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Il Piemonte investe sulle tecnologie Heidelberg

Gallus RCS330.
Gallus RCS330.

Il Piemonte è una di quelle regioni dove la crisi nel settore grafico ha colpito duro, e dire che vi risiedevano numerose aziende prestigiose italiane, tipografie, costruttori di macchine, distributori di materiali e non ultime importanti associazioni di categoria, ma dal 2007 a oggi molte di queste aziende hanno chiuso.

Macchingraf, da pochi mesi entrata a far parte della famiglia Heidelberg, annuncia che dal 2014 a oggi sono stati investiti in Piemonte 20 Mio di euro in tecnologia Heidelberg/Gallus: 18 gruppi stampa VLF, 29 gruppi stampa 70×100 di macchine a foglio e 4 macchine a bobina per etichette Gallus/Heidelberg.

Non pare vero che una cifra del genere sia stata generata in una zona tanto sofferente ma l’elenco delle macchine installate ne è prova concreta partendo dal formato VLF, due macchine Heidelberg Speedmaster XL 145 6L (142×105 a sei colori più verniciatore) e un’altra XL 145 7LYYL (142×105 a sette colori con unità di verniciatura due unità di essicazione e una ulteriore unità di verniciatura UV) macchine dotate di logistica con cambio bancale robotizzato per rendere armonico l’approvvigionamento del materiale alla macchina e l’estrazione dopo la stampa.

Sono state vendute e installate tre Heidelberg Speedmaster CD 102 New generation, la prima con il sistema Foilstar per la laminazione a freddo in linea installato su di una 6 colori con verniciatore Bivalente tradizionale/UV la seconda una 5 colori più verniciatore è andata a sostituire una macchina di vecchia tecnologia presso uno storico stampatore di Savigliano e anche la terza è una 5 colori con verniciatore in una cartotecnica specializzata in farmaceutica.

In arrivo anche una Speedmaster XL 106 6LYYL, 6 colori con doppia torre di verniciatura presso una azienda Leader nel settore delle etichette.

Il totale delle vendite e installazioni in gruppi stampa, sono 29 70×100, e 18 VLF.

Sempre in questo periodo, sono state vendute in Piemonte anche quattro Gallus TCS 250 la macchina regina per la produzione di etichette, tutte con un comune denominatore, l’altissima qualità e integrazione di tutte le tecnologie di stampa offset, lamina a caldo, rilievo a secco e stampa flexografica e serigrafica in linea.

Parte integrante del processo di integrazione del work flow delle aziende grafiche, la vendita di un CTP Heidelberg Suprasetter 106 con caricamento automatico delle lastre ad altissima produttività tre sistemi di taglio Polar rispettivamente di formato 92, 115 e 137.

I responsabili Maurizio Storti per le attrezzature e Giorgio Galetti per i materiali di consumo commentano questo risultato: «è il frutto di anni di continuo servizio ai nostri clienti lavorando coordinati alle persone di Macchingraf che gestiscono l’area, oltre al supporto professionale e puntuale di Heidelberg Druckmachinen A.G.»

Concludiamo ringraziando le aziende che ci hanno dato fiducia e con l’ augurio che il trend di investimenti in tecnologia continui a cambiare positivamente il nostro mercato grafico.

Gallus RCS330.
Gallus RCS330.

Nuove prospettive per la stampa degli imballaggi

L’aspetto è importante e le prime impressioni sono decisive. Il modo in cui i prodotti vengono valutati in base ai loro numerosi e diversi attributi, non ultima la loro capacità di svolgere il loro compito finale, un’affidabilità uniforme e il rapporto qualità/prezzo – stabiliranno la loro capacità di creare una quota di mercato su base stabile. Prima di ciò tuttavia, sarà con ogni probabilità un colore spot, un font particolare oppure un’applicazione artistica di un inchiostro metallico sull’esterno della confezione a dare il via a una relazione tra un marchio e un consumatore.

«Grazie alla stampa di imballaggi che attirano l’attenzione, i marchi sono in grado di spingere i clienti a cambiare il comportamento di acquisto presso il punto vendita,» spiega il fondatore di Superbrands, Marcel Knobil. «Si avrebbe un minore appeal del marchio se non fosse per l’attenzione suscitata dalla confezione stessa.» Superbrands è riconosciuta a livello mondiale per essere un’autorità indipendente e arbitro dell’eccellenza del branding, impegnata a rendere omaggio a marchi eccezionali e a promuovere la disciplina del branding.

L’impatto di una combinazione vincente di testo e grafica va ben oltre questa iniziale ostentazione di bellezza. Oltre a essere un elemento piacevole che attira il cliente, un’immagine esterna perfettamente riprodotta fornisce ai clienti una capacità di riconoscimento dei prodotti spesso subliminale e un livello di rassicurazione che può essere l’ancora di salvezza per i proprietari dei marchi in uno spazio di retail spesso congestionato.

Le tendenze attuali degli imballaggi sono spesso dettate da orari di apertura dei supermercati sempre più lunghi, tecnologie di stampa continuamente potenziate e capacità e richieste di proteggere i marchi e di aumentare il riconoscimento degli stessi. In tali condizioni estreme, non solo sopravvivere ma anche raggiungere lo status di marchio preferito dei clienti rappresenta la prima parte della principale sfida affrontata dai proprietari dei marchi. La seconda consiste nel farlo a un costo sostenibile.

