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Omet presenta due nuove macchine da stampa a Converflex 2015

Dal 19 al 23 maggio Omet prenderà parte a Converflex a Milano mostrando nello stand B11-C18 la sua gamma completa di tecnologie di stampa e lanciando in contemporanea durante una Open house presso la sua sede di Lecco la nuova iFlex per etichette e la nuova Varyflex V2 Offset, macchina per la stampa di imballaggi flessibili.

Lo stand di Omet al Converflex si trasformerà per l’occasione in una Technology Gallery con diversi gruppi stampa in esposizione a rappresentare i traguardi tecnologici raggiunti dall’azienda per ciò che concerne la gestione dei diversi metodi di stampa.

Nei giorni del Converflex, ai visitatori sarà offerta la possibilità di ammirare la tecnologia Omet «in azione» presso la sede principale di Lecco, grazie a dei bus navetta in partenza tutti i giorni direttamente dalla fiera.

Il giorno 19 maggio si terrà in Omet «Welcome to the Future», evento di lancio di due nuovi prodotti: iFlex, macchina da stampa per etichette e Varyflex V2 Offset, macchina ibrida in fascia media a formato variabile per la stampa di imballaggi flessibili. L’evento inizierà alle 18 e sarà seguito da dimostrazioni sulle due macchine e da una cena per gli ospiti intervenuti.

Dal 20 al 22 maggio a Lecco continuerà una speciale Open House con dimostrazioni di stampa «live» su tutte le macchine della gamma Omet. Punto di incontro per i clienti che desiderano recarsi a Lecco è lo stand Omet al Converflex (B11-C18).

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Varyflex V2 Offset, macchina ibrida in fascia media a formato variabile per la stampa di imballaggi flessibili.

La medaglia di bronzo alla Gift Box «Selezione Italiana» di Academia Barilla

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La speciale Gift Box «Selezione Italiana» di Academia Barilla, il brand di Barilla che promuove la cultura gastronomica italiana nel mondo, realizzata in CartaCrusca Favini e progettata in collaborazione con DraegerGPP, si è aggiudicata il terzo posto al À Design Award and Competition 2015 nella categoria Packaging Design.

À Design Award and Competition è il più grande concorso mondiale di design, organizzato da OMC Design Studios, che premia ogni anno i migliori progetti di design di prodotto realizzati a livello internazionale. Il contest, suddiviso in 100 categorie, ognuna delle quali presenta specifiche istruzioni, una giuria dedicata e criteri di valutazione separati, ha l’obiettivo di sostenere la cultura del design in tutte le sue forme e di incentivare i partecipanti a presentare progetti qualitativamente elevati.

«Selezione Italiana» è stata concepita per promuovere la tradizione culinaria italiana attraverso una selezione di eccellenze gastronomiche del Bel Paese firmate Academia Barilla: olio extra vergine d’oliva, pesto ligure preparato secondo l’antica ricetta e una confezione di pasta Barilla trafilata al bronzo.

La Gift Box è realizzata in CartaCrusca, la prima carta nata dalla crusca non più utilizzabile per il consumo alimentare. CartaCrusca nasce dalla collaborazione tra Barilla e Favini, che hanno lavorato fianco a fianco per selezionare il residuo più adatto, purificandolo e micronizzandolo per renderlo compatibile con il tessuto fibroso della carta. Il risultato è una carta dal colore naturale, il cui ingrediente principale è percepibile a occhio nudo lungo tutta la superficie.

Grazie a Favini, la crusca, da involucro naturale, che protegge il chicco di grano, diventa protagonista di una carta unica al mondo, utilizzata per preservare e conservare la pasta, segnando quindi idealmente un nuovo incontro tra la crusca e i chicchi di grano duro.

Andrea Nappa, AD di Favini, dichiara: «Questo premio conferitoci da una giuria di esperti è un ulteriore conferma dell’impegno di Favini nel ricercare l’eccellenza nel campo del packaging di design. Le nostre carte ecologiche registrano da anni un successo senza precedenti in tutto il mondo e questo riconoscimento evidenziala qualità del prodotto che abbiamo realizzato ad hoc per Barilla».

