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NTG Digital distributore in Italia per la soluzione di stampa 3D Massivit

4505screenMassivit 1800 verrà presentata al pubblico in anteprima a drupa 2016: sarà una grande opportunità per toccare con mano la soluzione in dimostrazione. Non solo il sistema sarà in mostra a drupa, ma lo stand Massivit stesso sarà ricco di applicazioni Sign & Display stampate in 3D. Il team NTG Digital sarà presente per accogliere i fornitori di servizi di stampa italiani.

NTG Digital è lieta di annunciare l’accordo di distribuzione con Massivit 3D Printing Technologies per commercializzare e vendere in Italia la stampante 3D Massivit 1800 di grande formato e il materiale di stampa Massivit Dimengel, fornendo inoltre il supporto e i servizi post-vendita.

NTG Digital ha sede a Milano (Legnano) e Roma. La società fornisce tecnologie di stampa digitale e altre attrezzature per l’industria grafica in Italia. L’azienda vanta lunghi anni di esperienza e una rete capillare di clienti ed è in grado di offrire una vasta gamma di attrezzature digitali per il mercato delle arti grafiche.

«Come innovatori del mercato, siamo continuamente alla ricerca di nuovi modi per portare la nostra soluzione ai potenziali clienti in tutto il mondo, più rapidamente ed efficacemente possibile, e quindi stiamo costruendo la nostra rete di distributori, in maniera estremamente selezionata – afferma Avner Israeli, CEO di Massivit 3D – NTG Digital ha tutta l’esperienza e la competenza di cui abbiamo bisogno e cerchiamo in un distributore Massivit e siamo certi che ci supporteranno nella commercializzazione della nostra soluzione sul mercato italiano».

Ignazio Binetti, responsabile vendite e marketing NTG Digital ha dichiarato: «Siamo rimasti molto impressionati dalla Massivit. I nostri clienti sono alla ricerca di modi differenti per diversificare i loro servizi, aumentare i margini e andare al di là della tradizionale stampa digitale. La soluzione Massivit dà loro la possibilità di aggiungere una nuova dimensione alla loro attività e iniziare a offrire servizi davvero interessanti».

Ecco i finalisti di One More Pack

La giuria. Da sinistra Emily Louise Simonis, presidente di giuria, Paolo Ferrigno, delegato Unicom, Pasquale Napolitano, docente e designer, Vincenzo Recchia, designer.
La giuria. Da sinistra Emily Louise Simonis, presidente di giuria, Paolo Ferrigno, delegato Unicom, Pasquale Napolitano, docente e designer, Vincenzo Recchia, designer.

Dal 10 al 23 maggio toccherà agli iscritti alle associazioni di categoria Unicom e Assografici, patrocinanti il premio, decretare i vincitori di categoria. I cinque migliori lavori di ciascuna categoria saranno pubblicati online, in apposita sezione del sito di Grafica Metelliana S.p.A. Ciascun partecipante potrà essere decretato vincitore per una sola delle categorie in gara.

I vincitori di categoria, insieme alle quattro menzioni speciali già assegnate dalla giuria tecnica (composta da Emily Louise Simonis, presidente di giuria; Paolo Ferrigno, delegato Unicom; Pasquale Napolitano, docente e designer; Vincenzo Recchia, designer), saranno comunicate nel corso dell’evento di premiazione che si terrà presso l’Agorà Morelli di Napoli il prossimo 23 giugno.

La giuria. Da sinistra Emily Louise Simonis, presidente di giuria, Paolo Ferrigno, delegato Unicom, Pasquale Napolitano, docente e designer, Vincenzo Recchia, designer.
La giuria. Da sinistra Paolo Ferrigno, delegato Unicom, Vincenzo Recchia, designer, Pasquale Napolitano, docente e designer, Emily Louise Simonis, presidente di giuria.

OneMorePack gode del patrocinio di Assografici, Confindustria Campania, Unicom; del contributo di Fedrigoni, Formaperta, Heidelberg, Luxoro, Sabox, Sappi e Tremil.

Step by step

Dopo la prima scrematura effettuata da una commissione interna a Grafica Metelliana, la giuria tecnica si è riunita lo scorso 13 aprile.

Quattro macro aree sono state giudicate: funzionalità, comunicazione, innovatività, sostenibilità, a cui era possibile attribuire un punteggio da 1 a 10. La media complessiva ha determinato i cinque finalisti di ogni sezione. La giuria ha inoltre assegnato le quattro menzioni speciali, che saranno comunicate, insieme ai vincitori di categoria, nel corso dell’evento di premiazione che si terrà a Napoli il prossimo 23 giugno.

