Home Blog Pagina 55

Eco Forum di Legambiente: circolarità ed energia sostenibile per la transizione green delle cartiere italiane

Massimo Medugno DG Assocarta è intervenuto al dibattito “La rete impiantistica, le sfide e gli obiettivi europei” nell’ambito della X edizione dell’Eco Forum nazionale di Legambiente, a Roma presso l’Hotel Quirinale.

“Circolarità ed energia sostenibile costituiscono un binomio da guardare in modo organico per una piena transizione green delle cartiere italiane” afferma Medugno in apertura del suo intervento all’Eco Forum.  “La carta – infatti – ha già ampiamente dimostrato di essere fondamentale per la bio economia circolare e la transizione green. Rinnovabile, compostabile, riciclabile … e effettivamente riciclata costituisce la parte più significativa del riciclo in Italia, circa 4,5 tonnellate solo negli imballaggi. Le fibre vergini provengono da foreste certificate PEFC e FSC. Il tasso di utilizzo (rapporto tra consumo di carta da riciclare e produzione di carte e cartoni) nel 2022 ha raggiunto il 62%. Nell’imballaggio in carta il tasso di riciclo supera, ormai, stabilmente l’80%”.

“Occorre accelerare sui cantieri in parte già aperti, sui quali il settore cartario sta investendo per disporre di una  “ricetta energetica sostenibile” che accompagni il settore nella sfida della decarbonizzazione. Per questo chiediamo attenzione alla politica e alle amministrazioni regionali” evidenzia Medugno.

“Nel settore cartario esiste, anzitutto, un potenziale di sviluppo di biometano prodotto interponendo una digestione anaerobica delle acque reflue prime di inviarle alla depurazione aerobica. Inoltre il biometano prodotto da aziende agricole e da rifiuti organici può essere impiegato nelle cartiere senza problemi tecnologici e fornirebbe un combustibile ideale per  gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento.

Usare le aree disponibili o dismesse adiacenti è un’ulteriore  possibilità per produrre energia elettrica da fonti rinnovabili. In questa direzione l’estensione della definizione di comunità energetica anche alla grande impresa senza limiti di potenza o geografiche come già possibile per esempio per il ministero della difesa, le imprese agricole e le imprese agroindustriali, potrebbe rappresentare un  eccellente volano” spiega ancora Medugno “Ciò anche per la produzione di idrogeno. Infatti, un altro potenziale sviluppo nell’ottica della riduzione delle emissioni di CO2 è rappresentato dalla produzione di idrogeno tramite elettrolizzatore. Questo tipo di produzione in sito di idrogeno richiede una ampia disponibilità di energia elettrica da fonte rinnovabile (prodotta in sito o acquistata tramite PPA). L’idrogeno potrebbe inoltre essere prodotto da syngas.”

Infine, ma non meno importante, il settore lavora a produzioni energetiche associate a cicli produttivi con utilizzo di bioliquidi sostenibili.

Senza considerare che i rifiuti dell’industria cartaria hanno un significativo potere calorifico e un interessante contenuto di biomassa. Il recupero energetico di tali rifiuti è riconosciuto essere una buona pratica (Best Available Technique) attuata in tutta Europa ma non in Italia.

Fa parte della “ricetta energetica sostenibile” del settore anche la forestazione, sia per immagazzinare in maniera naturale la CO2 sia per ottenere biomasse da utilizzare per la produzione di energia verde.

Edigit – TiKappaPi Group, migliorare grazie ai dati

Nel percorso di automazione delle imprese di stampa, i software gestionali figurano tra i protagonisti, grazie alla loro capacità di utilizzare i dati allo scopo di migliorare tutti i processi aziendali.

L’obiettivo di ogni azienda è aumentare la sua redditività, uno scopo che può essere raggiunto in più modi e attraverso diversi approcci. Ebbene, sotto questo profilo, l’automazione appare la tipologia di intervento cardine per ridurre i costi e migliorare le prestazioni dei processi di business. Una considerazione, questa, che vale per ogni mercato, industrie grafiche comprese, tanto più in una fase di internazionalizzazione dei mercati come quella in corso da diversi anni, dove ogni impresa deve misurarsi con competitor di ogni continente. «L’economia moderna si basa sull’automazione delle produzioni e dei processi aziendali, in quanto rendere automatiche le operazioni ripetitive, anche più complesse, permette di ottimizzare la produttività, quindi i profitti delle imprese, che agiscono nella concorrenza dei mercati globali», osserva infatti Gabriele Montanari, direttore esecutivo presso Edigit – TiKappaPi Group.

La missione dell’automazione consiste proprio nell’utilizzare tecnologie che consentano di ridurre le attività manuali, guadagnando più tempo e risorse da dedicare all’innovazione. L’obiettivo di un’azienda automatizzata, perciò, non è soltanto lavorare più velocemente, ma anche con maggiore qualità. «Oltre a velocizzare il lavoro, garantendone un elevato livello di qualità, l’automazione dei processi riduce gli errori, abbatte i costi, anche energetici, agevola l’individuazione delle criticità favorendone il superamento produttivo, infine accresce conseguentemente il profitto aziendale e il benessere lavorativo degli operatori».

L’automazione diventa 4.0

Peraltro, oggi siamo entrati in una nuova era dell’automazione, nel segno della diffusione del quarto paradigma industriale, che sta portando le aziende verso una produzione interamente interconnessa, per una gestione ancora più flessibile del ciclo produttivo e per un ulteriore miglioramento dell’interazione tra uomo e macchina, grazie alla raccolta e analisi in tempo reale di tutte le informazioni di processo pertinenti.

«Industria 4.0 ha contribuito ad accelerare l’automazione nei processi di stampa, anche se siamo solo all’inizio, in quanto il processo di reale automazione è molto impegnativo e non coinvolge solo le attrezzature e la comunicazione tra esse, ma soprattutto le persone e le loro procedure», afferma Montanari.

In virtù della spinta del mercato ad adottare nuove soluzioni, la sfida dell’Industria 4.0, dunque, non è esclusivamente tecnologica, ma si estende fino all’adozione di modelli di business innovativi e allo sviluppo di nuove competenze. Lato prodotti, nell’implementazione dello scenario 4.0, il software è protagonista e deve evidenziare qualità molto precise. «Ovviamente il software gestionale “gioca” un ruolo molto importante nel processo di automazione e deve essere tecnologicamente avanzato per condividere e acquisire facilmente le informazioni con tutte le tecnologie delle attrezzature presenti in azienda».

L’impresa 4.0, d’altra parte, abbatte silos e barriere e mette in comunicazione reciproca tutte le risorse aziendali, ovvero persone, macchinari e attrezzature. «Il percorso per la vera automazione passa attraverso il coinvolgimento di tutti i processi aziendali, la formazione e l’affiancamento alle persone “chiave” presenti in azienda e supportate da professionisti fornitori delle attrezzature e project manager del sistema informativo aziendale».

