Un disegno originale del carattere Garamond di Simoncini. Non è un opera svolta dagli artisti che partecipano alla mostra. Si ringrazia il Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, Fondo Simoncini.
È stata inaugurata al Museo del Patrimonio Industriale di Bologna, la mostra Il Garamond ritrovato: il carattere di Simoncini e la scuola Grafica Bolognese, che si protrarrà fino al 31 gennaio 2018; è la mostra delle realizzazioni grafiche e artistiche di diverse generazioni di allievi della Scuola tipografica bolognese.
Gli interventi che si sono succeduti, rappresentanti delle Istituzioni ed esperti, hanno evidenziato il ruolo fondamentale e indispensabile della scuola, della formazione e dell’aggiornamento tecnico professionale. Tra essi Bruna Gambarelli, assessore alla Cultura del Comune di Bologna; Maura Grandi, responsabile Museo del Patrimonio Industriale; Sandra Samoggia, presidente Fondazione Aldini Valeriani; Roberto Grandi, presidente Istituzione Bologna Musei; Giulietto Cacciari, designer; Adalberto Monti, insegnante e consulente di stampa; Sara Biagi, sociologa dell’arte; Roberta Frabetti, storica orientalista; Alessandra Telmon, docente di Psicologia Generale alla The American University of Rome; Claudio Pesci, curatore della mostra.
Un libro per ricordare e non dimenticare i maestri di diverse generazioni
Amici grafici di diverse generazioni che hanno usato matita, colori e pennello e l’attuale contemporanea tecnologia nel realizzare opere a testimonianza di quanto sia stato fondamentale l’insegnamento di quei maestri che per noi, e per tutte le generazioni di grafici a venire, sono stati e saranno un esempio sia di professionalità che di rapporti umani e non solo.
Le parole scritte rimangono, dette verbalmente si dimenticano facilmente, la memoria non sempre rimane nella mente. È per questa ragione che generazioni di grafici, «vecchie» e nuove, hanno voluto ricordare questi maestri, insegnanti, che hanno generato, a loro volta, professionisti, i quali hanno proseguito nell’evoluzione tecnologica della stampa, intesa in tutto il suo vasto ciclo di produzione, dalla progettazione grafica all’allestimento dello stampato.
È giusto ricordare, fare conoscere e comprendere alle future generazioni l’origine che ha generato il momento attuale della stampa.
A tale scopo è stato pubblicato un catalogo che, oltre a contenere la riproduzione delle opere, contiene articoli che ricordano quei maestri mai dimenticati.
Anche in questo contesto non va dimenticata Bologna e la scuola grafica bolognese, una città che costantemente scopre personaggi sconosciuti ai più, ma che hanno lasciato un segno nella loro vita professionale.
Taga Italia in collaborazione con Artigianelli di Trento vi invita a partecipare alla lezione tecnica di approfondimento: Taga DOC 01, la tecnologia non aspetta nessuno.
Vi diamo appuntamento presso l’Istituto Pavoniano Artigianelli per le Arti Grafiche, in piazza Fiera, 4 – Trento.
Da destra Davide Salvo e Alberto Vianelli, amministratori di Tech:art.
tech:art srl ha annunciato l’acquisizione di Exaprint srl: un’unione che punta a mixare diverse expertise per conquistare il mercato italiano nel settore di servizi e prodotti di supporto alla comunicazione.
tech:art è sinonimo di alta specializzazione delle risorse e impiego delle migliori tecnologie disponibili sul mercato; implementa ora, nella sua stratificata offerta di servizi, anche quelli di Exaprint srl, grazie ai suoi prodotti innovativi, destinati al mercato dei professionisti del settore delle arti grafiche.
L’unione di questi know-how plasma una nuova prospettiva: una realtà che sarà capace di servire i propri clienti attraverso leve commerciali adeguate sia online che offline, allargando il proprio portfolio con una nuova offerta che punta su eccellenza, valore della tradizione e tensione all’innovazione.
«Siamo entusiasti di dare continuità a questo progetto nato nel 2012 e di accogliere nella famiglia tech:art la Web-to-print dei professionisti delle arti grafiche per eccellenza e i suoi clienti» dicono Alberto Vianelli e Davide Salvo, amministratori dell’azienda. «Conosciamo molto bene le sue potenzialità e la qualità di prodotti e servizi e con questa acquisizione intendiamo unire il know-how produttivo e commerciale di tech:art allo spirito innovativo di Exaprint srl».