E l’offset cresce, nonostante la crisi

Non deve stupire, leggendo i dati del rapporto Argi, che due mondi distanti e spesso contrastanti tra loro, l’offset e il digitale, siano oggi collocati alla pari. Per la prima volta il fatturato del venduto digitale ha infatti superato di pochissimo quello offset. Segno della maturazione delle nuove tecnologie ma soprattutto del forte aumento dei volumi ottenuti dal production printing digitale. Ma questo non può essere interpretato come un segnale di sofferenza dell’industria offset, la quale sta attraversando un momento di ristrutturazione e consolidamento epocale. E nel compiere questo passo evolutivo, sta sondando nuovi orizzonti per svilupparsi.

I dati di vendita dei gruppi stampa sono ancora lontani dai numeri degli anni pre-crisi, ma mostrano comunque una crescita interessante, almeno rispetto all’annus horribilis, il 2013. «La situazione sembra essersi un poco sbloccata rispetto a un anno fa», evidenzia Roberto Levi, presidente di Argi, «e le vendite delle unità di stampa hanno effettivamente segnato un buon incremento durante tutto il 2014. Questo miglioramento è dovuto soprattutto al sistema bancario che ha riaperto marginalmente le proprie disponibilità erogando il credito. Ma sfortunatamente, per ora, solo ed esclusivamente verso aziende in possesso di un rating bancario dal medio in su. Inoltre il parco macchine italiano, obsoleto rispetto alla media europea, dovrebbe migliorare nei prossimi anni il proprio trend di vendite, con un progressivo ammodernamento dello stesso».

Bene il grande formato, anche per la carta

«Crisi finita? È un po’ troppo presto per dirlo», dice Joachim Nietschke, amministratore delegato di Kba Italia. «Diciamo che si intravede la luce in fondo al tunnel ma non esageriamo. La ripresa è molto relativa, pensi che nel 2014 si sono registrati 51,6 milioni di fatturato ma se li confrontiamo ai 360 milioni di euro del 2005 si capisce che un mondo è ormai tramontato. Occorre dire che questi trenta gruppi in più rispetto al precedente anno non sono poi un gran numero. La crescita del fatturato del 30% deriva invece principalmente dalla buona vendita delle macchine di formato più ampio. Stiamo parlando del 100×145 e 120×160. L’aumento che c’è stato tra 2013 e 2014 è dovuto quindi alla buona dinamica del settore cartotecnico. Con una novità interessante: a formare questo dato partecipa un poco anche l’imprenditore grafico che stampa i libri. Da metà 2014 si registra infatti un aumento della richiesta del settore carta anche nel grande formato».

Postvendita sempre più remunerativa

«È vero, la crescita del 30% registrata nelle macchine a foglio sull’anno precedente è un segnale positivo che aspettavamo da tempo. Anche se l’incremento non è poi così è grande, a ben vedere», afferma Massimiliano Veronesi, direttore generale di manroland Italia. «Il formato dominante resta il 70×100 con una buona presenza dei grandi formati. Mentre il 50×70 e il 35×50 sono ormai diventati delle vere occasionalità, dal momento che si tratta di formati destinati solo a specialisti offset. Tornando al dato macro del 2014, direi che è impossibile fare una comparazione con un mondo pre-crisi che non tornerà più. In ogni caso, in proporzione alle nostre dimensioni, lo scorso anno abbiamo realizzato un risultato veramente interessante. Sottolineo che oggi la mera vendita non è più parte preponderante delle nostre attività. I numeri sono quindi composti da molte più cose, perché diventa di importanza strategica, parallelamente alla vendita di macchine, anche l’opportunità di seguire i nostri clienti in tutte le loro necessità successive, vale a dire l’assistenza, i pezzi di ricambio, i service e la formazione».

