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Canon amplia la gamma di soluzioni per la finitura in linea

Con la nuova unità per la creazione di opuscoli serie BLM5000 prodotta da Plockmatic, Canon amplia la gamma di soluzioni per la finitura in linea offerta con le stampanti digitali imagePRESS V1000 e V1350.

Progettato per i clienti con volumi di produzione medio-alti, l’unità offre la possibilità di creare opuscoli di formato A4 e Letter orizzontale, oltre ai normali opuscoli con orientamento verticale. L’unità consente la piegatura con dorso squadrato e la rifilatura al vivo sui tre lati per eliminare l’effetto scalato che si crea lungo il bordo esterno in seguito alla piegatura di più fogli impilati. Disponibile con testine di pinzatura da 50 o 35 fogli e con testine di pinzatura a sella da 35 fogli, BLM5000 amplia le possibilità applicative delle aziende di stampa, soprattutto per quelle realtà che producono banner utilizzando la stampante imagePRESS.

L’unità per la creazione di opuscoli BLM5000 si unisce ai sistemi Plockmatic BLM 550+ e BLM 50/35 nella gamma di dispositivi per la finitura ad alte prestazioni di terzi offerta da Canon, consentendo la creazione di soluzioni di produzione end-to-end personalizzate e altamente automatizzate. L’integrazione di questi sistemi consente ai fornitori di servizi di stampa di diversificare la propria offerta, creando maggiori opportunità di crescita del business.

Jennifer Kolloczek, european planning, marketing&innovation senior director, production print di Canon Europe ha commentato: “I fornitori di servizi di stampa sono alla continua ricerca di nuove soluzioni per la produzione a medie-alte tirature di documenti dall’aspetto professionale, pur mantenendo o incrementando la redditività e la produttività. Questo richiede flussi di lavoro end-to-end più fluidi, dove le soluzioni di finitura in linea efficienti sono determinanti per il successo. I nuovi sistemi di stampa di produzione Canon imagePRESS possono gestire un’ampia gamma di supporti e formati, garantendo livelli eccezionali di qualità immagine. Con il lancio della nuova serie BLM5000, aggiungiamo un’ulteriore funzionalità di automazione alla serie imagePRESS per la creazione di opuscoli con orientamento orizzontale – un formato spesso richiesto per brochure, guide e lookbook di elevata qualità”.

A Fespa il Gruppo Durst presenterà 360 Production Excellence

A Fespa Global Print Expo 2023, Durst Group presenterà la sua “360 Production Excellence”: nuovi sistemi e soluzioni integrate per una produzione di stampa di grande formato completamente automatizzata, sostenibile ed economicamente efficiente.

Christian Harder, vice president sales del Gruppo Durst, commenta: “Il focus di oggi è rivolto all’automazione, alla sostenibilità e alla redditività, e le nostre offerte sono in linea con questo obiettivo. A Fespa esporremo un’impressionante installazione di automazione di alto livello per la produzione di stampa non presidiata”. Tra le novità di prodotto, il lancio della più veloce stampante roll-to-roll finora disponibile sul mercato e la presentazione dell’ampia gamma di inchiostri base acqua e UV-LED, conformi a tutte le normative e certificati in ambito di sostenibilità. Inoltre, la divisione Service del Gruppo Durst presenterà nuove proposte per l’assistenza proattiva, ora disponibile in oltre 80 Paesi.

Shuttle Service: destinazione l’headquarter Durst a Bressanone

In occasione della partecipazione a Fespa 2023, Durst ha predisposto un servizio navetta che collegherà la fiera di Monaco con l’headquarter di Bressanone, offrendo ai visitatori interessati la possibilità di visitare il Durst Customer Experience Center per visionare l’intero portfolio di sistemi di grande formato P5, insieme ad altre soluzioni verticali come le stampanti per etichette e imballaggi flessibili, tessile, carta da parati e piastrelle in ceramica.

Inoltre, Durst offrirà l’occasione di vedere la nuova P5 500 in funzione presso il cliente Escher Digitaldruck, a circa un’ora di distanza dalla fiera. P5 500 è il nuovo riferimento per la stampa roll to roll con luce di 5 metri e può essere considerata l’evoluzione di Rho 512, che vanta centinaia di installazioni in tutto il mondo.