«Questa è sicuramente una nuova sfida per tutto il team» concludono Vianelli e Salvo «perché l’intenzione è quella di portare sul Web la filosofia dell’eccellenza sia nel supporto pre-vendita che nel servizio post-vendita. tech:art continuerà a investire per migliorare continuamente struttura e organizzazione e offrire ai propri clienti opportunità di business sempre maggiori. Il business plan del prossimo anno è ricco di entusiasmanti cambiamenti e interessanti novità che non vediamo l’ora di realizzare».
tech:art srl nasce nel 2002
Il suo core business è il below the line e il supporto marketing di grandi brand, in particolare nello sviluppo di packaging e materiale punto vendita. Nel 2014 l’azienda si trasferisce nell’attuale e moderna sede di Trofarello (TO), con un restyling della brand identity e un nuovo piano industriale, investendo in nuovi macchinari, e rivoluzionando servizi e strumenti di vendita. Oggi la struttura operativa è composta da oltre 40 professionisti altamente specializzati, capaci di proporre una vasta gamma di servizi e prodotti di elevato valore. La qualità è garantita dall’impiego di tecnologie tra le migliori del mercato e soprattutto grazie a una consolidata sinergia con i propri partner tecnologici.
«Grande soddisfazione per una misura anticiclica, positiva per l’economia in ripresa e a lungo attesa da imprese, investitori e operatori dell’informazione». Così il Presidente della Fieg, Maurizio Costa, ha commentato oggi l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, del decreto fiscale che stanzia le risorse per il finanziamento dell’incentivo fiscale per gli investimenti pubblicitari incrementali sulla stampa, effettuati a partire dal 24 giugno 2017.
«Una misura – ha aggiunto Costa – che riconosce il valore della stampa e che porta a conclusione gli interventi di riforma del settore avviati dal Ministro Lotti con il Tavolo per l’Editoria».
L’incentivo è stato oggetto di una campagna informativa, tuttora in corso su gran parte della stampa quotidiana e periodica, tesa a sottolineare l’importanza che la misura riveste per le aziende editoriali e per l’economia generale.
Gli investimenti pubblicitari incrementali su giornali e riviste sono stati introdotti dall’articolo 57-bis del Decreto legge n. 50/2017, in sede di conversione in legge (Legge n. 96/2017).
A beneficiare degli incentivi, nella forma del credito d’imposta, saranno le imprese e i lavoratori autonomi che investono in campagne pubblicitarie sulla stampa quotidiana e periodica il cui valore superi almeno dell’1% quelli, di analoga natura, effettuati nell’anno precedente.
L’importo del credito d’imposta potrà arrivare fino al 75% del valore incrementale degli investimenti effettuati, elevato al 90% per le microimprese, piccole e medie imprese e start up innovative, nel rispetto del tetto di spesa che sarà stabilito annualmente dal DPCM di ripartizione del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione, utilizzato per la copertura della misura.
L’incentivo sarà attribuito a partire dal 2018, relativamente agli investimenti effettuati dal 24 giugno 2017, incrementali rispetto a quelli di analoga natura, effettuati nell’anno precedente.
Fedrigoni Top Award, il premio che celebra e racconta la creatività che nasce dalla carta, arriva a Milano con la mostra dei vincitori della decima edizione, in tour attraverso l’Europa dopo l’esposizione e la cerimonia di premiazione al Museu del Disseny di Barcellona nel marzo 2017.
La tappa milanese del Top Tour segue quella di Amburgo nel giugno del 2017 e anticipa la tappa finale prevista a Parigi a novembre: i 15 progetti finalisti del premio, tre per ciascuna delle cinque categorie in gara – Books, Corporate Publishing, Labels, Packaging e HP Indigo Digital Printing – insieme a tre menzioni speciali arrivano in Italia a ottobre esposti in mostra negli spazi di Mudec, Museo delle Culture di Milano.
Tutto il meglio del graphic design internazionale realizzato con carta Fedrigoni e selezionato dalla giuria di Top Award 10th edition composta da Simon Esterson, designer e art director, insieme a Xavier Bas Baslé, designer, Jane Hyne, direttore di produzione della National Gallery Company, Thomas Manss, consulente di comunicazione e founder della sede londinese Thomas Manss & Company e Petra Roth, specialista di packaging di alta gamma.
Raccogliendo i più prestigiosi progetti provenienti da tutto il mondo, la mostra racconta i tanti modi in cui la carta, grazie alla sua versatilità, può essere trasformata da materia prima in prodotto finito. Attraverso creatività e voglia di innovazione si celebra la storia e l’evoluzione del premio Top Award, promosso da Fedrigoni per valorizzare la qualità e l’eleganza dei progetti realizzati con le sue carte speciali.
Fedrigoni Top Award Exhibition è aperta al pubblico al Mudec di Milano dal 20 al 22 ottobre 2017 dalle 9.30 alle 19.30 con ingresso gratuito.
«Siamo orgogliosi di festeggiare questa decima edizione del premio con cui abbiamo raggiunto lo straordinario livello qualitativo: Top Award è per noi un momento importante per premiare la creatività che nasce dalla carta, mettendo a confronto progetti diversi per tipologia e provenienza» ha detto Chiara Medioli, direttore marketing di Fedrigoni.