La sfida è culturale

Negli ultimi anni, gli incentivi per l’Industria 4.0 hanno favorito molti investimenti in Italia nel nuovo paradigma industriale. L’impegno istituzionale ed economico assicurato dal legislatore è risultato indubbiamente ragguardevole e decisivo, tuttavia il processo di transizione digitale delle imprese è ancora in pieno svolgimento, con sfide tuttora aperte, soprattutto sul piano culturale e in merito alla ridefinizione dei modelli di business. Proprio per questo motivo, è lecito chiedersi: gli stampatori utilizzano realmente l’efficienza e l’automazione ora a disposizione?

«È un quesito che contiene già al suo interno la risposta, in quanto, se l’investimento in Industria 4.0 fosse stato sempre fatto con l’obiettivo reale di aumentare l’efficienza e l’automazione, non ci faremmo questa domanda», spiega Montanari. «Naturalmente, non si può generalizzare e possiamo dire che, per la nostra esperienza, ci sono molti processi di stampa che attualmente sfruttano le automazioni legate ad Industria 4.0, soprattutto dove il flusso di lavoro è completo, partendo dal gestionale, e percorre tutti i processi dalla prestampa alla stampa e finissaggio».

Per cogliere a pieno le opportunità offerte dall’automazione 4.0 è necessario perciò alzare l’asticella, consci che il surplus di impegno richiesto oggi, successivamente porterà importanti indubbi benefici alle diverse attività di business, in termini di redditività ed efficienza. Sotto questo profilo, è perciò necessario fissare alcuni concetti chiave, allo scopo di implementare la strategia di investimento più corretta. «Gli incentivi non bastano, occorre la consapevolezza che un progetto fatto bene deve essere completo e integrato con il gestionale aziendale. Certamente si tratta di un percorso più costoso, per professionisti esperti, ma restituisce quel valore all’azienda che le permette a distanza di poco tempo di manifestarsi realmente efficiente, produttivo e conveniente».

Il prossimo scenario

Ecco perché per gli stampatori diventa importante trovare gli interlocutori giusti per arrivare a cogliere effettivamente le opportunità dell’automazione: il percorso verso l’innovazione e la digitalizzazione non deve essere affatto una strada solitaria. «Affidarsi al partner giusto è essenziale», sottolinea Montanari. «Occorre avere in mano la fotografia esatta della propria azienda e dei propri processi aziendali, capire quali sono i punti di miglioramento, sia in termini di efficienza produttiva  di nuovi prodotti da presentare al mercato, investire sulle attrezzature che veramente possono portare un valore aggiunto, elementi misurabili con un buon sistema gestionale aziendale in grado di analizzare le informazioni che si ottengono in automatico dalle nuove attrezzature. Naturalmente, per completare tutto questo, una Business Intelligence è fondamentale, per permettere all’imprenditore di avere i dati per lui essenziali consultabili velocemente, in modo che possa prendere le decisioni strategiche per la propria azienda».

Del resto l’innovazione non si ferma, lo scenario tecnologico è in costante evoluzione e, di conseguenza, anche i modelli di business richiederanno un aggiornamento puntuale. Le aziende di stampa dovranno avere perciò le antenne ben dritte per cogliere il cambiamento prossimo venturo. Qualche indicazione su cosa potrebbe celarsi dietro l’angolo è anticipato agli stampatori dalla stessa Edigit, forte della sua solida e comprovata esperienza sul campo. «Posso ipotizzare che l’automazione sarà sempre più “spinta” sulle nuove attrezzature e sui sistemi gestionali. L’ERP Edigit è continuamente evoluto, estendendosi negli anni e potenziandosi per completezza e per profondità nella gestione del dato. Questo lo mantiene leader sul mercato per installazioni attive, segno che i clienti lo premiano e lo scelgono. Ciononostante sono sempre altissimi gli investimenti in ricerche e sviluppi tecnologici. L’innovativa versione Net porterà i nostri clienti ad utilizzare un sistema gestionale sempre più sicuro, efficiente, completo e aperto al dialogo con qualsiasi processo di stampa», promette Montanari.

Heidelberg, il processo di stampa automatizzato

Come l’automazione e la digitalizzazione stanno modificando l’organizzazione e i processi produttivi secondo Heidelberg. Che cosa succede in azienda: la robotizzazione delle macchine, il cloud e il ruolo dell’operatore.

Vi sono diverse motivazioni che spingono l’essere umano al miglioramento in diverse sfere della vita; una di queste è adattarsi all’ambiente. L’agire dell’uomo determina un cambiamento nell’ambiente che a sua volta provoca la motivazione a nuovo miglioramento e così via. In un circolo che definire virtuoso o vizioso talvolta pone dubbi, ma che vede la tecnologia come strumento per plasmare questo cambiamento. In questi ultimi anni grazie al contributo che i Governi hanno messo in atto per favorire lo sviluppo e l’ammodernamento dei processi produttivi, anche il comparto della stampa ha subito un notevole “svecchiamento” abbracciando più o meno amichevolmente, le linee guida dettate da Industry 4.0 e prima ancora dalle politiche dei “super ammortamenti”.

Abbiamo quindi chiesto a due player primari del settore della stampa offset, come le rispettive case produttrici hanno supportato questo cambiamento, epocale per certi versi, che ha visto l’Italia schizzare ai primi posti nelle vendite di gruppi stampa. cercando di focalizzare i due interventi con approcci complementari intorno al tema: l’automazione dei processi e l’integrazione dell’intera supply chain con la macchina da stampa da un lato e poi le soluzioni tecniche che consentono alla macchina di essere un centro produttivo quasi completamente autonomo, tanto da indurci a porre la domanda: ma la macchina che stampa da sola esiste già?

Mi piace qui citare una scenetta riferitami da Carlo Carnelli (Color Consulting), cui egli ha assistito durante un recente meeting negli Stati Uniti, dove si disquisiva con studenti, dell’automazione dei processi di stampa. Questi ultimi chiedevano: ma perché non possiamo stare a casa nostra e interagire con la macchina da stampa mediante la realtà virtuale, invece di recarci fisicamente in tipografia a stampare? Possibilità che teoricamente non sarebbe neanche impossibile da realizzare robotizzando ciò che resta da robotizzare sulla macchina da stampa. Dopo di ché la domanda che sorge spontanea è: a quel punto dopo avere investito milioni di euro per robotizzare la macchina, quanto potrebbe ancora servire l’operatore, data la pervasiva introduzione e probabile evoluzione degli algoritmi di intelligenza artificiale?

Il flusso intelligente

Con Ernesto Pini, product manager presso Heidelberg Italia, il focus delle riflessioni è teso a sviscerare come l’automazione e la digitalizzazione sta modificando l’organizzazione e i processi produttivi nella stampa. Heidelberg, avendo un portafoglio di soluzioni lungo tutta la filiera della stampa è senz’altro un interlocutore privilegiato in questo senso.