I 26 finalisti professionisti: categoria Food 

  • Packaging Reperso, la qualità nel riso – Agenzia Vecchi & Besso srl – Designer Cristina Besso
  • Corantica Collectis – Agenzia Qlab Design – Designer Luca D’Antuono
  • Scatole “Officina del gusto” – Agenzia Santomiele Graphics  – Designer Corrado Del Verme
  • Vecchio Amaro del Capo Riserva 100th AnniversaryPackaging Agenzia elle17 srl – Designer Lonia Fiordalisi Manolito Cortese
  • Sinfonia d’Autore – Agenzia Origami di Gabriella Ruta  – Designer Luca Ludovico Di Bari
    Professionisti: categoria visual
  • XMAS Idea(l)s – Bislatta e Cerattolo Agenzia Studio Fabio Di Donato – Designer Fabio Di Donato
  • Cubo d’Artista – Agenzia Arkè srl – DesignerAlfredo Favi
  • Breccia – Agenzia Rbt Srl – Designer Mirko Vailati
  • Milo – Agenzia Junglelink – Designer Stefania Saracco
  • Goofo, cardboard reinvented – Agenzia Modo Comunicazione srl – Designer Luca Modugno
    Professionisti: categoria Label (ex equo)
  • Amalfi Coast Beer – Agenzia MTN Company – Designer Alessio Attanasio
  • Label confetture e marmellate Pure Stagione – Agenzia Studio Kmzero – Designer Debora Manetti
  • Librottiglia – Agenzia Reverse Innovation – Designer Alice Tacconi
  • Prosecco DOCG Springo Bronze e Springo Blue – Agenzia S. Paul N’co Design  -Designer Gianpaolo Spadetto
  • 5RM7 – Agenzia Pubblifirst srl – Designer Alberto De Rogatis
  • Zoogami Beers – Agenzia Mimicocodesign snc  – Designer Federica Lasi Alex Natali
    Professionisti: categoria NO Food 
  • New pack for Thewonderfulsocks – Agenzia ZUP – Designer Andrea Medri
  • Pack System “Terre del Garda” – Agenzia Svadv srl – Designer Giulio Coccoli
  • Un sacco di rispetto – Agenzia Studio 55 – Designer Fabio Di Donato Maurizio Di Zio
  • Scatola scarpe Calò – Agenzia Emysfera – Designer Saverio Giorgio
  • Cerotti Die Neue Apotheke – Agenzia Packaging in Italy – Designer Michele Bondani
    Studenti: progetto Essenza
  • Lavinia Bonomi  – Università degli studi di Genova, Facoltà di Architettura
  • Maria del Mar Ragucci – ISD, Istituto Superiore di Design Napoli
  • Giovanna Cantisani -AANT, Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie Roma
  • Giorgia Mosconi – AANT, Accademia delle Arti e Nuove Tecnologie Roma
  • Simone Piantoni – Istituto Italiano Design Perugia

L’evoluzione del packaging nel settore del lusso: le previsioni al 2019

Liz Wilks, Stakeholder e Sustainability Manager Europa per Asia Pulp & Paper.
Liz Wilks, Stakeholder e Sustainability Manager Europa per Asia Pulp & Paper.

Un nuovo rapporto della società di ricerca Smithers Pira, commissionato da Asia Pulp & Paper (APP) stima una forte accelerazione dell’innovazione nel packaging di lusso, trainata da una crescita significativa del settore.

Secondo il rapporto, commissionato da Asia Pulp and Paper a Smither Pira, “Paper-based packaging trends to 2019”, il mercato globale per il packaging di beni di lusso, che nel 2014 ha generato volumi per 14,2 miliardi di dollari, è previsto in aumento del 19% entro il 2019, raggiungendo volumi pari a 17,6 miliardi di dollari.

Le aspettative di crescita del settore sono stimate in media del 4,4% all’anno fino al 2019, con tassi di crescita di circa il 3% annuo in Europa occidentale e in Nord America, del 6% nell’area Asia-Pacifico, fino al 9% in America Latina.

Il settore della cosmetica e quello della profumeria rappresentano il 43% delle vendite di beni di lusso e continueranno a essere il principale motore della crescita all’interno del settore lusso, incrementando annualmente di circa il 6% per i prossimi cinque anni. L’Europa occidentale rappresenta un terzo delle vendite di questi due comparti, trainate in particolare dall’industria cosmetica francese e dai brand scozzesi produttrici di whisky premium label.

Questa crescita della domanda sta guidando le innovazioni nel mercato, facilitate dalle nuove tecnologie, ma anche dall’aumentata consapevolezza da parte dei consumatori delle istanze legate alla sostenibilità, in particolare nei mercati maturi. Ciò implica un rinnovamento nel packaging da parte dei brand di lusso volto a ridurre l’impatto ambientale dei loro imballaggi.

***

Un contributo di Liz Wilks, Stakeholder e Sustainability Manager Europa @ Asia Pulp & Paper

Membro del Comitato Scientifico del British Retail Consortium per gli standard di imballaggio e materiali da imballaggio internazionali nonché degli standard di imballaggio sostenibile, Liz Wilks fa parte della commissione di analisi delle migliori pratiche per gli standard GFSI (Global Food Safety Initiative organismo nato nel 2000 con l’obiettivo di stabilire criteri univoci di sicurezza alimentare), gestita dal Consumer Goods Forum, di cui APP è membro. Liz Wilks ha conseguito PhD in International Packaging Standards nel 2012. La manager di APP ha analizzato i benefici dell’auto-regolamentazione e ha sviluppato un modello di conformità che funge da guida ai processi di due diligence richiesti a livello internazionale.

NeonColor di Oki offre una nuova dimensione della stampa a colori 

La Pro6410 NeonColor.
OKI C711 Top Shot, 7/10/09, 13:53, 8C, 2522x2729 (287+1782), 62%, Default Settin, 1/15 s, R57.8, G43.3, B55.9

La Pro6410 NeonColor.

Pro6410 NeonColor libera la progettazione grafica dai limiti della gamma di colori standard CMY, consentendo la stampa di luminosi e accattivanti effetti fluorescenti su supporti transfer.

I centri stampa e i reparti che si occupano di grafica, possono utilizzare le sue caratteristiche per creare effetti fluorescenti su sfondi chiari o scuri, con l’opzione aggiuntiva di utilizzare il toner neon come un contrassegno di sicurezza che appare solo quando illuminato da luce UV nera.

La versatilità di Pro6410 NeonColor e i suoi colori brillanti fanno sì che le aziende abbiano accesso a nuove opportunità di guadagno grazie alla stampa creativa nei settori dell’abbigliamento, della product decoration, della personalizzazione, degli imballaggi, delle prove di stampa, degli espositori e della segnaletica per punti vendita.

Oltre a Pro6410 NeonColor, OKI ha anche introdotto la sua premiata tecnologia a toner bianco nelle sue stampanti della Serie Pro con il lancio delle stampanti Pro7411WT e Pro9420WT.

Queste veloci e convenienti soluzioni liberano il potenziale creativo e commerciale, unendo la stampa LED digitale ad alta definizione con la tecnologia a toner bianco, fornendo un livello di prestazioni che in precedenza erano ottenibili solo con attrezzature costose.

La flessibilità nella stampa, nel proofig e nella produzione di queste nuove soluzioni si traduce in un bianco coprente su una varietà di supporti colorati o stampati su altri colori, utili per creare transfer vibranti su sfondi scuri.