Fedrigoni Top Award, nato nel 2000 come concorso interno all’azienda, ha raggiunto oggi un respiro internazionale con la partecipazione di designer e aziende grafiche, editoriali, cosmetiche, di moda, wine e food provenienti da tutto il mondo, conservando l’obiettivo originale del premio: risalire l’intera catena della qualità di un prodotto stampato.
In occasione della fiera Wan-Ifra World Publishing Expo (che si è conclusa ieri a Berlino), Fujifilm ha lanciato tre nuovi prodotti della gamma Superia, pensati specificamente per le tipografie che stampano quotidiani.
Superia Newspaper Elara 5 Workflow Solution
Superia Newspaper Luxel News VMAX Pallet Loader System
Superia Newspaper Automatic Cleaning System (ACS)
Insieme, queste nuove soluzioni altamente avanzate della gamma Superia Newspaper di Fujifilm consentono la realizzazione di lastre con un nuovo livello di efficienza, ottenendo performance superiori alle soluzioni della concorrenza.
Superia Newspaper Elara 5 Workflow
La versione recentemente lanciata di Elara Newspaper Workflow Solution di Fujifilm offre la soluzione più sicura, flessibile ed economica sul mercato. Questa soluzione consente il workflow per la stampa di quotidiani a oggi più veloce, è altamente adattabile alle esigenze delle aziende, include supporto completo a 64 bit, nonché supporto integrato con risparmio di inchiostro per normalizzazione PDF e RGB-PDF.
La potente funzione RIP di Elara è in grado di elaborare fino a 1500 pagine PDF all’ora, garantendo al contempo efficienza, affidabilità e flessibilità. Elara 5 rappresenta un sistema completo, da PDF a lastra, che combina tutti gli strumenti necessari per gestire con precisione la produzione pre-stampa dei quotidiani in un’unica soluzione intuitiva e facile da usare.
Superia Newspaper Luxel News VMAX Pallet Loader
Grazie a una nuova opzione di caricamento pallet, i clienti possono ora beneficiare ancora di più del design flessibile della soluzione Luxel News VMAX CTP.
Il sistema di caricamento pellet è stato incorporato nel design senza aggiungere alcun nuovo componente, per assicurare ai clienti di poter contare su tutti i vantaggi esistenti che derivano da questa tecnologia consolidata e affidabile. Tra gli altri, i vantaggi offerti da questo sistema rispetto alla concorrenza includono: alti livelli di flessibilità, ingombro ridotto, possibilità di funzionamento in pieno giorno e massima rapidità possibile delle operazioni di caricamento e scaricamento rispetto ad altri sistemi equiparabili sul mercato.
Superia Newspaper ACS
Una delle sfide principali per tutte le tipografie per la stampa di quotidiani oggi è il tempo necessario per pulire e occuparsi della manutenzione della lastra manualmente. Il feedback ricevuto dai clienti operanti nel settore di Fujifilm ha indicato che il processo di pulizia a elevato impiego di manodopera non solo era costoso, ma anche snervante e demotivante per il personale che si occupa delle operazioni pre-stampa.
Per ovviare direttamente a questo problema, è stato ideato il sistema di pulizia automatico Superia ACS per l’unità di finitura HDX NewsSpeed, ormai ampiamente collaudata. Esso consente di automatizzare fino al 75% del lavoro manuale coinvolto nella pulizia di un processore. Con Superia ACS, il ciclo di pulizia può essere eseguito in automatico, con interventi limitati necessari solo all’inizio e alla fine del ciclo. Gran parte di questo lavoro di pulizia automatico può essere svolto al di fuori delle normali ore lavorative, riducendo il tempo di inattività e liberando il personale che si occupa delle operazioni pre-stampa per mansioni più produttive e gratificanti.
Bernd Brombach, Head of Sales, Fujifilm Graphics Systems Europe, dice: «In un mercato difficile, le tipografie che stampano quotidiani sono sotto pressione per ottimizzare i processi e ridurre i costi al minimo. In qualità di uno dei principali fornitori del settore, Fujifilm è costantemente in ascolto dei propri clienti e sempre in cerca di nuove soluzioni per incrementare la produttività e la redditività, riducendo al contempo l’impatto ambientale. Questi tre nuovi prodotti della gamma Superia Newspaper rafforzano ulteriormente la reputazione di Fujifilm quale fornitore di soluzioni in grado di soddisfare le esigenze reali del settore».
Il frontale riciclato FSC che Avery Dennison ha presentato a Labelexopo è realizzato con una miscela unica di rifiuti di post consumo e moderni processi di produzione della carta. Prodotto senza sbiancatura con clorina, il frontale ha un punto di bianco e una luminosità pari alle sue alternative tradizionali, viene trasformato con la stessa rapidità e consente ai trasformatori di etichette di soddisfare gli obiettivi di sostenibilità ottenendo al tempo stesso eccezionali risultati di stampa, senza l’aggiunta di costi a partire da parità di prezzo.
