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Cresce la gamma di stampanti industriali Liyu Italia

Sistemi flatbed con tecnologia LED e tecnologia a bulbo per i mercati industriali, la nuovissima serie Q2 Plotter UV Ibrido, stampanti roll-to-roll a eco-solvente, UV e per stampa diretta su tessuto, con finissaggio in linea; elettronica Panasonic, teste Konica Minolta 1024i e Ricoh Gen 5, inchiostri Odorless su tutta la gamma prodotti; l’offerta Liyu offre nuove frontiere per il mondo della visual communication e per la stampa industriale.

Tra i plus dei sistemi Liyu, in primis, l’upgradabilità delle periferiche da 4 fino a 16 teste di stampa per i prodotti flatbed, la risoluzione fotografica fino a 2880 dpi su tutta la gamma prodotti, la velocità fino a 290 mq/h nel mondo eco-eolvente e la versatilità delle flatbed industriali e Ibrida con tecnologia a bulbo che permettono di stampare su materiali speciali come vetro, legno e metallo senza l’utilizzo del primer, automatizzando ulteriormente i processi in linea. E infine la Certificazione Industria 4.0.

Grandi novità in arrivo che allargano ulteriormente la gamma del catalogo Liyu la nuovissima Q2 Plotter Ibrido UV led e Il plotter QRRoll UV roll-to–roll da 3,2 mt presentate a Shangai e sicuramente protagoniste alla prossima fiera Fespa 2019 di Monaco.

Tra le proposte del catalogo Liyu, i sistemi che hanno riscosso maggior interesse con un alto numero di installazioni: la flatbed KRJ-3020 e KC 3020 UV-LED per supporti rigidi fino a 100 mm con un carico massimo di 300 kg e la roll-to-roll PCT-SPEED 3200 Eco-solvente e UV Led , con 330 cm di luce e velocità massima di 290mq/h. Come tutte le stampanti Liyu, anche questi nuovi modelli sono equipaggiati con teste industriali Konica Minolta 1024i e novità di quest’anno anche Ricoh Gen 5 che garantiscono affidabilità e qualità di stampa fotografica su un’ampia gamma di materiali.

La flatbed KRJ-3020 e KC 3020  UV consente di gestire multi-lavorazioni in contemporanea, adattandosi al business del cliente. È possibile, infatti, installare inizialmente la periferica con 4 teste CMYK e upgradare il sistema in step successivi fino a 16 teste in configurazione CMYK x2 a cui si possono aggiungere i colori Lc, Lm, White e Varnish.

Standard altamente qualitativi e inchiostri proprietari privi di odore contraddistinguono la nuova roll-to-roll PCT-SPEED 3200, ideale per un’infinità di applicazioni che spaziano dall’interior design ai billboard.

Tutte le soluzioni che Liyu propone al mercato italiano possono essere testata direttamente presso lo showroom di Peschiera Borromeo in provincia di Milano. Liyu Italia fornisce direttamente i pezzi di ricambio ed eroga, in collaborazione con i rivenditori autorizzati, consulenza pre-vendita e assistenza on-site durante e dopo l’installazione.

Arte e design a Packaging Première

Packaging Première, il salone dedicato al packaging di lusso, si terrà dal 28 al 30 maggio Milano presso Fieramilanocity.

La fiera, che si pone come punto d’incontro tra designer, produttori e brand internazionali attenti alle potenzialità di comunicazione del packaging, dedica ampio spazio ad artisti che utilizzano i materiali più disparati per creare opere uniche.

Il tema scelto per l’Art Gallery di questa edizione è Metamorphosi, che scaturisce dalla forma ed essenza stesse delle opere.

Legno, plastica e vetro: la materia si trasforma in arte, per mano dell’artista che la ama, la conosce profondamente e le offre una seconda vita in nuove forme. La fonte d’ispirazione degli artisti declinata in varie realtà interpretative trova una grande attinenza con i materiali primari di utilizzo del packaging presenti a Packaging Première, trasformati e nobilitati attraverso un costante lavoro di ricerca e osservazione da parte tutta la filiera coinvolta.

Tra gli artisti presentati alla Art Gallery di questa edizione, troviamo:

Agnese Del Gamba: PET riciclato per dare forma ad opere scultoree, gioielli e abiti.

Francesca Meana: carta abbinata a diversi materiali, che divengono elemento creativo.

Daniele Papuli: vinile, materiali di derivazione sintetica e carta che si traducono in materiali in design.

Alessandro Rametta: prendendo ispirazione dalla figura leggendaria di Efesto, è specializzato nella lavorazione di metalli quali rame, acciaio, bronzo e ferro.

Simone Crestani: sculture che nascono dalla lavorazione del vetro soffiato.