Romano Zanon, Responsabile Marketing di OKI Systems Italia: «Pro7411WT e Pro9420WT rendono la nostra tecnologia a toner bianco immediatamente accessibile a una nuova gamma di aziende, permettendo la produzione short-run di materiali espositivi, biglietti da visita, T-shirts e merchandising».

Pro6410 NeonColor e Pro7411WT offrono la stampa su supporti A4 con grammature fino a 250 g/m2 e banner lunghi fino a 1.320 millimetri, mentre Pro9420WT amplia le possibilità fino al formato SRA3, con grammature fino a 300 g/m2 e banner fino a 1.320 mm di lunghezza.

Idonee sia per la light production sia per le arti grafiche e con un basso costo iniziale, la Serie Pro offre una alta qualità di stampa, una rapida risposta al mercato e costi di gestione contenuti.

Le stampanti della Serie Pro di OKI sono principalmente rivolte a settori che producono disegni creativi così come quelli con volumi di stampa importanti, compresi centri stampa, agenzie di pubblicità e di design e altre agenzie creative. Ogni stampante della gamma della Serie Pro è stata progettata per far risparmiare denaro, con materiali di consumo ad alta capacità e minore intervento dell’utente, per contribuire a costi di gestione più bassi.

La gamma di stampanti della Serie Pro di OKI sarà in mostra a drupa 2016, insieme alle stampanti di grande formato, di recente acquisizione.

I prodotti di stampa ibridi: guardare al futuro con Müller Martini

Il sistema Presto II Digital di Müller Martini.
Il sistema Presto II Digital di Müller Martini.
Il sistema Presto II Digital di Müller Martini.

Produrre riviste e libri con elementi di stampa a foglio offset, a bobina e digitale, grazie a un parco macchine altamente automatizzato e totalmente collegato in rete: all’insegna del concetto Finishing 4.0, Müller Martini, a drupa darà dimostrazione di come sia possibile.

Ai complessi prodotti ibridi lavorati sullo stand Müller Martini appartiene una “rivista di bordo” in doppia lingua, che verrà prodotta sull’accavallatrice-cucitrice Presto II Digital in quadrupla versione e in differenti numeri di pagine in formato A4. Considerato che i prodotti ibridi non si limitano all’accavallatura-cucitura, bensì anche nel settore della brossura stanno acquistando sempre maggiore importanza, in particolare nel settore B2B con rapporti commerciali pregiati e personalizzati o documenti scolastici, Müller Martini presenterà anche adeguate soluzioni di brossura. Per esempio verrà prodotto un blocco-libro stampato in digitale mediante la SigmaLine e alimentato poi attraverso un blocco libro alla brossuratrice Alegro, per la prima volta presentata in drupa in versione digitale. Il prodotto ibrido softcover sarà completato con segnature offset alimentate mediante raccoglitrice.

Inoltre, Müller Martini sarà presente anche presso gli stand di due partner produttori di macchine da stampa digitali: Canon Océ e Xerox utilizzeranno infatti due accavallatrici-cucitrici Presto II Digital configurate in modo simile, con unità di sbobinatura, taglierina trasversale (di Hunkeler) e piegatrice a tasche (di Heidelberg), per la cucitura dal vivo dei diversi prodotti esposti.

Che riviste, opuscoli e cataloghi personalizzati portino a una situazione win-win-win, lo prova il cliente americano Müller Martini DS Graphics specializzato in Variable Data Print (VDP), che utilizza su un’accavallatrice-cucitrice Primera Digital. «Gli editori risparmiano soldi poiché con stampati mirati possono evitare spechi inutili nella distribuzione. I clienti finali guadagnano tempo poiché ricevono solo quei prodotti che realmente li interessano. E per la nostra impresa è un interessante modello commerciale», afferma il Presidente e CEO Jeff Pallis.

Gli Oggetti Avanzati di Photoshop: qualche trucco su come usarli

Introdotti originariamente nella CS2, rappresentano tuttora una delle funzioni meno sfruttate di Photoshop. È praticamente impossibile non sbatterci il naso dato che l’uso del comando File>Inserisci li crea automaticamente, tuttavia li ho quasi sempre visti sfruttati male o, comunque, non al meglio del loro potenziale.

Uno dei vecchi aggiornamenti Creative Cloud di Photoshop, quello del giugno 2014 per l’esattezza, ha introdotto interessanti novità nella gestione degli Oggetti Avanzati, integrandoli con un’altra funzione scarsamente sfruttata come la Composizione Livelli, anch’essa migliorata nel medesimo aggiornamento (immagine b presente nella gallery).

La creazione degli Oggetti avanzati fino a CC…

Gli Oggetti avanzati si creano automaticamente ogni volta che si fa uso del comando File>Inserisci, l’elenco dei file «inseribili» è davvero lungo e comprende non solo file immagine propriamente detti ma anche file RAW (basta che li apra Camera RAW) e file Video e 3D, lo potete vedere nell’immagine c.
Questo ha sempre permesso di mantenere integre le caratteristiche del file inserito consentendo di lavorarci in maniera non distruttiva, seguendo un po’ la logica dei programmi di editing video come After Effects, giusto per nominarne uno.
Fino a Photoshop CC gli Oggetti avanzati venivano sempre e solo incorporati nel file PSD di lavoro, con un conseguente aumento di peso nel file finale: in pratica se nel documento di lavoro venivano inseriti tre file dal peso di 300 MB cadauno il file finale risultante era quantomeno di oltre 900 MB.
Certo, i vantaggi erano interessanti: l’Oggetto avanzato consente ridimensionamenti continui senza incorrere nello «spappolamento» dei pixel, inevitabile conseguenza delle interpolazioni ripetute dopo, per esempio, le trasformazioni libere, e se il file inserito è di natura vettoriale la rasterizzazione fa sempre capo ai dati originali.Oppure si possono applicare in maniera non distruttiva anche i filtri, che risultano sempre modificabili dato che vengono applicati in modalità parametrica.
O ancora: gli Oggetti avanzati si possono nidificare uno dentro l’altro come una matrioska, consentendo applicazioni a più passaggi in serie, sempre modificabili.

