprio di questi nuovi temi di circolarità, riciclo e sostenibilità. Decisioni non sempre coerenti con le reali esigenze dei settori industriali. Il presidente riporta l’esempio dell’etichettatura ambientale voluta dal Ministero dell’Ambiente, un provvedimento di per sé positivo ma ancora incompleto, per il quale Giflex si è mosso da subito, al fianco di Confindustria, per la creazione di un Tavolo tecnico con il Ministero al fine di «realizzare un’etichettatura che definisca in modo chiaro il contenuto del materiale utilizzato e che valorizzi anche il lavoro di design e progettazione che le aziende generano».

Altro tema delicato è la Plastic tax che in Italia «confluisce nella fiscalità generale, mentre sarebbe importante che una parte del denaro raccolto con questa tassa venisse investita nel settore» per esempio al fine di potenziare la parte di riciclo e riutilizzo post consumo. Non solo, la nuova tassa spinge al ricorso a plastica riciclata, un problema per le imprese dell’imballaggio flessibile. «Per legge siamo obbligati al ricorso a plastica vergine per la maggior parte dei nostri prodotti» spiega Palaveri, sarebbe quindi opportuno prevedere un trattamento differente per le aziende del settore proprio in ragione di questo aspetto.

Si è recentemente aperto anche il tema legato al bando dei prodotti plastici monouso per ottemperare alla direttiva europea SUP – Single Use Plastic – al fine di ridurre l’inquinamento marino. Si sta ragionando sull’idea di includere tra i materiali da tassare ulteriormente a livello europeo anche i multipack, con un forte impatto economico sui prodotti del settore imballaggio flessibile. Anche su questo Giflex lavorerà nei prossimi mesi.

Più vicini agli associati

Resta l’incertezza su come sarà caratterizzato il mercato dei prossimi anni. Gli scenari sono molteplici, rimane salda però l’intenzione di Giflex di proseguire il percorso sinora tracciato, puntando ancora di più sulla coesione delle diverse realtà che lo compongono. L’associazione deve avvicinarsi e ascoltare gli associati, spiega il presidente. E farlo attraverso: l’organizzazione di Comitati esecutivi in presenza sul territorio e l’apertura a nuove realtà, l’organizzazione di nuovi meeting virtuali, l’implementazione della comunicazione interna ed esterna, e l’ampliamento delle sinergie e collaborazioni con il sistema confindustriale e le realtà vicine al settore.

«Il futuro è flessibile» afferma Palaveri «e le nostre aziende lo devono diventare, anche introducendo innovazione nei nostri prodotti. Dovremo essere creativi e come Giflex dovremo lavorare con l’intera filiera per rispondere al meglio alle esigenze del mercato».

Una strategia necessaria, soprattutto nel nuovo panorama economico che si è venuto profilando.

L’economia del nuovo mondo

Il mondo è cambiato e dal punto di vista economico è inevitabile farne conto. Quella innescata dalla pandemia di Covid-19 è la peggiore crisi dal secondo dopoguerra, «è di carattere globale ed è la più grande della storia». A spiegare questi aspetti è Fadi Hassan, research associate presso il Centre for Economic Performance, LSE (London School of Economics). Si prevede a livello mondiale un calo del PIL di circa il 6%, «oltre il 90% dei Paesi nel mondo subirà una decrescita» afferma, per affrontare la quale sono state adottate strategie fiscali diverse. «Nei Paesi europei il grosso della spesa pubblica è destinato alla liquidità e al supporto alle imprese, mentre in altri Paesi, come gli Stati Uniti e la Cina – una delle poche economie che si prevede in crescita – la politica è stata di destinare la liquidità pubblica direttamente alle persone».

L’indebitamento pubblico non sarà però l’unico problema di cui preoccuparsi, a questo si accompagnerà anche quello delle aziende. Ciò significa, spiega il professore, che «in futuro, anche con la ripresa, le imprese non avranno molto spazio di azione perché saranno già indebitate», sebbene «si prevede un indebitamento non così drammatico come si possa pensare ora». Nell’area Euro il fenomeno dell’aumento del risparmio da parte delle famiglie permetterà poi di avere un’occasione di ripresa in più. Resta però una forte disuguaglianza tra gli strati sociali, con un terzo dei cittadini «a forte rischio di disagio» a causa della diminuzione del reddito.