 

Giorgio Rastelli: sculture lignee, morbide e ammiccanti, oltre la materia.

 

Beepag, nuove opportunità con Ricoh

Beepag, fornitore di servizi di grafica e stampa, è un’azienda giovane e dinamica che in questi anni è cresciuta molto e per farlo ha scelto un partner a 360° come Ricoh. Le tecnologie grande formato Ricoh Pro L4100 vengono utilizzate per offrire applicazioni quali carta da parati e promozionale per il retail e l’allestimento di negozi.

Beepag non si è fermata alla tecnologia Latex e ha deciso di ampliare il parco installato con una soluzione per proporre nuove applicazioni di stampa su supporti rigidi. Ricoh Pro T7210 consente all’azienda di esplorare nuove opportunità di mercato. Attualmente realizza grafiche personalizzate dai colori brillanti su materiali quali legno, alluminio e vetro, e ha di recente ampliato la propria gamma di applicazioni includendo decorazioni industriali – porte personalizzate e arredi interni – nonché materiali espositivi per punti vendita.

Prima di scegliere Ricoh Pro T7210, Beepag ha analizzato attentamente le tecnologie disponibili sul mercato. Matteo Pinzauti, titolare dell’azienda, commenta: «La soluzione UV flatbed di Ricoh offre numerosi vantaggi, compresa la possibilità di utilizzare supporti di dimensioni fino a 3,2 x 2,1 metri e spessori fino a 11 cm per stampare direttamente su porte e altri oggetti tridimensionali di grandi dimensioni». Sfruttando il sistema di aspirazione, Beepag può anche stampare su supporti più leggeri, come cartone e Forex. Per una maggiore produttività, è possibile eseguire la stampa di più lavori su un singolo pannello 3 x 2 m ritagliabile.

Ottimizzata per applicazioni industriali, Ricoh Pro T7210 combina qualità dell’immagine con prestazioni elevate. Nella modalità ad alta produttività, vengono garantite grafiche in quadricromia dai colori brillanti a una velocità di 100 m² all’ora. Se necessario, è possibile applicare un substrato bianco per eliminare la trasparenza e l’inchiostro clear può essere utilizzato come vernice piatta. Per Beepag, la formulazione dell’inchiostro era un altro fattore chiave. Gli inchiostri UV di Ricoh sono progettati per offrire elevata aderenza a un’ampia varietà di materiali, tra cui legno, alluminio e vetro. Inoltre, sono resistenti e completamente inodori, il che rende possibile l’utilizzo delle porte, arredi e materiali da esposizione stampati da Beepag in ambienti interni.

Gipea: Congresso di Primavera a Torino il 24/25 maggio

Il Congresso di Primavera di Gipea quest’anno si terrà a Torino presso l’Hotel Golden Palace nei giorni 24 e 25 maggio.

Il programma dei lavori prevede un’ampia pagina dedicata alla sostenibilità e ai risvolti che riguardano anche gli etichettifici.

È prevista una tavola rotonda, che coinvolgerà i produttori di supporti autoadesivi, durante la quale ci sarà occasione per confrontarsi e per provare a ipotizzare i percorsi futuri che dovranno seguire gli etichettifici per fornire un prodotto performante, ma anche sempre più rispettoso dell’ambiente.

Il programma proseguirà con una presentazione sulle nuove possibilità di accesso al credito per le medie e piccole imprese attraverso canali diversi da quelli tradizionali.

Al termine, grazie alla presenza di un docente universitario verranno approfonditi anche gli aspetti principali del “neuromarketing” applicato alla grande distribuzione e alle etichette. Si tratta di una disciplina che si definisce come “complesso delle tecniche di marketing che sfruttano le scoperte e le metodologie delle neuroscienze per determinare le forme di comunicazione più efficaci a influire sui processi decisionali del consumatore”.

E al termine della prima giornata dei lavori la cena sociale, presso il Palazzo della Luce di Torino.

 

Federazione Carta e Grafica, accordo per rafforzare il sistema confederale e la rappresentatività

Acimga, Assocarta e Assografici hanno siglato l’accordo sui gruppi di specializzazione Assografici (Gifasp, Gifco, Giflex, Gipea, Gipsac, Gruppo Shopping Bags) che va a potenziare l’azione della Federazione Carta e Grafica, di cui le tre Associazioni sono parti costituenti. Dal 2019 le aziende che parteciperanno come soci simpatizzanti ai gruppi di specializzazione di Assografici e che operano nei settori industriali di Acimga (produttori di macchine per il printing e il converting) o di Assocarta (produttori di carta, cartone e paste per la carta) dovranno necessariamente entrare prima a far parte delle rispettive associazioni di categoria. Dal canto loro, Acimga e Assocarta, si impegnano a promuovere la partecipazione dei loro iscritti ai gruppi di specializzazione di Assografici, nonché a fornire il loro contributo in termini di competenze e conoscenze.

