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Tecniche Nuove cresce ancora con l’acquisizione di REDA

Il Gruppo editoriale Tecniche Nuove SpA ha espanso la sua offerta formativa attraverso l’acquisizione completa del ramo d’azienda REDA (Ramo Editoriale degli Agricoltori) da La Scuola SpA. REDA rappresenta un pilastro nella fornitura di testi scolastici destinati agli Istituti Tecnici Agrari e agli Istituti Professionali Agrari, vantando un catalogo di più di 50 pubblicazioni che coprono le venti discipline fondamentali per formare i futuri professionisti nel campo agroalimentare, un settore che contribuisce quasi a un terzo del PIL nazionale. Il valore dell’offerta è ulteriormente ampliato da una varietà di risorse digitali e multimediali, tra cui video, mappe, lezioni, esercizi interattivi, webinar, tutorial e molti altri strumenti, per arricchire l’esperienza educativa di studenti e insegnanti. A queste risorse si aggiungono numerosi titoli professionali, rafforzando ulteriormente il catalogo.

«Nell’anno che celebra i 60 anni di attività del gruppo, abbiamo voluto completare l’offerta formativa creando una connessione con i futuri lettori delle nostre piattaforme di informazione e comunicazione – dichiara Ivo Alfonso Nardella, presidente e AD di Tecniche Nuove – L’acquisizione del ramo d’azienda è l’inizio di un percorso comune con La Scuola SpA che ci vedrà sempre più partner nell’offerta formativa per i licei e gli istituti tecnici e professionali dei settori coperti dal Gruppo primi fra tutti l’agroalimentare e il manufacturing che rimane di gran lunga l’ambito in cui c’è più richiesta di diplomati Its con circa 14.300 entrate l’anno».

«Sono molto soddisfatto per questa operazione – dichiara Giorgio Riva, amministratore delegato del Gruppo La Scuola – che vedrà il rafforzamento dell’offerta educativa nel settore agroalimentare, grazie alle competenze del Gruppo Tecniche Nuove, e della promozione e distribuzione dei prodotti Reda grazie alla rete commerciale del Gruppo La Scuola. La partnership consentirà di sviluppare anche ulteriori iniziative in ambiti disciplinari, a partire dalle competenze e dalle posizioni di leadership dei due Gruppi».

Una conoscenza che viene da lontano

Fondata negli anni ’30 del secolo scorso, REDA ha rappresentato e rappresenta a tutt’oggi un punto di riferimento per studenti, operatori, tecnici e studiosi del settore agrario e agroalimentare. Riconosciuta per aver pubblicato l’opera monumentale “Enciclopedia Agraria” edita in 12 volumi e il “Manuale dell’Agronomo” il mitico “Tassinari” strumento di studio e di lavoro per intere generazioni dal 1941 ancora in catalogo con le sue versioni sempre aggiornate. Una produzione tecnico-didattica innovativa e in continua crescita, che allarga i propri orizzonti anche oltre all’ambito agroambientale e territoriale. Il catalogo REDA continuerà ad essere distribuito e promosso dal Gruppo Editoriale La Scuola SpA.

Grafiche Arrara, 100° anniversario con la nuova Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm

Grafiche Arrara è un’importante azienda di stampa con una tradizione che risale al 1923. Con un team di 11 professionisti, l’azienda è specializzata in una vasta gamma di prodotti, come biglietti da visita, brochure, cartoline, stampa di grande formato e stampa diretta su supporti rigidi. L’azienda, oltre alla attività di stampa, offre servizi di graphic design.

In occasione della celebrazione del centenario di attività Grafiche Arrara ha investito in una Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm a giugno 2023, puntando sulla digitalizzazione e sui suoi numerosi vantaggi.

Fabio Peviani, CEO di Grafiche Arrara, commenta: “La decisione di investire nella Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm è stata determinata dalla nostra volontà di rinnovamento, perché sapevamo bene quali potenzialità potesse garantirci la sostituzione delle vecchie attrezzature con tecnologie all’avanguardia”.

Questa installazione non è la prima esperienza di Grafiche Arrara con Fujifilm, dato che in passato aveva già investito in una Acuity LED 1600, ma un’ulteriore conferma della sua fiducia nella tecnologia e nel supporto di Fujifilm.

Peviani commenta: “L’integrazione della stampante Jet Press 750S High Speed Model rappresenta un passo avanti di Grafiche Arrara nella tecnologia commerciale inkjet. Il risultato è stato il notevole miglioramento dell’efficienza in generale e la velocizzazione della stampa di lavori che in precedenza richiedevano la preparazione di lastre, avviamenti offset e lavorazioni esterne.”

Peviani commenta: “Il feedback dei clienti rispecchia la grande soddisfazione per la qualità dei prodotti realizzati con Jet Press 750S High Speed Model. I clienti non hanno notato alcuna differenza con i prodotti realizzati in offset”.

Grafiche Arrara, riconoscendo le costanti sfide del settore, tra cui la concorrenza della stampa online e la necessità di maggiori velocità di stampa, dichiara che grazie alla nuova macchina e alla collaborazione con Fujifilm potrà far fronte con efficacia a questi problemi.

Peviani aggiunge: “Unitamente alla nuova Jet Press 750S High Speed Model, anche le nostre relazioni con Fujifilm ci aiutano ad attirare nuovi clienti, a fornire stampe di qualità superiore, a garantire una maggiore produttività e ad aumentare la nostra competitività nel settore. Sappiamo che possiamo affrontare con sicurezza tali sfide e proseguire nel nostro percorso di crescita aziendale”.