Software Durst

La divisione Software di Durst Group presenterà avanzate soluzioni software, studiate su misura per la stampa digitale con l’obiettivo di snellire ed efficientare ulteriormente il processo “From Pixel to Output”: dalla creazione del file alla prestampa, dalla produzione all’analisi finale. Soluzioni che permettono di ottenere maggiori livelli di automazione ed efficienza, migliorando i processi di stampa e snellendo l’attività.

Lecta punta sul packaging sostenibile

“Aiutiamo a creare un mondo più sostenibile”. Con questo impegno, Lecta lavora per sviluppare soluzioni di carta innovative e naturali per applicazioni di imballaggio flessibile e rigido.

A tal fine, Lecta parteciperà alla fiera Interpack, il più grande e importante evento professionale al mondo per il settore del packaging, che si svolgerà dal 4 al 10 maggio 2023 a Düsseldorf.

Presso il proprio stand tra gli altri prodotti Lecta esporrà un portfolio completo di cartoncini per imballaggi di lusso, soluzioni funzionali per contenitori monouso, carte per borse e materiali autoadesivi.

Inoltre, Lecta presenterà in esclusiva, la sua nuova e vasta gamma di carte per imballaggi flessibili con proprietà di termo saldabilità e barriere protettive. Ispirata dalla natura stessa, questa gamma di prodotti riciclabili rappresenta un’alternativa più sostenibile per gli imballaggi nei settori alimentare, cosmetico, logistica farmaceutica, giochi, ecc.

Tutte le carte Lecta saranno inoltre esposte alla fiera Packaging Première che si terrà a Milano dal 16 al 18 maggio; un incontro in cui designer, produttori di packaging e marchi del lusso si incontrano ogni anno alla ricerca di nuovi materiali per questo settore.

Zünd presenta la Q-Line con BHS180

Zünd amplia ulteriormente la propria gamma di soluzioni di taglio. La nuova Q-Line con BHS180 si va ad aggiungere all’offerta attuale e e con essa l’azienda vuole stabilire nuovi standard nella produzione industriale e commerciale “da pallet a pallet”. La nuova Q-Line con Board Handling System – BHS180 è una soluzione di sistema integrata, progettata appositamente per soddisfare i requisiti di lavorazione finale altamente automatizzata in ambito industriale di materiale stampato per espositori e imballaggi. I singoli componenti (l’alimentazione di fogli con Undercam, la nuova generazione di cutter Q-Line e l’unità di prelievo) sono studiati per interagire e consentono di raggiungere un nuovo livello di produttività. Insieme offrono all’utilizzatore un taglio stabile e affidabile: in questo modo facilitano i produttori di espositori e imballaggi, che potranno automatizzare il taglio con redditività ed efficienza.

I nuovi componenti della macchina garantiscono velocità fino a 2,8 m/s. L’innovativa struttura alla base del cutter della Q-Line è in granito epossidico a elevata stabilità ed è in grado di garantire un andamento fluido e la massima precisione di taglio anche a velocità elevate. I bracci di produzione sono realizzati in materiale plastico rinforzato con fibra di carbonio, che ne aumenta la leggerezza e la resistenza. Ciò permette di lavorare alla massima velocità e con la massima qualità anche i materiali più impegnativi. Le prestazioni uniche del prodotto si manifestano anche nelle sue impressionanti capacità di accelerazione (fino a 2,1 g) rese possibili dal nuovo sistema di azionamento lineare. In questo modo si raggiungono velocità di lavorazione elevatissime, riducendo nettamente i tempi di ciclo per singolo lavoro.

 

Proposta di Regolamento sugli imballaggi e rifiuti di imballaggio, i rischi per l’economia del riciclo

Federazione Carta Grafica ha depositato presso la Commissione Politiche della UE del Senato la posizione della filiera nell’esame della proposta di regolamento europeo sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio.