Sono ormai anni, dice Ernesto, che Heidelberg ha intrapreso in maniera decisa la strada della digitalizzazione delle proprie soluzioni di stampa prestampa e post stampa, passando da una logica di impianto a quello dell’integrazione degli impianti in un unico flusso intelligente che ha come denominatore comune i dati. Il fatto di avere nel portafoglio una gamma di soluzioni che coprono l’intero flusso di lavoro, dal CTP alla finitura, senz’altro rappresenta un vantaggio competitivo in sé, oltre che consentire una più agevole integrazione con i sistemi gestionali e tutte le aree produttive che interscambiano i dati. Qui il riferimento a Industria 4.0 è evidente perché prerogativa fondamentale per accedere alle agevolazioni è appunto la necessità che gli apparati condividano i dati di produzione con i sistemi informativi dell’azienda. Nell’idea Heidelberg un database SQL centralizzato dialoga con tutti i dispositivi per raccogliere i dati che andranno processati. Ma oltre a quest’architettura, ormai consolidata e ampiamente sperimentata in numerose installazioni, il passo successivo è ora quello di spostare il centro delle attività sul cloud, attraverso un portale che funga da accesso interno ed esterno a tutti i dispositivi e le soluzioni del network. Quello che è più sovente vedere in soluzioni di brand di stampa digitale, vede nella soluzione di Heidelberg Customer Portal una simile filosofia, ma legata anche ai flussi di stampa offset. Connettendo un mondo che anche fisicamente si può trovare all’esterno, grazie all’uso di interfacce di uso comune come smartphone o tablet per gestire attività, come ad esempio, l’approvvigionamento di consumabili (eShop). Ma ancora più in dettaglio, anche a livello di preventivazione, prima ancora quindi che una commessa di lavoro sia aperta, tutti i consumabili necessari alla potenziale produzione possono essere verificati in termini di disponibilità a magazzino, con un’analisi di ciò che è disponibile, ciò che sarebbe meglio utilizzare e che quindi è possibile ipotizzare di proporre in via preferenziale e, evidentemente, ciò che va ordinato. La logica di produzione si è evoluta quindi da un concetto di prodotti singoli a prodotti “intelligenti” in cui i dati tecnici di commessa sono condivisi e gestiti in un flusso. L’integrazione dei dati a livello gestionale consente l’ottimizzazione e il controllo della produzione, trasformandola in un servizio integrato e gestibile attraverso interfacce e App su cloud. Verso lo step ulteriore che prevederà l’utilizzo di una piattaforma unica e centralizzata disponibile da tutti gli utenti interni e esterni all’azienda attraverso un sistema di accounting. Allo stato attuale dello sviluppo di questo sistema coesistono tre portali, uno per l’eShop già citato con circa 450 clienti collegati, uno denominato Assistant, per gestire il service con la diagnostica, con la manutenzione preventiva e anche predittiva che è in grado di suggerire, sulla base dei dati rilevati, interventi idonei a scongiurare rotture e guasti e sul versante gestionale, centralizzando e condividendo i dati della produzione dalla preventivazione alla consuntivazione, alla reportistica. E poi c’è il Prinect, il database centralizzato che consente di allineare i dati e scambiarli lungo tutta la produzione. Il tutto dovrebbe confluire una volta integrato in un unico prodotto che viene identificato come l’Heidelberg Customer Portal.

I vantaggi per l’azienda

Ma che impatto ha avuto questo processo di riorganizzazione nelle aziende, il ritorno dell’investimento è tangibile? Alla domanda Ernesto Pini di Heidelberg osserva che il mercato italiano e quello internazionale riferito ai paesi tradizionalmente più votati a questo tipo di approccio (Germania, Stati Uniti in primis) forniscono feedback diversi, dove l’Italia, causa il suo differente assetto del tessuto produttivo ricco di micro e piccole aziende, è più lento ad assimilare questa mentalità tipica delle aziende fortemente ingegnerizzate. Nonostante questo, 3 o 4 aziende italiane hanno installato tutta la soluzione di automazione e il trend positivo si osserva chiaramente. Un esempio su tutti, un’azienda all’interno del mercato italiano, nonché parte di un gruppo multinazionale, che utilizzando buona parte del flusso di lavoro Prinect Heidelberg con la massima automazione, ha adottato il sistema “push to stop” ovvero la pianificazione e sequenza dei lavori in macchina avviene automaticamente, lo smistamento delle lastre sui trolley per il trasporto a bordo macchina è automatico, i lavori quindi procedono in sequenza in modalità automatica,  come da programma inviato in precedenza al cockpit della console di comando della macchina da stampa.  A questo punto viene effettuato un check di corrispondenza tra il lavoro programmato e le lastre sul trolley, trolley che una volta riconosciuto dal sistema, attraverso un sistema di “ascensori” e autoplate, permette il caricamento automatico delle lastre sul relativo gruppo stampa. Nel frattempo, i presettings dello specifico lavoro vengono trasferiti in macchina, e il lavoro può procedere, fino allo stop da parte dell’operatore. Come la storia insegna, le grosse realtà gettano le basi del cambiamento, poi a ruota tutto il mercato converge per mantenersi su un livello di competitività accettabile. Questo processo potrà magari favorire l’aggregazione di aziende piccole e medie per fronteggiare il mercato con maggiori risorse? Sul piano del risparmio che l’automazione effettivamente consente Heidelberg fornisce dei dati che mettono in luce come l’investimento nei software di workflow (Prinect Tools) grazie all’automazione delle operazioni di preflight e processing e alla riduzione di potenziali stop e errori di procedura, è particolarmente vantaggioso. Considerato che le tirature tendenzialmente diminuiscono e le commesse di conseguenza dovrebbero aumentare, i benefici sono reali. Evidente l’automazione dell’intera catena produttiva e specificatamente dell’avviamento della macchina da stampa è il focus su ci si concentra. Non avrebbe senso proporre sul mercato una nuova macchina come la XL da 21.000 copie/h se il flusso a monte e a valle non consentisse di gestire questa produttività senza colli di bottiglia. Alimentare questi “mostri” certamente richiede anche sul piano commerciale un’integrazione con tutto il flusso produttivo. Infatti è questa la logica del portale in cloud per la gestione degli ordini. Dove il cliente, tramite un account dedicato può creare il proprio lavoro, creare un preventivo, programmare una ristampa di un ordine già fatto, con una proiezione dei tempi di consegna, e in funzione del tipo di permission, monitorare lo stato di avanzamento del lavoro.