Il ruolo salvifico degli incentivi

«L’andamento del mercato proiettato da Argi, ci trova d’accordo», spiega Silvano Bianchi, amministratore delegato di Komori Italia. «L’incremento c’è stato ed è però spiegabile con un’assenza di rinnovamento del parco macchine che si era protratto per diversi anni. Molti imprenditori anno infatti sfruttato i contributi statali per fare nuovi investimenti in macchinari. Sono dunque d’accordo sulla tendenza all’acquisto del nuovo, ma il mercato è stato stimolato a sostituire macchine vetuste approfittando di un’opportunità e riuscendo finalmente a operare un miglioramento sul piano delle performance. Se è vero che il 2013 è stato l’anno più brutto in assoluto, gli operatori hanno però osservato un effetto parallelo: quasi tutti i costruttori hanno infatti registrato un incremento dell’assistenza e della vendita dei ricambi, perché sulle macchine esistenti occorreva fare riparazioni e messe a punto con frequenza maggiore. E andando a guardare nei bilanci di tutte le aziende produttrici, è possibile evidenziare questo fenomeno, cioè il calo del fatturato nella vendita di macchinari da stampa e un discreto incremento nell’area service e ricambi. E questo trend c’è anche oggi»

Vendere progetti, non macchine

«È ormai evidente che è in atto un’evoluzione inarrestabile e necessaria», dice Alberto Mazzoleni di Macchingraf-Heidelberg. «Credo che questa crisi, come tutte le crisi, lasci sul campo molte vittime da un lato, ma dall’altro abbia stimolato e forzato gli imprenditori a trovare soluzioni in una logica di efficienza e organizzazione. E parte di queste soluzioni sono certamente gli investimenti in nuove tecnologie e macchinari con più elevata produttività. Lo vediamo chiaramente noi come azienda che oggi si vendono progetti produttivi e non più solo macchine. Si tratta quindi di progetti che devono essere completi e compiuti, con un accompagnamento che parte dalla fase della consulenza iniziale fino alla messa in produzione finale con performance e output che devono essere perfettamente in linea con le aspettative. Per quanto riguarda il futuro, credo che la tecnologia offset non scomparirà ma ci sarà una convivenza e in alcuni casi una convergenza tra tecnologie. Quindi verranno rilasciate nuove soluzioni e applicazioni sia per la stampa commerciale sia per il mercato del packaging.

Atif premia la qualità in flexo

Atif, l’Associazione Tecnica Italiana per la Stampa Flessografica, ha annunciato l’istituzione di un premio per la qualità di stampa flessografica destinato a stampatori e converter italiani. BestinFlexo, questo il nome del concorso, si avvale del patrocinio di Assografici e del sostegno di Gipea, Gifco, Giflex, di altre Associazioni di filiera come Assocarta e di Enipg.

«La natura del premio è tecnica – ha detto Emilio Gerboni, presidente della giuria Bestinflexo – per questo le valutazioni dei lavori si baseranno anche su parametri oggettivi e misurabili come la ripetibilità, uniformità e stabilità dello stampato, precisione del registro colore, nitidezza di testi e immagini, resa tonale rispetto al supporto impiegato. Sono previste otto categorie alle quali possono essere iscritti i prodotti stampati in flessografia come etichette, gli imballaggi flessibili, le scatole in cartoncino e cartone ondulato, gli shopping bags.»

Il concorso è aperto alle aziende di stampa e converting residenti in Italia, comprese le Società estere con stabilimenti di produzione sul territorio nazionale.

Per ogni categoria verranno selezionati i tre lavori migliori che otterranno una «Nomination». I lavori prescelti saranno premiati in occasione della serata di premiazione del 10 novembre 2015 a Bologna alla vigilia del FlexoDay 2015. In tale occasione verranno comunicati i vincitori assoluti per ogni categoria che verranno premiati con il Trofeo BestInFlexo 2015. Il concorso avrà anche un respiro internazionale grazie a un accordo con FTA Europe che porterà in vincitori del premio a eventi all’estero.

Scarica il bando! BestInFlexo_bando!