Insomma, ottima editabilità e versatilità, qualità non trascurabili per chi crea layout Web o video, o template, o prototipazioni virtuali, peccato per il peso del file finale che nei più complessi può tranquillamente andare oltre il Gigabyte (immagine c).

… E con CC2014

Il menu dove prima si trovata File>Inserisci ora propone due varianti:

  • inserisci incorporato…
  • inserisci collegato…

La prima è equivalente a quella storica, la seconda invece consente di mantenere il file nella cartella in cui si trova.

I vantaggi e gli svantaggi di questa situazione sono i soliti, chi lavora con i programmi di page layout come Indesign (o Illustrator, se proprio), li conosce già molto bene: un file collegato non appesantisce il file di lavoro, se non marginalmente, ma quando il file collegato non si trova più nel percorso in cui si dovrebbe trovare non si può più lavorare con tutte le informazioni di quel file, a meno di non ricollegarlo aggiornando il percorso.

Photoshop identifica le due situazioni con due diverse icone, visibili nell’immagine d presente nella galleria.

Naturalmente è sempre possibile creare un Oggetto avanzato direttamente, selezionando uno o più livelli dentro al pannello Livelli e selezionare la voce apposita nel menu Livello>Oggetti avanzati. Dal pannello Proprietà a questo punto potete gestirne lo status di collegamento o di incorporamento cliccando sugli appositi pulsanti.
Quando convertite in collegato un Oggetto avanzato creato internamente a Photoshop vi verrà chiesto di salvarlo de qualche parte in formato PSB, il consueto formato che viene utilizzato anche con gli Oggetti avanzati incorporati quando li si apre per modificarne il contenuto (solo che in quel caso sono file temporanei e i PSB hanno vita brevissima).
Qualora vi fosse la necessità di trasferire altrove il file PSD con tutti gli Oggetti avanzati collegati viene in soccorso la funzione File>Pacchetto, analoga a quella di Indesign: attenzione, è necessario salvare prima il file di lavoro altrimenti questa voce non sarà selezionabile (immagine e).

Le Composizioni livelli integrate con gli Oggetti avanzati

Le Composizioni livelli fanno capo all’omonimo pannello presente nel menu Finestra e permettono di «fotografare» una determinata situazione di visibilità, posizione o stile relativa ai livelli del documento.
Per chi le conoscesse poco, in sintesi: posso posizionare un logo sulla pagina in diverse zone e salvare una composizione livelli per ognuno di questi posizionamenti, il livello utilizzato sarà sempre uno (quello del logo) ma Photoshop si ricorderà che posizione occupa e lo andrà soltanto a spostare.
Questo stesso ragionamento è applicabile alla visibilità (cioè l’iconcina dell’occhio nel pannello Livelli) e allo stile, cioè l’insieme di parametri presenti dentro alla finestra che potete richiamare da Livello>Stile livello>Opzioni di fusione. Da Photoshop CC2014 si possono usare negli Oggetti avanzati e gestire tramite il panello Proprietà, un po’ come in Indesign esiste il comando Oggetto>Opzioni livello oggetto. Questo è molto comodo perché consente di provare diverse configurazioni senza dover ogni volta riaprire l’Oggetto avanzato per cambiarne gli stati.

Nella nostra simulazione progettuale abbiamo creato un oggetto avanzato con tutte le grafiche dei segnalibri sovrapposte, abbiamo creato più duplicati posizionandoli come nell’immagine g e poi selezionandole ognuno abbiamo cambiato la Composizione livelli per arrivare alla situazione a destra.

Ognuno di quegli Oggetti avanzati di fatto può assumere una qualsiasi delle sette grafiche al suo interno quindi con pochi clic nel pannello Proprietà possiamo personalizzare la configurazione.

Qualora volessimo anche ridimensionare o deformare i segnalibri la natura di Oggetto avanzato consente una buona libertà di azione senza perdere qualità a causa dell’inerpolazione.







Per 20 studenti è arrivata l’ora di confrontarsi col mondo del lavoro

Giorgio Zangarelli presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra.
Giorgio Zangarelli presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra.

Il tema dell’alternanza scuola-lavoro è da tempo al centro di un vivace dibattito perché è uno dei punti di maggiore rilievo della Legge n. 107, detta «La Buona Scuola». Il settore grafico ne ha subito colto l’importanza e tramite l’Enipg (Ente Nazionale Istruzione Professionale Grafica) ha firmato un protocollo di intesa con il Miur (Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca) allo scopo di concordare le modalità con cui attuare quanto previsto dalla legge.

La sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra ha recepito il protocollo interpretandolo come un’opportunità volta a rafforzare il rapporto tra scuola e mondo del lavoro.

Giorgio Zangarelli presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra.
Giorgio Zangarelli presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra.

«Abbiamo preso contatto con l’Istituto tecnico Franchetti Salviani di Città di Castello – ha detto Giorgio Zangarelli, presidente della sezione grafica cartotecnica di Confindustria Umbra – e con 10 aziende nostre associate è partito il progetto che nell’arco di un anno porterà nel mondo industriale 20 studenti, delle classi IV e V, per un totale di 240 ore. Mi piace sottolineare il fatto che l’iniziale timore rispetto al progetto di accoglienza di giovani studenti si è trasformato in piena soddisfazione per le aziende aderenti al progetto. Gli studenti, sotto la guida del Prof. Mariotti, hanno saputo ben inserirsi nel contesto aziendale portando benefici alle organizzazioni.

Sul totale delle ore previste dal progetto, alcune saranno dedicate a una formazione teorica svolta direttamente a scuola alla presenza di docenti e studenti proprio allo scopo di avvicinare ulteriormente i due mondi. Ogni azienda ha nominato un Tutor interno che segue lo studente e si interfaccia con la scuola; lo studente spende la propria esperienza nei vari reparti secondo le modalità decise in modo autonomo dall’azienda stessa.