“Lo strumento del Regolamento determinerà un forte disallineamento tra le fonti di legislazione europea (direttiva quadro rifiuti) e, di conseguenza, quella nazionale, fonte di pericolosa confusione” afferma il DG di Federazione Carta Grafica Massimo Medugno. “La Commissione” si legge nella posizione “ha l’obiettivo di ridurre gli imballaggi: spinge quindi sul riuso degli imballaggi e impone restrizioni ai prodotti monouso a prescindere dalla loro funzione d’uso e dalle motivazioni economico e sociali. “Il riuso, così come le restrizioni sui prodotti monouso” sottolinea Medugno “non sono supportati da analisi LCA che dimostrino che tali azioni porterebbero un miglioramento ambientale. Ciò si aggiunge alla sottovalutazione della lotta allo spreco alimentare, della tutela della sicurezza e della salute dei consumatori e dell’integrità dei prodotti”.

“Il riuso” afferma infine Medugno “diventa un modo indiretto per “frammentare” il mercato interno sulla base di un sistema logistico da riprogettare, dagli esiti incerti e senza vantaggi per l’ambiente. Questo non è il caso del riciclo, che avviene più vicino al consumatore, non nel luogo originario di produzione. La soluzione migliore non può pertanto essere assunta da una decisione globale a livello UE, come proposto dalla Commissione europea, ma va data la preferenza a quelle opzioni che forniscono il miglior risultato ambientale complessivo. In quest’ottica, gli imballaggi a base cellulosa (un materiale rinnovabile e biodegradabile) non dovrebbero avere obiettivi di riuso (ma obiettivi di riciclo sempre più ambiziosi), così come i prodotti monouso in carta (perfettamente riciclabili e riciclati su scala industriale) non dovrebbero essere sottoposti a restrizioni”.

La proposta di Regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio sarà immediatamente applicabile senza tener conto delle differenze tra i vari Paesi, anche in termini di raggiungimento degli obiettivi di riciclaggio. Rischia di mettere in crisi la nostra economia del riciclo, che genera occupazione e ricchezza. Non si possono porre obiettivi stringenti di riciclabilità su larga scala di tutti gli imballaggi (pena la loro messa al bando), senza imporre a monte agli stati membri vincolanti obiettivi di raccolta. E’ invece importante concentrare ogni sforzo sulla centralità della raccolta differenziata degli imballaggi e dunque sul riciclo degli imballaggi. Rispetto alla raccolta differenziata finalizzata al riciclo andrebbe espressamente inserito un obbligo per i Comuni sulla falsariga di quanto avviene in Italia.

Körber elimina i costi della carta pre-spalmata con Kit Bio Pack plus

In uno scenario di mercato caratterizzato da una sempre maggiore attenzione da parte di produttori e consumatori verso la sostenibilità, anche il packaging gioca un ruolo primario per le aziende che vogliono rimanere competitive in un settore in continua evoluzione quale quello del tissue. La crescente preoccupazione circa la gestione di rifiuti plastici, soprattutto nel confezionamento, si trova oggi al centro delle logiche di acquisto per il 54% dei consumatori. Fare affidamento su soluzioni tecnologicamente avanzate in grado di garantire maggiore sostenibilità risulta allora fondamentale per gli operatori del settore e, in questo, Körber Business Area Tissue fa la differenza. Nello specifico, Körber ha recentemente sviluppato un’innovazione di prodotto che permette di sostituire i materiali di imballaggio in polietilene con della carta semplice kraft, escludendo la necessità di ricorrere a carta pre-spalmata con colla termosaldante, a vantaggio di una soluzione che unisce rispetto per l’ambiente e contenimento dei costi.

“Si è voluto andare oltre i primi passi fatti, aggiornando i sistemi Kit Bio Pack full e Kit Bio Pack light, due tecnologie già di successo, che consentono di impiegare carta pre-spalmata e bioplastiche. Sebbene queste soluzioni rendano la confezione di prodotti tissue trasformati più sostenibile, Körber ha deciso di evolvere ulteriormente la sua offerta per rendere ancora più vantaggiosi gli investimenti dei clienti” dichiara Nicolò Squarzoni, Product Manager – Packaging & Digital Körber Business Area Tissue.