Taro Aoki, head of digital press solutions, Fujifilm Europe, commenta: “L’installazione di Jet Press 750S High Speed Model di Fujifilm da parte di Grafiche Arrara è un’importante pietra miliare che rientra perfettamente nello straordinario impegno dell’azienda, ormai centenaria, in favore di innovazione e crescita sostenuta. Noi di Fujifilm non siamo semplici fornitori di tecnologie all’avanguardia, ma partner orgogliosi nel viaggio intrapreso da Grafiche Arrara per migliorare le possibilità di stampa. Questa partnership sottolinea la nostra visione condivisa per andare oltre i limiti delle possibilità nella tecnologia di stampa e permettere alle aziende di prosperare in un mercato dinamico. Ci auguriamo di avere una lunga e continua collaborazione con Grafiche Arrara, durante questo viaggio per entrare in una nuova era di efficienza ed eccellenza”.

Congresso Giflex, “Flessibile: un packaging da raccontare”

Torna il tradizionale appuntamento primaverile di Giflex, Gruppo Imballaggio Flessibile, in programma a Roma, il 17 e 18 aprile prossimi, presso l’Hotel Villa Pamphili, evento di approfondimento e networking per gli stakeholder del packaging flessibile.

La due giorni romana, dal titolo Flessibile: un packaging da raccontare”, ospiterà importanti presenze istituzionali e autorevoli relatori al fine di approfondire ed esplorare i temi chiave del programma:

  • Geopolitica: Europa, Cina e Stati Uniti nello scenario globale
  • Il ruolo del packaging per la brand reputation: percezioni, valutazioni e aspettative del consumatore
  • Sostenibilità: Linee guida LCA e fine vita del packaging flessibile
  • Packaging &Packaging Waste Regulation: atti finali e ricadute

“Nonostante scenari internazionali estremamente complicati e dibattiti sul futuro del packaging troppo spesso contaminati da un ecologismo radicale che non considera tutte le complesse componenti in campo, è nostro dovere continuare a raccontare di temi che impattano sul nostro presente e comprendere come procedere senza compromettere le esigenze delle nuove generazioni”, dichiara il presidente di Giflex, Alberto Palaveri.

Fedrigoni rafforza la presenza nel mercato asiatico

Con l’acquisizione di Arjowiggins Hkk3 Limited, 1,3 milioni di euro di fatturato, Il Gruppo Fedrigoni diventa proprietario di Arjowiggins China e della cartiera di Quzhou, protagonista mondiale nella produzione di carte traslucide, vendute con i marchi Gateway e Sylvicta. In questo modo Fedrigoni Special Papers, la business unit specializzata nelle carte speciali di alta gamma, compie un ulteriore step di crescita. Ne parliamo con Marco Nespolo, AD di Fedrigoni.

Dopo aver stretto un anno fa una partnership industriale con Arjowiggins HKK3 Limited, Fedrigoni ne ha rilevato, sul finire del 2023, l’intero capitale sociale. Nell’operazione è incluso il controllo totale di Arjowiggins China che permette al gruppo veneto di acquisire il suo primo impianto cinese, la cartiera di Quzhou, e di ottenere un considerevole presidio sul mercato asiatico. La cartiera, situata nella provincia di Zhejiang, non è uno stabilimento qualsiasi: impiega 130 lavoratori e produce circa 7mila tonnellate di carte traslucide per applicazioni che vanno dall’advertising all’industrial design, dal luxury al food packaging. Si tratta di un vero e proprio player di rifermento in questo segmento e ciò rende particolarmente significativa l’acquisizione da parte di Fedrigoni. Il produttore italiano infatti non solo rafforza la propria presenza in Asia, dove peraltro ha già un’ampia rete di distribuzione in Cina, Hong Kong, Filippine, Indonesia e Bangladesh, compresi undici magazzini, un impianto produttivo di materiali autoadesivi e uno di inserti e tag RFID a Guangzhou, ma espande il portafoglio prodotti nel mercato delle carte traslucide che oggi godono di grande considerazione presso le aziende clienti perché hanno il potenziale per sostituire sempre più la plastica nel packaging in quanto monomateriale riciclabile al 100%.

Carte, cioè, un tempo impiegate per il disegno architettonico e che ora trovano ampio utilizzo nel packaging food e non food e che, a parità di robustezza, idrorepellenza e igiene, sono enormemente più sostenibili della plastica.

Cavalcare la transizione dalla plastica alla carta

«L’acquisizione di Arjowiggins China» spiega a Paper Industry World, Marco Nespolo, Ceo di Fedrigoni «è strategica per rispondere all’esigenza sempre più sentita dall’industria del lusso globale, non solo del mondo asiatico, di avere a disposizione soluzioni performanti per sostituire la plastica con carte dalle medesime caratteristiche, ma ovviamente molto meno impattanti per l’ambiente, il cosiddetto plastic-to-paper, richiesto ormai in moltissime applicazioni. Avere arricchito la nostra offerta con le carte traslucide prodotte dalla cartiera di Quzhou, specializzata proprio in questo segmento, ci permette di essere ottimamente posizionati. Inoltre, in Cina il mercato del packaging di lusso è molto grande: moltissime confezioni che vediamo in Europa, infatti, sono realizzate da aziende manifatturiere cinesi. Questa acquisizione consente a Fedrigoni di entrare in contatto con converter cinesi che esportano nel mercato globale e, allo stesso tempo, di lavorare con aziende che producono per il mercato locale».

Packaging alimentare a packaging cosmetico: un’area in forte sviluppo

«Grazie all’acquisizione della cartiera di Quzhou e alla produzione di carte traslucide sempre più performanti» prosegue Nespolo «potremo imprimere un forte boost al nostro posizionamento sul packaging di lusso e, nello specifico, sul premium packaging per food and beverage, oltre a rinforzare la transizione plastic to paper che ci vede protagonisti da qualche anno. Sylvicta, il prodotto più rilevante della gamma translucent, ha delle caratteristiche tecniche che consentono un perfetto utilizzo in sostituzione della plastica nel packaging di cibo, cosmetici e più in generale nel packaging di lusso: si tratta di materiali high barrier molto resistenti, completamente trasparenti, anti grasso, che non fanno penetrare ossigeno e che conservano l’aroma. Questo genere di tecnologia permette ai nostri clienti di sostituire la plastica conservandone le performance e di essere allo stesso tempo sempre più sostenibili: le nostre carte infatti sono riciclabili, compostabili e biodegradabili. L’impatto sarà forte anche sul consumatore finale che vedrà cambiare il packaging dei prodotti presenti a scaffale».

