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La stampa funzionale: il grafene

La struttura molecolare del grafene. Gli atomi di carbonio si dispongono a esagono (nido d’ape) legandosi tra loro. Il mono-strato di carbonio dello spessore di un atomo conferisce caratteristiche uniche al materiale: durezza ed elasticità, conduttività elettrica e trasparenza altissima.

Piccole realtà trovano grandi soluzioni, in grado di cambiare stili e modi per affrontare le complessità. C’è un materiale che suscita molto interesse in svariati ambiti merceologici ed è l’oggetto del desiderio di parecchi ricercatori che ne intuiscono le enormi potenzialità e si stanno ingegnando per trovare applicazioni di valenza industriale significativa: il grafene, o graphene.

Il grafene non è una novità in senso assoluto. La sua scoperta risale al 2004 a opera di due fisici russi dell’Università inglese di Manchester Andrej Gejm e Konstantin Novoselov. Ma la cosa impressionante fu che la scoperta avveniva dopo che per 70 anni i fisici avevano dibattuto e si erano convinti che un materiale come il grafene non avrebbe avuto la stabilità termodinamica sufficiente per esistere all’aria. La novità presentata dai due fisici ai big player della chimica suscitò molto interesse, ma poca applicabilità nell’immediato, quindi i due ricercatori tentarono di brevettare la scoperta in proprio, ma capirono subito che sarebbe stato impossibile mantenere il brevetto senza il rischio di venir bloccati nello sviluppo, dall’azione di contrasto e ostruzione che le multinazionali avrebbero messo in atto, rendendo di fatto impossibile ai due l’avanzamento della ricerca, fino alla fase applicativa. Decisero quindi di pubblicare lo studio, rendendolo di dominio pubblico, per svincolarlo dalla possibilità che venisse brevettato. Una nobile decisione che ha probabilmente impedito loro di arricchirsi con la scoperta, ma gli è valsa nel 2010, il premio Nobel per la fisica.

Che cos’è il grafene

Chimicamente il grafene è carbonio puro, il nome ci ricorda la grafite, e in effetti rappresenta l’unità fondamentale del comune minerale utilizzato nelle matite. La desinenza -ene ci dice che la sua struttura molecolare richiama l’anello a sei atomi (esagono) del benzene. In pratica il grafene è uno strato di atomi di carbonio legati tra loro e che mantengono la struttura esagonale del benzene; il risultato è un foglio con la struttura a nido d’ape, che è la struttura base (bidimensionale) che costituisce la grafite. Stiamo parlando di dimensioni nanometriche, tanto che se lo confrontiamo con lo spessore di un capello (circa 80.000 nm), il valore del grafene è soli 0,35 nm!

Partendo dalla grafite e pensando a una struttura come la pasta sfoglia, in cui i diversi strati sono sovrapposti, se riusciamo a sfogliare i singoli strati fino ad arrivare a foglietti costituiti da uno spessore dato dal singolo atomo di carbonio, ecco che abbiamo ottenuto il grafene.

Con questa struttura molecolare, il grafene acquisisce delle proprietà veramente straordinarie:

  • è più resistente del migliore acciaio: 130.000 contro 400 MPa (megaPascal)
  • ha un’elasticità migliore dell’acciaio: 1.000 contro 200 GPa (gigaPascal)
  • ha una conducibilità elettrica e termica altissima migliore di quelle del rame
  • ha un’elevata area superficiale: 2.600 m2/g
  • è funzionalizzabile chimicamente

Per avere un’idea di alcune proprietà si pensi che con solo 3 grammi di grafene si può coprire un intero campo di calcio! Oppure un foglio di grafene potrebbe sostenere il peso di un elefante senza rompersi. Incredibile non è vero?

Campi applicativi

Vi sono innumerevoli campi applicativi in cui il grafene sta cercando di entrare per apportare i benefici delle sue proprietà, che coinvolgono anche il campo della stampa.

  • Sostituzione dell’ITO. L’ossido di Indio Stagno (più precisamente l’ossido di Indio drogato con stagno) è un componente molto usato per la realizzazione di schermi semitrasparenti conduttivi, tipici dei pannelli a cristalli liquidi, dell’inchiostro elettronico, degli schermi tattili (touchscreen). A causa dell’alto costo e scarsa disponibilità di Indio, della fragilità e mancanza di elasticità degli strati di ITO, il grafene rappresenta un promettente sostituto.
  • Realizzazione di film per schermatura elettromagnetica (EMI e RFI). I componenti elettronici (schede e simili) devono essere imballati con materiali che li proteggano da campi elettrostatici ed elettromagnetici. Attualmente in questi imballaggi plastici vi sono dei componenti che li rendono conduttivi allo scopo di isolare elettricamente l’interno dell’involucro. Ciò è ottenuto con l’ausilio di componenti metallici quali alluminio e altri metalli, che rendono l’imballaggio costoso e non facilmente riciclabile. L’impiego del grafene potrebbe risolvere tutte queste limitazioni.
  • Inchiostri conduttivi. Per il mercato delle tecnologie indossabili per esempio, oppure della stampa a dato variabile applicata alla comunicazione visiva, per la microelettronica.
  • Batterie ad alta capacità. Per esempio per il mercato delle tecnologie indossabili.

Ma anche materiali compositi ad alta conduttività e prestazioni meccaniche; trasporto ecologico di principi attivi; sensori e microelettronica; uso in transistor e microprocessori.
Sono veramente ad ampio spettro le possibili applicazioni di questo materiale, che grazie alle sue proprietà estreme, si presta a molteplici sperimentazioni. Per avere un’idea di come sia in fermento la ricerca attorno al grafene si può dare un’occhiata a questi siti informativi (clicca qui e anche qui). A titolo di esempio è di questi giorni la notizia che il colosso cinese delle telecomunicazioni Huawei ha deciso di investire milioni di sterline in un progetto di ricerca condotto dal National Graphene Institute dell’Università di Manchester. Lo studio avrà lo scopo di studiare possibili applicazioni del grafene nel settore dell’Information and Communication Technology.

Ma veniamo alla stampa…

Alla domanda che ci poniamo «Anche nel nostro settore il grafene si può insinuare?» la risposta è tutt’oggi dubitativa: «Forse sì.»