La macchina e l’operatore

Passando al capitolo operatore della macchina stampa, chiedo ad Ernesto Pini come questo processo di estrema automazione viene “digerito” dagli stampatori, se rappresenta una perdita di potere che mette in ombra l’esperienza maturata in anni di pratica, oppure un’opportunità di fare un salto di qualità nel proprio ruolo. La prima opzione sembrerebbe quella che prevale, quanto meno come approccio iniziale e soprattutto da parte di addetti con molti anni di esperienza.  Oggettivamente è un timore che pervade tutti i settori produttivi, particolarmente in questo periodo in cui lo spettro dell’intelligenza artificiale, aleggia in modo minaccioso sulle nostre teste. In linea teorica un operatore dovrebbe sentirsi maggiormente tutelato da una macchina che “stampa da sola”, anche rispetto a possibili errori nelle regolazioni, potendosi concentrare sull’analisi e interazione con l’algoritmo di intelligenza artificiale (schedulatore elettronico), che sottopone la corretta sequenza dei lavori, in funzione di un’ottimizzazione della produttività che tiene in conto svariati fattori. Processo decisionale verso il quale l’operatore mantiene autonomia, potendolo avallare o modificare, sapendo che tutto viene tracciato, sulla scorta dell’esperienza personale o della particolarità di certe lavorazioni previste. Senz’altro è un bel punto di partenza sapere che il software ha già fatto tutta una serie di considerazioni che tengono in considerazione lo storico della produzione e tutte le variabili coinvolte. Pensiamo a una macchina bivalente, dove la scelta di come alternare lavori tradizionali e UV, con le sequenze dei colori da cambiare, formati e supporti da cambiare, le tirature, le consegne, ecc. Un’analisi automatica che sgrezza questa analisi e sottopone un lavoro all’operatore di macchina già “premasticato” è senz’altro un notevole aiuto.

Il giusto equilibrio

Cosa manca allora perché la macchina da stampa lavori completamente in autonomia? Non molto, ci conferma Pini, vi sono già installazioni in cui le operazioni manuali residue sono legate alla movimentazione delle materie prime e delle lastre fino a bordo macchina, per il resto la macchina seleziona il lavoro da stampare, verifica che tutti i materiali caricati siano quelli giusti dopo di ché avvia la produzione. Non serve più uno stampatore esperto? Il mio punto di vista (ma credo anche quello di Heidelberg), non è questo: le macchine intelligenti non possono comunque prevedere tutte le eventualità e imprevisti che possono accadere in un processo come l’offset dove le variabili in gioco sono molto delicate e richiedono un equilibrio da preservare. L’operatore deve avere una solida competenza tecnica e di approccio metodologico, non solo pratica di lavoro, per interpretare correttamente e intervenire quando il sistema da solo non riesce a risolvere il problema. L’abilità nel problem-solving deve essere impiegata ponendo le domande corrette al sistema e interpretando correttamente i dati forniti. Come dire: bisogna diventare competenti nel porre le domande giuste all’intelligenza artificiale per ottenere le risposte corrette ai problemi.

Innovation Center del Gruppo Fedrigoni: a Verona innovazione, sostenibilità e customer experience

Nascerà a Verona l’Innovation Center del Gruppo Fedrigoni, la “casa dell’innovazione” per carte di qualità e autoadesivi premium sempre più sostenibili, riciclati e riciclabili.

Fedrigoni sta allestendo l’Innovation Center in una grande area di 3.000 metri quadrati a fianco della sede di Verona, e sarà pienamente operativo nel primo trimestre 2024. L’investimento, che prevedrà una quota di finanziamento pubblico tramite i fondi del PNRR, consentirà di centralizzare, coordinare e ottimizzare funzioni fino ad oggi parcellizzate sul territorio italiano ed europeo.
Il Gruppo Fedrigoni ha scelto di spingere l’acceleratore della ricerca e sviluppo, nonostante il contesto economico tra i più incerti e complessi degli ultimi decenni, confermando la propria leadership nell’innovazione. “Crediamo che senza un miglioramento continuo non ci sia futuro – commenta Marco Nespolo, amministratore delegato di Fedrigoni Group – e questo miglioramento passa certamente dall’R&D, ma anche dallo scambio di esperienze e dalla collaborazione tra differenti competenze, per avere uno sguardo più ampio possibile e cogliere tutte le opportunità: un esempio tra tutti, la continua collaborazione e co-creazione tra noi e i clienti e alcuni fornitori strategici, una vera ricetta vincente”.
“L’Innovation Center – continua Nespolo – vuole essere la casa dell’innovazione per il mondo delle carte speciali per il packaging e la comunicazione creativa, delle etichette e degli autoadesivi di qualità, un luogo fisico dove mettere insieme i migliori talenti, dentro e fuori Fedrigoni, e le soluzioni tecnologiche più avanzate per sviluppare specifici progetti, prodotti e applicazioni che supportino i clienti nella transizione ecologica. Alcuni esempi sono i sensori RFID per carte intelligenti, non solo per etichette, o l’introduzione di carte realmente alternative alla plastica (antistrappo, anti unto, impermeabili, trasparenti) realizzate con fibre rinnovabili o materie prime riciclabili, come i termoformati in cellulosa. I clienti stessi potranno partecipare ancora più efficacemente al nostro processo creativo, grazie a un’area dedicata in cui immergersi nel mondo Fedrigoni, toccando con mano i prodotti e facendo esperienze di realtà aumentata, e realizzare prototipi e soluzioni personalizzate. Questo progetto ambizioso sarà aperto alla collaborazione con i nostri fornitori e partner strategici, con l’obiettivo di creare un impatto significativo sull’intero ecosistema in cui operiamo”.
L’Innovation Center sarà costituito da quattro aree tra loro strettamente complementari, realizzazione pratica di un concetto di innovazione che vuole aprirsi all’esterno, coinvolgendo anche clienti e utenti.
La prima ospiterà il team di Ricerca, Sviluppo & Innovazione del gruppo, con laboratori per le analisi di nuove materie prime, a partire dalle fibre riciclate e alternative alla cellulosa; macchine all’avanguardia per testare e prototipare nuovi trattamenti minimizzando l’impatto ambientale; stampanti per fare prove di stampa digitale, tra cui la stampante HP Indigo 7K Digital Press di cui Fedrigoni sarà competence center per l’Italia in partnership con HP Indigo; un magazzino campioni totalmente automatizzato che raccoglierà, unico al mondo, oltre 8.000 esempi di carte speciali.
La seconda – polifunzionale e modulabile – sarà dedicata a FedLab, l’incubatore-acceleratore di nuove idee da trasformare in prodotti, servizi o processi altamente sostenibili, anche attraverso un ecosistema di eccellenze, partnership e collaborazioni già in atto con Università e Centri di ricerca italiani e stranieri come gli Atenei di Milano, Napoli e Pisa, l’International Paper Engineering School di Grenoble Inp-Pagora e il Pulp and Paper Research & Technical Centre (CTP), imprese e startup che potranno lavorare insieme in spazi di co-working.
La terza area accoglierà il Customer Experience Center, dove attraverso l’esposizione di prodotti sia reali che virtuali, accessibili tramite schermi e tavoli “touch”, Fedrigoni offrirà differenti percorsi esperienziali interattivi e immersivi, soddisfacendo le esigenze di tutti i visitatori – dai brand agli investitori, dai graphic designer agli stampatori e converter, dalle istituzioni agli studenti di grafica e comunicazione, alle scolaresche in gita d’istruzione – che potranno arrivare fino a progettare e configurare in tempo reale un prodotto personalizzato. Tramite un sistema di crowdsourcing, chi lo vorrà potrà anche contribuire con le proprie idee e intuizioni allo sviluppo di nuove soluzioni.
Infine, nella quarta area troverà posto la Customer Academy, un centro di apprendimento e formazione per tutta la comunità Fedrigoni – colleghi, clienti, partner, studenti universitari – che mira a diventare punto di riferimento per l’intero mondo delle carte speciali e dei materiali autoadesivi, in cui partecipare a eventi, condividere competenze e abilità, intensificare la collaborazione per una crescita sostenibile.