L’importanza di essere tra i first mover

«Inoltre» aggiunge Nespolo «i nostri più diretti concorrenti in quest’area non sono molti, perché si tratta ancora di un mercato di nicchia. Certo, il suo potenziale di sviluppo è assai ampio. Bisogna però dire che creare materiali di questo tipo e con questa tecnologia comporta notevoli investimenti e un’importante attività di ricerca. Nel mercato cinese il competitor più rilevante è Minfeng Special Paper, un’azienda con poco più di 1.000 dipendenti, mentre in Europa è Reflex Paper, azienda tedesca che, tra i vari prodotti, propone materiali translucent per il mercato food».

La spinta continua sull’innovazione

«Nello specifico» spiega il manager «innovare nel settore delle carte speciali significa cercare soluzioni sempre più all’avanguardia capaci di coniugare prestazioni, estetica e attenzione all’ambiente: sono più di 20 anni, infatti, che facciamo ricerca per ridurre l’impatto ambientale della nostra filiera ed elevare allo stesso tempo la creatività di marchi, designer, stampatori e converter. Si tratta di tecnologie avanzate per sviluppare specifici progetti, prodotti e applicazioni in grado di supportare i clienti nella transizione ecologica. Alcuni esempi? I sensori RFID per carte intelligenti e non solo per etichette, l’introduzione di carte realmente alternative alla plastica (antistrappo, anti unto, impermeabili, trasparenti) realizzate con fibre rinnovabili o materie prime riciclabili, come i termoformati in cellulosa, o ancora Replay, un progetto in cui la glassine, il supporto siliconato che viene separato e scartato nella fase di applicazione delle etichette autoadesive, per la prima volta diventa la parte nobile, l’etichetta decorativa che caratterizza il prodotto».

Altre M&A all’orizzonte?

«Negli ultimi anni siamo stati molto proattivi e siamo cresciuti per linee esterne. Di sicuro, la crescita per acquisizioni continua a essere uno dei nostri obiettivi, specialmente nei settori in forte sviluppo come le soluzioni RFID per carte ed etichette “intelligenti”, a cui guardano con attenzione molti dei nostri clienti, le carte speciali per usi specifici e i materiali autoadesivi innovativi. In particolare ci interessa espanderci in Nord America e in Asia-Pacific e le operazioni finanziarie che stiamo conducendo, dalla vendita degli immobili industriali all’emissione di nuovi bond, servono anche a liberare liquidità in vista di ulteriori operazioni di M&A (si veda box)». «Poi» conclude Nespolo, «per quanto riguarda la possibilità di una exit in Borsa del Gruppo, su cui in passato mi ero espresso positivamente, posso solo dire che rimane ancora un’opzione interessante ma non nell’immediato, anche perché nel capitale dell’azienda è appena entrato (a fine 2022) un secondo fondo d’investimento, BC Partners, a fianco di Bain Capital. Certamente nei prossimi cinque anni è una possibilità che valuteremo».

Perché parlare di print on demand

Lo scenario dei fornitori di servizi di stampa on line è oggi estremamente variegato: vi sono decine di siti di web to print che offrono una gamma più o meno estesa di soluzioni. Da quelli specializzati in tipologie specifiche di stampati, come il packaging a quelli più generalisti (i più) che fanno della diversificazione dell’offerta la loro forza. Per poter competere nel web, i tempi di risposta, il prezzo e la semplicità nell’esperienza d’uso devono essere elementi di forza

Parlare di print on demand o web to print potrebbe apparire anacronistico, dato che questo mercato è sicuramente consolidato e pressoché da tutti conosciuto nonché ampiamente utilizzato da singoli clienti e da aziende e da stampatori stessi. Ma proprio perché il comparto è maturo e ha raggiunto una dignità che è pari a tutti gli altri segmenti della comunicazione a mezzo stampa, vale la pena approfondire come è organizzato, quali attori compongono il panorama nazionale, regole e peculiarità.

Partiamo da un dato che proviene da una ricerca appena pubblicata da Research and Market, un importante editore americano specializzato in ricerche di mercato: «Il mercato globale del web to print stimato nel 2022 in 1,2 miliardi di dollari avrà un tasso annuo di crescita medio (CAGR) stimato del 6.6% nel periodo 2022-2030. La stampa di comunicazione e pubblicità, uno dei segmenti analizzati dallo studio registrerà un tasso di crescita del 7,1% e raggiungerà 1.1 miliardi di USD a fine periodo».

Web2print ieri

È sempre utile ripercorrere la storia di un fenomeno per comprenderne meglio i meccanismi che hanno determinato ciò che noi oggi vediamo e utilizziamo e soprattutto quale scenario ci attende per i prossimi anni, considerando che l’innovazione tecnologica in campo ICT galoppa e questo mercato è fortemente caratterizzato dall’impiego di infrastrutture informative per la gestione dei processi produttivi e per la logistica.

Il web to print ha ereditato quel fenomeno che agli inizi degli anni 2000 ha preso il nome di Print on Demand (POD) che a sua volta è stata l’espansione di un primo tentativo di stampa su richiesta che fu il Book on Demand. Nato per soddisfare l’esigenza di coprire quelle code di mercato, che nell’ambito editoriale non potevano essere gestite con i sistemi di stampa tradizionale, e che, con l’avvento dei sistemi di stampa digitale a più alta qualità e efficienza, è diventato gestibile in modo economico.

