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Viaggio al centro della risoluzione: scarica lo speciale gratuitamente!

Partendo dalla diffusa credenza “risoluzione più alta uguale qualità più alta” nelle pagine dello speciale si susseguono una serie di articoli focalizzati su questo elemento, la risoluzione appunto, che ha il potere di condizionare il buon andamento del flusso di produzione di uno stampato.
Il tema della risoluzione è sempre stato presente nel panorama grafico e su di esso sono stati scritti innumerevoli manuali allo scopo di spiegare le basi teoriche, le buone pratiche e le impostazioni da inserire nei software per il trattamento delle immagini.
Se poi consideriamo l’affermazione dei dorsi digitali, la disponibilità di dispositivi mobile in grado di eseguire scatti, la lenta, ma inesorabile riduzione di impiego degli scanner, le differenti tecniche di retinatura e la diffusione della stampa digitale, appare ancora più chiaro quanto debba essere alta l’attenzione su questo tema.

UN VIAGGIO NEL CUORE DELLA GRAFICA.

UNA SORTA DI OPERA OMNIA SULLA RISOLUZIONE PER CHI VUOLE ANDARE OLTRE LA BANALE E GENERICA DEFINIZIONE: LA RISOLUZIONE È IL NUMERO DI PIXEL (O PUNTI) PER POLLICE

Da tutte queste riflessioni, e dopo una lunga gestazione, è nato lo speciale il cui merito in buona parte va a Tiziano Fruet, firma storica di Italia Grafica, che ha fortemente creduto nell’importanza dell’argomento e per questo è l’autore di molti dei contributi.

La sequenza degli articoli porterà il lettore nei meandri del tema cercando di fare chiarezza sui termini ribadendo, allo stesso tempo, alcuni punti focali che tutti gli operatori del settore dovrebbero avere ben chiari.

Ogni articolo è la tappa di un viaggio: si parte dal meccanismo della visione, per passare alla disamina dei vari tipi di risoluzione con cui oggi abbiamo a che fare, per arrivare a parlare di fotografia e di risoluzione in funzione della tecnologia di stampa.
A corollario dei contributi più tecnici ci sono interviste e testimonianze di chi, tutti i giorni, vive a contatto delle problematiche che una errata gestione della risoluzione può causare.
Sarà quasi una sfida seguire fino in fondo lo speciale, in alcuni punti la lettura risulterà forse un po’ difficile e bisognerà affrontarla con lo spirito dello studioso che vuole andare oltre la classica e generica definizione: la risoluzione è il numero di pixel (o punti) per pollice!

Compila il form in basso e scarica gratuitamente lo speciale risoluzione di Italia Grafica.

Con HP un incontro per scoprire le novità per il mondo della stampa decorativa

Con la graduale riapertura degli spazi e il mondo che si appresta a vivere una nuova normalità, è arrivato il momento di scoprire il futuro della decorazione degli interni attraverso la stampa digitale.

HP vi invita a una sessione interattiva con esperti del settore in collegamento da uno spazio di co-working e uno studio fotografico recentemente rinnovati a Barcellona.

Il designer è Rachel Nunziata | LinkedIn, influencer e forte sponsorizzatrice dell’utilizzo della stampa digitale per la personalizzazione degli interni.

L’obiettivo di questo incontro è di scoprire come sfruttare al meglio le applicazioni decorative, ampliare le vostre capacità e scoprire tutta una serie di opportunità per far crescere la vostra azienda.

La sessione si terrà in formato virtuale via Zoom il giorno 30 Giugno, alle h. 11:00. Per partecipare è necessario iscriversi QUI.

CLICCA QUI PER LA REGISTRAZIONE ALLA SESSIONE

Abbiamo parlato con Rachel Nunziata delle possibilità che la stampa digitale applicata all’interior decoration può dare ai PSP.

In qualità di esperta riconosciuta nell’arredamento d’interni, la nostra prima domanda, Rachel, è come vedi la versatilità e l’immediatezza della stampa digitale che influenzano maggiormente il mercato dell’arredamento d’interni?

In primo luogo, la tecnologia di stampa digitale permette al designer di progettare senza impegno. Piuttosto, possono testare simultaneamente nuovi concetti di design e creare nuovi prodotti prima che vengano stampati con un rischio relativamente basso e senza inventario. Anche i tempi di consegna più brevi continueranno a rimodellare e influenzare il mercato. C’è una grande opportunità non sfruttata per i designer e i creativi di sfruttare la stampa digitale non solo per portare la personalizzazione e la customizzazione ai loro progetti, ma per far crescere i loro marchi e le loro aziende. Sia nel mercato commerciale che in quello residenziale, la versatilità e la stampa su richiesta stanno eliminando le barriere all’entrata per i designer che cercano di sviluppare le proprie linee di prodotti, e per i consumatori nel residenziale, la stampa digitale sta guidando la democratizzazione del design.

Vedo il design del prodotto come una delle più grandi aree di crescita per i designer, tuttavia, è necessaria un’ulteriore educazione per aumentare la consapevolezza delle opportunità quasi illimitate della stampa digitale.

Per quanto riguarda l’influenza generale nel mercato dell’arredamento d’interni, il valore della stampa digitale continuerà ad allinearsi con il ritmo del mondo che ci circonda e, in definitiva, la sua versatilità, sostenibilità e immediatezza saranno un fattore determinante per specificare il digitale rispetto ai metodi di produzione analogici.

Dato che l’opportunità è reale e sta accadendo ora, come può un PSP che è più abituato a stampare per espositori al dettaglio o segnaletica, orientare la propria attività verso la stampa di decorazioni per interni? Quali sono i suoi consigli principali?

In breve, il più delle volte, ci sono opportunità di stampa di decorazioni da scoprire attraverso la vostra rete esistente. Consiglierei ai PSP di impegnarsi in una conversazione con la loro attuale base di clienti e fare domande aperte sulle strategie post-pandemia per la riapertura. Avendo un profilo dettagliato e aggiornato del loro target, i PSP possono lanciarsi in questo segmento di mercato concentrandosi sui ciò che è a portata di mano; per esempio, la grafica dei brand negli spazi degli uffici aziendali può portare alla personalizzazione dell’arredamento interno. Elevando le offerte tradizionali, come i rivestimenti murali su una varietà di texture, i PSP possono offrire soluzioni di decorazione a lungo termine. Il mio consiglio principale è di iniziare da dove siete, costruire il business, poi espandersi e utilizzare le partnership con i fornitori per comprendere gli aspetti tecnici delle nuove attrezzature e applicazioni.

In che modo un PSP può individuare i decisori dell’arredamento d’interni e come si impegna con loro per cercare di conquistare l’attività e successivamente renderli clienti?

L’identificazione del decisore inizia con la comprensione del mercato, delle catene di fornitura e di come i diversi membri del team comunicano tra loro durante un progetto. Per esempio, nel settore commerciale il decisore potrebbe essere il designer d’interni o l’architetto, tuttavia, anche lo stesso installatore di rivestimenti murali ha un ruolo importante nella persuasione, perchè se un materiale o un prodotto è difficile da lavorare, il suo feedback potrà influenzare il processo di scelta del materiale.