Konica Minolta a Labelexpo 2023

Konica Minolta mostrerà il potenziale delle proprie tecnologie a Labelexpo Europe, a Bruxelles dall’11 al 14 settembre.

Far scoprire il potenziale della stampa e nobiltazione digitale di etichette: sarà questo il tema centrale della presenza di Konica Minolta a Labelexpo, dove la multinazionale giapponese mostrerà il suo costante impegno verso i propri clienti e la sua crescente importanza nel settore della stampa industriale.

L’obiettivo dei professionisti della stampa è quello di ottimizzare il lavoro quotidiano e ottenere il massimo dalla propria attività: Konica Minolta  si impegna a sostenere i propri clienti in ogni fase del processo di produzione, con soluzioni di stampa innovative; aiuta le aziende a lavorare con versatilità, agilità ed efficienza e offre loro gli strumenti necessari per fare crescere il business.

A Labelexpo Konica Minolta invita i visitatori a vivere un’esperienza immersiva e interattiva presso il proprio stand; potranno dare libero sfogo alla loro immaginazione, grazie a novità e a interessanti spunti creativi.

Konica Minolta infatti presenterà le ultime tendenze e l’intero ciclo di produzione delle etichette, nonché le nuove soluzioni per il packaging. Attraverso la gamma MGI, inoltre, Konica Minolta illustrerà gli effetti e i vantaggi della nobilitazione e mostrerà come i clienti possano aumentare la redditività e ampliare il business, oltre che beneficiare di software avanzati e di un’assistenza completa e professionale globale fornita capillarmente a livello locale.

Più nel dettaglio, i visitatori di Labelexpo avranno l’occasione di scoprire il potenziale delle seguenti tecnologie digitali.

  • Ultima arrivata nel portfolio Konica Minolta, AccurioLabel 400 è un sistema di stampa digitale per etichette che consente di ottenere un’elevata produttività, poiché è in grado di stampare fino a 39,9 metri al minuto. Questo sistema offre i vantaggi del controllo automatizzato del colore e della densità, oltre alla possibilità di ampliare le applicazioni di stampa grazie alla quinta stazione colore con toner bianco.
  • Già conosciuta e apprezzata, AccurioLabel 230 è il sistema di stampa digitale per etichette veloce, flessibile, affidabile ed efficiente. In fiera verrà presentato con finitura in linea e personalizzazione con tecnologia a getto d’inchiostro.
  • PKG-1300: soluzione Print-on-demand per i produttori di cartone ondulato, i converter, gli stampatori e i brand owner che cercano una soluzione di stampa digitale per piccole tirature, che consente di ridurre tempi e costi.
  • MGI JETvarnish 3D Web Compact è la soluzione ideale per gli stampatori di etichette che desiderano creare stampati prestigiosi e dall’effetto “wow”. Questo sistema consente l’applicazione, in un unico passaggio e grazie ad un processo al 100% digitale, di una vernice UV e di una stampa a caldo, in piano o in rilievo, con dato fisso o variabile.
  • MGI Octopus Web offre una nuovissima tecnologia per il taglio e la finitura digitale delle etichette autoadesive, utilizzando testine a 4 assi dotate di lame di taglio.

“Con la produzione digitale di etichette ormai diventata una tecnologia mainstream, Labelexpo rappresenta un’opportunità perfetta per gli stampatori e i brand per visitare il nostro stand e vedere di persona come le loro ambizioni, la loro creatività e la loro visione possano essere accese attraverso le infinite possibilità di stampa per etichette e packaging che le nostre tecnologie offrono. I clienti ricercano efficienza, utilizzando processi più snelli ed ottimizzati che gli consentano di migliorare i profitti. Lavorando insieme, costruiamo partnership strategiche a lungo termine con approcci personalizzati che portino ad una scalabilità sostenibile, un alto grado di automazione e ad ecosistemi end-to-end. Sviluppiamo un approccio multi-segmento, dal pre-stampa al post-stampa, che comprende anche nobilitazione e finitura, oltre che software e servizi”, ha affermato Sacha-Vittorio Paolucci, responsabile sviluppo business Stampa Industriale di Konica Minolta Europe.   “Labelexpo Europe è il momento e il luogo ideale per i clienti e i potenziali clienti che desiderano accendere la scintilla della creatività e incrementare le loro possibilità di stampa. E’ un’opportunità attesa da tempo per incontrarsi – finalmente di persona – per aggiornarsi, condividere idee e discutere le ultime innovazioni. I visitatori che decideranno di incontrarci potranno anche vedere da vicino la nostra ultima generazione di tecnologie per la stampa di etichette. La transizione dall’analogico al digitale è inarrestabile e continua ad accelerare”, ha infine commentato Antonio Maiorano, sales director professional printing di Konica Minolta Italia.

 

Alberto Palaveri, presidente di Giflex, entra nella Governance di Assografici

Alberto Palaveri, già presidente di Giflex, entra nella Governance di Assografici in qualità di vice presidente per la filiera del packaging a integrazione della rappresentanza dei Gruppi di specializzazione dell’Associazione Nazionale Italiana Industrie Grafiche Cartotecniche e Trasformatrici.

L’annuncio è stato dato in occasione dell’Assemblea privata, svoltasi oggi a Roma.

Per il prossimo biennio, il Consiglio di Presidenza, alla cui guida è stato confermato Emilio Albertini, è ora composto dai seguenti Vice Presidenti: Paolo Bandecchi, Carlo Emanuele Bona, Stefano Crechici, Carlo Montedoro, Marco Spada e il neoeletto Alberto Palaveri. A questi si affiancano Tiziano Galuppo, Presidente di Unione GCT Milano, e Il Past President Pietro Lironi.