All’inizio il print on demand si è sviluppato con la stampa digitale. I sistemi di stampa laser a toner, diventando più efficienti, qualitativi ed economici in termini di costo al clic, ne hanno favorito l’impiego anche per quegli stampati che nelle piccole tirature, erano impraticabili per i processi di stampa tradizionali. Con pochi centesimi di euro al clic, un libro stampato e rilegato poteva essere prodotto al costo al di sotto di un paio di euro, in un numero di copie ridottissimo.

L’editoria individuale ha così potuto prendere l’abbrivio e pian piano il concetto si è allargato a tutti gli altri stampati che con il libro condividevano il processo produttivo, cataloghi brochure, biglietti da visita cartoline ecc…

L’aspetto che da subito si è rivelato fondamentale in questo tipo di mercato e che ancora oggi riveste il ruolo determinante nel decretare il successo di un provider di stampa, a dispetto di quello che potrebbe apparire a prima vista, e stato la capacità di finire il prodotto in modo efficiente unitamente all’interfaccia informatica (il front end) verso il cliente finale, sia questo il consumatore privato (B2C) o l’azienda (B2B). Questo, è stato all’inizio sottovalutato da parecchi attori che hanno approcciato il mercato del print on demand commettendo l’errore di considerare la stampa come il fulcro è il centro di tutto il processo. Investendo magari gran parte delle risorse per avere le migliori tecnologie, le più veloci e con la qualità più alta. Trascurando il finishing, il vero collo di bottiglia e fonte di tante inefficienze se non organizzato al meglio. Chi ha mantenuto un approccio “artigianale” con questa fase, ieri come oggi, ha rincorso un mercato che ha nei tempi di realizzazione e nell’automazione la chiave per poter essere vincente. Il secondo aspetto cruciale, Il front end, ossia la vetrina digitale, il negozio virtuale su cui effettuare i propri acquisti di prodotti stampati è il vero cuore del print on demand o del web to print che dir si voglia. Anche in questo caso chi lo ha sottovalutato non ha avuto il successo aspettato. Nel modo del web, solo i primi vincono, tutti gli altri vengono dimenticati in un limbo senza identità e invisibile alla massa dei naviganti. Internet ha contaminato la tipografia con le sue regole modificandone le abitudini e imponendo i propri ritmi, ha completamente scardinato i paradigmi temporali della produzione che hanno sempre caratterizzato i processi produttivi. Se un tempo, andando in tipografia, un cliente era disposto a considerare un’attesa di giorni o settimane per avere il proprio lavoro consegnato, e di conseguenza si organizzava per tempo nel procedere a programmare gli ordini, via via questa attitudine è venuta meno. L’operatore web to print si è dovuto quindi evolvere per dare un servizio completo dalla scelta del prodotto, alla sua configurazione fino al tracciamento della consegna, in tempo reale. Questo aspetto ha profondamente modificato l’assetto organizzativo della tipografia e ha reso indispensabile evolvere l’infrastruttura informatica necessaria per assecondarne i bisogni. Secondo me questo punto è stato cruciale nel determinare il successo di alcuni player rispetto ad altri. Chi ha spinto sull’informatizzazione ha vinto, chi ha mantenuto il focus sulla “stampa” ha perso. Purtroppo le tipografie commerciali, le prime a cogliere l’opportunità del print on demand, per loro natura sono sempre state caratterizzate da una forte connotazione “artigianale”, e da poca propensione all’automazione e informatizzazione dei processi; questo ha costituito uno scoglio per molti che non hanno fatto questo “salto culturale”. A onor del vero, forse non sono stati molto aiutati dai venditori di “tecnologie”, ovviamente focalizzati nel fornire le “macchine” ma non soluzioni intelligenti per gestire in modo integrato produzione, logistica e aspetti commerciali e di marketing. Chi ha conquistato il mercato, non a caso, è partito dall’ingegnerizzazione della piattaforma informativa di front end, back end e di CRM.

Dal libro al packaging

Oggi il web to print è un mercato allargato che abbraccia praticamente tutti i segmenti della comunicazione stampata. Dalla stampa dei prodotti librari e commerciali, al grande formato, all’oggettistica e gadget, al packaging, alle etichette, ai semplici fogli macchina. Come sempre accade quando la domanda si espande, ogni attore cerca di offrire la più ampia gamma di prodotti per coprire tutte le possibili esigenze, magari specializzandosi su alcune particolarità, mettendo in evidenza i propri punti di forza dove il prezzo può essere più competitivo. Perché comunque il prezzo da sempre rappresenta in questo mercato il fattore fondamentale di scelta. È stata un’arma a doppio taglio che inevitabilmente ha messo nelle mani del consumatore uno strumento di confronto estremamente potente. La possibilità di avere in tempo reale il prezzo finale della produzione in predicato di essere ordinata, potendone definire i dettagli tecnici in tutti gli aspetti, ha consentito e consente di fare una valutazione estremamente semplice e rapida della soluzione più conveniente. Tant’è che oggi si assiste a una lotta tra i player a colpi di strategie di marketing, basate su offerte speciali, premi di fedeltà e simili nel tentativo di accattivarsi i favori di potenziali clienti.

Oltre al prezzo un altro elemento veramente decisivo nel successo di uno stampatore on line è l’usabilità del sito di web to print. Alla stregua di un negozio, se le cose si trovano al punto giusto, sono visibili e ordinate in modo da favorire la ricerca di quello di cui si ha bisogno, così un sito deve curare al massimo quello che si chiama user experience. La maggioranza dei siti web to print ha un alto standard in questo senso, che permette di trovare e configurare il prodotto di cui si ha bisogno in modo semplificato e con pochi passaggi. È inoltre possibile memorizzare le proprie scelte per completare l’ordine anche in tempi differiti.