La reputazione è anche una componente critica della capacità di un designer di trovare nuovi clienti, quindi rispettare le relazioni stabilite è la chiave che i PSP devono prendere in considerazione. In definitiva, fornire conoscenza, fiducia e prodotti stampati coerenti di alta qualità sono gli ingredienti importanti per sviluppare relazioni commerciali a lungo termine.

Infine, sappiamo che state per fare un webinar con HP sul tema “Décor-what’s next”. Senza svelare troppo, ci dica cosa otterrà un PSP partecipando o scaricando questo webinar?

Il webinar sarà una fonte chiave di informazioni mentre ci dirigiamo verso l’era post-pandemica e per i PSP per rimanere alla pari con la concorrenza. Ho raccolto alcune delle informazioni più pertinenti sulle tendenze dell’arredamento, sui concetti, sulle nuove applicazioni di stampa e su come architetti e designer progetteranno tra qualche anno e oltre. Il futuro è luminoso per tutti quando ci riuniamo dopo la pandemia, ma soprattutto per i PSP, perché credo che sia il momento di mostrare la tecnologia di stampa digitale attraverso la personalizzazione on-demand, la democratizzazione del design, le applicazioni quasi illimitate e altro ancora. Con il portafoglio Latex & Stitch di HP e la versatilità della tecnologia di stampa, quasi tutte le applicazioni di design a cui si può pensare possono essere realizzate. Vorrei incoraggiare tutti a partecipare a questo nuovo ed eccitante evento virtuale.

 

 

 

Interior decoration, la parola all’architetto

Un cambiamento improvviso nelle abitudini e nello scenario è sinonimo anche di grandi opportunità per mercati come l’interior decoration. Un’occasione da cogliere, rinnovandosi senza esitare.

Provando a guardare oltre i più recenti stravolgimenti di una comunicazione visiva per il momento concentrata soprattutto sulla segnaletica di sicurezza, è il momento di iniziare a pensare di più a lungo termine. Di fronte a uno scenario destinato a cambiare radicalmente anche in settori fino a un anno fa in pieno slancio come l’interior decoration sono chiamati a una correzione di rotta.

Una situazione alla quale inevitabilmente adattarsi senza esitazione e dalla quale si può uscirne in diversi modi. A parte rare eccezioni, tutti risultato delle proprie decisioni. Secondo l’architetto e docente a contratto alla Scuola del Design del Politecnico di Milano Paola Silva Coronel, per chi è pronto a mettersi in gioco, le opportunità non mancano.

Dove si trovava il mondo dell’interior decoration a inizio 2020?

L’interior decoration è, fondamentalmente l’idea di aggiungere del bello al necessario e questa visione, apparentemente semplicistica ha portato molti settori dell’industria del digitale e della comunicazione a cercarvi, se non un’ancora di salvezza, un mercato da conquistare. È vero, come diceva Fëdor Dostoevskij che “La bellezza salverà il mondo”, ma da qui a risolvere un intero mercato ne passa. L’interior decoration, proprio perché chiama in causa l’estetica, non è per nulla una questione “facile”. Io sono più del parere che sia una tematica delicatissima, in cui sbagliare è facilissimo e riparare al danno non sempre facile. Non è un caso, se è materia di studio in molte università e accademie.

Come dobbiamo inquadrarlo allora?

Una scienza orientata a rendere i luoghi più accoglienti e a interferire (possibilmente in modo positivo) con la percezione delle persone che li abitano o li attraversano.  Un elemento che determina il desiderio di trattenersi più a lungo o scappare il prima possibile da un certo ambiente. Per molti anni, la totale assenza di “decorazioni” negli uffici e la presenza delle abitazioni ha creato un divario percettivo, che è l’eredità degli ultimi 50 anni della nostra storia. Se negli ultimi decenni la decorazione, in termini di physical branding è entrata negli uffici, l’eredità dell’architettura scandinava ha “semplificato” le abitazioni, rendendo di fatto questi due mondi più simili, come non lo sono mai stati. Lo smartworking di questo lockdown è stata una conferma per tutti, su come le abitazioni possano essere anche degli accoglienti uffici: ora dobbiamo capire, come gli uffici riusciranno a essere delle accoglienti abitazioni.

L’interior decoration è ancora un elemento caratterizzante?

Assolutamente sì. Sono gli ambienti che sono sempre più “gender free” per usare un termine attuale. Se prima si parlava di casa e di ufficio e le rispettive identità iconografiche erano molto chiare, oggi assistiamo a un crescendo di luoghi ibridi: strutture di co-working, alberghi attrezzati e tutti quegli spazi comuni, che stanno definendo i nuovi insediamenti residenziali e commerciali e credo sia un bene. La concezione di casa fatta da salotto, camera da letto, ingresso e cucina, di memoria Vittoriana, credo stia davvero per tramontare. La necessità di spazi differenti dove fare attività nuove sarà la spinta nei prossimi anni per studiare una nuova generazione di luoghi.

Come pensa saranno ridisegnati questi spazi interni?

Certamente su misura di chi li abita. Il successo dello yoga e della meditazione di questo ultimissimo periodo, ci dice che l’attenzione al proprio benessere è cresciuta e che questo benessere non è fatto solo di cose materiali (cibo, soldi, potere), ma ha una grandissima componente immateriale. In architettura si chiamano “soft qualities” quegli elementi come la luce, il clima, la tattilità delle superfici che contribuiscono alla percezione e all’apprezzamento dello spazio. Sembra evidente che l’avvento della tecnologia ci porti a essere più stanziali in un luogo, da cui riusciamo ad accedere a più cose: ordinare cibo, fare shopping, lavorare, intrattenersi, visitare musei. Adesso sembra che questo luogo sia la casa. Lo sarà ancora per un po’, ma non credo sarà quello definitivo. Se gli ambienti stanno diventando gender free, i complementi d’arredo sembrano “gender blind”: non più oggetti legati a un ambiente, ma utili per la situazione in cui ci si trova. Una sedia da ufficio in un salotto non è certo adatta, ma vanno anche risolti i problemi di ergonomia introdotti con lo smart working.

Gli spazi disponibili però sono rigidi, se dovranno assolvere a più funzioni potrebbero non essere più sufficienti…

C’è un fenomeno già in corso. A Parigi, l’idea di città da quindici minuti suggerita dal sindaco di Parigi, ha aperto il dibattito sui nuovi criteri del vivere. In Italia, lo stiamo vedendo con il fenomeno del South working e dei City quitter, persone che lasciano le città per trovare spazi più ampi (e più economici) nelle periferie e nelle campagne. Lo spazio è sicuramente il bene più prezioso che abbiamo e di cui c’è sempre una costante ricerca. Ritrovare l’equilibrio tra spazi urbani e spazi periferici, tra case e uffici sarà certamente la sfida per il prossimo decennio.

Cosa ne sarà delle strutture, anche grandi, destinate a uffici?