“Ringrazio il Presidente Albertini per avermi voluto al suo fianco in rappresentanza della filiera del packaging. La sinergia è la chiave per essere sempre più incisivi e di fare sintesi nell’interlocuzione con la politica e il Governo italiano ed europeo a tutela degli interessi del settore a fianco delle imprese grafiche, cartotecniche e della trasformazione di carta e cartone in Italia. Insieme possiamo guidare quella trasformazione sostenibile al centro delle sfide globali”, ha dichiarato Palaveri.

Congresso di primavera Gipea 2023, Orizzonte futuro: innovazione, sostenibilità e resilienza

Affrontare l’ormai necessario percorso di transizione ecologica, rispondendo al contempo alle sfide legate agli scenari economici complessi che hanno caratterizzato gli anni passati, e che ancora influenzano il mercato: questo il focus del Congresso di primavera Gipea 2023, tenutosi lo scorso 15 e 16 giugno a Lazise (VR). Durante i due giorni di evento, è stato possibile approfondire sia le difficoltà legate allo scenario attuale, sia gli strumenti e le risorse per fronteggiarle.

Preceduto dall’assemblea annuale dei soci, il Congresso è stato occasione sia per fare il punto sull’andamento del mercato, in un 2021 e 2022 non privi di complessità, sia per analizzare le prospettive del settore nel prossimo futuro, con l’intervento di apertura tenuto dalla presidente Gipea Elisabetta Brambilla. “Sul nostro comparto ha inciso particolarmente l’aumento dei prezzi della carta e delle materie plastiche nel 2022 e 2023, in assestamento solo nella prima metà del 2023, così come il costo energetico”.

La presidente ha inoltre sottolineato come, in generale per i settori grafico e cartotecnico, il 2022 sia stato un anno anomalo in cui fatturato e produzione non sono cresciuti insieme. “Rispetto al 2021, si è visto fatturato in aumento di diversi punti percentuali (influenzato dal forte aumento di costi energetici e materie prime) e una produzione che si attesta in negativo. Secondo un sondaggio interno al settore condotto all’inizio dell’anno, per il settore etichette si prevede una crescita del 2% nel 1° trimestre e del 4% per il 1° semestre sia per il fatturato sia per la produzione”.

Il Congresso è proseguito con l’intervento di Francesca Ricupero, sales manager Italy di Bobst, con un focus sulle innovazioni tecnologiche volte a raggiungere obiettivi che, oggi, risultano particolarmente importanti: la sostenibilità e riciclabilità dei materiali, e la standardizzazione dei processi, per un aumento della competitività.

A seguire, due interventi hanno permesso di accendere i riflettori su una declinazione pratica del concetto di transizione ecologica, ovvero la certificazione B Corp: “Non si tratta soltanto di una certificazione, ma di un vero e proprio strumento di gestione aziendale per mobilitare una crescita significativa, integrando organicamente i principi di sostenibilità nelle attività produttive”, ha spiegato Valentina Zanini, Evolution Guide presso Nativa SB. Con Domenico Tessera Chiesa, membro del Direttivo Gipea e managing director di Sales, B Corp dal 2018 e oggi società benefit, abbiamo poi potuto approfondire il percorso di certificazione B Corp attraverso il caso concreto di un etichettificio. “Con il B Corp Assessment, abbiamo scoperto un sistema che ci permetteva di misurare in modo oggettivo gli aspetti legati all’impatto ambientale dell’azienda”.

Ma non servono solo innovazioni tecnologiche e strumenti di rendicontazione, ciò che oggi è fondamentale nella cassetta degli attrezzi dell’imprenditore è anche un ampio set di soft skill: ne ha parlato Alessandro Garofalo, fondatore di Garofalo & Idee Associate, con un approfondimento sulle 7 caratteristiche che hanno reso Leonardo da Vinci “creativo e geniale”. “In uno scenario complesso e in rapido cambiamento, a fare la differenza è la capacità di pensare oltre i confini dati per assodati”.

La seconda giornata si è aperta con l’intervento di Erik Ciravegna – PhD in Design, Osservatorio Innovazione Packaging, Advanced Design Unit, Università di Bologna – dedicato alle sfide e alle opportunità della sostenibilità del packaging. “Il packaging è un oggetto complesso, dalle molteplici e articolate funzionalità. Per vincere la sfida della sostenibilità, è fondamentale considerarlo non solo come un involucro, ma come un ponte che mette in contatto differenti contesti”. Ha aggiunto Ciravegna: “Occorre adottare un approccio sistemico ed etico alla progettazione degli imballaggi, per avere una comprensione più profonda ed equilibrata dei loro impatti, sia negativi che positivi, non solo sul prodotto, ma anche sul mercato, sulla società e sul pianeta”.

Marco Costanzo (head of sales) e Anna Magon (sustainability manager, di Ayming Italia SB, parte di Ayming Group), hanno poi portato sul palco l’importanza dello strumento del Rapporto di sostenibilità e un ulteriore caso concreto. I relatori hanno illustrato il percorso e l’impegno di Eurolabel srl nello stendere il proprio rapporto di sostenibilità. L’azienda ha fatto un primo assesment con FpS tool (il tool di rendicontazione di Federazione Carta e Grafica disponibile per le aziende associate) per capire a che punto erano nel loro percorso di rendicontazione. In un secondo momento, affiancata da Ayming, ha poi completato il suo report: importante step per l’adozione di un modello di business sempre più responsabile. Il messaggio: anche per piccole e medie aziende come gli etichettifici questi strumenti sono accessibili e aiutano a perseguire lo scopo di garantire uno sviluppo sostenibile, orientato a ridurre il proprio impatto ambientale, e al contempo di assicurare il benessere sociale ed economico della comunità e del territorio in cui si opera.

L’evento si è chiuso con una sessione interattiva, che ha visto la partecipazione di tutti i presenti al Congresso, chiamati a esprimere opinioni e punti di vista discussi poi nel corso della tavola rotonda conclusiva moderata da Stefano Salvemini, vice presidente Gipea.

Assemblee di Assocarta e Federazione Carta e Grafica 2023

Si sono svolte il 22 giugno, presso l’Associazione Civita a Roma, le Assemblee Annuali di Assocarta e Federazione Carta e Grafica. “Con le prime risorse che si sbloccheranno dopo la rimodulazione dei fondi PNRR il Governo finanzierà il piano transizione 5.0, per sostenere le imprese che intendono rinnovare impianti e formazione, orientandoli alla trasformazione green e digitale: un campo, quello dell’economia circolare, in cui questa filiera è all’avanguardia, rappresenta un modello virtuoso in Europa, capace di coniugare tradizione e innovazione con forte orientamento al Made in Italy” ha affermato Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso in apertura di Assemblea.