Il Kit Bio Pack plus, sviluppato e testato nell’R&D della divisione packaging di Körber Business Area Tissue, è un sistema add-on sulla zona di svolgitura della bobina nella confezionatrice. La carta della bobina, prima di giungere alla perforazione, attraversa un doppio passaggio costituito da un encoder e un insieme di ugelli. L’intuizione di Körber risiede proprio in questo: l’encoder mette in fase la svolgitura della bobina con l’applicazione della colla da parte degli ugelli. L’innovazione tecnologica è così in grado di applicare la colla su una bobina che si svolge fino a una velocità di 200 fogli al minuto, garantendo un’estrema precisione nell’individuazione dei punti di applicazione esatti, evitando sbavature e assicurando un’asciugatura rapida della colla. La capacità di dettare la quantità necessaria di adesivo per ogni specifico formato di pacco significa così ridurre al minimo gli sprechi e garantire prodotti più sostenibili, rendendo tutto il processo di imballaggio ancora più eco-friendly.

“Installabile su tutte le macchine confezionatrici con Kit Bio Pack esistenti, questa inedita soluzione brevettata rappresenta sia un retrofit per gli impianti di vecchia generazione sia un optional per le macchine nuove, a favore di un’elevata qualità e velocità, riduzione del costo del packaging e una superiore marginalità di vendita sul prodotto finale” conclude Nicolò Squarzoni.

 

Epson amplia la gamma dei multifunzione SureColor Serie T e P

Epson amplia la gamma dei multifunzione SureColor Serie T e P, indirizzati ai mercati tecnico e fotografico, con i modelli SC-T5700DM, SC-T7700DM e SC-P8500DM.

I nuovi modelli sono tutti dotati di uno scanner CIS da 36 pollici completamente integrato con doppia sorgente luminosa e filtri RGB, che identifica e rimuove pieghe e grinze dalle immagini acquisite e offre maggiore sicurezza grazie all’invio crittografato delle scansioni verso destinazioni sicure. Inoltre, SC-T5700DM e SC-T7700DM possiedono un nuovo inchiostro rosso, ideale per l’evidenziazione di disegni CAD e per la fedeltà dei colori di poster, pubblicità e loghi, mentre SC-P8500DM include un inchiostro grigio che amplia la gamma cromatica, per stampe fotografiche di alta qualità.

Queste caratteristiche sono state introdotte mantenendo le stesse compatte dimensioni dei modelli precedenti, per permettere un facile posizionamento negli uffici senza incidere sugli spazi di lavoro. Non solo: SC-T5700DM, SC-T7700DM e SC-P8500DM sono progettati per offrire flussi di lavoro semplificati che riducono al minimo i tempi di stampa e scansione.

Con questo annuncio, la gamma di multifunzione SureColor T risulta meglio equipaggiata per soddisfare le esigenze dei clienti, in settori che spaziano dalla vendita al dettaglio alla pubblica amministrazione, dall’istruzione all’edilizia fino alla produzione GIS. Tutto ciò rende queste nuove unità interessanti per molti mercati, in particolare per architetti, ingegneri, progettisti CAD, grandi aziende, forze armate e istituti scolastici, ma anche nella produzione di poster, nelle copisterie e nelle attività di ricerca e sviluppo, dove la sicurezza è un fattore importante.

“La gamma SureColor di Epson – ha dichiarato Renato Sangalli, Head of Sales C&I Printing di Epson Italia – è nota per la sua capacità di soddisfare praticamente qualsiasi esigenza professionale e per la combinazione unica di qualità, affidabilità e convenienza. L’arrivo di queste unità particolarmente compatte e completamente integrate accelera i flussi di lavoro, rafforza ulteriormente la nostra reputazione e apre la strada a ulteriori applicazioni in una serie di nuovi mercati”.

Speciale transizione energetica nella stampa

Quando si parla di efficienza energetica non si può che fare riferimento all’accordo di Parigi, siglato nel 2015 da ben 195 paesi, che ha come obiettivo di lungo termine quello di contenere l’aumento della temperatura media globale.

L’Europa per rispettare i termini previsti dall’accordo si è dotata di un quadro normativo che favorisce l’utilizzo di fonti rinnovabili e mira a migliorare l’efficienza energetica in ogni ambito.

In Italia anche il settore della stampa è attento ai temi dell’efficienza energetica e dell’ecologia dimostrando di volersi posizionare come attività industriale sostenibile capace di operare scelte etiche.