Controllo di qualità

Con l’elevata probabilità di variazioni cromatiche non solo tra diversi supporti ma anche tra processi di stampa – e senza dubbio anche da uno stampatore all’altro, non solo in aziende diverse ma addirittura quando si utilizzano macchine da stampa realizzate dallo stesso fabbricante – la manutenzione dell’uniformità può costituire un’impresa complessa.

Il modo migliore per affrontarla è che tutti gli anelli che fanno parte della supply chain e che contribuiscono allo sviluppo di un imballaggio stampato dall’inizio alla fine possano interagire attraverso una piattaforma basata su Web open entry.

«Il nostro obiettivo è collegare la supply chain dal proprietario del marchio fino al retailer e di rendere tale flusso più ampio e completo» Jef Stoffels, direttore marketing di Esko.

«Possiamo raggiungere questo obiettivo creando una maggiore funzionalità che soddisfa le esigenze di commercializzazione e qualità delle attività e dei retailer di merci CPG (consumer packaged goods). Consentiamo inoltre al proprietario del marchio di garantire che il flusso di dati sia protetto e trasparente, che sia possibile identificare subito gli errori o evitarli completamente e che il risultato finale sia di lanciare i prodotti sul mercato più rapidamente.»

Allo stesso modo, i sistemi di gestione del colore basati su Web possono offrire lo stesso grado di confort e controllo ai proprietari dei marchi in merito al modo in cui i parametri di colore prestabiliti possono essere successivamente riprodotti in modo preciso indipendentemente da fornitore o supporto, garantendo un’uniformità perfetta nella riproduzione cromatica, che è alla base di autenticità e integrità del marchio. La soluzione di gestione del colore X-Rite PantoneLIVE è ideale per il proprietario del marchio poiché mantiene il controllo sui parametri cromatici predeterminati, che vengono quindi archiviati nel cloud per essere utilizzati al momento necessario nella supply chain. In tal modo vengono garantite riproduzioni precise dell’immagine approvata del marchio, indipendentemente da supporto o fornitore.

Verso maggiori prestazioni

I trasformatori dotati di impianti di produzione intelligenti possono essere più decisivi nell’ottenere vantaggi di costi e prestazioni per i proprietari dei marchi. L’impiego di lastre flessografiche ad alta definizione e di tecnologie software consente di soddisfare i requisiti dell’85% degli imballaggi flessibili con la stampa flessografica senza andare a scapito del risultato finale con CMYK + bianco anziché utilizzare inchiostri speciali.

«Lavorare con una tavolozza di colori ridotta significa un numero minore di lastre e minor spreco di inchiostro. I vantaggi sono numerosissimi,» spiega il direttore alle vendite di Ultimate Packaging (Regno Unito), Chris Tonge. «Sebbene gli attori a livello globale come Unilever e P&G abbiano specificato queste soluzioni nel corso degli ultimi 10-15 anni, i marchi più piccoli stanno comprendendo che esiste un vantaggio sui costi derivato da un migliore controllo dei colori quando si impostano gli standard corretti.»

Non è solo il miglioramento della fase iniziale del processo che aumenta la qualità e gli standard di prestazione della stampa flessografica, che è ancora il processo di stampa più largamente impiegato del settore e che rappresenta più del 40% degli imballaggi stampati globalmente, per un valore stimato di circa 250 miliardi di euro all’anno, in particolare per applicazioni flessibili e in cartone ondulato. La velocità in macchina da stampa e l’uniformità tra supporti sono fondamentali. Prima di drupa, Ultimate Packaging ha installato due macchine da stampa servoassistite Bobst aggiuntive. Anche la stampa offset ha risposto in modo positivo alla creazione di tirature di stampa più brevi e convenienti.

Mentalità digitale

Ciò che ha dato il via a questi miglioramenti nell’ambito della tecnologia di stampa analogica è la sfida sempre più impellente rappresentata dalla stampa digitale, soprattutto per soddisfare le richieste dei proprietari dei marchi di tirature di stampa più brevi e convenienti – e di conseguenza livelli di inventario più bassi – e la capacità di differenziare i prodotti sullo scaffale attraverso la personalizzazione. Sebbene l’impiego conveniente di dati variabili sia sempre stato parte integrante della stampa digitale, è ora chiaramente un elemento di primo piano per il marketing nel settore del retail in base all’adozione riuscita di campagne di marketing di retail di alto profilo condotte da Coca Cola, Heineken, Nutella e dal gruppo in crescita di marchi globali blue-chip. «Togliere il nostro marchio dalla confezione e sostituirlo con qualcosa di diverso dalla scritta Coca Cola non è stato semplice in una struttura come la nostra, in cui si agisce sulla base di linee guide del marchio estremamente severe, volte a proteggerlo,» spiega Greg Bentley, innovatore dell’imballaggio di Coca Cola. «La capacità della stampa digitale ha consentito che accadesse, ma la campagna di marketing è il vero elemento chiave.»

«La combinazione di motore tecnologico e ispirazione del marketing è ciò che ci vuole per far prendere il via alla personalizzazione» Paul Randall, responsabile business development di HP Worldwide Brands.