La Sensorial Collection offre ai designer un ampio set di strumenti per creare carte morbide, testurizzate o a motivi in grado di offrire una sensazione di prima qualità, vintage o artigianale. Tali superfici diversificate possono offrire ai consumatori messaggi sottili circa il contenuto di una bottiglia, contribuendo al tempo stesso a un eccezionale impatto visivo.
Adesivo hotmelt trasparente
Il nuovo adesivo hotmelt trasparente privo di effetto di ingiallimento offre una soluzione diretta e competitiva, che offre una maggiore libertà di design nell’ambito dei generi alimentari refrigerati. Garantisce inoltre un costo totale di applicazione inferiore, in quanto non richiede l’uso di un frontale barrierato.
Da dieci anni al servizio delle aziende e sempre in continua evoluzione, da semplice studio di grafica VG7 si è evoluto in azienda dalle grande potenzialità e sempre al servizio dei clienti, che in lui vedono affidabilità e velocità nei servizi digitali.
Presenti in Viscom da diversi anni, il 2017 segna la consacrazione per quanto riguarda le soluzioni W2P dirette al mondo delle tipografie e dei centri stampa. Le sue piattaforme sono semplici, personalizzabili, intuitive e integrate con tutti i processi aziendali, poiché automatizzando una serie di funzioni riescono a offrire un output di alto livello, riducendone i costi.
I vantaggi per le centinaia di aziende che hanno adottato il sistema VG7 sono, tra gli altri:
aumento dei profitti con la vendita di prodotti e servizi online;
miglioramento dell’efficienza poiché si dimezzano i tempi per la preparazione dei preventivi di stampa;
pagamenti sicuri e anticipati;
ottimizzazione del lavoro grazie al controllo automatico dei file di stampa caricati dagli utenti;
automatizzazione dei flussi di lavoro grazie a organizzazione e gestione di tutte le fasi di lavorazione fino alla spedizione;
maggior controllo nel sistema costi e ricavi.
La chiave vincente di VG7 è nel fare delle necessità del cliente un must per poter sviluppare sempre meglio le sue tecnologie e i suoi servizi, infatti non solo print in Viscom ma verranno presentati anche rilevanti servizi di Web marketing. All’interno dello stand momenti di confronto con i consulenti per parlare di campagne marketing, siti online e piattaforme multiflusso, con la presentazione in anteprima del nuovo Editor3D, in programma per la primavera 2018.
A sinistra Nello Petitti, amministratore di Open Data, con Ettore Maretti, titolare di REM.
Open Data può diversificare la propria offerta e guardare al mercato delle etichette di qualità grazie all’installazione della tecnologia Weigang, distribuita da REM.
di Massimiliano Luce
Da oltre trent’anni Open Data produce e assembla prezzatrici. A conferma di una vocazione di mercato internazionale e capillare, il nome dell’azienda si ispira al British Open, uno dei campionati più importanti dei tornei di golf e un sistema software molto popolare durante gli anni ‘90.
«Ad oggi riforniamo più di 80 Paesi al mondo e questo ci ha permesso di farci conoscere a livello internazionale esportando i nostri prodotti anche oltre oceano» spiega l’amministratore Nello Petitti. «La conoscenza della carta e della colla nei vari rotoloni delle prezzatrici ci ha consentito di approfondire meglio il mondo di etichette, facendo sì che oggi, in Open Data, sia presente un’altra divisione aziendale che pesa ormai il 50% del core business aziendale.»
Se il respiro è internazionale – grazie a una notorietà che va dall’Europa agli Stati Uniti, dall’Estremo Oriente ad alcuni paesi africani – le radici restano profondamente italiane. L’azienda ha sede ad Anagni, in provincia di Frosinone, un territorio che rappresenta uno dei poli industriali più importanti del Centro Italia, grazie alle centinaia di società attive. «Il polo industriale Anagni-Frosinone» racconta Petitti, «è sicuramente fra quelli più importanti del Centro Italia, ma sta attraversando un periodo difficile a causa della chiusura di alcune aziende storiche. Il nostro legame con il territorio ci ha portato a non dar seguito alle numerose proposte di delocalizzazione in Asia. Oggi, fra diretti e indotto, diamo occupazione a circa 200 persone.»
Fino al 2012, anno di incorporazione dell’etichettificio Data Label Group, il mercato di Open Data era per circa l’80% estero, con una clientela composta da distributori nazionali o regionali. «Al nostro core business, che rimane la produzione di etichettatrici, abbiamo affiancato la produzione di etichette: negli ultimi anni abbiamo investito moltissimo in questo settore, in macchine e strutture. Oggi, con l’etichettificio, la nostra quota export è di circa il 60% e alla nostra clientela storica si sono aggiunti clienti nell’industria e nella grande distribuzione organizzata. La nostra produzione di etichette è aumentata significativamente nei settori dell’automotive, della logistica, della farmacia, dell’industria alimentare e dei supermercati.»