Chiunque avrà notato le diverse installazioni di impianti a pannelli solari che si trovano negli edifici industriali sia di nuova costruzione che meno recenti. E non è stata solo la ricerca di un risparmio energetico, per altro di grande importanza in questo particolare momento storico, la motivazione alla base di questi importanti investimenti.

Oggi c’è più consapevolezza rispetto al fatto che uno sviluppo sostenibile debba soddisfare i bisogni attuali senza però compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri. E proprio da questa diffusa consapevolezza che nelle aziende sono nate molte delle azioni volte a favorire la transizione energetica ed ecologica messe in campo, è bene ricordare, con un occhio attento agli aspetti economici.

Le testimonianze presenti all’interno dello speciale raccontano di scelte fatte dalle aziende di stampa costruite su analisi e progetti articolati, spesso con un respiro a lungo termine.

Emergono dagli articoli le strategie volte al riciclo e recupero delle materie come carta e alluminio, l’utilizzo di tecnologie meno energivore per l’asciugatura dell’inchiostro, l’adozione di veicoli elettrici per le consegne, la gestione automatica dell’accensione e dello spegnimento delle luci in azienda con regolazione della luminosità esterna e interna, il riutilizzo dell’aria calda prodotta dai macchinari per ridurre il consumo di gas e corrente ed tanto altro.

Insomma un grande fermento che ci fa essere cautamente ottimisti su un futuro sempre più “green” e sostenibile.

Scarica gratis lo speciale e scopri come aiutare la tua azienda nella transizione energetica

Vincenzo Bona acquisisce Legatoria Varnavà per rafforzare la propria offerta di servizi

Vincenzo Bona, realtà torinese con 246 anni di storia e specializzata nella stampa per l’editoria, annuncia l’acquisizione della Legatoria Vito Varnavà, impresa attiva a Torino da più di 50 anni nella confezione del libro.

L’inserimento della Legatoria Varnavà all’interno del Gruppo Vincenzo Bona porta a un potenziamento dell’offerta, permettendo di creare un processo produttivo integrato per governare la produzione in modalità end-to-end.

“Da sempre indirizziamo i nostri servizi alle case editrici, uno dei punti di forza della nostra azienda è la specializzazione dell’offerta grazie a una strategia di investimento mirata e a una costante attività di ricerca e sviluppo orientata a offrire al mercato editoriale servizi  competitivi sia da un punto di vista qualitativo sia di affidabilità”, afferma Carlo Emanuele Bona, vice presidente di Vincenzo Bona, che continua, “l’obiettivo è quello di poter meglio rispondere alle richieste dei nostri clienti in un contesto editoriale in continua evoluzione. Incrementare la qualità del nostro servizio in termini di efficienza ed efficacia, obiettivo perseguibile con un processo produttivo più integrato e fluido, è per noi di fondamentale importanza”.

Le motivazioni di questa acquisizione sono riconducibili a un cambiamento in atto: l’industria grafica italiana negli ultimi 18-24 mesi è profondamente mutata, subendo una trasformazione strutturale che sottende un’evoluzione dei modelli organizzativi e produttivi, sfida che la Vincenzo Bona ha raccolto.

In questo contesto la Vincenzo Bona, oltre all’acquisizione della Legatoria Varnavà, nel 2022 ha investito in un impianto fotovoltaico per essere energeticamente autonoma e sempre più orientata alla sostenibilità e ha aperto la propria governance a un consigliere indipendente, con una propria esperienza di valore, a supporto del processo di crescita a medio-lungo termine.

L’operazione che coinvolge l’acquisizione della Legatoria Varnavà si inserisce in un percorso di consolidamento e crescita della Vincenzo Bona, consentendo di incrementare la qualità dell’offerta grazie alla completa integrazione del ciclo produttivo; le lavorazioni svolte internamente variano dal taglio alla piega, dalla cucitura a punto metallico alla brossura a filo refe tradizionale o con “alette”, il tutto condotto all’interno dei propri spazi produttivi.