«Si allontana dall’idea di imballaggio considerato come supporto statico di logo e della tabella degli ingredienti, per utilizzarlo invece come un’opportunità per creare fidelizzazione dei clienti a vantaggio del marchio. Il panorama dei supporti è cambiato. Sta diventando sempre più frammentato tra supporti acquistati (spesa «above the line»), PR e supporti guadagnati (below-the-line) e imballaggi o supporti posseduti – con una relazione sempre più stretta tra gli ultimi due. Non sorprende quindi il fatto che i proprietari dei marchi visitino ora regolarmente il Graphics Experience Centre di HP a Barcellona.»

Lo stesso accade con il centro tecnologico di Xeikon ad Anversa. «Per i proprietari dei marchi, partecipare al nostro programma Xeikon Café rappresenta una doppia curva di apprendimento,» spiega Filip Weymans, direttore marketing etichette et imballaggi. «Innanzitutto, serve a comprendere in che modo i vantaggi della produzione digitale possono essere tradotti in metodi di comunicazione diversificati nei confronti del pubblico che si desidera raggiungere e in secondo luogo, aiuta ad apprendere in che modo la tecnologia può rispondere alle esigenze all’interno del proprio modello aziendale – in particolare con una più rapida commercializzazione e un migliore utilizzo del capitale circolante.»

«Sebbene l’adozione della tecnologia digitale si stia diffondendo, nonostante tutto il parlare che se ne fa, il suo impiego non sta sfruttando il suo potenziale», spiega Doug Hutt, responsabile imballaggio di SAB Miller Global. «I dieci principali proprietari dei marchi al mondo stanno generando oltre un quarto di un trilione di dollari di vendite. Se solo il 10-20% di questi venisse digitalizzato con l’ago della bilancia verso la stampa analogica, si tratterebbe ancora di un enorme fatturato potenziale a cui i trasformatori non hanno ancora avuto accesso.»

«Le aziende del settore dei beni di largo consumo dovrebbero essere maggiormente proattive nel contattare il settore degli imballaggi, mentre il settore degli imballaggi dovrebbe affrontare tali problemi e trovare una soluzione» Doug Hutt, responsabile imballaggio di SAB Miller Global.

Nel frattempo, la tecnologia inkjet sempre più rapida sembra pronta a scrivere il prossimo capitolo della storia della stampa digitale degli imballaggi, soprattutto grazie alla commercializzazione preannunciata dal guru digitale Benny Landa delle stampanti «nanografiche», progettate per creare materiale stampato di dati variabili a velocità offset.

Il tocco finale

La personalizzazione non è l’unica strada per attirare lo sguardo del consumatore sullo scaffale. Effetti speciali a basse tirature e convenienti come glitter, effetti metallici o estremamente lucidi senza ricorso alla stampa a caldo e addirittura la stampa Braille sono alla portata della tecnologia di nobilitazione post-stampa digitale di prossima generazione che si sta ora affermando nel settore della finitura. Anche l’aumento della stampa a freddo con processo analogico offre un modo più efficiente per ottenere un maggiore risalto, in particolare come alternativa ai supporti laminati/metallizzati per etichette e astucci.

Intanto, all’estremità superiore della scala si trova l’accattivante effetto 3D ottenuto mediante l’impiego della tecnologia di lenti di Fresnel che garantiscono un risalto immediato nei duty-free per gli astucci contenenti gin dal marchio globale Bombay Sapphire. «Ovviamente è più costoso di un terzo rispetto a una lamina normale, ma si ottiene un impatto notevolmente maggiore. Se si desidera ottenere qualcosa che sia senza alcun dubbio accattivante e attraente, allora questo è quello che ci vuole,» Dominic Blurke, direttore generale per il Regno Unito di Webb deVlam.

La nuova frontiera

«L’adozione di tecnologie orientate all’utilizzo online sta indicando la strada verso la prossima generazione di applicazioni volte a promuovere un maggiore coinvolgimento del cliente nei confronti del marchio,» spiega Gillian Garside-Wight, direttore tecnologia d’imballaggio presso Sun Branding Solutions. «Chi avrebbe pensato cinque anni fa che l’Apple watch sarebbe stato lanciato sul mercato? I proprietari dei marchi devono offrire ciò che desiderano i clienti, compresi imballaggi più intelligenti che si integrano in uno stile di vita basato sulle tecnologie digitali.»

Diverse applicazioni presenti sul mercato coinvolgono la tecnologia mobile. Per esempio, le applicazioni di realtà aumentata (AR) sugli imballaggi, con Blippar come pioniere, che consentono agli utenti di guardare semplicemente un oggetto attraverso la fotocamera del loro smartphone per attivare immediatamente una ricerca digitale e scaricare informazioni dal Web. Durante una recente campagna condotta per Perrier, l’invito rivolto ai clienti a scuotere il loro telefono come se fosse uno shaker per cocktail per visualizzare una ricetta si è dimostrato un modo innovativo per presentare l’idea generale e aggiungere un elemento divertente usando la tecnologia a proprio vantaggio.