È un’intesa finalizzata a incentivare le aziende del settore ad aderire, in coerenza con le rispettive aree merceologiche e ai rispettivi Codici Ateco registrati in Confindustria, alle diverse associazioni nazionali di categoria riunite nella Federazione Carta e Grafica.

L’accordo, inoltre, prevede vari livelli di cooperazione e collaborazione tra le parti. A firmare l’intesa i presidenti delle tre associazioni Aldo Peretti (Acimga), Girolamo Marchi (Assocarta) e Pietro Lironi (Assografici).

«La sigla degli accordi segna per tutti noi un importante momento di crescita – afferma Pietro Lironi, che alla presidenza di Assografici abbina quella della Federazione Carta e Grafica -, in cui le diverse componenti mettono a fattor comune la forza di penetrazione nel tessuto produttivo e la capacità relazionale e di aggregazione. È il modo più efficace per rispondere sempre meglio alla missione di promozione e rappresentanza che deriva dalla nostra appartenenza a Confindustria. In questo modo rafforziamo i valori confederali e continuiamo a fare rete e collaboriamo sempre di più su progetti comuni a rinforzo del percorso federativo».

 

 

EFI acquisita per 1,7 miliardi di $ da Siris Capital Group

EFI ha annunciato oggi di aver raggiunto un accordo definitivo per l’acquisizione da parte da una società affiliata di Siris Capital Group, LLC in una transazione interamente in contanti del valore di circa 1,7 miliardi di dollari. Siris è una società di private equity focalizzata sull’investimento e sulla promozione della creazione di valore in aziende tecnologiche che forniscono soluzioni mission-critical e stanno affrontando transizioni tecnologiche.

Secondo i termini del Contratto, che è stato approvato all’unanimità dal Consiglio di Amministrazione di EFI, una società affiliata di Siris acquisirà tutte le azioni ordinarie in circolazione di EFI a 37,00 $ per azione in contanti. Il prezzo di acquisto rappresenta un premio di circa il 45% rispetto al prezzo medio ponderato per il volume di 90 giorni di EFI, conclusosi il 12 aprile 2019.

”Riteniamo che questa transazione offra valore superiore e immediato ai nostri azionisti, fornendo allo stesso tempo un partner in grado di aggiungere competenze strategiche e operative alle nostre attività”, ha affermato Bill Muir, smministratore delegato di EFI. ”Siamo entusiasti di collaborare con il team di grande esperienza di Siris in questa prossima fase di crescita per EFI.”

Commentando la transazione, Frank Baker, un co-fondatore e Managing Partner di Siris, ha dichiarato: ”EFI è all’avanguardia nella transizione digitale nel settore dell’imaging e della stampa, sostenuta da un forte patrimonio di software e cultura dell’innovazione. Crediamo che, grazie alla collaborazione con Siris, EFI sarà ben posizionata per cogliere questa opportunità di trasformazione associata a una maggiore penetrazione del getto d’inchiostro digitale, all’automazione industriale e all’abilitazione del software. Siamo ansiosi di collaborare con la direzione per aiutare la Società a raggiungere i suoi obiettivi strategici”.

Inaugurato il futuristico headquarter Durst

Un’ala piatta che svetta con una torre di sei piani in calcestruzzo leggero raggiungendo i 35 metri di altezza. La facciata, in metallo verniciata a polvere, ha 850 finestre illuminate in diversi colori, ideate con lo scopo di evocare il tema della fotografia e della stampa digitale utilizzando il pixel per richiamare i settori aziendali. Il tutto per una superficie complessiva di 28.000 mq con annesso giardino sopraelevato di 2.800 mq. Questo il futuristico edificio che spicca tra le montagne di Bressanone e ospita il nuovo headquarter di Durst e il nuovo Customer Experience Center.