Il coraggio della Cooperativa lavoratori Zanardi

Con un vero coraggio da leoni, la Cooperativa lavoratori Zanardi sfida le difficoltà e oggi è un caso esemplare di come ci possa rialzare nonostante la crisi. Dopo i tragici accadimenti del 2014, annus horribilis che ha visto prima il suicidio del titolare, Giorgio Zanardi, schiacciato dai debiti e dalla sospensione dei fidi bancari, e poi un maxi furto da centinaia di migliaia di euro, un gruppo di ex dipendenti ha deciso di rilevare l’attività dell’azienda padovana ormai in liquidazione costituendo un’impresa sociale e facendo ripartire di fatto la produzione. Un classico intervento di workers buy out grazie al quale l’azienda in crisi è stata salvata e commutata in coop dagli ex impiegati che, pur di non perdere il lavoro e di non sperperare un business con buone potenzialità, hanno messo in gioco la loro mobilità.

«In effetti il punto fondante di questa ripartenza» spiega Mario Grillo, ex amministratore unico della Zanardi e oggi socio della cooperativa «è rappresentato dal fatto che i lavoratori hanno messo a disposizione l’anticipo della propria mobilità come capitale sociale. Hanno cioè applicato quanto consente il D.L. 23 dicembre 2013, n. 145, che dà la possibilità di una corresponsione anticipata dell’indennità a chi vuole rischiare e rilevare asset aziendali piuttosto che “vivacchiare” con la mobilità. Certo, si è trattato di un vero e proprio atto di intraprendenza. L’azienda era in crisi da tempo e agli inizi dello scorso anno aveva avanzato presso il Tribunale di Padova domanda di concordato. Dinanzi a una simile situazione e in assenza di proposte serie provenienti da altri imprenditori per rilevare l’attività, i lavoratori hanno incominciato rinterrogarsi sul futuro diffondendo l’idea di poter fare da soli. Abbiamo contattato la Lega Coop, con sede a Mestre, e con loro, dopo aver studiato il caso abbiamo deciso di partire. Paradossalmente questo tipo di iniziative non godono di una corsia preferenziale, né da parte del tribunale né da parte del sindacato. In particolare la Cisl di Padova ha rischiato di far saltare l’intero progetto creando dubbi e paure presso gli operai che, secondo quanto paventato dalla sigla sindacale, avrebbero dovuto assumersi i debiti (per esempio stipendi arretrati, tfr, tredicesime non godute) derivanti dalla vecchia società. Cosa assolutamente infondata perché nel nostro caso si è dato vita a una nuova figura giuridica applicando una vera e propria cesura che esclude ogni responsabilità e solidarietà della Cooperativa C.L.Z. sc per i crediti vantati nei confronti della Gruppo editoriale Zanardi srl in liquidazione».

La provenienza dei fondi

«Sciolti i nodi e le remore più importanti» racconta Grillo «ci siamo quindi mossi attraverso l’organizzazione della lega delle cooperative con l’azienda che gestisce la mutualità Coopfond che, sulla base del piano industriale da noi presentato, ha deliberato di entrare come socio finanziatore con 250mila euro. Nel contempo è intervenuta anche CFI, Cooperazione finanza e impresa, operante sulla base della legge Marcora e partecipata dal Ministero dello Sviluppo Economico, la quale ha contribuito con altre 250mila euro. Il totale dunque ammonta complessivamente a 500mila euro, cifra resa disponibile al termine del versamento delle mobilità provenienti dall’Inps che, in poco più di un mese, ha fatto tutto. È bene sottolineare infatti che formalmente la cooperativa ha iniziato a operare il 3 di novembre dell’anno scorso e già prima di Natale l’Inps ha predisposto tutte le indennità.

Infine abbiamo presentato il progetto a Veneto Sviluppo, società della Regione Veneto che si occupa di sostegno all’imprenditoria e che ha predisposto in qualità di socio finanziatore 200mila euro. In questo modo il capitale sociale risulta di circa un milione e 100mila euro, un somma che ci garantisce l’acquisto dei macchinari e degli impianti da impiegare nell’attività. Al momento la cooperativa ha preso in affitto parte delle macchine e dell’immobile della G.E.Z.,Gruppo Editoriale Zanardi, che ha in corso una domanda di concordato liquidatorio. E infine pensiamo di trasferirci verso il termine del 2015 in una location più consona alle nuove dimensioni e ai nuovi obiettivi della cooperativa. Stiamo infatti cercando 5mila metri quadrati distribuiti in un unico piano, un’area con gli uffici in testa che ci permetta un flusso di lavoro più efficiente. Per il funzionamento operativo, invece, ci siamo rivolti al circuito bancario: finora abbiamo ottenuto un primo finanziamento da parte di Banca Etica che ci ha concesso un fido commerciale per lo sconto in anticipo di fatture sia in Italia che all’estero di 400mila euro, una cifra che al momento riteniamo capiente. Naturalmente ci sono allo studio altri interventi, ma non sono da sottovalutare le difficoltà legate più che altro ai tempi di erogazione».