Taga Italia ha dato voce a un progetto di ricerca che una startup di Bologna, GNext, sta portando avanti nel campo applicativo della stampa funzionale. Lo stato dell’arte è rappresentato dalla sperimentazione rivolta alla messa a punto di una nuova tipologia di inchiostri conduttivi, la cui particolare formulazione è la specialità che la società propone, proprietà che lo rendono particolarmente efficace rispetto ad altri composti al grafene concorrenti. Simone Ligi è il responsabile del progetto, in contatto con Taga.
Il grafene della GNext innanzitutto è in sospensione acquosa, non vi sono polveri o sostanze volatili, c’è una bassa quantità di agenti esfolianti e la catena produttiva è improntata alla green chemistry.
Le applicazioni che GNext sta cercando di mettere a punto e per le quali cerca dei partner tecnologici che possano supportarli nella messa a punto dei sistemi produttivi per stampare il grafene, sono di natura diversa. Per ciò che concerne il settore della stampa, molto interessante è l’applicazione su film per ottenere circuiti flessibili, oppure film ricoperti di grafene su PET, PVC, PA, PP, PLA (molto interessante il video dimostrativo visibile sul sito GNext). A proposito di stampa a basso impatto, l’utilizzo dell’inchiostro al grafene su PLA (acido polilattico) produrrebbe un imballo decisamente a impatto zero. Il PLA infatti è il primo polimero a impatto zero rispetto all’emissione di CO2 nell’atmosfera, nasce da fonti rinnovabili e offre agli utilizzatori una valida alternativa ai polimeri derivati dal petrolio, nell’ottica della salvaguardia dell’ambiente e della riduzione del gas a effetto serra. Ed essendo biodegradabile, manterrebbe la biodegradabilità anche dopo la stesura dell’inchiostro al grafene. Gli imballaggi così realizzati, data la bassissima quantità di grafene depositata sul film, sufficiente per renderlo conduttivo, ma talmente esiguo da risultare non pesabile, risulterebbero veramente a basso costo e assolutamente ecologici, non contenendo metalli e altri elementi che rendono difficoltoso lo smaltimento e il riciclo.

La sperimentazione tra GNext e Taga-ICR

Per sperimentare l’applicabilità di questo prodotto, nei mesi precedenti Grafitalia, Taga Italia è stata contattata da Simone Ligi di GNext per avere supporto nella sperimentazione della possibilità di stampare l’inchiostro conduttivo con il procedimento rotocalco. Dopo aver tentato, senza successo, con la flessografica, che però non ha fornito risultati paragonabili a quelli ottenuti in laboratorio con la barra Mayer, GNext ha iniziato a indagare intorno alla rotocalco. Come è noto sia in flessografia che in rotocalco si stampa con inchiostri a base acquosa, principalmente su carta, ma anche su film. Ma gli inchiostri standard hanno una viscosità parecchio superiore all’acqua, in virtù dei componenti di cui sono costituiti (pigmenti veicoli e altri additivi), che favoriscono il trasporto e la stesura sul supporto di stampa. Nel caso della formulazione dell’inchiostro conduttivo di GNext, siamo in presenza di una soluzione acquosa per quasi la totalità del volume, quindi con una viscosità praticamente identica all’acqua. La sfida è stata quella di riuscire a stampare l’acqua in rotocalco e stenderla su un film plastico. Per capire meglio bisogna pensare che l’inchiostro conduttivo al grafene è costituito da una miriade di foglietti di grafene dello spessore di un atomo di carbonio che devono toccarsi l’un l’altro per stabilire il contatto elettrico. Più discontinuità tra i foglietti, meno conduttivo risulterà il film. Quindi le difficoltà non sono mancate, come si può intuire. Il partner tecnologico per effettuare le prove di stampabilità, che ha immediatamente accettato la sfida, è ICR SpA di Origgio (VA), perchè il suo manager, Mario Maggioni, è da sempre con lo sguardo puntato all’innovazione, alla sperimentazione e anche alla divulgazione. Una persona con la passione per le arti grafiche e con la rotocalco nel sangue. La sua azienda è tra le maggiori realtà di produzione cilindri dal nostro paese, sicuramente tra le più avanzate tecnologicamente, che ha saputo adattare il proprio ciclo produttivo alle necessità del delicato e difficile mercato della stampa rotocalco per imballaggio e per decorazione. ICR si è prestata per effettuare le prove di stampa con i suoi tiraprove rotocalco, apparecchi che possono simulare il processo di stampa negli aspetti meccanici e fisici fondamentali. Nella prima sessione di test effettuata il risultato non è stato molto confortante. L’inchiostro, estremamente poco viscoso, non permetteva una stesura uniforme, formando rigagnoli visibili sul prodotto lavato e asciugato. Naturalmente questo difetto rendeva inutilizzabile il processo, sia per l’aspetto visivo, ma anche per le proprietà finali del film, la cui conduttività, benché presente, non garantiva perfetta uniformità su tutta la superficie.

Dopo l’analisi dei risultati del primo test, in cui sono state provate varie combinazioni di incisione (profondità e angoli), ciò che è stato suggerito da Taga e ICR a GNext è stata inevitabilmente quella di cercare di innalzare la viscosità dell’inchiostro, cosa semplice a dirsi per un ink normale, ma tutt’altro che facile per uno conduttivo, dove tutto ciò che si aggiunge al grafene, abbassa le prestazioni del prodotto, rendendo vano il tentativo di stendere uno strato sottilissimo di materiale sul film da stampare. Comunque GNext ha apportato alcune correzioni alla formula innalzando per quanto possibile la viscosità e con il nuovo prodotto si è realizzato un secondo test di stampa in ICR che ha dato risultato molto migliore in termini di stesura dell’inchiostro sul film, e sui valori finali di conduttività. Non ancora la perfezione che si ottiene usando la barra Mayer, che resta la tecnologia si stesura più efficace per realizzare film ricoperti semitrasparenti, ma un soddisfacente passo avanti.

In conclusione i test in rotocalco hanno dato risultati positivi, così come i ripetuti test di stampa dei battery tester, che hanno riscosso molto interesse.