Occorre dire che in tutto questo l’intervento dei Governi e delle banche centrali è stato rapido ed essenziale. «Sono intervenute in maniera massiva nell’economia». Basti pensare che «la BCE (Banca centrale europea) ha acquistato il 70% dei titoli di debito emessi a partire da febbraio 2020 dai Paesi dell’area Euro». Un totale di 650 miliardi – periodo marzo-novembre 2020 – di cui quelli italiani sono pari a ben 118 miliardi, quasi il 20% del totale. Inoltre ha destinato alle banche degli Stati membri finanziamenti ingenti, «quelle italiane hanno ricevuto dalla BCE 374 miliardi di euro».

La bella addormentata

È difficile capire in quale mondo ci ritroveremo. Certamente sarà diverso da come eravamo abituati. «Il commercio mondiale potrà ripartire il prossimo anno» continua Hassan, ma avrà nuove caratteristiche.

La globalizzazione avviata negli anni Novanta e proseguita sinora ha subito una brusca frenata. Nulla che non fosse previsto, si tratta, spiega il professore, di un fenomeno intrinseco alla globalizzazione stessa che, per sua natura, non avrebbe potuto crescere all’infinito. Ma certamente il Covid-19 e le sue conseguenze hanno determinato un’accelerazione del fenomeno. La crisi dei commerci mondiali è giunta quando la situazione era critica su diversi fronti: dalla guerra economica tra Stati Uniti e Cina agli strascichi della crisi finanziaria del 2008 che aveva provocato già un forte rallentamento della globalizzazione.

Si sono velocizzati, quindi, trend già in corso. Per i prossimi anni certamente l’Europa percorrerà una propria strada, a dicembre è stato firmato un accordo sulle relazioni commerciali tra Unione europea e Cina che di fatto sgancia l’Europa dall’asse USA-Cina.

Proprio il rapporto tra i due Paesi resterà però una grande incognita, così come le interferenze nel multilateralismo a causa del blocco del funzionamento della WTO (World Trade Organization – Organizzazione mondiale del commercio).

Si prevede inoltre uno spostamento della produzione verso i Paesi dell’est Europa, a sud-est con Turchia e Giordania, e a sud verso i Paesi africani.

In tutto questo, quale sarà il ruolo del nostro Paese? Da 30 anni purtroppo l’Italia è «la bella addormentata d’Europa. Oggi» spiega Hassan «siamo al livello degli anni Sessanta» e le motivazioni di questo sono diverse. «La TFP – produttività totale dei fattori – italiana è calata fortemente a causa proprio della globalizzazione e dello sviluppo dell’IT. Nel mondo 2.0, sviluppatosi negli anni Novanta, il nostro modello produttivo non è più stato all’altezza». A determinare tutto questo una serie di fattori, dalle scelte operate a livello istituzionale alla tipologia di investimenti fatti – che hanno tenuto in poco conto l’IT e la ricerca e sviluppo –, all’allocazione delle risorse, al ruolo del management aziendale.

Guardare al management

Proprio il ruolo che deve avere la dirigenza all’interno delle imprese è uno dei temi chiave delle sfide che attendono il Paese nei prossimi anni. Il management è in grado di influenzare l’efficienza generale di un’impresa e «oggi è visto come una tecnologia» spiega Hassan. Una tecnologia che, essendo tale, deve essere misurata. Si identificano quattro aree principali dell’andamento di un’impresa in cui il management aziendale viene valutato: la gestione delle operazioni, il monitoraggio delle prestazioni, la definizione degli obiettivi e la gestione dei talenti.

Un fattore molto importante, se si considera che «le pratiche manageriali italiane influenzano circa il 30% del divario di produttività che intercorre tra Italia e Stati Uniti».