Gli obiettivi di fatturato

«La Zanardi – prosegue Grillo – ha sempre avuto come mercato di destinazione quello dei volumi di pregio e dei libri per bambini soprattutto all’estero. In sostanza un buon 80% delle vendite era realizzato con clienti internazionali e solo 20% in Italia. Oggi la cooperativa ha l’obiettivo di raggiungere circa la metà del fatturato che la Zanardi riusciva a esprimere: tenuto conto che le nostre forze sono ben più limitate, pensiamo di fatturare più o meno 6,5 milioni di euro, contro i 13 realizzati in passato dalla Zanardi. Devo ammettere che i primi due mesi, cioè novembre e dicembre, sono stati abbastanza positivi e siamo riusciti a chiudere in sostanziale equilibrio, mentre tra gennaio e febbraio il fatturato ha un po’ sofferto perché non la produzione si è fermato nel periodo compreso tra giugno a settembre e la pipeline si è svuotata. In questi mesi stiamo lavorando per ricostruirla. Certo, per il primo anno abbiamo in previsione di arrivare a un fatturato totale tra i tre e i quattro milioni. E sempre con una grossa fetta di clienti esteri.

Al momento la Cooperativa conta una squadra 24 lavoratori, ma l’obiettivo è di raggiungere 45-46 unità entro il 2017, forse anche un po’ prima. Poi il tutto dipende dalla velocità con cui riusciremo ad andare a regime con il rapporto con la clientela e a centrare gli obiettivi di fatturato. È stato inoltre deciso dai lavoratori di rinunciare a tutto quello che va al di sopra della paga base: quindi in busta paga è mantenuto i livello di categoria che i lavoratori avevano prima della crisi, ovvero dai 1.100 ai 1.300 euro. Certo, se le cose dovessero evolvere positivamente una parte dell’utile potrà essere distribuito a beneficio di queste persone, tutte intorno alla quarantina, che hanno saputo superare notevoli problemi e rilanciare un’attività che era data per spacciata».

EVO XD per la stampa di imballaggi flessibili sarà protagonista a Converflex

Una unità di stampa della richiestissima serie EVO XD di KBA-Flexotecnica sarà esposta alla Converflex di Milano e una macchina in produzione nel vicino stabilimento di Tavazzano.
Una unità di stampa della richiestissima serie EVO XD di KBA-Flexotecnica sarà esposta alla Converflex di Milano e una macchina in produzione nel vicino stabilimento di Tavazzano.

L’attrazione allo stand Kba a Coverflex (Padiglione 2 stand n. H11/K20) sarà un’unità di stampa della rotativa flessografica attualmente più richiesta, la EVO XD a tamburo centrale. Il ponte di stampa, di recente sviluppo, presenta un elevato grado di automazione (per esempio i sistemi Auto Impression Setting System A.I.F. e Automatic Register Control A.R.F.). Il nuovo ponte finale, inoltre, permette di risparmiare grandi quantità di energia. L’unità in esposizione è dotata di otto gruppi di stampa ed è configurata per larghezze del nastro fino a 1.500 mm e una velocità di stampa massima di 500 m/min. In Europa e oltreoceano, la serie EVO XD viene utilizzata principalmente nella stampa di imballaggi flessibili per pellicole plastiche, materiali rivestiti in alluminio o laminati, carta o cartone ed è conosciuta per la sua qualità di stampa. Due volte al giorno (eccetto il sabato pomeriggio), KBA-Flexotecnica mette a disposizione dei visitatori uno shuttle che li recherà alle dimostrazioni di stampa su una EVO XD a otto colori nel vicino stabilimento di Tavazzano.