Allo stato attuale GNext spinta dall’interesse per il suo inchiostro che giunge anche a livello internazionale, sta lavorando all’utilizzo della stampa rotocalco anche per altre tipologie di prodotto, come le antenne per i chip RFID e per le tastiere a membrana.
La ricerca sta continuando, con Taga Italia disponibile a dare il suo contributo di conoscenze e di contatti con il mondo della stampa. È un progetto affascinante, condotto da un’azienda italiana molto giovane e dinamica, capace di dare lustro alla ricerca del nostro Paese, che nelle piccole realtà spesso trova le grandi soluzioni in grado di cambiare stili e modi per affrontare la complessità di questo mondo. 

Come nasce un’etichetta: il rapporto tra aziende e stampatori

Negli ultimi dieci anni, in Italia, gli store brand hanno triplicato le vendite, raggiungendo la soglia dei 10 miliardi di euro. Un mercato interessante per gli etichettifici capaci di rispettare gli stringenti requisiti imposti da questi particolari clienti. Due case history a confronto.

Nessun Paese e categoria di prodotti sono immuni dall’affermazione degli store brand. La grande distribuzione incrementa gli investimenti in tal senso e i consumatori apprezzano, non più solo per i prezzi vantaggiosi, ma per la garanzia di qualità data dall’insegna.
L’inasprirsi della competizione ha messo diversi grandi marchi di fronte a un bivio: trovare il modo per difendere le proprie quote di mercato o diventare copacker (aziende che producono conto terzi, ossia non prodotti con marchi propri ma con marchi di clienti, per esempio per conto della GDO).
Le strategie difensive basate su investimenti in innovazione di prodotto e packaging danno buoni frutti, indipendentemente dal prezzo, ma un minimo cedimento in termini di nuove proposte consente alle private label di riconquistare terreno.
Chi invece abbraccia la causa della grande distribuzione imposta la collaborazione su un più efficiente impiego delle risorse, soprattutto in presenza di prodotti sovrapponibili o molto simili ai propri e di tecnologie consolidate. Aggiudicandosi esclusive pluriennali, queste aziende beneficiano di sinergie logistiche (massa critica di acquisto, organizzazione della produzione, trasporti) trainate da grandi volumi o buone prospettive di crescita.
Per chi opera nel segmento premium, ha poco senso entrare in questo comparto, infatti il leader di mercato è chiamato a innovare e rafforzare il proprio marchio con continuità e i follower cercano di occupare gli spazi lasciati liberi dal primo in classifica.
Nel segmento value la situazione è diversa: contrastare le private label significa concentrarsi sui costi, gestire le differenze di prezzo, investire in comunicazione i margini residui.

Del resto, analizzata con i giusti strumenti, la crescita delle private label non sorprende: aiutano le catene a differenziarsi dai concorrenti e la grande distribuzione è ormai sufficientemente strutturata per investire con cura nei propri brand, nella propria comunicazione e talvolta direttamente nella realizzazione e stampa del proprio packaging.

Il caso Wal-Mart

Con 200 milioni di clienti ogni settimana e oltre 10mila punti vendita suddivisi in 69 insegne presenti in 27 Paesi, Wal-Mart si conferma leader mondiale della grande distribuzione.
Per la stampa delle etichette dei propri prodotti a marchio l’azienda ha optato per lautoproduzione presso il Pmdc (Print and Mail Distribution Center) di Bentonville, Arkansas, struttura che lavora sia per la casa madre, sia per alcuni clienti esterni, utilizzando tecnologie offset, flexo e stampa digitale. Per quanto articolate, le motivazioni di questa scelta si possono riassumere nel desiderio di avere tutto sotto controllo, packaging compreso. Pmdc non è solo il fornitore d’elezione, ma ha anche il ruolo di «benchmarking» rispetto a etichettifici esterni interessati a fornire Wal-Mart. I suoi prezzi, la sua qualità, i suoi tempi di realizzazione sono i parametri sui quali tararsi.
Il valore di Pmdc non è solo in ciò che stampa, ma nella possibilità di calmierare i prezzi, produrre sempre secondo specifica, lavorare con i tempi ottimali. Per esempio, i tempi di predisposizione e stampa di un’etichetta sono inferiori ai 15 giorni.
Conoscendo a fondo le procedure e i meccanismi del proprio principale cliente Pmdc è in grado di programmare e riprogrammare la produzione in base alle reali priorità di Wal-Mart, flessibilità che non sempre un fornitore esterno è in grado di garantire.
Un aspetto cui il retailer tiene molto è la segretezza del prodotto finito, fino alla distribuzione del prodotto: non è detto che un fornitore esterno violi il patto di riservatezza, ma è comunque un rischio da non correre.
La principale complessità che Pmdc deve affrontare è la molteplicità di versioni della medesima etichetta. Le fonti di variabilità sono le lingue parlate nei diversi Paesi di destinazione e le differenze normative tra nazioni e spesso anche tra i diversi Stati USA.
Ogni etichetta può avere numerose varianti, il converter deve quindi lavorare sempre con la massima concentrazione per evitare errori di stampa, confusioni o disguidi logistici.
Importantissima è la gestione dei colori e del coordinamento tra colore delle etichette e dei corrispondenti materiali POP: la qualità è gestita con riunioni giornaliere dove si analizzano gli eventuali errori, se ne discutono le cause, si impostano le azioni correttive per evitare che le non conformità si ripetano.

Etichetta "Aranciata" di Nocera Umbra.
Etichetta “Aranciata” di Nocera Umbra.

Altrettanta attenzione è dedicata alla sicurezza sul lavoro e alla sostenibilità, lo stabilimento si è infatti posto l’obiettivo «rifiuti zero».

Intervista a Cristiano Fabbri e il caso SEM

Sorgenti Emiliane Modena (SEM) ha tre anime: imbottigliamento di acque minerali a marchio proprio e private label, acqua in boccioni (a rendere e perdere) e relativi distributori, produzione di soft drink. La società avvia la produzione nel 1987; dieci anni più tardi affronta il mondo delle private label, imbottigliando acqua minerale per conto di Coop Italia.
Nel 1998 i suoi interessi coinvolgono il settore boccioni e refrigeratori per acqua; nel 2006 annette la società Nocera Umbra – Fonti Storiche SpA che imbottiglia bibite analcoliche (full sugar, RCC – ridotto contenuto calorico e Zero), acqua minerale naturale Angelica e Flaminia, acqua a marchio Coop, Conad e Auchan.
Nel 2007 crea la società Nuova S.A.Mi.Cer SpA che imbottiglia e commercializza l’acqua minerale Ventasso e Lieta a marchio Conad.
Tre anni fa ha avviato l’espansione internazionale esportando in diverse aree, Nord e Sud America, Emirati Arabi Uniti, Cina, India ed Europa.
Cristiano Fabbri, bolognese, è laureato in Chimica e tecnologia farmaceutiche, ed è Responsabile assicurazione qualità di SEM SpA, gruppo cui fanno capo quattro stabilimenti: SEM SpA Sorgenti Emiliane Modena a Ospitale e Fanano (Modena), Nocera Umbra Fonti Storiche (PG) e Nuova S.A.Mi.Cer Cervarezza Terme (RE). Gli abbiamo fatto qualche domanda. 