L’offerta di fornitori oggi è veramente variegata e consente di selezionare tra decine di diversi player che grosso modo sono in grado di proporre gli stessi prodotti, soprattutto quelli tradizionali, come opuscoli, i manifesti, biglietti e inviti. Le principali differenze che si notano sono sui tempi di consegna: i big player garantiscono anche tempi veramente brevi di soli due giorni per la consegna di un opuscolo. Gli stampatori online meno evoluti non riescono a tenere questo ritmo e inevitabilmente devono dilatare le scadenze. Mentre sul prezzo c’è un forte allineamento, anche perché come si diceva, questo è la prima discriminante che il consumatore prende in considerazione. L’evoluzione di questi ultimi anni ha portato i top player a fornire una gamma che si è arricchita anche nell’area del packaging, con le etichette e le scatole, che possono essere configurate in una gamma di forme e dimensioni piuttosto interessanti. Per i piccoli produttori che fanno vendita al dettaglio è senz’altro una risorsa interessante. Ma anche in senso quantitativo i siti web to print oggi offrono la possibilità di stampare dalle poche decine alle migliaia di copie, come le aziende commerciali classiche, grazie all’impiego dell’intera gamma delle apparecchiature di stampa, digitali e tradizionali.

L’evoluzione della stampa digitale, soprattutto nel campo dei supporti stampabili ha determinato l’incremento della gamma di prodotti offerti dai provider on line di stampati. Nell’area della stampa su carta, la possibilità di utilizzare carte di spessore e finiture importanti ha aumentato senza dubbio l’offerta. Anche se i supporti sono ancora il punto debole della proposta: non si va oltre le classiche carte patinate o usomano e forse una o due carte marcate, senza una reale scelta da un catalogo. Per la verità, credo sia abbastanza impossibile fare diversamente e chi utilizza il servizio online deve rassegnarsi a questo limite. Anche perché la vetrina on line “per definizione” non può offrire la possibilità di mostrare un reale catalogo delle carte, dove la sensazione visiva e tattile gioca un ruolo chiave. Un grande sviluppo ha avuto negli ultimi anni la proposta di stampa su materiali rigidi. Grazie all’evoluzione dei plotter di stampa flat bed e soprattutto agli inchiostri a polimerizzazione UV, un mondo di nuovi prodotti sono diventati disponibili anche per i clienti del pezzo singolo, allargando il mercato web to print al settore dell’interior decoration, alla stampa funzionale, all’arredamento. Oggi si può acquistare online la stampa su tutta la gamma di materiali rigidi standard quali forex, plexiglass, polionda, d-bond ecc.

Tutti grafici

Diventa sempre più importante riuscire a preparare correttamente i file per la stampa, visto che le possibilità offerte sono veramente tante. E naturalmente le competenze dei clienti, spesso comuni mortali e non grafici diplomati (sulle cui competenze nella preparazione dei file per la stampa ci sarebbe molto da dire ma non è questo il momento), non sono sempre adeguate a gestire in modo perfetto, colori, spazi tecnici, nobilitazioni e quant’altro. Su questo punto bisogna dire che i printer provider hanno sviluppato dei tutorial che sono piuttosto efficaci. Una volta che l’utente del servizio ha scelto la tipologia di stampato, il formato e le altre caratteristiche, nel migliore dei casi può scaricare un template in formato PDF direttamente utilizzabile per il layout degli elementi grafici oppure un documento con le istruzioni dettagliate su spazi tecnici e specifiche da tenere presente nella realizzazione dell’esecutivo per la stampa. Certo sarebbe bello che tutti si uniformassero nelle richieste, ma è chiedere troppo. Per esempio, sulla gestione delle abbondanze ci sono varie interpretazioni, certamente dovute ai differenti sistemi di stampa impiegati dai singoli stampatori.

A proposito di specifiche per la preparazione dei file è divertente che aziende appartenenti allo stesso gruppo riportino specifiche diverse per la preparazione dei file dal punto di vista cromatico. Vistaprint e Pixartprinting due colossi collegati sotto il profilo della proprietà societaria, indicano due caratterizzazioni differenti come standard a cui riferirsi. FOGRA 51 e FOGRA 52 per Vistaprint (scelta corretta) con la possibilità di scaricare il profilo colore relativo, FOGRA 39 per Pixartprinting (profilo obsoleto che non andrebbe più impiegato). Un altro servizio spesso offerto è la possibilità di eseguire un preflight per il controllo del file di stampa. Questo rappresenta un valido aiuto per entrambi, cliente e stampatore. Il primo ha la possibilità (a pagamento) di scongiurare errori tecnici anche banali sul prodotto finale, il secondo riesce a monetizzare un passaggio che comunque deve essere fatto nel processo produttivo, per prevenire inevitabili discussioni e controversie in caso di risultato non soddisfacente.

Quale futuro per il web to print grazie all’intelligenza artificiale?

Che l’intelligenza artificiale pervaderà tutti i settori merceologici senza distinzione è una realtà ineluttabile. Come saremo in grado di sfruttarla in modo utile è la scommessa su cui tutti stanno puntando. L’intelligenza artificiale generativa è palesemente un potenziale supporto per il web to print. Dal lato del fruitore del servizio di stampa, la possibilità di avere un supporto nella generazione dei testi o delle immagini rappresenta un’opportunità fino a ieri impensabile. Per il provider del servizio, l’uso di bot e altri strumenti in grado di accrescere l’interazione con il cliente, capirne i bisogni e supportarlo nel processo di fruizione del servizio può letteralmente cambiare l’esperienza d’uso.

E i grafici che fine faranno? Nessuno chiederà più il loro servizio per la preparazione dei contenuti da stampare? Siamo di fronte all’estinzione di una specie? Non credo ancora per un po’, almeno fino a quando l’intelligenza artificiale non sarà diventata veramente intelligente, poi il problema, se ci sarà, sarà per tutti e non solo per i grafici.