Al momento, moltissime aziende stanno toccando con mano soprattutto i grandi risparmi. Sulle prestazioni lavorative molti pareri contrastanti. È certo che vivere i luoghi del lavoro non è solo una questione di performance. Il tema del senso di appartenenza, e quindi di fedeltà, a un’azienda è un aspetto cruciale. Negli ultimi anni abbiamo assistito al ritorno dei “corporate building” come manifesto dell’identità e della forza di un’azienda. È una tradizione che affonda le radici nell’America degli anni ’50, che per decenni sembrava superata, ma che oggi è nuovamente un tema di grandissima attualità, basta guardare tutte le nuovi torri costruite a Milano. Il tema della presenza fisica negli uffici, credo sia un’urgenza, soprattutto per un Paese con un costo del lavoro relativamente caro come l’Italia. Se passa l’idea che la presenza non è necessaria, ci sarà una massiccia delocalizzazione di risorse umane, in cui difficilmente potremmo spuntarla su Paesi come l’est europeo con risorse umane meno care. Quindi credo torneremo negli uffici e questi dovranno nuovamente cambiarsi d’abito, per accogliere ancora meglio.

Come si riflette sul mondo della stampa digitale?

La stampa digitale è sicuramente lo strumento più duttile per questo cambio d’abito. Anche solo cambiare il colore di una stanza, può stravolgerne la percezione. Il physical branding è sicuramente la via che porta la stampa digitale negli interni. Un tempo ci si limitava a scegliere i colori in linea con quelli istituzionali, oggi si cerca di raccontare delle storie, costruire delle identità. Si può rendere accogliente qualsiasi spazio decorandolo; in fondo è lo scopo principale dell’interior decoration. Inoltre, così facendo si rende un luogo più riconoscibile. Personalmente, volendo guardare avanti, credo che nei prossimi anni l’interior decoration conquisterà l’exterior dei palazzi o, se preferiamo, l’interior decoration della città. Dalle facciate dei palazzi ai graffiti di scala urbana, l’exterior decoration sembra essere un trend in crescita. In fondo, lo facevano già in passato i pescatori liguri, quando coloravano le loro case con colori differenti, per poterle riconoscere dal mare.

Chi potrebbe azzardare la prima mossa?

Può partire tranquillamente da noi architetti.  Abbiamo già la responsabilità, quando progettiamo un edificio, di costringere le persone che ci passano davanti a guardarlo. Come siamo abituati a parlare di interior design, possiamo iniziare a ragionare sull’exterior design. Tecnologie e materiali lo rendono già possibile. Oggi il tema delle facciate è vissuto soprattutto in termini energetici, credo che il tema decorativo seguirà a ruota. Qualche segnale si può già vedere, e non solo nelle grandi vetrine del mondo retail. Ormai è abitudine sfruttare le luci dei grandi palazzi per scritte o messaggi. Un segnale interessante della voglia di comunicare.

Come viene inquadrato tutto questo dal mercato?

L’interior decoration viene spesso percepito ancora come qualcosa di accessorio, non indispensabile. Il termine andrebbe rivalutato, oggi è ancora un po’ trascurato. Frutto anche dell’architettura razionalista molto orientata alla funzionalità. In realtà, si parla di qualcosa in grado di migliorare la percezione degli spazi. Quindi, importante anche se non così facile come può sembrare. Basti guardare, per esempio, alle carte da parati, ormai facili da proporre e applicare, non certo da disegnare; servono persone capaci di analizzare gli ambienti.

Dove colloca il decoro in un progetto?

Un elemento forse anche inutile dal punto di vista razionale, ma certamente in grado di aiutare a stare bene in un ambiente. Potremmo considerarlo come la meditazione rispetto alla medicina. È immateriale, non contribuisce a guarire, ma procura benessere. Credo anche sia stato trascurato per troppo tempo, per la paura di sbagliare. Il decoro richiede cultura e sensibilità, qualità non facili da mostrare. Quindi, nel dubbio, a volte si preferisce non fare niente.

Come vede delinearsi lo scenario a emergenza sanitaria superata?

Mi auguro riporti attuali i temi delle competenze. Prima di tutto, vuol dire non improvvisare. Nel nostro ambiente, conoscere Photoshop non significa necessariamente saper disegnare una carta da parati. Ognuno di noi dovrebbe partire da una riflessione, riconoscere le proprie competenze e sfruttarle, accettando però anche i limiti e affidarsi ad altri senza remore. Il lavoro di squadra nasce proprio per combinare competenze diverse.

A che punto siamo?

L’interior design nella comunicazione visiva e nella stampa digitale è un tema ancora relativamente recente. Quindi, dove tanti si sentono liberi di dire la propria. Uno degli incubi maggiori per un architetto quando riceve un invito è vedersi mostrare lavori fatti per contro proprio. I risultati eccellenti non mancano, frutto di cultura e sensibilità, ma non sempre. Non bastano due colori e qualche scritta per parlare di interior design. Per esempio, vedo spesso muri in mattoni realizzati con carte da parati. Perché allora non usare i mattoni veri a vista? Si mantiene il senso della profondità, della materialità.

Cosa pensa resterà di quanto abbiamo imparato in questi mesi?

Dal punto di vista pratico, alcune norme elementari di convivenza. Per esempio, se una persona è ammalata deve stare a casa. Andare ugualmente in ufficio non è un atto di eroismo, è un danno per l’intera comunità. Bisognerà stare molto più attenti alla mobilità, e questo porta a rivedere la comunicazione nei luoghi condivisi. Un’occasione utile anche per recuperare cultura e natura originale di un luogo attraverso indicazioni e grafica. Si può condividere un codice etico anche solo a scopo informativo oltre che commerciale. Spesso, comportamenti poco corretti sono solo il frutto di una carenza di spiegazioni. Anche questo è interior.

Quali sono i suoi consigli?

Prima di tutto, non improvvisare. Quando tengo un corso, spingo molto sulla necessità di capire il mondo in cui ci si muove o in cui ci si vuole muovere. Guardarsi intorno con attenzione per capire come sono gli ambienti in cui si vuole intervenire. Anche se molti non ritengono sia necessario farsi un minimo di cultura sull’argomento, ci sono delle tendenze da considerare. L’interior design è risultato di una combinazione di fattori, conoscitivi, sociali e anche politici. Poi, indispensabile grande attenzione alla sostenibilità, oggi imprescindibile.

Lo scanner in tasca

Adobe Scan è un’app mobile che riconosce in automatico il testo e che permette di acquisire documenti, moduli, biglietti da visita e lavagne virtuali in PDF di alta qualità direttamente dal dispositivo mobile.

Nonostante il mercato degli scanner si sia notevolmente ridimensionato nel corso dell’ultimo ventennio non si può dire altrettanto dell’esigenza di digitalizzare i supporti cartacei, e non solo nell’ambito della smaterializzazione documentale. Anche se, in parte, le stampanti all in one hanno sempre più occupato anche gli ambienti casalinghi, gli smartphone hanno ormai sostituito gli scanner piani in molte circostanze, tutte quelle cioè in cui la priorità è più la rapidità dell’acquisizione che la qualità finale. Di pari passo con
il miglioramento delle prestazioni, delle fotocamere e delle funzioni di ritocco immagine, aumentavano i contesti i cui non si avvertiva più l’esigenza di uno scanner come lo si
è sempre inteso, aprendo di fatto un “nuovo” segmento: l’acquisizione e gestione documentale da mobile. Se poi aggiungiamo che l’ultimo anno ha portato a vivere condizioni più uniche che rare, anche nella didattica a distanza, con contesti famigliari costretti a inviare via mail i compiti dei propri figli… allora diventa inevitabile sbattere il naso contro questa “nuova” realtà.