La transizione energetica nell’offset

Un interessantissimo studio fatto da Smithers sul futuro dei processi di stampa dal punto di vista della tipologia di inchiostri impiegati. L’uso degli inchiostri a base oleosa (minerale e vegetale) decrescerà in ragione del calo dell’impiego della stampa offset soprattutto nel segmento heat-set a favore delle atre tipologie di inchiostro tutte più o meno in crescita. Come potrà essere il bilancio energetico complessivo?

Negli ultimi anni si è verificato un deciso ricambio di attrezzature per la stampa offset, il parco macchine si è svecchiato. Questo può essere il punto di partenza su cui avviare un ragionamento virtuoso in ottica di risparmio energetico e basso impatto ambientale.

Il processo di transizione energetica che sta permeando tutti i settori della vita pubblica e privata è baricentro per l’attenzione di tutti. Strettamente derivato dalla crescente consapevolezza che il nostro pianeta sta facendo indigestione di gas serra (Green house gas, GHG), principalmente CO2, che provocano il riscaldamento globale. Indigestione, perché i gas serra (oltre alla CO2 anche il vapore acqueo H2O, il metano CH4, l’ozono O3, lo sono) hanno superato il limite per mantenere in equilibrio l’atmosfera del nostro pianeta, che, senza i quali, sarebbe parecchio inospitale, con una temperatura media di -18°. “Paradiso per gli sciatori”, ma un tantino difficile da riscaldare e del tutto invivibile. La cosiddetta carbon footprint è quindi diventata un metro di valutazione delle attività umane al pari oserei dire degli altri parametri tradizionali, produttività, redditività, efficienza, eticità. Potrebbe in futuro entrare come parte del modello organizzativo aziendale ai sensi del D.Lgs. 231/2001?

Vale la pena ragionare quindi su quale può essere l’impatto ambientale della stampa. Può uno stampatore offset contenere la propria impronta ambientale e intraprendere una rotta virtuosa verso la carbon-neutrality? Va considerato per onestà intellettuale che oggi non stiamo vivendo un’epoca in cui la stampa offset, soprattutto legata a prodotti commerciali ed editoriali si può definire florida e in marcata crescita. Parlare quindi di problemi legati all’ambiente a imprenditori che devono fare i conti a fine mese con una redditività che può scricchiolare, potrebbe sembrare fuori luogo. È altresì vero che negli ultimi anni si è verificato un deciso ricambio di attrezzature per la stampa offset, il parco macchine si è svecchiato decisamente, e per tale motivo rappresenta un’opportunità per avviare un ragionamento virtuoso.

Tutti i produttori dichiarano oggi il loro impegno nella riduzione dei consumi energetici con l’obiettivo di ottenere la cosiddetta carbon-neutrality. Sicuramente rispetto al passato grandi passi in avanti sono stati compiuti dal 1997, quando a Kyoto fu stipulato il protocollo internazionale per il contenimento delle emissioni. Interessante in questo senso il dato che fornisce sia Heidelberg che Komori relativo alla riduzione del 40% dell’energia consumata per stampare 1000 fogli da un impianto odierno (Heidelberg) rispetto a uno del 1990 o semplicemente paragonando la stessa produzione realizzata con diversi vecchi impianti contro la medesima ottenuta con un impianto nuovo (Komori). Tradotto in cifre, se i dati sono corretti, ogni 1000 fogli, alle tariffe attuali dell’energia, corrisponderebbe un risparmio intorno ai 2 euro. Moltiplicato per le copie stampate in un anno, i numeri che appaiono potrebbero divenire interessanti per considerare il ricambio di attrezzature di generazioni più energivore.

Risparmio energetico, cosa fare

Per analizzare come le moderne macchine da stampa possono essere progettate per risultare più rispettose dell’ambiante ho realizzato una piacevole chiacchierata con l’ingegnere Peter Andrich, amministratore delegato di Koenig&Bauer IT e Massimo Brescianini, responsabile tecnico di Koenig&Bauer IT.