Cristiano Fabbri, Responsabile assicurazione qualità di SEM S.p.A.
Cristiano Fabbri, Responsabile assicurazione qualità di SEM S.p.A.

Dott. Fabbri, la grande distribuzione ha buyer dedicati solo alle private label?
«Sì, la collaborazione non riguarda solo il prodotto del momento, ma anche la possibilità di sviluppare nuovi item, per tenere sempre vivo il circolo virtuoso dell’innovazione.»

Chi realizza la grafica delle etichette?
«Un’ agenzia grafica che risponde direttamente ai responsabili del packaging e del marketing della catena della grande distribuzione coinvolta. I file sono inviati al nostro “gruppo di lavoro private label” composto da un buyer, un commerciale e dal responsabile qualità. Insieme scegliamo il fornitore più adatto, valutando talvolta anche un eventuale fornitore suggerito dal buyer del cliente. Il responsabile qualità packaging del gruppo SEM tiene i rapporti con il fornitore scelto.»

Che caratteristiche/requisiti minimi deve avere un fornitore di etichette che voglia lavorare con voi a un progetto private label?
«Dopo aver visitato l’azienda e incontrato il personale coinvolto nel progetto, acquisiamo gli elementi per poter valutare il fornitore, la sua organizzazione, il suo sistema qualità, le tecnologie di stampa disponibili, la possibilità di usare colori e tecniche rispettose di quanto previsto dalle linee guida EuPIA (European Printing Ink Association).»

In quanto tempo si arriva alla definizione dell’etichetta: dall’idea all’etichetta consegnata?
«Per una etichetta private label, non è facile rispondere, i fattori in gioco sono tanti e variano di volta in volta. Per quanto riguarda invece le etichette e i materiali coordinati dei prodotti immessi in commercio con i marchi del gruppo SEM trascorre in media un mese dalla prima riunione con l’agenzia grafica all’approvazione definitiva dell’esecutivo. Passano poi altre tre settimane per la consegna dei materiali allo stabilimento di utilizzo.»

Come sono scelti i materiali e i formati delle etichette?
«È una decisione meditata e condivisa nei minimi dettagli con il buyer della catena della grande distribuzione titolare del progetto. Si sceglie in funzione delle caratteristiche delle linee di imbottigliamento disponibili e talvolta si programmano futuri sviluppi come, per esempio, è avvenuto con il passaggio da etichette in carta a etichette in plastica.»

Chi decide il layout dell’etichetta?
«È vincolato al tracciato di fustella, ossia al file che il costruttore dell’etichettatrice consegna all’imbottigliatore. Il tracciato definisce le dimensioni dell’etichetta, le zone dove stampare e le zone da lasciare libere. Le diciture riportate nell’esecutivo sono valutate dal responsabile qualità di SEM, mentre le eventuali richieste di modifiche sono condivise con l’ufficio legale del cliente.»

Ci sono accordi di riservatezza che tutte le parti coinvolte nell’attività devono rispettare?
«Non sono esplicitati dai contratti, ma ovviamente rispettiamo e chiediamo ai fornitori di rispettare dei gentleman’s agreement, ovvero.»

Ci sono personalizzazioni differenti Regione per Regione, area per area?
«No, si tende a uniformare il più possibile grafiche, contenuti, codici a barre, ovviamente nel rispetto della differenziazione del prodotto, per esempio l’etichetta dell’Acqua minerale naturale Lieta Conad imbottigliata in S.A.Mi.Cer. e l’etichetta dell’Acqua minerale naturale Flaminia Conad imbottigliata a Nocera Umbra non sono intercambiabili.»

A quanto ammonta il lotto di etichette stampato ogni volta?
«Lavoriamo con lotti minimi da 500mila o 1 milione di pezzi.»

La grande distribuzione opera in un’ottica di miglioramento continuo, come si sono evolute le etichette negli ultimi anni?
«Si è passati da etichette di carta a etichette di plastica (PP), più leggere e accattivanti, smaltibili direttamente nella raccolta differenziata con la bottiglia in PET e il tappo in PE. Interessanti sviluppi nel settore sono le etichette in plastica termosaldate e le etichette tipo sleeve.»

Quale è il futuro delle vostre etichette?
«Interattività: tramite codici QR e altri strumenti per la realtà aumentata; stampa laser o serigrafia su bottiglia evitando l’etichetta, i costi per la sua applicazione e l’impatto ambientale degli inchiostri; etichette in materiali biocompostabili.»

Le private label in Italia
Negli ultimi 10 anni, in Italia, gli store brand hanno triplicato le vendite, raggiungendo la soglia dei 10 miliardi di euro.
È stata una vera crescita che ha accomunato prodotti nuovi e prodotti già referenziati, coinvolgendo in primis i segmenti premium.
La marca retail, percepita inizialmente come prodotto primo prezzo – discount in store – è poi cresciuta soprattutto dove ha conquistato il primato di categoria o la posizione di second best, soffre invece laddove si pone come riempitivo in termini di prezzo.
Il 2014 è stato anomalo, per la prima volta in 11 anni, sono stati riconfermati i dati del 2103 (18% di share), peraltro con ottime performance delle gamme premium e bio.
Tra le ragioni di questa piccola ma significativa frenata ci sono la riduzione delle novità proposte, le aggressive politiche di prezzo delle aziende di marca, la disaffezione dei consumatori per i prodotti primo prezzo, il cui numero sta progressivamente diminuendo.
Le Regioni dove le marche retail riscuotono maggior successo sono Emilia-Romagna, Toscana e Liguria; Basilicata e Calabria sono in coda alla classifica. Coop e Conad devono più di un quarto del fatturato alle private label, dato che evidenzia come l’Italia sia ancora lontana dallo scenario europeo dove la marca commerciale corrisponde in media al 40% del venduto. 
Etichetta e layout per l'acqua minerale della Coop.
Etichetta e layout per l’acqua minerale della Coop.