Anziché posizionare un’icona sull’imballaggio per promuovere l’interazione, lo specialista di prestampa Reproflex3 con sede nel Regno Unito si è avvalso della propria tecnologia di scansione proprietaria «PackLinc» che integra un codice nascosto nell’inchiostro stesso, consentendo al consumatore di impiegare in modo efficiente l’intera confezione come fosse un portale. Applicato di recente a una tiratura limitata della confezione di patatine per bambini Pom-Bear, il sistema è stato insignito lo scorso anno del premio Efia (European Flexographic Industry Association) e del prestigioso premio Starpack gold. Il direttore di Efia, Debbie Waldron-Hoines, afferma che «I proprietari dei marchi hanno bisogno di una maggiore comprensione dei processi in modo da poter contribuire all’adozione di decisioni ponderate in merito a ciò che è meglio per il loro marchio. Sia la stampa digitale che quella flessografica possono lavorare assieme in modo meraviglioso per potenziare il marchio.»

Sostenere la sicurezza del prodotto e di conseguenza anche l’integrità del marchio è un altro ovvio percorso attualmente esplorato dalle tecnologie intelligenti. Un cartellino sensore NFC (near-field communication) completamente stampato sviluppato da Thin Film Electronics per il whisky Johnnie Walker di Diageo si propone come dispositivo di protezione e anticontraffazione e consente l’interazione con gli smartphone per offrire consigli e informazioni.

Poiché molte delle informazioni attualmente prestampate e riportate sulle etichette che è necessario visualizzare sulla confezione verranno gradualmente eliminate, è possibile immaginare il potenziale di branding offerto da quello spazio che resterà finalmente libero. I marchi occupano attualmente solamente il 40% della superficie dell’imballaggio per il loro scopo primario. Tuttavia, se un piccolo codice a barre interattivo sarà in grado di rispondere a tutti i requisiti normativi e legali, il 90% della superficie di stampa potrebbe risultare libera per promuovere il marketing del prodotto.

«Paradossalmente, il collegamento più pratico tra marchio e consumatore potrebbe implicare un semplice aggiornamento del codice a barre lineare al formato 2D,» spiega Craig Sobie, account manager globale di Domino Printing Sciences. «I proprietari dei marchi devono ancora comprendere appieno il potenziale che offre un codice che può essere letto da una macchina e che non contiene solo moltissimi più dati ma che presenta anche lo stesso formato o addirittura un formato più ridotto rispetto a un codice visibile all’occhio umano, e che può essere anche più economico.»

«Che si tratti di prodotti in grado di comunicare con un tablet o di inchiostri termocromici sensibili a temperatura o al tempo trascorso che indicano quando la propria birra è fresca al punto giusto o che rassicurano il consumatore che la carne confezionata può essere consumata senza problemi, l’elemento di interattività risponde a tutte le esigenze dei proprietari dei marchi lungimiranti,» Eef de Ferrante, il direttore generale della Active & Intelligent Packaging Industry Association (Aipia).

«I proprietari dei marchi devono rispondere alle sfide che implicano contraffazione, sicurezza dei prodotti nella supply chain, fidelizzazione dei clienti e gestione dei «big data». La protezione del marchio e un marketing migliore dei loro prodotti sono importanti punti di partenza per evitare un possibile danno alla reputazione e per risparmiare denaro.»

Un imballaggio stampato innovativo e accattivante rappresenta un investimento minimo per la creazione di una base clienti fidelizzata e duratura, conclude Des King. Mentre i consumatori possono avvalersi di una versatilità mai sperimentata in precedenza nello scegliere in che modo e dove possono raccogliere informazioni e attraverso quale dispositivo per stabilire le preferenze dei prodotti, l’imballaggio offre ai proprietari dei marchi un’opportunità garantita in modo esclusivo per controllare in che modo comunicare con i potenziali clienti, in modo diretto in negozio, presso il punto di acquisto vero e proprio. Non sorprende quindi il fatto che le modalità di stampa degli imballaggi occuperanno una posizione privilegiata in occasione di drupa 2016.

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I sistemi e le soluzioni adeguati per rispondere a tutti questi elementi essenziali non sono solo già disponibili per i fornitori di servizi di stampa, ma vengono anche continuamente aggiornati e ampliati. Le applicazioni volte a favorire la sinergia tra testo stampato e grafica, Internet e i social media attraverso lo sviluppo di interattività sull’imballaggio stesso con accesso tramite tecnologia mobile intelligente rappresenteranno un’area importante di interesse da parte dei visitatori a Düsseldorf.

Conselvan è stato confermato alla presidenza di Atif

Il Presidente di Atif, Sante Conselvan.
Il Presidente di Atif, Sante Conselvan.
Il neoeletto Presidente di Atif, Sante Conselvan.

«Con questo secondo mandato il mio impegno sarà rivolto soprattutto nel portare a termine quanto avviato nel primo triennio, con una particolare attenzione alla costituzione del centro tecnologico e al consolidamento di FTA Europe, all’interno della quale l’Italia svolge un ruolo importante anche per la Presidenza affidata al nostro Paese». Sante Conselvan (I&C) ha esordito così dopo la riconferma da parte della base associativa della sua carica di Presidente di Atif.

Ad affiancarlo il Vice Presidente Massimo Radice (CoraPack), già Presidente dell’Associazione che lo supporterà insieme ai componenti il Consiglio Direttivo che è stato ampliato e rinnovato.