Ricoh, tecnologia e cultura di innovazione condivisa

Il 2024 segna un’epoca di innovazione e cambiamenti significativi per Ricoh, la cui serie Pro C9500 continua ad attirare l’attenzione dei professionisti della stampa. Lanciata con grande successo sul mercato italiano alla fine del 2023, questa serie si posiziona al centro delle strategie degli stampatori commerciali desiderosi di ampliare il proprio business e aumentare l’efficienza operativa.

Forte di un’interfaccia semplice, intuitiva e compatibile con sistemi di diagnostica remota, la serie Ricoh Pro C9500 accelera il passaggio dall’offset al digitale garantendo produttività, efficienza, automazione dei flussi di lavoro e possibilità di gestire un’ampia gamma di applicazioni. Inoltre, gli utenti possono gestire la soluzione di stampa direttamente da un pc o da un tablet e le impostazioni possono essere controllate anche da remoto, velocizzando le attività e consentendo di risparmiare tempo.

Un salto di qualità nell’ambito della stampa a colori a foglio, un passo avanti rispetto al predecessore, il Ricoh Pro C9200, questa soluzione all’avanguardia offre una combinazione di prestazioni, efficienza e qualità; sviluppata anche per consentire ai fornitori di servizi di stampa di accelerare ulteriormente la transizione dall’analogico al digitale e di rafforzarsi nel mercato del print on demand.

Hardware & software

La versatilità di Ricoh Pro C9500 si manifesta nella sua capacità di supportare un’ampia gamma di applicazioni, permettendo agli stampatori commerciali di espandere le proprie opportunità di business.

Il cuore pulsante di questa innovazione è rappresentato dal controller del motore Ricoh GC OS (Graphic Communications Operating System). Questo nuovo controller non solo migliora la gestione operativa e la manutenzione, ma offre anche uno schermo più ampio con un’interfaccia utente intuitiva. La sua compatibilità con sistemi di diagnostica remota e programmi di manutenzione remota rende la gestione dell’apparecchio un’esperienza senza sforzi.

Una maggiore efficienza operativa è garantita dalla nuova unità di diagnostica del colore che automatizza i tre controlli critici nella stampa commerciale: qualità, registro e variazioni di colore. L’accuratezza dei controlli è ottimizzata e l’efficienza post-ispezione è aumentata grazie alle funzioni di ristampa ed espulsioni automatiche dei fogli che non soddisfano i criteri qualitativi. La procedura di impostazione è ora più semplice da utilizzare con molteplici livelli di rilevamento tra cui scegliere.

 

Cambio al vertice

Grandi novità in casa Ricoh anche per quanto riguarda la dirigenza. Si tratta di un passaggio di testimone importante: dal 1 aprile Antonio Maiorano succede a Giorgio Bavuso nella direzione di Ricoh Graphic Communications. Maiorano si dice orgoglioso di ricevere un’eredità così prestigiosa, una divisione dedicata alle arti grafiche che da 14 anni è in continua crescita e coglie l’occasione per tracciare un quadro della situazione del mercato del printing. «Notiamo una crescita delle applicazioni di stampa digitale soprattutto per quanto riguarda i libri e la stampa commerciale. Offset to digital è ormai un trend confermato, dati di mercato ci parlano di un 20% di crescita fino al 2030 anno su anno. Ricoh è pronta a soddisfare questa esigenza grazie anche alla Ricoh Pro C9500 che rappresenta uno step importante nell’evoluzione della tecnologia per la stampa di produzione ed è progettata per consentire agli stampatori di allargare il proprio raggio di azione. Le potenzialità sono ulteriormente ampliate grazie a una serie di software, tra cui Ricoh TotalFlow Supervisor, Ricoh TotalFlow Production Manager e Ricoh FusionPro, che consentono ai nostri clienti di massimizzare l’efficacia dei propri prodotti e il ritorno sull’investimento. Il software gioca un ruolo essenziale nell’automazione dei processi e Ricoh vuole offrire agli operatori gli strumenti giusti, fornendo anche una formazione e un’assistenza dedicata per fare scelte di business consapevoli e di successo».

«La situazione internazionale è piuttosto complessa, – continua Maiorano – dopo il Covid-19 la guerra in Ucraina, in Israele, l’emergenza climatica, l’inflazione crescente. Anche nelle arti grafiche ci sono ripercussioni a livello di gestione dei costi, ma Ricoh consente di migliorare l’efficienza e risparmiare risorse, ad esempio avvalendosi di soluzioni software intelligenti. Ricoh si pone come partner a 360 gradi seguendo quella che è la sua filosofia da sempre: Henkaku, un termine giapponese che rappresenta l’innovazione nella trasformazione, a indicare come l’approccio di Ricoh focalizzato sulla tecnologia e sulle applicazioni consenta ai clienti di affrontare le sfide di oggi e raggiungere obiettivi di produttività e innovazione che mai avrebbero immaginato. Il nostro portfolio in continua espansione permette una serie di applicazioni attraverso le quali generare profitti, supportate dalla tecnologia proprietaria delle teste di stampa. Queste tecnologie che aiuteranno i fornitori di servizi di stampa a sviluppare una cultura di innovazione condivisa».

Koenig & Bauer, le risposte alle domande che verranno

Quali sono le tendenze del mercato della stampa e in quale direzione punterà il settore dei costruttori delle macchine da stampa? Ne abbiamo parlato con Peter Andrich, amministratore delegato di Koenig & Bauer IT, che siamo andati a trovare nella sede di Lainate (MI).

Koenig & Bauer è una realtà tedesca dalla storia secolare, legata alla città bavarese di Würzburg, nel cui territorio nasce a inizio Ottocento e dove sorge quella che dal 1901 è la sede principale del gruppo. Una realtà ora internazionale che è tra i protagonisti mondiali del settore dei costruttori di macchine per la stampa e che, attualmente, conta sedi in cinque Paesi diversi: Germania, Repubblica Ceca, Spagna, Turchia e Italia. È qui – più precisamente nella filiale di Lainate, in provincia di Milano – che abbiamo incontrato Peter Andrich, amministratore delegato di Koenig & Bauer IT.