Prima di entrare nel vivo delle considerazioni emerse, vorrei però analizzare il processo offset per identificarne alcune caratteristiche peculiari che impattano sulla prestazione energetica complessiva. La stampa offset usa lastre di alluminio che vengono inchiostrate con inchiostri a base di solventi, oli minerali o vegetali, acqua o per polimerizzazione (UV). Questi inchiostri necessitano di aria calda, radiazione infrarossa, lampade UV per trasformarsi in residuo secco sul supporto. Le stesse lastre offset richiedono un processo fotografico per essere impressionate e sovente, un processo più o meno ricco di prodotti chimici per il trattamento successivo (sviluppo). Sul versante del trattamento lastra sono stati fatti in questi anni, passi avanti importanti, come la riduzione dei prodotti chimici coinvolti nel trattamento (lastre low-chem) o l’eliminazione dell’intera linea di sviluppo (lastre process-less). Si può quindi affermare che dal punto di vista della preparazione della matrice di stampa, oggi esiste la possibilità di ridurre al minimo il consumo energetico legato a una parte del processo che non conferisce nulla in termini di valore al prodotto finito ma è un sottoprocesso, per quanto indispensabile, che dà in esito un rifiuto da trattare. La tecnologia delle lastre e dei CTP credo ormai sia arrivata a un punto di maturità per cui non potremo attenderci significativi passi in avanti in termini di impatto ambientale, se non sostituendo le lastre attuali con altri materiali o con matrici completamente digitali a scarto zero. Timidi tentativi già fatti in passato, che non hanno dato ancora i risultati sperati.

Tornando sugli inchiostri offset e la loro asciugatura, quello che oggi le moderne macchine attuano è un controllo il più possibile accurato del calore prodotto per l’essiccazione, evitando ogni spreco e utilizzando a pieno l’energia prodotta. Come nel caso del sistema VariDryBlue che propone Koenig&Bauer, dove la produzione di aria calda è ottimizzata e resa efficiente mediante il recupero della stessa dai condotti di scarico. L’aria calda, quindi, non viene buttata via ma rimessa in circolo per il riutilizzo. Naturalmente questo impianto necessita di apparati aggiuntivi nella struttura della macchina che si traducono in costi di acquisto aggiuntivi. Il ritorno dell’investimento extra è però veloce e probabilmente conveniente pensando al beneficio in termini di costi energetici e di conseguenza ambientale. Infatti, l’essiccazione dell’inchiostro è il sottoprocesso della stampa più energivoro e per tanto attuare un risparmio in quella fase, incide parecchio sul bilancio energetico finale. La soluzione proposta da Koenig&Bauer è esclusiva, ma ovviamente tutti i brand stanno operando miglioramenti in questo senso, ottimizzando l’uso dell’energia in funzione del prodotto da stampare, in termini di dimensioni del foglio e copertura di inchiostro. Se l’asciugatura è un punto centrale, anche il risparmio di carta è una leva che impatta sul bilancio energetico del processo. Poter risparmiare la carta che viene refilata e quindi non finisce nel prodotto finito ma nel cassone della carta stampata da riciclare è senz’altro qualcosa che si aggiunge al processo virtuoso di salvaguardia degli sprechi. Come ad esempio Koenig&Bauer che ha operato un passo in avanti introducendo nel proprio sistema di controllo colore una striscia più stretta, che riduce lo spazio necessario per la lettura delle patches. Possono sembrare piccolezze, ma se si entra in una forma mentis dove ogni elemento, ogni atto, ha un suo impatto nella produzione di gas effetto serra, allora non va tralasciato alcun dettaglio. Tanto più che alcuni risparmi sono a costo zero, come questo. Mi viene spontaneo fare un parallelo con ciò che avviene nelle competizioni di Formula Uno; è la somma di millesimi di secondo, risparmiati qua e là, a fare il tempo migliore sul giro.

Sul risparmio energetico impatta anche un altro fattore: i tempi di avviamento. La macchina da stampa quando è accesa consuma corrente. Per questo motivo nei momenti di inattività su alcune attuali macchine esiste un pulsante di messa in pausa (II) che diminuisce il consumo staccando certi apparati o attenuandone l’assorbimento (Heidelberg). Ma durante le procedure di avviamento il tempo è il fattore determinante. Per tanti motivi, e anche sul piano del risparmio energetico. Poter fare un avviamento in soli 5/6 minuti riduce i consumi. Questo è possibile per esempio mediante il sistema di Koenig&Bauer che simultaneamente unisce il lavaggio dei caucciù con la sostituzione della singola lastra. Che si inserisce nella filosofia delle moderne macchine da stampa, che, sfruttando automazione, le machine learning technologies e intelligenza artificiale, permettono di operare secondo una logica di continuità produttiva “push to stop”. Ottimizzare i tempi di avviamento riducendo consumi e conseguentemente costi, rende il processo offset ancor più competitivo sulle basse tirature. È veramente interessante osservare come alla crescita delle prestazioni delle tecnologie digitali di stampa, sempre più veloci, qualitative e versatili in termini di gamma di supporti, risponde la stampa offset a foglio di ultima generazione, che come tecnologia ormai matura, lima tutte le imperfezioni, scovando gli ultimi spiragli di efficientamento.