Oltre alla riconferma di Enrico Albani (Simonazzi), Marco Calcagni (Omet), Giulia Rossini (Rossini), Adolfo Tommasi (Ditom), Andrea Vergnano (Dighital Flex) sono entrati a far parte del Consiglio Paolo Bellocchio (Grafikontrol), Andrea Dallavalle (KBA Flexotecnica), Marco Gambardella (Bioplast), Massimo Gionta (Praxair) e Stefano Russo (Uteco).

Nel corso dell’Assemblea dei Soci Conselvan ha illustrato le attività avviate nel primo triennio del suo mandato che ha visto un considerevole incremento della base associativa, l’impostazione del progetto di costituzione del centro tecnologico, la fondazione dell’Associazione Flessografica Europea, l’avvio del premio BestInFlexo e dei corsi di formazione oltre che del consolidamento del Flexo Day caratterizzato da una sempre più ampia partecipazione di esperti internazionali.

Ipack-Ima passa di mano

Ipack-Ima, la fiera triennale b2b dedicata al settore del packaging e del confezionamento food e non food, è stata venduta da Centrexpo a Fiera Milano, che in questo modo completa le sinergie tra eventi del polo alimentare. Il prezzo di acquisto è fissato in 2,5 milioni di euro, che saranno corrisposti al closing dell’operazione solo dopo le opportune verifiche della situazione patrimoniale e della posizione finanziaria della Spa. Nell’ultimo biennio, in assenza della manifestazione, Ipack-Ima ha registrato perdite nette di 2 milioni di euro nel 2013 e di 1,4 milioni nel 2014, mentre il fatturato previsionale per il 2015 è di oltre 16 milioni di euro con un margine operativo lordo di circa 3,5 milioni di euro.

Il debutto della stampante iGen 5 di Xerox

Grazie alla piattaforma di stampa iGen, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche.
Grazie alla piattaforma di stampa iGen, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche.

Quali strategie si potrebbero adottare per migliorare ulteriormente la piattaforma più produttiva nel settore della stampa digitale di produzione a colori? Aggiungere l’opzione di un quinto colore, prolungare il tempo di attività di stampa e offrire la possibilità di scegliere tra diverse velocità. Questo è il biglietto da visita con cui si presenta la nuova stampante iGen®5 di Xerox, in grado di fornire tutte le soluzioni – tecnologia, flussi di lavoro e strumenti per lo sviluppo del business – di cui i clienti hanno bisogno per raggiungere il successo.

Secondo lo studio condotto da InfoTrends (Global Production Printing and Copying Market Forecast: 2013-2018), il mercato della stampa digitale a colori di produzione di fascia alta crescerà, passando dai 60 miliardi di pagine attuali a 87 miliardi di pagine entro il 2018, fornendo quindi significative opportunità di crescita ai fornitori di servizi di stampa.

Migliaia di stampanti iGen stanno già dando il loro supporto nella produzione di miliardi di brochure, poster, libri fotografici e comunicazioni tramite direct mailing, tutti in grado di generare un consistente aumento delle vendite e caratterizzati da elevata qualità, grazie alla possibilità di personalizzazione e ai colori sempre brillanti. Grazie alla piattaforma di stampa iGen, inoltre, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche, la serie iGen si qualifica come la più produttiva sul mercato nel settore delle stampanti digitali. E questo slancio non sembra destinato ad arrestarsi.

«Con l’introduzione della piattaforma iGen, nel 2002, abbiamo dato il via a una rivoluzione nella stampa digitale a colori», ha affermato Andrew Copley, Presidente della Divisione Graphic Communications Operations di Xerox Technology. «E ancora oggi continuiamo ad anticipare e a rispondere al cambiamento, trovando sempre nuove modalità di conversione delle pagine da offset. La stampante iGen 5 può essere completamente personalizzata così da andare incontro alle esigenze di volume di pagine, tipi di applicazione e colore, mantenendo, allo stesso tempo, un tempo di attività di stampa che non ha eguali sul mercato».

I fornitori di servizi di stampa possono scegliere la stampante iGen 5 150, capace di stampare 150 pagine al minuto, oppure le versioni iGen 5 120 e iGen 5 90, che stampano rispettivamente 120 e 90 pagine al minuto; inoltre, grazie alla nuova architettura scalabile, il passaggio tra le diverse velocità di stampa è molto semplice.

L’introduzione di un quinto colore opzionale aumenta le capacità di riprodurre una gamma di colori Pantone o di tinte piatte, senza per questo ostacolare la produttività. Le opzioni di colore arancio, verde o blu integrano i quattro colori tradizionali ciano, magenta, giallo e nero (CMYK), permettendo di poter servire finalmente anche le basse tirature di quei clienti i cui colori aziendali erano difficilmente riproducibili dalla stampa digitale.

L’ampia varietà di strumenti automatici per l’abbinamento dei colori, di controllo qualità e della preparazione dei lavori, assicurano il maggior tempo di attività possibile incrementando il passaggio di pagine a maggior valore aggiunto all’interno dell’organizzazione.