Come siete strutturati e cosa seguite oggi in Italia?
«Abbiamo in Italia due società: questa a Lainate, che si chiama Koenig & Bauer IT srl, esperta nel comparto delle macchine offset a foglio e rotative, e la Koenig & Bauer Flexotecnica spa, che si trova a Tavazzano, nel lodigiano, e che è nata dall’acquisizione dell’azienda Flexotecnica nel 2013. Un’acquisizione finalizzata ad avere nel portafoglio anche la produzione di macchine da stampa rotative flessografiche CI. Poi, due anni fa circa, è stato deciso di spostare gradualmente la produzione a Würzburg, presso la sede tedesca, mentre le strutture di Tavazzano e Lainate sono state ridimensionate e dedicate soprattutto al commerciale e al service. Il team di ingegneri e tecnici in Italia ha una vasta esperienza ed è quindi in grado di supportare i clienti in tutto il mondo».

Il know-how sviluppato nei diversi Paesi, quindi, viene sfruttato nell’assistenza ai clienti?
«Certamente, anche in quello però siamo in una fase continua di perfezionamento. È necessario localizzare l’assistenza nelle diverse regioni, dobbiamo avere competenze sui principali mercati, ovvero Nord America, America Latina, Asia e naturalmente Europa. Questo perché, se l’esigenza produttiva è uguale in tutto il mondo, ciò che cambia sono gli standard di certificazione o sicurezza. In Europa abbiamo il marchio CE, mentre in America c’è la certificazione UL, il che significa avere, per esempio, cavi con colori diversi dai nostri oppure altre codifiche. Occorre quindi conoscere il mercato».

In Germania, invece, accanto alla produzione cos’altro viene accentrato?
«Oltre alla produzione di tutti i macchinari Koenig & Bauer, nella sede tedesca abbiamo il centro demo, il magazzino ricambi automatizzato, i reparti di R&S e del Controllo qualità per misurare le tolleranze ed effettuare tutte le verifiche di qualità. Queste operazioni avvengono all’interno di una struttura apposita in cui il clima è calibrato a valori costanti di temperatura e umidità; ciò permette di avere parametri di misurazione costanti e standard».

Veniamo al mercato. Dalla vostra visuale di costruttori di macchine da stampa, come lo vedete caratterizzarsi in questo particolare periodo storico?
«Le difficoltà che si incontrano in questo momento sono dovute all’andamento generale dell’economia, quindi tassi alti, incertezze dovute alle guerre in corso e inflazione dei prezzi. Ciò che abbiamo potuto verificare rispetto al nostro business è un forte calo degli ordini nel comparto delle macchine da stampa offset a foglio, mentre il settore flessografico è rimasto praticamente invariato. E questa è una sorpresa perché, per quanto in varie situazioni il processo flessografico sia più economico rispetto ad altri processi, per tirature più brevi risulta più costoso con qualità più limitate. Quindi una scelta sensata per tirature più lunghe può essere il processo flessografico».

Avete notato, negli ultimi anni, se le strategie delle aziende si siano modificate?
«Di certo ormai è chiaro che la de-globalizzazione è diventata parte della strategia. Non si tratta di un abbandono totale della globalizzazione però va bilanciata meglio. Tutto questo ha un impatto finanziario, in quanto diventa necessario gestire anche i magazzini, inoltre effettivamente oggi il costo dei macchinari è più alto rispetto a prima. Costi che non potranno mai più ritornare indietro perché hanno effetti subito permanenti. De-globalizzazione, del resto, vuol dire accettare un elemento di costo anche più alto rispetto al passato, a fronte però di una maggiore affidabilità e possibilità di pianificare con una certa sicurezza il lavoro».

E nel futuro, quali sviluppi vedete?
«Assisteremo alla digitalizzazione di tanti aspetti. Ovviamente non potrà essere una digitalizzare della macchina in toto, in cui restano processi meccanici, ma tanti aspetti entreranno in questa logica. Si tratta di raccolta dati per capire, migliorare, efficientare i processi e arrivare poi persino a riconfigurare alcuni aspetti tecnologici. Cè poi anche l’aspetto del service: avendo più dati a disposizione è possibile monitorare l’andamento del macchinario nel suo insieme, così come dei singoli piccoli aggregati della macchina, e avvisare il cliente per tempo della necessità di sostituire preventivamente un pezzo in usura avanzata.
Il digitale permette, inoltre, di personalizzare il materiale stampato – ogni astuccio potrebbe essere diverso dall’altro, permettendo un cambio continuo – anche in chiave di sicurezza, riduzione degli sprechi, tracciabilità e anticontraffazione. È possibile stampare codici univoci con elementi unici, che identificano il singolo imballaggio, e non riconoscibili a occhio nudo, ma che possono essere decodificati solo dall’apposita applicazione software. Allo stesso tempo i dati possono essere raccolti e utilizzati dalle aziende per fare statistiche, per esempio, della ripartizione delle vendite del dato prodotto. O ancora dai consumatori per avere informazioni legate all’impatto ambientale e sociale dell’azienda produttrice della data merce e così via.
Riceviamo già richieste di questo tipo, i clienti vogliono sapere quali tecnologie e inchiostri le nostre macchine possono usare e ci chiedono di aiutarli ad avere un tracciamento su ogni singolo imballaggio. L’esigenza, quindi, già c’è e credo che ci sarà presto anche una grande ondata di investimenti. Questo è il futuro che sta arrivando e, da parte nostra, abbiamo le tecnologie per rispondere a queste nuove esigenze».