Con le sue Rapida, KBA è il primo attore mondiale di mercato nella stampa di astucci pieghevoli. Attualmente, oltre il 70% degli impianti offset Rapida con fino a 19 gruppi di stampa e finitura vengono consegnati a stampatori di packaging di tutto il mondo.

Anche KBA-CleanAir, parte di KBA-MetalPrint GmbH di Stoccarda, presenterà la propria gamma di sistemi industriali di depurazione dell’aria di scarico, interessanti dal punto di vista energetico e ambientale anche per gli stampatori di packaging. I sistemi di depurazione dell’aria di scarico di KBA-CleanAir trovano impiego in numerosi settori, tra cui anche l’industria grafica, per l’eliminazione di aerosol, idrocarburi o odori dall’aria di scarico e diventano sempre più interessanti in considerazione dei crescenti requisiti ambientali.

Ottime notizie

Il Gruppo Gerosa, con stabilimenti di produzione in vari Paesi, ha appena ordinato a KBA-Flexotecnica una rotativa a dieci colori della serie EVO XD High Profit per lo stabilimento italiano Flexocit di Brescia. Anche lo stampatore di cartonaggi Ruggeri di Modena ha installato una Rapida 106 con sette gruppi inchiostratori, torre di verniciatura, due essiccatoi intermedi, un gruppo di stampa aggiuntivo e triplo prolungamento dell’uscita.

Una unità di stampa della richiestissima serie EVO XD di KBA-Flexotecnica sarà esposta alla Converflex di Milano e una macchina in produzione nel vicino stabilimento di Tavazzano.
Una unità di stampa della serie EVO XD di KBA-Flexotecnica sarà esposta a Converflex di Milano e una macchina in produzione nel vicino stabilimento di Tavazzano.

The Paper Book, il punto di riferimento per le carte creative

Mentre prosegue il tour europeo di Pop’UP Exhibitions, il Gruppo francese presenta Paper Book, al servizio del mondo della creatività e delle aziende.
Mentre prosegue il tour europeo di Pop’UP Exhibitions, il Gruppo francese presenta Paper Book, al servizio del mondo della creatività e delle aziende.
Mentre prosegue il tour europeo di Pop’UP Exhibitions,  il Gruppo francese presenta Paper Book, al servizio del mondo della creatività e delle aziende.
Mentre prosegue il tour europeo di Pop’UP Exhibitions, il Gruppo francese presenta Paper Book,
al servizio del mondo della creatività e delle aziende.

Coprirà 120 paesi nei cinque continenti. Partendo dalle carte contenute nel Book, il mondo della creatività e dei decision maker, dovrà prendere le misure per stabilire la qualità rispetto a carte e prodotti che dovranno essere scelti per progetti futuri.

The Paper Book ha numerose caratteristiche che lo rendono un prezioso alleato per gli addetti ai lavori. Intanto parliamo di un volume, formato A4, del peso di 3,5 chilogrammi, la cui versione ufficiale è accompagnata da un book più piccolo, a sei ante, che contiene le waterfall di tutte le gamme contenute nel volume da scrivania.

Come si potrà notare, la cover riporta, come riferimento temporale, le date 2015-2017. Ciò sta a significare che le carte contenute nel Book saranno garantite e disponibili a stock fino al 2017. Questo offrirà, alle aziende, la certezza di poter realizzare – per esempio – un pack per prodotti da lanciare sul mercato per il quale si potrà utilizzare la stessa carta a lungo, senza incorrere nei problemi legati all’indisponibilità delle carte che comporta, spesso, la necessità di rifare anche il packaging.

Le carte sono raccolte in rigoroso ordine alfabetico per rendere la ricerca più agevole e sono ricercabili, anche, nell’indice globale presente all’inizio del Book che le categorizza per gamma e prodotto. Ogni foglio, inserito nel volume, rappresenta un prodotto in una singola grammatura. Sulla pagina, poi, è possibile rintracciare le ulteriori informazioni utili: grammature disponibili, la possibilità di avere la filigrana o meno, i formati, la disponibilità delle buste, caratteristiche della carta (per esempio se è riciclata o meno e la relativa percentuale), la possibilità di poterla stampare in digitale e l’esistenza, di quel prodotto specifico, nella gamma Digital garantita Indigo.