«L’affidabilità dimostra da REM è per noi un punto fermo. Sapere che l’assistenza è a cura di tecnici italiani altamente qualificati ci garantisce il servizio post-vendita, vero tallone d’Achille di molte aziende europee ma, soprattutto, asiatiche.»
Verso nuovi mercati
l processo di diversificazione dell’offerta inaugurato da Open Data passa ora dall’installazione della macchina da stampa offset umido semirotativa Weigang WL 340, brand cinese distribuito in Italia da REM. Guidata da Ettore Maretti, quest’ultima da anni rappresenta per Open Data un valido e affidabile riferimento commerciale con cui consultarsi e confrontarsi. «Dopo l’acquisto della Weigang, lavorando in azienda con il loro staff, REM è diventata anche un riferimento tecnico, in quanto integra conoscenze di tecnologia europea a quella asiatica» spiega Petitti.
L’acquisto della Weigang WL 340 è stata spinta dalla necessità di alleggerire le macchine flexo delle medie e piccole tirature, oltre al fatto di produrre etichette di qualità superiore.
Servizi post-vendita decisivi
In effetti, proprio il supporto commerciale e tecnico è stato considerato da Open Data un punto di forza distintivo di REM, tanto da determinare l’acquisto della Weigang 340 WL. «Senza la loro assistenza difficilmente avremmo scelto una macchina cinese con l’impegno economico che comporta» rimarca Petitti. «Riteniamo che il numero di macchine che hanno installato in Italia dimostri la loro competenza; dal canto nostro, noi stessi abbiamo constatato direttamente la qualità dei tecnici e del loro servizio.»
«Chiaramente, senza avere alle spalle un partner come REM, non avremmo fatto un acquisto del genere» sottolinea l’amministratore di Open Data.
REM, infatti, è in grado di garantire un servizio post vendita preciso e puntuale, contando su un fornito magazzino ricambi e su tecnici sempre pronti a intervenire, qualora ciò si rendesse necessario, dalla meccanica al software stesso della macchina.
Di fatto, la nuova Weigang permette a Open Data di approcciare mercati fino a ora soltanto sfiorati, quali quelli del vino e delle etichette di qualità in genere. «Noi crediamo che la Weigang abbia ormai colmato il gap di qualità di stampa che aveva con le macchine giapponesi o europee» rimarca Petitti. «La macchina ha, inoltre, tutte le caratteristiche per poter usufruire dell’iper-ammortamento.»
Produzione cinese, tecnologia tedesca
«Con Open Data ci conosciamo da qualche tempo» conferma Ettore Maretti, amministratore di REM. «Il rapporto con l’azienda di Anagni, infatti, è cominciato con l’inserimento di un tavolo di controllo modulare di Prati, altra società di cui siamo agenti. Entrando nel merito dell’installazione della Weigang WL 340, possiamo affermare che l’offset è garanzia di qualità di stampa, mentre la richiesta di piccole e medie tiratura è soddisfatta dalla tecnologia semirotativa.»
La macchina adottata da Open Data, inoltre, è stata accessoriata con unità di lamina a caldo, serigrafia piano cilindrica e flexo semirotativa per finire e abbellire un’etichetta destinata non soltanto ai classici mercati industriali. «Può essere tranquillamente soddisfatta anche la necessità di stampare su supporti non lisci come le carte naturali» sottolinea Maretti.
Oltretutto, la Weigang WL 340 si è dimostrata appetibile per Open Data per essere sì Made in China, ma, comunque, basata su tecnologia europea, per la precisione firmata Bosch Rexroth. «Dagli azionamenti al Plc di controllo, dai cavi ai pannelli touch screen, la tecnologia è tutta tedesca» sottolinea Maretti. Qualità arricchita dalle caratteristiche del servizio offerto dalla stessa REM. «Anche se importate dalla Cina, tutte le macchine sono installate dai nostri tecnici, garantendo, come dimostra l’esperienza con la stessa Open Data, un apprezzato supporto post-vendita.»
Novità all’orizzonte
«Alla prossima Labelexpo valuteremo se introdurre la stampa digitale» anticipa Petitti. «Abbiamo notizie della presentazione di nuove tecnologie digitali combinate con stampa flexo; valuteremo sicuramente anche la presentazione della nuova macchina digitale distribuita dalla REM.»
Del resto, in virtù della sua continua crescita, Open Data è ormai abituata a porsi costantemente nuovi obiettivi: ai due rami attuali – etichettatrici ed etichette – se ne aggiunge infatti un terzo: «da qualche anno abbiamo sviluppato un nuovo ramo, quello del visual. Il nostro obiettivo è quello di consolidare nei prossimi anni tutti e tre i settori e affermare così ancora di più la nostra presenza a livello nazionale e internazionale.»