Inaugurata ufficialmente lo scorso 5 aprile con un grande evento che ha chiamato a raccolta oltre 1.000 ospiti accolti dal CEO e comproprietario Christoph Gamper e dai rappresentati della storica famiglia proprietaria Harald Oberrauch e Christof Oberrauch, la nuova sede riflette le strategie a lungo termine del Gruppo come ha spiegato Christoph Gamperalla guida di questa transizione: «Nei prossimi decenni assisteremo all’evoluzione di Durst da specialista della stampa inkjet digitale a fornitore di soluzioni altamente integrate che vanno dall’acquisizione di immagini e dati fino alla stampa e alla decorazione di superfici, comprendendo la messa a punto di software proprietari per il workflow, lo sviluppo di inchiostri e la costante implementazione di servizi pre e post vendita». E la nuova costruzione avveniristica è l’emblema di questa trasformazione, incarnando la perfezione di un’azienda high-tech fortemente motivata a plasmare il futuro attraverso il driver dell’innovazione. «Non si tratta di apparenza, ma di essenza. Abbiamo voluto costruire uno spazio protetto per coltivare l’innovazione, riunendo persone speciali dedicate a creare qualcosa di nuovo, con l’attenzione sempre puntata sulla domanda successiva», aggiunge Gamper. In questa cornice, dove anche l’estetica vuole la sua parte, sono presenti postazioni di lavoro che uniscono l’hi-tech al comfort, aree relax e spazi per il servizio di baby-sitting professionale, dimostrando la grande attenzione al benessere dei dipendenti. Cuore pulsante di tutta la struttura, il “Customer Experience Center” creato per diventare il luogo in cui clienti da tutto il mondo potranno testare l’intera gamma delle soluzioni Durst.

Con oltre 80 anni di storia legata al nome della famiglia Oberrauch a cui appartiene da tre generazioni, 700 dipendenti, di cui 280 ospitati nel quartier generale di Bressanone, 20 sedi nel mondo e 295 brevetti, Durst è oggi protagonista mondiale di sistemi di stampa digitale ad alte prestazioni per settori che abbracciano la comunicazione visiva, il mondo della ceramica, fino all’industria nei più variegati settori merceologici. Le soluzioni Durst spaziano dall’elaborazione delle immagini, alla stampa, fino alla finitura. Un processo integrato che viene trasferito anche all’architettura del nuovo edificioproiettato nel futuro, ma con un fil rouge che lo collega al passato. La nuova ala, progettata degli architetti Patrik Pedò e Juri Pobitzer dello studio bolzanino Monovolume, si integra a livello architettonico e funzionale con la sede storica e il sito produttivo, riprendendo un’idea mai realizzata dell’architetto Othmar Barth che progettò il primo stabilimento.

Emilio Albertini designato futuro presidente di Assografici

Designato con la Giunta del 25 febbraio scorso come futuro presidente di Assografici, Emilio Albertini ha ora presentato il programma e la squadra di presidenza. Sarà ufficialmente eletto il prossimo 26 giugno a Milano durante l’Assemblea annuale dei soci.

Albertini, classe 1963, vanta una grande esperienza alla guida dell’azienda di famiglia Albertini Packaging Group a oggi solida e importante realtà nel panorama cartotecnico italiano con stabilimenti in Italia e all’estero. Dal 2015 è presidente del Gifasp (il gruppo di specializzazione di Assografici che riunisce i fabbricanti di astucci e scatole pieghevoli) e componente il board di Comieco.

Durante la giunta del 9 aprile Albertini ha illustrato le direttrici programmatiche della futura presidenza, individuando sei aree di attenzione da sviluppare nei prossimi anni alla guida dell’associazione: dalle convergenze in seno a Confindustria con il percorso federativo di filiera, già intrapreso negli anni precedenti, al proseguimento del processo di integrazione con l’Unione di Milano. Tra le priorità rientrano anche il presidio del territorio (e delle relative sezioni) e quello dei gruppi di specializzazione merceologica in ambito cartotecnico e della trasformazione. Secondo Albertini occorre supportare il comparto grafico in una fase di difficoltà che perdura da diversi anni, anche attraverso le attività di un gruppo dedicato al settore e presidiare il fronte sindacale e gli organismi bilaterali.

Al fine di portare avanti un’azione articolata su ciascuna delle priorità individuate il futuro presidente ha presentato la sua squadra di presidenza così composta per il biennio 2019/2021:

Paolo Bandecchi, presidente e AD di Rotolito Spa, con delega al settore grafico; Carlo Emanuele Bona, vicepresidente Vincenzo Bona Spa con delega all’innovazione, ai rapporti federativi e al gruppo giovani imprenditori; Fulvia Lo Duca (presiedente Unione), responsabile sales e managing director di Abar Spa con presidio dei rapporti con l’Unione di Milano, oltre a far perte del Consiglio Generale di Federazione; Marco Spada, socio e responsabile rapporti commerciali della Spadamedia Srl, con delega ai temi sindacali e agli organi bilaterali; Stefano Crechici, presidente della Modiano Industrie Carte da gioco e affini Spa, con delega al territorio e allo sviluppo associativo; Carlo Montedoro, direttore tecnico e socio della TMB Stampa Srtl con delega al territorio e allo sviluppo associativo.

Al termine della giunta Albertini ha voluto ringraziare i colleghi per la fiducia accordata e il presidente uscente Pietro Lironi, ribadendo la volontà di operare in continuità con l’attività del suo predecessore rispetto al ruolo e alla missione dell’Associazione e della Federazione Carta e Grafica.