C’è un aspetto molto interessante in tema di risparmio energetico nella macchina da stampa offset che Koenig&Bauer ha introdotto come novità in via sperimentale in due aziende pilota in Germania e che sta fornendo ora dei dati di ritorno dopo il primo anno di impiego. Si tratta di un monitoraggio capillare dei vari dispositivi della macchina, attraverso una serie di sensori che rilevano il consumo istantaneo di energia, rapportato alla produzione (ad esempio KWh/1000 fogli). Distribuendo questi sensori nei vari apparati della macchina e monitorando questi con un’APP, è possibile tracciare per ogni commessa di lavoro, qual è l’impatto sui consumi. Pensandoci, questo apre diversi scenari, perché rende possibile utilizzare i feedback elaborati per modificare procedure di lavoro, cambiare materie prime, ottimizzare le offerte economiche, pianificare le produzioni. Ad esempio scoprendo come impatta ogni singolo gruppo stampa sui consumi, si possono avere dati consuntivi estremamente precisi che possono pilotare nuove azioni commerciali. Lo stesso si può dire per i caucciù e così per le diverse carte e inchiostri. Questo equivale a affermare che il costo orario della macchina da stampa non è più un valore più o meno costante che dipende dai fattori tecnici del prodotto da realizzare, ma un algoritmo arricchito da una componente analitica che tiene in considerazione anche del reale consumo energetico in tempo reale della macchina mentre sta producendo la commessa. Una soluzione che evidentemente è ritenuta un elemento importante dai costruttori dato che anche Heidelberg nei prossimi mesi dovrebbe rendere disponibile questo tipo di monitoraggio della macchina (in Germana inizialmente). È interessante sottolineare che secondo i dati pubblicati da Heidelberg, la maggior efficienza energetica la si ha utilizzando la macchina alla massima velocità. Il che risulta evidente se si considera l’unità di misura e cioè KWh/1000 fogli, dato che la macchina impiega meno tempo per concludere la tiratura. Risparmiando tempo anche sul cambio lavoro, l’efficienza cresce ulteriormente.

Inchiostri e materiali

Allargando un po’ il ragionamento all’intera filiera produttiva della stampa offset e cioè considerando i concetti base dell’economia circolare, che ci induce a privilegiare il consumo di materie prime a basso impatto ambientale, lo stampatore dovrebbe interrogarsi anche in merito alla provenienza di inchiostri e carte e tutte le materie prime che impiega nella produzione. Se questi prodotti anziché provenire da siti produttivi posti a pochi chilometri, per arrivare nello stabilimento di stampa devono compiere viaggi attraversando continenti, certo consumano più risorse producendo molta più CO2. Oppure se i prodotti devono viaggiare per via aerea piuttosto che per nave o treno, certamente sono più voraci in termini di energia.

Certamente la situazione drammatica del clima planetario ci impone una presa di coscienza e di conseguenza un impegno e attenzione nuovo rispetto alle scelte. Nel 2013 il Technical Committee TC130 di ISO ha pubblicato lo standard “ISO 16759:2013 Graphic technology — Quantification and communication for calculating the carbon footprint of print media products”, nel 2022 Intergraf ha pubblicato la roadmap per il calcolo, la riduzione e la compensazione della CO2 nell’industria della stampa, un framework, che accogliendo lo standard ISO, indica una procedura per l’assesment generale della carbon footprint aziendale e la ricerca dei punti sensibili di miglioramento. Gli strumenti operativi ci sono, tutti gli attori della filiera devono interpretare la propria parte.