Vista da vicino
La Weigang WL 340 è una macchina combinata multiprocesso in grado di nobilitare la stampa offset utilizzando, in linea, unità di laminazione a caldo semirotativa, flexo semirotativa e serigrafia piano cilindrica.
«Il controllo remoto dei calamai consente avviamenti veloci e di facile gestione, mentre il sistema di raffreddamento degli oscillanti mantiene costante la temperatura della macinazione inchiostro per tutta la durata del processo produttivo» spiega Maretti. «Ha una struttura modulare che la rende estremamente versatile e adatta a supportare sia le piccole che le medie tirature; è altamente produttiva grazie allo startup semplice e veloce e al formato stampa 320×350 mm.»
Un’altra nota saliente riguarda il cambio lastre: può essere effettuato in meno di cinque minuti, grazie all’efficiente sistema di montaggio automatizzato.
Open Data ha installato la Weigang WL 340, con un formato stampa 320×350 mm distribuita da REM, è una macchina da stampa offset umido semirotativa.
Le tecnologie e le metodologie operative 4.0 si fanno strada con decisione presso gli stampatori garantendo loro un surplus di efficienza e qualità che si riflette positivamente anche sui servizi alla clientela, come dimostra l’esperienza di alcune protagoniste del settore.
Roberto Carminati
Nel panorama degli stampatori le aziende più oculate e attrezzate non hanno atteso che i temi della digitalizzazione, dell’automazione e dell’interconnessione di macchine e sistemi intelligenti diventassero argomento di dibattito comune presso le imprese e gli osservatori. Pertanto, il loro percorso verso la realizzazione di ambienti di lavoro interamente orientati alle logiche dell’Industria 4.0 ha preso il via molto prima che il modello inizialmente promosso dalle istituzioni tedesche potesse assurgere al rango di un’autentica tendenza. Adesso che quello dell’Industrie vier punkt null è un paradigma tecnologico e organizzativo perseguito da una gran parte della manifattura italiana – il volume d’affari legato alla sola automazione industriale è cresciuto del 4% nel 2016 – iniziano a raccogliere frutti importanti. Che le strategie di innovazione adottate si siano rivelate un successo lo testimonia la soddisfazione con cui le stamperie descrivono i cambiamenti introdotti nei rispettivi reparti e sui flussi di lavoro, che hanno portato con sé i benefici di una maggiore efficienza e qualità. Dai loro racconti emerge anche l’evidenza, forse persino più rilevante, che i miglioramenti sono stati immediatamente percepiti e salutati con favore dalla clientela, che ha potuto contare su una gamma di servizi vasta e sempre più rispondente alle sue effettive esigenze. Segno, questo, che tecnologie e policy allineate ai dettami della quarta rivoluzione industriale erano in realtà da tempo ben consolidate e accessibili, a disposizione però delle aziende fornite di una visione a 360 gradi sulle richieste dei mercati di riferimento. E naturalmente consapevoli delle azioni che era necessario mettere in moto per poter seguitare a competere.
Mediagraf: l’integrazione, innanzitutto
«Per quel che ci riguarda essere 4.0 significa in primo luogo godere di una organizzazione più efficace dei processi che è alla base della realizzazione di prodotti migliori e questo è dovuto in primo luogo all’uso più razionale delle informazioni, rilevate ed elaborate in tempo reale». Questo è per esempio quanto hanno riferito in materia Diego Carbonara e Fabio Fogarin, rispettivamente responsabile commerciale e direttore degli acquisti di Mediagraf, in una intervista concessa a Italia Grafica. Come si avrà modo di vedere fra breve, il rinnovato scenario è da considerarsi il culmine di un cammino che almeno per alcuni aspetti è stato intrapreso addirittura al principio dello scorso decennio. «Nell’ambito dei processi si è proceduto a una rigorosa distinzione di quelli di stampa da quelli di pre-stampa o inerenti la logistica. È stata quindi implementata una piattaforma Mes (Manufacturing execution system) per ottenere una puntuale e coerente acquisizione dei dati di macchina. Oggi Mediagraf è in grado di programmare, allineandosi alle richieste dei suoi clienti, sia l’attività delle macchine sia quella del personale; i tempi-ciclo delle lavorazioni; e infine i progetti di formazione». L’opera di raccolta dei dati e l’interfacciamento di questi ultimi con le intelligenze informatiche centrali sono stati studiati con il duplice obiettivo di incrementare il livello qualitativo delle produzioni e di gestire in maniera più flessibile i grandi come i piccoli lotti. Ma, appunto, la metamorfosi viene da molto lontano. «Già nel 2012», hanno ricordato Carbonara e Fogarin, «la transizione massiccia alla stampa digitale ha imposto la trasformazione della nostra dotazione di macchinari. Abbiamo puntato su tecnologie adatte alla stampa editoriale installando due linee di produzione a bobina per bianco e nero e colore e quattro di stampa a foglio digitali a toner. Il risultato è stato un netto perfezionamento delle finiture, che chiaramente si è tradotto in un vantaggio per i nostri tradizionali interlocutori».