 

PressUP è Premium Partner di Two Sides

Che la carta stia conoscendo una nuova primavera PressUP lo sostiene da tempo. Dati positivi emergono dopo 4 anni di flessione anche nelle rilevazioni di Audipress (dicembre 2018): 40 milioni di italiani tutti i mesi scelgono contenuti stampati su carta con un incremento dello 0,7% dei lettori suddivisi tra quotidiani (+0,2%), settimanali (+1,2) e mensili (+0,6%). Un trend di crescita confermato dalla tech company che mette a segno nell’ultimo anno un + 18% per le lavorazioni di riviste, libri e cataloghi che rappresentano il core business dell’azienda. Un amore, quello per la carta, che in PressUP ha origini lontane e che oggi trova nuova linfa nel sostegno, in qualità di Premium Partner, di Two Sides, organizzazione che promuove i valori della sostenibilità della carta, della stampa e del packaging. Un progetto internazionale che mira a divulgare informazioni documentate sostenendo l’impegno di tutta la filiera nell’utilizzo sempre più efficiente delle materie prime in una prospettiva di economia circolare.

«Da tempo siamo impegnati sul fronte della sostenibilità ambientale, a partire della proposta di un’ampia gamma di supporti certificati FSC e PEFC1», afferma Vincenzo Cirimele, CEO di PressUP. «In linea con la nostra anima green abbiamo accolto l’invito di Two Sides con la volontà di contribuire concretamente al percorso di culturizzazione sull’utilizzo consapevole della carta, ad oggi protagonista del nostro core business». Biglietti da visita, dépliant, shopper, libri e riviste sono tra i best seller dei prodotti in carta proposti nel vasto catalogo di PressUP, a cui si affianca un ampio range di applicazioni in materiali diversi che spaziano dall’alluminio per pannelli al PVC per tovagliette e banner, dal backlit per striscioni al flag nautico per bandiere, solo per citarne alcuni.

La prima iniziativa concreta di PressUP al fianco di Two Sides è stata la produzione della brochure “Carta stampata: luoghi comuni e realtà”, realizzata in collaborazione con Fedrigoni e presentata in occasione di Print4All. Un fascicolo informativo che smentisce i principali luoghi comuni sulla sostenibilità della carta. Lo testimoniano i risultati dell’indagine promossa da Two Sides e condotta da Toluna in 14 Paesi, tra cui l’Italia. Dallo studio emerge come la carta sia riconosciuta dagli intervistati tra i prodotti più ecologici (52,72%), subito dopo il legno e il vetro; permane tuttavia una forte preoccupazione sulla deforestazione. Eppure, a differenza di quanto si crede, la produzione di carta non distrugge le foreste, anzi, ne favorisce la crescita. L’industria cartaria attraverso le certificazioni FSC e PEFC – riconosciute e apprezzate da oltre il 43,27% del campione, che ne verifica la presenza su prodotti e confezioni – assicura che il legno provenga da foreste gestite in maniera sostenibile, garantendone il mantenimento e la crescita.

Un altro luogo comune che Two Sides si impegna a confutare è il fatto che la comunicazione elettronica sia più sostenibile. Un’erronea convinzione spesso alimentata da aziende che prediligendo informazioni per via elettronica, utilizzano messaggi di Greenwashing come “salva gli alberi”, fondati sull’erroneo presupposto che la carta sia nemica dell’ambiente. «Carta e digitale sono due mezzi di comunicazione complementari che ben si integrano in un piano di comunicazione moderno, ma non approviamo l’utilizzo di messaggi fuorvianti», commenta Massimo Ramunni, country manager di Two Sides. «Da questo punto di vista, è estremamente significativo che una realtà tecnologicamente evoluta come PressUP, leader nei servizi di stampa online e grande utilizzatore di carta, abbia deciso di sostenere attivamente la nostra attività».

 

Short run printing: come gestire le tirature brevi

Le richieste del mercato si stanno sempre più orientando verso la riduzione dei volumi delle tirature. Le short run sono sempre più caratterizzate da elementi di complessità come la stampa di copie singole, le personalizzazioni, le nobilitazioni sia analogiche sia digitali. Ecco come tutto ciò può diventare fonte di guadagno per lo stampatore.