Reimmaginare la stampa, con le soluzioni HP presenti a drupa 2016

HP Indigo 12000.
HP Indigo 12000.

HP Indigo 12000.
HP Indigo 12000.

Oggi a drupa 2016 HP Inc. ha introdotto una gamma di soluzioni per la stampa digitale, progettate per dare ai Print Service Provider (PSP) l’opportunità di reinventare le possibilità a loro disposizione. All’interno del più grande spazio espositivo (nella Hall 17, che occupa le dimensioni di un campo da football), HP presenterà oltre 50 soluzioni per la stampa digitale selezionate nell’ambito del proprio portafoglio, evidenziando l’innovazione, la velocità, le prestazioni e la potenza della stampa digitale.

L’azienda presenta la stampante HP PageWide C500, una soluzione flessibile e robusta per il post-stampa industriale di ondulati, dotata della comprovata tecnologia HP PageWide. Verrà inoltre presentata la nuova HP Indigo Digital Combination Press, che rende possibile la stampa HP Indigo e l’applicazione di ornamenti digitali in un singolo passaggio. E a dimostrazione della forza del proprio portafoglio, HP annuncia anche i clienti early adopter per le stampanti HP Indigo 12000, 8000, 7900 e 5900, e il primo cliente beta per l’HP Indigo 50000.

«drupa 2016 celebra l’industria grafica e rappresenta un’opportunità per mostrare le innovazioni che stanno trasformando il mondo della stampa e della grafica», ha detto Mike Salfity, General Manager e Global Head, HP Graphics Solutions Business, HP Inc. «HP sta ridefinendo il ruolo del printing attraverso le innovazioni digitali che cambiano gli economics dell’industria grafica. A drupa avremo delle novità breakthrough per sorprendere, interessare e ispirare i print provider con le nuove possibilità abilitate dalla stampa».

Attivare il post-stampa digitale di ondulati grazie a un’esperienza pluri-decennale di innovazione

Grazie ai 30 anni di innovazione HP Thermal Inkjet e alla comprovata tecnologia di stampa single-pass HP PageWide, la nuova HP PageWide C500 introduce una soluzione altamente versatile, cost-effective e di qualità offset per la stampa direct-to-board di ondulati.

La nuova macchina da stampa è progettata per integrarsi senza ostacoli in un ambiente di produzione standard, dai grandi converter di packaging integrato, con stampa centralizzata o distribuita, ai piccoli e indipendenti impianti di produzione di fogli di cartone, permettendo ai clienti di adottare la tecnologia digitale in modo accessibile per la produzione mainstream e di reinventare un segmento maturo con nuove opportunità. Il settore della stampa digitale rappresenta infatti il segmento caratterizzato dalla più rapida crescita nel settore packaging con un tasso di crescita annuale previsto intorno al17%, in un mercato il cui valore stimato sarà di 19 miliardi di dollari nel 2019.

Per aiutare i clienti a espandere la versatilità dei supporti e a migliorare la flessibilità della produzione, la tecnologia HP Corrugated Grip consente di gestire un’ampia gamma di supporti, dai cartoni micro-ondulati più leggeri ai più pesanti double-wall. Inoltre, i nuovi inchiostri HP water-based sono progettati per stampare su superfici di imballaggi in cartone non a contatto con alimenti, rispettando le normative in materia di sicurezza alimentare e le linee guida del settore, indispensabili per produrre imballaggi per alimenti conformi e permettere ai clienti di cogliere maggiori opportunità con i brand leader nel food e nel packaging.

La macchina da stampa si aggiunge al crescente portafoglio di soluzioni digitali di HP per imballaggi, che spazia dalle pellicole sottili ai cartoni e agli ondulati, offrendo ai converter nuove opportunità per aumentare la produttività e la profittabilità, soddisfacendo al contempo le richieste di un mercato dinamico.

HP inizierà a testare la macchina da stampa HP PageWide C500 presso le aziende clienti nel 2017, mentre la disponibilità sul mercato è prevista per il 2018.

Il futuro della produzione di digital combination label

HP presenta in anteprima la sua visione per il futuro della produzione di combination label. Il concept HP Indigo Digital Combination Press includerà la stampa e gli ornamenti digitali HP Indigo in una sola macchina da stampa, creando una soluzione completamente digitale e single-pass per un maggiore numero di clienti, per produrre etichette e imballaggi ad alto valore.

Esposta presso il padiglione come demo tecnologica e come parte di una linea dedicata che include la macchina da stampa HP Indigo WS6800, questo nuovo concept di digital combination, sviluppato insieme a JetFX, permetterà una produzione semplificata di spot digitali, di vernici tattili e di fogli di alluminio, così come di ornamenti digitali di design praticamente illimitati grazie all’impiego di HP SmartStream Mosaic.

Il concept HP Indigo Digital Combination Press dimostra quali siano i vantaggi di una macchina da stampa per combination totalmente digitale, che dispone di un unico punto di controllo per tutte le funzioni e che si integra senza interruzioni alla stampa digital-front-end di una Digital Press HP Indigo WS6800 o 8000, riducendo gli scarti e i tempi di produzione.

Presentazione del primo sistema al mondo di stampa commerciale 3D production-ready

HP mostrerà la nuova soluzione di stampa HP Jet Fusion 3D che rivoluziona i processi di design, prototipazione e realizzazione. Grazie alla possibilità di fornire parti fisiche di qualità superiore 10 volte più velocemente – e alla metà del costo – rispetto ai sistemi di stampa 3D attualmente disponibili, le soluzioni HP Jet Fusion 3D sono state progettate per la prototipazione e la produzione rapida, permettendo di stampare le parti funzionali a livello di voxel (un voxel è l’equivalente 3D del pixel 2D nella stampa tradizionale), Questo evento rappresenta la prima dimostrazione pubblica dei sistemi di stampa 3D di HP a seguito del lancio del 17 maggio scorso.