Passato e futuro
Gli stampatori non sono alieni a quelle problematiche di integrazione delle architetture nuove con quelle preesistenti che caratterizzano il passaggio agli ecosistemi digitalizzati tipici dell’Industria 4.0. Nel dettaglio, per Mediagraf la sfida era rappresentata dall’attivazione di un dialogo fra i gestionali precedentemente utilizzati e le risorse di più recente acquisizione. «La soluzione Erp (Enterprise resource planning: pianificazione delle risorse aziendali) in dotazione a Mediagraf è Sap», hanno detto Carbonara e Fogarin, «ed essa sovrintende anche all’organizzazione delle commesse. Abbiamo tuttavia aggiunto un sistema parallelo connesso al software tedesco, cui abbiamo demandato una parte più ampia delle operazioni di stock. Senza dubbio», hanno proseguito, «l’interfacciamento fra i diversi sistemi è fra gli aspetti più interessanti di questa evoluzione. A partire dal 2002 siamo riusciti a inserire funzionalità sempre diverse, fra business object e applicazioni Crm per le relazioni con la clientela; in seguito sono arrivati i Mesdipartimentali per la preventivazione e il commercio elettronico». L’essenziale non sono però le dotazioni tecnologiche in sé, bensì l’utilizzo che un’azienda ne fa. Anche da questo punto di vista il caso di Mediagraf è illuminante. «Di volta in volta abbiamo cercato di integrare le informazioni in arrivo da ciascun dipartimento», hanno detto Diego Carbonara e Fabio Fogarin, «ragionando su come rispondere alle esigenze del momento. Guardare alle grandi moli di dati e metterle a frutto seguendo una visione di insieme, mirando a un costante miglioramento, è a nostro avviso l’autentico valore del 4.0». Entrare a pieno titolo nei meccanismi della quarta rivoluzione industriale significa altresì apprendere continuamente dagli eventuali errori commessi, correggendoli, e in casa Mediagraf questo approccio è stato sposato in toto. È sfociato col tempo in una riduzione degli scarti e in un tangibile progresso della gestione dei rapporti coi clienti, dei servizi e della logistica.«Quest’ultimo è un nodo cruciale», è l’opinione degli intervistati, «per chi come noi produce grandi volumi, poi spediti a destinazioni sempre differenti. Ora possiamo contare su dati di consegna – si pensi solo al totale dei pallet – dettagliatissimi e affidabili».
All’interno e all’esterno
L’Industria 4.0 non fa leva però sulla pura ridefinizione dei processi interni a un fornitore bensì pure se non soprattutto sulla visibilità totale del ciclo di vita dei prodotti. Per questo, le anticipazioni di Carbonara e Fogarin circa i possibili sviluppi a venire del restyling in corso assumono ulteriore importanza. «Le informazioni di natura logistica», hanno ipotizzato, «risiedono su un portale che in futuro potrebbe essere reso accessibile agli stessi clienti, non solamente per tenere traccia dello status delle consegne ma per verificare le occasionali contestazioni di non-conformità mettendoci al riparo da qualsiasi obiezione. Al contempo però il confronto fra gli ambienti reali e quelli virtuali è una garanzia a vantaggio della clientela, pure ai fini del mero calcolo delle copie inviate. È un’arma commerciale preziosa». Tornando ai processi, i due responsabili di Mediagraf hanno evidenziato come l’innovazione snellisca le tempistiche relative allo scambio d’informazioni fra reparti perché l’accesso ai dati critici è trasversale a tutte le funzioni aziendali. «Il fattore umano resta la chiave di volta», hanno commentato Fogarin e Carbonara, «ma perché i nostri addetti potessero beneficiare delle inedite metodologie di scambio dei dati la formazione è stata decisiva. E ha riguardato tutti gli addetti, dagli stampatori ai commerciali. I sistemi si sono rivelati semplici e intuitivi per tutti, con qualche complicazione in più per le vendite, poiché gestire i vari formati e grammature non è sempre un procedimento immediato. Analogamente, non è facile interfacciare i nostri sistemi con quelli dei fornitori, data l’eterogeneità dei linguaggi. Infine, per quanto possa sembrare strano, il rilevamento-dati è più agevole quando i sensori sono applicati alle macchine tradizionali piuttosto che a quelle digitali. L’obiettivo è però quello di investire ancora per far sì che anche queste ultime possano comunicare in modo efficace».