Le aziende coinvolte nel progetto sono grafiche e cartotecniche e soprattutto su queste ultime si sono concentrati i nostri sforzi poiché quello del packaging sembra essere il settore con maggiori prospettive. Il progetto è iniziato a febbraio 2016 e si concluderà a febbraio 2017.»

Aziende coinvolte: Artegraf s.r.l., Cartotecnica Tifernate s.p.a., Fisa Kartotecnica s.p.a., Grafiche Trotta Perugia s.r.l., Graphic Masters s.r.l., Grifa s.p.a., Utograf Editor s.r.l., Tecnocarta s.a.s., Tipolitografia Petruzzi Corrado & c. S.n.c., Vimer s.r.l., Fotolito Tiferno s.r.l

Photoshop: alcune scorciatoie utili (o critiche?) per le differenze con la loro versione inglese

Un comodo specchietto che chiarisce il nome di alcuni tasti usati su Mac in associazione al simbolo, la tastiera Win non crea problemi dal momento che riporta sui tasti le sigle in lettere, senza simboli.
Un comodo specchietto che chiarisce il nome di alcuni tasti usati su Mac in associazione al simbolo, la tastiera Win non crea problemi dal momento che riporta sui tasti le sigle in lettere, senza simboli.

 

Un comodo specchietto che chiarisce il nome di alcuni tasti usati su Mac in associazione al simbolo, la tastiera Win non crea problemi dal momento che riporta sui tasti le sigle in lettere, senza simboli.
Un comodo specchietto che chiarisce il nome di alcuni tasti usati su Mac in associazione al simbolo, la tastiera Win non crea problemi dal momento che riporta sui tasti le sigle in lettere, senza simboli.

Il potenziale problema dell’italiano medio oggi che usa Photoshop è la differenza che può esserci, e c’è, su diverse combinazioni di tasti che funzionano su tastiera americana ma su quella italiana no, o per lo meno, non con le stesse combinazioni.

Una prima risorsa per avere un elenco delle scorciatoie è chiedere a Photoshop di farlo al posto nostro, dal menu Modifica>Scelte rapide da tastiera… (Cmd/Ctrl Alt Shift + K) e cliccare sul pulsante Riepiloga.
Una prima risorsa per avere un elenco delle scorciatoie è chiedere a Photoshop di farlo al posto nostro, dal menu Modifica>Scelte rapide da tastiera… (Cmd/Ctrl Alt Shift + K) e cliccare sul pulsante Riepiloga.

Il comando Modifica>Scelte rapide da tastiera… (Cmd/Ctrl Alt Shift + K) crea un file html in cui ci sono quantomeno un po’ di combinazioni. Non tutte, ma è un inizio.

2

Per tutte le altre bisogna darsi da fare, un po’ cercando sulla guida in linea e un po’ sul web (o i manuali, quelli spessi). In questo numero desidero semplificarvi il compito, così miglioriamo le tempistiche di produzione per le operazioni più ripetitive, e se per caso le conosceste già tutte fatevi sentire con la redazione: siamo sempre alla ricerca di geni da sfruttare per la conquista del mondo. (Grafico).

I tasti di scelta rapida su piattaforma Mac e Win sono leggermente diversi, mettiamo quindi un po’ d’ordine in modo da leggere le scorciatoie in maniera corretta.

Il tasto Command (Cmd), chiamato anche Mela dai vecchi utenti per la presenza del simbolo sul tasto delle vecchie tastiere Apple, è l’equivalente del tasto Control (Ctrl) su Windows.

Nelle scorciatoie quindi sarà ricorsiva la dicitura Cmd/Ctrl per evitare ripetizioni inutili quando è la sola differenza tra le due piattaforme.

Il tasto Alt è il medesimo su entrambe le piattaforme, su Mac viene anche chiamato Opzione.

Il tasto Shift è il medesimo su entrambe le piattaforme, viene spesso chiamato Maiuscolo, e corrisponde alla freccia verso l’alto che permette, appunto, di fare le maiuscole temporaneamente. Da non confondere con il Blocco Maiuscole che si trova immediatamente sopra al Maiuscolo ed è dotato di una lucetta. [bullet 3]

Ok, si comincia…

  1. Crea nuovo livello: Cmd/Ctrl + Shift (+ Alt) + N

L’aggiunta del tasto Alt evita la comparsa della finestra di dialogo “Nuovo livello”, risulta quindi più veloce. Se tenete premuto Cmd/Ctrl cliccando sul pulsante “Crea un nuovo livello” nel pannello Livelli si aggiungerà un livello subito sotto a quello selezionato, anziché sopra come di norma.

  1. Riempimenti veloci

Il tasto Backspace (va bene anche Canc) viene associato al concetto di riempimento con tutte le combinazioni possibili. nde evitare confusioni con la barra spaziatrice (space) il tasto Backspace è quello definito come “Ritorno di cancellazione unitario”, quello cioè che usate per cancellare i caratteri all’indietro e che si trova sopra al tasto invio.

Alt + Backspace (riempie con il colore di primo piano)

Cmd/Ctrl + Backspace (riempie con il colore di sfondo)

Aggiungendo alle due precedenti anche il tasto Shift consente di riempire mantenendo la trasparenza del livello, quindi è come se venisse preventivamente bloccata la trasparenza dal pannello Livelli.

Shift + Backspace richiama la finestra di dialogo Riempi, accessibile dal menu Modifica. Questa scorciatoia risulta di gran lunga più logica di quella esplicitamente proposta da Photoshop stesso, ovvero shift + F5. I tasti funzione possono essere usati dal sistema operativo per altre cose, e solitamente il sistema operativo “vince” sugli applicativi, vanificando di fatto la scorciatoia se non vengono associati al tasto Fn.

Cmd/Ctrl + Alt + Shift (riempie con la Storia).