Le altre caratteristiche della stampante includono:

  • Le soluzioni EFI Fiery oppure FreeFlow Print Server di Xerox, per automatizzare e integrare il flusso di lavoro dal momento dell’ordine fino alla fine.
  • La possibilità di scegliere toner standard oppure quelli a effetto opaco, così da aumentare le capacità della stampante di creare applicazioni uniche e accattivanti.
  • L’impiego di fogli delle dimensioni di 660mm permette la realizzazione di nuovi lavori e applicazioni, come brochure a 6 facciate, inserti pieghevoli e cartellette, ma anche campagne di direct-mailing.
  • Una qualità dell’immagine prevedibile e affidabile, ottenuta grazie alla risoluzione di 2400×2400 dpi e alle soluzioni Object Oriented Halftoning, Xerox Confident Colour e Auto Density Control.
  • Una vasta scelta di soluzioni per la rifinitura in linea, tra cui IntegratedPLUS Finishing e Dual Mode Sheet Feeder di Xerox, per gestire lavori che necessitano di rifiniture differenti.

La stampante iGen 5 integra l’offerta attualmente presente all’interno della serie iGen – iGen 150 e iGen4 Diamond Edition – ampliando costantemente la gamma di applicazioni che si possono produrre grazie al portfolio Xerox, leader nel settore per la stampa di produzione a colori.

Disponibilità

La stampante iGen 5 150 e il server EFI sono già disponibili in tutto il mondo. Le stampanti iGen 5 120 e iGen 5 90, insieme alla soluzione FreeFlow Print Server di Xerox, saranno disponibili da settembre.

Grazie alla piattaforma di stampa iGen, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche.
Grazie alla piattaforma di stampa iGen, la produttività può aumentare del 25%, poiché viene speso meno tempo nelle attività di ristampa, controllo qualità e preparazione dei lavori; grazie a queste caratteristiche.

Il I Congresso Internazionale sull’innovazione tecnologica nell’industria dell’imballaggio

Advances in the packaging Industry, API, è il convegno, organizzato da Giflex, che unirà il mondo accademico e della ricerca istituzionale con quello industriale dell’intera filiera dell’imballaggio, dai produttori di materie prime agli utilizzatori finali.
Verranno trattati diversi aspetti scientifici e tecnologici di interesse per l’industria di trasformazione dell’imballaggio, in particolare di quello flessibile, con tematiche quali i sistemi per la sostenibilità di filiera, le proprietà funzionali dei substrati per imballaggio, la valutazione dei rischi nell’industria di trasformazione, la reologia dei prodotti utilizzati nella stampa.
Si sottolinea che il settore della trasformazione degli imballaggi flessibili è rilevante in Italia contando numerose aziende produttrici di rilievo nazionale ed internazionale.
Si prevede la partecipazione di circa 250 tra Docenti, Ricercatori e Rappresentanti del mondo industriale provenienti da tutto il mondo.

Presidenti del Congresso sono il prof. Domenico Acierno, Presidente del Centro Regionale di Competenza Tecnologie e Il Dr. Michele Guala, Presidente della Giflex, Associazione Nazionale delle Aziende Trasformatrici di Imballaggi Flessibili.
Responsabili delle sessioni scientifiche sono la Prof.ssa Loredana Incarnato del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università degli Studi di Salerno e la Prof.ssa Almerinda Di Benedetto, del Dipartimento di Ingegneria Chimica, dei Materiali e della Produzione Industriale dell’Università degli Studi di Napoli Federico II di Napoli.

È stato costituito un autorevole comitato scientifico di cui fanno parte tra gli altri, il Prof. Luigi Nicolais, Presidente del CNR, il Prof. Giuseppe Marrucci, Professore Emerito di Principi di ingegneria Chimica dell’Università Federico II, il Prof. Hans Pasman della A&M University in Texas ed il Prof. Josè Maria Lagaron dello IATA (Institute of Agrochemistry and Food Technology) di Valencia, garante dell’elevato livello scientifico della manifestazione.

Paolo Culicchi riconfermato alla Presidenza di Assocarta

Paolo Culicchi, riconfermato Presidente di Assocarta.
Paolo Culicchi, riconfermato Presidente di Assocarta.
Paolo Culicchi, riconfermato Presidente di Assocarta.

L’assemblea di Assocarta che si è tenuta a Roma il 25 giugno scorso ha deciso di costruire un unico soggetto, in sintonia con la decisione presa il 18 giugno 2015 da Assografici. Il percorso per la costituzione del nuovo soggetto, una federazione allargata, durerà due anni e avrà come punti d’arrivo le assemblee del 2107 (Della riforma Pesenti pubblicheremo un articolo sul numero di settembre, con intervista a Claudio C

«Avevamo già costituito la Federazione della Filiera della Carta e della Grafica, alcuni anni fa, poi nel 2014 è arrivata la riforma Pesenti di Confindustria – ha detto il presidente, riconfermato, di Assocarta Paolo Culicchi. Abbiamo iniziato un percorso inedito tra le associazioni di categoria. Il nuovo soggetto potrà tutelare al meglio gli interessi di entrambi i settori, ponendosi come un soggetto unico rispetto a tutti gli stakeholder». Durante la sua relazione Culicchi ha insistito sul problema di crescente gravità per il nostro Pese, il costo dell’energia, che per il settore cartario ha un incidenza tra il 20 e il 45%, con un costo complessivo di 1,1 miliardi di Euro: il 17% del fatturato. E ben il 14% della bolletta, pari a 160 milioni di Euro è rappresentato dagli oneri di sistema, mentre sul fronte del prezzo la differenza rispetto agli altri paesi europei è notevole: 140 euro/MWh in Italia, conto i 60 €/MWh della Francia e i 50 della Germania. «Gli oneri di sistema sono triplicati – ha proseguito Culicchi – passando da 16,65 €/MWh a 49,71 €/MWh. Si tratta di livelli elevati che sono destinati a durare per 20 anni, con una spesa di circa 250 miliardi di Euro: il 10% del debito pubblico italiano».