L’obiettivo per il nostro mondo industriale è quindi un cambio di rotta. Occorre avere consapevolezza di come si è in grado di rendere performante la propria azienda, in questo, conclude Hassan, è importante anche il ruolo delle associazioni di categoria, che possono organizzare percorsi di formazione e trainer dedicati proprio al management.

Strategia “benessere”

Il cambio di rotta richiesto al Paese fa perno però su una strategia precisa che il Governo Conte aveva posto in atto già prima dell’esplodere della pandemia e della conseguente crisi. Una strategia che si dimostra oggi ancora più attuale perché basata sui temi del benessere e della sostenibilità ambientale. Per coordinare le attività nell’ambito delle politiche del benessere e della valutazione della qualità della vita dei cittadini, e per supportare il Presidente del Consiglio su questi aspetti, è stata creata la Cabina di regia “Benessere Italia” la cui presidenza è stata affidata a Filomena Maggino.

La Cabina è un organo di supporto tecnico-scientifico composto dai rappresenti dei Ministeri, dai presidenti dei centri di ricerca e che si coordina con Regioni, Province autonome ed Enti locali. E molto si è fatto anche con il supporto delle associazioni di categoria. La finalità della Cabina di regia è la promozione del benessere. Ne sono state così definite, a inizio 2020, le cinque linee programmatiche:

– rigenerazione equo-sostenibile dei territori

– mobilità e coesione territoriale

– transizione energetica

– qualità della vita

– economia circolare.

«Con la crisi si è evidenziato che non avendo messo al centro il benessere negli anni precedenti, l’arrivo della pandemia si è trasformato subito in emergenza a tutti i livelli» afferma Maggino. «Per ripartire dobbiamo orientare la bussola e mettere al centro il benessere dei cittadini». Il percorso per la ripresa deve partire quindi dalle cinque linee programmatiche attraverso azioni concrete. Azioni che porteranno, per esempio, a rimodellare i servizi territoriali alla persona che hanno carattere sociale oltre che sanitario, e che devono avere come interlocutore il tessuto sociale e anche quello produttivo del Paese.

Ricostruire l’Europa

Cosa accade invece a livello strategico in Europa lo spiega On. Patrizia Toia, vicepresidentessa della Commissione per l’Industria, la Ricerca e l’Energia del Parlamento europeo. «Le politiche europee mirano a rafforzare i target Green Deal». Una scelta che vede una riconferma anche a seguito della gravità di quanto accaduto con il Covid-19. Tutti gli obiettivi sono stati riconfermati e vi si indirizzano anche le azioni che l’Europa ha saputo mettere in campo in risposta alla pandemia con la strategia Next generation EU e il Recovery fund. «Si tratta di una risposta forte e coraggiosa di ricostruzione europea e di resilienza». Una ricostruzione però su nuove basi e con nuove caratteristiche. Le linee di sviluppo pensate sono la transizione ambientale e la digitalizzazione. Si tratta di «una risposta unitaria come strumenti che si mettono in campo, immettendo risorse comuni europee, ma anche come visione di quello che deve essere lo sviluppo dell’Europa».

Tutto questo riguarda da vicino il mondo industriale. Nelle risorse messe a disposizione dall’Unione, non a caso, è previsto il raggiungimento di tutti gli obiettivi di transizione ambientale, compresa la ricerca che accompagni lo sviluppo produttivo e industriale.

Si tratta di risorse finanziarie, normative e di ricerca, ed è possibile identificare alcuni punti essenziali che, sottolinea l’On. Toia, interessano anche Giflex: in particolare la politica legata alle direttive sull’energia e l’economia circolare. Nel Rapporto del Parlamento europeo, che porterà a un nuovo piano legislativo, sono state avanzate alcune proposte interessanti anche per il settore dell’imballaggio flessibile: «la risoluzione comprende, tra i vari temi, quello del riciclo chimico, dell’attenzione a un approccio di filiera, della realizzazione all’interno del programma Horizon – per il quale si prevede uno stanziamento per i prossimi anni di circa 90 miliardi di euro – di filoni di ricerca specifici sull’efficienza dei materiali e sull’uso delle materie rigenerate, e ancora della revisione della direttiva eco-design».