A portata di mano

Lo ammetto, usando costantemente Photoshop non ho mai dato tanto credito a mobile app come Adobe Scan, Office Lens e compagnia. Sempre fedele al modus operandi tradizionale passavo fogli sparsi, quaderni, quadernoni, libri e libercoli rigorosamente sul piano dello scanner, intervenendo in modo automatico o manuale a seconda dei casi. Risultati? Buoni, niente da dire, anzi, buona parte dei compiti rischiavano di essere più ben scansionati che ben fatti (ma almeno avevo fatto il mio). Tempi? Eh… nonostante la padronanza dei mezzi in gioco le ore impiegate sono state un’enormità, e con il senno di poi avrei potuto circoscrivere gli interventi professionali a non più del 10% delle digitalizzazioni, demandando il resto al telefonino con la giusta app installata.

L’iter ottimale

Premetto che nel mio caso ho fatto uso di Adobe Scan, per cui alcune voci o modalità operative potrebbero non essere esattamente le stesse usando app di altre case (ho contato almeno una trentina di alternative ad oggi), considerate comunque che, in linea di massima, sono sovrapponibili per lo meno nelle loro funzioni base. Dunque, l’iter ottimale prevede: 1 Avviare dell’app; 2 Scegliere la tipologia di soggetto da acquisire (Lavagna, Modulo, Documento, Biglietto da visita); 3 Inquadrare il soggetto; 4 Regolare il riquadro di ritaglio. Vedrete 4 cerchietti girare per lo schermo alla ricerca del rettangolo da inquadrare e, una volta identificato, di default l’app procederà in autonomia all’acquisizione senza richiedere il tap dell’operatore. Nel primo esempio ho operato in modalità Biglietto da Visita, ma l’inizio è uguale per tutte, se l’acquisizione non vi dovesse soddisfare si può scattare nuovamente, in genere però mi sono sempre trovato bene con la valutazione automatica. Il riquadro di regolazione bordi assomiglia molto al Ritaglio Prospettiva di Photoshop (per non dire che è identico), e una volta sistemati eventuali disallineamenti tra i cerchietti e i vertici del rettangolo di ingombro l’operazione di raddrizzamento è automatica.

La casistica

A questo punto le strade si dividono, a seconda del tipo di soggetto scelto inizialmente:

  1. nel caso della modalità Lavagna l’app cercherà di ottimizzare i contrasti per gli scatti di lavagne (dai…) scritte con il classico gesso (eh…). Tra le varie e ormai consuete possibilità di condivisione, stampa diretta, eliminazione ecc… vale la pena indicare la voce di Modifica scansione (che apre un piccolo ambiente di editing per scrivere brevi annotazioni, disegnare semplici grafiche ed evidenziare eventuali aree di rilievo), e Combina più file, utile per la preparazione di un PDF multipagina che contenga più immagini.
  2. Nel caso della modalità Modulo l’App farà partire una regolazione dei contrasti (colore automatico) ed un OCR (riconoscimento automatico delle parole) e cercherà di identificare in automatico i campi di compilazione appoggiandosi ad Acrobat Reader. Nei test fatti entrambi gli automatismi hanno funzionato benissimo, e anche se non risulta particolarmente sorprendente visto che i moduli sono tipicamente stampati chiaramente su fogli bianchi dà sempre soddisfazione vederli correttamente preparati.
  3. Nella modalità documento (quella standard in apertura) viene applicata una regolazione Colore automatico e un OCR, a cui segue prontamente la proposta di selezione e copia del testo. Nel test qui rappresentato ho cercato di mettere alla prova il riconoscimento automatico dei caratteri e come si può vedere dal testo selezionato il risultato è pienamente soddisfacente, anche sotto i 4 pt. Personalmente apprezzo che tutto funzioni anche se le pagine sono leggermente incurvate, come quelle dei libri, anche se mi piacerebbe l’introduzione di qualche strumento che raddrizza i fogli anche in questi termini.
  4. Nella modalità biglietto da visita si accede rapidamente alla possibilità di salvare in rubrica i dati principali, tanto più chiaramente sono scritti sul biglietto e tanto meglio verrà fatto il riconoscimento dei dati, tuttavia non sempre Adobe Scan riesce nell’intento quando i biglietti presentano contrasti cromatici e/o allineamenti “creativi”, comprensibilmente aggiungerei.

    Tutte le acquisizioni vengono salvate in Adobe Document Cloud, a meno che l’utente non desideri impostare l’app diversamente, e in questo modo non rischiamo di occupare inutilmente prezioso spazio sullo smartphone.

    In conclusione: risultati positivi e molto tempo risparmiato, soprattutto se lo avessi usato prima.

Stampa lito-offset, lo stato dell’arte

Nonostante il continuo sviluppo tecnologico della stampa digitale, nel portafoglio complessivo della realizzazione di stampati, quello della stampa lito-offset rappresenta ancora oggi un mercato importantissimo.

di Adalberto Monti e Angelo Meroni

La produzione di migliaia di copie, con alte foliazioni, così come le tirature, restano ancora campo esclusivo per le macchine da stampa lito- offset a foglio e roto-offset.
La competitività della stampa digitale, capace di produrre copie vendibili con scarti quasi inesistenti, ha spinto i produttori di macchine offset a sforzi enormi nel tentativo di rendere sempre più competitive le loro attrezzature e rendere il più basso possibile quel valore di breakeven point che rende conveniente stampare in offset piuttosto che in digitale.

Tutti gli ultimi sviluppi apportati dai costruttori alle macchine da stampa hanno concentrato gli sforzi sull’aumento dell’efficacia e dell’efficienza complessivi dell’impianto. Per far ciò occorreva intervenire sulle operazioni critiche, ancora poco automatizziate, che facevano perdere la maggior parte del tempo produttivo: quelle gestite manualmente dall’operatore nel trovare il corretto “setting operativo” e arrivare al foglio OK visto si stampi per iniziare la produzione.

È il contesto che fa la macchina

Quando il tema è la macchina da stampa lito-offset, occorre non focalizzarsi solo su essa, ma concepirla come integrata in un contesto di considerazioni indispensabili, di seguito descritte, per ottenere la massima potenzialità delle sempre più aggiornate tecnologie di cui la macchina è accessoriata. Vediamo alcuni punti fondamentali intorno ai quali può essere utile interrogarsi.

1. Quale primo elemento indispensabile occorre comprendere l’importanza e il vero valore di queste due parole: efficacia ed efficienza. Parole simili sono spesso utilizzate indipendentemente l’una con l’altra, pur non avendo lo stesso significato. Efficacia indica la capacità di raggiungere l’obiettivo prefissato. Efficienza valuta l’abilità di farlo impiegando le risorse minime indispensabili. In funzione dell’efficacia e dell’efficienza della macchina da stampa visionata, quali sono i vantaggi che posso ottenere nel contesto produttivo? Quali le eventuali difficoltà?

2. La macchina da stampa rappresenta l’investimento, l’operatore la garanzia. L’esigenza di operatori professionalmente preparati è indispensabile. Stampare non è facile, occorre professionalità ed esperienza e l’esperienza non si può comprare. Integrazione operatore e macchina da stampa, costante aggiornamento tecnologico e formazione professionale, rappresentano un intero imprescindibile e indivisibile.