Nell’Assemblea Acimga confermati i vertici dell’Associazione

Marco Calcagni (Omet) confermato Presidente di ACIMGA per il biennio 2015-2016.
1. Internationale Package Printing Conference
Marco Calcagni (Omet) confermato Presidente di ACIMGA per il biennio 2015-2016.
Marco Calcagni (Omet) confermato Presidente di ACIMGA per il biennio 2015-2016.

È un comparto che ha continuato a crescere anche negli anni più difficili della crisi del manifatturiero, esporta i tre quarti della produzione e gode di una indiscussa leadership a livello mondiale. Si tratta dell’insieme delle aziende produttrici di macchine per l’industria grafica, cartotecnica e del converting. Un segmento della meccanica strumentale italiana che conta 150 aziende, circa 7.000 occupati e un fatturato aggregato che lo scorso anno ha raggiunto quota 2,1 miliardi di euro, in crescita del 2,9% rispetto al 2013.

Le realtà più rappresentative sono riunite in Acimga (Associazione dei Costruttori di Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e affini, aderente a Confindustria), che da un anno a questa parte, sotto la guida di Marco Calcagni, in parallelo con la nuova accelerata negli indicatori economici di riferimento, ha inaugurato la fase 2.0 dell’associazionismo, evolvendo dalla tutela degli interessi particolari alla relazione, dalla compartimentazione al network, dalla settorializzazione alla promozione di filiera.
Giovedì 2 luglio, in occasione dell’assemblea annuale, sono stati resi noti i dati congiunturali aggiornati che, accanto al fatturato in aumento ed alla stabilità degli occupati, mettono a segno una quota di fatturato estero pari al 74,8%, fra i più elevati in assoluto dell’industria manifatturiera italiana, in crescita rispetto agli anni precedenti del 2,6% sul 2013 e del 3,3% sul 2012. Di segno ampiamente positivo il saldo commerciale di settore, passato da 1,12 a oltre 1,15 miliardi di euro (+2,7%), malgrado siano aumentati i flussi d’importazione su un mercato interno che ha dato segnali di ripresa dopo un quadriennio di difficoltà.
Le tecnologie italiane riscuotono grande apprezzamento a livello internazionale: il nostro Paese, secondo solo alla Germania e davanti a USA e Cina è fra i primi quattro esportatori mondiali e fra questi, lo scorso anno, è risultato primo per saldo di crescita sul totale dei flussi di esportazione.

Marco Calcagni (Omet) è confermato Presidente di Acimga per il biennio 2015-2016. Calcagni, sarà affiancato dal Vice Presidente Aldo Peretti (Uteco Converting) e dalle seguenti cariche associative.
Consiglio Direttivo
Daniele Barbui (ACE di Barbui Davide&Figli), Giovanni Cama (Cason), Costanza Cerutti (Cerutti Packaging  Equipment), Paolo De Grandis (Grafikontrol), Daniele Vaglietti (IMS Deltamatic), Claudio Bisogni (KBA-Flexotecnica), Giorgio Petratto (Petratto), Emilio Della Torre (Simec Group), Fabrizio Della Casa (Sitma Machinery), Felice Rossini past president (Rossini).
Collegio dei Probiviri
Flavio D’Andria, Angelo Colombo, Stefano Lavorini.
Revisori dei Conti
Simona Ruzzenenti, Pierangelo Colombi, Sante Conselvan (Gama).
Andrea Briganti, segretario generale.

Audipress analizza le abitudini di lettura della classe sociale “top”

IS185-014Con il suo primo focus di approfondimento, Audipress – l’indagine ufficiale di riferimento per la lettura della stampa quotidiana e periodica in Italia – rileva l’esperienza della lettura nel target TOP. «Ogni giorno più della metà degli italiani di questo segmento legge un quotidiano, +16,4% rispetto alla popolazione totale, e anche per i settimanali e i mensili crescono le differenze rispetto alla media nazionale, +4% per i lettori dei settimanali e +12,8% per i lettori dei mensili». Così il Presidente di Audipress, Maurizio Costa, nel rilevare come questi numeri dimostrino quanto e come il mezzo stampa sia presente nella dieta mediatica di questo qualificato segmento della popolazione, selezionato in base allo status sociale e alle caratteristiche professionali.
L’introduzione della versione digitale dei giornali ha portato la readership complessiva del segmento TOP a un livello superiore, moltiplicando le possibilità di lettura. Sottolinea infatti Costa che «tra questi lettori è più che doppia la quota di coloro che leggono su entrambi i supporti, cartaceo e digitale, rispetto alla popolazione totale (10,7% vs 4,8%)».
La fruizione del mezzo stampa è integrata nelle abitudini del target in tutte le sue declinazioni sociodemografiche (sesso, classi di età, eccetera), mentre non sembra influenzata dalle aree geografiche o dalla diversa ampiezza dei comuni. Il legame con il mezzo è confermato anche dal prevalere della copia comprata personalmente o in famiglia e da una fedeltà di lettura sopra la media.
I dati pubblicati per il target Top sono il risultato di un’elaborazione ad hoc effettuata da Doxa sulla banca dati Audipress 2015/I. Per la costruzione del segmento è stata selezionata l’elite (classe sociale superiore) alla quale si è aggiunta una quota di individui appartenenti alla classe sociale medio superiore con professione (propria o del capofamiglia) di livello elevato, come imprenditori, liberi professionisti, dirigenti, quadri. La combinazione delle variabili prescelte ha permesso di estrarre una quota corrispondente all’8% della popolazione adulta italiana (14 anni e oltre), con caratteristiche socio-demografiche corrispondenti a quelle dei maggiori percettori di reddito.
Con questo primo approfondimento – informa il Presidente Costa – «si avvia un nuovo percorso che prevederà ulteriori focus sui comportamenti di lettura della popolazione italiana, periodicamente resi disponibili sul sito dell’Istituto, valorizzando i dati della ricerca».