Infine, all’occhio dei più attenti, non sarà sfuggito il restyling del logo del Gruppo che va proprio nella direzione di fortissimo rinnovamento in tutti gli ambiti che Arjowiggins sta intraprendendo già da diversi mesi.

«È semplice e – allo stesso tempo – prezioso» ha dichiarato Simone Medici, AD di Arjowiggins Italia e direttore sales & marketing della divisione Creative Papers per l’area Sud Europa e Turchia che ha aggiunto: «In ogni pagina di The Paper Book è possibile trovare tutte le informazioni utili e fondamentali che vanno tenute in considerazione in fase di scelta di un prodotto per realizzare il progetto creativo perfetto alle proprie esigenze».

The Paper Book ha, come target di riferimento distributivo: end user, designer, luxury brand manager, decision maker, trend setter, art director e stampatori selezionati.

«Gli International Standards for Creative Papers sono raccolti, per la prima volta, in queste 300 pagine. La distribuzione capillare sui cinque continenti ne è la garanzia. Sono questi gli standard dai quali i designer e le aziende partiranno per indirizzare le loro scelte in termini di carte creative», ha concluso Simone Medici.

The Paper Book è anche in vendita sul sito al costo di 135 euro.

Durst garantisce a Pixartprinting la stampa su supporti dal cartone all’alluminio

Rho 1312 di Durst.
Rho 1312 di Durst.

Pixartprinting incrementa la capacità produttiva con la prima installazione italiana di Rho 1312 in versione cartotecnica, l’ammiraglia dei sistemi flatbed di casa Durst.

L’innovazione tecnologica è uno degli asset del Web to print veneziano, che investe costantemente nell’aggiornamento dei sistemi implementati per rispondere al trend crescente della domanda, mantenendo costante la promessa in termini di servizio e qualità. Palcoscenico di molte installazioni in anteprima, è il punto di riferimento per numerose aziende produttrici che progettano sistemi in versione tailor made per soddisfare le esigenze di Pixartprinting. Così come è avvenuto per la nuova Rho 1312 realizzata da Durst con funzionalità customizzate.

Installata da metà marzo presso l’headquarter di Quarto d’Altino, Rho 1312 ha già dato prova delle sue performance. «Cercavamo una soluzione industriale in grado di soddisfare le nostre crescenti necessità produttive, garantendoci al tempo stesso la massima automatizzazione di processo» spiega Alessandro Tenderini, CEO di Pixartprinting. «Dopo un’attenta analisi di tutte le proposte disponibili sul mercato, abbiamo confermato ancora una volta la fiducia a Durst». Produttività dunque ma anche versatilità. In Pixartprinting il nuovo sistema Durst è destinato alla stampa di tutti i materiali large format, dall’alluminio al polionda, dal forex al cartone.

Grande soddisfazione anche in Durst: «Siamo orgogliosi che la prima installazione italiana di Rho 1312 sia avvenuta presso un cliente di riferimento e di fama internazionale come Pixartprinting, consolidando così una partnership che dura ormai da diversi anni» afferma Alberto Bassanello, Direttore Vendite Italia di Durst Phototechnik.

Rho 1312 di Durst.
Rho 1312 di Durst.

Veneta Roto non è più partecipata da Pigini Group

Giuseppe Casali, amministratore delegato di Pigini Group.
Giuseppe Casali, amministratore delegato di Pigini Group.
Giuseppe Casali, amministratore delegato di Pigini Group.
Giuseppe Casali, amministratore delegato di Pigini Group.

Pigini Group esce da Veneta Roto, cede le quote detenute al 70% ai soci di minoranza, ma mantiene uno stretto rapporto di collaborazione con l’azienda nata nel 2013 dalla ex Offset Print di Verona. Pigini aveva deciso di rilevare l’intera partecipazione di Veneta Roto per integrarne a tutti gli effetti le attività nella logica industriale del gruppo; tuttavia tale richiesta non è stata accettata dai soci di minoranza che, a loro volta, hanno chiesto e ottenendo di riprendersi il controllo del 100% che avevano, in ogni caso, sino a agosto 2013.