3. L’operatore utilizzerà sempre meno le mani e sempre più la testa. L’automazione raggiunta dalla macchina da stampa consente nella maggior parte degli interventi di varie regolazioni attraverso un solo tasto, un solo input. La macchina da stampa non consente errori; rappresenta la perfezione meccanica integrata alla digitalizzazione sempre tecnologicamente aggiornata ed evoluta.

4. La macchina da stampa si orienta sempre più nell’eseguire diverse operazioni in un unico passaggio allo scopo di diminuire i tempi improduttivi a vantaggio della produttività, competitività e soddisfare le esigenze del cliente. In ultima analisi non abbiamo neppure il tempo di sbagliare; il cliente esige tutto subito e che costi poco. Da qui ha origine la competitività.

5. Per ottenere il massimo dalla macchina da stampa occorre che ci siano le condizioni ottimali di operatività sia ambientali quali per esempio temperatura e umidità controllate, clima stabile in sala stampa, posizione priva di luce esterna diretta, la quale, variando, influenza la variazione cromatica, sia di processo, quali una efficientissima organizzazione della produzione, una eccellente gestione della corretta esecuzione delle forme da stampa, un sistema automatico di rilevamento dei dati.

6. Assistenza (in quanto tempo?) e manutenzione (ogni quanto? Quali interventi?). I necessari sforzi organizzativi per riuscire a beneficiare della maggior parte delle prerogative che le nuove macchine super tecnologiche ci mettono a disposizione, non possono prescindere da una verifica dei tempi di risposta della casa Madre in caso di guasto, oppure dalle necessarie e ordinate manutenzioni preventive ben programmate.

In pratica la macchina è sempre la stessa, ma equipaggiata per raggiungere le sempre più elevate prestazioni, ottenere meno scarti (ecologia e sostenibilità), migliorare la qualità intesa nel miglioramento delle tolleranze in tiratura dovuta alla stabilità dell’inchiostrazione e della bagnatura. Eseguire costantemente le manutenzioni preventive, mantenendo un ambiente ordinato e pulito, è una condizione indispensabile per realizzare e mantenere una qualità mediamente alta, oltre ad avere un ambiente sano per l’operatore.

I DIVERSI SISTEMI DI STAMPA HANNO TUTTI UN’IMPORTANZA FONDAMENTALE PERCHÉ OGNUNO DI LORO È ADATTO PER UN DETERMINATO TIPO DI PRODOTTO

L’evoluzione tecnologica

Quali sono stati, in dettaglio gli elementi costantemente sviluppati e quindi evoluti, per i quali sono state impiegate le maggiori risorse tecnologiche nell’intento di rendere sempre più performanti le macchine da stampa? Se la velocità di produzione non era sufficiente per rendere al meglio il concetto di “massima produttività”, dove si sono focalizzati gli
sforzi della ingegnerizzazione tecnologica? Le tecnologie che, presentate alle varie edizioni di drupa, sono state sempre utilizzate sono per esempio le videocamere. Nate all’inizio per essere utilizzate sulle macchine rotative, per individuare le imperfezioni della banda di carta e per definire e tenere controllata la gestione delle viti dei calamai, queste sono state utilizzate anche sulle macchine a foglio, garantendo performance sempre più precise. Questo dispositivo, pur considerando la velocità di stampa delle macchine a foglio e la velocità di stampa delle rotative, permette di rilevare e indicare le copie non conformi in riferimento alla copia OK visto si stampi e, come già fatto da molti anni sulle macchine rotative, grazie alla doppia uscita, presentata già alcuni anni or sono sempre a drupa, permette di dividere i fogli conformi da quelli non conformi in modo automatico anche sulle macchine a foglio.

Di pari passo con il miglioramento tecnologico delle telecamere montate a bordo macchina, le aziende costruttrici di macchine da stampa hanno sviluppato al loro interno i software necessari per il controllo qualità, poiché questa diventava una necessità per gli stampatori a seguito dell’aumento della richiesta qualitativa, e quindi del controllo costante durante tutta la produzione del cliente finale.

I tavoli di controllo dei fogli di produzione sempre più integrati con la macchina semplificano il lavoro dell’operatore sia nel controllo del foglio sia nella gestione della produzione giornaliera integrando i dati digitali in arrivo dalla prestampa e dal MIS (Management Information Systems o “Sistemi informativi di gestione”) interno per la programmazione e sequenzialità di stampa.

La console/pulpito di comando è sempre più un punto di riferimento e di controllo di tutte le impostazioni e regolazioni della macchina da stampa, integrata da software di memorizzazione sia dei lavori stampati sia della preregolazione automatica in funzione dello stampato da realizzare e gestione della produzione.

È importante automatizzare i controlli colore per definire il foglio OK visto si stampi con i parametri colorimetrici qualunque essi siano, quelli della norma ISO 12647– 2:2013, oppure le proprie Printing Conditions quando esistenti e quindi mantenere i valori impostati del foglio OK per tutta la tiratura all’interno di tolleranze stabilite.
Un altro elemento indispensabile, dovuto all’evoluzione della conoscenza oggettiva del colore, è il controllo spettrodensitometrico automatizzato in fase di stampa, il quale permette di ottenere una tolleranza cromatica più ristretta, in fase di tiratura, se paragonata a quella che normalmente si ottiene non utilizzando questa tecnologia. La rilevazione avviene su elementi di controllo più piccoli rispetto a quelli precedenti e facilmente inseribili in fase di stampa, venendo così incontro alla necessità di ottimizzare i formati di stampa e quindi il contenimento dei costi.

Semplificare il lavoro

Nello specifico, quindi, dove si sono concentrate le maggiori attenzioni da parte dei costruttori per agevolare il lavoro dell’operatore sempre con l’intento di migliorare le performance dell’impianto?

1. Aggiornamenti dei software online, come pure il collegamento con la casa madre per individuare l’eventuale inconveniente e conseguenti istruzioni per risolverlo.

2. L’implementazione delle operazioni automatizzate; le procedure relative all’impostazione della produzione legata alla commessa; la gestione dei dati digitali propri del lavoro specifico come la gestione del setting della macchina in funzione delle caratteristiche del supporto da stampare (formato, spessore, morfologia, ecc.); la gestione del color management (curve di compensazione dedicate); l’integrazione con la prestampa; l’integrazione con il MIS dell’azienda.

3. Durante tutta la produzione, la possibilità di controllare in linea l’intera tiratura, riuscendo a mantenere costante la qualità di stampa (definita dei parametri del foglio “OK”), mantenendo sempre corretti i valori di inchiostrazione e bagnatura impostati. Telecamere che permettono di identificare non conformità rispetto al foglio OK visto si stampi e con il file PDF realizzato nella fase di lavorazione della prestampa durante la produzione e avere un report qualitativo della tiratura, spesso richiesto dal committente.

4. Possibilità di controllo della battuta dei rulli sulla lastra per identificare quale dei rulli occorre regolare, il tutto automatizzato.

5. Diverse tipologie di essicazione dell’inchiostro dall’IR all’UV tradizionale
e LED UV, per permettere di iniziare rapidamente le lavorazioni del post stampa senza compromissioni qualitative dello stampato.