Integrare la produzione di massa con le tirature di piccole dimensioni

L’argomento delle tirature brevi in stampa mi fornisce l’occasione di fare una premessa di carattere più generale rispetto al cambiamento delle modalità di fruizione della comunicazione, a cui stiamo assistendo ormai da parecchi anni, da quando cioè la rivoluzione digitale ha progressivamente modificato il paradigma stesso della comunicazione. La generazione del millennial unita alla grande crisi economica che ancora attanaglia la società occidentale ha profondamente mutato le abitudini all’acquisto da un lato e alla fruizione dell’informazione dall’altro. I giovani non leggono più, o meglio leggono solo frammenti che passano dai social, comprano on line e low cost. Non a caso le grandi agenzie di comunicazione mondiali stanno riconsiderando le proprie organizzazioni stringendo accordi con partner tecnologici allo scopo di sviluppare soluzioni in grado di massimizzare gli investimenti dei clienti, raggiungendo i target identificati con azioni sempre più precise. In quest’ottica – la personalizzazione spinta che si trasforma talvolta in individualizzazione del messaggio – anche il mercato della stampa viene naturalmente influenzato, sia nel campo dell’editoria, sia nel settore della comunicazione della brand identity e della stampa commerciale in genere per arrivare anche a interessare il packaging. I budget destinati alla stampa commerciale e pubblicitaria soffrono la concorrenza dei canali digitali per i motivi sopra citati e sempre più si afferma il concetto di just in time, non si pianificano le produzioni, si fa nel momento in cui si consuma. Evidentemente le cosiddette short runs ono sempre più richieste dal cliente dell’azienda di stampa e si affiancano alle produzioni di massa che fortunatamente ancora rappresentano uno zoccolo duro benché progressivamente rosicchiato dai nuovi scenari di marcato.

L’azienda di stampa si trova quindi dover pianificare flussi di lavoro a velocità variabili, facendo un grande esercizio di ottimizzazione di tempi e risorse.

Per questo motivo sempre più sono le soluzioni tecnologiche che dalla carta bianca permettono di giungere al prodotto finito senza soluzione di continuità del processo produttivo, senza l’intervento dell’operatore umano, ottimizzando quelli che sono i tempi di preparazione degli impianti, il raggiungimento degli standard qualitativi di produzione, il cambio di lavoro. L’industria 4.0, offrendo l’opportunità alle aziende di intraprendere un percorso verso l’automazione, l’integrazione dei processi e l’utilizzo pro attivo delle informazioni legate alle lavorazioni, può favorire un punto di incontro tra economia, margini operativi e richieste del mercato, sempre più orientato al consumatore 2.0.

Cosa significhi short run non è così scontato, o meglio, non si può definire con questo termine un insieme omogeneo di lavorazioni/prodotti. Un processo di stampa breve può essere costituito da elementi tecnologici differenti da applicazione a applicazione, a seconda del mercato di riferimento. Non è solo con i numeri che possiamo definire cosa sia una tiratura breve.

Short run: la definizione

Abbiamo posto una serie di domande a un paio aziende che affiancano alla produzione di massa realizzata fondamentalmente con il processo offset, tirature di piccole dimensioni, per cercare di capire come ognuna possa interpretare e organizzare questa particolare area produttiva.

Il Gruppo Rotolito copre questo segmento produttivo già da svariati anni, ed è parte integrante dell’offerta che l’azienda ha nel suo portfolio. Ci spiegano che con il termine short run, spesso, si intendono due concetti: print on demand e short run. Per print on demand si intendono ordini di stampati che per la maggior parte vengono effettuati tramite piattaforme di e-commerce e che consentono di ricevere in breve tempo la merce. I quantitativi vanno da una copia a poche decine di copie. Sono per lo più prodotti non particolarmente complessi e stampati su una scelta di carte limitate e in formati prestabiliti. La stampa short run è invece applicabile a una più vasta gamma di prodotti sia editoriali sia commerciale: dagli inviti ai prodotti del packaging di lusso. Le tirature sono ovviamente basse ma, se prendiamo ad esempio la clientela Nava Press, la qualità è molto elevata con lavorazioni complesse e finiture elaborate: cover in tessuto, uso di carte e supporti diversi, embossing, debossing, verniciature, finiture laser e fustelle che richiedono tempi più lunghi per la loro produzione.

Su questo aspetto anche Lazzati Industria Grafica ritiene che la tipologia di organizzazione interna e il portfolio clienti sia determinante nella definizione di short run; la strutturazione dei processi di preventivazione e vendita al cliente nonché la tipologia dello stesso, crea una differenziazione radicale nella gestione delle tirature brevi.

Va osservato che i principali player di stampa online, hanno ampliato enormemente il catalogo della propria offerta, sia in termini di tipologia di prodotto sia varietà di materiali; è indubbio peraltro che per gestire in tempi praticamente on the flyle commesse, l’omologazione e la standardizzazione devono farla da padrona. Formati di stampa e materiali in primis.