Thomann AG è la prima legatoria elvetica a investire nella Vareo

Müller Martini ha presentato per la prima volta al pubblico la nuova brossuratrice Vareo un paio di mesi fa agli Hunkeler Innovationdays di Lucerna, a pochi chilometri dalla sede della legatoria industriale W. Thomann AG.
Müller Martini ha presentato per la prima volta al pubblico la nuova brossuratrice Vareo un paio di mesi fa agli Hunkeler Innovationdays di Lucerna, a pochi chilometri dalla sede della legatoria industriale W. Thomann AG.

«Da questo impianto ci aspettiamo una maggiore efficienza nella produzione delle piccole tirature e una qualità ancora più elevata», afferma il direttore generale Reto Thomann.

Thomann AG, azienda specializzata in prodotti pregiati di nicchia di formato grande e piccolo, spesso provvisti di alette, è legata a Müller Martini da una partnership di lunga data. Dal 2001 la ditta si affida a un’accavallatrice-cucitrice Bravo T. Inoltre, ha utilizzato per anni una brossuratrice Baby Pony, che cinque anni fa è stata sostituita da una Eurobind 600 di Heidelberg e il prossimo settembre lascerà il posto alla Vareo di Müller Martini. La nuova brossuratrice della legatoria di Lucerna è dotata di un sistema di incollatura con ugello PUR sul dorso blocco libro, un dispositivo di misurazione dello spessore del blocco, una stazione di misurazione del formato, due ruote per alette, un’uscita a pila semplice automatica e aspirazione della polvere di fresatura e dei vapori della colla.

Aumentano le piccole tirature

«La nostra brossuratrice di oggi è ancora in ottime condizioni», spiega il direttore generale Reto Thomann, i cui genitori Irène e Werner Thomann hanno fondato nel 1969 l’azienda a conduzione familiare con un organico attuale di dodici collaboratori. «Tuttavia, dalla Vareo – che è perfetta per il nostro portafoglio di prodotti – ci aspettiamo una maggiore efficienza nella produzione delle piccole tirature, scadenze più ridotte, una più ampia gamma di formati e anche una qualità ancora più elevata, grazie al convincente ugello PUR».

L’aumento continuo delle piccole tirature registrato da W. Thomann AG, che lavora esclusivamente per tipografie elvetiche, è dovuto anche alla crescita costante delle segnature stampate in digitale. Se le tirature medie di libri, cataloghi e opuscoli stampati con il procedimento offset si aggirano sulle 500 copie circa, per la stampa digitale sono 150. Tuttavia, è sempre più frequente anche la rilegatura di commesse con tirature singole, per esempio rapporti di gestione personalizzati con tirature totali fino a 50 copie. «Per sopravvivere in un contesto di aspra concorrenza, la brossura deve essere di qualità impeccabile a partire da tirature da 1 copia», afferma convinto Reto Thomann.

Tra ganasce prensili servocontrollate

Oltre che per il convincente sistema a tre ganasce prensili, la legatoria professionale di Lucerna si dichiara entusiasta soprattutto del servocomando della nuova Vareo, che è stato presentato in anteprima mondiale agli Hunkeler Innovationdays di Lucerna lo scorso febbraio e, con una resa meccanica fino a 1.350 cicli all’ora, garantisce la massima flessibilità. La tecnologia che prevede l’azionamento separato di ogni singola pinza combina per la prima volta, in una sola macchina, i vantaggi del comando continuo e discontinuo. Riguardo alla qualità del prodotto finale, il fatto che la Vareo esegua movimenti asincroni significa che ogni passo della lavorazione può essere eseguito esattamente nel momento più utile a garantire la massima qualità del prodotto, a es. con velocità di superamento ottimizzate o maggiori tempi di pressatura delle copertine. E tutto questo mantenendo costanti le prestazioni complessive del processo.

Müller Martini ha presentato per la prima volta al pubblico la nuova brossuratrice Vareo un paio di mesi fa agli Hunkeler Innovationdays di Lucerna, a pochi chilometri dalla sede della legatoria industriale W. Thomann AG.
Müller Martini ha presentato per la prima volta al pubblico la nuova brossuratrice Vareo un paio di mesi fa agli Hunkeler Innovationdays di Lucerna, a pochi chilometri dalla sede della legatoria industriale W. Thomann AG.