Nel 2022 il fatturato della Federazione Carta e Grafica è stato di oltre 31 miliardi di euro, in aumento del 24,4%, rispetto al valore già in crescita del 2021(25,3 miliardi di euro; +15,5% rispetto al 2020) mentre il saldo della bilancia commerciale con l’estero si è confermato positivo per 4 miliardi di euro. Una filiera quindi strategica per l’economia circolare del Paese e costituita dai comparti delle aziende di Acimga (macchine per grafica e cartotecnica), Assocarta (carta e cartone) e Assografici (stampa, cartotecnica e trasformazione, imballaggio flessibile).

Assemblea pubblica di Assocarta

La giornata si è aperta con l’Assemblea Pubblica di Assocarta che rappresenta il settore della carta e del cartone. Matteo Caccia, autore e conduttore radiofonico, ha introdotto i lavori con una intervista, sulla congiuntura e le sfide del settore cartario nazionale, al presidente di Assocarta Lorenzo Poli.

Per un settore energy intensive come quello cartario, il 2022 è stato un anno complesso dove il caro energia ha condizionato fortemente l’attività produttiva: i volumi, che nel primo semestre segnavano +1,4%, da luglio 2022 hanno visto una inversione di tendenza perdendo il 19,7% nel secondo semestre (dati 2022/2021). “La sfida è, quindi, recuperare la quota di produzione di carta e cartone erosa da perdita di competitività per caro energia, destoccaggio e inflazione, coda lunga della pandemia. In attesa di una politica energetica europea e di interventi strutturali, chiediamo al Governo di proseguire con crediti di imposta che possano aiutare, in questa fase recessiva, la simmetria energetica con i nostri concorrenti e il cammino verso la decarbonizzazione. Occorre, poi, dare attuazione a misure strutturali come la gas release e la green electricity release per gli energivori” afferma Lorenzo Poli, che così prosegue: ”I risultati del 2022 sono stati generati dalla temporanea fermata di alcuni impianti a causa dei forti rincari di gas (il cui costo incide sul fatturato per oltre il 30% rispetto al 4,2% del 2020), energia elettrica e materie prime fibrose, ma anche dal progressivo rallentamento dell’economia e dalla perdita di competitività, nei confronti di Paesi con costi energetici più bassi come Germania e Francia, oltre quelli extra UE (il gas europeo costa sei volte quello USA), che hanno avvantaggiato l’import in aumento del 15,5% nel 2022/2021”. I primi tre mesi del 2023, rispetto al pre-pandemia del 2019, confermano un calo della domanda di carta dell’11,6% e della produzione del 15,4% con carte per imballaggio (rispettivamente +0,1%, -1.1%) e per uso igienico sanitario (rispettivamente +0,3%, 0,1%) più o meno in tenuta, e un forte calo delle carte per usi grafici (rispettivamente -42,7% -53,7%).

“Un dato, quello del calo della domanda, strettamente collegato al destoccaggio che costituisce la coda lunga della pandemia e dell’inflazione, per il quale ci aspettiamo una inversione di tendenza nei prossimi mesi” conclude Poli.

L’Italia a livello europeo (10,3% dei volumi dell’area,) è seconda solo alla Germania. Le cartiere italiane hanno fortemente investito sulla sostenibilità, sul riciclo e sulla raccolta della carta (grazie al Comieco, su 11 milioni di tonnellate di imballaggi riciclati ogni anno, circa 4,5 milioni sono fatti di carta e rappresentano il motore rinnovabile dell’economia circolare italiana) che sono il fiore all’occhiello del Made In Italy ma anche del Made in Europe. L’utilizzo della carta da riciclare nella produzione si coniuga perfettamente l’utilizzo di fibre vergini certificate (PEFC, FSC), che garantiscono la provenienza da foreste gestite in modo sostenibile. Il settore si conferma al secondo posto in Europa come riciclatore, dopo la Germania. Nell’imballaggio il riciclo supera l’80%, oltre l’obiettivo (75% al 2025) previsto dalla normativa comunitaria. “Grazie a rinnovabilità e riciclo il consumatore europeo predilige (55%) gli imballaggi in carta (dato TwoSides 2023)” commenta Poli.

L’essenzialità dell’industria cartaria è stata ripresa nel dialogo tra Matteo Caccia e Irene Vallejo, autrice di “Papyrus” (Bompiani), autorevole sostenitrice della comunicazione scritta come contraltare alla pervasività degli strumenti digitali. A seguire, l’intervento del direttore CEPI Jori Ringman “The Energy Challenge” sulla sfida energetica europea e la tavola rotonda “La buona fibra per la transizione”, moderata da Monica D’Ambrosio Direttore di Ricicla TV, dove sono intervenuti  Gilberto Dialuce Presidente ENEA, Stefano Ciafani Presidente di Legambiente e Massimo Beccarello Reponsabile Coordinamento Ambiente ed Energia Confindustria. Al centro del dibattito le sfide del settore cartario sugli obiettivi di decarbonizzazione: un mix energetico costituito da gas naturale – che alimenta in cogenerazione l’80% delle capacità di riciclo – biometano e biogas, bioliquidi, idrogeno e recupero energetico dei rifiuti a biomassa. Una Best Available Technique, attuata in tutta Europa ma non in Italia. Ulteriore potenziale di sviluppo il rifacimento degli impianti di cogenerazione, ad alto rendimento, largamente impiegati che possono offrire servizi alla Rete elettrica nazionale in cui le fonti intermittenti saranno sempre più presenti.

Assemblea Pubblica di Federazione Carta e Grafica

In apertura il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso.

A seguire, Matteo Caccia ha introdotto l’Assemblea Pubblica della Federazione con le interviste al neoeletto Presidente Michele Bianchi, al Past President Carlo Emanuele Bona e al Vice Presidente Daniele Barbuiche hanno approfondito le dinamiche congiunturali della filiera.

La Federazione Carta e Grafica rappresenta una filiera chiave nella transizione energetica, ecologica e digitale e genera l’1,6% del PIL italiano, impiegando oltre 162.000 addetti diretti in 16.369 imprese. “Per una lettura oggettiva del fatturato della filiera nel 2022 – 31 miliardi di euro – occorre, però, sottolineare che la crescita del valore sconta gli effetti inflattivi dei forti aumenti dei prezzi dei prodotti cartari – e di conseguenza dei prodotti grafici, dell’imballaggio e cartotecnici – resi necessari per tentare di recuperare, almeno in parte, gli ingenti rincari del gas, dell’energia, delle

materie prime fibrose e dei trasporti” spiega il Presidente Michele Bianchi. “I primi mesi 2023 vedono uno scenario in peggioramento. Alla base di ciò – prosegue Bianchi – le preoccupazioni delle imprese della filiera per il rallentamento macroeconomico, che sta incidendo negativamente sulla domanda dei prodotti della filiera e, quindi, sull’attività produttiva”.