Emerge chiaro che l’organizzazione e l’integrazione dei processi interni è elemento sotto osservazione speciale delle aziende che si trovano a produrre una miriade di commesse il cui valore è spesso piccolo. L’obiettivo è quello di accorciare la filiera che dalla fase commerciale porta al prodotto finito, integrando i flussi tecnici digitale e tradizionale interfacciando i dati di commessa con quelli di produzione, di delivery e magazzino. Senza dimenticare che il valore del costo del clicè comunque un fattore imprescindibile nella definizione del break even tra offset e digitale, e di conseguenza è fattore determinante nella costruzione del margine.

Verso una gestione integrata

Parlando di short run, l’analisi dell’equilibrio economico tra processo digitale e tradizionale è un aspetto interessante perché le due tecnologie si stanno confrontando a colpi di tempi di avviamento sempre più performanti contro velocità sempre più alte, con qualità sempre più convergenti su standard comuni. Ciò che emerge dallo scambio con le aziende intervistate (Rotolito e Lazzati Industria Grafica) lascia intendere che questo trend benché pressoché stabile a livello numerico (numero di copie di break even) necessita di un approccio sempre più integrato. Paradossalmente il processo produttivo per alcune tipologie di prodotti, tende a diventare agnostico e solo alla fine si rivela in una tecnologia oppure in un’altra. Al cliente, fermo restando la qualità finale, materiali impiegati, tempi e costi, poco importa la tecnologia. Ritorna quindi pressante il tema della gestione integrata dei processi di pianificazione della produzione, controllo dei carichi delle macchine in tempo reale, controllo e indirizzamento dei file trasparente rispetto alle tecnologie.

Se le caratteristiche del prodotto da stampare sono chiaramente adatte a una tipologia di attrezzatura, il sistema di stampa che verrà utilizzato è ovviamente definito sempre prima, già in fase di preventivazione e il cliente è a conoscenza del sistema che verrà utilizzato. La maggior parte dei print buyer, in base alla tipologia del prodotto di cui hanno necessità, sanno quali sono tecnologie più adatte a stamparlo e di conseguenza a quale stampatore rivolgersi.

Come si possano gestire long run e short run è anche una questione di opportunità relative ai carichi di lavoro, come sottolinea Lazzati Grafiche, talvolta capita che si dirottino in digitale lavori che potrebbero essere svolti in tradizionale a causa dell’occupazione degli impianti con lavori di lunga durata.

Naturalmente, precisa Rotolito, customizzazione, personalizzazione, tempi di consegna e confezionamento, sono elementi che rendono la stampa digitale l’unica soluzione di stampa adatta a soddisfare queste esigenze. Personalizzazione e customizzazione sono richieste anche per cataloghi in alte tirature, ma con copertine customizzate con informazioni e immagini di diversi distributori per quanto riguarda i cataloghi di prodotti o di agenzie per i cataloghi di tour operator. Le macchine da stampa digitale inkjet di HP, collegate in linea a sistemi di confezionamento del blocco libro rendono il ciclo produttivo più veloce.

L’interoperabilità dei processi

Un altro tema che vale la pena di indagare per approfondire riguarda come si approccia il tema della interoperabilità dei processi. È possibile praticamente avere processi allineati sugli stessi standard e ripetibiliin ogni momento? Da quello che emerge è necessario distinguere tra produzioni di qualità standard come potrebbero essere opere editoriali, come ci dice Rotolito, laddove per esigenze del cliente, la tiratura in offset richiede di essere ristampata in digitale. Dato che molti editori tendono a eliminare le giacenze per ridurre i costi di stoccaggio e di obsolescenza che incidono molto sul costo di ogni libro, vanno gestite scorte e giacenze con copie stampate in digitale.

Differente il caso di produzioni di qualità molto elevata, come sostiene Lazzati Industria Grafica, dove per raggiungere gli standard richiesti è necessario ricorrere a calibrazioni e caratterizzazioni specifiche sul singolo lavoro, manutenzioni puntuali e spesso anche a prove preliminari. Qui l’allineamento con i processi tradizionali, è attività più delicata, che non può essere ottenuta senza una cura particolare per manutenzione, verifiche e processi di calibrazione.

Ma ciò è in linea con un approccio più moderno che, piuttosto che ricercare standard che definiscano i requisiti del processo tecnico, definiscano i requisiti di qualitàche deve avere il prodotto, definendo classi che consentano di gestire in modo efficiente le produzioni a seconda del valore che queste rappresentano, indipendentemente dal processo impiegato. È quello che viene fissato anche in normative ISO come la serie 15339, che fissa i criteri per i quali è possibile giungere ai risultati prefissati, indipendentemente dalle tecnologie impiegate, agendo su tutti i parametri del processo che influenzano la qualità cromatica, con l’obiettivo di ottenere una certa classe di ripetibilità e qualità finale. Un approccio molto seguito Oltreoceano, in quel contesto ideale, che parte appunto dal presupposto che sempre più non è il processo tecnico di stampa al centro della produzione, ma è il risultato che vogliamo ottenere che guida le scelte. Naturalmente è possibile pensare a un’integrazione come sopra appena accennata (richiederebbe un deciso approfondimento tecnico per una presentazione più dettagliata) possedere alcuni requisiti di base: uno su tutto, che le macchine di produzione in questione possano risiedere entro uno stessa comune gamma tonale di colori riproducibili (gamut); o meglio che il processo digitale sia in grado di copiare il processo tradizionale, attraverso le opportune calibrazioni e caratterizzazioni.