Adozione del nuovo portafoglio HP Indigo da parte dei clienti

A seguito del lancio mondiale del nuovo portafoglio HP Indigo, nel marzo 2016, l’azienda ha ottenuto grande favore da parte del mercato e diverse adozioni da parte di clienti:

In aggiunta, più di 500 macchine da stampa sono connesse a PrintOS in più di 300 sedi di aziende clienti. Le applicazioni PrintOS stanno già aiutando i clienti ad aumentare i volumi di stampa giornalieri e a migliorare le performance di stampa. PrintOS Box ha permesso a Serafi, un cliente di Barcellona, di ridurre il tempo che intercorre tra la ricezione del lavoro alla sua esecuzione da 40 a 5 minuti.

Le soluzioni di un partner strategico per i clienti che utilizzano macchine da stampa digitali

A drupa, HP sta inoltre espandendo le offerte dei partner strategici, grazie alla decennale collaborazione con Esko per la fornitura nuove soluzioni per il workflow ai clienti HP Indigo.

Il nuovo Esko Automation Engine può essere integrato con HP SmartStream Production Pro per supportare imballaggi leggeri sulle nuove HP Indigo Digital Press 12000, 7900 e 5900. Esko sta anche potenziando le proprie capacità preflight per supportare la modalità Enhanced Productivity Mode (EPM) riguardo le applicazioni di etichette e packaging, consentendo a nuovi clienti HP Indigo di trarre vantaggio da questa opzione di miglioramento della produttività.

Investire in innovazione per il cliente

HP Financial Services ha investito oltre 2,3 miliardi di dollari negli ultimi sette anni per aiutare i clienti HP ad acquistare la più recente tecnologia di stampa digitale leader di settore.

Con il portafoglio di soluzioni di investimento HP Financial Services, recentemente ampliato, i provider di servizi di stampa possono ottenere un accesso più facile e veloce ai nuovi prodotti HP annunciati a drupa 2016 e continuare a potenziare e ad aggiornare la tecnologia in linea con le innovazioni di stampa HP.

Consultate, per ulteriori informazioni, i canali social: Facebook, Twitter, YouTube e LinkedIn utilizzando l’hashtag #ReinventPossibilities.

HP Pagewide C500.
HP Pagewide C500.

drupa: Landa annuncia accordo di collaborazione strategica con Quad/Graphics

Alla conferenza Quad/Graphics e Landa Digital Printing hanno annunciato una collaborazione strategica per l’applicazione delle macchine da stampa Landa Nanographic Printing® nel mercato editoriale, con particolare accento sulla stampa digitale economicamente vantaggiosa e di alta qualità di riviste e periodici in bassa tiratura.

Le macchine Nanographic Printing di Quad/Graphics combineranno le velocità e la qualità della litografia commerciale, persino per le carte patinate e non patinate più leggere. In tal modo, Quad/Graphics sarà in grado di offrire prodotti più versatili ai clienti che richiedono la stampa di riviste e periodici in piccole tirature.

«Landa Nanography® ha il potenziale di rivoluzionare l’editoria grazie al connubio tra il potere della tecnologia digitale moderna e la necessità del mercato odierno di pubblicazioni in bassa tiratura di alta qualità» ha affermato Joel Quadracci, presidente e CEO di Quad/Graphics. «Siamo orgogliosi della nostra associazione con Landa volta a far progredire la tecnologia di stampa digitale conveniente nel mercato editoriale. Quad/Graphics è dedita da ben 45 anni al miglioramento della performance dei suoi clienti mediante l’innovazione e questa collaborazione è un altro esempio del nostro costante impegno verso l’individuazione di nuovi metodi per i nostri clienti, la nostra azienda e il nostro settore.»

Benny Landa, presidente del Gruppo Landa, ha dichiarato: «Circa 20 anni fa, quando ho visitato Quad/Graphics, sono rimasto colpito dall’umanità di Harry Quadracci e affascinato dalla sua visione. Oggi, siamo felicissimi di lavorare insieme a Quad/Graphics, che, sotto la guida di Joel Quadracci, è diventata la forza preminente del mercato editoriale e continua a sfoggiare uno spirito e una visione rivoluzionari. Anche noi condividiamo il loro obiettivo di individuare un metodo migliore, un metodo digitale, per produrre pubblicazioni stampate. Il panorama editoriale sta per modificarsi e subirà una trasformazione digitale, a partire dalle riviste e dai periodici in piccole tirature. Quad, come nessun altro, si trova nella posizione ideale per collaborare con noi e attuare tale cambiamento. Noi di Landa siamo lieti di collaborare con Quad nella redazione del prossimo capitolo – il capitolo digitale – della storia dell’editoria.»

Dalla costola di Xerox nascerà la società di Document Technology

Ursula Burns manterrà la sua attuale carica di Presidente e Amministratore Delegato di Xerox fino all’avvenuta separazione.
Ursula Burns manterrà la sua attuale carica di Presidente e Amministratore Delegato di Xerox fino all’avvenuta separazione.

Il Consiglio di Amministrazione di Xerox ha annunciato che Ursula Burns ricoprirà la carica di Presidente del Consiglio di Amministrazione della società di Document Technology che nascerà una volta portato a termine il processo di separazione di Xerox in due entità indipendenti e quotate in Borsa. Ursula Burns manterrà la sua attuale carica di Presidente e Amministratore Delegato di Xerox fino all’avvenuta separazione.

Ursula Burns manterrà la sua attuale carica di Presidente e Amministratore Delegato di Xerox fino all’avvenuta separazione.
Ursula Burns manterrà la sua attuale carica di Presidente e Amministratore Delegato di Xerox fino all’avvenuta separazione.

Nel mese di gennaio, Xerox ha annunciato la sua separazione in due entità distinte, una dedicata a Document Technology e Document Outsourcing, l’altra dedicata al Business Process Outsourcing (BPO). Secondo le previsioni, la procedura di separazione si concluderà entro la fine del 2016. L’azienda che opererà nel settore del Document Technology continuerà a occupare la sua posizione di mercato negli ambiti della gestione e dell’outsourcing documentale, grazie anche al fatturato di 11 miliardi di dollari ottenuto nel 2015.

«La vasta esperienza di Ursula e le relazioni da lei create all’interno del settore, unite alla sua comprovata capacità di leadership, saranno caratteristiche molto importanti nella nuova azienda di Document Technology che nascerà e permetteranno di supportare e semplificare il processo di transizione verso un nuovo team manageriale», ha affermato Ann Reese, Lead Indipendent Director di Xerox. «L’azienda sarà posizionata sul mercato in modo tale da sfruttare al meglio – post separazione – la sua leadership industriale, il suo focus strategico e le sue capacità di innovazione e siamo molto felici che Ursula possa continuare a svolgere un ruolo fondamentale in questa fase».