A livello nazionale invece «si prevede la creazione di un fondo per l’economia circolare, una semplificazione normativa, la realizzazione di un hub tecnologico nazionale e di centri di competenza territoriale, e una strategia nazionale sull’economica circolare».

Al momento il quadro normativo sui vari aspetti dell’economia circolare, e in particolare sul fine vita, ha bisogno di un’armonizzazione, per non rischiare di avere norme diverse in ogni Paese, ma si prevede che, a livello legislativo, l’approvazione del piano di economia circolare in Commissione europea possa avvenire nel secondo trimestre del 2021.

Giflex: struttura e obiettivi

Per affrontare le nuove sfide di mercato il gruppo si è riorganizzato internamente. «Grazie alla consulenza di Stefano Consonni, con lo staff di ADL Consulting, e al supporto di Italo Vailati, segretario generale di Giflex, è partito il nuovo processo di accreditamento istituzionale. Mentre Elena Scalettari si occuperà degli aspetti di comunicazione e media», spiega il presidente Giflex Alberto Palaveri, ricordando poi l’importante ruolo dei tre comitati del gruppo e dei loro nuovi responsabili: Andrea Cassinari (Comitato Tecnico), Laura Passerini(Comitato Sostenibilità), Marco Mensitieri (Comitato Marketing), Ruggero Gerosa ed Elena Peron (task force Dossier). Infine il presidente ricorda anche le nomine di Davide Jarach e Neni Rossini alla vicepresidenza, di Marco Li Vigni alla tesoreria e di Michele Guala che, già vicepresidente FPE, rappresenterà Giflex sui tavoli internazionali.

 

Sette vite, come i gatti: grazie al ciclo del riciclo di carta e cartone, ogni giorno i piccoli felini ci aiutano a scegliere uno stile di vita più sostenibile

In occasione della festa del Gatto del 17 febbraio Comieco rivolge un simpatico appello. In particolare ai padroni dei gatti: “Apprezzate la carta e il cartone come fanno i nostri amici felini e rendete le loro cuccette di carta sicure eliminando punti metallici. Costruite casette, tiragraffi e giochi per loro e regalateglieli il 17 febbraio. Poi però ricordatevi di riciclarle correttamente”.

Comieco dunque invita tutti a seguire l’esempio dei nostri amici felini e a scegliere senza alcun dubbio i pack in carta e cartone, da utilizzare poi – prima di conferirli correttamente nella raccolta differenziata – anche come materiale da costruzione per cucce, tiragraffi e percorsi gioco fai-da-te che renderanno il vostro gatto più felice che mai.

Ma perché i gatti amano così tanto le scatole di cartone? Una ricerca dell’Università di Utrecht ha scoperto che i motivi per cui i gatti le trovano irresistibili sono molti: il fatto di entrare in uno spazio ristretto li fa sentire protetti; offrono un nascondiglio perfetto; essendo il cartone un ottimo isolante termico, li mantiene al caldo; la consistenza del cartone sotto le unghie è estremamente piacevole. Comieco, inoltre, pensa che se i gatti sapessero che il cartone e quindi la carta sono un materiale sostenibile, che rispetta l’ambiente ed è completamente riciclabile fino a sette volte (esattamente quante sono le loro vite) lo apprezzerebbero ancora di più!

Ma prima di mettere a disposizione le nostre creazioni ai nostri piccoli amici pelosi, assicuriamoci di togliere elementi metallici, come punte e graffette e, già che ci siamo, leviamo anche scotch e altri materiali estranei. Così facendo, non faremo del bene solo ai nostri gatti, ma anche all’ambiente, perché terminato il loro utilizzo, potremo contribuire a riciclare correttamente carta e cartone (nel 2019, in Italia la raccolta differenziata dei materiali cellulosici ha superato i 3,5 milioni di tonnellate) migliorando la qualità della raccolta.