La preparazione dei file

L’aspetto della preparazione del file per la stampa nelle brevi tirature è senz’altro uno dei tasti che può diventare dolente e che ha fatto saltare parecchi progetti di aziende di stampa digitale. In generale tutto ciò che precede la stampa di un lavoro breve, rischia di mandare alle ortiche il piccolo margine che la commessa riesce a fatica a mettere insieme. Gli stampatori online lo hanno capito bene e delegano sul cliente tutti i problemi e responsabilità rispetto alla corretta preparazione del file, salvo addebitare eventuali costi aggiuntivi per la manipolazione o assistenza alla preparazione del file. Ma evidentemente questo approccio, che funziona nel print-on-demand non è applicabile tal quale nelle relazioni B2B, dove l’interazione con il cliente è più strutturata, la consulenza una prerogativa imprescindibile ricercata. In aziende come Rotolito o Lazzati Industria Grafica il flusso di lavoro attraverso il quale, a seguito della positiva conclusione della fase commerciale, la commessa viene generata, deve necessariamente essere altamente automatizzato e abbracciare tutti i processi produttivi e commerciali e logistici che contribuiscono alla realizzazione. A maggior ragione considerando l’incremento delle piccole commesse digitali; l’impegno delle macchine, la gestione degli approvvigionamenti, la preventivazione/consuntivazione e rilevazione dei dati di produzione la logistica, devono produrre il flusso di dati che governa il sistema e permetta di valutarne i risultati tecnici ed economici. La soluzione che Rotolito ha pensato prevede l’integrazione ai sistemi di gestione del flusso di lavoro, con parti sviluppate in proprio. In particolare, per quanto riguarda la stampa digitale inkjet, i sistemi di connessione tra la macchina da stampa e la macchina di confezione in linea sono stati sviluppati in collaborazione con i partner e rappresentano, per entrambe le due linee di produzione HP T360 connessa a Muller Martini e la HP T480 connessa a Man Roland, le due prime linee  di questi brand messe in produzione in modalità in linea. Lazzati Industria Grafica attualmente usa un sistema informatico di Proxima: proto con preventivo commessa consuntivo raccolta dati magazzino contabilità ecc. Il sistema è performante e preciso, ma un po’ troppo laborioso per un flusso digitale, quindi l’azienda ha allo studio soluzioni per integrare con software di terze pari per migliorare le prestazioni nella la gestione delle commesse digitali, che sia più snello rispetto a quello offset.

Va precisato che questo è stato un problema che si è presentato sovente quando si è tentato di adattare gestionali studiati appositamente per la produzione offset a flussi di lavoro digitali: alcune logiche non sono trasferibili senza un radicale adattamento (si pensi solo alla costruzione dei costi orari delle macchine, quando nel digitale l’unità base è il clic).

Aziende di dimensioni come quelle qui analizzate sono esempi di applicazione di metodi che e concetti industriali virtuosi applicati a produzioni alle quali tradizionalmente non erano abituate, come del resto è accaduto per tutte le aziende di stampa offset, chi più chi meno. Un aspetto che emerge sicuramente è che la possibilità di fare utili dalle short run è proporzionale al livello di efficienza che l’azienda ha saputo mettere in atto. Questo significa non solo tecnologie di stampa performanti, ma integrazione tra le fasi, automazione dei processi di finishing. Macchine che parlano tra di loro, in grado di ridurre al minimo i tempi di attesa tra una commessa e la successiva, setup automatici dei dispositivi. Il concetto della stampa push to stop è proprio questo: il flusso di produzione non si arresta se non per l’intervento dell’operatore (al contrario della filosofia push to start). Ma questo è possibile se il governo delle informazioni e il flusso dei dati è gestito in maniera integrata. La relazione con il cliente, gestito attraverso l’area commerciale può svolgere un ruolo fondamentale? A mio avviso sì; solo se il cliente viene educato e correttamente informato/istruito sulle reali aspettative che deve avere rispetto agli aspetti qualitativi, alle tempistiche, alla corretta preparazione dei file (elemento fondamentale), le short run, che sempre più saranno caratterizzate da complessità quali stampa di copie singole, personalizzazioni, nobilitazioni sia analogiche sia digitali, potranno essere fonte di guadagno per lo stampatore.