  1. Unione livelli

La lettera chiave qui è la E. A seconda che siano selezionati uno o più livelli contemporaneamente i comportamenti di queste scorciatoie possono differire leggermente nella denominazione.

Cmd/Ctrl + E: con un livello selezionato è Unisci sotto, cioè unisce il livello attivo con quello sottostante, se invece sono selezionati più livelli è Unisci selezionati.

Cmd/Ctrl + Shift + E unisce i livelli visibili.

Cmd/Ctrl + Alt + Shift + E applica visibili, è come se si selezionasse tutto con Cmd/Ctrl + A, si copiassero gli elementi uniti con Cmd/Ctrl + Shift + C e si incollasse con Cmd/Ctrl + V. Tutto quello che vediamo viene unito su un livello a parte lasciando separati tutti gli altri.

Cmd/Ctrl + Alt + E funziona solo con più livelli selezionati, non con uno solo, e assomiglia alla voce precedente con la differenza che unirà su un unico livello solo i livelli selezionati.

  1. Copia di un livello (Duplicazione)

Cmd/Ctrl + J formalmente è Crea livello copiato, di fatto duplica il/i livelli e/o gruppi selezionati, con tanto di maschere di livello e/o effetti annessi e connessi. Duplica insomma.

Alt + trascinamento: pulsante del mouse premuto e trasciniamo, se stiamo agendo correttamente il cursore si trasforma in un doppio triangolino mentre si trascina.

  1. Gerarchia di livelli

Cmd/Ctrl + Shift + +/-: qui l’uso del simbolo + per indicare la composizione della scorciatoia può creare confusione, con il tasto + si porta il livello (anche più di uno contemporaneamente) in alto nella gerarchia, con il tasto “-“ lo si porta in basso.

Sono l’equivalente della voce da menu Livello>Ordina

  1. Selezione di livelli

alt 0 (seleziona il livello superiore)

alt 9 (seleziona il livello inferiore)

  1. Metodi di fusione

Se volete cambiarli sui livelli basta Shift- per andare verso l’alto, e Shift+ per scorrerli verso il basso (se usate un notebook questa potrebbe non funzionare, usate Shift 0, quello in alto, non quello del tastierino numerico).

Se volete invece cambiarli sugli strumenti dovete aggiungere alle precedenti anche il tasto Alt.

  1. Selezione di canali

Cmd/Ctrl+ 2/3/4/5… seleziona i singoli canali secondo la sequenza presente nel pannello Canali

  1. Selezione e dimensione pennelli

“,” e Shift+, seleziona dall’elenco il pennello precedente e il successivo

Su Mac: Ctrl + Alt e click con trascinamento (sinistra/destra riduce/ingrandisce le dimensioni, con trascinamento alto/basso aumenta/riduce la durezza)

Su PC: Alt + Tasto destro del mouse in trascinamento.

  1. Filtri di nuova generazione

Correzione obiettivo: Cmd/Ctrl shift R

Camera Raw: Cmd/Ctrl shift A

  1. Trasformazioni

Cmd + T: trasformazione libera. Con l’aggiunta del tasto Alt si crea automaticamente un duplicato dell’oggetto che stiamo trasformando, con l’aggiunta del tasto Shift si ripete, se c’è, l’ultima trasformazione fatta.

Cmd + Ctrl + Shift + C: scala in base al contenuto su Mac, e no, non è un errore che siano presenti sia Cmd che Ctrl.

Cmd + Alt + Shift + C: sala in base al contenuto su Win.

  1. Documento

Cmd/Ctrl + Alt + I apre la finestra di dialogo Dimensione Immagine.

Cmd/Ctrl + Alt + C apre la finestra di dialogo Dimensione Quadro.

Il «colore giusto» non è più un’opinione

Potenziali risparmi in fase di avviamento con la misurazione in linea.

Potenziali risparmi in fase di avviamento con la misurazione in linea.

Gli stampatori di imballaggi devono rispondere a un continuo aumento delle esigenze qualitative dei print buyer e dei proprietari di marche importanti, specie per quanto riguarda la fedeltà e la costanza dei colori nel corso della tiratura e tra le diverse tirature. Per assicurare questa costanza è importante che i dati di controllo cromatico siano acquisti non solo in fase di avviamento o a fine tiratura, ma nel corso della tiratura. A tale scopo, la tecnologia offre oggi moderne apparecchiature per il rilevamento dei dati di colore in linea sulla macchina da stampa. In questo modo lo stampatore è in grado di tracciare direttamente la qualità di produzione e anche il print buyer ne ricava un beneficio in termini di miglioramento qualitativo con dati immediatamente fruibili.

Le frequenti misurazioni nel corso della tiratura ottenute con il sistema in linea, oltre a portare significativi vantaggi allo stampatore grazie a un accurato rilevamento della qualità di stampa in tempi rapidi, danno al cliente finale la certezza di una qualità colore accresciuta a costi contenuti e con rapporti affidabili tramite la raccolta di dati sicuri.

L’effettivo aiuto della tecnologia

L’introduzione e l’evoluzione degli strumenti di misurazione del colore – densitometri e spettrofotometri – ha eliminato la soggettività dalla determinazione del «colore giusto»; tuttavia, è fondamentale saper usare correttamente tali strumenti per ottenere un controllo sistematico e affidabile del processo di stampa. In passato, lo strumento più usato era il densitometro che forniva valide misurazioni per i colori di quadricromia utilizzando determinate serie di filtri di densità. Nell’industria del packaging, però, ove si usano correntemente i colori speciali (spot colour) ottenuti mediante inchiostri espressamente formulati per imitare i colori di marca o colori uguali a uno specifico campione, la misurazione densitometrica diventa critica e inattendibile dato che i filtri all’interno dello strumento non sono calibrati per i colori speciali: si ottengono così i valori di densità, ma non è possibile determinare l’uguaglianza colore tra la stampa e la prova. Di conseguenza, cresce l’uso dello spettrofotometro – oggi presente in tutti i reparti di stampa, specie nell’industria del packaging – che permette di misurare con precisione qualunque colore determinandone la densità e la composizione cromatica.