Si tratta quindi di un ribaltamento dell’assetto proprietario deciso di concerto tra tutta la compagine societaria, un ribaltamento che ha portato di fatto a escludere altre possibili soluzioni, come per esempio un semplice aumento di capitale. Il distacco di Veneta Roto dall’orbita di Pigini Group non intacca però il grande rispetto, umano e imprenditoriale, tra gli ex soci al punto che, come ci racconterà lo stesso direttore generale di Pigini Group Flavio Zuin, le due realtà, pur distinte, saranno profondamente coinvolte l’una nell’altra per lo sviluppo di sinergie produttive e commerciali.

Vai a pagina 8 e Continua a leggere la notizie con l’intervista a Flavio Zunin!

La collaborazione: macchine e non solo

«C’è sempre stata» conclude Zuin «una stretta collaborazione specifica con la ex Opv che poi, già prima dell’ingresso di Pigini Group, divenne Veneta Roto. Questo rapporto continua anche oggi; da parte nostra troviamo in Veneta Roto una macchina estremamente interessante come la rotativa Kba a 16 pagine, 5 colori, torri di verniciatura e uscita a foglio, un impianto utile, tra l’altro, anche per lo stabilimento bolognese appena preso in affitto da Rotopress. Come se non bastasse presso il sito veronese si trova poi una macchina a foglio di proprietà di Tecnostampa concessa in uso a Veneta Roto. Insomma, si tratta di un reciproco scambio di mezzi e di capitale tecnico che rende effettiva e concreta la nostra relazione industriale e commerciale. Ovviamente, come in tutte le relazioni, bisognerà impegnarsi reciprocamente per continuare a crescere e arricchire l’intesa».

Elcograf acquista per 5,5 milioni la Amilcare Pizzi

Dopo aver acquisito gli stabilimenti della Roto2000 spa e della Europrinting spa di Casarile (Milano), il gruppo Pozzoni, di cui Elcograf (ex Mondadori Printing) fa parte, rileva la Arti Grafiche Amilcare Pizzi di Cinisello Balsamo.

Nei mesi scorsi la Amilcare Pizzi era tornata nelle mani del liquidatore nominato dal Tribunale all’interno della procedura di concordato preventivo, dopo che si era interrotto anticipatamente l’affitto del ramo d’azienda della Pizzi da parte della Deaprinting. Il liquidatore aveva quindi pubblicato un bando per l’acquisizione dell’azienda di Cinisello Balsamo, scaduto a fine gennaio: la ex Mondadori Printing si è fatta avanti e ne ha rilevato gli asset per circa 5,5 milioni di euro. In questo modo Elcograf rafforza la sua posizione nel settore roto-offset con altre quattro rotative installate nel polo milanese (due Lithoman 64 pagine di recente costruzione, una 48 pagine Kba e una 16 pagine Kba), in grado di sviluppare un fatturato che nel 2013 ha toccato i 26 milioni di euro. Il parco macchine di Elcograf raggiunge oggi quota 17 rotative installate e funzionanti.

L’acquisizione ha permesso inoltre di conservare 60 posti di lavoro, portando il numero complessivo di dipendenti a mille, di cui 500 operativi nello stabilimento veronese. Il Gruppo prevede per il 2015 un incremento dell’utilizzo della tecnologia rotocalco, superando il 50% della capacità produttiva dello stabilimento di Verona. Nel 2014 Elcograf ha registrato un fatturato di 180 milioni di euro (pari a circa 121 milioni al netto della carta). Tra le recenti commesse acquisite, la stampa di una parte di cataloghi Ikea. Secondo rumor di mercato, Elcograf stamperà quest’anno 14 milioni di pezzi tra cataloghi e copertine su un totale di circa 30 milioni previsti in Italia. Ciò darà lavoro agli impianti veronesi per giugno, luglio e agosto.