«Sono orgogliosa di poter ricoprire il ruolo di Presidente per la futura azienda di Document Technology, per il cui successo continuerò a impegnarmi personalmente e professionalmente», ha affermato Ursula Burns. «Mi impegnerò a garantire comunque che Xerox e le due aziende che nasceranno dalla sua separazione siano in grado di consolidare a nostra eredità, sfruttando nuove opportunità di mercato in grado di creare valore per i nostri dipendenti, clienti e azionisti».

«La ricerca e selezione di figure di leadership è a buon punto, abbiamo all’interno della nostra organizzazione una solida base di talenti così come altrettanto validi candidati esterni per formare il nostro management team», ha aggiunto Ursula Burns. «Abbiamo compiuto importanti passi avanti nella creazione di due aziende forti e robuste, e sono certa che la decisione di separarci garantirà eccellenti risultati nel corso del tempo per entrambe».

Landa nomina colordruck Baiersbronn come primo cliente Nanography® europeo

Benny Landa, Presidente e CEO di Landa Corporation.

Landa ha annunciato colordruck Baiersbronn come primo cliente europeo della sua macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing®. Lo specialista tedesco di cartone pieghevole fungerà da canale beta e utilizzerà Landa Nanography® come elemento portante della crescita futura del business.

Benny Landa, Presidente e CEO di Landa Corporation.
Benny Landa, Presidente e CEO di Landa Corporation.

La macchina Landa S10, piattaforma di stampa digitale primaria di colordruck Baiersbronn, sarà il fulcro del nuovo stabilimento di imballaggio digitale dell’azienda, una struttura di 3.000 metri quadri altamente automatizzata e costruita all’uopo. Risponderà a una vasta gamma di requisiti di packaging dei clienti, come personalizzazione di massa, ordini singoli e a basso volume, modelli dimostrativi e campagne in mercati di prova per i settori di forniture per uffici, farmaceutico, alimentare, dolciario e di imballaggi non alimentari. Oltre alle nostre competenze già esistenti di automazione e produzione, possiamo offrire ai clienti anche una supply chain a valore aggiunto.

«Abbiamo scelto la macchina Landa perché siamo convinti che Landa Nanography® rappresenti il futuro della stampa e l’elemento portante della crescita futura di colordruck Baiersbronn» afferma Frank Buesching, Amministratore Delegato. «Negli ultimi anni, le nostre tirature medie sono diminuite notevolmente. Con l’incalzare della pressione fiscale, tutte le aziende, a prescindere dalla loro dimensione, si stanno impegnando attivamente a ridurre i costi e, se possibile, stampano solo il necessario al momento opportuno. Richiedono, inoltre, una certa flessibilità nella produzione per poter reagire meglio alle tendenze di mercato con imballaggi che rispecchino non solo le campagne pianificate e stagionali, ma anche messaggi o promozioni speciali. Per soddisfare queste richieste, abbiamo deciso di investire in una macchina da stampa Landa S10.»

«Per poter operare con successo in svariate discipline del packaging, dobbiamo disporre della competenza tecnica che ci permetta di fornire una stampa di prima classe in ogni occasione in maniera coerente, economicamente vantaggiosa e a un prezzo che il cliente sia disposto a pagare» aggiunge Buesching. «La nostra nuova divisione di packaging digitale, che ha la macchina Landa S10 come cuore pulsante, offre un servizio completamente diverso che i nostri clienti apprezzeranno e che si traduce in un enorme vantaggio competitivo per noi. Grazie a questo rivoluzionario servizio, ci aspettiamo di assistere a una crescita nelle vendite in Germania e in altri Paesi europei.»

Benny Landa, Presidente di Landa, dichiara: «Siamo estremamente felici di collaborare con colordruck Baiersbronn per la nostra prima installazione della macchina Landa S10 in Europa. Frank e il suo team sono eccezionali visionari in campo di stampa degli imballaggi e conversione e hanno costruito una straordinaria struttura che sfrutta l’automazione più all’avanguardia del settore. Conoscono perfettamente la direzione da intraprendere per rimanere competitivi e ricoprire una posizione preminente nei mercati in cui operano. Attendiamo con entusiasmo di collaborare con colordruck Baiersbronn e di contribuire al loro nuovo cammino digitale.»

Concepita per i settori del packaging e della conversione, la macchina da stampa Landa S10 Nanographic Printing® promuove la produttività tradizionale, offrendo la qualità della stampa offset priva di lastre. La Landa S10 stampa fino a 13.000 fogli all’ora in formato B1 (1.050 mm) su cartone standard con uno spessore di 2,4-32 mil. (60-800 μm).

Tutte le macchine da stampa Landa Nanographic Printing® utilizzano coloranti Landa NanoInk® all’acqua, conformi a un’ampia gamma di normative europee e internazionali relative al contatto indiretto con gli alimenti.

Cimpress ha siglato una partnership con Landa per la Nanographic Printing®

Cimpress e Landa Digital Printing hanno annunciato che co-parteciperanno allo sviluppo di macchine custom S10P. Dopo aver superato i beta test, Cimpress si impegna all’acquisto di 20 macchine da usare worlwide, che saranno disponibili dal 2017.

L’accordo, che potrebbe essere la transazione commerciale più grossa di tutti i tempi, è parte dell’ampia cooperazione startegica tra Landa e Cimpress.

La tecnologia ultra veloce Nanographic Printing® è vista come la risposta alle richieste di una sempre crescente qualità del mercato del W2P. Gli stabilimenti Cimpress aspettano di entrare in questo business e usare Landa S10P B1, per passare dall’offset al digitale.

La S10P infatti stampa su qualsiasi supporto, alla velocità di 13.000 fogli/ora.

S10P_Cockpit

La soluzione Omet per le etichette multilayer

Una XFlex X6 con doppio sistema peel&seal.
Una XFlex X6 con doppio sistema peel&seal.
Una XFlex X6 con doppio sistema peel&seal.