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Le misurazioni si effettuano normalmente in fase di avviamento macchina per verificare l’uguaglianza tra i primi fogli stampati e la prova colore fornita dal cliente ed effettuare eventuali operazioni correttive. Ulteriori misurazioni sono possibili nel corso della tiratura mediante il prelievo di fogli campione a intervalli prestabiliti. Nella stampa in banda le misurazioni si effettuano su ogni bobina in fase di avvolgimento finale.

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Lo Standard ISO 12647

L’ente internazionale di standardizzazione ISO ha messo a punto nel corso degli anni numerosi standard per sistematizzare la riproduzione del colore e tra questi sembra essere particolarmente utile l’ISO 12647 Graphic Technology che riguarda in particolare il controllo di processo delle selezioni retinate nelle prove colore e nelle stampe in produzione. C’è infatti una specifica sezione di questo standard che stabilisce la percentuale di una tiratura che deve essere entro le tolleranze specificate dei valori raggiunti per considerare la tiratura «accettabile». Il numero dato dallo standard è 68%, che corrisponde in modo approssimativo a una deviazione standard, assumendo che la distribuzione dell’errore sia Gaussiana. Non è facile accettare questo assunto, ma il punto importante è che ISO ha riconosciuto che il processo di stampa contiene una data variazione ed è quindi impossibile aspettarsi che il 100% di una tiratura cada entro una tolleranza ristretta. Da ciò dipende la necessità di effettuare numerose misurazioni nel corso della tiratura.

Ma quante misurazioni sono necessarie? Per rispondere a questa domanda, John Seymour, noto matematico e scienziato del colore di QuadTech, ha analizzato il problema giungendo alla conclusione che il numero di campioni richiesto è matematicamente indipendente dalla lunghezza della tiratura. Comunque, risulta chiaro che la misurazioni sporadiche non consentono di rilevare variazioni di bassa frequenza nel processo di stampa e di effettuare correzioni in tempo reale; al massimo consentono di minimizzare le variazioni nelle produzioni future. Ne consegue che la misurazione in linea automatizza la raccolta di tali informazioni.

Vantaggi per lo stampatore e per il cliente

Gli aspetti positivi della misurazione in linea nel corso della tiratura: in primo luogo si minimizzano i tempi di avviamento e si abbattono i costi legati a tale operazione, dato che le misurazioni fuori linea in fase di avvio comportano numerose partenze e arresti della macchina per prelevare i fogli campione fino alla determinazione del visto si stampi; al costo dovuto al funzionamento della macchina a bassa velocità si aggiunge quello generato dagli scarti; inoltre, anche la messa a punto dell’inchiostrazione risulta problematica in questa fase (il diagramma in figura 6 dimostra il potenziale risparmio all’avviamento con la misurazione in linea). Per contro, la misurazione in linea fornisce allo stampatore una chiara indicazione della media di bilanciamento cromatico in corso di tiratura. Lo stampatore può sapere in tempo reale se è necessaria una correzione del colore senza dover fermare la macchina e tale correzione viene effettuata sulla base di un preciso valore numerico misurato. Con il sistema in linea si ottiene anche una chiara indicazione sulla stabilità del colore in macchina e sulle eventuali cause di instabilità non legate all’inchiostrazione che vanno individuate prima di continuare la tiratura. L’operatore può portare la macchina alla massima velocità produttiva, verificare che tutto sia sotto controllo e decidere di fermare la produzione solo nel caso di un’effettiva esigenza di correzione non attuabile con la macchina in movimento.

La misurazione in linea produce anche notevoli vantaggi quando il cambio d’inchiostri tra una tiratura e la successiva comporta la pulizia della macchina per eliminare i residui dei vecchi inchiostri; in questo caso si identificano immediatamente gli scostamenti della qualità cromatica prodotti dal cambio e si provvede alla correzione in corso di tiratura. Analogamente, è possibile intervenire in tempo reale nella stampa rotativa per correggere variazioni causate dal cambio bobina evitando così difettosità e scarti individuabili solo a fine produzione. I dati registrati nelle misurazioni in linea servono anche ad alimentare l’analisi statistica fornendo utili indicazioni al reparto prestampa che provvede alla realizzazione dei file, delle lastre e delle prove colore e al reparto allestimento che viene messo in grado di individuare nella produzione finale le parti realmente difettose destinate allo scarto.

Alimentando i sistemi di rapporto qualità del mercato in modo automatico, si comunicano al print buyer o al cliente finale informazioni esatte in tempo reale sulla qualità cromatica degli imballaggi forniti. Tale automazione accresce la fiducia nello stampatore, eliminando il rischio di errori dovuti a interventi manuali nelle misurazioni.

***Articolo liberamente tratto da un intervento di Michael Sisco della società americana QuadTech Incorporated, in occasione di API (Advances in the packaging Industry, Napoli).

 

3D-Paper: stampare in 3D con la carta

Un dettaglio di 3D-Paper, con la sua caratteristica texture e il colore in bilico tra quello del cartone e quello del legno.
Un dettaglio di 3D-Paper, con la sua caratteristica texture e il colore in bilico tra quello del cartone e quello del legno.

Un dettaglio di 3D-Paper, con la sua caratteristica texture e il colore in bilico tra quello del cartone e quello del legno.

Un dettaglio di 3D-Paper, con la sua caratteristica texture e il colore in bilico tra quello del cartone e quello del legno.

NextMaterials è uno spin-off del Politecnico di Milano affiliato al Consorzio Interuniversitario per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (Instm). Uno dei materiali al centro di parecchie attività di ricerca applicata dello spin-off è la carta, presente in progetti che vanno dal packaging intelligente, con proprietà di mantenimento termico dei prodotti, ai depuratori ambientali e oggetti in cartone ondulato dal design innovativo. Si tratta di ricerche consolidate, già pronte per il trasferimento in ambito produttivo, ma accanto a queste c’è un prodotto che è già in fase di commercializzazione, sviluppato da NextMaterials in collaborazione con il Politecnico di Milano: 3D-Paper, un nuovo materiale composito per stampa 3D ad alta sostenibilità ambientale basato su carta riciclata in una matrice idrosolubile (prodotta senza sottrarre terreno fertile all’agricoltura), così da poter essere riciclato con carta e cartone.