Grafica Veneta: Aumenta l’efficienza, cresce la soddisfazione dei clienti
Anche per un altro stampatore di spicco quale Grafica Veneta è il crescente peso del dato, se interpretato in maniera corretta, a determinare il valore aggiunto delle metodologie 4.0, che si diffonde a cascata dai fornitori ai clienti in un’ottica win-win per entrambe le controparti. L’obiettivo finale, cioè la soddisfazione degli acquirenti, giustifica quindi di per sé gli inevitabili sforzi tesi a superare le difficoltà dell’integrazione e dell’innovazione. «Dal nostro punto di vista», ha detto a Italia Grafica il consigliere delegato e responsabile dell’area commerciale di Grafica VenetaMauro Fontanari, «l’Industria 4.0 implica la ricerca di una migliore modalità di comunicazione e un flusso ininterrotto di dati che viaggia per il tramite degli automatismi tipici dell’informatica anziché attraverso meccanismi di tipo più tradizionale. Un approccio che interessa l’organizzazione interna delle stamperie e la loro relazione esterna coi clienti». Nel caso di Grafica Veneta quest’ultimo elemento è stato necessariamente oggetto di attenzioni particolari, perché particolare è la natura medesima del business societario. «Il nostro portfolio è molto vasto», ha riferito Fontanari, «ma pressoché ogni cliente utilizza piattaforme proprie che non sempre sono facili da interfacciare coi sistemi di Grafica Veneta. È utile allora impegnarsi per integrarli quando il quantitativo medio degli ordini è molto consistente, meno quando è esiguo. A questo punto, è inevitabile compiere scelte precise». Fontanari si è riferito qui alla possibilità cheil fornitore si faccia carico delle operazioni di integrazione tra i diversi sistemi informativi per evitare il doppio data-entry: questa prospettiva può esser considerata accettabile laddove esistano le prospettive per edificare un rapporto solido e di lungo periodo. Nel frattempo, l’accento va sull’impegno dedicato all’aggiornamento dei sistemi, tanto sul versante dell’amministrazione quanto su quello degli ordinativi, compiuto dal marchio. «Per chi come noi non opera in una logica mono-prodotto», ha detto Fontanari, «le difficoltà si accrescono. Certo è che soprattutto negli ultimi anni il salto di qualità che abbiamo effettuato, specie in termini di aumento della capacità produttiva, qualità e servizio, è facilmente percepibile, a maggior ragione se si guarda alle metodologie di pianificazione, gestione e di rilevamento delle informazioni».
A volte ritornano. Anzi, quasi sempre
I processi dell’azienda sono monitorati e pianificati in tempo reale e per una società che lavora di fatto a ciclo continuo su tre turni questo offre la possibilità di «rispondere molto più puntualmente alle richieste di un mercato dalle tempistiche sempre più strette». I risultati sono inequivocabilmente descritti dalle cifre. «Credo che l’adozione delle tecnologie digitali e soprattutto di una nuova filosofia del lavoro», ha calcolato Fontanari, «ci abbiano consentito di aumentare la complessiva efficienza del 10-15% almeno. Ancor più importante però è che l’indice di soddisfazione della clientela sia aumentato di ben 40 punti percentuali». Ancora: «Il volume d’affari di Grafica Veneta è cresciuto a sua volta», ha sottolineato il responsabile commerciale, «del 10% circa. E questo è in primo luogo riconducibile, a mio avviso, al fatto che la clientela si è fidelizzata e ha voluto allocare un maggior numero di commesse presso di noi».
L’impressione, in casa Grafica Veneta, è quella di avere conquistato ulteriori quote di mercato e ancor più di avere risparmiato grazie all’ottimizzazione dei processi e all’acquisita visibilità gestione e controllo della totalità delle operazioni. Se da più parti però si paventa un’affermazione dell’automazione a scapito dello human factor, nel contesto delle logiche 4.0, l’esperienza dell’azienda sembra costruita allo scopo di fugare i timori. «L’accento sulle tecnologie hardware e software è stato chiaramente molto marcato», ha commentato Fontanari, «ma gli strumenti non sarebbero di per sé sufficientemente incisivi se a guidarli non fosse un personale preparato e disposto in parte ad agire in base a una mentalità rinnovata. Si pensi solo alle procedure di inserimento dati: sono più complesse oggi di quanto non lo fossero in passato, ma generano esiti migliori. E così, per i capicommessa le moli d’informazioni da gestire sono aumentate, ma arrivano davvero a tutti i dipartimenti e viaggiano più velocemente oltre a essere più complete. La fortuna è stata anche quella di poter contare su una forza lavoro tutto sommato giovane e aperta al cambiamento. La parte più difficile del lavoro», ha concluso Fontanari, «è stata forse rappresentata dall’integrazione dei vecchi coi nuovi sistemi e dalla gestione del rapporto fra meccanica, elettronica e information technology. In autunno verranno installate due nuove rotative ink jet digitali a bobina, dopo che a fine anno scorso avevamo fatto il primo investimento su una macchina a foglio ink jet ad alta qualità formato 54×74».