Le nuove etichette multistrato consentono di creare supporti sfogliabili fino a sette facciate: una nuova concezione di etichetta per la gestione d’informazioni multilingua, campagne pubblicitarie, coupon e promozioni.

Il packaging di un prodotto deve innanzitutto accattivare l’acquirente nella fase della scelta d’acquisto, ma sempre di più si presenta la necessità di gestire un numero crescente d’informazioni e strategie pubblicitarie che aumentino l’appeal del prodotto stesso.

Il gruppo Peel & Seal di Omet permette di produrre etichette multistrato, ri-sigillabili o rimovibili, sia in carta che in film, con un massimo di quattro strati (sette facciate) ottenibili utilizzando due gruppi P&S in linea. Le applicazioni delle etichette multistrato includono prodotti alimentari, cosmetici e detergenti dove è richiesto l’uso di etichette informative.

Nel mercato italiano un numero crescente di aziende nel settore della stampa delle etichette sta richiedendo a Omet il gruppo P&S per ampliare le proprie potenzialità di stampa. Più del 20% delle macchine Omet installate nel 2015 hanno previsto la dotazione del gruppo P&S, con un notevole incremento delle richieste del doppio gruppo, confermando con decisione la tendenza riscontata anche nei precedenti anni.

Le etichette multistrato realizzabili con il gruppo Peel&Seal possono essere wet peel o dry peel: le prime sono progettate per essere letteralmente sfogliate, hanno un lato fissato e possono avere fino a sette facciate stampate, le seconde sono invece a strappo, e prevedono la rimozione di uno o più strati dell’etichetta per intero, ideali per campagne promozionali e di couponing.

Nuovi materiali di nobilitazione e soluzioni per l’ottimizzazione dei processi by Kurz

 

KURZ_drupa16_6Creating new Horizons è il tema con il quale Leonhard Kurz si presenta a drupa 2016; nuove opportunità e nuove prospettive per il settore della stampa e della nobilitazione, con soluzioni che vanno dai materiali di decorazione ai sistemi volti a semplificare il processo di finitura.

«Anche a questa edizione di drupa, Kurz è pronta a stupire i visitatori, affiancando a foil e cliché per la decorazione e la nobilitazione nella stampa a caldo, a freddo e digitale, nuove soluzioni destinate a migliorare e ottimizzare i processi di produzione degli stampatori.»

A parlare è Jana Kokrhanek, Amministratore Delegato di Luxoro, distributore e agente esclusivo per l’Italia di Kurz, che, con queste parole, introduce Kurz Easy, una soluzione creata appositamente dall’azienda tedesca per semplificare il lavoro degli stampatori, volta a ottimizzare i processi di nobilitazione; fanno parte del concept Kurz Easy il software Foil Connect, che consente di calcolare rapidamente l’utilizzo più efficiente del foil in produzione, una nuova serie di foglie per stampa a caldo con un più ampio campo di applicazione e metodologie più attuali per facilitare il montaggio dei cliché e accorciare i tempi di set-up delle macchine. Sempre nell’ambito delle soluzioni per i processi produttivi, sarà presentato il nuovo sistema Distorun, per stampare a freddo ologrammi a singola immagine e per ottimizzare il consumo di foil nei sistemi a bobina.

Non mancheranno novità anche nel tradizionale portfolio prodotti di Kurz, che presenterà foil dai design nuovi e unici, per la stampa a caldo e a freddo. È il caso di White Series, dove il gioco di colori arcobaleno, tipico delle lamine olografiche convenzionali, è stato modificato per produrre eleganti tonalità dominanti di bianco opaco. La foglia Luxor MTS PolarLight, dagli inattesi effetti cromatici che spaziano da una tinta a un’altra al cambiare dell’angolo di osservazione. Duocolor, a singola immagine, mostra un effetto flip di colore a cui viene sovrapposto un design difrattivo che conferisce un ulteriore effetto prismatico alla soluzione, e Multicolor, dal design olografico, che possiede livelli multipli di immagini nei quali sono incorporati elementi di colore, con grande precisione di registro. Infine due ulteriori effetti olografici che offrono spettacolari effetti 3D: il design Deep Lens, composto da una lente ottica con un effetto di profondità eccezionale e il design FX che, grazie a straordinari effetti spaziali, simula un rilievo realistico, dall’apparenza reale e percepibile al tatto.

Kurz esporrà quest’anno la nuova generazione dell’unità per l’applicazione del Digital Metal, DM Liner, in grado di assicurare ampie possibilità decorative con stampati digitali.

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OKI Europe e il grande formato: ColorPainter e Teriostar

OKI-Large-Format-M64_Front_imageOKI Europe mette in mostra a drupa 2016 la versatilità, la velocità e la qualità di stampa delle sue stampanti di grande formato, recentemente acquisite. E per le quali è stata estesa la garanzia.

La gamma completa di stampanti inkjet ColorPainter offre altissima qualità su supporti di grande formato: ColorPainter H3-104s che offre alle aziende grafiche la possibilità di stampare rapidamente materiali larghi fino a 2,6 metri, dai banner al car wrapping fino a materiali espositivi fieristici e carta da parati. A disposizione dei visitatori saranno anche M-64s, W-54s e W-64s che forniscono alle aziende la possibilità di usufruire di effetti in controluce e della tecnologia a colori neon di OKI.

ColorPainter H3-104s mostrerà come un livello di qualità in precedenza ottenibile solo con una stampante per supporti larghi fino 1,60 metri, è ora disponibile su banner e materiali di visualizzazione fino a 2,60 metri, stampando a 2,60 m per roll-up di 1.0 m in meno di tre minuti. L’utilizzo di inchiostri, certificati Greenguard Gold, senza necessità di purificazione dell’aria, rendono H3-104s una stampante versatile che produce stampe nitide per uso interno e durature per uso esterno.

I visitatori dello stand di OKI Europe potranno anche vedere come ColorPainter M-64s sia in grado di produrre materiali retroilluminati accattivanti e come l’uso dei colori neon di OKI possano produrre colori intensi e vibranti per tutti i materiali display con le stampanti W-54s e W-64s.

Accanto a questi dispositivi, OKI Europe metterà in luce anche le capacità dell’alta risoluzione delle sue stampanti LED Teriostar LP-1030 e LP-2050, progettate per soddisfare la domanda di prestazioni, velocità e precisione nella stampa di grande formato per l’architettura, l’ingegneria e le costruzioni.