Per quanto riguarda la stampa UV e LED UV, consigliamo di consultare il documento redatto da Taga Italia Taga.Doc.19 La tecnologia UV.

La stampa a foglio

Analizziamo quali soluzioni sono state sviluppate sulla macchina da stampa a foglio per garantire una maggiore efficienza produttiva. Innanzitutto, una maggiore ergonomia e un design più accattivante, cosa che in sala stampa non guasta. Poi, il cambio lastre simultaneo, grazie a motori indipendenti, estremamente utile soprattutto nelle macchine con più elementi stampa. Sono state automatizzate le operazioni di inchiostrazione a fine tiratura e di regolazione delle viti del calamaio per la successiva produzione, così come impostare automaticamente la gestione dei lavaggi caucciù o rulli per mantenere sempre la massima efficienza qualitativa del “sistema stampa”. La configurazione della macchina da stampa è diventata “quasi illimitata”, per produzioni sempre più specifiche a complicate. Un numero elevato di elementi stampa con diverse lavorazioni per ottenere un foglio stampato pronto per l’allestimento evitano di avere più tempi improduttivi e movimentazione di pallet ingombranti. L’impostazione automatica dei parametri specifici del supporto di stampa da utilizzare per quella specifica produzione. È stata introdotta la regolazione automatica, senza intervento dell’operatore, del registro dei grafismi: assiali, circonferenziali e diagonali. La possibilità di inserire video camere per visualizzare il percorso del foglio.

Riduzione dei tempi di pulizia e lavaggio delle componenti la macchina da stampa (tessuto gommato, cilindro di pressione rulli inchiostratori, ecc.) con conseguente diminuzione dei tempi improduttivi. La qualità di stampa è direttamente collegata all’ordine e alla pulizia. Lubrificazione centralizzata e programmata in automatico. Il programma di assistenza è stato calendarizzato con l’obiettivo di prevenire l’inconveniente che avrebbe ripercussiooni sui tempi improduttivi, di fermo macchina, e con lo scopo di aumentare l’efficacia della macchina, ottenendo la massima efficienza. Interventi e assistenza tempestiva in caso di guasti, manutenzione preventiva, sostituzione di componenti, ecc. Oggi è possibile la nobilitazione dello stampato con l’elemento di stampa cold foil print in linea. Realizzato per sostituire la stampa a caldo realizzata fuori macchina consente risparmio di tempo e risultato di stampa visibile in tempo reale.

Le macchine offset

Le novità principali che si possono apprezzare oggi sulle nuove macchine da stampa offset a foglio, riguardano la capacità di queste ultime di regolare tutte le componenti necessarie a raggiungere una qualità di stampa definita dai parametri interni di ogni azienda, praticamente senza l’intervento dell’operatore: Posizionamento in squadra del foglio elettronico; Registro di stampa automatico con telecamere dedicate e movimenti a circuito chiuso; Regolazione dei parametri colore impostati con lettura spettrofotometrica continua con correzioni automatiche sulle viti calamai in modo diretto fino al raggiungimento dei parametri minimi impostati; Raggiungimento automatico del foglio Ok in pochissimi fogli di scarto (da 150 a 250) e il mantenimento delle condizioni per tutta la tiratura all’interno delle tolleranze stabilite.

Con queste prerogative, decade il classico “modus operandi” che ormai tutti gli stampatori seguivano preparando diverse “batterie” di prova, mettendo sul mettifoglio una certa quantità di “fogliacci”, fogli della stessa carta utilizzata per la produzione, ma già stampata
e scartata dalle produzioni precedenti, insieme ad alcuni fogli bianchi della stessa carta dell’ordine in corso. Oggi, una volta montate le lastre, anche in questo caso in modo automatico alternato, un elemento stampa alla volta o simultaneo, tutti i castelli insieme, si inizia la produzione e mentre la macchina provvede al registro e alla regolazione colore, un operatore, normalmente il secondo di macchina, fa i necessari controlli con la copia “ciano
colore” precedentemente realizzata e controllata. Anche nel caso di un eventuale errore,
converrà cestinare le poche centinaia di fogli stampati piuttosto che dovere fermare l’impianto per le regolazioni manuali. Per raggiungere questi risultati è necessaria una coordinazione e un sincronismo fra reparto stampa e prestampa; tanto più sarà perfezionato questo affinamento, tanto più alta sarà la probabilità di raggiungere avviamenti brevi. Va da sé che tutte queste migliorie tecnologiche necessitano di personale coinvolto e ben preparato. Ecco quindi la necessità, inevitabile, di formare il proprio personale alle nuove esigenze. Corsi di formazione, sia per conoscere l’utilizzo di tutti gli strumenti che supportano le macchine, sia per conoscere le basi della tecnica di stampa offset: conoscenza del trattamento delle forme da stampa, correlazione ed equilibrio acqua inchiostro, gestione e controllo del liquido di bagnatura, conoscenza approfondita delle caratteristiche essenziali, meccaniche e non, per una buona qualità di stampa, conoscenza di base delle caratteristiche dei substrati, siano essi carta, cartone, plastica, latta ecc..Tutto questo, supportato dal grande sviluppo tecnologico integrato nelle macchine moderne potrà portare ad aumenti produttivi davvero elevati. Possiamo portare a questo proposito un esempio concreto: su una produzione sui tre turni, dalle classiche 144 ore/settimana, si potrà riuscire a contare oltre 3500 lastre per mese e oltre 3 milioni di giri per mese su una macchina lunga con una media di circa 5.000 copie per tiratura. Numeri questi impensabili solo sei o sette anni fa, con un equipaggio di due persone. Le macchine moderne però, nulla possono fare senza una organizzazione efficiente e determinata; per riuscire a produrre a questi ritmi, occorre che matrici e supporti riescano ed essere preparati e portati alle macchine nei tempi necessari. I costruttori di macchine da stampa hanno fatto, e continuano a fare, il loro lavoro con dedizione e risultati; il resto però lo dovranno fare gli imprenditori e il loro personale preposto per sfruttare tanta tecnologia. Per esempio, possiamo dire che sarà inutile investire ben oltre 100.000 euro per adottare una nuova macchina a 8 castelli del cambio lastre simultaneo, che permette di guadagnare 1,5 minuti rispetto al sequenziale, se non si possono avere un numero sufficiente di avviamenti all’anno che permettano un ritorno dell’investimento congruo. Ci permettiamo sottolineare che resta sempre importante, anzi fondamentale, avere ben chiaro cosa di vuole o si deve stampare prima di decidere quale investimento fare sia per la configurazione migliore, sia per gli eventuali optional da applicare alla macchina da stampa. Purtroppo, non sempre questa semplice regola viene rispettata, soprattutto nel nostro Paese.