“La Federazione, nell’ultimo biennio, – commenta il Past President Carlo Emanuele Bona – ha visto consolidare il suo ruolo in Confindustria e nei rapporti con le Istituzioni su fronti importanti. Dal PNRR alla crisi energetica, dal recepimento delle direttive sui rifiuti alla discussione in corso sul nuovo Regolamento imballaggi. Crescente anche il ruolo svolto nel supportare la filiera nella transizione green con il Progetto Sostenibilità (FpS) premiato da Confindustria.  A ciò vanno aggiunte le azioni sulla funzione degli imballaggi in carta e sul valore della lettura su carta, e della scrittura a mano, per raggiungere un giusto equilibrio “eco-logico”.

Le difficoltà della congiuntura non intaccano però i primati. La produzione di carta igienica sanitaria italiana è la 1° in Europa e la 2° nel mondo. L’industria italiana delle macchine per printing e converting è la 3° a livello globale, mentre l’industria grafica italiana è 2° in Europa, dopo la Germania. Infine, l’industria cartotecnica trasformatrice al 2° posto, a livello europeo, per fatturato, dopo la Germania. “I primati della filiera – affermaDaniele Barbui Vice- Presidente della Federazione – sono il migliore biglietto da visita del nostro Made In Italy. Sui mercati internazionali si registra infatti la migliore tenuta dei fatturati e degli indici di ordinativi, anche in questi primi mesi del 2023. In un contesto globale dove si cercano soluzioni innovative e sempre più sostenibili, l’”habitat federativo” è certamente un vantaggio competitivo che va sostenuto anche dal mantenimento di quelle misure di Industry 4.0 che, negli ultimi anni, hanno contribuito alla trasformazione delle nostre imprese ed alla crescita della loro competitività”.

Dopo lo speech emozionale di Matteo Caccia dal titolo “Storie di carta” si è tenuta la tavola rotonda “Virtù vizi e pregiudizi della nuova proposta di regolamento sugli imballaggi” moderata da Monica D’Ambrosio, con gli interventi dell’On. Patrizia Toia, Parlamentare Europeo Vice Presidente ITRE e co-relatore PPWR, di Antonio D’Amato, Presidente EPPA European Paper Packaging Alliance, di Edo Ronchi, Presidente Fondazione Sviluppo Sostenibile e di Ignazio Capuano, Presidente Conai.

Gallus, nuovo polo industriale e 100 anni di attività

Gallus Group ha festeggiato il suo 100° anniversario con l’inaugurazione di un nuovissimo polo industriale a San Gallo, in Svizzera – il Gallus Experience Center – progettato per fungere da punto di contatto per clienti, esperti di settore, stakeholder e i membri del pubblico, e guidare la trasformazione del mercato.

Gallus coglie anche l’occasione del proprio centenario di attività per annunciare il lancio sul mercato di tre nuovi prodotti nel proprio portafoglio: il portale clienti di Heidelberg, la nuova Gallus One with Converting, e un upgrade per la stampa digitale della Gallus ECS 340.

In occasione dei festeggiamenti per i 100 anni di attività di Gallus, il nuovo Gallus Experience Center ha accolto clienti e potenziali clienti tra i principali stampatori e trasformatori a livello mondiale, oltre che partner e proprietari di brand del settore, nell’ambito dei “Gallus Experience Days” organizzati dall’azienda. Il Centro, dedicato alla “trasformazione digitale” nel settore della stampa di etichette e a fascia stretta, ha lo scopo di favorire il successo futuro del comparto incentivando la collaborazione per guidare l’innovazione e la sostenibilità. Produttori, fornitori, trasformatori, stampatori e brand sono tutti invitati a usufruire della nuova struttura per esplorare idee, testare e sviluppare nuove tecnologie e insegnare e sperimentare un ecosistema tecnologico. Inoltre, Gallus utilizzerà il Centro per presentare prodotti Gallus convenzionali, ibridi e digitali, software e soluzioni basate su cloud, macchine di nuova generazione in produzione e tecnologie dei fornitori partner.

Dario Urbinati, CEO di Gallus Group, ha commentato: “Ci impegniamo a rimanere sempre al passo con il mercato e a prevedere, e quindi a rispondere, alle probabili tendenze che potrebbero interessare i nostri clienti e i nostri brand. Di conseguenza, Gallus e Heidelberg puntano a condurre la nuova trasformazione digitale, promuovendo la “stampa intelligente e connessa” per sbloccare livelli rivoluzionari di automazione della produzione e di efficienza produttiva. Ciò è fondamentale per risolvere i problemi di manodopera attuali e permetterà ai clienti di ridurre i costi e aumentare la redditività e la sostenibilità. Inoltre, avvalendoci del nostro nuovo Gallus Experience Center, disponiamo di un team dedicato all’esplorazione di nuove tecnologie/processi, come l’intelligenza artificiale e l’Industria 4.0, che potrebbero essere integrati nelle etichette e negli imballaggi per ispirare e coinvolgere meglio le generazioni future.”

Acimga, fatturato macchine per stampa e grafica in crescita nel primo trimestre 2023

Daniele Barbui, presidente di Acimga

Il comparto delle aziende italiane costruttrici di macchine per la stampa che sono rappresentate dall’associazione confindustriale Acimga, (Associazione Costruttori Italiani di Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini) ha chiuso il primo trimestre 2023 con un fatturato pari a, 627 milioni di euro rispetto ai 584 milioni di euro dello stesso periodo del 2022 (+7,3%).

L’indice degli ordini è risultato pari a 491.7 milioni di euro (544,1 milioni del primo trimestre 2022), caratterizzato da una forte componente estera: gli ordini extra Italia si sono infatti attestati a 304,9 milioni di euro (+23,6% rispetto ai 246,8 del Q12022), controbilanciando il rallentamento del mercato interno.
Sono questi i risultati resi noti dal centro studi di Acimga, in relazione all’andamento del settore nei primi tre mesi del 2023.

“I dati dei primi tre mesi dell’anno ci consegnano un segmento di grande interesse per i clienti esteri – afferma Enrico Barboglio, direttore generale di Acimga – il dato sull’export è infatti il più alto dal 2019: un significativo segnale che ci stimola a migliorare ulteriormente il nostro ruolo di riferimento per la promozione internazionale del settore. Affiancando e supportando le aziende associate che si aspettano, per i prossimi tre mesi, un andamento congiunturale positivo sia per fatturato che per volume di ordini, sia nei mercati esteri che in quello domestico”.

“Il trend che emerge dai dati delle aziende nostre associate conferma la dinamica dei settori produttivi rilevata dall’Istat con i beni strumentali che, a differenza degli altri principali settori di attività, registrano variazioni positive sia su base mensile sia in termini annui1” ha aggiunto Daniele Barbui, presidente di Acimga.