Infine, ci potete dare qualche anticipazione su drupa 2024?
«Dopo otto anni dall’ultima edizione c’è sicuramente molta attesa e un grande interesse di scoprire cosa c’è di nuovo sul mercato. In generale a Drupa presenteremo tutte le tecnologie che abbiamo, però ancora non posso dare informazioni certe. Alcune macchine andranno in fiera, altre saranno esposte in altri siti che sarà possibile visitare, ma sicuramente saremo presenti con i tre processi: quindi flexo, digitale, offset a foglio e anche con la poststampa, quindi fustellatura e macchine piega-incolla».

Non ci resta, quindi, che attendere il 28 maggio, quando si apriranno i cancelli della fiera tedesca, e rivedere Peter Andrich e Koenig & Bauer, questa volta direttamente a Düsseldorf.


Digitale in grandi volumi
La più recente novità di casa Koenig & Bauer si chiama RotaJET ed è una macchina da stampa industriale con tecnologia digitale a bobina e singolo passaggio, pensata per grandi volumi.
Sviluppata per rispondere alle esigenze di un mercato – quello della stampa digitale – in crescita, RotaJET si presta a diverse applicazioni e alla lavorazione di un’ampia gamma di substrati. È disponibile per larghezze di nastro da 770 a 2.250 mm e può arrivare a produrre fino a 36.450 m2 all’ora. La guida della bobina attorno a un cilindro centrale assicura precisione, mentre la qualità, anche su carta patinata offset, è data anche dal ricorso alla più recente tecnologia a getto d’inchiostro.
È una macchina molto versatile che, grazie al layout modulare, può adattarsi alle esigenze sia della stampa industriale, sia del packaging, sia di quella commerciale, ed essendo flessibile permette all’utilizzatore di realizzare stampe caratterizzate da una forte personalizzazione e con design innovativi.

Taga Day 2024, il focus è sul packaging

Torna l’appuntamento con il Taga Day: il 22 marzo 2024 presso la sede dell’ITS Angelo Rizzoli a Milano.

Il Taga Day è la giornata evento di Taga Italia in cui tecnici, aziende e professionisti si incontrano per condividere spunti e riflessioni sui molteplici aspetti del mondo della comunicazione stampata.

L’edizione 2024 avrà come focus il mondo della cartotecnica, con interventi che vanno dal mondo della creatività e dei trend alla realizzazione del prodotto e le normative aggiornate. Ecco alcuni dei temi:

  • Novità normative per il packaging
  • Trasformare la creatività in riproducibilità
  • Materiali per packaging: Carta, Cartone, richieste e specifiche relative a prodotto
  • Inchiostri, vernici, protezione funzionali all’uso del packaging.

Come coniugare arte e tecnologia, strategie per Illustratori e stampatori

Incontro dedicato agli illustratori in cerca di consigli pratici sul passaggio dal tradizionale al digitale e per i tecnici di prestampa e stampa desiderosi di comprendere le esigenze artistiche dei committenti.

Morena Forza rinomata illustratrice e Giovanni Daprà esperto di prestampa ci guideranno in una discussione sulle migliori pratiche e le sfide incontrate nell’ottenere stampe di alta qualità sia da opere eseguite in modalità tradizionale manualmente e sia dalle opere generate con il computer.

Verranno esplorate le nuove frontiere della creazione artistica digitale e condivise le migliori pratiche per garantire che l’arte trasferita dalla schermata alla stampa mantenga qualità e integrità.

Per iscriversi cliccare qui

Flexa, la transizione digitale nel finishing

Flexa è un esempio di come una PMI, con trent’anni di storia, affronta con successo la sfida della transizione digitale, grazie alla sua capacità di innovare e di conformarsi alle esigenze del mercato.

La flessibilità, intrinseca nel nome stesso dell’azienda, ha reso possibile progettare e realizzare macchine custom, tailor made sulle specifiche dei clienti per i più svariati settori: l’industria del converting, delle resistenze flessibili, delle maniglie per mobili, del vetro, del mobile e molto altro.

“Nel corso degli anni, Flexa si è impegnata a offrire macchinari all’avanguardia per il finishing della stampa digitale. La nostra esperienza continua nel settore industriale, specialmente nella creazione di macchine Custom, è stata fondamentale per questo successo,” afferma Debora Gava, amministratore delegato di Flexa. “Per farlo continuiamo a promuovere la ricerca e sviluppo e creare collaborazioni esterne con diverse realtà al fine di potenziare la nostra capacità progettuale. Abbiamo anche investito nella digitalizzazione dei nostri processi interni, come la gestione delle commesse, la logistica ed il magazzino. Un esempio: stiamo proponendo ai nostri distributori di accedere ad una piattaforma web nella quale possono trovare online il catalogo prodotti, il listino a loro dedicato ed inserire direttamente tramite piattaforma gli ordini”.

La strada della transizione digitale quindi è ben avviata, con più del 60% delle macchine Flexa già predisposte all’Industria 4.0: “Siamo estremamente soddisfatti della laminatrice Easy Lite, che è stata premiata in USA come prodotto innovativo 2022. È tra le prime laminatrici sul mercato ad avere una connessione internet via Wi-Fi/LAN, entrando così nell’ era dell’IoT (Internet of Things), in modo da renderla più evoluta ed intelligente. Grazie ad un software dedicato l’utente può verificare tutti i dati relativi alla laminazione in tempo reale. Così facendo può monitorare e ottimizzare il processo di finishing garantendo qualità e risparmio”, dichiara Maras Brambillasca COO di Flexa Srl.

Anche la taglierina automatica Miura, interamente progettata e costruita in Italia per il taglio di bobine in fogli, è uno dei prodotti perfettamente in linea con la trasformazione digitale in corso. Può essere connessa alla rete internet facilitando la trasmissione e l’analisi dei dati in tempo reale, rendendo possibile il monitoraggio e controllo a distanza dei processi produttivi di taglio, integrare i sistemi di stampa, ottimizzare i consumi energetici e ridurre i tempi di manutenzione.