La macchina da stampa rotativa web offset

La tecnologia si mostra nel suo costante aggiornamento, soprattutto per la stampa roto-offset. Le macchine da stampa, dopo avere raggiunto velocità oltre i 1000 metri/minuto, avere sviluppato software di controllo per ogni componente meccanico, pneumatico, elettronico, termico e di gestione del liquido di bagnatura (anche direttamente posizionato sulla forma di stampa) controllo del registro sia assiale sia circonferenziale, sia di taglio sia di piega e della gestione colore, mostrano qualche limite ancora da migliorare nella gestione delle segnature; dove sia le operazioni di taglio sia i cicli di raccolta (stacker e antropomorfi) potrebbero richiedere qualche miglioramento atto a diminuire i rischi e le complicazioni che derivano dalla difficoltà di gestire una materia complicata come la carta di grammatura estremamente leggera (e spessori minimi), ma con foliazioni che possono essere esigue (8, 12, 16 pagine) oppure molto alte (fino a 90 pagine). Oltre ai controlli automatizzati, già presenti da molti anni sulla banda, compresi i difetti di fabbricazione, sulla gestione colore, sul film della soluzione di bagnatura sulle forme di stampa, sul forno, sulle calandre e sugli organi meccanici, dallo sbobinatore all’uscita della piega, la vera grande novità che ha migliorato notevolmente sia la gestione dell’impianto sia le problematiche dovute agli interventi di manutenzione straordinaria in caso di guasto, è l’integrazione fra i vari elementi, gruppi stampa, forno, calandre, sovrastruttura, piega, uscita, inserita in un solo applicativo, proprietario del fabbricante la macchina da stampa. Questa integrazione ha permesso di interfacciarsi sempre e solo con la casa madre, anche da remoto, eliminando tutti quei tempi improduttivi, dovuti a problemi di interfaccia fra il fabbricante della macchina da stampa e, di volta in volta, quello del componente guasto. Un serio problema del quale occorre tenere conto è che in queste macchine, comandate da software sempre più sofisticati, in caso si presentasse un mal funzionamento del programma di gestione della macchina, quest’ultima non potrà stampare. Impossibile fare qualsiasi operazione manualmente.

L’integrazione con la stampa digitale: collaborazione non sostituzione

I diversi sistemi di stampa hanno tutti un’importanza fondamentale perché ognuno di loro è adatto per un determinato tipo di stampato. Non esiste, almeno per ora, un sistema di stampa capace di sostituire tutti gli altri. Conseguentemente il tutto dipende dal tipo di produzione e dalle caratteristiche che dobbiamo realizzare. Sarebbe un grave errore l’acquisto di una macchina senza sapere cosa stamperemo in futuro con quella macchina,
in particolare in questo tempo di cambiamento sociale che sempre più sta modificando il nostro modo di vivere.

Future Factory si conferma live: l’evento si terrà il 15 e 16 settembre 2021

Acimga rivela le date ufficiali di Future Factory: l’appuntamento si terrà il 15 e 16 settembre 2021 in diretta dal The Theatre di Milano, in doppia modalità: un incontro fisico di networking unito alla possibilità di seguire l’evento in streaming.

Ma non solo. In linea con lo shift comunicativo a cui stiamo assistendo e che è alla base del concept Future Factory, lo spostamento di date dell’edizione 2021 punta a un ampliamento della platea, spostando il target dalla filiera, riferimento storico del grande appuntamento annuale, a una community ben più ampia.
Con un sempre maggior numero di consumatori che chiedono alle industrie e alle aziende di essere responsabili nei confronti della società e dell’ambiente, diventa essenziale sviluppare una comunicazione basata sulla creazione di azioni concrete, a partire da core values condivisi. Azioni che devono necessariamente parlare a tutti gli attori della catena comunicativa, e che per Acimga si traducono nel coinvolgimento del mondo del marketing e della comunicazione sia a livello nazionale che a livello europeo e globale. Grazie anche ai partner e ai patrocinatori dell’evento, Future Factory 2021 diventa l’opportunità per presentare una visione di ampio respiro che sia in grado di allineare comunicazione e strategie, spostando l’attenzione principale dalla sola filiera a tutta la community che vi gravita intorno.

Immutato il programma presentato in anteprima durante la preview del 14 aprile. Condotta da Matteo Bordone Future Factory vedrà l’intervento di Alec Ross, distinguished visiting professor presso la Bologna Business School e consulente senior per l’innovazione del Segretario di Stato durante l’amministrazione Obama, per un’analisi delle dinamiche in trasformazione nel contesto socioeconomico; Ivana Pais, professore associato in Sociologia Economica all’Università Cattolica del Sacro Cuore in coppia con David Stark, Arthur Lehman professor of sociology alla Columbia University, per approfondire il modello economico della piattaforma; Paola Mariani, professore associato di diritto internazionale presso l’Università Bocconi di Milano che guarderà ai temi economici strettamente collegati al diritto internazionale; Bertrand Badré, CEO e fondatore di Blue like an Orange Sustainable Capital, con una riflessione sul futuro dell’organizzazione aziendale. Numerosi altri contributi forniranno infine nuovi punti di vista sul settore guardando agli orientamenti futuri per i prossimi anni.

“Ancora una volta Future Factory si mostra resiliente e con una grande visione del futuro– dichiara Andrea Briganti direttore di Acimga -. L’edizione 2020 di “Print4All Conference – Future Factory. Il domani si stampa oggi. In streaming.” ha segnato un punto di svolta nel panorama degli eventi di filiera ed è stata premiata con un grande successo di pubblico, raggiungendo quasi 1400 partecipanti, un terzo dei quali internazionali. La situazione attuale non ci trova impreparati e anche nel 2021 l’evento si reinventa ed evolve, con l’obiettivo finale di creare contenuti e valori aggregativi in vista della Print4All, la nostra fiera del 3-6 maggio 2022”.

Future Factory è organizzato da Acimga (Associazione Costruttori Italiani Macchine per l’Industria Grafica, Cartotecnica, Cartaria, di Trasformazione e Affini) con il supporto di ITA (Italian Trade Agency, l’agenzia governativa che supporta lo sviluppo delle imprese italiane all’estero).

Le tecnologie Ricoh per nuove sperimentazioni artistiche

Ricoh Italia e l’artista poliedrico Vincenzo Marsiglia hanno deciso di fare da trait d’union tra arte e tecnologia realizzando alcuni progetti in cui proprio la tecnologia consente di dare vita all’arte. Oltre ovviamente alle opere dell’autore, sono protagoniste le soluzioni Ricoh per la stampa commerciale e industriale.

Grazie alle loro caratteristiche, queste soluzioni risaltano e valorizzano la creatività, gli elementi distintivi e le narrazioni di Vincenzo Marsiglia che commenta: “La collaborazione con aziende tecnologiche è un valore aggiunto per noi artisti, offrendoci la possibilità di creare lavori innovativi, di esplorare nuove idee e modalità di interazione e di dialogo con il fruitore dell’opera d’arte. Quello con Ricoh è un sodalizio che mi sta permettendo in particolar modo di condurre sperimentazioni sui materiali e di concretizzare nuove realtà”.

Creatività e innovazione senza confini

Nell’ambito della mostra nel Principato di Monaco, che si svolge dal 10 giugno al 30 settembre 2021 presso la Galleria d’Arte NM Conteporary, Vincenzo Marsiglia ha utilizzato la soluzione Ricoh Pro L5100e per realizzare una carta da parati effetto specchio che riporta la stella a quattro punte che da sempre accompagna i suoi lavori. Con il wallpaper sono state allestite due pareti dello spazio espositivo nelle quali il visitatore può specchiarsi diventando parte dell’ambiente e dell’opera d’arte. Durante la mostra, viene inoltre distribuito un catalogo prodotto in esclusiva per questa occasione che raccoglie le principali opere della produzione dell’artista. Per la stampa sono state utilizzate Ricoh Pro C9200, di cui molti stampatori si stanno avvalendo per realizzare libri e cataloghi d’arte anche in tirature limitate, e Ricoh Pro C7200x. Quest’ultima soluzione ha permesso la stampa in quadricromia con invisible red della copertina su un supporto mirror di Fedrigoni. All’interno della galleria è stata adibita una stanza illuminata con luce di wood che consente al visitatore un’esperienza immersiva per scoprire gli effetti wow “nascosti” nella copertina.