Bracciale realizzato con una stampante 3D basata su tecnologia FDM e stampato con 3D-Paper/PVA, materiale ad alta elasticità e con un buon recupero della forma iniziale.
Bracciale realizzato con una stampante 3D basata su tecnologia FDM e stampato con 3D-Paper/PVA, materiale ad alta elasticità e con un buon recupero della forma iniziale.

Stampare in 3D con la carta

Una delle tecnologie più gettonate per la stampa 3D è indicata dalla sigla FDM, ovvero dalla costruzione di oggetti mediante la deposizione tramite uno speciale ugello che si muove sui tre assi di un filamento di termopolimero che viene fuso a una temperatura compresa tra 180 e 250 gradi, a seconda del materiale. Si tratta di una tecnologia inventata quasi trent’anni fa da Stratasys, che si è diffusa in tutto il mondo a livello consumer e di piccole e medie imprese solo negli ultimi anni, dopo la scadenza dei brevetti originali. Esistono oggi stampanti 3D basate sulla FDM a prezzi che partono da poche centinaia di euro fino ad arrivare a sei/settemila euro per i modelli più complessi. I materiali in filamento più usati sono attualmente l’ABS (il polimero termoplastico che viene usato per i mattoncini Lego), che non è biodegradabile, e il PLA (acido polilattico, derivato da vegetali quali il mais o la barbabietola da zucchero), che è biodegradabile ma non è riciclabile.

NextMaterials ha pensato così di sviluppare un filamento ad alta sostenibilità ambientale e dai suoi laboratori di ricerca è uscito 3D-Paper, un nuovo materiale composito per stampa 3D ad alta sostenibilità ambientale basato su carta riciclata in una matrice idrosolubile e a sua volta riciclabile con carta e cartone. Il materiale è perfettamente saldabile semplicemente bagnandolo con acqua, facilmente modellabile, lucidabile per sfregamento in miscela acqua/alcool etilico. I pezzi stampati possono essere colorabili con smalti a solvente per dare stabilità nel tempo ed è impermeabilizzabile. Le condizioni di stampa sono particolarmente semplici: temperature 180 °C, quella necessaria per stampare il PLA e alta velocità di stampa. Il che vuol dire che non è nemmeno necessario avere una stampante con piatto riscaldato, un accessorio presente solo sui modelli più costosi. Non sono nemmeno necessari supporti speciali sul piatto e la stampa può essere fatta con la ventola di raffreddamento spenta. Il materiale è stato oggetto di un brevetto depositato in contitolarità tra Politecnico di Milano e NextMaterials ed è commercializzato da Sharebot, il più grande produttore italiano di stampanti 3D con varie tecnologie di stampa, dalla FDM alla stereolitografia.

NextMaterials ha sviluppato due versioni del nuovo materiale: 3D-Paper/PLA e 3D-Paper/PVA. Il primo è caratterizzato da una matrice acido polilattico e ha un colore intermedio tra quello del cartone e quello del legno. È biodegradabile, impermeabile e colorabile, rigido e resistente. Il secondo è invece basato su una matrice di PVA (alcool polivinilico) modificato. Anch’esso ha un colore intermedio tra il cartone e il legno, ma a differenza di quello basato su PLA è caratterizzato da alta elasticità e da un buon recupero elastico. Il che vuol dire, per esempio, che è adatto per fare braccialetti che si allargano per infilarli assumendo al polso la forma iniziale. È saldabile per semplice bagnamento con acqua e levigabile per immersione in una miscela di acqua e alcool. Solubile in acqua e riciclabile con carta o cartone, può essere impermeabilizzato una volta stampato e colorato.

Ricerca applicata

Grazie anche ai suoi stretti legami con il mondo della ricerca universitaria nel campo dei materiali, delle finiture e delle tecnologie connesse, NextMaterials mette a disposizione del mondo produttivo una serie di servizi estremamente interessanti. E utili, perché uno dei pochi strumenti per raccogliere denaro pubblico, indispensabile per trasformare un’idea in un prodotto quando non si hanno sufficienti fondi per ricerca&sviluppo, è rappresentato dai finanziamenti regionali, nazionali ed europei per la ricerca applicata finalizzati all’innovazione tecnologica. Partecipare ai bandi, anche in presenza di forti idee innovative, non è sempre semplice, in quanto per costruire un progetto di ricerca con possibilità di successo sono necessarie, una partnership industriale adeguata (spesso è richiesta la presenza di più aziende), una partnership scientifica con le necessarie competenze, non sempre presenti nel territorio, capacità di scrittura e gestione scientifica, capacità di costruzione e gestione amministrativa. Ecco quindi che NextMaterials offre al mondo produttivo, ma anche a quello della ricerca, una serie di strumenti che comprendono: ricerca, sviluppo e trasferimento tecnologico su commissione di materiali finiture e tecnologie ad alto livello di innovazione; costruzione e gestione di progetti di ricerca anche complessi in relazione a bandi regionali, nazionali ed europei; valorizzazione dei risultati più significativi della ricerca accademica, tramite brevettazione e valorizzazione preindustriale; realizzazione per conto di terzi di trattamenti di superficie in grado di fornire nuove funzionalità a prodotti di largo consumo. La attività attualmente maggiormente consolidate di dello spin-off, e pronte per il trasferimento, sono legate a varie arie di attività, tra le quali citiamo in particolare quelle legate in qualche modo al mondo della carta e del cartone: filtri in cartone ondulato in grado di abbattere batteri e particolato solido, depuratori ambientali e oggetti in cartone ondulato dal design innovativo, packaging intelligente con funzionalità di mantenimento termico.