Frutto della collaborazione tra Ricoh e l’artista, è inoltre un oggetto d’arte che viene distribuito in tiratura limitata presso il Padiglione Italia alla Biennale Architettura 2021 (Venezia, dal 22 maggio al 21 novembre 2021). Durante l’esposizione viene proiettato un video dell’’installazione dell’artista “Kaleidoscope” creata per Buonanotte Contemporanea. Il visitatore riceve una stampa prodotta da Ricoh Pro C9200 su carta mirror e può “trasformarla” in un mini caleidoscopio nel quale specchiarsi per immergersi in un nuovo spazio attraverso particolari giochi di luce.

“Il dialogo tra arte e tecnologia apre nuovi orizzonti” dice Ilaria Vivi, channel marketing, Commercial and Industrial Printing di Ricoh Italia: “Con Vincenzo Marsiglia condividiamo tra l’altro l’attenzione alla sostenibilità e un’intensa ricerca sui supporti. Le soluzioni Ricoh si distinguono sul mercato anche per la flessibilità nella gestione dei media che spaziano dalla carta al vetro, dal legno a materiali plastici, con un’ampia varietà di colori che rende possibili gli effetti di luce che caratterizzano le sue opere”.

OneMorePack, giovedì 10 l’evento online di Grafica Metelliana

Dopo lo stop dovuto alla pandemia torna OneMorePack, che si rinnova e rilancia con un nuovo format. Per l’edizione 2021, che si terrà in forma digitale il prossimo 10 giugno a partire dalle ore 15:00, l’evento promosso da Grafica Metelliana si trasformerà nel forum dedicato al packaging design.

Il trend in costante crescita del commercio elettronico, la necessità di differenziarsi dalla concorrenza e di farsi riconoscere dai consumatori, rendono sempre più importante il ruolo del packaging come leva di marketing, apportando un notevole aumento di brand awarness e brand loyalty. Da qui, la necessità di un forum, che rappresenti un momento di confronto e di condivisione su molteplici aspetti riguardanti il settore del packaging.

Strategie e design di prodotto, neuromarketing, sostenibilità, etichettatura ambientale ed economia circolare, materiali e tecnologie produttive, sono solo alcuni dei temi che saranno affrontati dagli speaker protagonisti di questa edizione 2021. Fra questi, alcuni dei protagonisti della scena: Drew Smith, chief creative director di Smith Lumen, Elio Carmi, creative director e founder di Carmi&Ubertis, Giulia Picerno, Centro Studi/Area Prevenzione Conai, Marta Franceschi, product manager Fedrigoni, e molti altri.

Nel corso dell’evento, inoltre, si svolgeranno le premiazioni della settima edizione dell’omonimo concorso sul packaging design OneMorePack, nelle due competizioni, una dedicata ai professionisti e l’altra agli studenti di università e istituti superiori.

I&C-Gama e Z Due supportano la formazione all’Istituto Rizzoli

I&C-Gama e Z Due si sono resi ambasciatori della tecnologia flessografica presso l’Istituto Rizzoli per l’Insegnamento delle Arti Grafiche di Milano, consegnando una cinquantina di manuali in italiano del Flexo Best Practice Toolbox, prodotto da FTA Europe.

I volumi sono stati consegnati simbolicamente ad alcuni studenti in rappresentanza dell’intero Istituto il 20 maggio scorso, presso la sede della scuola. Il manuale è corredato da numerose immagini, che rendono il contenuto comprensibile anche ai non addetti e permettono agli studenti di fare un primo incontro con la tecnologia flexo.

Il Flexo Best Practice Toolbox è uno strumento tecnico frutto del lavoro di FTA Europe e delle associazioni nazionali europee di stampa flessografica, tra cui Atif, ed è stato ideato per supportare gli operatori della flessografia nel raggiungimento di risultati di stampa di alta qualità, rispettosi dell’ambiente. Il testo, nato in versione digitale, è stato poi stampato in versione ridotta a scopo didattico.

Sante Conselvan della I&C-Gama si è detto felice di supportare le attività della scuola: «Con Z Due, con cui collaboriamo nell’organizzazione di alcuni eventi, abbiamo pensato di aiutare il settore scolastico e abbiamo individuato nell’Istituto Rizzoli il destinatario adatto per diffondere la conoscenza della flessografia».

«La versione cartacea è, di fatto, un estratto che rimanderà sempre a quella digitale sulla quale approfondire le tematiche tecniche. Quella di I&C-Gama e Z Due di promuovere la distribuzione del volume all’Istituto Rizzoli come primo approccio alla flessografia è stata una buona idea. Si tratta di aziende socie Atif tra le più attive nell’associazione, che hanno contribuito entrambe alla stesura del manuale», afferma Monica Scorzino, direttrice di Atif.

«Quando entro in una scuola e vedo tanti studenti interessarsi al nostro settore mi rendo conto di quanto la flexo abbia bisogno dei giovani. Z Due ha sempre puntato sulle nuove generazioni, provenienti direttamente dalle scuole di arti grafiche. Questo manuale, che abbiamo sponsorizzato con piacere, siamo certi sarà uno strumento utile per avvicinare ancora di più la realtà della stampa flexo con la teoria, che fino ad oggi è stata solamente sfiorata a livello scolastico», conclude Marco Mingozzi, responsabile interno di Z Due.

Andrea Romeo, il nuovo country director della Business Unit Imaging Technologies and Communication Group di Canon Italia

Canon Italia ha annunciato che Andrea Romeo è il nuovo country director per la Business Unit ITCG (Imaging Technologies and Communication Group). In questo ruolo, il manager avrà la responsabilità di guidare le attività della divisione dedicata al mondo dell’Imaging Consumer e Professionale, definendone strategie ed obiettivi e contribuendo alla crescita costante del business sul mercato italiano.

48 anni, Romeo proviene da Samsung Electronics Italia, dove è entrato nel 2009, ricoprendo ruoli di crescente responsabilità sino a essere nominato, nel 2017, sales director Home Appliances (ultima carica ricoperta prima del suo ingresso in Canon). Completano il suo curriculum le esperienze maturate in Indesit, in Sapient Italia e in Ipsos-Explorer.

“Soddisfare le esigenze di Imaging dei nostri clienti e valorizzare l’esperienza e la competenza dei nostri partners sono per Canon le linee guida fondamentali di ogni strategia di vendita.” Afferma Massimo Macarti, amministratore delegato di Canon Italia “E’ in questa direzione che si inserisce la nomina di Andrea Romeo come nuovo Country Director della nostra Business Unit ITCG. Siamo certi che la sua esperienza e le sue competenze di mercato, e di gestione, saranno preziose per costruire il futuro della nostra azienda”.